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Jim Brandon

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Tutto il contenuto pubblicato da Jim Brandon

  1. Jim Brandon

    [Color Tex N. 19] Il killer fantasma

    È questione, naturalmente, di opinioni, ma io trovo Ken Parker molto "figlio del periodo" e lo trovavo così anche al tempo, da bambino. Io stesso ho scritto che è spesso duro e crudo (è una delle sue principali caratteristiche), ma questo non vuol dire che non sia sempre "politically correct" nelle sue scelte di campo (il che non è per me una cosa necessariamente negativa), talora in modo un po' forzato, anche nell'anticonformismo, come alla moda dei western del periodo, di cui riprende temi (e, da Corvo Rosso, finanche la fisionomia del peotagonista), a partire da Soldato Blu e passando per Piccolo grande uomo. In questo senso, trovo che il Tex di Sangue Navajo, scritto negli anni '50, sia più innovativo, precorrendo di anni la moda hollywoodiana dei western pro-nativi, che suonano a volte un po' retorici e falsi (non nelle ingiustizie narrate contro i pellerossa, ma nel voler seguire l'onda di un facile consenso).
  2. Jim Brandon

    [Color Tex N. 19] Il killer fantasma

    Tex sarà anche di intrattenimento (e già su questo ci sarebbe da dilungarsi su cosa si intende), ma forse è proprio quello il segreto del suo perdurante successo e della longevità della serie. Da ragazzino ho amato le storie, a volte dure e crude (si pensi a "Butch l'implacabile") di Ken Parker, sempre pervase da un filo di mestizia edificante anni '70 e politically correct ante litteram. Ma proprio per quelle sue caratteristiche, la serie non poteva avere la stessa presa sul pubblico di Tex e, soprattutto, la sua longevità. Azzarderei anzi l'ipotesi che il personaggio, vuoi per queste sue caratteristiche, vuoi per l'esaurimento delle sue vicende con la lunga detenzione, abbia finito per venire a noia agli stessi suoi creatori. Per quanto mi riguarda, seppure rileggo di rado qualche vecchio numero di Ken Parker che mi è rimasto, non ho mai sentito la curiosità di procurarmi i numeri che mi mancano. Mentre, passati ormai i 50, ho ripreso a leggere Tex, recuperando con piacere tante storie valide che, negli anni di pausa avevo perso.
  3. Avevo letto avessi un soggetto in corso di pubblicazione, ma non avevo inteso fosse questo. Che dire? anzitutto complimenti: per ora un Tex "classico", che fa ben sperare. Il titolo aveva fatto temere ad alcuni una nuova incursione di Ruju nel soprannaturale, dopo l'esperienza, non proprio felicissima, de "il pistolero Vodoo"
  4. Non male questo primo albo, sia per la storia di Ruju che per i disegni. Molto suggestive, in particolare, le tavole iniziali. Speriamo che il prosieguo mantenga le premesse...
  5. Jim Brandon

    [Color Tex N. 19] Il killer fantasma

    Preso e letto ieri. Devo dire anzitutto che l'aumento di prezzo mi ha spiacevolmente sorpreso, anche se, riflettendoci, c'era ben da aspettarselo. Per quanto riguarda la storia di Manfredi, fino alla parte finale non è malvagia, anche se la trama non risulta particolarmente originale. SPOILER Quello che lascia davvero perplessi è la pochezza che rivela il killer all'atto dello scontro finale con Tex, "sgonfio" come un soufflé mal riuscito. Questo finale così scialbo penalizza tutta la storia e penso che Manfredi si sarebbe potuto sforzare un po' di più per congegnarne uno più coinvolgente. Insomma, un'occasione perduta. Per quanto riguarda infine i disegni, penso che il colore aiuti un po' la resa delle tavole di Cossu, che con il bianco e nero della regolare ho trovato troppo "asettiche" e vuote.
  6. Ovviamente i giudizi sono soggettivi, ma a mio parere "Alaska" aveva dalla sua una storia prolissa dal finale alquanto sconclusionato e dei disegni che, a tratti, erano davvero pessimi. Qui ci troviamo, a mio avviso, davanti ad una storia scialba (con protagonista un personaggio del cui ritorno non si sentiva davvero il bisogno), ma, tutto sommato "leggibile", pur con dei disegni che, sinceramente, non vorrei ritrovare sulla serie regolare.
  7. Il Maxi "Alaska" è del 2013, non sono ancora passati 10 anni. Tra storia e disegni, difficile strappargli la palma.
  8. Io penso che il fatto sia anche che sulla serie Tex Willer lo sceneggiatore si può sbizzarrire di più... sulla regolare deve muoversi in un ambito più "canonico" ed inoltre è difficile ideare storie e situazioni nuove, non utilizzate prima nei 700 e passa albi. Se ci pensiamo, anche il grande GLB a volte, magari a corto d'ispirazione, doveva rifarsi a situazioni già sfruttate o magari anche a trame di film (ricordo ad esempio una storia breve che ricalcava "Ombre Rosse", con tanto di gambler e "ballerina", chissà se qualche pard ricorda il titolo). Insomma, scrivere qualcosa di nuovo che sia anche valido mi rendo conto che non sia un compito facile.
  9. Aggiungo la mia personale "classifica". Il numero bis è a mio avviso di gran lunga il migliore dell'elenco. L’assedio di Mezcali 5,5 I forzati di Dryfork (n.g. ho perso un albo) La rupe del diavolo 6- Netdahe! 6,5 Sulla cattiva strada 6 Guatemala 6,5 Il monaco guerriero 6 Il pistolero vudu 5 (mezzo punto in meno per le "pallottole magiche") Una colt per Manuela 6 (ma non ai disegni) Agente indiano 7,5
  10. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    Sarà che questo 2021 sulla regolare non è iniziato finora nel migliore dei modi, però il pensiero di dover attendere il 2024/25, se non ricordo male, per la storia di Barbanera, non è che risollevi molto il morale. È sicuramente vero che sussiste il problema dei disegnatori, ma qui mi pare ci sia anche un problema di sceneggiatori (vedi ad esempio i recenti "magic bullets"), che ritengo ancora più grave, perché penso sia più difficile trovare sceneggiatori validi per Tex che disegnarori. Forse lo stesso Boselli patisce il fatto di doversi dividere con l'altra collana, sta di fatto che nemmeno lui ultimamente ha brillato con storie memorabili. Anche questo numero bis, se devo dire, pur ampiamente sopra la sufficienza e miglior albo, finora, dell'anno, l'ho apprezzato più per i disegni (ancor più per contrasto con il recente passato) che per la sceneggiatura e le soluzioni narrative, sinceramente non troppo originali (Ely Parker, l'ufficiale in combutta con l'agente indiano): sono convinto che se la storia l'avesse scritta Nizzi, anzi, qualcuno avrebbe già imbracciato il bazooka
  11. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    La Bonelli, giustamente, persegue i suoi obiettivi di profitto. Però l'impressione, a volte, è che sulla serie regolare di Tex si "investa" sempre meno, tanto ha il suo zoccolo duro di lettori affezionati. E poco conta per la SBE che alcuni ormai comprino solo per completezza di collezione gli albi, che finiscono direttamente negli scaffali. Così, negli ultimi tempi, a fronte del moltiplicarsi delle uscite, abbiamo visto sulla serie regolare storie, situazioni e disegni francamente indifendibili (e mi stupisce che alcuni continuino a farlo a prescindere, come per un malinteso amore nei confronti del nostro eroe (quando invece proprio chi ama Tex si rammarica di vedere oggi sulla regolare storie e disegni che una volta sarebbero stati rispediti al mittente). Non voglio criticare oltremodo dei disegnatori professionisti, sicuramente bravissimi in altri frangenti, ma che su Tex proprio non funzionano, e mi stupisce che chi dovrebbe farlo non se ne possa essere accorto, agendo di conseguenza. Sergio Bonelli tenne per anni nel cassetto un Texone (mi pare le Iene di Lamont) perché non lo convinceva. Oggi si pubblicano senza indugi albi per i quali, oltre a chiuderli nel cassetto, bisognerebbe buttare via la chiave. Poi per fortuna ogni tanto escono albi come questo, che, pur senza essere capisaldi della saga texiana, si fanno apprezzare sia per la storia che per i disegni, per me i più validi visti quest'anno sulla serie regolare. Per cui, ben vengano le politiche editoriali della Bonelli, ma non se a discapito della qualità offerta ai lettori. E lo dico proprio da lettore che solo da un paio di anni si è riaccostato a Tex con l'entusiasmo degli anni verdi.
  12. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    Il 7 sì, ma il bandito dice 27 settembre.
  13. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    Tex nel 1883 (Boselli fa capire che siamo in questo anno, quando il bandito dice che è giovedi 27 settembre) ha 45 anni. Kit per avere 24 anni dovrebbe quindi essere nato nel 1859. Confesso però di non conoscere la cronologia texiana su questo aspetto.
  14. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    Tex ha 45 anni nel momento in cui si svolge la storia (quindi ne aveva 35 quando è diventato agente indiano). È pertanto plausibile che Kit ne abbia 24.
  15. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    Da quanto si evince, Tex è diventato agente indiano nel 1873, ossia 10 anni prima dell'assalto fallito al trading post, che come dice il bandito Rusty, avviene giovedì 27 settembre 1883 (da calendario).
  16. Jim Brandon

    [729 BIS] Agente indiano

    È una delle poche storie di Tex in cui si può dedurre esattamente l'anno in cui su svolgono gli avvenimenti. Credo che Boselli abbia volutamente inserito il riferimento temporale.
  17. Aggiungerei almeno anche "I ribelli del Canada". Ognuno, naturalmente, ha le sue opinioni, ma che il linciaggio risollevi la storia, non mi sento proprio di condividerlo. Forse è giusto invece parlare di scelta più popolare, perché in qualche modo viene incontro ad un certo clima sempre più diffuso nel Paese. Non sto a discutere se sia o meno "da Tex": andando indietro nel tempo, ricordo la scena bonelliana della terribile fine riservata al furfante del "Massacro di Goldena", storia dura e cupa, ma con una sua levatura che qui, spiace dirlo, manca completamente. Si sarà capito che questa storia non mi ha entusiasmato, a partire dalla scelta di riesumare un personaggio secondario e abbastanza scialbo nella sua prima apparizione. In questa seconda apparizione, lo sviluppo del personaggio lo rende oltretutto alquanto irritante. Alcuni passaggi e dialoghi tra i pards sono tuttavia godibili: insomma, non entra nell'Olimpo delle storie di Tex, ma si è letto certamente, anche in tempi molto recenti, di peggio. Capitolo disegni: si vede certamente la mano di un professionista del fumetto, ma i volti dei Pards, specie Tex e Kit, sono spesso "fuori centro". In particolare, per quanto riguarda Kit, in alcune scene appare di aspetto più virile Manuela Montoya. Imperdonabile il Carson senza pizzetto, non tanto per l'errore del disegnatore, quanto piuttosto perché indice di una revisione delle tavole che in questo caso ha mancato completamente il bersaglio.
  18. Jim Brandon

    [354/357] La Congiura

    Recuperata e letta ieri in versione "collezione storica a colori". Come ho avuto già modo da scrivere, il periodo di Nizzi è coinciso quasi interamente con la mia lunga pausa come lettore di Tex. Devo dire che, in questa storia, lo sceneggiatore di Fiumalbo è al suo meglio ed è, oggettivamente, davvero difficile muovergli qualche appunto, a meno di non esserne un detrattore "a prescindere". Tutte le diverse ambientazioni si incastrano alla perfezione, tenendo il lettore sempre avvinto alla storia. I magifici disegni di Villa, poi, a mio parere, contribuiscono a fare de "La Congiura" una delle prime dieci storie in assoluto. Il suo Tex non ha ancora assunto la fisionomia definitiva, ma ambienti e personaggi sono resi in modo superlativo. A mio avviso, la versione a colori in cui ho letto la storia toglie anche qualcosa ai disegni: trovo infatti che il tratto di Villa renda meglio nella versione tradizionale in bianco e nero.
  19. Jim Brandon

    [726/727] Il pistolero vudu

    SPOILER Al termine del secondo albo posso dire che ho trovato la storia piuttosto deludente. Sarà forse perché non amo le storie di Tex con una così forte connotazione soprannaturale (che nel secono albo è, a mio avviso, sfuggita di mano) o forse perché sembra che Ruju abbia qui ripreso e sviluppato, senza grande sforzo creativo, gli elementi portanti del (troppo) recente cartonato "La frustata" (il lugubre pistolero imbattibile, la strega, ecc.), ma con un risultato decisamente peggiorativo. Disegni sufficienti ma non esaltanti.
  20. Jim Brandon

    [726/727] Il pistolero vudu

    Da quanto avevo letto, le palle da archibugio potevano forare le corazze, ma si tratta di un tema che immagino tu conosca di più, per cui tengo buona la risposta, almeno in attesa di approfondire. In ogni caso, corazza o no, la Cavalcata del Morto resta un Texone di buon livello.
  21. Jim Brandon

    [726/727] Il pistolero vudu

    Il fatto che l'armatura (giubbotto antiproiettile era tra virgolette) l'abbia utilizzata già GLB o che sia un espediente usato più volte nei western non rende, di per sé, la cosa plausibile, ma, al limite, poco originale. Non sono certo un esperto di balistica, ma che una Colt, con colpi sparati ripetutamente da distanza anche abbastanza ravvicinata, non fori una vecchia armatura non mi pare, personalmente, molto realistico.
  22. Jim Brandon

    [726/727] Il pistolero vudu

    Il "Giubbotto antiproiettile stile "La cavalcata del morto" di Boselli sarebbe inattendebile più o meno come un fatto sovrannaturale. A questo punto, vista la lunga tradizione, da Mefisto/Yama a Diablero e Sasquatch, preferirei la seconda soluzione. Ritrovo in questa prima parte dei richiami al recente cartonato "La frustata", sempre di Ruju, tra brujas e pistoleri infallibili per poteri magici.
  23. Jim Brandon

    [726/727] Il pistolero vudu

    Preso oggi. Personaggio interessante, questo pistolero vudù: senza scendere in particolari, la storia non è male, vediamo come proseguirà nel secondo albo. Validi anche i disegni. Simpatica, infine, la medaglia di Carson allegata, che mi sembra anche realizzata discretamente: una quarantina di anni fa ci sarei andato matto.
  24. Ho letto oggi questo terzo cartonato: devo dire, anzitutto, che la carta lucida su cui è stampato rende molto meglio di quella utilizzata attualmente, che "mangia" il colore, mentre quella lucida lo esalta. Forse meglio ritoccare di qualcosa il prezzo piuttosto che risparmiare sulla carta. Buoni, anche se non eccelsi, i disegni di Stano, disegnatore che, non leggendo Dylan Dog, non conoscevo: mi sono piaciuti particolarmente i paesaggi, grazie anche alla resa del colore, qui molto ben utilizzato. Da ultimo la storia, da sufficienza stiracchiata. Anche buono lo spunto, apprezzabili il personaggio di Silent Foot e del vecchio indiano, ma privo di ogni credibilità quello di Debra: va bene la sindrome di Stoccolma, ma qui la moglie del mite sceriffo si trasforma in poco tempo in una sanguinaria delinquente di prima categoria. Anche parte della grotta del tesoro non mi è piaciuta: la scena del ritrovamento ricordava più che altro il deposito di zio Paperone e, vedendo l'ombra del ragno gigante, ho temuto per un attimo di trovarmi davanti un altro pupazzone gigante sul modello del mitico Hamatsa di Alaska: per fortuna stavolta era solo un peluche. Il guardiano Kokopelli sembrava invece uscito da Twin Peaks. Boselli ha scritto di molto meglio.
  25. Proseguendo nel recupero dei cartonati degli scorsi anni, ho letto in questi giorni "il vendicatore". Devo dire che, rispetto a "Giustizia a Corpus Christi" mi ha deluso parecchio. Belli i disegni di Andreucci, ma trama troppo confusa, che, in alcune parti si fa davvero fatica a seguire (ad esempio il salto che ci porta indietro a vedere la morte di Gunny), tanto da dover tornare indietro a cercare di "decifrare" gli avvenimenti. Forse Boselli voleva dare un taglio "sperimentale", non so... Ci sono anche troppi "arrivano i nostri". Insomma, belli i disegni di Andreucci, ma bocciata la storia caotica e con un personaggio, come quello di Cortina, poco credibile nel suo modo di agire. Finora il peggior cartonato letto (come storia): si fa fatica a pensare che sia quello che precede gli avvenimenti narrati dallo stesso autore nel cartonato che più mi è piacuto.
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