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TWF - Tex Willer Forum

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  1. F80T

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Ed ecco, allora, qualche commento più dettagliato. Alla fine del n. 8 di Tex Willer avevamo lasciato il nostro eroe scoperto, tradito, catturato. Era evidente che la soluzione alla trappola in cui Tex si era andato a cacciare non poteva venire che dall'esterno. Ma chi? Tex è un fuorilegge, braccato dagli sceriffi del sudovest. Solo Cochise avrebbe potuto levarlo dai pasticci. E invece no! L'aiuto è in Juan Cortina, a cui non avevo minimamente pensato: è lui a permettere a Tex di salvarsi. Però, poiché il nostro fuorilegge è giovane ma pur sempre un uragano d'uomo, l'aiuto di Cortina arriva solo grazie all'abile (e azzardato) strategemma di Tex, che conduce i suoi nemici proprio dove crede di poter trovare il desparado. Non solo, già prima di ottenere aiuto, Tex era riuscito a liberarsi da solo, complice anche quel buon diavolo di Miguel. A proposito di lui e del suo pard Pedro, non può che apprezzarsi la fine cesellatura della loro psicologia. Sono disertori, non credono in bandiere, ma forse solo in uomini che manifestano le doti che possono garantire loro la salvezza. Si schierano, dunque, con Tex, non senza qualche margine di ambiguità, necessaria a garantire loro qualche possibilità di salvezza nel caso in cui Tex avesse fallito. Ottima anche la differenziazione tra Miguel, più sveglio, e Pedro, che in un esercito rappresenta solo carne da macello. Di buona qualità i disegni di Brindisi. Non resta che aspettare pazientemente il n. 10, dunque.
  2. F80T

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Sono calabrese. Tex Willer n. 9 l'ho trovato a Crotone, dove oggi mi trovavo
  3. F80T

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Non saprei. Passando da un'edicola a Crotone ho provato a chiedere. L'edicolante mi ha risposto che era appena arrivato. Infatti non era ancora esposto. Posso ritenermi fortunato!
  4. F80T

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Ho trovato oggi in edicola l'ultimo episodio di questa appassionante storia. L'ho comprata e divorata in pochissimo tempo. Non voglio rischiare spoiler e quindi mi riservo di commentarla a mente più fredda. Ma sono d'obbligo i complimenti per Boselli. Se già ardevamo dalla curiosità di sapere se i due disertori avessero veramente tradito Tex, il nostro Autore ha inserito in quest'ultimo albo ancora più elementi di suspance. E, a mio giudizio, la situazione "senza uscita" in cui si è cacciato Tex viene risolta assai brillantemente.
  5. F80T

    [705/707] La maschera di Cera

    Penso che si possa concordare tutti su due presupposti: 1) il mistero, la magia, l'occulto, addirittura la fantascienza sono componenti da sempre presenti nella saga di Tex; 2) chi si ritenga insoddisfatto della presenza di questi temi, è libero di lasciare in edicola l'albo. E tuttavia, mi sembra del tutto naturale che ciascuno dei lettori di Tex abbia delle particolari inclinazione e prediliga alcune categorie di storie. Io, per esempio, preferisco le avventure più realistiche - non importa se ambientate all'aria secca del deserto, nei boschi del nord o in cittadine più o meno grandi - rispetto a quelle in cui deve essere più accentuata la sospensione dell'incredulità. Per questo motivo, la comparsa del gigantesco primate ammaestrato non ha pienamente soddisfatto i miei gusti. Aspetto di capire che ruolo il nuovo Gombo abbia nella storia. Per il resto, non ho nulla di cui lamentarmi. Mi è piaciuto il flash back con la riproposizione delle vignette degli anni '50. La vicenda appassiona e alcune scene (per esempio quella della riunione dell'organizzazione) sono grandiose. Non vedo l'ora di capire chi si nasconda dietro la maschera di cera. Mi pare di ricordare di aver letto qualche critica alla matita di Benevento. Io, dalla mia posizione di incòlto lettore di fumetti, ho molto apprezzato i disegni e ho trovato estremamente belle le scene ambientate tra le nebbie di Los Angeles.
  6. F80T

    [463/465] I Sette Assassini

    Con ritrosia ho ripreso in mano questa storia. Ricordavo, infatti, che all’epoca della sua uscita non mi fece impazzire. La rilettura ha confermato l’opinione che ai tempi mi ero formato. Pur riconoscendo a Boselli maestria nell’elaborare la trama, devo tuttavia evidenziare che questa storia è “troppo”. Troppo brutti i sette assassini, troppo cattive le loro azioni, troppo perfettini gli ospiti della locanda di Lena Parker, troppo desiderosa di amare sua figlia Lena, troppo facile per i nostri eroi sbarazzarsi, senza grossi problemi, di questa banda di mostri scatenati. Diverso il discorso per i disegni. Ancora adolescente, negli anni ’90 avevo sottovalutato la potenza espressiva di Marcello. Due decenni dopo riconoscere che molto Tex deve a lui.
  7. F80T

    [416/418] Cercatori Di Piste

    Il prof. Paolo Grossi, già presidente della Corte costituzionale, ha sostenuto, in diverse recenti pubblicazioni, che il fatto storico dell'approvazione delle leggi razziali, nel 1938, dovrebbe indurre a superare definitivamente l'idea che il diritto si trovi solo nei testi delle leggi, scritte e approvate secondo procedure predeterminate. Se, infatti, ci si limita al dato formale del rispetto delle procedure predeterminate che regolano l'emanazione della legge, allora quelle leggi erano legittime. E il fatto che fossero ingiuste, diviene irrilevante. Legge e giustizia. E' un rapporto (spesso purtroppo uno scontro) che viene indagato da secoli, almeno sin da quando Sofocle lo rappresentò plasticamente in Antigone. Anche Boselli, dalla sua peculiare posizione di autore di fumetti, indaga il tema, peraltro ponendosi sulla scia di Gianluigi Bonelli e degli autori che, prima di lui, hanno animato Tex. "Anche io ho fatto la mia scelta", dice Tex al sergente Torrence. Sceglie i disertori e combatte coloro che dietro a una patente di legittimità vogliono solo dare sfogo alla loro malvagità. Non è la prima volta e non sarà l'ultima che Tex sa perseguire la giustizia oltre la legge. E noi lettori, così, siamo sicuri che, se fosse vissuto nel 1938, Tex avrebbe scelto la parte giusta. Noi forse no: magari saremmo stati bloccati dalla pavidità, dall'egoismo, dall'indifferenza. Ma lui sì. Tex sa sempre da che parte sta la giustizia. Tutto ciò per dire che Cercatori di Piste è un piccolo capolavoro. Non avrà il respiro epico de Il passato di Carson e de La grande invasione; non raggiungerà le vette di lirismo de Gli invincibili. Ma appassiona e coinvolge. Chi non avrà trattenuto il fiato sfogliando le pagine in cui è disegnata la fuga notturna dal villaggio? Dei disegni di Marcello che dire? Perfetti! La puntuale caratterizzazione dei comprimari passa anche per il segno grafico dell'Artista che da a ognuno di loro un'anima percepibile.
  8. Sin da quando è apparso in edicola l'albo Manahattan ho avvertito il desiderio di rileggere l'avventura di Tex e Carson nell'altra grande metropoli dell'est: Boston. Ieri ho finalmente soddisfatto il proposito: ripresi dopo tanto tempo in mano gli albi, mi sono sorpreso nuovamente di quanto siano belle le tavole disegnate da Civitelli. La sua Boston innevata è semplicemente magnifica! Quanto alla sceneggiatura, la ricordavo migliore. In fin dei conti, Tex e Cason (peraltro trattato piuttosto male a Nizzi) non fanno alcun progresso autonomo nell'indagine. Alabama li rende partecipi di quanto (tantissimo!) sino a quel momento scoperto; Jules Calvi fa parlare Requin; ancora Alabama salva i nostri eroi dalla trappola in cui si erano andati a cacciare nella pancia del Normandie. Anche il collegamento con la storia dell'irredentismo Corso è piuttosto debole. Niente a che vedere con l'epica de gli Invincibili di qualche anno dopo. Di positivo c'è qualche scena simpatica: la trappola della porta anti vendo del Regency, il bagno di Carson, la sorpresa dei due pard nel vedere la determinazione di Jules Calvi nel far cantare Requin. In sostanza, bel soggetto sprecato da una sceneggiatura non adeguata all'altissimo livello dei disegni.
  9. F80T

    [Texone N. 34] Doc!

    Questo è, a mio giudizio, il maggior pregio di Boselli. In tutte le sue storie migliori (che per fortuna sono tante) troviamo dei personaggi che hanno un preciso profilo psicologico, anche se a volte, come accade nella realtà, tormentato e contraddittorio. Così è stato in questo Texone: Doc, Big Nose Kate, Johnny Ringo, le varie comparse, risultano "vivi" e non schiacciati in un banale cliché. Menzione a parte per Kit Carson che qui (come peraltro era accaduto in "La mano del morto", che non a caso è stata invocata in questa sede) giganteggia. Splendida, in particolare, è la scena dell'irruzione nella stanza di Miss Helen. Accanto a un partner così straordinario, emerge ancora di più la grandezza di Tex.
  10. F80T

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Iniziai a leggere Tex a casa dei miei cugini. Mio zio comprava Tuttotex e io, che avevo 11 o 12 anni, ogni volta che andavamo a trovarli mi incollavo a quegli albi e non li mollavo fino a che non avevo completato di leggere l'ultima pagina. Allora mio padre, che Tex lo aveva letto a strisce, un bel giorno mi portò un giorno a casa i primi dieci numeri di Tuttotex, quelli con le storie che lui aveva letto da bambino e amato. Come potrete immaginare, lessi e rilessi innumerevoli volte quegli albi, così diversi dalla serie gigante che intanto avevo iniziato a comprare, in cui gli splendidi e dettagliatissimi disegni di Villa illustravano la lotta di Tex e Carson contro la Tigre Nera. A parte lo splendido tratto sintetico di Galep, mi colpiva la rapidità delle storie: in poche vignette si assisteva a risse, sparatorie, tradimenti, comparsa di nuovi nemici e di inaspettati amici. Ecco, arrivati all'ottava numero di Tex Willer continuo a percepire quei ritmi. Certo, stiamo parlando di un'opera che ha dietro di sé un dettagliato studio del West, tanto che il fatidico Rainbown Canyon può suonare a molti strano, ma le avventure narrate hanno un andamento serrato e i colpi di scena si susseguono. Dopo aver non poco penato a scoprire chi tenesse prigioniera Tesah (i comancheros; anzi, no, gli Apaches Coyoteros; contrordine, è ancora nelle mani dei comancheros; però è stata portata all'accampamento del generale Ortega), ora ci tocca arrovellarci per capire se Pedro e Miguel - in origine carogne, poi preziosi alleati del nostro eroe - abbiano veramente tradito Tex o se invece abbiano fatto buon viso a cattivo gioco, confidando di poter liberare il loro Jefe appena possibile. Che dire, allora, ancora complimenti a Boselli e speriamo che nel nono albo non manchino nuovi, entusiasmanti colpi di scena.
  11. F80T

    [Texone N. 34] Doc!

    Per la prima volta in 71 anni di storia editoriale una donna ha dato, con le sue matite e le sue chine, corpo a Tex. L'esordio, dunque, non poteva essere banale. E in effetti, Laura Zuccheri ha fatto il botto! Fin dalla prima, splendida vignetta, con quell'inquietante e scheletrico albero sul lato destro della ghost town, ho provato entusiasmo per questa artista. Ma assai suggestive sono le vignette che vedono Herry Vaughn all'interno del Trail's End Saloon (pagg. 24-29), quelle in cui si parla del rapporto tra Doc e Sophie (pagg. 44 e 45), quella in cui Big Nose Kate minaccia Doc con una pistola (pag.131), la sequenza in cui Kit Carson affronta Miss Helen (pagg. 159-164). Spero proprio che Laura Zuccheri entri a far parte dello staff dei disegnatori stabili di Tex ed esordisca quanto prima sulla serie regolare.
  12. Riletta in queste ultime sere. Che dire? Un capolavoro. E' incredibile come tutti i personaggi che ruotano intorno a Tex siano ben delineati nel loro profilo psicologico e come sia ben evidenziata la naturale contraddittorietà degli esseri umani. Devo poi confessare che, completamente immerso nella lettura, e pur conoscendo già il finale, ho avvertito costantemente l'ansia e la paura che da un momento all'altro sbucasse fuori un drappello di Comanches o che i forzati, ormai integrati nell' "esercito" di Fort Quitman, si dessero alla fuga, lasciando in guai ancora peggiori Tex e i coloni. I disegni di Marcello sono, nonostante le difficoltà, ottimi. Non è un caso che i suoi pennelli abbiano illustrato tre capolavori boselliani, che tali sono divenuti anche per le qualità del disegnatore.
  13. F80T

    [621/622] Mezzosangue

    Non c'è molto da aggiungere a quanto sopra scritto a proposito di questa storia, che ho riletto da poco. Due sole notazioni, una sulla parte grafica, una sui personaggi. Mi ritrovo nella definizione data da gualdo al tratto di Font. Le figure umane, esaminate singolarmente, sono spesso sgraziate, legnose, caricaturali. Anche gli sfondi sono disegnati, alle volte, con tratto confusionario. Però le tavole lasciano addosso quella sensazione di brutto, sporco e cattivo che ci si aspetta dai racconti del West. Le trovo, quindi, perfette per Tex. Makua è, a mio giudizio, un personaggio memorabile. Gli si affezione subito e gli si continua a voler bene, nonostante le scelte di vita sbagliate. E Tex dimostra ancora una volta la sua giustizia nelle vignette finali di questo racconto, quando prefigura a Makua la possibilità di una vita diversa. Santos, invece, è una carogna. Il lettore, o quanto meno io, si aspetta che egli si sia realmente affezionato a Makua. E invece no. E alla fine lo abbandona nelle "grinfie" di Tex, approfittando biecamente del momento per cercare d fuggire. Ma anche lui troverà giustizia. In sintesi, bella storia!
  14. F80T

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Accettata la scelta, a mio avviso giusta, di Sergio Bonelli Editore e di Boselli, che non hanno voluto dare vita a un reboot o a un remake di Tex, ma hanno inteso "riempire" i vuoti lasciati dal Gianluigi Bonelli, era inevitabile che venissero riproposte le ingenuità e i comportamenti illogici che troviamo nel fumetto degli anni '40. Anzi, a mio avviso il merito di Boselli, nello sceneggiare Vivo o Morto, è proprio quello di aver inserito con grande naturalezza quelle scene in una nuova, articolata avventura. Si potrà dire che si sarebbe potuto anche scegliere, in alternativa, di non far incrociare le storie narrate in Tex Willer con quelle raccontate nei primi numeri storici di Tex. Ma probabilmente sarebbe venuta meno la "saldatura" tra la nuova collana e quella storica, che invece mi pare essere un punto di forza di Tex Willer.
  15. Forse non sarà ricordata come un capolavoro, ma la storia fila bene e dà piacere alla lettura. Mi è piaciuta la caratterizzazione psicologica dei comprimari, in particolare di Bowen e di Tim. Insomma, si è visto un Ruju a suo agio con Tex. Adeguati i disegni di Acciarino.
  16. F80T

    [593/595] La Mano Del Morto

    Da quando seguo questo forum, prima solo da visitatore, ora da iscritto, ho recuperato l'abitudine di rileggere le vecchie storie, cosa che non facevo ormai da parecchio tempo. In questi giorni è toccato a La mano del morto, che ho ritrovato stupenda. Intervenendo a nove anni di distanza dalla pubblicazione, quando già tanti commenti si sono succeduti, è inutile ripetere quanto già scritto da altri. Boselli ha allestito una trama complessa e avvincente, e il lettore non è soddisfatto prima di essere giunto all'ultima vignetta dell'ultima pagina. Il che significa che l'autore ha raggiunto il suo obiettivo! Mi preme sottolineare, però, che è bello vedere i due Kit (che fin troppo spesso sono stati ridotti a mere macchiette) dimostrare tutto il loro carattere e le loro abilità. A mio avviso, la statura di Tex emerge soprattutto se i suoi pard non sono un vecchietto simpatico e brontolone, un ragazzo ingenuo ma saccente e un indiano silenzioso; ma piuttosto il temibile Kit Carson, lo scatenato Kit Willer e l'implacabile Tiger Jack. I disegni di Font mi lasciano sempre interdetto. A valutare le vignette una per una, il giudizio deve essere negativo per i volti sgraziati di Tex e Carson e per le loro teste incassate nelle spalle. Però, chiuso l'ultimo albo, rimane la sensazione che il disegnatore ,il West, lo rappresenti proprio bene!
  17. F80T

    [585/586] La Grande Sete

    Tex fa politica? La risposta è no, se per fare politica si intende appoggiare uno dei partiti che si contendevano il potere negli Stati Uniti della seconda metà del XIX secolo o che brigano per governare nell'Italia in cui viene pubblicato il fumetto. Tex, è ben noto, non sopporta i "politicanti". Ma se si intende la politica nel suo significato più nobile, quale interesse per i bisogni della collettività, la risposta è senza dubbio positiva. Tex difende gli oppressi, non sopporta le discriminazioni, persegue la giustizia anche - e forse soprattutto - quando non coincide con la legge. Non può sorprendere, dunque, che Tex affermi con forza: l'acqua è di tutti! La storia, che affronta una tematica attuale nel XIX Secolo, ma che si manifesta con tutta la sua urgenza in questi primi anni del XXI Secolo, è molto coinvolgente, anche se a una rilettura evidenza alcuni buchi logici, già sottolineati: perché Lansdale scatena il putiferio proprio quando aveva il suo motto avrebbe dovuto essere Quieta non movere? Come fa Hawks a prevedere che Terx e Carson si sbarazzeranno di tutti i loro avversari e rincorreranno Lansdale sino alla Casa Grande? Non hanno pensato, Tex e Carson, che far saltare in aria la diga avrebbe potuto determinare la morte di chi - colpevole o innocente - vi si fosse trovato sopra al momento del botto? E poi, non è da Tex sottrarsi alle responsabilità e far ricadere la colpa dell'esplosione della diga su un'altra persona, per quanto si trattasse di una carogna ormai spedita a spalare carbone presso Messer Belzebù. In ogni caso, non ci si annoia a leggere La Grande Sete. Merito anche dei splendidi disegni di Civitelli. L'unica pecca, è la loro eccessiva pulizia: anche quando l'artista è chiamato a raffigurare un assolato e polverso deserto, i nostri pard appaiono lindi e ordinati come due fanciulle che si recano alla festa del Paese!
  18. F80T

    [603] Faccia Di Cuoio

    Oggi avevo mezz'ora di tempo da dedicare a Tex e ho deciso di rileggere questa storia, di cui non ricordavo poi molto. Finite le pagine dell'albo, ho capito perché non avevo conservato memoria di Faccia di Cuoio: è una delle storie meno riuscite di Boselli! L'ho trovata lenta e, al tempo stesso, confusionaria; inoltre anch'io ho riscontrato diverse incongruenze nella logica della storia. Venendo al capitolo di disegni, i volti di Tex e di Carson mi hanno provocato (di nuovo! era successo anche la prima volta che avevo sfogliato l'albo) un tuffo al cuore. Sembrava di avere tra le mani un fumetto del miglior Galep. Ad una riflessione meno emotiva, però, penso che la pecca dell'opera di Torricelli sia proprio la mancanza di personalità nel disegno di Aquila della Notte e Capelli d'argento. Alla fine, le copie sono pur sempre copie! Mi pare, peraltro, che l'Autore in questione non sia tornato altre volte a disegnare il nostro eroe, né è in cantiere qualche storia da lui disegnata. Come mai? Qualcuno è a conoscenza di maggiori particolari!
  19. F80T

    [613/615] I Sabotatori

    Ho riletto da poco questa storia e l'ho ritrovata molto bella. Sono venuto quindi sul forum per leggere tutte le opinioni espresse dai lettori e mi ha molto colpito la divergenza di pareri emersi in merito alla scena di seduzione. Ora, quando mi reco in edicola per comprare un albo di Tex, io - come credo tutti gli altri lettori - cerco non scene di sesso, ma cavalcate nelle praterie, scazzottate in pulciosi saloon, indiani che inseguono carovane di poveri coloni, sfide all'ultimo sangue. Ma il sesso fa parte della vita. Quindi, non mi scandalizzo che anche in Tex si possano trovare scene di seduzione. Ciò a condizione che: a) siano pertinenti rispetto alla trama; b) siano credibili; c) non siano volgari. La famosa scena di Bethanie e Norton soddisfa tutti questi criteri: a) è coerente con lo sviluppo della storia; infatti, solo grazie alle simpatie che la bella vedova nutre per lui, il giovane Norton riesce a impadronirsi della documentazione che rivela ciò che si nasconde dietro la costruzione della linea ferroviaria; b) risulta credibile che una giovane e ricca vedova provi desiderio fisico - e lo soddisfi - nei confronti di un giovane dipendente di bell'aspetto; c) benché la sequenza risulti estremamente sensuale, nemmeno un occhio malevolo vi può cogliere qualcosa di volgare. A mio modesto avviso, in conclusione, la scena in questione è molto bella, forse anche memorabile. Sulla storia non mi dilungo perché condivido tutte le valutazione positive espresse da chi ha scritto prima di me.
  20. F80T

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Anche io sono entusiasta della nuova collana. La serie regolare, che mi tiene compagnia da tanti anni e che per tanti altri ancora spero di acquistare, ha delle regole che per alcuni aspetti la ingessano: Tex è infallibile; nessuna donna può emozionarlo troppo; Kit Carson risente degli anni sul groppone e, comunque, ha piacere a fare la parte del nonnetto brontolone; Tex è universalmente conosciuto come un ranger duro e giusto. Tenuto peraltro conto che le avventure possono svolgersi in un ristretto arco temporale, è evidente che vi sono dei limiti all'inventiva degli autori. Le avventure giovanili, invece, sono libere da questo reticolo. Ciò consente di esplorare temi nuovi o, comunque, trascurati da tempo: il nostro eroe è già molto in gamba ma non è ancora una leggenda del West; i suoi avversari possono sottovalutarlo; anche lui commette errori di valutazione; suscita l'interesse delle ragazze e, a quanto pare, qualche volta anche lui si dimostrerà non indifferente; si affianca a pard diversi da quelli a noi tanto familiari. Ed infatti, a mio avviso, le storie giovanili funzionano molto bene. Così come "Il magnifico fuorilegge", "Nueces valley", "Il Vendicatore", "Giustizia a Corpus Christi", anche questi primi 7 numeri di Tex Willer hanno acceso il mio entusiasmo. Insomma, il piacere di sfogliare il nuovo albo raddoppia e si diversifica. Dimenticavo... complimenti a Boselli per la qualità del suo lavoro sia con il Tex "contemporaneo", sia con il Tex giovane.
  21. Dopo le presentazioni, ecco le mie prime osservazioni. A una prima lettura, la prima parte della storia risulta ben congegnata e ritmata. E' bello che trovino spazio anche i sentimenti e le paure di Bowen e del piccolo Tim. Buoni i disegni.
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