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TWF - Tex Willer Forum

dario63

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Tutto il contenuto pubblicato da dario63

  1. dario63

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Ottima conclusione di una storia iniziata già in modo molto interessante e poi sviluppata con grande maestria, con un ritmo sempre molto serrato e coinvolgente e personaggi credibili e di buon livello. Certo, spicca su tutti Steve Dickart, un gran gaglioffo, ma dotato, a modo suo, di classe e di grandi doti non solo illusionistiche, ma di ragionamento rapido e di valutazione attenta di situazioni e di persone. Non a caso, riesce a capire che in uno scontro diretto con Tex (che pure non conosce, ma di cui ha compreso le rilevanti potenzialità) uscirebbe sconfitto. E così esce di scena (con la sorellina a "rimorchio", lei al momento ancora un soggetto piuttosto incerto e senza grandi abilità, a parte un'indubbia bellezza) con tempismo e scaltrezza. Onestamente, qui non risulta antipatico, pur se chiaramente votato al male e all'illegalità. Ottima anche la figura di Kate Warne, simpatica, affascinante, molto intraprendente, capace di svolgere il lavoro investigativo in maniera molto valida e in grado di cogliere bene, pure lei, le potenzialità di Tex, sia pure, ovviamente, con motivazioni opposte a Mefisto. Donna dotata di notevole spessore, non solo per le doti investigative, ma anche per alcune sue iniziative che non stonano affatto nella storia. Insomma, un personaggio che ci si augura possa essere ripreso in qualche altra storia, magari nella serie ufficiale! Tex riesce sempre a fare bella figura e anche a togliersi dalle situazioni più difficili o imbarazzanti con grande abilità (anche lui, con un tempismo nel dileguarsi da far invidia a Mefisto! - anche perché manterrà questa attitudine anche in futuro, tranne in un caso, in cui rimane fermo al palo...). Insomma, una serie che sta procedendo di bene in meglio, grazie anche a disegni che illustrano in modo magistrale una trama precisa e molto sicura nella sua organizzazione... Ci si domanda se questo crescendo, entusiasmante e di notevole effetto nel coinvolgere il lettore, possa proseguire ulteriormente! Ma comunque, si può essere più che soddisfatti per lo sforzo profuso per realizzare un prodotto nuovo, con un'avvertibile ventata di freschezza e di brio, ma con ottimi riferimenti al personaggio ormai "classico".
  2. Anche a me questa mancata offerta di accoglienza nella riserva dei Navajos pare alludere ad una probabile riproposizione di Makua in una terza avventura. La prospettiva non mi entusiasma tanto, perché il personaggio ha avuto una sua seconda possibilità e non mi pare ne sia uscito poi così bene. Al di là della vita reale, dove la questione ha ben altro spessore ed è molto complessa, in queste avventure di fumetti il tentativo di riesumare un personaggio dando ad esso uno spessore maggiore e una personalità meglio definita mi pare legittimo - senza abusare però di questo procedimento. Rimanendo dentro le storie di Ruju, personalmente trovo sia stato molto più convincente il personaggio di Bowen - anch'esso beneficiario di una seconda opportunità offertagli da Tex, ma che è stato delineato in modo più profondo e credibile, con un tormento personale più accentuato e validamente narrato (capace di suscitare maggiore empatia, come richiesto da F80T) rispetto a quanto fin qui visto per Makua.
  3. Anch'io confermo l'immediato collegamento avvenuto a memoria con la bella avventura de I diavoli rossi, epica e molto coinvolgente. Le premesse per un episodio appassionante ci sono tutte. Ugualmente interessante e stimolante il rientro del "vecchio maestro" Nizzi nella serie ufficiale: la sua prova con Tortu nell'albo estivo a colori a me non era dispiaciuta, anche se non era straordinariamente originale. Spero che, avendo a disposizione almeno un paio di albi, sia riuscito a produrre una storia (e una sceneggiatura) all'altezza se non dei suoi risultati migliori (e ce ne sono stati veramente tanti per cui dobbiamo essergli grati!), almeno in linea con il livello a mio avviso buono delle avventure pubblicate di recente (pur con autori anche molto diversi fra loro).
  4. Conclusione di storia a mio avviso al di sotto delle aspettative che il primo albo aveva generato. Intendiamoci, non male lo sviluppo, ma mi dà l'impressione, ad una prima lettura, di un'occasione almeno in parte mancata. Oltre agli errori tipografici, già evidenziati, che sono indubbiamente segno di una scarsa cura nella revisione del testo, i disegni di Font, ancora una volta, a me convincono poco; il meglio a mio avviso lo dà nei paesaggi e nella realizzazione grafica degli oggetti, meno accurato invece nella resa dei volti, talvolta davvero troppo caricaturali, specie nel caso dei personaggi minori. POSSIBILE SPOILER Per quanto riguarda la storia, mi sembra che gli avversari non siano né agguerriti e né dotati di particolare acume - e quindi costituiscono un ostacolo superato senza tanta fatica. Ma questo in fondo può anche starci. Per me è meno gradevole e più problematica la resa del personaggio di Makua: il titolo farebbe pensare ad una sua presenza con un ruolo da protagonista quasi irrefrenabile e invece, a parte lo scontro finale con Mateo (in cui peraltro il meticcio non appare straordinario), non mi sembra poi così deciso. Soprattutto, mi sembra poco convincente l'episodio dello scontro con il sedicente sceriffo e i suoi aiutanti. Makua se la cava contro di loro, ma poi, quando Tex si avvicina a cavallo, è così timoroso da scappare senza nemmeno provare a giustificarsi. In fondo, si è battuto per salvarsi la pelle da un agguato vile (non si è messo a sparacchiare in modo ingiustificato sulle prime persone capitate a tiro) e quindi Tex avrebbe di certo capito la sua legittima difesa. Invece lui non riesce a valutare correttamente il senso di giustizia che contraddistingue Tex e pensa solo di averlo deluso. Senza nemmeno avere con lui un confronto diretto... Insomma, mi sembra proprio un personaggio abbastanza evanescente nella sua fragilità emotiva e nella sua limitata capacità di valutare gli uomini. Il resto scorre, senza particolari problemi ma anche senza momenti memorabili. Quindi, una storia partita bene, ma che per me poi si arena entro uno sviluppo un po' debole e non tanto convincente dei personaggi. Avventura non memorabile.
  5. dario63

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Mi viene da pensare che questa versione ora introvabile fra non molto tempo risulterà disponibile su Ebay a prezzi astronomici, ad uso e consumo dei collezionisti incalliti... Mi pare sia una situazione analoga a quella di molti concerti in cui, già pochissimi istanti dopo la prima messa in vendita online dei biglietti, questi risultano già esauriti, salvo riapparire a breve, ma con prezzi "sapientemente ritoccati verso l'alto" dai bagarini organizzati...
  6. dario63

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Concordo. Anche se, a mio avviso, ancora prima, l'hanno letto gli sceneggiatori e quindi si sono ispirati a questa fonte per formulare la loro domanda!
  7. dario63

    [Maxi Tex N. 25] Il boss di Chicago

    Giunto ieri anche a Como. Un albo maxi di livello non straordinario, ma che a mio discutibile avviso merita lo stesso l'acquisto, se non altro come atto di doveroso omaggio al Maestro Repetto. Confermo anch'io l'impressione che il suo contributo grafico si concluda a p. 96, ma lo stesso mi ha impressionato la capacità di lavoro e la fermezza della mano di un uomo di quasi novant'anni! Se faccio un confronto con le tavole dell'ultimo (e pur sempre mitico!) Galep, rimango ulteriormente colpito favorevolmente. La prima storia scorre abbastanza linearmente (un po' breve e con qualche passaggio che a mio avviso avrebbe meritato uno sviluppo maggiore) ma nell'insieme gradevole e con un'ambientazione cittadina resa in modo molto valido e interessante. La seconda per me è di livello decisamente inferiore: mi verrebbe da dire che è tutta una frana... Alcuni passaggi in effetti non sono molto verosimili o sono motivati in maniera un po' sbrigativa. Disegni non male, ma se faccio il confronto (lo so, impietoso!) con le scene sotto la pioggia disegnate da Magnus nel suo famosissimo Texone, si nota una qualità differente...
  8. Anche a me non disturba questa connotazione di Tex che intende occasionalmente offrire una seconda opportunità a persone che inizialmente hanno commesso degli errori nella vita. Probabilmente questa è una caratteristica narrativa di Ruju, perché anche nel recente episodio con Bowen si possono riscontrare delle analogie. E anche qui mi pare emerga sullo sfondo il riferimento problematico alla figura di un padre (sostituito in Makua da un personaggio senza scrupoli, che quindi lo avvia ad una strada di delinquenza - e che invece Bowen cercava invano di impersonare per fornire un punto di riferimento per il figlio dell'uomo che ha ucciso lui), oppure il tentativo di avere accanto a sé una donna con cui ricominciare una nuova vita in positivo. Personaggi tormentati, di cui si cerca di mostrare alcuni aspetti psicologici più sfumati anziché presentarli modo univoco come inseriti irrimediabilmente in una prospettiva negativa (come invece accade per Mateo, che in effetti ha dei tratti un po' caricaturali, anche per le scelte grafiche di Font). Che qualche "cattivo", forse diventato tale per condizioni di vita non facili, possa essere aiutato a tentare una direzione di vita diversa da Tex mi pare conferisca al ranger ulteriore spessore umano, anziché presentarlo come esecutore di una giustizia perentoria e forse "infallibile", ma che rischia di diventare un po' fredda. Peraltro, mi pare che anche Sergio Bonelli avesse scritto storie in cui si vedevano personaggi "cattivi" capaci di cambiare vita e riabilitarsi grazie all'intervento di Tex... Comunque, attendiamo il secondo albo per vedere come la vicenda potrà evolvere...
  9. dario63

    [Maxi Tex N. 25] Il boss di Chicago

    Confermo, problemi di distribuzione anche a Como. Non l'ho trovato pur avendo chiesto a due edicole...
  10. dario63

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Concordo pienamente che questo secondo albo della nuova avventura sia molto godibile e decisamente ben fatto. Buon il ritmo narrativo (anche se Tex qui non spara ma si dedica con attenzione e con buon piglio - anche da sbruffone - a intrufolarsi nell'organizzazione eversiva che deve preparare l'attentato a Lincoln). Steve Dickart si conferma già dotato di notevoli abilità e di totale assenza di scrupoli (come direbbe il Tex più maturo, con due dita di pelo sullo stomaco), mentre la sorellina appare più ingenua e incerta e con un'apparente innocenza (una presenza "angelica") che viene però impiegata per ammaliare gli inesperti. Personalmente non trovo così fallimentare il personaggio di Kate Warne. Oltre al fatto che dimostra notevole iniziativa e inventiva anche nel travestirsi e nel giocare il ruolo della vecchietta pettegola ma capace di raccogliere molte informazioni utili alle indagini, ha solo la sfortuna di imbattersi in una "vecchia volpe" come Steve, già maestro di travestimenti - mentre la sorella sarebbe stata incline ad accettare la presenza di un'innocua vecchietta. Poi i poteri di Mefisto sono già rilevanti nell'imprimere visioni orride nelle menti altrui: che può fare la giovane detective se non lasciarsi ingannare? In fondo, a mio avviso, Boselli ci sta preparando una sorta di duello a distanza fra le due personalità più forti e sarà interessante vedere come Tex potrà mandare all'aria le macchinazioni del suo futuro grande avversario senza incontrarlo direttamente (ma sconfiggendolo "a distanza"). Qui mi aspetto un "riscatto" di Kate. E, ad ogni modo, mi pare che la giovane ragazza abbia già conseguito un successo non da poco: magari inconsapevolmente, ha già fatto in modo che il giovane Tex la sogni ad occhi aperti (davvero graziosa la scena in cui Tex - peraltro sempre vigile e in grado, nonostante queste fantasticherie sentimentali, di sventare un'irruzione - sta ripensando all'incontro con l'agente di Pinkerton con evidente compiacimento e fors'anche con qualche lieve rimpianto).
  11. Non voglio alimentare alcuna polemica, ma vorrei solo spiegarmi meglio. Mi rendo anzitutto conto quanto sia impegnativo e difficile scrivere le storie di Tex e ammiro chi deve farlo a beneficio (sottolineo questa parola) di tutti i lettori e appassionati di Tex anche quando questi possono risultare incontentabili. Però, la mia ipotetica valutazione di "dabbenaggine" di Tex nasceva dal fatto che se un avversario estremamente pericoloso (non solo per Tex e pards) viene dato per spacciato e poi si scopre che in realtà non è morto, si può pensare che non ci siano state delle indagini del tutto accurate o complete. Nella storia della Tigre nera a me pare che le circostanze per fare un accertamento diretto sul presunto cadavere del principe malese ci fossero tutte, dato che il suo corpo era facilmente raggiungibile, non essendo stato trasportato da correnti fluviali o sprofondato in mare o in voragini difficilmente esplorabili. Oltre alla presenza di Tex, il dispiegamento di forze di polizia era ingente e sufficiente per questo tipo di indagine ulteriore. Mi scuso se il termine da me adoperato suona offensivo per le abilità complessive di Tex, però è proprio la ripetizione del numero degli episodi in cui i lettori e anche gli stessi rangers vengono indotti a credere che tutto sia finito quando invece non è così che a lungo andare può provocare qualche dubbio sull'infallibilità di Tex e anche ingenerare una certa incredulità sul realismo di queste "rinascite". Certo, non conosco che cosa gli autori possano aver previsto per richiamare in vita il principe malese, esprimo però una mia discutibilissima preferenza perché questa riproposizione di personaggi accada solo in casi eccezionali e non in modo seriale.
  12. Avevo sentito qualche voce, ma non sapevo nulla di preciso... Grazie per l'informazione! Me ne rammarico, non perché il principe malese fosse poco interessante, ma alla lunga il rientro in scena di personaggi che vengono presentati come morti stecchiti e che poi vengono soccorsi e rimessi in sesto "miracolosamente", risulta piuttosto stucchevole. E, fra l'altro, chi si lamenta che talvolta alcune sceneggiature mostrino un Tex con qualche dubbio/incertezza, dovrebbero essere alquanto colpiti da quella che, a mio modesto avviso, risulta essere una scelta narrativa che implica una sua dabbenaggine, se così tante volte si lascia sfuggire pericolosi criminali solo perché non va a controllare che effettivamente il corpo abbia esalato l'ultimo respiro anche quando è a breve distanza (e non trasportato dalla corrente di un fiume o altro). E' vero che Tom Devlin non ha la mira di Tex, ma il volo spettacolare che la "tigre" aveva fatto nella sua ultima storia avrebbe dovuto più che frantumare le sue ossa... Pure la richiesta di indulgenza nei confronti della sua compagna Lohana mi è parsa alquanto discutibile... Comunque chiudo, e mi scuso se sono già andato OT...
  13. Non solo... Ma ad ora ci sarebbero alcuni ostacoli non indifferenti. La bella (e cinica) Joan è stata appena catturata ed è in procinto di subire un processo con conseguente periodo di lunga carcerazione (di colpe ne ha parecchie...) e la Tigre nera, fino a prova contraria, è "leggermente defunta"... Ora, sappiamo che nell'universo di Tex riapparizioni di personaggi dati per spacciati non sono cosa poi così rara, ma mettere insieme due personaggi in un colpo solo che dovessero violare alcune "regole" di una logica abbastanza elementare, mi sembra un po' troppo... Peraltro, l'eventuale rientro in scena della figlia di Satania credo che dovrebbe attendere un buon numero di anni e, parere personalissimo, non mi auguro invece che il principe malese sia di nuovo chiamato in causa. Con buona pace di Max Pezzali!
  14. dario63

    [493] La Morte Nera

    Rilievi più che legittimi. Credo peraltro - oltre al dato sottolineato da tanti, ossia la "necessità" di chiudere la storia in un albo solo - l'attenzione di Nizzi fosse focalizzata altrove (come ho già detto nel mio lungo post precedente) . Oltretutto, nel momento in cui Larsen e la figlia di Harrison concludono il loro idillio d'amore dopo la messa fuori gioco del dottore criminale, una punizione del padre di lei sarebbe stata un elemento narrativo molto difficile da gestire, per di più con poche pagine. Tex lo ha già bollato come un uomo con due dita di pelo sul cuore, ma di fatto si ferma lì...
  15. dario63

    [493] La Morte Nera

    Stimolato dai commenti aggiunti da poco, sono andato a rileggermi la storia. Senza essere un capolavoro, a me è piaciuta, anche ad un'ulteriore lettura. Uno degli aspetti che ho maggiormente gradito è stato lo sforzo fatto da Nizzi per descrivere la comunità di un villaggio relativamente sperduto, molto piccola e chiusa, in cui avvengono morti misteriose. Fin dall'inizio si nota quanto in un ambiente così angusto anche la mentalità delle persone sia in gran parte suggestionabile, e in questo contesto emerge la figura del dottore (che per tutto l'Ottocento e anche in Italia) rappresentava nei paesi una vera autorità, riverita e soggetta a grande rispetto (in quanto costituiva una sorta di barriera fra la vita e la morte). Per di più, il dottore in questione (di cui poi emergerà il volto più malvagio) conosce bene i suoi "polli", ossia concittadini e ne sfrutta biecamente ignoranza e credulità. L'ingresso di Tex e Carson fin dall'inizio porta una ventata di novità e di apertura in quell'ambiente chiuso e asfittico. Chiaro che per una storia di questo tipo (di certo, anomala, ma non brutta, per me), il fattore essenziale è proprio la capacità di indagare e di leggere la realtà senza pregiudizi o timori, magari indotti da chi vuole mantenere un alone di mistero nel rapporto dell'uomo con la realtà (tipo il pastore Madigan, con la sua fede un po' superstiziosa - anche questo, elemento molto diffuso, non solo fra gli "indiani creduloni"). Per questo, le vere armi di Tex e Carson non saranno le colt, e non c'è da stupire che non le usino, quanto (soprattutto per il primo) la capacità di conoscere gli uomini e di cogliere la loro vera natura, nel trovare fra loro dei possibili appigli (Tom Larsen e Rosita) e per giungere infine a smascherare chi si dedica al crimine. Ci sono poi degli spunti gradevoli (come Carson che, di fronte al sacerdote che invoca ad altissima voce il perdono divino, si tappa un orecchio e pronuncia una battuta gustosa). Certo, Tex più che ranger o uomo d'azione qui è un investigatore particolarmente attento - in fondo, agevolato dall'aver già incontrato morti che avvengono per punture quasi invisibili - vedi la storia del "fiore della morte" (nn. 160-162), oppure quella della "Nave perduta" nel deserto (nn. 328-330) - e riesce a cogliere quello che sta sotto gli occhi di tutti gli altri, che però sono incapaci di vedere, oscurati da pregiudizi e dalla paura. Ecco, questo dato della lotta contro la paura mi sembra il dato saliente di questo albo, contro la quale le armi tradizionali poco possono operare e il pregio umano di Tex emerge proprio nel saperla affrontare e vincere. A questo proposito, i disegni di Civitelli sono a mio avviso capaci di inserirsi bene in questo tipo di trama e di enfatizzare i contrasti fra le persone: le sue scene notturne sono magistrali, con la sua tecnica sopraffina (mentre a me convince di meno quando si tratta di disegnare situazioni diurne). Qui però è la notte a farla da padrona e quindi la forza evocativa dei disegni di Civitelli emerge in tutto il suo valore. Poi ci sarebbero tanti dettagli così curati (come le bottiglie diverse fra di loro nel saloon, a p. 97, di cui pare si possa quasi riconoscere i diversi tipi di Bourbon che contengono...) Il fatto che Tex prenda inizialmente a pugni lo sceriffo e poi gli tenda una mano (non chiede scusa!), conferma semmai la sua capacità di "leggere" al meglio gli uomini, in quanto capisce che lo sceriffo non è un cattivo elemento, va solo fatto rinsavire per superare le sue paure con una moderata cura di sganassoni (che peraltro puniscono anche la sua maleducazione nei confronti della giovane Rosita). Quest'ultima è forse il personaggio (di contorno ai due rangers) meglio riuscito della storia: ragazzina giovane, chiaramente invaghita del più maturo Larsen, ma intraprendente e generosa. E carina, tanto che stavolta si merita l'ammirazione non solo del "vecchio gufo"... Ben congegnati i tempi, con Tex che approfitta della riunione di tutti i membri della comunità per un funerale per completare senza intralci la sua indagine e per avere in mano gli elementi che faranno scattare la trappola finale. Insomma, una storia breve e atipica in un solo album, ma ci sono altri esempi per me più forzati o condizionati da questo limite di spazio. Uno su tutti, proprio "A sud di Nogales", che sta per essere riproposto ora a colori, che a mio discutibile avviso è una storia ben più stiracchiata di questa. In definitiva, una prova di Nizzi tutt'altro che disprezzabile, con i disegni di Civitelli che sono sempre un gran bel vedere e che fanno salire decisamente le quote di questo episodio.
  16. Anche per me, niente acquisto. Già fin dal primissimo apparire nella serie normale era sembrata una storia senza particolare intensità; ho sempre avuto l'impressione che fosse una sorta di "riempitivo" tra la storia precedente, con El Morisco e il n. 200. Di fatto, un episodio di transizione, da accettare per consentire la consuetudine editoriale del numero centesimo a colori, ma che non mi ha lasciato un ricordo intenso (oserei dire che, nei primi duecento numeri, è proprio una delle pochissime storie che non ho particolare desiderio di rileggere). Ad ogni modo, senz'altro molto validi i disegni di Ticci. Comprendo le esigenze della casa editrice, ma una ristampa di questo tipo non suscita gran interesse. Discorso diverso per quegli episodi importanti (tipo "Il grande intrigo"), la cui riproposizione rappresenta di certo un'occasione imperdibile anche per coloro che si fossero accostati a Tex da poco tempo...
  17. Onestamente, non riesco a capire il senso di questo intervento... A me sembra che Boselli sia stato chiaramente impegnato in questi ultimi anni a presentarci un mondo del West in cui le donne non sono solo semplici comparse o belle statuine da liquidare con una vignetta o poco più, ma anche persone con capacità di provare emozioni e di elaborare ragionamenti articolati e complessi, con una condotta originale non riconducibile a stereotipi stantii, in qualche caso capaci di azioni riprovevoli e illegali. E oltretutto, in questa storia l'antecedente di Bonelli padre fissava già un personaggio femminile molto scaltro e cinico a capo di una banda criminale, creando una situazione sorprendente per il lettore ma più ancora per i protagonisti della vicenda, rendendola più accattivante e coinvolgente. La riproposizione di uno schema di questo genere (e di personaggi femminili in parte riconducibili ad una sfera di ambiguità o di negatività) mi pare molto logica e pienamente giustificata dalla struttura della narrazione, per di più gestita in modo molto abile da Boselli, che confeziona una storia originale, ricca di sfumature, molto bella e intensa (non solo per i personaggi femminili).
  18. Appena finito di leggere l'ultimo episodio di questa storia intensa, intricata e - a mio avviso - appassionante. Boselli fino all'ultimo ci lascia in sospeso con tanti dubbi e interrogativi in mente (anche se ci fa spesso cogliere che Tex non si fa mai ingannare da false piste e mantiene lucidità e sangue freddo fino alla fine, coadiuvato da un buon Carson, che svolge a propria volta una parte tutt'altro che irrilevante). Se la tensione nella struttura della storia è stata gestita bene e con ritmi narrativi sempre molto alti, i disegni di Benevento stavolta mi sembrano decisamente sotto tono, con qualche buona tavola, ma altre decisamente meno ispirate. Comunque il mio (discutibile) giudizio complessivo per la storia è molto positivo, anche per la conclusione della stessa.
  19. Sono in gran parte d'accordo con la tua intuizione (del resto mi ero espresso in modo simile in un mio post precedente). Vorrei solo puntualizzare però che: a) la domestica malese fino ad ora non è comparsa (sappiamo della sua esistenza solo da vignette presentate sul sito Bonelli che anticipano il contenuto del terzo e conclusivo albo della storia). Quindi il fatto che Boselli introdurrà quel personaggio nel terzo atto del suo testo potrebbe rappresentare davvero un rimescolamento delle carte rispetto agli indizi che nei primi due fascicoli sono stati sparsi ampiamente; b) la sua origine geografica finirebbe per sottolineare la responsabilità indubbia del dott. Fischer (che non solo l'ha evidentemente "assunta", ma che ha una notevole dimestichezza con quel contesto orientale, come già emerso nel primo albo); fra l'altro, il dottore è presente a Los Angeles da diversi anni (tempi pienamente compatibili con la formazione dell'organizzazione criminale presieduta dalla misteriosa donna, grazie anche alla sua complicità); c) la presenza di una domestica malese presso i Fischer è a mio avviso l'elemento che mette definitivamente fuori gioco la candidatura dell'altra indiziata fin qui emersa (la cantante Lavinia, che fino ad ora non ha invece mostrato alcun elemento di contatto con il contesto orientale); d) se la domestica davvero fosse la "maschera di cera", la sua mansione in casa Fischer sarebbe solo una copertura, dal momento che il ruolo dell'umile fantesca mal si combina con il cinico capo di una ramificata e spietata organizzazione a delinquere; e) l'introduzione di questo nuovo personaggio lascia però aperto il ruolo di un altra persona, quella che fin qui anch'io ho ritenuto l'indiziata più "papabile" per il ruolo di "maschera di cera", ossia Joan Fischer. Potenzialmente, la ragazza, apparentemente giunta a Los Angeles da pochi giorni, potrebbe essere del tutto estranea ai maneggi del padre e della sua "domestica", e consona all'immagine dolce e innocente che viene tratteggiata all'inizio del secondo albo. Però concordo con il rilievo di Mino Del Turco: il suo ritorno in albergo proprio poco prima del rapimento da parte dello scimmione mi sembra decisamente sospetto. Che in casa Fischer siano tutti quanti al corrente di questi loschi traffici? Con ruoli e responsabilità differenti, peraltro. Questo mi sembrerebbe una sorta di eco dell'episodio della "Voce misteriosa", con il vecchio (ma non invalido) Barrera che andava in giro a tagliare teste nelle vesti di uno scimmione, totalmente sostenuto dalla domestica dayaka Mayumba e con la silente complicità (in quanto incapacità di opposizione/denuncia) della figlia Miranda. Continuo a pensare che Joan proprio tanto innocente non sia, e posso anche avanzare la fantasiosa ipotesi che domestica e Joan siano anche sorelle/sorellastre. Ma tutti gli enigmi verranno sciolti solo fra qualche giorno. Quindi rimaniamo in trepida attesa... E magari disponibili a farci qualche serena risata nel momento in cui questi castelli in aria verranno smentiti da una sceneggiatura diversa...
  20. dario63

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Davvero bello e molto piacevole questo inizio di avventura: un piccolo gioiello fatto di richiami storici, nuovi e interessanti personaggi e molta azione a ritmi intensi ma mai confusi. Francamente, gradisco parecchio un giovane Tex forse più impulsivo e meno "tutto d'un pezzo" rispetto a quello maturo, ma anche consono ad una personalità per alcuni tratti ancora in formazione, pur se con alcuni aspetti caratteriali già ben delineati e tipici del futuro Ranger. Perciò non mi disturba affatto che Tex giochi d'azzardo e voglia tenersi i guadagni così ottenuti anche grazie all'azione di "distrazione" della bella Lucy e che questa venga ripagata, prima con poche monete e poi con una cifra più consistente in base ad un accordo evidentemente stabilito fra i due in precedenza. Gradevole e garbata anche l'allusione che ci fa comprendere come la bella ragazza desidererebbe essere ripagata da Tex in altro modo, ma questi - pur con un gesto affettuoso nei confronti della giovane - si mostra decisamente incline a mantenere un fermo rispetto nei suoi confronti (sarà perché anche lei - come Tesah - l'ha chiamato "fratello"? ). Molto interessanti - e destinate a sviluppi ben più rilevanti - le altre due figure femminili: avida e con pochi scrupoli (ben presto spazzati via dal cinico fratello Steve), Lily Dickart è un personaggio intrigante, disegnata in modo da renderla molto seducente (ben più rispetto all'originale di Galleppini, a mio avviso!) e anche un po' maliziosa, quando sembra rimpiangere che quanto potrà ricordare il malcapitato Hugh sia solo frutto della suggestione indotta dal fratello e non qualcosa di realmente avvenuto... Decisamente più positiva la giovane Kate, anch'essa resa graficamente in modo da esaltarne un fascino meno esibito ma non meno intenso rispetto a quella della bionda Lily; in più, è una donna decisamente intraprendente, che intende ottenere un proprio spazio sociale non con l'inganno e il crimine, ma con la sua notevole intelligenza e competenza. Ci sono già molti spunti che la avvicinano al giovane Tex (ad esempio, un evidente e forte senso di giustizia pur nel distacco dalle più stantie convenzioni sociali). Un altro personaggio femminile molto ben delineato da Boselli (cui sembrano piacere le donne di nome Kate...) e che fa sperare in ottimi sviluppi. Comunque, un albo che si legge in un soffio e con grande diletto (forse il migliore di questa bella nuova serie).
  21. Anche il Sackem dei Pinte non è male come refuso... Forse questo si spiega con l'attività alternativa cui si stava dedicando il correttore di bozze.. O, meglio, chi si è occupato del lettering di questa nuova edizione...
  22. Ferme restando le legittime preferenze e diversità di gusti di ciascuno, sinceramente trovo eccessive le espressioni sopra riportate... Parlare di "fallimento narrativo" di Boselli, per di più per una storia che ancora non ha avuto conclusione mi sembra quanto meno un modo affrettato (se non decisamente pregiudiziale) di valutare una storia che, invece, a mio discutibilissimo avviso, risulta piacevole e coinvolgente. Nemmeno le storie di GLB, ad un esame minuzioso, si sottraggono talvolta a rilievi critici che ne evidenziano alcune carenze (specie se condotti con una spietata ricerca di ogni minima crepa). Per quanto riguarda i personaggi femminili, concordo sul fatto che Bonelli padre abbia creato delle figure narrative molto interessanti e ricche di sfaccettature come quelle citate, però a me sembra difficile negare a Boselli un impegno che forse nessun altro autore/sceneggiatore dopo GLB ha sviluppato, per dar vita a personaggi femminili credibili e complessi e non semplici comparse. Un esempio molto recente lo vedo nell'ultimo "Texone" illustrato da Laura Zuccheri. E anche i personaggi di questo episodio incentrato sul richiamo alla figura di Satania a mio avviso sono tutt'altro che scarsi. Bocciare adesso il personaggio della domestica malese (di cui conosciamo l'esistenza solo per una vignetta di anteprima del prossimo albo riportata sul sito Bonelli), rimproverandole scarsità di carisma/personalità mi pare proprio una sentenza senza prove... Almeno, fino ad ora. Aspettiamo quanto meno a vedere come verrà completata la storia per esprimere una valutazione più articolata e per vedere se le numerose aspettative che sono state fin qui generate saranno soddisfatte e spiegate bene o meno. Aver fatto nascere nei lettori una serie di dubbi, di interessanti e incalzanti richiami al passato di Tex, insieme al desiderio di vedere quanto prima la conclusione della vicenda non penso siano indizi di un fallimento narrativo, direi piuttosto il contrario...
  23. Ottima e particolareggiata precisazione storica! In effetti, non penso proprio che l'età di Joan rappresenti un elemento narrativo su cui indirizzare delle critiche a Boselli, e mi sembra che l'aspetto giovanile della dottoressa Fischer sia del tutto compatibile con una sua reale competenza nell'ambito medico, senza che lo svolgimento di questo tipo di studi possa costituire un ostacolo così grave alla verosimiglianza della sua "candidatura" a figlia di Satània - almeno per quanto emerso fino a questo punto. Credo che l'abilità di Boselli sia stata quella di inserire tanti elementi e di disseminare dettagli/indizi che accrescono le variabili e i possibili sviluppi che la vicenda prenderà nell'attesissimo epilogo. Penso che tutto questo accentua il fascino della storia e, come diceva bene prima Leo, anche il divertimento di chi si metta a leggerla proprio con l'intento di goderne a pieno varietà e complessità.
  24. Infatti, a mio avviso, fino ad ora gli indizi che Boselli ha disseminato puntano tutti su Joan, ma guardando sul sito Bonelli l'anteprima del prossimo fascicolo si vede che c'è una terza, a propria volta affascinante, donna - e per di più orientale - la domestica del dott. Fischer. A lei fa cenno la furibonda Lavinia nel suo accesso di gelosia, quando sostiene che Kelly guarda con insistenza quella donna (e sembra insinuare che la tradisca con lei). In questa ottica, la scenata della cantante in questo secondo fascicolo assumerebbe proprio la funzione di gettare un piccolo seme che indirettamente anticipa l'entrata in scena nel gran finale di questa nuova "candidata" al ruolo principale. Pertanto, se coup de théâtre ci deve essere al terzo atto, mi aspetto che sia proprio lei a "rovesciare le carte" e a rappresentare la nuova, insospettabile incarnazione della "maschera di cera". Rimane il fatto che anche in questa eventualità Joan difficilmente potrebbe rimanere del tutto estranea alle macchinazioni che avvengono in casa Fischer e, a maggior ragione, il dottore deve essere pienamente inserito nella vicenda. Che la figlia di Satania abbia anche una sorella??
  25. Concordo! Tanto più che la figlia di Satania ha ampiamente dimostrato di utilizzare i membri della sua setta come semplici pedine che possono essere sacrificate senza rimorsi per giungere al suo scopo finale, ossia la vendetta. Questi suoi tratti così spietati, non solo renderanno ancora più avvincente la parte finale della storia, ma anche serviranno a giustificare una giustizia riparatrice (appunto, una Nemesi) finale che permetta di far uscire di scena una donna e per di più così crudele (anche se sono convinto che questo non accadrà direttamente per mano di Tex, che da parte sua vorrebbe solo catturarla per poi farla processare per i suoi crimini). E proprio questi aspetti così cinici possono più facilmente accostarsi (per contrasto) con la figura di Joan delineata nel secondo albo, così dolce e quasi remissiva, proprio come ulteriore copertura (o, se si preferisce, abile depistaggio da parte di Boselli) della sua vera indole...
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