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Juan Ortega

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Tutto il contenuto pubblicato da Juan Ortega

  1. Pensiero più che condivisibile. Anche per me la formula delle due storie penalizza la qualità della riuscita finale o almeno è la sensazione che ho tratto nella storia dei Maxi. Se averne una sola significa passare ad un'uscita annuale, allora mi auguro si avveri al più presto! Credo che negli anni la qualità delle uscite sia stata abbastanza alterna: non so se dipenda dal fatto che ci siano storie dirottate dalla serie regolare (e sinceramente non mi interessa neppure) ma se anche fosse così...beh se il risultato è quello di "Oklahoma" allora va benissimo Inutile che ci giri attorno: io lo comprerò sicuramente. Fondamentalmente per due motivi: 1) compro poche uscite di Tex e, se smettessi di acquistare il Maxi, ridurrei veramente molto le mie letture inedite. 2) a differenza di @Condor senza meta (beato te) io sono ancora nel tunnel del "vizio del completismo" e non so se ne uscirò mai. Senza prendere il Maxi proverei un malessere fisico.
  2. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    La adoro! Per me è un piccolo gioiellino. Un Dylan Dog ante litteram! Ricordo anche uno strepitoso Fusco... grandissima storia!
  3. Mitla...Guaimas...Mangos...Morisco&Eusebio... Personaggi indimenticabili per una storia indimenticabile. "Diablero" è un avvicendarsi di situazioni coinvolgenti e sconvolgenti, in un crescendo di tensione narrativa in cui GLB, ancora una volta, dimostra di essere maestro. La suspense è palpabile, l'arrivo della temutissima notte prelude sempre agli efferati crimini del mostro. Ricordo (non molto nitidamente ma quanto basta) che una prima lettura di tanti anni fa mi inquietò alquanto. Quando non c'è spiegazione per un mistero allora rimani disorientato e la paura non svanisce. Perché il diablero uccide? Perché tutto questo odio e questa malvagità? Come "Gli uccelli" di Hitchcock: perché improvvisamente attaccano l'uomo? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Non c'è spiegazione. Esattamente come dice Mangos ad un alquanto ingenuo e un pò ottuso Morisco: "Un vero peccato non averlo potuto prendere vivo" "A che sarebbe servito?" "Avrei cercato di parlargli, per capire cosa lo spingeva ad agire in quel modo" "Un diablero è un diablero e basta. Nascono già così, con la mente piena di cattive cose e il cuore malvagio!" Letteri (come sempre) perfetto! Non occorre aggiungere altro.
  4. Juan Ortega

    Ristorante Tex

    Spaghetti alla bolognese niente? Eccola!! Ricordavo questa, in particolare per l'espressione "colorita" di Carson Più passano gli anni e meno la mia memoria funziona
  5. Juan Ortega

    Ristorante Tex

    Se non ricordo male in un episodio Carson manifesta tutta la sua riluttanza verso pesce e simili. Sto spremendo le meningi ma non ricordo l'albo esatto In ogni caso, in trentino opterei anch'io per un menù più texiano
  6. Juan Ortega

    Ristorante Tex

    Nel menù ci dovrebbero essere anche baccalà, acciughe e spaghetti alle vongole
  7. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    Tre titoli che inserirei nella mia TOP10!!! Devo giocarmelo al lotto il 38
  8. Juan Ortega

    [96/98] La Caccia

    Secondo me hai centrato in pieno un concetto fondamentale. Una delle grandezze di GLB sta proprio qui, in come riesce a sceneggiare con brio, pathos e tanta tanta azione soggetti western decisamente classici e già sfruttati in passato. Storie come queste sono come il pane quotidiano per un lettore come il sottoscritto. Ne sento veramente il bisogno. Ben vengano i Mefisto, i dinosauri, i vichinghi, le mummie e tutti quegli altri soggetti che esulano dalla pura tematica western, ma sono queste storie che rappresentano la testata d'angolo della serie. Pur non amando lo stile di Muzzi trovo anch'io che gli interventi di Galep provochino un effetto veramente negativo. Sostanzialmente peggiorano tavole che già non mi fanno impazzire, sia qui che in altri episodi della serie (forse il peggior risultato è nel "Cacciatore di taglie").
  9. Juan Ortega

    Le tre migliori storie di sempre

    Non voglio banalizzare il tuo ragionamento ma credo che le tue preferenze dipendano esclusivamente dai tuoi gusti personali. Magari sono quelle che ti hanno emozionato di più, quelle che ti piace rileggere o, che ne so, quelle che ti hanno lasciato qualcosa di particolare. Se nella tua TOP3 non c'è nessuna storia di GLB, non penso che per questo tu sia meno "texiano" di chi ne mette 3 su 3. Non mi scandalizza per nulla. Tra l'altro, a parte "Gli invincibili" che non ho mai letto, hai citato due storie che ritengo bellissime. Figurati che io, nelle mie 10 storie preferite di Tex, ne inserirei almeno due di Nolitta (lo so, rischio il permaban, pazienza).
  10. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    A parte poche eccezioni (a memoria mi viene in mente "Zeke Colter") io invece prediligo le storie lunghe (è così ad esempio anche per Mister No), quelle dove ci sono sceneggiature di ampio respiro. "La congiura" l'ho trovata ben bilanciata, senza eccessive lungaggini ma, come sempre, è una questione di gusti e preferenze personali.
  11. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    Il motivo del recente contendere L'ho già commentata nell'apposita sezione: per me è una bellissima storia che mi ha veramente appassionato. Nizzi in grande spolvero e magistrali disegni di Villa. Io non riesco proprio a stilare una mia TOP50, tante storie le ricordo poco e rischierei di fare una lista tanto per fare. Mi accontento di leggere le vostre!
  12. Juan Ortega

    [128/129] Silver Star

    Storia che mi lascia sensazioni alquanto contrapposte. Da una parte c'è un soggetto validissimo, uno stallone nero che incarna lo spirito di Manitu quindi sacro per tutti i Navajos. Personalmente lo trovo molto affascinante e credo che avrebbe potuto essere lo spunto per una storia memorabile. Dall'altra parte secondo me c'è una sceneggiatura un pò troppo confusa, con alcune situazioni risolte frettolosamente e senza il consueto pathos. Escludendo la tragica fine di Bishop (questa sì drammatica), non c'è la solita tensione narrativa con cui GLB ci ha abituati. Resta il fatto che la rileggo sempre con grande piacere, sicuramente anche per gli ottimi disegni di Nicolò, artista per me eccezionale. Il suo "Silver Star" resta impresso e fa compagnia a "Dinamite" in un ipotetico olimpo texiano. Dialogo che ha colpito anche me, lasciandomi alquanto esterrefatto. La metà oscura del vecchio Carson
  13. Mi trovo allineato col giudizio di @Magico Vento La cosa che più mi ha impressionato della storia è la complessità della sceneggiatura che, pur nella sua lunghezza, non ha mai cadute di tono e si fa leggere con grande voracità. Le basi su cui poggia l'intera vicenda sono estremamente solide, non ci sono forzature o punti deboli. Ogni situazione è cucita con la successiva con estrema cura. E questo rende estremamente credibile una storia che, più la si legge, più si rivela avvincente. Yama, come antagonista dei quattro pard, non vale nemmeno la metà di Mefisto ma, proprio per questo, è ancora più verosimile perché è al suo punto di partenza nell'arte delle magie oscure e quindi deve rivelarsi fallibile quanto basta. E' un neofita e non potrebbe già essere al livello del padre (cosa che non succederà mai). Soffre quando scende negli inferi più profondi e terribili per cercare la risposta all'inefficacia della sua magia; e ne esce ancora più terrorizzato tanto da esprimere la sua ferma riluttanza nel doverci mai tornare. In fondo qui il suo lato diabolico è ancora embrionale e, nonostante l'applicazione nello studio dei testi oscuri lasciati dal padre, è ben lontano da essere un antagonista letale. Trovo Loa estremamente affascinante (comprendo bene perché fosse diventata la schiava preferita del capo Seminole ) e compagna perfetta per il figlio di Mefisto. E' l'anello di congiunzione con il passato di cui Yama ha bisogno e di cui si serve per compiere la sua missione vendicativa. Un unico difetto che posso trovare per questa storia è il finale un pò troppo affrettato e semplicistico. Chiaro l'intento a lasciare aperta la porta per un episodio successivo (e questo sicuramente ci sta) ma poteva starci una soluzione più articolata. Infine tanto di cappello per i disegni di un Galep veramente al TOP. Partner perfetto per le storie di Mefisto di GLB, così come Letteri lo era per El Morisco. A parte la copertina de "I quattro amuleti" (generica e fuori dal contesto della storia) le altre tre sono delle piccole opere d'arte.
  14. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    Mitico Apache Kid!!! Storia che ho sempre trovato molto "nolittiana". P.S. Mi piace moltissimo come presenti le storie, con la prima vignetta ed il relativo titolo, perché sono particolari che si dimenticano, focalizzandosi invece sul titolo dell'albo.
  15. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    In realtà è una storia che non è amatissima in generale. Se guardi il topic apposito qui su TWF ha suscitato molte critiche/perplessità tra chi ha commentato. Io l'avrò letta non so quante volte e la trovo sempre meravigliosa!
  16. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    Storia che personalmente adoro!
  17. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    La madre di tutte le storie del Grande Nord!
  18. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    Ho come l'impressione che di storie del magico centinaio (101-200) ce ne saranno parecchie Rivisto qualche giorno fa "Per qualche dollaro in più" con la magica scena del carillon
  19. Storia breve, forse con poche pretese, ma che fila benissimo. E trovo anche una certa originalità nella sceneggiatura, non tanto per il tema (bianchi disonesti e indiano amante del whisky) quanto per come questo sia calato in un contesto di vita quotidiana di Tex. In effetti tutta la vicenda parte da un fatto abbastanza banale (Tex che si reca a Gallup per acquistare rifornimenti) ma che, grazie ad un'abile intuizione dello sceneggiatore, si trasforma in una vicenda drammatica, risolta forse un pò troppo in fretta. La dipartita della banda Dugan e dell'infido Cane Giallo è abbastanza insipida, senza il consueto guizzo di GLB. Ma la storia, nel suo complesso, è veramente gradevole, aiutata dagli ottimi disegni di Nicolò, artista che amo moltissimo. Tra i vari personaggi fa la sua comparsa Kelly, il proprietario del "Silver Star" (nome ripreso per una successiva, bellissima, storia) che ritroveremo in seguito in quello che considero il capolavoro di GLB. Le parole finali di Tex in risposta a Carson che considerava chiusa la faccenda, contengono "in nuce" le drammatiche vicende che il Ranger dovrà affrontare: "Il giorno in cui il segreto dei monti dell'Arcobaleno trapelerà sino a giungere alle orecchie di qualche avventuriero con alle spalle il solito pezzo grosso, allora sarà la fine di molte cose [...] Fatalmente succederà il grosso incidente che, abilmente gonfiato dai soliti politicanti, provocherà l'intervento dei militari e da quel momento lascio a te immaginare il resto".
  20. Per me questo è uno dei grandi classici di Tex. Soggetto tutto sommato semplice (ranchero truffaldino che, dietro l'apparente attività di allevatore, nasconde un commercio illecito di armi) ma sviluppato in maniera originale ed intelligente. La storia è ricca di colpi di scena, agguati, scazzottate, sparatorie e chi più ne ha più ne metta. Personalmente non ho riscontrato una eccessiva lunghezza, anzi ho trovato che ogni singolo tassello della vicenda sia stato incastrato molto bene e, alla fine, ti ritrovi un puzzle completo di ogni pezzo. Due personaggi rimangono impressi. In primis il giudice Bean, figura veramente memorabile. La scena del processo è assolutamente spassosa, l'assoluzione dell'irlandese è tutta da ridere. Peccato che nel prosieguo della storia scompaia: bastano comunque poche scene per renderlo indimenticabile. Il secondo personaggio è il nerboruto sceriffo di Pecos City, un maciste coi baffi. La sua devastazione del battello a colpi di accetta è da antologia. Ma uno dei meriti più evidenti di questa storia sono i dialoghi ideati da GLB, sempre funzionali alla storia ma realmente divertenti. Da quelli con Carson incatenato all'albero a quelli con l'insolente soprastante dei Fisher è un susseguirsi di battute sferzanti e brillante ironia. Su Letteri rischio di ripetermi: per me un grandissimo e le sue tavole un valore aggiunto non secondario.
  21. Juan Ortega

    La mia personale Top 50 di Tex

    Interessante iniziativa! Chiaro. Va sempre tenuto conto che si tratta di gusti personali. E trovo sempre interessante conoscere quelli degli altri. Anch'io! Spesso le storie che esulano un pò dalla classica tematica western, si rivelano avvincenti se non addirittura memorabili. Un classico che, tra l'altro, ho appena riletto e commentato nell'apposita sezione.
  22. Juan Ortega

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Riletta dopo tanto tempo. Storia dall'aura mitica che, leggendo i commenti precedenti, può appassionare oppure no. Ci sono senz'altro dei momenti epici, in particolare la scena finale dopo la tragica battaglia di Shiloh Church, dove GLB inquadra come meglio non si potrebbe la pazzia di quel conflitto: "Addio Rod! E che il tuo sangue possa ricadere sui pazzi criminali che hanno dato il via a questo orrendo massacro". Forse retorico o eccessivamente melodrammatico ma di grande impatto; un "j'accuse" che non è solo di TEX e di Bonelli stesso, ma di tutti quelli che vedono all'interno di una guerra soprattutto distruzione e corpi dilaniati. Quel fucile "spezzato" è altamente simbolico di quella follia, al pari dell'elmetto dei soldati americani nel Vietnam con il simbolo della pace (un palese ossimoro). La storia in sé ha anche altri momenti molto riusciti (ad esempio la rissa iniziale nel saloon) ma, in definitiva, la trovo un pò troppo spezzettata con situazioni che si susseguono disordinatamente e che, a mio parere, ne penalizzano un pò la lettura. La guerra è ben presente, la si percepisce ma, in fondo, non viene vissuta e quindi rimane un pò sfocata. E forse anche le figure dei vari ufficiali presenti nella storia potevano essere caratterizzate meglio (non ne rimane impressa nemmeno una). Non posso non parlare di Galep. Come già scritto in altri post, non sono un suo particolare estimatore ma qui le sue tavole sono veramente eccellenti. A tratti superlative. La succitata scena dell'addio a Rod non mi avrebbe suscitato tanta emozione senza il suo tocco d'artista, con quel sole che si leva alle spalle del fucile piantato sulla tomba dello sfortunato amico. Ma dove, secondo me, tocca l'apice sono nelle tre cover degli albi di questa storia, tra le più belle dell'intera serie. A memoria (chiaramente non le ricordo tutte) ben poche possono rivaleggiare con queste.
  23. Una delle storie che ricordavo con più piacere delle mie prime letture di Tex. Parto subito dai disegni di Letteri, per me strepitosi. Ormai è risaputo che nelle ambientazioni cinesi si trovava a suo completo agio, ma qui c'è molto di più. Le tavole dove vengono letteralmente devastati i locali cinesi dalla torma di rissaioli assoldata da Tex sono da antologia. E l'ammaliante Jane non poteva essere caratterizzata meglio di come è stato fatto. Una "femme fatale" dal grandissimo fascino e dall'altrettanto importante personalità. Tornando alla storia trovo anch'io che l'appendice messicana, oltre ad essere meno interessante, sia del tutto superflua ai fini della storia. Per me termina con la morte di Jane poi inizia un'altra breve avventura dove c'è poco da dire. Da una lettura adulta effettivamente si possono notare diverse incongruenze nella sceneggiatura, già citate in altri commenti. Incongruenze che, secondo me, non vanno a minare una storia scoppiettante, dove i colpi di scena si susseguono uno dietro l'altro. E la lettura fila che è un piacere. Insomma storia che si rilegge ancora con piacere immutato. Al di là di palesi forzature, possono piccoli errori o qualche buco nella trama farci giudicare negativamente una storia che comunque ci emoziona e trascina? Per me, chiaramente, no! E vale per GLB come per Nizzi e tutti gli altri autori di Tex. E vale anche per questa "Chinatown".
  24. Juan Ortega

    [220/223] Sasquatch

    Anche nella mia. L'unico cartonato Mondadori che possiedo è proprio di questa storia. Indimenticabile Nolitta e indimenticabile Nicolò.
  25. Concordo in pieno. La grandezza di questa storia sta proprio nel suo sviluppo, assolutamente magistrale. Non starò a ripetere i tanti pregi contenuti in questo "Il giuramento" perché già ben elencati da chi mi ha preceduto nei commenti. Sottolineo solo due piccoli particolari. Il primo è come Tex apprende che Lilyth non c'è più; il dialogo con Ta-Hu-Nah è privo di ogni banalità, fatto più di sguardi, di sensazioni a pelle che di parole. Tex sa che la sua sposa è "in viaggio verso le celesti praterie" ben prima che gli venga detto o fatto intuire. Freccia Rossa resta sullo sfondo, non è lui che deve avere l'ingrato compito di accogliere Aquila della Notte al villaggio. Ma la sua proverbiale saggezza non viene meno: "Aquila della Notte è qui" "Troppo tardi per rivedere mia figlia e troppo presto per evitare il pericolo di morte che striscia come veleno sulla mia terra" Il secondo particolare è rappresentato dalle due figure di militari che Tex incontra. In primis il sergente al posto di blocco che trova un abile compromesso tra i suoi doveri militari e su quelli morali; è un ufficiale e non può trasgredire apertamente gli ordini che gli sono stati dati ma, ai fini pratici, appoggia Tex e la sua ingrata missione. Memorabile quando ordina ai suoi uomini di sparare su Tex quando lui è già abbondantemente fuori tiro. Infine il capitano medico, dalla rettitudine morale esemplare. Ufficiale vecchio stampo ma non ottuso come tanti militari che ci sono stati presentati in altre storie. Il suo commiato da Tex è tutt'altro che amichevole ma resta un rispetto di fondo (e forse anche un briciolo di comprensione) ben esemplificato da quel "secco gesto di saluto a Tex" come riporta la didascalia. Due figure di ufficiali dell'esercito molto diverse tra loro ma tratteggiate splendidamente. Come non ribadirlo. Galep in forma strepitosa, che riesce graficamente a tener testa a questa storia epocale. Aggiungo anche le facce butterate dei loschi figuri che avevano portato le coperte infette che, già dalla prima lettura che feci da ragazzotto, mi colpirono e impressionarono molto.
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