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TWF - Tex Willer Forum

Ronin

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  1. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Approfittando della gentilezza di Borden, gli chiederei di precisare alcuni dettagli su questo. Acclarato che G. L. Bonelli, negli ultimi anni della sua attività, aveva pensato di farsi aiutare da voi due, giovani ed entusiasti discepoli, a scrivere per garantire il numero di pagine sceneggiate da inviare ogni mese alla SBE in modo da avere assicurata l'uscita dell'albo, esattamente in che modo pensava di organizzare questo lavoro? Nel senso, fermo restando che lui penso che aveva intenzione di continuare con il suo solito metodo della sceneggiatura "visualizzata" (si sa che G. L. Bonelli preparava una sorta di layout di ogni tavola) e voi gli avreste scritto i soggetti che poi lui avrebbe supervisionato, approvato e sceneggiato? Avreste portato più che dei soggetti, dei veri e propri trattamenti (una sorta di pre-sceneggiatura) che G. L. avrebbe poi sistemato e sceneggiato? E con il tempo, avreste fatto delle vere e proprie sceneggiature che lui avrebbe rivisto, magari solo nei dialoghi, e approvato? Grazie sempre della disponibilità!
  2. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    In tal caso speriamo che la Casa Editrice provveda per bene e per tempo. L'ultima cosa è che vorrei, come direbbero i francesi, apres Borden...le deluge!
  3. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Beh, Valerio, è ovvio che uno scrittore che scrive Tex seguendo un suo schema studiato a tavolino non può piacermi, dato che nove volte su dieci questo porta a una storia dallo sviluppo più che prevedibile e che nel decimo caso trova una conclusione con un avversario che fa fare una figura da piccione al nostro ranger ("Fuga da Anderville", remember?) che non ha capito un accidente della faccenda fino alla fine. Più giallo, dici? Peccato che lo stesso Sergio Bonelli gli avesse consigliato di andarci piano, fino a prova contraria qui si sta scrivendo un fumetto western, gli stilemi gialli possono andare bene una volta su cento. Più humour? Ah certo, quando andava bene con Carson che si divertiva a gigioneggiare con qualche travestimento e quando andava male con lo stesso Carson trattato da vecchietto rimbambito. Il sarcasmo intatto con Nizzi? tenendo fermo che "Tex il Grande" ce l'ho ben presente e non ho bisogno di rileggerlo ti pregherei di andarti a rileggere alcune scene tratte da "Sulle piste del Nord" o "Terra promessa" per rivederti il concetto di sarcasmo secondo GL Bonelli e poi ne riparliamo.
  4. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Questo messaggio è invece per il nostro esimio curatore. Borden, io ti auguro e sopratutto MI auguro che tu resti saldamente al timone della testata per moltissimi anni ancora (facciamo una dozzina se non ti stufi prima di sopportare anche le nostre osservazioni?^) ma, dato che ci hai parlato del tentativo di G. L. Bonelli di allevarsi "in casa" come eredi due giovanotti di belle speranze come te e Giorgio Bonelli e che questa operazione non è andata a buon fine per vari motivi, tra cui il fatto che è iniziata troppo tardi non è che avresti in mente per il prossimo futuro di dare il via all'addestramento al word processord di almeno un paio di giovani pards (anzi tre, cosi con te siamo a quattro| che è il numero canonico glbonelliano)? Magari il buon Giusfredi, già tuo assistente, potrebbe essere il primo.....
  5. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Ma guarda, io da quanto detto da Nizzi e sopratutto da quanto affermato in alcune interviste anche recenti, non metto in dubbio tanto la sua conoscenza quanto la sua comprensione del personaggio. Lui stesso critica le storie di G.L. Bonelli dicendo che spesso "partiva senza soggetto" e per questo motivo "a volte sbandavano un pò" mentre elogia sè stesso dicendo che ha sempre uno schema ben preciso della storia che sta per scrivere. Quindi se lui crede di riuscire a scrivere bene in questo modo un personaggio che è nato dalla penna di uno scrittore tanto passionale quanto istintivo a mio parere sbaglia già nei presupposti! Carlo, sei davvero sicuro che l'abbia capito fino ad un certo punto? Secondo me Nizzi , sin dal principio, ha avuto una visione decisamente parziale del personaggio, con delle sue caratteristiche fondamentali (risolutezza, ascendente sugli indiani, carisma, sarcasmo verbale contro gli avversari) decisamente ridotte e una accentuazione del suo lato più "burocratico" se mi si passa il termine. Si capisce dalle storie e dalle sue tante interviste in cui difende il proprio modus agendi, e spesso lo fa cercando di sminuire quello degli altri. Sul suo stile di scritture posso dire solo che lo trovo schematico, e nelle storie dell'ultimo periodo, svogliato e sciatto.
  6. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Ok, tanto di guadagnato per tutti, a partire dai lettori se le cifre sono queste. E mi auguro che insieme arriviamo fin dove è possibile arrivare. Per quanto riguarda Nizzi io conosco il suo laoro dai tempi di Larry Yuma su il giornalino e non credo di avere pregiudizi. Secondo me ha fatto il meglio che poteva, considerato che, parole sue, "era stato un lettore saltuario di Tex" e ha dovuto, sempre per sua ammissione, studiarsi il personaggio per poterlo scrivere. Sugli altri, beh, hai letto le sceneggiature che hanno scritto per altre serie o hanno fatto dei tentativi per Tex? Ah, infine, sono stato un lettore assiduo di Dylan Dog e so che è stato importante non solo per la Bonelli ma per tutto il fumetto italiano.
  7. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Ne approfitto per ringraziare i veterani del forum, specialmente Carlo Monni, Diablero e Ymalpas, che con i loro mirati interventi hanno chiarito molti aspetti e resa più interessante la discussione.
  8. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Avrei parecchio da dirti ma, dato l'argomento di questo post, siamo OT. Magari ne parliamo nella discussione su Mister No
  9. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Sarà diversità di gusti ma io le storie di missaglia su mister no le trovo gradevoli. Non capolavori, certo, ma piacevoli da leggere e a, mio parere, è entrato nello spirito del personaggio. Mister No è un amabile perdigiorno e si ritrova sempre per caso o per motivi di forza maggiore nelle avventure che vive. E' stato concepito cosi dal suo creatore ed è contraddittorio ed impulsivo come molte persone reali. Se vedi le cose in questa ottica, magari capirai anche l'approccio di Missaglia alle sue storie, cosi come hanno fatto altri autori.
  10. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Vero, ricordo in particolare la storia "Quanak l'apache" che, oltre ad essere abbastanza lunga, presentava anche un comprimario abbastanza texiano. Ma, come ho già detto prima, la prova generale per Nizzi credo siano state le due storie per Mister No.
  11. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Innanzitutto ti dico che sono molto compiaciuto nel constatare che una persona intelligente come te non poteva irritarsi per cosi poco. Poi ti ringrazio per i dettagli inediti del rapporto di lavoro tra te e G. L Bonelli in coppia con Giorgio (a proposito, lui lavora in tutt'altro campo, vero?) e quindi passo a risponderti partendo proprio dai dati di vendita. A quanto ho sempre letto e sentito c'è stato un vero e proprio crollo delle copie vendute all'inizio degli anni '80. Si passò, secondo i dati che sono stati diffusi, dalle 700.000 del decennio precedente a circa 350.000. In altre parole, metà dei lettori. Se non è un crollo questo! E, visto che proprio in quel periodo, oltre ai cartoni giapponesi che impazzavano sulle reti private (me li ricordo bene) c'era stato anche un affacciarsi di altri media (pc domestici, consolle di videogames, i telefilm) che di sicuro facevano concorrenza ai fumetti per quanto riguarda i passatempi dei ragazzini e, per gran parte di loro, li soppiantavano del tutto. Se poi questi dati di mia conoscenza sono errati, ti pregherei di fornirci il quadro esatto della situazione. Su Missaglia ho già detto la mia in un altro post. Sul tentativo di Bonelli senior di crearsi dei successori in casa sono perfettamente d'accordo con le considerazioni di Diablero e aggiungo che, a mio parere, i risultati dati dall'unica storia da voi pubblicata, ovvero la prima del Maestro, sia pur rimaneggiata più volte, erano tali da poter consentire la prosecuzione dell'esperimento. Peccato fosse ormai tardi, data l'età di Bonelli. Su Sclavi penso che, forse, si poteva insistere di più piuttosto che tenerlo relegato al ruolo di anonimo revisore di sceneggiature. Certo, commissionargli delle storie comportava dei rischi ma a questo punto mi chiedo se fosse più azzardato puntare su un autore proveniente da un settimanale cattolico per ragazzi(con tutte le limitazioni del caso) oppure puntare su un altro già rodato da anni di redazione e che già aveva lavorato sul personaggio? Su Berardi abbiamo già discusso e non ci torno.
  12. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Ma guarda, Leo, io, da abbonato fedele del "Giornalino" conoscevo bene e apprezzavo Larry Yuma (e quindi il lavoro di Nizzi) ma ero altrettanto consapevole che un pistolero le cui avventure venivano pubblicate su un settimanale delle Edizioni Paoline con un pubblico di riferimento di bambini o quantomeno ragazzini era un personaggio costruito secondo delle caratteristiche ben precise. E infatti sparava più che altro per disarmare e spesso sistemava gli avversari a suon di pugni, giusto per intenderci. Credo che le perplessità su Nizzi si potessero focalizzare più su questo aspetto che non sullo scarso numero di pagine sceneggiate per le storie di Larry. Poi Nizzi è stato messo alla prova su Mister No appunto per vedere la sua tenuta su storie lunghe e direi che ha superato l'esame tirando fuori una storia gradevole come "Paura nei Caraibi" e un quasi capolavoro come "Un ragazzo chiamato Santiago". Ritengo quindi che l'elemento decisivo della sua promozione su Tex sia stato proprio il banco di prova superato su un personaggio bonelliano (rectius nolittiano) come il pilota amazzonico. A questo punto , però, e spero di non ripetermi, visto che uno sceneggiatore di mestiere come Missaglia (più o meno coetaneo di Grecchi e con un curriculum non inferiore al Nizzi di inizio anni '80 visto che aveva già alle spalle il western "Jesus" che non era certo una serie edulcorata) era stato messo al lavoro anche lui sulla serie del pilota di Manaus e con risultati più che incoraggianti. Di conseguenza penso che, realisticamente, gli si poteva dare la chance di provare con una sceneggiatura texiana.
  13. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Sempre preciso e puntuale in tutti i dettagli, Carlo!
  14. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Questa storia di Berardi che avrebbe fatto il divo l'ho sentita pure io. Aspettiamo di sentire che ne dice il curatore della serie.
  15. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Io questo non posso saperlo. Al limite deve rispondere Borden. E comunque ha già detto chiaramente che la sua storia di esordio non era piaciuta a Sergio Bonelli. Quindi non credo che sia stato Berardi a non voler proseguire su Tex.
  16. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Allora, Borden, tanto per cominciare io seguo e apprezzo il tuo lavoro da tanti anni. Cosi come apprezzo ogni tipo di lavoro fatto bene. Ora, non so cosa ti abbia fatto cosi irritare ma, perdonami, affermare che le miei osservazioni sono incomprensibili dopo che le ho esposte cosi chiaramente davvero mi lascia sorpreso. Provo a spiegarmi più chiaramente. Innanzitutto, una volta acclarato che l'avanzare dell'età impediva a Bonelli senior di assicurare una produzione tale da garantire la regolare uscita in edicola era più che naturale pensare a trovare dei sostituti adatti no? E invece, escluso Grecchi, non si trovò di meglio che sperimentare Guido Nolitta nei panni di sceneggiatore texiano. Era palese che si trattava di una soluzione provvisoria e infatti non è questo il punto. Come da te stesso affermato qualche post fa la mancanza di comunicazione tra G.L, Bonelli e la casa editrice (in termini più semplici la mano destra non sa cosa fa la sinistra) ebbe come conseguenza che da una parte il vecchio Bonelli pensava di continuare a scrivere con l'appoggio dei suoi giovani pard (tu e Giorgio) e dall'altra Sergio Bonelli aveva già messo Nizzi al suo posto a sua completa insaputa. Se non è un errore questo! Io dico semplicemente che non è una strategia oculata quella di tenere fuori l'autore principale dei testi di una serie dalla sua gestione editoriale e credo che i risultati di questa scelta si siano visti. Mi chiedi cosa avrebbe dovuto fare la bonelli secondo me? Non ho problemi a risponderti: si poteva cercare di coinvolgere altri autori oltre a grecchi, e ho fatto anche qualche nome. Si poteva dare più fiducia a Berardi dopo la sua prima prova. Si poteva cooptare qualche altro autore oltre a te e Medda nel 1993. Detto questo, ti saluto con molto affetto e mi aspetto una replica un pò meno irritata. Ah, per inciso, io non ho nessun problema specie se le storie mi soddisfano!
  17. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Scusa, Borden, non mi pare che, sulla base di quanto detto, la gestione di Tex sia stata priva di mancanze. Non si può certo pensare che un autore di oltre 70 anni possa garantire il futuro di una serie no? Di conseguenza era più che naturale pensare per tempo ad un oculato avvicendamento ai testi di Tex. Cosa che non è stata mai fatta, visto che, come ho evidenziato, da una parte G.L Bonelli pensava a continuare a scrivere all'infinito (con qualche aiutino...) e dall'altra Sergio Bonelli arruolava uno scrittore come Nizzi chiedendogli di fare storie che ricalcassero quanto più possibile quelle del padre? Ti sembra una gestione lungimirante questa? A me no. E del resto il crollo delle copie vendute (circa la metà dei lettori se non erro andarono persi..) non si può certo imputare solo alla concorrenza dei cartoni animati giapponesi no? Io ti riconosco il merito di aver proposto un nuovo modo di scrivere Tex ma il tuo debutto nella serie regolare (escludiamo la storia del Maestro..) è del settembre 1994. Fino ad allora non mi pare che si fossero fatte delle scelte oculate. Tutto qui. E sulla lettura delle storie di Nizzi da parte di G. L,. Bonelli (oh lo so lo so che il tamburino recitava "consulenza e supervisione: G. L. Bonelli) ho i miei dubbi..
  18. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Ok. Tutte le mie curiosità sono state soddisfatte. Certo, con tutto il rispetto per i diretti interessati, mi permetto di dire che, pur trattandosi della serie-traino dell'intera Casa Editrice, questa discussione evidenzia che la gestione di "Tex" non è stata esente da "errori" (le virgolette non sono casuali). E' quantomeno strano che l'autore di punta della Bonelli (e sfido chiunque a dire che G.L. Bonelli non lo sia stato fino almeno al suo ritiro) non venga in alcun modo coinvolto nella cura redazionale del suo personaggio. Va bene che G.L. aveva il suo caratterino, va bene che preferiva dedicarsi solo alla scrittura ma, stando cosi le cose, poi non ci si deve stupire di quello che è successo. G.L. cerca di perpetuare sè stesso avvalendosi dell'aiuto di alcuni giovani collaboratori mentre il figlio Sergio, a sua insaputa, aveva già messo Nizzi al lavoro sul suo personaggio. E' una situazione che ha del paradossale. E, infatti, il tentativo di autoclonazione del creatore di Tex, come dettoci dallo stesso Borden, non va a buon fine mentre il personaggio viene affidato completamente a Nizzi il quale fa del suo meglio per proporre una versione del ranger quanto più possibile vicina all'originale seguendo le indicazioni di Sergio Bonelli e Decio Canzio. Alla fine G.L. si allontana definitivamente da Tex (ultima storia accreditata "il medaglione indiano" è del 1991 ma probabile che fosse stata scritta diversi anni prima) mentre Nizzi, oberato dal superlavoro e dalle responsabilità, finisce per andare in crisi creativa (tra il 1992 e il 1993 mi pare..) e costringe Sergio Bonelli a creare la famosa task force di emergenza da cui è venuto fuori anche il nostro Borden con il suo "Il passato di Carson".
  19. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Tutto chiaro, Borden. La tua biografia professionale la conosco bene e so che ti è stata richiesta una gavetta molto lunga prima di arrivare a scrivere Tex. Quello che non sapevo era che G. L. Bonelli aveva in mente di continuare ad occuparsi del suo personaggio avvalendosi dell'aiuto tuo e di Giorgio Bonelli. Scelta coraggiosa e anche in anticipo sui tempi, se penso che adesso è più o meno il metodo che usa Berardi su Julia (ovvero soggetti sempre suoi e sceneggiature in collaborazione con dei giovani e valenti aiutanti). Ma evidentemente era una soluzione troppo innovativa...
  20. Ronin

    La successione di G.L. Bonelli

    Ok, ringrazio tutti per le loro risposte a partire dall'ottimo Borden. Ma a quest'ultimo vorrei chiedere se davvero G.L. Bonelli pensava, realisticamente, di poter affidare Tex (già allora la testata più prestigiosa e venduta della SBE) a due esordienti neanche trentenni come eravate tu e Giorgio Bonelli allora. Tra l'altro Giorgio Bonelli non lavorava neanche in redazione no?
  21. Buonasera, chiedo aiuto ai forumisti più esperti di me (e magari anche agli autori) per chiarirmi alcuni dubbi in merito agli autori ai quali è stato proposto di sceneggiare Tex quando il suo creatore cominciò a rallentare il ritmo della sua produzione. Come tutti sappiamo G.L. Bonelli ebbe l'esclusiva dei testi della serie dal suo debutto nel 1948 fino circa alla metà degli anni Settanta. In seguito, anche a causa di una malattia, fu affiancato dal figlio Sergio (con l'abituale nom de plume di Guido Nolitta) il quale, incassato il netto rifiuto del padre a coinvolgere nella stesura delle storie nomi anche celebri del fumetto di allora come Luigi Grecchi, si convinse a cimentarsi come autore texiano e anche con ottimi risultati, a partire dalla celebre "El Muerto". Tuttavia, anche a causa dei suoi impegni come editore, Sergio Bonelli preferì cercare altri autori da alternare al genitore per poi, in futuro, sostituirlo del tutto. Sappiamo bene che alla fine la scelta cadde su Claudio Nizzi che poi è diventato il titolare assoluto dei testi fino alla famigerata crisi del 1992 che costrinse l'editore a tornare di nuovo in campo come autore, affiancato dall'allora Direttore Decio Canzio e, sopratutto, a mettere alla prova anche alcuni giovani sceneggiatori, tra cui il nostro Borden. Ora la mia domanda è questa: Sergio Bonelli, prima di puntare su Nizzi, ha in effetti contattato soltanto due pezzi da novanta come Gino D'Antonio che Giancarlo Berardi, proponendogli di prendere in mano la serie oppure ha tentato anche di coinvolgere anche altri autori di solido mestiere come Ennio Missaglia (autore di serie western come Jesus prima e poi di Judas e Gil) o, addirittura, di tentare esperimenti con autori tipo Alfredo Castelli o Tiziano Sclavi (comunque redattore in forza alla casa editrice)? Grazie a tutti in anticipo per le risposte che vorrete darmi!
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