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Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Infatti, ho avuto modo di testarlo personalmente. Nel mio caso, era il finale a non valorizzare una prima parte (a parere di Mauro) non malaccio. Per quanto abbia voluto proporre alcune varianti o soluzioni, non funzionavano come dovevano e di fatto ho accettato il giudizio finale non positivo. Però ammetto che quando Borden mi scrisse di pensare a qualche variazione, in cuor mio quasi mi ero illuso di poter avere qualche chances per coronare questo incredibile sogno. Tuttavia posso affermare che le indicazioni di Mauro sono sempre molto scrupolose e ponderate, denotano di fatto passione e serietà per il suo ruolo, appunto non condivido quando si ipotizza che, a causa della sovraproduzione editoriale, si ritrova costretto ad avallare qualsiasi spunto.
  2. Anche la scena di Higgins che origlia il dottore, mi ricorda molto il tardo Nizzi. Che sia una voluta citazione? Ovviamente scherzo, ma davvero la guardia del corpo di Ely Parker, preciso all'unisono con l'orologio al taschino mi ha ricordato Mister Fog di verniana memoria.
  3. Perdonami, ma liquidare così banalmente una delle scene più liriche e poetiche del grande Bonelli è a mio avviso ingeneroso. Se in letteratura si togliesse in toto ogni simbologia metaforica, ogni opera sarebbe solo una sequenza di periodi e frasi senza anima. La vignetta da te citata è una delle più belle e iconiche chiusure dell'intera saga! E l'albo in questione la depotenzia oltremodo; questa volta Mauro ha commesso imho un errore da matita rossa!
  4. Ho appena finito di leggere il “famigerato” albo celebrativo per i 75 anni di Tex. Vedendo la lunghissima discussione che ne è scaturita sul topic, ammetto che è alquanto complicato scrivere un commento. Se mi passate la similitudine, sembra di essere un avventore giunto sulla soglia di un polveroso saloon in cui all’interno è in corso una gigantesca rissa; fra botte da orbi, sedie e tavoli sfasciati e bottiglie volanti come aquiloni, ci si chiede se vale la pena metterci piede e farsi risucchiare dalla feroce mischia. Che fare? Il buon senso consiglierebbe di starne fuori e osservarne gli sviluppi, ma la tentazione di “tirare a propria volta qualche cazzotto” è forte. Il lungo thread mi ricorda quello che si scatenò all’uscita di un altro albo celebrativo, quello per i settant’anni dell’eroe, con ai pennelli il maestro Ticci. Io nuovo iscritto allora, con poca esperienza, mi tuffai a capofitto e ne uscii con le ossa rotte. La memoria di quella brutta esperienza mi consiglierebbe di starmene alla larga stavolta, ma evidentemente il buon senso non è una mia dote spiccata. Non è una coincidenza: evidentemente gli albi celebrativi, che stanno spopolando negli ultimi decenni sulla collana, dividono totalmente la platea dei fans e rappresentano rischiosi azzardi per gli autori, costretti a tirar fuori dal cilindro qualcosa di particolare, che diviene sempre più difficile escogitare, visto la mole mastodontica di tavole annuali che l’attuale produzione impone. Comunque in questo “polveroso saloon” ci entrerò in punta di piedi e per prima cosa mi soffermerò sull’aspetto grafico, che in maniera unanime ha raccolto la piena approvazione dei lettori. Ripeterò quello che ho scritto personalmente all’autore sulla sua pagina Facebook, ovvero i disegni di Villa sono sontuosi e rappresentano l’ulteriore conferma (se ce ne fosse bisogno!) che è un autentico fuoriclasse nel panorama del fumetto mondiale. Tavole stupende, espressive come poche, panneggi superbi, sfondi accattivanti, dinamismo grafico strabordante, un tratto magistrale. Riassumendo: un maestro delle nuvole parlanti, senza se e senza ma. Ho peraltro gradito oltremodo il regalo con le ultime pagine contenenti schizzi e bozzetti del grande Claudio, una vera perla per chi, come me, ama da sempre il disegno e lo deve in parte anche all’opera magnifica di questo impareggiabile autore sulle pagine del mio personaggio fumettistico preferito. Confermo comunque il mio giudizio espresso dopo aver visionato le anteprime; per quanto Vattani sia un grandissimo colorista (alcune sue colorazioni sui cartonati le ho praticamente adorate) al cospetto di uno stile possente e perfetto come quello di Claudio, aggiunge poco e anzi in alcuni casi forse penalizza la vignetta. Cerco di spiegarmi: autori dalla linea chiara come Del Vecchio, Cossu, Letteri in passato etc. con una colorazione ad hoc possono veder ancor più valorizzati i propri disegni, ma disegnatori del calibro di Villa, che eccellono nei chiari scuri, nei panneggi e dosano ottimamente il bilanciamento dei neri, lasciano poco spazio al collega e personalmente, li preferisco alla lunga in Bianco e Nero. Tuttavia la sequenza del tornado e della fine di Higgins rappresenta un buon connubio fra disegnatore e colorista, ma non basta del tutto a far cambiare la mia idea. Il mio voto al comparto grafico è 10. Ormai Villa lo vediamo sempre meno sulle tavole, ma non sbaglia praticamente un colpo. Veniamo ora al nodo spinoso della questione, ovvero il soggetto e la trama dell’albo. Senza grossi giri di parole (sarebbero inutili dopo pagine e pagine di commenti di altri utenti) anche il sottoscritto è dell’idea che ripescare Higgins sia stata una scelta azzardata che alla fine si è rivelata controproducente. Capisco la necessità di dover avere un soggetto importante per la celebrazione, ma andare a pescare da un caposaldo della produzione bonelliana molto amato dai lettori, recuperando un nemico che, ambiguità narrativa o meno, faceva parte della giusta ed efferata vendetta di Tex verso i coyotes che uccisero la moglie, è a mio avviso un errore. Oltretutto non funzionano i tempi; fermo restando che è alquanto improbabile che Higgins esca vivo dal deserto visto come era conciato, reputo inopportuno che debbano trascorrere decenni (arco di tempo in cui riesce ancora a delinquere e provocare altre morti di innocenti fra cui donne e bambini) prima che su di lui cali nuovamente la mannaia della giustizia divina. Se si voleva riutilizzarlo, era meglio in una storia di Tex Willer, quando erano passati solo pochi mesi dalla scena del deserto e di conseguenza prima della morte di Brennan. Ammetto che la scena della sua morte è a effetto e da amante dello stile gotico, trovo sia ben sceneggiata, ma Higgins doveva essere messo fuori circolazione svariati anni prima. Così, vuoi o non vuoi, realmente si rischia di veder depotenziata l'efficacia della splendida vignetta finale della lancia spezzata partorita da Bonelli nella sua celeberrima storia. Valeva davvero la pena giocare tanto col fuoco? Mauro e Frediani hanno avuto il fegato di puntare l’All In ma in fondo era prevedibile che una frangia di lettori si sarebbero allarmati. Se già il soggetto del pard Barbanera con il ritorno a Redrock aveva fatto storcere abbastanza il muso ed erano personaggi bonelliani minori di una storia secondaria, come pensare che non succedesse il finimondo dopo aver attinto da un capolavoro come “Il giuramento”? Al netto della scelta errata, la storia e lineare e scorrevole. Qualche buona sequenza (la fine di Higgins, la scena finale contro il senatore), dialoghi più asciutti e qualche buon personaggio di contorno (stavolta però meno valorizzato, forse a colpa pure della brevità della foliazione). Senza la presenza di Higgins l’avremmo giudicata diversamente anche sul forum, ma avendo “resuscitato” un villain così odiato, prendendosi l’onere di ribaltare una sequenza madre bonelliana, per trovare un’attenuante valida bisognava creare un gioiello narrativo, e non me ne voglia Borden, ma questa trama di routine non lo è affatto. Per me, il rischio non ha pagato e la storia non è da sufficienza. Il mio voto finale è 5 P.s. Proprio di recente avevo contestato una percentuale relativa ai fans boselliani acritici su questo Forum. Dopo le ferme critiche a questa storia (a volte quasi troppo feroci a dire il vero) nei confronti del nostro caro curatore, ancora qualcuno ha il dubbio che questo forum sia frequentato solo da "lecchini compiacenti"?
  5. In effetti, a pensarci bene, ce lo vedrei un maturo Drunky Duck, trasferito in Arizona per recapitare i telegrammi destinati alla Riserva Navajo
  6. Mauro non a caso ho specificato "garbo e modi" poichè alcune critiche sono state un po' troppo esagerate, per i miei gusti, ed è logico che un addetto ai lavori possa risentirsi (a maggior ragione che il volume non è ancora uscito). Ma in par modo, non mi piace che si etichetti non texiano un utente che può aver accolto "tiepidamente" un'iniziativa e anche questo è successo nel topic. A volte mi par di riscontrare un'integralismo intollerante che non giova alla serena cooperazione del forum. P.s. Lo so che qui sono O.T., ma ho appena acquistato l'albo di settembre e ho gradito davvero tanto la sorpresa delle ultime pagine con gli schizzi e i bozzetti del mai abbastanza lodato Claudio Villa. "Diamo a Cesare quel che è di Cesare": se spesso la Casa Editrice ci ha deluso e suscitato alcune critiche, va ringraziata doverosamente quando ci fa questi regali preziosi. Se nel panorama Texiano il grande Bonelli è stato recentemente accostato a Sheakspeare, Claudio è senz'altro un Michelangelo Buonarroti.
  7. Concordo con te; è da tempo che questa mania di etichettare gli utenti a secondo dei propri punti di vista e gusti, mi disturba. Sono perfettamente d'accordo che criticare una storia o una sceneggiatura senza aver letto l'albo è errato e pretestuoso, ma dinanzi a una proposta editoriale, se si usa garbo e modi, non vedo perchè non si possa esprimere liberamente il proprio pensiero in merito, anche se non totalmente positivo. Di certo non sarà il parere di un forumista a influenzare le scelte della redazione (figurarsi se in via Buonarroti possono stare dietro la babele di ogni singolo lettore), difatti nessuno si sogna di insegnare il mestiere agli addetti ai lavori che hanno le loro motivazioni dietro ogni politica editoriale, ma è anche utopistico aspettarsi un'uniformità di giudizio di fronte a ogni iniziativa.
  8. Non voglio entrare in merito nell'acceso dibattito, in primis perchè siamo totalmente O.T in un post in cui dovremmo discutere sulla prova del promettente Giusfredi e del veterano maestro Civitelli, piuttosto che accapigliarci per Zagor, ma sopratutto perchè, secondo il mio giudizio, partendo da una diversità leggittima di opinione in merito all'eroe con la scure, si è finito per far degenerare la discussione, scatenando una sorta di "rissa". Purtroppo può capitare che fraintendendo i toni o rispondendo di pancia in una contesa, salti la mosca al naso e si finisca per scrivere cose pesanti che spesso neanche si pensano. Obiettivamente, senza voler parteggiare per nessuno, ho trovato antipatico che Letizia definisca Zagor aculturale e ridicolo (ogni saga ha le sue tematiche e non ha senso paragonarle, basta solo seguire i propri gusti e scegliere quella che meglio aggrada) così come non è affatto elegante ciò che ha scritto Carlo, ovvero che la stessa Letizia non capisca nulla in merito e di non avere le basi culturali adeguate. Voglio sperare che certi commenti siano solo figli della foga della discussione e non pensati realmente, sarebbe davvero brutto. Così come è brutto vedere due utenti importanti del forum litigare e rinfacciarsi di aver perso la stima reciproca solo per una contesa degenerata. Prendete fiato, sbollite la rabbia e siglate la pace a bocce ferme. Scusate se mi permetto di dirvi questo, ma davvero vi reputo due utenti di spessore e sarebbe un vero peccato che seguissero antipatici strascichi; già troppe volte in passato è successo e non fa bene al Forum questo clima.
  9. Ancora non ho letto l'albo; l'ho solo sfogliato e già questo mi è bastato per confermare il giudizio espresso in un mio recente commento: Gomez è un autentico fuoriclasse, un rinforzo davvero prezioso per la scuderia texiana, visto che, da quel che ho capito, dovrebbe essere ormai arruolato stabilmente in via Buonarroti. Lasciatemi comunque spendere anche qualche parola su Dotti e le sue copertine: dopo un rodaggio iniziale, ha raggiunto un livello davvero notevole di espressività e composizione. Complimenti davvero! La cover dell'albo attuale e anche quella mostrata in anteprima per il prossimo numero, mi piacciono davvero tanto.
  10. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Capisci che se si usano frasi del genere è facile essere fraintesi, ancor più se usate con poca concezione di causa, visto che nel mio caso, dapprima mi hai definito in rapporti privilegiati con l'autore (e non è affatto vero) e dopo mi dai del boselliano acritico e di parte e anche in questo caso, permettimi di dissentire. Sia chiaro, non ho affatto intenzione di litigare, ci mancherebbe, ma qualche domanda me la farei nel modo di porre le questioni, se in tanti si son sentiti in tirati in causa e in dovere di giustificarsi. Non è facile scambiare opinioni quando praticamente, seppur in modo involontario spero, si parte dicendo che il 90% è capace solo di lodare Boselli per partito preso e perchè presente. Per poi definire di parte gli utenti (e qui citando testualmente Leo e me) senza nemmeno verificare la veridicidà della cosa. Qua la mano e senza rancore pard. P.s. Le mogli hanno sempre ragione e magari, lei che ti conosce meglio di noi, sa quel che dice.
  11. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Visto che nuovamente vengo tirato in ballo, sono costretto a intervenire per fare un'ulteriore precisazione: non credo mai di essermi definito boselliano, anche se ciò non significa che non apprezzi tanto il suo stile di scrittura e la sua opera importante in questi vent'anni di Tex. (Facendolo notare nelle storie meritevoli e criticando quelle per me meno riuscite) Anzi, se Bob Rock mi avesse letto con più attenzione in questo lustro sul forum, ho sempre sostenuto di essere un "nizziano" poichè sono legato emotivamente a quel magico decennio '80, in cui ragazzino mi sono innamorato di Tex. Però dire questo non significa che non abbia criticato Nizzi quando l'ho ritenuto necessario, l'obiettività è importante in un forum (non siamo tifosi calcistici), così come è ovvio che stimo immensamente il grande Bonelli, senza il suo estro, non me ne vogliano i successori, oggi non saremmo qui a scrivere di un personaggio longevo ottant'anni. Chiedo perdono, ma prima di citare e interpellare gli utenti, forse è doveroso informarsi un po'; già troppe imprecisioni ho letto nei miei confronti e se fossi una persona fumantina mi sarei dovuto indispettire, non vi pare? Rimango dell'idea che è meglio chiudere l'O.T., poichè una discussione che all'inizio teoricamente era interessante sta via via spostandosi su un terreno scistoso, poco congeniale.
  12. Bastano solo le tre tavole in anteprima per evidenziare una qualità grafica straordinaria! Gomez è un artista con i controfiocchi; poter disporre di un disegnatore simile, per uno sceneggiatore, equivale a iniziare una sfida calcistica sul 2-0. Non vedo l'ora di poter arricchire la mia raccolta con albi di tale caratura.
  13. Premessa necessaria: sarà dura essere imparziale stavolta, visto che non capita tutti i giorni d'incontrare l'autore e farsi autografare l'albo, dopo aver piacevolmente scambiato quattro chiacchiere. Pasquale è davvero una persona squisita, simpatica e molto disponibile e quindi le sue dediche sull'albo faranno sì che io rimanga sempre molto legato a questa storia. Ci proverò a essere obiettivo, ma non garantisco. Che poi la vita è strana, infatti non è un mistero che alla sua apparizione sulla saga il personaggio di Wolfman non mi aveva appassionato. La storia in questione mi aveva lasciato freddo e, se non ricordo male, forse non aveva raggiunto la sufficienza nel mio giudizio. Anche nel suo ritorno il villain conserva quelle caratteristiche che poco mi avevano convinto; aldilà della sua ferocia è sempre dura accettare che un uomo solo possa assediare una cittadina di svariate centinaia di anime e con Tex e Carson fra le file. Il soggetto della prima storia non mi ha mai fatto impazzire e quando appresi che il feroce Wolfman sarebbe ritornato, non feci salti di gioia. Anche il suo salvataggio necessita molta sospensione d'incredulità, ma di certo non è il primo e nemmeno ultimo caso di salvataggio ai limiti. Comunque, sapendo di andare un po' controcorrente rispetto ai commenti di chi mi ha preceduto, leggendo il sequel l'ho nettamente preferito al capitolo precedente. Sono annebbiato nel mio giudizio? Forse! Tuttavia il fatto che Wolfman sia relativamente usato più come pretesto che reale fulcro nella storia, ha fatto sì che la sua riproposizione non sia una semplice copia dell'episodio di anni fa. La sua pericolosità diviene anche più "umana" visto che, sebbene con qualche gatta da pelare, Tex riesce a scalfire il "mito della sua invunerabilità", prima disarmandolo del suo temibile Sharp e poi spaccandogli il naso nella montagna. In effetti il duello finale ha avuto poco pathos, ma pazienza, il clou della storia ormai era indirizzato alla soluzione del giallo, imbastito da Ruju per arricchire la trama. So bene che le trame gialle su Tex non sono del tutto amate da alcuni lettori e dal curatore, ma di tanto in tanto, a mio avviso, non stonano per variare le tematiche della serie, a patto che siano ben concepite. Quella che Ruju ci confenziona, è accettabile, grazie soprattutto a una presentazione di comprimari funzionale, fra cui brillano sempre le figure femminili (dalla vedova di Mc Griffin a Jody, passando alla tata Hope e Tara). La trama scorre piacevolmente e sebbene l'intreccio sia più semplice della consueta media boselliana, il livello si mantiene su buoni livelli. Una piccola precisazione: il sottoscritto nei commenti tiene più conto delle sensazioni che la lettura mi dona, rispetto alle caratteristiche tecniche di stile e narrazione, di conseguenza se una storia mi appassiona e non mi annoia, la promuovo anche se può contenere errori veniali o imprecisioni. Qualsiasi sia l'autore, è ovvio. Chiusa la parantesi, posso riassumere dicendo che la storia mi è alquanto piaciuta e, sebbene non raggiunga apici di qualità da pietra miliare, la si apprezza volentieri. Del Vecchio rimane uno dei disegnatori della "giovane leva" che apprezzo di più. Stile elegante e pulito, adatto per certe tematiche e adattissimo al grande Nord. Contrariamente a quanto detto da altri, mi piace davvero tanto la sua rappresentazione di Tex, sia junior che senior. Per ciò che riguarda la linea chiara, è una sua prerogativa, anche in passato autori come Letteri la adottavamo con eccellenti risultati. Non me ne voglia Cossu (altro artista da ligne clare), ma Del Vecchio è di tutt'altro spessore. (Imho ovviamente). Stavolta forse un po' la fretta ha inciso sul suo lavoro complessivo, visto che alcune vignette e campi lunghi sono meno curati del solito, ma il risultato è sempre soddisfacente e non lo reputo tanto "inadeguato" se confrontato alla prova di Font. Non era facile riprendere una storia del maestro iberico, visto la differenza marcata di stile e caratteristiche, eppure per me la missione è stata compiuta con merito. Non a caso Pasquale (Ruju n.d.a.) ha ampiamente elogiato le qualità del collega disegnatore durante la nostra chiacchierata. Il mio voto finale è 7
  14. Anche se non c'entra nulla con Tex e siamo O.T., lasciami dire che sono perfettamente d'accordo con te: "Exit" è una canzone che ho sempre adorato della band di Dublino. Da oggi mi sei ancora più simpatico.
  15. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Ciao @Bob Rock, in primis ti ringrazio per aver sottratto parte del tempo della tua vacanza per riscrivere una risposta smarritasi nella "Zona del Crepuscolo", purtroppo a volte capita ed è fastidioso. Lo apprezzo, perchè il confronto è importante sia su un forum che altrove. Come già detto precedentemente, non ho affatto nulla contro di te, ci mancherebbe, avevo solo espresso una mia considerazione su quel post che, a mio avviso, tirava in ballo una percentuale da editto bulgaro che mi ha suonato male. Cerco di spiegarmi meglio: legittimo dire che uno stile di scrittura può risultare ostico secondo i propri gusti, oppure che la si pensa in maniera diversa rispetto a una maggioranza che quella storia l'ha apprezzata. E' logico e sacrosanto, mica si può essere tutti sulla stessa frequenza d'onda o uniformati a un unico pensiero. (Ti confido che non sono mai riuscito a finire "Moby Dick" di Melville, eppure è un capolavoro della letteratura e ha appassionato milioni di lettori, ma a me non prende e finisco col mollare la lettura ogni volta che ci ritento). Fin qui, nulla da eccepire, anzi ho trovato pure interessante la tua recensione "fuori dal coro". Però ho gradito meno il riferimento sarcastico alla minori capacità intellettive dei pochi che non considerano questa storia un "capolavoro" rispetto a una massa di utenti che si spella le mani per elogiare Boselli a prescindere. Son certo che tu fossi in buona fede, ma tra le righe si potrebbe intendere che il 90% degli utenti loda la storia solo perchè Borden legge i commenti. Bada bene, il 90%, quasi tutto il forum. Che qualche lettore possa lodare a prescindere, può pur essere e onestamente non mi interessa più di tanto saperlo, ma sostenere che il 90% lo faccia, capisci bene, che è un'esagerazione ingiusta e non veritiera. Tutto qui! Tengo a precisare che l'eventuale enfasi usata dal sottoscritto nei commenti non è un'esclusività delle storie di Borden, infatti, se avrai avuto modo di leggermi, l'ho usata ogni talvolta che l'episodio ha colpito la mia sensibilità, sia esso scritto dal grande Bonelli, Nizzi, Ruju o chi altro. Inoltre permettimi di correggere un'altra inesattezza: il rapporto di Mauro col sottoscritto è uguale a quello che può avere con te. Direi di ritornare in O.T. e sigillare la chiusura del malinteso con una bella birra fresca.
  16. Storia liscia come un bicchiere d'acqua e di fatto ideale per una lettura d'evasione sotto l'ombrellone. O meglio, beati coloro che se la son goduta sotto l'ombrellone, visto che il sottoscritto, ancora alle prese col lavoro, si è dovuto accontentare di una lettura notturna in mezzo al caldo e all'insonnia. Trama abbastanza lineare, con qualche buon spunto; cattivi non idilliaci ma compensati da un'adeguata performance del mio caro Carson, per l'occasione ferito, braccato e all'opera parallelamente al pard più giovane. Sceneggiatura senza grandi sbavature e abbastanza scorrevole. Per la prima volta Zamberletti mi è apparso sicuro, evidentemente, dopo un periodo di rodaggio, ha cominciato a prendere le misure e questo è un buon segno per il curatore che, come un allenatore di un team calcistico impegnato su più fronti in stagione, deve riuscire a garantire un buon turnover. Unico appunto che mi sento di fare, le sparatorie non mi hanno appassionato e forse necessitavano maggiore cura nella composizione. In effetti proprio le sparatorie, così come gli agguati, essendo scene molto ricorrenti in ogni episodio del ranger nella sua lunghissima vita editoriale, suppongo presintino molte difficoltà per un autore. Stupire il lettore non è impresa ormai facile e occorre molta fantasia e immaginazione per montare una sceneggiatura adeguata per la sequenza d'azione. Purtroppo anche questo aspetto (molto ben curato dal grande Bonelli, che era palese di quanto si divertisse a ideare strategie e piani d'azione) risulta molto deficitario in alcuni frangenti e forse troppo sottovalutato da alcuni autori. Per il resto, storia leggibile che ben figura nel format estivo, leggero e senza eccessive pretese (a esclusion fatta dell'Agente Indiano, albo d'esordio della collana bis, proverbiale eccezione che conferma la regola) e prestazione incoraggiante per Zamberletti, autore di cui finora nutrivo qualche dubbio di resa sulla serie ammiraglia. Su Scascitelli si è dibattuto in lungo e in largo. Il mio punto di vista è che il disegnatore non appaghi più di tanto il palato dei lettori attuali anche per via di uno stile grafico classico e un po' demodè. Magari dico una boiata, ma in alcuni aspetti mi ricorda il Tarquinio sulla "Storia del west". Personalmente mi piacciono molto i tratteggi, puliti ed eleganti e con un tocco di classicità che non guasta. Ho trovato molto belle le scene notturne, con un contrasto molto sbilanciato in favore dei neri, soprattutto nelle tavole 84 e 85, che in alcuni dettagli mi hanno ricordato il primo Ortiz. Mi sbaglierò ma il disegnatore sembra proprio averlo voluto omaggiare. Dove però l'artista perde parecchio, a mio avviso, è nella dinamicità delle sue figure e sulle fattezze dei nostri. Come fatto notare da altri utenti, il gioco alle citazioni di attori famosi è appurato nelle vignette, ma più di questo, ciò che mi ha dato un senso di maggiore insoddisfazione è la resa grafica di Carson (simile a quella di Cossu) e un Tex atipico e primi piani fuori stile, che a tratti paiono frutto di correzioni redazionali. Le figure appaiono poco dinamiche, come già accennato e molto ingessate e anche il panneggio degli abiti è troppo abbozzato e poco accattivante. Non una prova da bocciatura, ci mancherebbe, l'esperienza accumulata negli anni da Scascitelli è tanta, tuttavia in me prevale ancora la convinzione che sia un'illustratore prestato al fumetto e più abile nel primo settore che nel secondo. Il mio voto finale è 6
  17. Una mia considerazione personale: il magistrale tratto di Villa è penalizzato (o scarsamente valorizzato, se mai ce ne fosse bisogno) da una colorazione simile. Per un maestro della sua risma, il B/N tutta la vita!
  18. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Se tu mi confermi che eri semplicemente ironico quando davi dei lecchini e fan acritici all'80% degli utenti che hanno apprezzato il texone, posso anche non astenermi dalla lettura. Non penso che tu avessi cattive intenzioni, mi sei sempre stato simpatico, però, a essere onesti quel post appare un po' provocatorio e non stupisce che qualche risposta fuori dalle righe ci sia stata, al netto del tuo "brevetto" attenuante. Sono stato spesso anch'io una voce fuori dal coro in alcune storie di Boselli e non, ma il fatto che un'episodio che piace alla moltitudine non piaccia a me, non mi autorizza a credere che tutti quelli che lodano la storia lo facciano per ruffianeria. Anche nell'ipotesi che qualcuno possa pur esserci (e in fondo anche questo non è da arresto,ognuno ha il diritto di avere il suo carattere), dare una percentuale dell'80-90% significa screditare quasi per intero il forum. Prendi anche il mio commento come post certificato polemic-free , anzi ti dirò, sebbene abbiamo opinioni diverse sulla storia in questione, ho trovato comunque ben scritta e degna di nota la tua recensione.
  19. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Tranquillo pard, anche il mio intervento non voleva essere perentorio o infastidito (se ha dato questa impressione, mi scuso!) e sopratutto non era rivolto al tuo decalogo di "regole" (ehm realmente sono solo otto ma fa lo stesso ) che in fondo sono pure valevoli e sacrosante. D'altronde, non per piaggeria, fin dall'inizio ti ho stimato come utente e riconosco che i tuoi contributi sono stati sempre un valore aggiunto alle discussioni. Più che altro mi è venuto naturale esprimere un parere personale, alla luce della bozza di polemica sterile che è nata di recente sul post in questione. Ciclicamente escono fuori queste dispute e classificazioni: nizziani, ruffiani di Boselli, Lettori di serie A e di serie B che, a mio modo di vedere, poco hanno a che fare con lo spirito inclusivo e di cooperazione di un bel forum tematico come il nostro. Battute a volte anche leggere o involontarie, che però possono innescare reazioni impreviste. Magari non dico che tutto sia infondato, ma si può anche smussare gli angoli ed evitare alcune puntualizzazioni; in fondo, così come le storie a fumetti, anche i commenti non possono piacere a tutti. Grazie, ma non è facilissimo, a volte, anche inconsapevolmente, può accadere di non riuscirci. Non è mai molto semplice controllare le emozioni.
  20. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Le regole esposte da @Poe sono valide per ogni storia e ogni autore e in qualche modo, in parecchie di queste mi rispecchio e ho sempre cercato di attenermi nei miei commenti, tuttavia reputo che non sia il caso di ingigantire la cosa, ognuno deve essere libero di scrivere quello che vuole (sempre in rispetto delle regole di base del forum), poi valuta l'utente cosa vale la pena leggere e cosa no. Ci stanno pure le recensioni di "pancia", magari edulcorate di iperboli eccessive partorite al momento, così come è naturale che la presenza di un autore del calibro di Borden possa incutere una sorta di timore reverenziale in alcuni. Ripeto cosa penso: siamo qui per passione e amore per il personaggio, non per scrivere saggi da Nobel, poi ovviamente alcuni commenti sono più interessanti di altri, capita in ogni settore della vita, basta decidere cosa voler leggere e commentare e cosa no. Poi se tizio o caio vuole fare il ruffiano con tale autore, sono affari suoi, scrollo e vado avanti.
  21. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Mi rincuora, non sono il solo allora. Quando scrivo i commenti devo avere sempre l'albo sottomano per verificare i nomi dei personaggi e spesso sbaglio lo stesso. Ricordo quando commentai in passato la storia boselliana dei "Due Nemici", e per tutta la recensione chiamai uno dei due coprotagonisti "Colpo Fortunato" anzichè "Colpo Coraggioso". Mi fu fatto notare la cosa e appurai di aver fatto una figuraccia
  22. In estate dovrebbe aumentare il tempo libero, di conseguenza, negli anni, la produzione di albi inedita si è incentrata in questo periodo, proprio per permettere più letture sotto l'ombrellone. Tuttavia il sottoscritto, a suo malgrado, è costretto a usare il condizionale, visto che ogni anno per "camurrie" e scadenze varie si ritrova a correre freneticamente e dover rimandare pure la lettura degli albi, che si accumulano minacciosamente sulla scrivania. Con notevole ritardo, sono riuscito a leggere lo speciale in questione e rimandare alla prossima settimana la lettura del bis (sperando di poter staccare e andare in ferie). Mi ritrovo così a commentare una storia già abbondantemente dibattuta dagli utenti e temo, come altre volte, di non aver tanto da aggiungere a quanto già detto. Premetto che il format non mi ha mai troppo preso, anche per via di storie minori come quella di Ruju e Recchioni e di certo non ho fatto i salti di gioia alla notizia che la redazione lo rendeva semestrale. Il team-up con Zagor ha acceso le curiosità (come era da apettarsi visto la straordinarietà dell'evento) e l'idea particolare del primo albo, con giochi cromatici a secondo delle sequenze di fantasmi, si distingueva rispetto alla moltitudine di uscite "speciali". Mi sono approcciato così alla lettura senza eccessive apettative, ma stavolta Borden, senza incantare più di tanto, è riuscito a coinvolgermi e rendere piacevole la fruizione di una testata che continuo a non amare particolarmente. Lo spunto è originale e coraggioso e la band che compone il "Minstrell show" si fa apprezzare per umanità e generosità nei confronti del povero Joey. Un netto contrasto con l'odio e il razzismo imperante nel Sud, ben riassunto dall'odioso atteggiamento dell'avventore del saloon. Contrariamente a quel che si poteva credere dalle anticipazioni, il fulcro della trama si sposta presto verso la missione di Tex e i rangers contro i sinistri piani di banditi del calibro di Arch Clement e lo storico "Jesse James". Non manca l'azione e la consueta costruzione discreta di sceneggiatura, rende l'episodio leggibile e "digeribile" senza eccessivi patemi. Sempre attenta e plausibile la caratterizzazione dei personaggi e dei banditi, tuttavia, a mio avviso, il voler assolutamente far ravvedere il corpo dei Rangers (storicamente schierato col Sud schiavista e di conseguenza poco consono agli ideali di Tex e Carson) porta ad alcune situazioni e dialoghi che potevano essere tranquillamente sorvolati. Più di una volta i nostri ripetono che si sono immolati per riscattare il Corpo speciale, ma in fondo non erano necessarie tante spiegazioni, che spesso appesantiscono le sequenze. Voler rimettere a posto tutte le tessere del puzzle lasciate volutamente fuori posto da Bonelli, a volte rischia pure queste controindicazioni. Per il resto, prova discreta e piacevole che si caratterizza pure con un forte colpo di scena che servirà a Mauro come preludio a un ritorno del bieco Jesse James. Marco Ghion si riconferma un disegnatore consono alla saga; un tratto lineare e abbastanza espressivo che accompagna senza difficoltà il lettore durante lo svolgimento narrativo della trama e non risente di cali durante il proseguo delle tavole. Comparto grafico funzionale e da me approvato! Il mio voto finale è 7
  23. Condor senza meta

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Il texone va meglio apprezzato a una seconda lettura. A primo acchito il tutto sembra molto aggrovigliato e complesso, anche a causa dei troppi personaggi che affollano le pagine, ma, rileggendo la storia (a mente sgombra di pensieri preferibilmente!) il tutto appare più chiaro e si gusta meglio. Lo stile di Mauro è questo: le trame sono elaborate e annodate e richiedono particolare attenzione, ma bisogna dargli atto che riesce sempre a trovare spunti nuovi per ravvivare una saga che rischierebbe di impantanarsi dopo quasi ottanta anni di pubblicazioni. Ovviamente non tutti i lettori apprezzano episodi così "impegnativi", non a caso il curatore sceglie di intervallare opere simili con storie più basilari e semplici affidate per lo più ai suoi collaboratori. Sul fatto che la presenza dell'autore sul forum possa influenzare le recensioni di alcuni utenti, posso anche essere d'accordo ma personalmente poco mi importa. Qui scriviamo per passione e amore per Tex, non per lucro o lavoro, di conseguenza se alcuni giudizi mi sembrano troppo ruffiani, li scrollo e via e di certo son conscio che anche altri utenti possano fare lo stesso con i miei. Il sottoscritto ha spesso elogiato Mauro quando l'ho ritenuto necessario (senza abusare del termine capolavoro, sia chiaro, poichè se ogni storia è un capolavoro evidentemente il giudizio non funziona), ma non ho mai avuto problemi a muovere le critiche quando alcune cose non mi andavano. Storie come "Morte nella nebbia", "Giovani assassini", "Winnipeg" che ad ampie percentuali di utenti piacevano eccome, io le ho bocciate cercando di motivare le mie osservazioni (giuste o errate che siano). Non nascondo che su Tex Willer la storia di Cortina alla lunga mi ha stremato e un po' avrei snellito anche quella di Cochise, che tuttavia reputo più riuscita della precedente. Anche a Mauro non tutte le ciambelle riescono col buco e su Mefisto ha pagato un po' di farragginosità narrativa, tuttavia si cimenta su prove ambiziose e impegnative e di certo non può accontentare tutti i palati.
  24. La presentazione di Mauro per l'edizione da libreria di questo intramontabile classico.
  25. Ahahaha grazie per l'eventuale onore cara Letizia. Anche se, al momento, l'unica cosa certa è che sei riuscita a farmi venire il mal di testa col tuo messaggio.
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