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Jim Brandon

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Tutto il contenuto pubblicato da Jim Brandon

  1. Jim Brandon

    [523/525] I Lupi Rossi

    Storia recuperata in versione "Le grandi storie di Tex" di Repubblica. Si vede che è stata scritta con intenti ambiziosi, ma, come di rado mi capita, ho faticato a finirla, trovandola verbosa e alquanto prolissa, con una vicenda che, pur essendo classicamente western (tra boss che spadroneggiano in città, carovane, indiani, ecc.), come quelle che apprezzo maggiormente, non mi ha coinvolto appieno, come anche il rapporto sullo sfondo tra Cavallo Bianco e Colpo Coraggioso, sulla cui natura più profonda Sigmund Freud avrebbe avuto forse qualcosa da dire. Buoni i disegni di Font, ma, come sempre mi capita con questo disegnatore, non riesco ad apprezzarne appieno il tratto, specie per quanto riguarda il modo di rappresentare Tex e i pards. In particolare ho trovato, in alcune vignette, un Carson rappresentato in modo per me troppo caricaturale nelle sue espressioni.
  2. Riletta a distanza di sei mesi, devo dire che ho apprezzato maggiormente questa storia, che è un vero e proprio "gioiellino western". È scritta senza ambizioni di entrare nell'epica texiana e questo a mio avviso gli giova, rendendola priva di quella sensazione di "costruito", di ricerca del "capolavoro" che talora si ravvisa in alcune storie di Boselli, specie fra quelle più complesse e ricche di personaggi e sottotrame. Qui tutto è essenziale, senza fronzoli: i personaggi, pur non essendo pochi, hanno tutti un loro ruolo nella storia e nessuno di essi restituisce quella sensazione di esser lì quasi per far numero, come avviene altre volte. I disegni di Letteri non fanno che aumentare la sensazione, piacevole, di "classicità texiana" di questa storia, molto più dai toni bonelliani che, malgrado il sottofondo giallo, nizziani, come avevo scritto mesi fa alla prima lettura: d'altronde nella vicenda non compare nessun origlione...
  3. Jim Brandon

    [573/574] Terre Maledette

    Credo cheĺ Mi sembra che talora Boselli tenda ad affezionarsi un po' troppo a certi suoi personaggi: passi, ad esempio, per Dawn (a piccole dosi), ma nella storia delle navi perdute Dallas e Mike costituivano, a mio avviso, due vere "zavorre".
  4. Jim Brandon

    [573/574] Terre Maledette

    Storia letta solo ora, nel corso del progressivo recupero dei numeri persi durante la mia pluridecennale "assenza texiana". Presenta pressoché tutti i topos boselliani: vicenda corale, un po' intricata, tanti personaggi (i cui destini si intrecciano nel corso della storia), alcuni dei quali virano durante la vicenda dal bianco al nero (o viceversa). Ma anche usando gli stessi ingredienti (che sia il caso di variarli un po', ogni tanto?), non sempre la pietanza riesce in modo ottimale, come in questo caso, in cui, complice anche un finale non proprio indovinato, il giudizio complessivo è solo a stento sufficiente. Insopportabile, fin dalla sua prima apparizione, il personaggio di Durango (quasi quanto il fratello Kid, di cui il momento che ricordo con più piacere è il manrovescio mollatogli da Carson): spero che la superflua presenza di Dallas nella recente vicenda delle navi perdute abbia chiuso definitivamente il sipario sulla famiglia Rainey, anche se temo di no.
  5. Jim Brandon

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    I disegni sembrano molto validi, speriamo la storia sia all'altezza...
  6. Jim Brandon

    [Strisce Anastatiche di Tex]

    Credo che potrebbe essere, indicato in modo che genera equivoci, il numero complessivo delle strisce previste, 66x3, con un'uscita finale di 2 strisce per terminare la serie...
  7. Boselli, a mio avviso, come curatore tiene molto alla qualità delle storie, anche se, ovviamente, come si suol dire, non tutte le ciambelle possono uscire con il buco. Pensare che possa aver richiamato Nizzi perché "certi lettori si contentano di 'sta roba" mi pare francamente offensivo nei suoi confronti.
  8. Io penso che, se le storie residue di Nizzi sono state già ritenute idonee alla pubblicazione sulla serie regolare, escluderle del tutto o dirottarle al di fuori della stessa per una sorta di ripicca verso le parole che ha pronunciaro non avrebbe senso, sta dal punto di vista logico (sarebbe una reazione puerile e poco professionale, a livello dell'intervista di Nizzi), che, ancor più, da quello economico (si tratta di lavoro già pagato dalla casa editrice e, da quanto abbiamo letto sopra, anche a caro prezzo). Personalmente, più che di quelle di Nizzi residue, che sono in ogni caso poche, a questo punto sono preoccupato più della qualità delle prossime storie degli sceneggiatori ancora in attività, pensando, con una punta di raccapriccio, a quanti "pistoleri voodoo" potrebbero ancora attendere in futuro i lettori.
  9. Nizzi non è difendibile per le affermazioni fatte durante il suo intervento. Ma è pur vero che, se era lo sceneggiatore più pagato della casa editrice, poiché non penso che in Bonelli siano matti, un motivo ci sarà stato.
  10. Jim Brandon

    Interviste Agli Autori

    Penso che il comportamento di Nizzi in questa occasione sia indifendibile. Oltretutto non si è fatto trascinare dalla foga del discorso ma, a giudicare dalle sue ripetute richieste di portare il discorso su Tex, si è trattato di un comportamento premeditato, con giudizi e frasi, quindi, ben ponderati prima. È stato davvero un comportamento inelegante, se non altro perché fino a ieri ha continuato a sceneggiare Tex e a collaborare con la casa editrice che ora attacca: sarebbe bastato evitare giudizi sul Tex odierno, dicendo che preferiva non esprimersi per motivi di opportunità, e tutti avrebbero capito ugualmente cosa ne pensava. Oltretutto, questo aspetto così "rancoroso" dell'intervista ha oscurato spunti e considerazioni interessanti che ha espresso nel corso dell'intervento.
  11. Jim Brandon

    Interviste Agli Autori

    Non si può dire che la diplomazia sia la sua dote principale Pur con le cadute di stile nelle critiche alla casa editrice attuale e a Boselli, qualche passaggio è interessante per ricostruire la storia di Tex e della Bonelli, almeno nel punto di vista di Nizzi, e la visione "nizziana" della costruzione della sceneggiatura e dell'interazione con i disegnatori.
  12. Jim Brandon

    [Maxi Tex N. 30] Dopo la tempesta

    Analisi verosimile... tra l'altro, ho notato anche io la diversa tipologia di ombreggiature sul volto di Tex e su quello degli altri personaggi, per i quali talvolta mi sono sembrate troppo insistite, tanto da farli sembrare simili a reduci da una miniera di carbone.
  13. Jim Brandon

    [Maxi Tex N. 30] Dopo la tempesta

    Sono andato anche a rivedermi le tavole e, seppure il Tex di Scascitelli in questo Maxi non si può dire che brilli per vastità della gamma espressiva, resto del mio parere. È, a mio avviso, un Tex molto canonico e senza guizzi particolari, ma più che decoroso rispetto ad altri visti nel tempo (uno per tutti, quello di Alaska). Dirò di più: in alcune tavole mi sembra anche decisamente ben riuscito.
  14. Jim Brandon

    [Maxi Tex N. 30] Dopo la tempesta

    Storie senza slanci particolari, ma quantomeno decorose, per una lettura poco impegnativa. Disegni tra i migliori visti su Tex negli ultimi tempi: alcune tavole di paesaggi sono davvero notevoli e i particolari degli interni sono davvero dettagliati. È vero che le figure non brillano per dinamicità e che il volto di Tex, di chiara ispirazione Ticciana, è poco personale, ma non so davvero come lo si possa definire "il più orribile mai disegnato", tanto più tenendo conto che sul Maxi, negli anni, senza entrare nei particolari, è apparso di gran lunga di peggio.
  15. Buona partenza di questo atteso ritorno di Mefisto. Atmosfera horror finora diversa da quella cui ci avevano abituato le precedenti apparizioni di Steve Dickart (anche se la copertina del prossimo numero ci fa pensare ad un ritorno al passato nel prosieguo), con caratteristiche di maggiore realismo. Visibile l'impronta di Boselli, con dialoghi "abbondanti" ed una galleria di personaggi che ricordano in qualche modo i "freaks" de "i 7 assassini" in versione horror. Spero che nel prosieguo della storia quest'ultimo aspetto "corale" non sia troppo insistito: il protagonista qui può essere solo Mefisto, che, in materia di malvagità, grazie anche alla sue arti magiche, supera tutti gli altri comprimari. I disegni dei Cestaro sono adatti alla storia, creando atmosfere cupe alla Dylan Dog, ma le fisionomie, di Tex e Carson, mi sembrano troppo personali nell'interpretazione e, di conseguenza, poco centrate.
  16. Jim Brandon

    Storia dei Maxi Tex

    A mio avviso, il problema di Alaska non sono soltanto i disegni pessimi. La trama ad un certo punto diventa troppo dilatata e la trovata finale del "pupazzo gigante" è tanto deludente quanto poco credibile. Probabile che le vicissitudini con i disegni abbiano alla fine demotivato anche lo sceneggiatore.
  17. Storia davvero così così. Lo spunto di per sé già non è molto originale e non aiutano granché i personaggi: dai tre cacciatori di taglie, antagonisti babbei come raramente si è letto su Tex, allo sceriffo che alla fine, anziché disonesto, si rivela solo allocco per aver creduto alla versione preconfezionata dal potente ranchero. Buono il personaggio di Burbage, vera figura di canaglia da western. La ragazzina che si innamora del ricercato, invece, fa molto Berardi/Ken Parker. Dulcis in fundo, nella parte iniziale c'è un micidiale spiegone di Tex a Carson che "Nizzi levati". Boselli, insomma, non appare in questa storia molto ispirato. Discreti i disegni, anche se talvolta i visi appaiono mutevoli e poco riusciti.
  18. Recuperata e letta oggi questa storia, famosa per l'errore della Casa Bianca, per cui, sul n. 452, Sergio Bonelli scrisse poi un'editoriale di scuse, pubblicando anche i ritagli dei titoli che i quotidiani avevano dedicato al refuso. Per me è delle storie migliori della fascia 400, tra quelle che ho letto. Trama originale che, partendo da in fatto storico, si dipana in modo credibile e avvincente. Drammatica, in particolare, la scena in cui i due pards, catturati, riescono a liberarsi solo grazie allo stoico coraggio di Carson. Ottima prova di Nizzi, in cui lo sceneggiatore di Fiumalbo ritrova la "zampata" dei tempi d'oro. Disegni di Ortiz dal tratto ticciano, come sempre piuttosto "scuri", forse non proprio in tono con la storia. Giudizio complessivo storia+disegni, comunque, ampiamente positivo.
  19. Jim Brandon

    [438/440] Gli Invincibili

    Sicuramente una bella lettura quella di Leo, in parte anche condivisibile, ma la storia continua a non convicermi appieno proprio nei suoi presupposti. Poi ha sicuramente anche parti ben riuscite, come il finale dal tono poetico, ma non la metterei certo tra le prime 10 storie di Tex. Rispetto a "Il passato di Carson", dove il tono "epico" della storia poi era molto naturale, qui trovo che abbia un che di ricercato, costruito.
  20. Jim Brandon

    [438/440] Gli Invincibili

    Finalmente, con l'uscita nella collana de "Le grandi storie Bonelli", sono riuscito a colmare la lacuna ed a leggere questa storia, cui mi sono avvicinato con grandi aspettative, alimentate, devo dire, ancor più dalla bella presentazione in cui Boselli, ricordando il suo sodalizio con Marcello, parla de "Gli Invincibili" come della loro storia più riuscita. Terminata la lettura, devo però dire che, per me, siamo invece lontani (e non poco) dalle vette de "il passato di Carson" o di altre grandi storie di Boselli. L'epopea della banda degli Irlandesi non mi ha coinvolto più di tanto, se non nelle pagine finali, dal respiro epico, della morte di Shane, di gran lunga il personaggio più riuscito della galleria. La motivazione di fondo è che, malgrado le spiegazioni giustificative indicate nella storia, si stenta a credere che Tex solidarizzi con quella che in definitiva è ormai una banda di tagliagole, ex mercenari che, dietro la motivazione patriottica sempre più sbiadita e ridotta a mero alibi, agiscono solo per il proprio tornaconto: gente che, insomma, Tex avrebbe normalmente, e giustamente, preso a pedate. Poco texiani anche gli scrupoli del nostro ranger nello sparare sui rurales (come se non lo avesse mai fatto prima!) nel villaggio di Santa Marta, dopo che ne hanno combinate di ogni, tanto che è Carson a doverlo richiamare alla realtà. Troppo lunga per me, infine, la sparatoria nel covo di Carrasco ( sì, vabbè, epico Carson alla Gatling... però...). Belli, come sempre, i disegni di Marcello.
  21. SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Storia molto convenzionale in questo cartonato, sicuramente il meno valido tra gli ultimi 3 pubblicati. Ruju, come già in l'Uomo dalle pistole d'oro e La Frustata, ci riporta in atmosfere polverose con protagonisti messicani, che evidentemente lo affascinano molto, ma che ogni tanto si potrebbero anche un po' variare. Anche qui, come ne La Frustata, troviamo un ranchero prepotente e la sua bella figlia (stavolta ingenua ragazza anziché dark lady). Il risultato è una storia complessivamente anche sufficiente, ma che di certo non avvince. Non manca il "colpo di teatro finale" caro a Ruju, con tanto di cintura esplosiva, che stavolta evoca lugubri scenari mediorientali. Buoni i disegni di Casertano: li ho apprezzati più che in Old South, dove non mi hanno convinto le fisionomie troppo dal carattere grottesco di alcuni personaggi.
  22. Sono certo che i testi vengano riletti, dicevo che in questo caso c'è stata un po' di disattenzione, per cui il refuso è non è stato rilevato. D'altra parte, quando si lavora, specie con ritmi e tempi "convulsi ", è normale che qualcosa possa ogni tanto sfuggire. Sicuramente, la sfortuna è che, rispetto ad altri lavori, nel vostro ogni minimo errore viene stampato in decine di migliaia di copie, per essere subito rilevato dal lettore pignolo di turno (come me): in questo, davvero, non vi invidio. 😁
  23. Lo avevo notato anche io: era un refuso facilmente evitabile, ponendo la dovuta attenzione nella revisione del testo.
  24. Non male, complessivamente, questo primo albo, senonché, in fase di revisione, è sfuggito a pagina 106 un refuso, dove i Kiowa, nelle parole di Quercia Rossa, diventano Comanche... in questo caso viene da domandarsi se qualcuno rilegge a fondo i testi. Buoni i disegni di Prisco, anche se Tex, specie in certe vignette, oltre ad apparire troppo giovane, ha una curiosa somiglianza con Paul Newman.
  25. Condivido l'osservazione sul fatto che, dopo le premesse iniziali, il rancore di Dallas nei confronti dei Pards si sia risolto in maniera troppo semplicistica con due vignette. La soluzione sarebbe stata però, a mio avviso, non quella di sviluppare questo aspetto, ma quella di eliminare sia Dallas che Mike (quest'ultimo praticamente irrilevante) da questa storia troppo affollata.
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