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TWF - Tex Willer Forum

dario63

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  1. Devo dire, onestamente, che questa è la forma di pubblicazione che meno gradisco, dal momento che le due storie sono solitamente inframezzate da una serie di articoli non sempre di grande rilievo. Ma da quanto posso vedere in anteprima, mi viene un dubbio sulla sceneggiatura: nelle prime tavole, un Tex che sveglia con circospezione il "vecchio cammello" dal momento che stanno per avere visite (con tutta probabilità del tutto sgradite) e che continua a fumarsi tranquillamente una sigaretta al buio, non mi sembra il massimo della cautela e dell'acume... Fra l'altro, confrontando la primissima vignetta, in cui Tex non ha in bocca nulla, sembra proprio che se la sia appena accesa: come dire: "sono proprio qui!"....
  2. dario63

    [721/724] Attentato a Montales

    Non che fra il disegnatore della storia e quello della copertina del prossimo numero (Villa) debba esserci necessariamente un'uniformità di impostazione, ma se guardi come viene raffigurato uno dei seguaci della "Negra Muerte" da Biglia nella vignetta in fondo a p. 51, credo che potrai toglierti ogni dubbio....
  3. dario63

    [721/724] Attentato a Montales

    Un albo nell'insieme gradevole e godibile, pur se segnato qua e là (a mio avviso) da qualche debolezza narrativa. POSSIBILE SPOILER A mio avviso, Ruju pecca un po' di eccesso di uso di "scene intimidatorie" e ad effetto. La prima la vedo nel duello fra Tiger e uno dei fanatici - convengo con @Letizia che si tratti di una scena volta ad impressionare il "piccione" di turno per indurlo a cantare più rapidamente; non mi pare la soluzione migliore, ma tutto sommato accettabile. Il fatto che uno dei fanatici sia riuscito a sfuggire a Tex può essere considerata una sua figura da piccione (notoriamente, non certo rara avis...): dal punto narrativo, penso la si possa giustificare con l'intento di Ruju di consentire a Sebastian di conoscere che il suo piano per uccidere gli Yanquis sia fallito. Inoltre, dà modo al lettore di cogliere la perfidia del capo della setta, che non esita a sacrificare il messaggero di un simile fallimento. Questa severa punizione (seconda scena intimidatoria), non a caso, viene attuata proprio quando i nostri sono riusciti a giungere a giusta distanza visiva (ma non sufficientemente vicini per intervenire - il che farebbe saltare tutto il piano - e così il senso di giustizia di Tex è salvo), ma soprattutto ad indurre l'ammansito accompagnatore di Tex a scapparsene a gambe levate, dopo aver adempiuto il suo compito di condurre Tex al tempio ed avergli rivelato tutta la struttura interna del tempio, senza che Tex debba fare di nuovo la figura del piccione nel fidarsi di quell'uomo che lascia andar via ormai impaurito e senza averlo scomodamente fra i piedi. E fin qui ancora regge. Ma mi pare mal congegnato soprattutto l'attacco al tempio: Tiger scaglia in rapida successione due lance infuocate (imbevute de che? - Tex non pare essersi portato alcuna fiasca di aguardiente o similia...) da una distanza che dovrebbe farlo un vero campione del mondo di giavellotto ante litteram. Ma soprattutto, è ridicolo a) l'immediato e spropositato sviluppo di un incendio di vaste proporzioni (in una foresta pluviale ci sono rampicanti così secchi e privi di umidità da poter istantaneamente e ampiamente prendere fuoco?); b) la reazione dei piccioni che stanno a guardia del tempio. Pur essendo in un numero elevato, sembra che non sappiano far nulla per fermare l'incendio. Ora, a meno che ci sia fra loro qualche "pompiere piromane", non pare molto verosimile che si lascino sopraffare dalle fiamme (anzi, addirittura uno sembra prendere fuoco a mo' di torcia umana, giusto per rendere la scena ancora più eclatante); c) l'incapacità di leggere il significato strategico di quel gesto. Per quanto gonzi, i "guardiani" del tempio capiscono che è parte di un attacco (infatti, uno grida appunto "Ci attaccano!" e un altro sottolinea che sia probabile opera dei loro nemici), però il lungo ma non tanto lungimirante Sebastian si limita a dare come ordini di spegnere l'incendio (e va bene, ma se solo avesse uomini adatti alla bisogna) e di trovarli. Come fa a non rendersi conto che si tratta di una manovra diversiva? Sembra quasi che pensi che hanno compiuto una sorta di sacrilegio osando incendiare le mura esterne del tempio e quindi vadano inseguiti per lavare quest'onta sanguinosa, lasciando nel contempo quasi del tutto sguarnite le difese (se si tratta di un attacco, forse verrebbe da pensare che non sia solo una manovra fatta da persone che, visti i bagliori dell'incendio, poi scappano tutti di corsa per farsi inseguire dopo aver detto cucù...). E infatti Tex, Tiger e Gregorio nel loro tentativo di ingresso (con il bell'incendio che fa luce anche su chi ora tenti di avvicinarsi al tempio) incontrano solo una guardia all'accesso e poi un'altra poco prima di giungere alle celle. E, naturalmente, quando Tex deve uscire portando con sé il barcollante e lento prigioniero, lo può fare del tutto indisturbato, perché tanto gli altri si stanno dando ad un party flambé dall'altra parte (da notare, che le fiamme sono ancora alte sulle pareti del tempio quando Tex si sta allontanando...). Per il resto, la parte con i due Kit mi pare quella più riuscita, con dialoghi che mostrano una partita giocata con le parole, con Carson abile volpone intento a cogliere informazioni senza scoprirsi troppo e il giovane Kit che si defila per farsi sbollire la rabbia quando sente notizie di soprusi che accendono il suo desiderio di giustizia (che poi avrà certo modo di esplodere nell'albo successivo).
  4. Esprimo il mio parere "eretico" sulla questione: personalmente, non auspico l'avvio della pubblicazione di una nuova serie dedicata al giovane Carson. Intendiamoci, il personaggio mi piace tantissimo e, nel migliore dei mondi possibili, credo che sarebbe un'operazione non solo legittima ma anche eccellente. Ma in questo? Già ci sono stati molti utenti che si sono lamentati del proliferare delle serie di Tex che si affollano in edicola, che impediscono ai lettori meno abbienti di seguirle tutte e che creano una sorta di "inflazione" delle storie... Ma soprattutto, come già evidenziato bene da Diablero: chi sarebbe in grado di sobbarcarsi l'onere non facile di scrivere con continuità e in modo adeguato una serie di questo tipo? Temo già uno stuolo di lettori lamentarsi del giovane cammello che mostri un consistente (peraltro plausibile, visto il dato anagrafico!) interesse per una ragazza diversa ad ogni episodio (elemento più o meno "rimproverato" da alcuni al giovane Tex Willer), oppure che esprima in modo ricorrente un intenso appetito per un altro tipo di carne, naturalmente contornata da una montagna di patatine (attuandone una precoce metamorfosi in Carsoldo Sbaffini)... E poi, quante possibili incongruenze rispetto al personaggio "maturo", oppure cronologico-geografiche potrebbero essere segnalate e stigmatizzate? La casa editrice si è già sobbarcata la sfida di dar vita ad una nuova serie con il giovane Tex Willer (riuscendo in modo clamoroso ad attuare un successo di vendite e, più ancora, di consenso dei lettori con un prodotto qualitativamente di alto livello), ma come potrebbe accollarsi il rischio di una serie con un personaggio certo caro se non carissimo ai più appassionati lettori di Tex, ma forse non in grado di attirare in modo costante nuovi lettori in quella direzione? A mio discutibile avviso, meglio che ci si concentri sul continuare l'ottima serie di Tex Willer e magari cercare di curare ancor meglio le serie esistenti, a cominciare da quella "regolare" e dei maxi, (e forse anche a sfrondare qualche ramo collaterale - in me, la cessazione delle pubblicazioni dei "Color" non causerebbe alcun rimpianto), per dare ai lettori una serie di albi di alto livello e con continua e piena soddisfazione anche nell'ammirare il personaggio di Carson, ma inserito in un contesto che già gli si addice bene.
  5. Onestamente, anch'io ho trovato la storia di Nizzi la più debole delle cinque, con un comportamento di Tex piuttosto incomprensibile in alcuni passaggi, è troppo rinunciatario e, di fatto, piuttosto superficiale nelle sue indagini e privo delle sue solite intuizioni (con la necessità che poi qualcuno lo metta sulla strada giusta). Inoltre, un po' stucchevole la solita ricorrenza delle bistecche e patatine, che sembra debbano essere sempre introdotte anche in una storia di poche pagine, ma questo è un elemento marginale. Probabilmente il Nizzi che scrive ora le storie di Tex si comporta così, prendere o lasciare...
  6. Anche per me uno speciale "Color" che merita di essere acquistato. La storia migliore è nettamente la prima, con la coppia Boselli e Carnevale che si muove in atmosfere che in parte riecheggiano quelle dell'ultimo "Texone": certo, la storia è brevissima, ma lo stesso gradevole e con sviluppi tutto sommato plausibili e ben orchestrati. Belli i disegni di Carnevale, ma nettamente una spanna rispetto a tutte le altre storie di color fin qui (a mio discutibilissimo avviso) è proprio la colorazione, che è dovuta allo stesso disegnatore, di cui si nota una cura e un'abilità decisamente diversa rispetto alle altre storie anche di questo stesso albo sotto questo profilo. Già solo questa storia vale, per me, l'acquisto. Delle altre, ho apprezzato particolarmente Rotaie, che - senza eccellere - comunque presenta uno sviluppo non del tutto prevedibile e piuttosto godibile, pur nella sua sintesi.
  7. Senz'altro un albo che si presenta come molto interessante, anche per cogliere ulteriori aspetti della personalità del fratello di Tex (che in effetti, nella sua primissima comparsa, non aveva fatto una figura particolarmente positiva o memorabile). Questa sorta di parallelo a distanza fra Tex e Sam Willer per qualche verso sembra avere qualche contatto con uno degli elementi fondamentali su cui ruotava l'ultima storia conclusa sulla serie normale, con le due contrastanti personalità dei fratelli gemelli Scott e Larry a confronto. Ovviamente, né Tex né Sam sono incamminati sulla cattiva strada, anzi... Inoltre, sembra che avremo un'altra figura femminile di un certo spessore, destinata a comparire nella storia con un ruolo non marginale... Infine, il titolo sembra echeggiare un film omonimo avente come protagonista John Wayne...
  8. Grande esordio di storia. Già l'avvio è volutamente epico (con quell'iniziale "C'era una volta...", che conferisce un alone fiabesco e anche un po' ironico - tanto, voltata pagina viene subito precisato l'anno in cui si collocano gli avvenimenti e in un contesto specifico - Texas 1854). Mi è piaciuta molto anche la vignetta di apertura, con panoramica ampia e con una serie di personaggi non definiti con completa precisione di dettagli, quasi che le vicende inizino con una progressiva messa a fuoco, passando appunto da un elemento indeterminato a qualcosa che si precisa subito dopo. A parte questo, una storia godibilissima, gestita con grande maestria nel richiamo a quelle vicende del "passato di Tex", ma ugualmente, potremmo dire, innovando nel solco della tradizione. E poi, dialoghi frizzanti; mi è piaciuta molto quell'espressione "santa mucca" - che è poi un calco dell'inglese "holy cow", esclamazione quanto mai adatta per questo ambiente di cow boys... Bello anche il tratteggio che mette in qualche modo a confronto di due fratelli WIller e con chiusura dell'albo che ti fa immediatamente venir voglia di leggere quello successivo!
  9. In realtà, si trattava di Max Pezzali in trasferta... E gli astanti commentano la sua caduta sulle rocce cantando "Hanno ucciso l'uomo ragno" (a dimostrazione che invece la tigre nera non è morta)... Ovviamente, possiamo dar sfogo alla fantasia senza alcun limite su questo soggetto. Ma non è forse meglio attendere la pubblicazione degli albi per vedere quale soluzione sia stata davvero adottata (e a quel punto discuterne l'eventuale plausibilità o meno)?
  10. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Bella conclusione di una storia articolata e giunta ad una conclusione per alcuni versi inaspettata (almeno, per me... ), ma complessivamente convincente. POSSIBILE SPOILER Certo, il comportamento del tenente Castillo può suscitare qualche perplessità per il suo andamento alterno, ma a mio avviso la sua condotta può alla fine essere giustificata - e non solo con il suo "essere messicano" e quindi con il suo peculiare modo di applicare la legge - bensì in base all'influsso di una forza di portata ben più universale, quella dell'amore... Personalmente, ho notato un'accelerazione della storia nelle ultimissime vignette forse eccessiva (non avrebbe guastato, per me, uno sviluppo ancora per qualche pagina), soprattutto per quanto riguarda la morte di Yavakai, che avviene in modo piuttosto incolore rispetto ad un personaggio che ha guidato un gruppo molto agguerrito e pericoloso di guerrieri, ma che esce di scena praticamente senza lottare... Decisamente bello l'avvio del nuovo episodio, con delle caratteristiche tipiche delle storie di Ruju, che va a spesso a scandagliare i rapporti fra le persone anzitutto inserendosi dentro i contesti familiari e quindi di relazioni complesse che suscitano nei protagonisti sviluppi drammatici. Siamo solo agli inizi, ma le vignette già visibili del prossimo albo, oltre al suo titolo, che fa eco ad una famosa canzone di De André, credo promettano sviluppi interessanti.
  11. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Che il personaggio di Ramona abbia suscitato interesse e valutazioni disparate è comunque segno del fatto che è stato tratteggiato in modo efficace e che ha lasciato il segno. POSSIBILE SPOILER Peraltro, a me sembra altamente probabile che sia destinata ad uscire di scena definitivamente (anche perché rischierebbe di diventare un personaggio "ingombrante"): mi pare evidente che sia stata tratteggiata come un personaggio ambivalente, con notevoli componenti negative per la sua propensione al calcolo e all'inganno (oltre che ad azioni illegali e, almeno indirettamente, criminose), ma anche sinceramente interessata a Castillo e di lui innamorata. Lo stesso tenente la definisce come angelo e diavolo allo stesso tempo. Insomma, la mia "previsione" è che Ramona, mettendo in luce il suo tratto di donna passionale e innamorata, finirà per morire facendo da scudo a Castillo, prendendosi una pallottola destinata a lui e salvandolo.... Come spesso accade, la morte le permetterà di "redimersi" dai suoi errori precedenti. Magari mi sbaglio clamorosamente, ma spesso l'uscita di scena di personaggi femminili negativi o ambigui è avvenuta con modalità di questo tipo... Che diventi la signora Castillo lo trovo decisamente improbabile (il tenente ha già dimostrato di tenere di più ai suoi uomini e al suo onore di soldato che alle componenti più emotiva e di ricerca del piacere personale rappresentate dalla bella donna).
  12. dario63

    [Color Tex N. 17] Gli Amanti del Rio Grande

    A Como oggi c'era, ma non l'ho acquistato. Non sono un grande amante... dei Tex color e comunque attendevo qualche reazione/critica qui sul forum prima di un eventuale acquisto...
  13. dario63

    [183/185] - Caccia all'uomo

    Allora, è il caso di ribadire con chiarezza che il titolo dell'episodio è in effetti "Caccia all'uomo" (con una bella i al suo giusto posto)....
  14. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Perfettamente d'accordo con te sul valore evocativo di copertine che possono anche non essere pienamente collegate con il contenuto dell'albo in questione.... E poi, oltre a quelle da te citate, anche a mio gusto splendide, se ne potrebbero richiamare molte altre, proprio perché un Galep in forma ritraeva davvero delle scene splendide e suggestive. Un solo dettaglio su quanto dici (poi chiudo per non andare troppo OT). La presenza delle rovine nella copertina de "Il figlio di Mefisto" per me ci sta tutta. In fondo, l'albo comincia con una rievocazione (anche qui con una scelta molto azzeccata, con uno "scheletro narrante" che invita i lettori a ricordare gli eventi trascorsi, per poi innestare su quel richiamo le aggiunte che fanno da base alla storia nuova), che comporta la descrizione della morte di Mefisto (hai detto niente...) che avviene mentre il castello sta crollando, con Tex e pards smentiti proprio dal macabro personaggio, che illustra come davvero sono andate le cose e che, forse elemento mai più ripetuto in un albo di Tex, vede una vignetta interna (a p. 16) dedicata alla ripetizione del titolo dell'albo proprio su un'immagine di un castello che esplode. Ed è proprio in quel castello fatiscente che un Mefisto ormai in fin di vita ha modo di contattare il figlio Blacky per compiere il passaggio del testimone nel segno della vendetta. Storia grandissima e iniziata in modo epico, ma con un fascino proprio accresciuto da quell'atmosfera cupa e quasi cimiteriale (e con in copertina uno Yama versione Nosferatu che comunque va bene, almeno a mio avviso).
  15. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Anch'io ho apprezzato la cura e il realismo nel descrivere il variegato mondo dei Rurales (cui fra l'altro è dedicato il titolo dell'albo), anche se poi non brillano particolarmente per acume (creando un netto contrasto con gli spietati ma estremamente abili Netdahe). Un dettaglio divertente (che avrebbe fatto di certo infuriare Carson e, forse, anche il nostro amico Leo)... Quando Castillo passa in rassegna quella congerie di nuove reclute, nota subito un candidato di 18 anni e uno di 48. Il primo viene definito "un ragazzo", mentre il secondo viene bollato rapidamente come un vecchio. Chissà che cosa avrebbe detto il buon Kit di fronte a queste valutazioni sommarie (anche se realistiche)!
  16. Ho sempre pensato che in questa storia questo passaggio fosse un po' artificioso (anche se più che legittimo). A me pare che Bonelli utilizzi la sua presenza da un lato per confermare che l'eventuale "campagna indiana" (cui Tex si è riferito nel suo colloquio precedente con il capo indiano) sia un fatto reale e dagli effetti devastanti, corroborando quindi la prospettiva pacifica di cui lui si è fatto interprete. Secondariamente, mi pare serva per enfatizzare il senso di giustizia di Tex che, dopo una lunga e faticosa ricerca di un ragazzo ormai talmente ben integrato nella società indiana non può tornarsene indietro completamente "a mani vuote" e quindi, come dice lo stesso "Capelli gialli", riceve una vita per una vita come pegno di amicizia dei Comanches. Poi Tex ci aggiunge un suo tocco personale, dando una bella ripassata al "topastro" (altro gustoso epiteto usato da GLBonelli) e rammaricandosi di non aver potuto salvare la vita di un uomo migliore (fra l'altro, Nicolò raffigura questo personaggio con una quantità di pelo - non solo sullo stomaco! - veramente impressionante e, direi, ributtante! )...
  17. dario63

    [Color Tex N. 17] Gli Amanti del Rio Grande

    Premetto che la questione della copertina (specialmente in un numero a colori che ritengo una delle serie meno interessanti e spesso meno riuscite di Tex) non ritengo sia centrale. Però mi viene anche da pensare che forse quello che fa Villa non vada mai bene ai fedeli e accaniti lettori... Se avesse fatto una copertina "astratta", allora ci si sarebbe lamentati che è troppo generica (come per quella del recente "Netdahe!"). Se è da romanzo rosa, allora subito pronta una schiera di lettori che stigmatizza l'eccessiva presenza di vicende amorose che con Tex non hanno nulla a che vedere e pure sbattuta "in prima pagina"... Un Tex che spara all'impazzata mentre i due amanti si sbaciucchiano a me farebbe solo venire in mente che non solo l'amore è cieco, ma pure sordo! :p Insomma, mi sa che ce n'è sempre una... Detto questo, anche a me non pare una copertina di quelle meglio riuscite o memorabili. Ma anzitutto credo bisogna anche vedere il soggetto che cosa presenta e come la vicenda viene realizzata (perché anche il pur bravo Villa non può fare i salti mortali)... E quindi forse val la pena di attendere che l'albo esca (ammesso che lo si voglia acquistare)...
  18. dario63

    [Color Tex N. 17] Gli Amanti del Rio Grande

    infatti, anche a mio avviso la copertina è contraddistinta da un evidente dinamismo e il fatto che Tex abbia il fucile in mano vuole indicare che è stato in qualche modo sorpreso dall'inaspettata presenza dei due "piccioncini" e quindi non sta facendo di proposito il "guardone"... D'altra parte, Villa non sceglie i titoli e, dovendo illustrare quelle parole, che cosa d'altro avrebbe dovuto fare (sapendo che in ogni copertina la presenza di Tex è obbligatoria)?
  19. dario63

    Il Tex di Boselli è veramente Tex?

    Pensavo di proporvi (in puro stile "GL Bonelliano") una gazzosa, bevanda che compare esplicitamente (a "beneficio" di Pat) nel n. 35 (per quanto alquanto improbabile in un saloon del West...)
  20. dario63

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Finito di leggere questo Texone, che nel complesso mi è piaciuto molto. POSSIBILE SPOILER Mi trovo particolarmente d'accordo con le considerazioni espresse nel suo ultimo post da Pecos, in particolare, con la sottolineatura che si tratti di una storia d'atmosfera. Anch'io stavo per scrivere questa stessa cosa, perché mi pare la chiave di lettura prioritaria per questa storia. Vorrei solo aggiungere qualcosa alle sue considerazioni. Anzitutto, un elemento che mi è piaciuto molto, che in parte controbilancia il tratto fortemente "dark" di questa narrazione, ma che fa sempre parte dell'atmosfera complessiva. Ossia il fatto che, quando l'Indian Carnival giunge a Cedar Grove vediamo per la prima volta i suoi membri tramite la prospettiva di due ragazzi (Billy e Jimmy), che anzitutto si imbattono per caso in un volantino pubblicitario portato dal vento, che reclamizza lo spettacolo. E, poco per volta, cogliamo la trepidazione dei due fratelli, eccitati da questa novità (in un paese che verosimilmente vede scorrere i giorni in modo monotono) e che si aprono con stupore all'arrivo di questo "circo" con senso di meraviglia misto a paura (vista la localizzazione in una collina "maledetta"). Belle anche le "punzecchiature" fra i due fratellini, che in parte ci richiamano quelle fra i due pards a noi più familiari. E comunque noi siamo invitati a guardare quei carrozzoni e tendoni, brulicanti di attività e di fervida preparazione, dall'alto, attraverso i loro sguardi incantati, pervasi anche di quel senso misterioso e inquietante di ciò che è malvagio ma che al tempo stesso attira. Non è forse questo l'atteggiamento che è un po' chiesto al lettore per gustare una storia di questo tipo, almeno all'inizio? Ossia, lasciarsi andare a queste suggestioni in cui mistero, superstizione e negatività si intrecciano con piani criminali portati avanti con ferma determinazione, ma senza che la linea di demarcazione appaia subito in modo nitido. Certo, la comparsa di Tex contribuirà a chiarire le cose e a far in gran parte luce sui misteri, ma senza eliminarne del tutto alcune suggestioni di forte impatto emotivo. La vendetta di Shado e dei suoi indiani è certo pensata in modo molto crudele e ingiusto: tutto sommato, però, un merito ulteriore di questa sceneggiatura mi pare quello di introdurre una nota non dico di simpatia, ma quanto meno di non preventiva riprovazione totale verso Shado. Francamente, non lo ritengo un folle nel suo articolato e complesso progetto; a me pare piuttosto un fanatico (poi possiamo discutere se non ci sia un pizzico di follia nel fanatismo...), che in modo intransigente si è votato ad una causa ritenuta irrinunciabile e intrinsecamente giusta, con un'evidente forzatura rispetto ad un'idea di giustizia, come emerge dal suo confronto con Tex. Però, se si paragonano Shado e i suoi seguaci con i "normali" borghesi di Cedar Grove, io non riesco proprio a prendere le parti per questi ultimi (ovviamente, sto parlando dei partecipanti al massacro di oltre vent'anni prima), che ritengo tutto sommato peggiori rispetto agli indiani, con la loro violenta prosopopea di difensori della "civiltà" e dei loro interessi, contraddistinti dalla spocchiosa convinzione di essere padroni nella presunta casa "loro" (che oltretutto, tale non era affatto). E qui, tra l'altro, colgo una stoccata lanciata con classe ad atteggiamenti non tanto dissimili che possiamo riscontrare anche ai giorni nostri... Certo, poi compare Tex a rimettere in ordine le cose e a ribadire quanto totalmente inadeguato e inaccettabile sia l'atteggiamento dei fanatici (peraltro tutt'altro che idealisti, collusi come sono con dei volgari rapinatori) e a ribadire un senso di giustizia ben più solido e attendibile. Ma al comparire dei quattro pards anche il gruppo legato a Shado si sfalda in parte, facendo emergere almeno due/tre personaggi non negativi e anzi particolarmente interessanti per lo svolgimento, anche qui rompendo uno schieramento rigidamente compatto (buoni/cattivi) e mostrando qualche ulteriore sfumatura nei vari schieramenti.
  21. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Personalmente, non credo che il silenzio del Tex maturo sulla sua rapida carriera nell'esercito sia una contraddizione così forte rispetto a quanto presentato in questo albo. Anzitutto, c'è una condizione di fondo: l'intera serie "Tex Willer" è nata per "allargare" le nostre conoscenze sul giovane Tex e quindi, inevitabilmente, per far luce su episodi/incontri con persone che non sempre potranno avere un riscontro nella sua vita successiva. Ma comunque, quanto di ciò che abbiamo vissuto in fase di maturazione ce lo ricordiamo poi consapevolmente e lascia una traccia così netta nella nostra vita successiva? Inoltre, penso che si possa già cogliere dalle anticipazioni sul prossimo numero che questa "carriera" sarà anche alquanto breve (quindi non tanto "memorabile")... E, probabilmente, darà anche modo a Tex di esprimere una crescente diffidenza, se non proprio lontananza, nei confronti dell'esercito e dei suoi metodi predominanti, che saranno caratteristiche più marcate negli anni seguenti (e, in parte, forse motivabili grazie anche a questa avventura). Infine, credo che l'interesse generale di questa serie stia proprio nel vedere Tex che compie una serie di esperienze che lo portano, poco per volta, a maturare, a formarsi una coscienza sempre più strutturata (e non fondata su idee aprioristiche, ma appunto sviluppatesi nel confronto concreto con situazioni e uomini). Che quindi il giovane Tex veda l'arruolamento come un mezzo per allontanarsi dal pericolo di essere catturato (e magari costretto a sparare su persone che, a modo loro, cercano di "fare giustizia"), non mi sembra uno scandalo, ma appunto un ingrediente di una persona in formazione che sta cercando ancora di capire quale dovrà essere la sua vita. In questo momento, è uno "sradicato", che non riesce a risiedere stabilmente in un territorio, né a realizzare delle relazioni interpersonali definitive (e anche i rapporti con alcune ragazze conosciute occasionalmente non mi stupisce né fa scandalo). Come in qualsiasi "romanzo di formazione", non dobbiamo pretendere di vedere tutti i tratti dell'uomo adulto e più coerente (si spera) già minuziosamente esplicitati. Il senso di giustizia di Tex, però, a mio avviso si sta confermando più volte e anche per giudicare il valore dello scontro a fuoco con i Seminoles, credo occorra attendere almeno il prossimo albo. Dalle ultimissime vignette dell'albo, di fatto vien fuori la pressante e comprensibile esigenza di salvare la pelle (sua e dei commilitoni), rispetto ad un pericolo che non può essere affrontato altrimenti, facendo prevalere una sorta di "istinto di sopravvivenza".
  22. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Nuovo episodio della serie "Tex Willer", sempre molto godibile e scritto con un ritmo narrativo per me molto coinvolgente e incalzante. Bella anche la scena iniziale in cui il giovane Tex è coinvolto in una situazione poi destinata a diventare "classica", con una gigantesca rissa nel saloon, ben disegnata e resa da Rubini. Cresce la serie dei personaggi secondari che riescono a mostrare sfumature di comportamento, con ufficiali dell'esercito che non sono tutti sbruffoni ma si dimostrano invece capaci di ragionare (e non a caso, di riconoscere e apprezzare le doti di Tex). Personalmente non trovo questi elementi delle inutili divagazioni, ma un modo per creare un'atmosfera tipica, che si riallaccia a storie che abbiamo imparato ad apprezzare nel personaggio più "maturo" e che non mi sembra stonino affatto, e che ci fanno vedere personaggi più articolati e non delle semplici comparse stereotipate. A mio discutibile avviso, anche i personaggi femminili come Zoe vanno più che bene (e tra l'altro spiegano anche in maniera appropriata e senza forzature come Tex riesca a trovare un appoggio in una cittadina che conosce ben poco, nel momento in cui deve cercare un'occupazione che gli dia da vivere e senza dare troppo nell'occhio). Oltretutto, per un lettore che non osservi con fastidio queste componenti, si crea un'interessante trepidazione nel vedere come un personaggio da poco legato a Tex possa cavarsela (o poi essere tratta d'impiccio da Tex) in un probabile episodio successivo. Insomma, una serie di fili narrativi che poco per volta si dipanano, alcuni in modo più diretto, altri in probabili sviluppi successivi. Se anche c'è qualche analogia con un feuilletton, proprio non stona e fa parte di un modo di scrivere che di certo non è dei più sintetici, ma a mio avviso, coinvolge e diverte. Sui disegni, penso che ci siano solo note positive, anche se forse qualche personaggio può essere reso in maniera non troppo dissimile da qualche precedente comparsa, ma il tratto di Rubini a me piace parecchio.
  23. E' la storia che inizia nel n. 209 (che ha come titolo di copertina "La casa sul fiume"), ma il nuovo episodio, scritto da GL Bonelli e disegnato da E. Nicolò, ha come titolo nella serie originale appunto "Profondo sud" e ha come tema proprio una questione di linciaggio, cui Tex tenta di opporsi (anche quando coinvolge il suo vecchio amico Jospeh Boone). Poi il numero 210, che ha come titolo di copertina "Linciaggio!", sviluppa e conclude la storia.
  24. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Spiace a me di averti irritato... Però già la battuta di Kit a me sembrava piuttosto evidente nella sottolineatura dell'infallibilità del padre. Tant'è vero che Tiger ritiene che l'ipotesi di un errore di Tex, adombrata da Kit, sia proprio da intendere come una sorta di "adynaton", replicando anzitutto "Hai ragione, Piccolo Falco! Uno sbaglio di Aquila della Notte?..." Concordo nel fatto che qui sia un veloce accenno, il mio disappunto sta solo nel trovare questo genere di affermazioni ricorrenti in alcuni albi per un tratto di infallibilità di Tex che preferisco confermato nei fatti più che proclamato da discorsi in anticipo. Sarà la mia sensibilità eccessiva, oltre alla già notata superpignoleria (anche se mi pare ci siano degli utenti che fanno molto più di me i ricercatori di aghi nei pagliai). Ribadisco, non per "cerchiobottismo", che la storia mi è piaciuta e che, come premesso, si trattava di rilievi minimi non in grado di alterare un giudizio positivo. Sulla scena al forte mi pareva invece chiaro il motivo per cui ritenevo il comportamento del colonnello un po' forzato, ma evidentemente sono proprio incontentabile. Scusatemi!
  25. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Dopo una serie di dissertazioni sulla copertina e su altre questioni preliminari, provo a comunicare qualche prima impressione di una storia solo agli esordi (e destinata, a quanto pare, ad essere dipanata su più di tre albi). Partenza piuttosto lenta e svolgimento articolato e pieno di dettagli: mi sta bene, dato che si è scelto di dare ad essa uno sviluppo non troppo contenuto. Due parti nettamente distinte: una prima, con la presentazione dei feroci Netdahe e con una loro incursione su un villaggio inerme (ma dalle parole del capo, si intuisce che ci siano progetti più ambiziosi) e rurales della zona impotenti, dall'altra Tex e pards alle prese con il trasferimento di un criminale cui nemmeno Yuma può essere un "rifugio" sicuro. Elementi interessanti, in attesa che le due linee narrative si congiungano. POSSIBILE SPOILER Nell'insieme, svolgimento piuttosto gradevole: in particolare, decisamente gustosa la scena in cui Tex e i due Kit giocano insieme a poker - con il più vecchio (pardon, il meno giovane) dei due che si toglie, apparentemente, lo sfizio di battere quel Tex che, anche alle sue prime armi, quando perde, lo fa con un fine ben preciso. E infatti tutta la scenetta (sceneggiata) è montata ad arte per creare un senso di falsa confidenza negli altri occasionali avventori, che poi sappiamo sono presuntuosamente intenzionati a prendere il sopravvento su Tex e pards, ma che invece verranno ben presto sopraffatti da chi ne sa molto più di loro... Apprezzabile anche come la finzione venga protratta per indurre anche gli altri malfattori, in attesa che i loro complici entro il saloon facciano quanto concordato, a credere che tutto stia andando secondo i piani. E tutto sommato, bello anche il "cameratismo" che, nonostante tutto, si sviluppa verso la fine del'albo, quando i criminali sconfitti sono inseguiti da una mente ancora più nera della loro e, minacciati nella loro incolumità, vengono con generosità e partecipazione sincera assistiti da Tex nel tentativo di salvare anche le loro "pellacce". In effetti, con il passare delle pagine, emerge sempre più la figura del colonnello Atwood, autentica carogna (come già si sa da un precedente episodio), disposto a tutto pur di occultare i suoi delitti, iroso e senza alcuno scrupolo. Tuttavia, due piccoli difetti, a mio discutibile avviso. Uno iniziale (e, direi, più generale): a Redemption Tex ha preparato la trappola che, come vedremo, scatterà puntualmente. Però trovo piuttosto fastidioso il dialogo fra Kit e Tiger, con il secondo in vigile attesa che solleva qualche dubbio sull'arrivo preannunciato dei malfattori, subito rintuzzato da Kit, che richiama l'infallibilità del padre (al che, Tiger concorda rincarando la dose). Pur se il siparietto vorrebbe avere una certa componente ironica, a me non piace questo senso di onnipotenza e onniscienza che viene a circondare Tex. Mi spiego: ok che il personaggio abbia grande lungimiranza, sia un ottimo conoscitore degli uomini, valutando chi abbia potenzialità per ottenere una seconda opportunità e chi no, che sappia compiere una lettura delle situazioni anche più pericolose agendo in modo determinato e opportuno per risolverle (non ci sono sue versioni "in mutande" che possano inficiare questo dato costitutivo). Mi va bene che nelle sue azioni, prima progettate e quindi eseguite, emerga questa sua capacità assolutamente non comune e, di fatto, "infallibile". Ma allora perché preventivamente sottolinearla? Fa assumere alla situazione una componente non solo di predeterminazione (che fa già cogliere al lettore l'inevitabile e preannunciato esito favorevole), ma anche una connotazione un po' stucchevole e quasi saccente. Preferisco davvero che questa sua dote innegabile e che fa parte del personaggio, emerga nei fatti, che daranno inesorabilmente ragione alla sua previsione corretta e alle misure idonee prese, confermando nel lettore quei suoi tratti, ma appunto in modo indiretto, non preventivamente sbandierato ed esaltato in modo, a mio avviso, finanche eccessivo e un po' antipatico. Secondo dettaglio: il comandante di Fort Rucker accoglie, suo malgrado, i tre "pellegrini" che gli comunicano il fallimento del suo progetto; dapprima questi mostra il suo iniziale disappunto, poi si riprende subito, con un'immediata ripresa del suo piano criminale. Però, al rifiuto dei tre nel continuare con un piano troppo rischioso (e nella loro ingenua pretesa di essere lo stesso pagati per quanto fatto malamente), Atwood finge da attore qual è di cedere alle loro "ragionevoli" richieste, per poi sviluppare la consueta manovra di prelevare dalla cassaforte una pistola anziché il denaro agognato dai tre farabutti. D'accordo, la scena ha lo scopo di farci vedere, una volta di più, che essere abietto sia Atwood e di offrirgli comodamente "il destro" per convincere i suoi ingenui soldati ad assecondarlo in una caccia spietata a pericolosi criminali, dopo che lui stesso sarebbe stato assalito da dei banditi. Ma a mio avviso, qui non si capisce bene: a) come mai il colonnello abbia dato accoglienza così presta a delle persone che, nel giro di qualche minuto, stecchiti, vengono invece presentati come dei rapinatori in combutta con dei complici il cui piano il colonnello conosce a menadito...; b) come mai i tre gaglioffi si siano così ingenuamente fidati della parola di un uomo così chiaramente votato al male. Va bene il potere della divisa e del comando, ma se i soldati devono al loro superiore un'obbedienza cieca (come lui si premura di ricordare loro), i tre banditi rimediano una fine ingloriosa ma perché fin dall'inizio erano davvero poca cosa (il che mi pare eccessivo). Ad ogni modo, queste componenti non fanno venir meno un giudizio più che favorevole su una storia che preannuncia sviluppi ancora più intriganti e significativi. Sui disegni, devo dire che, da sempre, Seijas non mi entusiasma poi tanto. Belli i paesaggi e gli ambienti, i suoi cavallini invece mi appaiono di solito piuttosto piccolini. Non male normalmente anche la caratterizzazione degli uomini, ma il suo Tex non riesce a convincermi. Fra l'altro, chi ha apprezzato nell'ultima storia di Nizzi i sorrisi di Tex, qui sarà estasiato: mai visto un Tex distribuire sorrisi in modo così abbondante... Il suo Kit Willer invece mi fa sempre venire in mente un giovane Walter Chiari... Comunque, pur non rientrando fra i disegnatori da me più ammirati, ha svolto un buon lavoro...
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