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TWF - Tex Willer Forum

dario63

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  1. dario63

    [478/479] La Miniera Del Fantasma

    Stai esprimendo un parere legittimo, anche se a mio avviso la tua considerazione che si tratti di un "concentrato di miracoli" è inappropriata. Per quanto si tratti di avvenimenti non necessari, hanno a mio avviso una loro plausibilità narrativa e una motivazione tutt'altro che assurda (a differenza della tua boutade finale che è un'esasperazione pura e semplice, di livello completamente diverso rispetto agli eventi narrativi presentati in questa coppia di albi).
  2. dario63

    [478/479] La Miniera Del Fantasma

    A me invece questa storia, fin dalla prima lettura, è sembrata molto suggestiva e coinvolgente. Di certo, ci sono alcuni passaggi che, nella sintesi di una narrazione concentrata in pochissimi giorni, richiedono un certo uso della sospensione dell'incredulità, ma a mio avviso, questo accade in modo legittimo e motivabile. 1. Il fatto che il "loco" Jacob Stolz recuperi la memoria, ci può stare: in fondo è stato sottoposto più volte ad iniezioni di una potente droga che gli è stata somministrata proprio allo scopo di far riaffiorare i suoi ricordi in modo che possano essere sfruttati da cinici aguzzini. Quindi, che questo accada, non mi sembra così inverosimile ed è narrativamente coerente con quanto predisposto ben prima di quel giorno. 2. Che nello stesso giorno (un giorno in cui accadono proprio parecchi eventi ad alto impatto emotivo) il bambino Andrès possa recuperare l'uso della parola anche qui non mi sembra del tutto incomprensibile, dato che si può presumere che avesse temporaneamente perso l'uso della favella per un impedimento probabilmente curabile - in fondo, l'aveva accennato anche il perfido dottore (canaglia, ma a quanto pare non incompetente). Lo choc positivo in questo caso è dato dal suo intervento per opporsi con veemenza ad un'ingiustizia contro Carson che lo porta a superare il blocco dovuto a chissà quale trauma antecedente. Altro aspetto certo non consueto, ma non inverosimile e inserito dentro un contesto narrativo che prepara questo epilogo in maniera a mio avviso accettabile. Ci sono stati tantissimi episodi in cui Tex o Carson hanno potuto beneficiare di occasioni propizie che li hanno tolti da situazioni anche più difficili all'ultimo momento... 3. Il personaggio di Kurt a mio avviso è delineato bene, con il giusto alone del mistero che lo circonda: mica si deve spiegare e spiattellare tutto per filo e per segno. Almeno, questo è un tipo di storia in cui questa componente mi pare sia un dato strutturale. Prendere o lasciare. A me questo tipo di impostazione non dispiace (anche perché non mi pare sia così ricorrente in tutti gli albi di Tex, per cui per me è una variabile gradevole. La storia della dama di picche era molto più ricca di elementi inverosimili). Il "tedesco" (già la sua origine europea ne fa un personaggio anomalo e appunto estraneo a quell'ambiente) ci viene mostrato come un uomo taciturno, solitario e che ha probabilmente un peso sulla coscienza. Ed è infatti preda di "fantasmi" della mente che lo tormentano da lunghi anni e che si fanno vivi anche quando Tex e Carson sono suoi ospiti. Trovo comprensibile che si accenni solo al fatto che tutto questo sia connesso con le vicende di tanti anni prima (in particolare, al personaggio di Rafael, la cui vicenda è ripresentata con tratti ambigui, poi in parte chiariti da Jacob) e che si colga però che, a prescindere dal peso che abbia dentro di sé, Kurt è sostanzialmente cambiato in meglio, diventando un uomo onesto e buono. D'altra parte, Kurt è un personaggio strutturalmente segnato dall'ambiguità, evidenziata anche dal soprannome affibbiatogli dagli Apaches che lo rispettano, ma lo chiamano "Gothlay" (ossia, amico e straniero al tempo stesso). A mio avviso questi elementi non fanno che accrescere il fascino di questo personaggio e di questa storia... 4. Infine, che proprio lo stesso giorno anche il dottor Manning perda il senno è certo una concomitanza un po' forzata (anche se il timore di veder tagliata la propria testa non è proprio un'esperienza che lasci indifferenti...), ma direi che questo elemento si inserisce in quella componente di nemesi finale che deve punire la sua malvagità e perfidia, dandogli modo di espiare, in maniera completamente inaspettata, le sue colpe precedenti e di sostituire il ruolo prima svolto dal "loco" Stolz presso i pochi Apaches rimasti. Certo, alla fine i conti tornano tutti, ma questi sviluppi sono a mio avviso orchestrati bene e, anche se richiedono una serie di circostanze che ben si intersecano tutte per concorrere ad un esito finale positivo, si inquadrano nella componente "epica" di questa storia, che ho trovato quindi decisamente gradevole e coerente con il genere che rappresenta.
  3. Anch'io preferirei nettamente il ripristino dell'abitudine di sviluppare una storia di Tex senza vincoli predeterminati dalla lunghezza standard dell'albo. Ho letto Tex in maniera continuativa fin quasi dall'inizio con episodi che iniziavano a metà, a venti pagine dalla fine ecc. e la cosa non mi ha mai disturbato. Chi è lettore fedele di Tex e lo acquista tutti i mesi non ha problemi, presumo. Chi attende di leggere una storia solo quando ne viene completata la pubblicazione, meno ancora. Rispetto alla predominante situazione attuale, che rischia davvero di imporre prosecuzioni eccessive (ma, soprattutto, troppo affrettate conclusioni), penso che una situazione del genere darebbe a scrittori/sceneggiatori un margine maggiore di libertà e soprattutto una maggiore flessibilità nella realizzazione delle storie. Ad ogni modo, non mi scandalizzo affatto se dovesse continuare il sistema vigente.
  4. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Ancora una volta, un ottimo albo di una serie che non delude mai! Anche se questo episodio è quasi tutto incentrato sul motivo della fuga/spostamento, cui Tex si vede costretto dopo i suoi tentativi di rimanere in Texas, la narrazione mantiene un suo fascino e si fa apprezzare per le molteplici abilità che il giovane Tex riesce una volta di più a mettere in campo. POSSIBILE SPOILER Anzitutto, va rimarcata la sua abilità nell'accattivarsi il favore delle persone oneste, capaci di cogliere dai suoi comportamenti l'incompatibilità fra la sua ufficiale veste di "ricercato" e la sua indubbia dirittura morale. Bello il personaggio del capitano del battello, che dimostra una fiducia tutt'altro che scontata ma per nulla forzata nel momento in cui appunto si rende conto delle positive qualità (anche investigative!) di Tex. Insomma, un binomio destinato a diventare un suo "marchio di fabbrica" negli anni a venire. Simpatico anche il personaggio del giovane Edwards, sognatore e ingenuo (tanto da farsi incantare dalla perfida Susan), ma decisamente buono e onesto, capace a propria volta di dare un contributo non indifferente a Tex per trarsi d'impaccio da una situazione difficile. Gradevoli anche i "siparietti" con Tex che ripetutamente bara a carte - ma sempre con l'esplicita menzione di una condotta volta a mettere nel sacco giocatori che per primi si dimostrano poco onesti e quindi ripagati con la stessa moneta da uno più abile di loro. In questo senso, lo scontro con il giovane e spocchioso ufficiale dimostra una volta di più che Tex non è affatto avido (pur essendo privo di un'occupazione stabile e quindi legittimamente alla ricerca di denaro) e soprattutto che non perde mai la testa per istinti di vanagloria o di presunzione. Sa rendersi conto che una sconfitta momentanea (di fatto, da lui manovrata) sia preferibile, lasciando al meschino ufficialetto la sua effimera gloria (e qualcosa mi dice che Tex si prenderà poi una rivincita con gli interessi con quel tipetto da poco...). Infine, ancora una volta si possono notare le presenze femminili, tutt'altro che marginali. Alcune tavole iniziali ribadiscono non solo il fascino della bella Anita, ma anche la sua capacità di cogliere la forza e le molteplici abilità di Tex, di cui non dubita in nessun momento (anche se ironicamente lo chiama una "testa di cavolo", ma ci può stare, per il rimpianto da parte sua per il precoce allontanamento di un ragazzo con tante doti...). Ovviamente, Susan è un personaggio di tutt'altro calibro. A propria volta fascinosa, ma qui si può subito capire che Tex non è così fragile da lasciarsi abbindolare dalle sue indubbie abilità nel "manovrare" le persone (e il confronto con Edwards sembra fatto apposta enfatizzare questo elemento). Insomma, Tex capisce subito che, al di là della bella presenza, c'è qualcosa d'altro in lei ed è molto abile a dominare la ragazza, senza mai perdere la calma e con un'ottima capacità di smascherare gli intrighi di un personaggio davvero negativo e cinico (oserei dire, addirittura peggiore rispetto alla bionda Lily, almeno per quanto la sorella di Mefisto ha mostrato ai suoi esordi). Da ultimo, un fugace accenno (con un paio di rapide vignette e un commento di un soldatino), ci fanno capire che Tex non rimane insensibile a qualche "divertimento" (così viene definito) legato alla presenza femminile, con la fascinosa mulatta Zoe che gli fa gli occhi dolci e che ne segue con trepidazione le vicende del gioco alle carte. Insomma, un ottimo mix di vicende (in cui si inserisce anche il confronto a distanza con l'investigatore Carswell) che rendono la lettura sempre vivace, accattivante e con i lettore decisamente desideroso di poter proseguire al più presto!
  5. Non è mia intenzione scatenare lunghe polemiche, per cui intervengo ora ma poi tacerò. Non voglio assolutamente considerare "da 10" tutto ciò che ha scritto GL Bonelli (alcune sue storie sono proprio debolucce - ad esempio ricordo in modo non molto favorevole "La lancia di fuoco", oppure la stessa "A Sud di Nogales" che, a dispetto di uno spunto interessante e dei disegni sempre ottimi di Ticci, risulta - quella sì a mio avviso - una sorta di riempitivo schiacciata com'è dalle poche pagine, necessità di concludere la storia in fretta per permettere l'uscita del numero "centenario" a colori e quindi, secondo me, realizzata con un eccesso di sintesi). Trovo solo curioso il contrasto che emerge quando definisci un riempitivo una storia che poi dici essere "molto buona". Per me un riempitivo, pur senza essere necessariamente pessimo, indica la presenza di limiti che non collegherei a qualcosa di molto buono. Però, come detto, i gusti sono diversi e quindi non intento affatto contrastarti oltremodo (né tanto meno presuntuosamente "confutarti"). Per me la faccenda è chiusa, con due valutazioni che sono abbastanza diverse, ma prendo atto di questo.
  6. Come sempre, i gusti sono diversi per ogni persona... E anche i giudizi. Però definire questa storia un "riempitivo" (pur se dici che è molto buona) mi pare proprio una considerazione ingenerosa (e non solo per la durata della stessa). Sarà che fa parte, nel mio immaginario (non solo legato a Tex), di quelle storie mitiche cui sono legato da un vero e proprio affetto (letta al suo primo apparire, quando avrò avuto forse 11 anni), ma ricordo e apprezzo moltissimo quei paesaggi innevati realizzati magistralmente da Ticci [io ho iniziato a leggere regolarmente Tex a partire da un altro episodio "ticciano", "Sulle piste del Nord"], e l'originalità della storia (con la comunità degli indiani Dakotas così pacifici e imbelli - ma quando hanno l'occasione di vendicarsi, non si tirano indietro!), con il quartetto dei pards che lavora in maniera splendida, come un vero gruppo che sa suddividersi bene e in modo funzionale i compiti (anche se Tex e Kit Carson hanno un ruolo decisivo nel punire Billings e nel ridurlo quasi a polpette nel primo incontro fatto "come si deve"...). Bellissime le scene di caccia rese necessarie dall'imperativo di procurare del cibo alla comunità che sta per morire di fame (lo spunto dell'avidità dei "bianchi" è qui reso in maniera molto valida, con un progetto subdolo e che viene smascherato per puro caso, ma che altrimenti avrebbe avuto un'efficacia indubbia, complici isolamento e condizioni climatiche avverse). Una storia con un ritmo intenso (riusciranno i soccorsi ad arrivare in tempo? Chiaro che è un interrogativo che può apparire ingenuo, ma quando la lessi per la prima volta, l'esito non era scontato...), appassionante, con un finale classico, con una nemesi che coglie il colpevole in modo forse un po' teatrale e preannunciato ma per nulla forzato. D'accordo, gli avversari nell'insieme non si rivelano irresistibili, ma nemmeno dei completi incapaci. Di scontri a fuoco ce ne sono tanti e comunque Tex e soci devono faticare non poco durante i vari albi in cui la storia si dipana. Per me un'ottima storia, che rileggo ancora molto volentieri e che trovo ben orchestrata, nel tipico stile di GL Bonelli, che sa mixare avventura, intraprendenza e decisione in maniera sapiente, facendo sognare ma senza forzare la mano al lettore in maniera arbitraria.
  7. dario63

    Claudio Nizzi

    Aristofane? 😜
  8. dario63

    [716/719] Netdahe!

    Se si fanno tanto le pulci alle gambe di Tex (e alle sue proporzioni rispetto al resto del corpo), allora che dire delle dimensioni dei cavalli disegnati da Sejas? Il soldato a cavallo che invita i suoi commilitoni a gettare di sella Kit è alto quanto il cavallino che monta (se non di più), il che mi sembra davvero poco realistico e maggiormente fastidioso rispetto alla copertina di VIlla... Anche l'equino montato da Kit (complice la prospettiva) sembra quasi un cavallino da luna park... Comunque, penso che l'interesse della storia starà in ben altre componenti che questi dettagli minimi.
  9. dario63

    Claudio Nizzi

    Rileggendo l'albo n. 9 ("L'ultima battaglia") ho notato un paio di dettagli che mi hanno fatto tornare in mente alcuni passaggi della discussione che si è avviata e protratta a lungo in questa sezione del forum. Nell'avventura che chiude l'albo, Tex e Tiger si dirigono verso i monti Gila. Qui per caso assistono ad una cerimonia in "onore" del dio Puma e Tex interviene in favore di una donnna Yaqui (Minoba), vittima di un evidente raggiro. Insomma, qualche vignetta dopo il perfido stregone Toba cerca di uccidere Tex per vendicarsi della sua interferenza. Ma la prima freccia che scaglia (presumibilmente letale) non raggiunge il bersaglio solo perché Dinamite vede un provvidenziale lucertolone sul suo cammino e compie un imprevisto scarto, salvando il suo padrone. Quindi, chi si lamenta dei gatti che compaiono all'improvviso in un vicolo e consentono a Tex di salvarsi, dovrebbero pure ricordarsi di questo antecedente che permette a Tex, senza suo "merito", di scamparla. Poco oltre, Toba prosegue nei suoi piani criminali, uccidendo il capo del villaggio, Nube Gialla. Nella successiva cerimonia, volta ad "individuare il colpevole", Tex minaccia di intervenire se lo stregone dovesse incriminare Tiger. Qui si apre un dialogo (che, viene precisato, nessuno degli Yaqui presenti è in grado di intendere) e Toba racconta a Tex la storiellina che chiuderà questo rito senza indicare alcun reo e chiede a Tex di andarsene dal villaggio perché lui sospenderà i suoi precedenti comportamenti. E Tex, chiaramente consapevole che proprio lo stregone è il responsabile della morte del capo tribù, che fa? Prende per buone quelle parole, dicendo che in fondo Toba ha raggiunto il suo scopo ("è un ciarlatano, ma non si può negare che abbia il senso della diplomazia") e, di fronte ai dubbi di Tiger, lo rassicura brevemente. Tiger obietta di nuovo che Toba ha lingua di serpente e Tex si limita ad abbozzare un: "lo pensi davvero?". Dopo di che i due ripartono e alla fine cadono vittima di un agguato organizzato appositamente da Toba, che cattura i due pards. Insomma, dove va a finire qui la lungimiranza/infallibilità di Tex nel giudicare le persone? E il suo senso di giustizia (dal momento che tollera che una persona che si è macchiata di non lievi delitti possa rimanere non solo impunita, ma addirittura possa esercitare senza più freni la sua autorità su un intero villaggio)? Non fa qui una figura da "piccione"? Ho citato questi elementi perché mi pare che a Nizzi siano state rimproverate in abbondanza ingenuità e incoerenze di questo tipo (da cui forse nemmeno GL Bonelli era del tutto immune). Certo, per concludere, a mio discutibile avviso queste stonature sono tali, ma forse sono anche inevitabili. Il problema è quello della misura: cadute di tono e qualche leggerezza narrativa penso che si possano ritrovare anche in altri episodi scritti dal "padre di Tex", a voler cercare con minuziosa attenzione questi dati, ma di certo non eliminano il piacere della lettura né fanno cadere la forza della creazione che ha portato tutti ad appassionarsi di Tex. Quando questi "incidenti di percorso" diventano troppo frequenti, allora disturbano in modo maggiore - e in effetti, credo che Nizzi sia caduto in questa situazione con una certa abbondanza, almeno in alcuni periodi del suo gravosissimo compito di scrivere Tex. Perché, a mio avviso, è un impegno notevolissimo ed estremamente difficile, senz'altro più oggi che all'inizio (anche perché ci sono lettori molto più smaliziati ed esigenti), per cui chi lo fa merita certo qualche eventuale critica circostanziata, ma anche un sostanziale rispetto.
  10. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Certo! Ma era solo per sottolineare che in effetti Dinamite, fin dalla sua primissima apparizione, è presentato come un cavallo assolutamente fuori dalla norma (chiaramente degno complemento di un uomo che è descritto con capacità eccezionali). Quindi, personalmente, quella licenza narrativa che fa assumere al cavallo comportamenti così particolari, capace di avvertire il suo "padrone" dell'arrivo di altri uomini a cavallo (e portatori di una potenziale minaccia) e quindi in grado di assumere una posa da cavallo prossimo a stramazzare per indurre in una falsa sicurezza gli inseguitori di Tex, non mi disturba (anche se razionalmente ci si può rendere conto della forzatura). D'altronde Tex è anche questo: e in effetti i fratelli Dalton (nell'albo n. 9) non potrebbero certo prevedere che un cavallo sia in grado di scavare con i suoi zoccoli la buca nella quale Tex è stato ficcato nel deserto, consentendogli poi di fuggire da quella trappola mortale... Ma questa è una licenza narrativa di GL Bonelli - che se ne è concesse parecchie, non solo a proposito di Dinamite: questo non ne diminuisce, a mio avviso, il valore.
  11. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    In effetti, in un certo senso hai proprio centrato quell'elemento! 😅 Se ti vai a rileggere il Tex n. 84 ("Il re del rodeo"), inizialmente il cavallo Dinamite apparteneva ai fratelli Corlis, i proprietari di un circo in cui Tex trova lavoro per qualche tempo. A dire il vero, quel cavallo era ancora totalmente indomito e solo l'abilità di Tex riesce a placarne le tendenze selvagge, ma l'ambiente del circo in qualche modo Dinamite l'ha davvero frequentato!
  12. dario63

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Bell'avvio di storia! Si intuisce che ci sarà molto da sviluppare negli altri albi. POSSIBILE SPOILER La vicenda affronta un nodo quanto mai intrigante per i lettori di Tex, che deve vedersela con suoi "futuri colleghi" caparbi e che non intendono mai mollare l'osso. Insomma, un Tex che quasi deve lottare contro una versione "speculare" di quello che sarà lui nella maturità (anche un po' prima, a dire il vero), anche se lui avrà delle connotazioni di intuizione nel comprendere il vero valore degli uomini maggiore rispetto ai suoi attuali inseguitori . Al momento, la figura di Carswell appare quanto mai sfuggente (a parte la bombetta, di lui si coglie ben poco, se non appunto l'estrema determinazione). Di sicuro, noi possiamo sorridere un poco degli assistenti piuttosto ingenui che l'agente federale sembra impiegare, cui fa invece da contraltare a pro' di Tex un Dinamite che figura come un vero mattatore... Ma forse il lato più interessante è il chiarissimo senso di giustizia e l'incapacità di scendere a compromessi da parte di Tex, anche a costo di doversi sobbarcare nuovi sacrifici e sempre nuovi spostamenti. Molto gradevole l'intermezzo con la bella e seducente messicana Anita, personaggio decisamente intrigante: dapprima sembra un po' scontrosa, ma al momento opportuno si dà decisamente da fare, ricorrendo a quanto pare a tutte le sue notevoli armi per poter permettere al giovane texano di fuggire con maggiore agio. Chissà se sarà destinata a farsi rivedere? In fondo, nell'andarsene Tex, per la fretta, non l'ha nemmeno ringraziata come si deve... 😜
  13. dario63

    Tex e il razzismo

    Scusate se mi inserisco in una discussione che, da Nizzi, è passata ad argomenti impegnativi, ma forse affrontati (a mio discutibilissimo avviso) con una contrapposizione un pizzico esagerata. Per stemperare un poco il clima (e premesso che non sono un lettore di Zagor), mi domando però che cosa possa contenere il prossimo numero in edicola dato che esso reca l'inquietante titolo "L'ebano e l'avorio" 😂
  14. dario63

    Un personaggio da recuperare (FINALE)

    Voto per Billy Bart, con preferenza per Alison Sydor
  15. dario63

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Anch'io penso che traspaia una sostanziale positività, pur in mezzo a molti errori, di Parkman (e una certa simpatia di chi ha scritto la storia nei suoi confronti). Oltretutto, nel finale il sopravvissuto Parkman proclama esplicitamente, senza alcun tono trionfalistico, ma con umiltà, una sua richiesta: quella di ripartire da capo, proprio nell'esercito, ma rifacendo la gavetta da soldato semplice (e continuando a nutrire dubbi sul fatto di poterne essere degno). Non lo vedo come una forma di "buonismo", ma una realistica scelta di una persona che ha avuto modo, in rapporto alle ultime esperienze vissute, di rendersi conto dei suoi errori e che li ammette senza finzioni; dopo di che, esprime la volontà di intraprendere una sorta di seconda vita. Del resto, pochissime vignette prima di lui, anche Goyaklee (personaggio a propria volta tormentato) chiede ed ottiene di poter rientrare nell'esercito. Si potrebbero citare altri personaggi cui viene data, nelle storie di Tex, una "seconda possibilità" e questo elemento narrativo per me non disturba, anche se va gestito in modo attento. Ma mi pare che qui ci siano tutte le componenti per renderlo credibile.
  16. dario63

    [201-202] L' Oro Del Colorado

    Alla sapiente e molto precisa analisi di Diablero, che fa cogliere molto bene quanto sia estremamente difficile riuscire a gestire in modo corretto e rispettoso di tante sottigliezze le figure dei protagonisti di Tex, (e che in effetti GL Bonelli sapeva realizzare con una maestria probabilmente insuperata, non a caso da "creatore"/"padre" di quei personaggi), vorrei solo aggiungere un dettaglio. Il carattere scherzoso e ironico di Carson nei suoi brontolii da consumato commediante viene poi mirabilmente reso anche dall'arte di Ticci, che accompagna quelle battute con una resa del volto accigliato e carico emotivamente di Kit, senza mai cadere però in una dimensione forzata o caricaturale. Ancora una volta, la linea discriminante fra chi sa realizzare una grande opera e chi cerca affannosamente di imitarla, ma di fatto non riesce nel suo intento, è molto fine, ma esiste...
  17. dario63

    Un personaggio da recuperare (4)

    Voto per Alison Sydor, splendidamente disegnata da Civitelli e certamente una donna sensibile e molto legata a Tex. Difficilissima una ripresa del personaggio, soprattutto senza andare incontro ed esiti tragici (impossibili quelli "romantici"). Ma sarebbe una bella sfida narrativa. Mezzo punto per Ah Toy, donna completamente diversa, scaltra e determinata, una mente criminale che di certo non ha messo da parte desideri di rivalsa/vendetta. Non ho segnalato Joan Fischer solo perché è un personaggio troppo recente e quindi dubito che possa essere ripresa a breve. Ma mi pare evidente, vista la conclusione di quella storia, che, a prescindere dagli stimoli sempre molto allettanti (tra cui è difficile scegliere) da proposti da Ymalpas, una riproposizione di quel personaggio avverrà comunque, visti i potenziali notevoli che offre (e considerate le probabili aspettative di molti lettori).
  18. dario63

    [Maxi Tex N. 26] Caccia a Tiger Jack

    Sinceramente, il fatto che la bella e determinata Alithia abbia dato il "colpo di grazia" al bandito Gunning non mi pare un'incongruenza nella storia. In effetti, la funzione del veleno sta nello sconvolgere, con un'intensità crescente, le facoltà della persona che ne subisce l'azione - e questo viene mostrato in pieno, con una perdita di lucidità mentale e un'accentuazione del carattere feroce, quasi bestiale, peraltro già presente in Gunning. E poi, noi non sappiamo che cosa di preciso avesse visto nei suoi tarocchi la bella cartomante! 😜 Attendere che il bandito muoia estenuato dal veleno avrebbe magari richiesto chissà quante inutili vignette... Tutto sommato, meglio che venga finito in modo più diretto. Tornando alla prima storia, concordo nel lodare il fatto che Tiger si presenti non solo maggiormente protagonista, ma anche più loquace (una caduta di tono, qualcuno potrà dire, una delle tante di Nizzi nell'ultima storia nella serie regolare, è la presa in giro di Gros-Jean che lo apostrofa con il termine chiaramente antifrastico "chiacchierone" e riceve per conferma uno striminzito Ugh, che mortifica le capacità di ragionamento e di personalità del Navajo che invece questo Maxi, come peraltro altre storie, è in grado di evidenziare). Concordo anche con l'osservazione di Diablero sulla perplessità per la capacità mostrata da Tiger di ammansire gli addestrati cani da guardia, accattivandosi la loro muta benevolenza con un po' di carne secca. E' pur vero che il loro "proprietario" dimostra alla fine di essere una vera carogna e di non essere per nulla attaccato a quegli animali perché non risulta affatto turbato dal pensiero che possano bruciare vivi, ma questo aspetto in uno che già non è uno stinco di santo può pure passare, specie se sta fuggendo per tentare di salvare la sua di pellaccia. Per questo, credo che l'inserimento dei cani, sviluppato poi in quel modo, avrebbe potuto anche essere evitato, senza questo "siparietto" ben poco plausibile, tanto non erano proprio un elemento utile alla storia. Per il resto, ho trovato la storia piacevole.
  19. dario63

    Un personaggio da recuperare (3)

    Ovviamente, hai ragione! Tuttavia, volevo solo spiegare perché, pur ritenendo per qualche verso interessante il personaggio di Hanaba, non l'ho nemmeno indicato come "seconda scelta". Certe esclusioni non sono facili... 😝
  20. dario63

    Un personaggio da recuperare (3)

    Voto per PIerre Touissant, magari con una storia ancora illustrata da Civitelli, perché mi pare una figura di investigatore un po' fuori dal comune (e non solo per il colore della pelle!), che ben si adatta a collaborare in maniera efficace con i due (o più?) scatenati pards. La preferenza la indico per il simpatico Hodson, gentiluomo senza la puzza sotto il naso e anche abile disegnatore. A dire il vero, non mi sarebbe dispiaciuta Hanaba, che era stata presentata nei disegni di Fusco in modo accattivante, ma onestamente non saprei proprio quale tipo di pretesto potrebbe permetterne un nuovo impiego (visto che era stata principalmente una vittima e non un personaggio contraddistinto da particolari iniziative o doti autonome).
  21. Anch'io avevo notato ad una prima lettura la stranezza del ragazzo che incontrava un altro marinaio e per poco non gli rovinava addosso... Penso anch'io che lo sceneggiatore abbia voluto accentuare la componente di irruenza giovanile - magari per poi sottolineare il contrasto con l'esperto timoniere che però cederà al ricatto dei banditi proprio per preservare la vita di quel ragazzo che ci è stato detto che dovrebbe diventare il suo successore. Magari, invece, si tratta solo di un dettaglio dettato da un desiderio di rendere un po' più varia una vignetta, esattamente come l'aggiunta di uno specchio o di un arredo specifico nella definizione di una stanza o cabina del battello... Ma alla fine, mi chiedo: si sono spesso chiamati in causa Nizzi e i suoi difetti, fra cui l'abuso di quelli che vengono chiamati gli "spiegoni". Ma non è che in questo clima di contagio in cui stiamo vivendo, questa sua tendenza ha preso anche i frequentatori di questo forum, per cui ogni minimo dettaglio deve essere spiegato e trovare a tutti i costi una giustificazione? 😝
  22. dario63

    [Maxi Tex N. 26] Caccia a Tiger Jack

    Sottoscrivo in pieno quanto affermato da Sam! Una storia con Tiger protagonista per buona parte mi sembra davvero un'ottima scelta (specie per un Maxi) e vista l'ambientazione, tutta concentrata sul traffico di donne indiane. Nella seconda storia, il personaggio di Alithia è davvero sorprendente, anche per l'ottima resa grafica, forse una delle donne più affascinanti mai apparse su Tex (o, quanto meno, si può ricollegare degnamente a quelle che, nel corso dei lunghi anni di pubblicazione, hanno avuto una presenza di spicco), molto sinuosa nei movimenti, ma anche letale nella sua determinazione. Molto bella la tavola in cui la giovane e avvenente "zingara" abbraccia con grande slancio e con riconoscenza Carson, che accoglie questo gesto intenso con un'aria se non imbarazzata, certo con atteggiamento da vero gentiluomo, in grado di apprezzare questo improvviso contatto femminile, ma senza approfittarne in modo deteriore. Anche a me Alithia ha fatto un po' tornare in mente Madame de Thebe, anche se qui l'aspetto misterioso è meno inquietante - anche perché la donna, per sua fortuna, ha una sorte ben più felice.
  23. dario63

    Un personaggio da recuperare (2)

    Assolutamente il capitano Billy Bart, protagonista a suo tempo di una (doppia) storia davvero mitica, la prima disegnata da Galleppini, la seconda da Erio Nicolò. Una delle mie preferite in assoluto. E poi è un personaggio molto valido, schietto e affidabile, onesto e propenso all'avventura. Certo, presupporrebbe un'ambientazione marina, lontana quindi dagli scenari più consueti, ma è un personaggio che davvero ha molti meriti e potenzialità ulteriori. In subordine, direi il simpatico Nat Merrit (ma a patto che venga anche ripescata la bella Rose, che aveva avuto un ruolo tutt'altro che insignificante in quell'avventura - e che potrebbe comparire proprio in coppia con il giovane Nat, cui sembrava essersi avvicinata nel finale della storia...). Madame Duchesne appartiene ad una delle primissime storie da me letta (e pure essa mitica, ossia "Sulle piste del Nord") e non mi dispiacerebbe, visto il suo indubbio fascino che Ticci era riuscito a rendere magistralmente; tuttavia, si tratta di un personaggio per il quale non saprei quale collocazione potrebbe avere (direi un ruolo marginale, con una comparsa rapida, mentre per gli altri due penso che si potrebbe ricavare una funzione decisamente più attiva e rilevante).
  24. Una buona storia, impostata in un modo non originalissimo (lo spunto di compagnie di trasporti o di pellicce in lotta fra loro non è certo nuovo), ma sviluppata in maniera valida e con garbo, con dialoghi piuttosto vivaci e con un ritmo narrativo fin qui efficace. Speriamo che Nizzi mantenga questo buon inizio con una conclusione di alto livello. I disegni di Mastantuono a me non convincono del tutto. Molto bravo nei paesaggi e nell'impostazione delle panoramiche, nei volti però a me sembra quasi sempre molto spigoloso e rigido; anche per delineare le ombreggiature delle bocche, pur in condizioni di luce non estrema, molti personaggi sembra che presentino dei baffi anche quando non li hanno davvero. Comunque, se la storia si legge molto volentieri, un merito va di sicuro anche a lui.
  25. dario63

    Un personaggio da recuperare (1)

    Premesso che gli scrittori/sceneggiatori di Tex hanno già più volte manifestato la tendenza a recuperare alcuni personaggi precedentemente apparsi (e non sempre i ritorni sono stati all'altezza delle aspettative, talvolta compromettendo un po' il ricordo di personaggi che forse avrebbero guadagnato a rimanere fissati nella loro precedente apparizione), data la lista proposta io mi sono espresso a favore di Sarah Curtiss, un interessante personaggio femminile, dotato di una certa ambiguità ma anche di un indubbio fascino e che potrebbe essere a mio avviso ripreso senza dover operare eccessivi equilibrismi narrativi. In subordine, non mi dispiacerebbe rivedere anche il personaggio di Ayaklut, anche perché le storie ambientate in Canada solitamente mi piacciono e poi si trattava di un personaggio un po' "controcorrente", ingiustamente perseguitato ma dotato di potenzialità che forse potrebbero ancora essere esplorate.
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