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TWF - Tex Willer Forum

Poe

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Tutto il contenuto pubblicato da Poe

  1. Poe

    TOP 5 Maxi Tex

    Dunque... a questo sondaggio hanno partecipato - almeno finora - 19 forumisti e il risultato, se non ho sbagliato i calcoli - ma non credo - è il seguente: Miglior Maxi di sempre: "Nei territori del Nord-Ovest" (Boselli/Font) Secondi a parimerito: "Nueces Valley" e "Oklahoma" Quarto posto: "Il cacciatore di fossili" Quinto: "L'oro del Sud" E anche secondo me questi cinque sono i Maxi migliori - al di là dell'ordine in cui metterli, che varia a seconda dei gusti. A questi io ne aggiungerei altri due che mi sono piaciuti: "Lungo i sentieri del West" e "Mississippi Ring". Anche "Il ponte della battaglia" di Ruju non sarebbe male, se non fosse per i disegni di Cossu, che proprio non digerisco (problema mio). "Nei territori del Nord-Ovest" vince di poco, ma è effettivamente una grandissima storia d'avventura, avvincente, emozionante, piena di atmosfera e di personaggi indimenticabili, Dawn e Goden Eye sopra tutti (e il miglior Jim Brandon mai visto). Una delle prove più convincenti di Font e di Boselli. Nessun momento di noia.
  2. Poe

    [236/239] Contro Tutti

    Questa è una gran bella storia western di Nolitta, con un Tex in solitaria che si trova ad agire in incognito per sgominare ben due bande (di ladri d'argento e di spacciatori di whisky), in un'atmosfera crepuscolare da film western anni '70, con personaggi ambigui e ben caratterizzati, indiani abbruttiti dall'alcool, prostitute sfiorite, famiglie disfunzionali, delinquenti di mezza tacca, alcuni per necessità, altri per inclinazione o stupidità, un po' tutti "perdenti" in cerca di fortuna o di riscatto, oppure rassegnati al loro destino. (A me ha ricordato un po' come atmosfera e come varia umanità il film "I compari"). Un buon esempio di come si possa scrivere un Tex diverso dal solito ma rispettoso dell’originale, un giustiziere duro, di poche parole, più ombroso del solito, a tratti amareggiato per la miseria umana e sociale che lo circonda, ma comunque sempre deciso, determinato, "arrabbiato", astuto e comprensivo, simile a quello già visto ne “Il cowboy senza nome”, ancora di Nolitta, disegnato – non casualmente – da Nicolò. Anche lì c'era un bel personaggio di prostituta triste, come in questa storia Kate, la sfortunata e nostalgica ragazza bersagliata dal destino avverso ma ancora capace di tenerezza e coraggio. Così come l'indiano Wiyaka che nel finale riesce a trovare la forza e la dignità smarrite per ribellarsi a coloro che stanno distruggendo il suo popolo. C'è da dire che in quegli anni non era solo Nolitta a fare, ogni tanto, un Tex più amaro del solito, immerso in situazioni altamente drammatiche e pessimistiche, perché anche GLB scriveva in quel periodo storie come "Linciaggio", ben poco allegra, oppure la cupissima il "Marchio di Satana". Questo di Nolitta vuol essere un western d'autore, con un'anima, con situazioni e personaggi non banali, che ricordano le migliori pellicole del genere. Molto diverso, per esempio, dalle successive storie di Faraci, che al confronto sembrano più che altro telefilm senza tanto spessore.
  3. Quindi tu paragoni Galep a una marca di jeans, e ti accontenteresti di un Galep tarocco? Ti ha già risposto frank_one: se la composizione l'hai fatta tu quella NON è assolutamente una vignetta di Galep. Anzi, prendere i disegni di un autore che non c'è più e modificarli a piacimento, facendo credere che sia una sua storia, sarebbe, oltre che una truffa, una mancanza di rispetto verso Galep, non un omaggio. A meno che non lo dichiari: "storia con disegni di Galep riassemblati da tizio". Ma a quel punto a chi interessa? A me no di certo! Con tutto il rispetto per tizio. A parte che ci vorrebbe il consenso dell'autore, dai per scontato che la composizione di una vignetta o di un quadro siano aspetti secondari e ininfluenti, cosa che non è assolutamente così.
  4. Dal n. 60 al n 89 di Tex, GL Bonelli, in ceca di ispirazione, scrive diverse storie attingendo da personaggi del West realmente esistiti: Butch Cassidy, Mano Gialla, Buffalo Bill, Cochise, il tesoro del pirata Lafitte, Plenty Horse, il tenente Casey, il profeta Wovoka. E in questo caso Shanghai Kelly e Johnny Devine, famigerati criminali di San Francisco le cui gesta sono state raccontate nel libro “La costa dei barbari”, 1933 (guarda caso lo stesso titolo dell’albo di Tex) scritto da Herbert Asbury , scrittore specializzato nella narrazione della criminalità urbana statunitense, divenuto celebre grazie al film di Scorsese “Gangs of New York” tratto da un altro suo libro. Shanghai Kelly e Johnny Devine erano esperti nella “crimpatura” o “shanghaiing” ossia la pratica di rapire uomini per costringerli a lavorare come marinai sulle navi. Proprietario di saloons e pensioni, drogava gli ignari malcapitati con micidiali cocktails di grappa e birra addizionati con oppio e laudano, oppure faceva fumare loro sigari mischiati sempre con oppio. E, se non bastava, aggiungeva un bel colpo in testa con un black-jack (sfollagente) per tramortirli definitivamente. Una volta spogliati dei loro averi, i malcapitati venivano calati attraverso una delle botole del suo bar e condotti in una nave in partenza. Quando i marinai riprendevano conoscenza erano già in alto mare, diretti verso destinazioni lontane, come Shanghai. Secondo le cronache Shanghai Kelly era un irlandese basso e tarchiato, con capelli rosso fuoco, una barba rossa irta e un carattere irascibile. Cercando su internet ho trovato questa immagine a cui forse si è ispirato in parte Raschitelli per disegnare la storia (la barba e i capelli brizzolati sono quelli), anche se lo Shanghai Kelly texiano fisicamente è longilineo, non tarchiato, e caratterialmente più “damerino” dell’originale. In ogni caso, questa è la seconda avventura di Tex a San Francisco dopo “Squali” (anche detta "La città senza legge" n. 61-63) una città, come nella prima storia, sempre in preda alla criminalità, con la polizia incapace di contrastarla. Shanghai Kelly ha fatto rapire addirittura il figlio del sergente O'Brian, un poliziotto onesto che cerca di contrastarli. Come nell'avventura precedente, i due pards agiscono a loro modo, senza rispettare alcuna regola, a suon di pugni e pistole. L'uccisione del braccio destro Johnny Devine da parte di Tex provocherà la vendetta di suo fratello Diamond Jim in quello che si può considerare il seguito di questa storia, ossia “San Francisco/Lotta sul mare” n. 154-156. Tra le storie ambientate a Frisco scritte da GL Bonelli forse questa è la più debole, gli antagonisti non brillano né per sagacia né per caratterizzazione, e Tex e Carson hanno buon gioco a farli fuori tutti con eccessiva facilità: appena arrivati malmenano prima Shanghai Kelly e poco dopo il tirapiedi che aveva ricevuto l’ordine di seguirli, successivamente hanno facilmente la meglio sugli avversari in uno scontro a fuoco al porto, e infine irrompono nei locali dei malviventi e come rulli compressori li sbaragliano senza troppa fatica. Carson scopre persino il nascondiglio del ragazzo rapito in modo fortunoso (in una delle famose botole di Shangai Kelly) e nelle ultime quattro pagine tutto si conclude sbrigativamente con la liberazione dell’ostaggio e la rapida uccisione dei capi della gang. La storia è memorabile solo perché vi compaiono per la prima volta il gruppo di amici di San Francisco che torneranno nelle storie successive: oltre al capitano Devlin, Mike Tracy, ex poliziotto proprietario dell'Hotel Alameda, l'ex campione di lotta libera Lefty Potrero, il suo aiutante Bingo e i forzuti della palestra Hercules Gymnasium. ------------------------ Tutte le storie di tex ambientate a San Francisco (se non ne ho dimenticata qualcuna - non ci giurerei - sono 11): - Squali (“La città del crimine”) n. 61-63 Bonelli / Galep - La costa dei barbari n. 85-86 Bonelli / Raschitelli, Galep - San Francisco n. 154-156 Bonelli / Galep - Il laccio nero n. 171-175 Bonelli / Letteri - La minaccia invisibile n. 309-310 Boselli-Bonelli / Letteri - La congiura n. 354-357 Nizzi / Villa - Gli assassini (Texone n. 12) Boselli / Font - Al di sopra della legge n. 456-457 Nizzi / De La Fuente - L’artiglio della Tigre n. 587-588 Nizzi / Venturi - El supremo n. 637-640 Boselli / Dotti - Il manicomio del dottor Weyland n. 738-740 Boselli / Cestaro Le migliori: “San Francisco”, “Il laccio nero”, “La congiura” “Gli assassini”, “Il manicomio del dottor Weyland”. La mia preferita: “Il laccio nero”. La peggiore: “Al di sopra della legge”.
  5. Poe

    Chi volete sui prossimi Texoni?

    Facendo il punto sui prossimi Texoni, mi sembra di aver capito da varie dichiarazioni che, dopo quello di Rauch/Palumbo di quest'anno, in futuro - diciamo fino al 2030 - vedremo (non si sa ovviamente in quale ordine): - Biglia (testi Ruju) - Rubini (Boselli) - Altuna (Faraci) - Cestaro (Boselli) - Bocci (Boselli) - Piccinelli (testi ??) Si era ventilata anche l'ipotesi di Pedro Mauro, ma dopo aver visto la sua prova, non proprio esaltante, sul Color storie brevi dell'anno scorso, spero proprio di no... Tra i disegnatori in forza alla Bonelli a me piace molto Franceso Ripoli (Dylan Dog, Le storie), credo che non abbia mai fatto western (a parte l'illustrazione dell'indiano qui sotto), ma il suo tratto potrebbe prestarsi bene.
  6. Poe

    [756/759] La Tigre colpisce ancora

    Berardi, come è stato ricordato, ha SEMPRE inserito personaggi omosessuali nei suoi fumetti, in Ken Parker (non solo in "Dritto e rovescio") e fin dai primi numeri di Julia, e l'ha sempre fatto in modo intelligente e non pruriginoso, non credo che in questo segua le mode. Ma poi quali mode? Non dimentichiamo che il fenomeno letterario (e politico) dell'ultimo anno in Italia è stato il libro di un certo generale che sostiene che i gay non sono normali e che andrebbero convinti a diventare etero, ecc. ecc. E a quanto pare sta avendo molto seguito. Quindi, ripeto, quali mode? Forse Berardi, vista l'aria che tira, ha semplicemente deciso di scrivere qualche storia in più sull'argomento. In un certo senso sta andando controcorrente. In quanto alla Bonelli, vorrei ricordare che è da un pezzo che compaiono personaggi gay in quasi tutte le testate, senza sbandierarlo molto: su Nathan Never, in Napoleone, Magico Vento, Dylan Dog, Dampyr, in Dragonero (la sorella di Ian), ecc. Poi ci sono i più espliciti personaggi di Luca Enoch (Gea, Sprayliz), ma non mi sembra proprio che ci sia mai stato un eccesso. Il fatto che per una volta (o due) compaiano anche in copertina non mi sembra nulla di clamoroso... Kit Willer che vuole seguire la moda? In un fumetto conservatore come Tex? Con lettori che sono in gran parte tradizionalisti? E a che scopo? Per farli irritare? Per provocarli? Secondo me semplicemente a Boselli serviva una situazione simile, di "amicizia virile", a fini puramente narrativi. Tra l'altro tipica di molti film western (vedi per es. "Butch Cassidy e Sundance Kid" tra i tanti).
  7. Se cerchi dei buoni western dal 400 in poi, aggiungerei ai precedenti segnalati: - "I giustizieri di Vegas /Duello nel corral" n. 601-602 un western cittadino - "Morte nella nebbia / Uccidete Kit Willer" n. 556-557 Kit Willer in fuga accusato ingiustamente - "Colorado Belle / I banditi della città fantasma" n. 538-539 un pizzico di sovrannaturale - "Luna insanguinata / Charvez il crudele / Feticci di morte" n. 651-652-653 (raccolto di recente in un unico volume economico delle Grandi storie Bonelli) - "I sabotatori" n. 613-614-615 western ambientato nel mondo delle ferrovie -"Mezzosangue" n. 621-622 sceneggiato da Ruju
  8. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Diablero, rileggiti con calma quello che ho scritto e capirai che il senso del mio post non era quello che dici tu, ma parlava del carattere di Tex, non di errori che giustificano altri errori. E' un post chiarissimo. No, ha messo a rischio una guerra indiana, perché se non torna dagli indiani scoppia una guerra sanguinosissima, e lui si era impegnato a trovare una soluzione diversa. Anche questo l'ho già scritto 2 volte nel post precedente! Comunque lo ripeto a scanso di equivoci: "Vendetta indiana" è un capolavoro, quello che ho fatto notare non è un errore che sminuisce la storia (quindi è inutile affannarsi a difenderla), era per fare un paragone sul modo di comportarsi non sempre "razionale" di Tex, tipico di tanti eroi.
  9. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    E' vero che Tex sa di avere degli amici all'interno del forte, ma è comunque un azzardo assurdo lasciarsi mettere in carcere da Arlington solo per potersi sfogare e poi sperare che gli altri ti liberino. E se gli amici ufficiali non avessero avuto il coraggio di andare contro Arlington? E se Arlington avesse fatto presidiare la cella di Tex da uomini di sua stretta fiducia? Non dimentichiamo che c'è in ballo una guerra sanguinosissima e Tex gioca d'azzardo? Il suo comportamento dal punto di vista "razionale", se vogliamo fare i pignoli, non ha senso. Sia chiaro, per me "Vendetta indiana" è un capolavoro e non voglio aprire una discussione su questo: era per fare un esempio di come Tex di fronte a un'ingiustizia e ai prepotenti non è certo il tipo che va per il sottile. Ma non sto a ripetere quello che ho scritto sopra.
  10. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Prendiamo una storia a caso: “Vendetta indiana”, capolavoro riconosciuto di GLB (storia che anch’io ho sempre apprezzato, chiariamo subito) e vediamo come si comporta Tex dopo la strage subita dai pacifici Ute di Black Elk. I Navajos e gli Utes sono in fermento, vorrebbero scatenare una guerra indiana per vendicarsi, ma Tex li frena: calma, vado a parlare con il colonnello Arlington responsabile della strage e trovo una soluzione pacifica. Nel mondo reale e razionale cosa dovrebbe fare Tex? Mantenere un basso profilo, usare la diplomazia, magari andare a Washington o non so dove a denunciare l’operato criminale del colonnello ai suoi superiori, andarci piano, temporeggiare in attesa di una soluzione, gettare acqua sul fuoco, ecc. Invece cosa fa il nostro eroe? Va al forte e provoca verbalmente Arlington (qualcuno direbbe “fa lo sborone”) e si fa da lui mettere in carcere! Proprio così Tex si fa sbattere in cella (e tra l’altro neanche protesta o cerca di scappare). Ma come? Non doveva risolvere lui la questione? Non aveva detto agli Utes arrabbiati che dovevano essere saggi? Non c’è in ballo una guerra indiana? Il rischio di centinaia se non migliaia di morti ute e navajo, una responsabilità enorme sulle proprie spalle, e cosa fa Tex? Si fa mettere in carcere stupidamente (qualcuno potrebbe dire “da coglione”) solo per sfogarsi. (E tra l’altro un ufficiale glielo chiede proprio perché ha provocato il colonnello e Tex risponde che ha agito così perché Arlington se lo meritava e inoltre voleva sapere di che pasta era fatto.) Poi però la storia volge a suo favore perché GLB non è stupido, quindi fa sì che ci siano degli ufficiali amici di Tex che lo liberano (ma Tex mica lo sapeva prima che l’avrebbero liberato), per cui lui riesce a scappare dal forte e alla fine di tutto riuscirà a vincere. Tutti quelli che hanno letto questa storia, però, non hanno pensato al fatto che Tex avrebbe dovuto “tenere un basso profilo” mentre invece ha preferito seguire il suo istinto e sfogare la sua rabbia contro il colonnello. Anzi, tutti noi quando vediamo Tex incazzato che le canta ad Arlington applaudiamo entusiasti. Ed è giusto così, perché questo è un fumetto, non la vita reale né un libro di Storia, e nei fumetti l’eroe è sempre impulsivo, istintivo, e di fronte a un’ingiustizia e ai prepotenti non sempre si comporta in modo razionale, ma reagisce senza tanto pensare alle conseguenze, seguendo il suo innato senso di giustizia (tanto c'è lo sceneggiatore che fa andare le cose nel modo giusto per non far fare brutta figura all'eroe). Un po’ come avviene nella scena di Tex e Tom nel ristorante razzista: doveva tenere un basso profilo? Ma chi se ne frega, quando ne va della dignità di un nero che in tutta la sua vita non ha subito che vessazioni! Era un rischio calcolato, secondo la mentalità di Tex, e infatti è andata a finire bene la scena. È una caratteristica non solo di Tex ma di tantissimi eroi dei fumetti non seguire la logica comune e agire seguendo il proprio senso di giustizia, anche a rischio di mettersi nei guai. Ho fatto l’esempio di “Vendetta indiana” ma se ne potrebbero fare decine di simili. Comunque il punto non è questo: è che se si vuole a prescindere distruggere una storia, non è difficile, non c’è bisogno di essere dei geni, basta cercare vignetta per vignetta tutte le incongruenze, le imprecisioni, le esagerazioni, le lacune, gli errori del protagonista, le cose non fatte, tutti i difetti che di solito ci sono in qualunque storia a fumetti, poi ingigantirli in modo esagerato come fossero macchie di inchiostro che si allargano, e poi dire che la storia intera è tutta sbagliata. Volendo si può fare partendo dal numero 1: che scemo Tex a farsi sorprendere ingenuamente due volte da Coffin, che imbranato a non capire subito che Satania è Cora Grey (il lettore lo capisce dopo due pagine), che assurda scena quella di Gros-Jean inchiodato da un coltellaccio a un albero (e oltretutto poco dopo è come se niente fosse), che fesso Tex che scappa inseguito da uno scimmione con la scimitarra, che espediente comico quello di far vedere Tex continuamente ferito di striscio alla tempia, che giallo ridicolo “L’uomo dalle quattro dita” risolto con Tex che scopre il colpevole trovando fortunosamente un suo guanto, ecc.ecc. (Naturalmente non lo penso, eh? Sto solo usando i criteri di giudizio dei detrattori di professione.) Il punto è che se si vuole distruggere una storia con sarcasmo è facilissimo. Peccato che stiamo parlando di fumetti d’avventura, non della Divina Commedia (ma anche la Divina Commedia a ben vedere qualche incongruenza ce l’ha).
  11. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Non è solo questo: la scena serve a far vedere il contesto sociale in cui vivevano i neri del profondo Sud (il razzismo è uno dei temi principali della storia) e ancora di più serve per quello che ha già detto Grande Tex: Esatto! Qui Tex non è un attaccabrighe, non è un fesso manesco, TEX VUOLE RIDARE DIGNITA' A TOM (che non è affatto più intelligente di Tex, semmai più spaventato e abituato a chinare sempre la testa di fronte ai bianchi). E INFATTI E' QUI CHE TOM COMINCIA A RIBELLARSI e a non dire più sissignore. State travisando tutta la scena presentando Tex come un imbecille. Anzi, praticamente a sentire voi ogni vignetta di questa storia è sbagliata! E' possibile statisticamente che tutte le vignette di questa storia non vadano bene??!! Tex doveva tenere un basso profilo? In qualche modo dovevano mangiare e Tex - che è sempre sicuro di sé - ha ritenuto che non ci fosse un pericolo eccessivo nel mangiare in un ristorante di razzisti in un paesino sperduto, anche se in territorio nemico. Ha valutato che il rischio valeva la pena, per quanto detto prima, per ridare dignità a Tom (come ha sempre fatto con Tiger). Tex doveva farsi spaventare da quattro bifolchi e mangiare fuori? Ma dai! Era rischioso? Ragionando così dovreste allora criticare metà delle storie di Tex. Dovreste tutte le volte dire: "Sarebbe più logico fare diversamente, perché oggettivamente se il piano di Tex va male, che bel casino che succede!", dovreste dire: "Tex sbaglia ed è un fesso perché il piano è rischiosissimo e mette a repentaglio anche la vita del caro figlio e del suo amato amico Carson!" Se in "Vendetta indiana" i suoi calcoli sono sbagliati, per fare un esempio, chissà che bel casino per i Navajos! Poi sta allo sceneggiatore far andare tutto bene e dar quindi ragione a Tex. GLB faceva filare tutto liscio, e anche Nizzi in questa scena (quindi è da considerarsi un rischio calcolato), Nolitta invece no (vedi il finale della "Strage di Red Hill") e lì effettivamente Tex faceva quasi sempre delle misere figure. P.S. chiedo: è normale ripetere continuamente IN OGNI DISCUSSIONE che Tex è "un imbecille", "un coglione", la storia è "una cagata", lo sceneggiatore è "un inetto". Chi non la pensa come te "non capisce niente", se qualcuno dice qualcosa di non condivisibile "è un problema suo", o addirittura insegnare agli altri come si scrive, e tutto questo spesso con tono supponente? (Non parlo di una persona specifica, ma come tendenza generale). Qualche volta potrà anche sfuggire, e vabbè ci può stare, ma IN OGNI DISCUSSIONE?
  12. Secondo me ci stai sopravvalutando. Conosco diverse persone che non scrivono sui forum ma ne sanno di Tex e di fumetti quanto noi, se non di più. E che magari la pensano anche molto diversamente (nel bene e nel male). D'altra parte il risultato che ha ottenuto recentemente questo forum di "critica competente" è stato quello di allontanare Boselli forse definitivamente. Dopo avergli rotto le scatole in tutti i modi, con critiche ripetute ossessivamente e con toni spesso antipatici (c'è modo e modo di fare le critiche, sia agli autori, che agli altri lettori), con messaggi eccessivamente caustici e in qualche caso poco rispettosi (che tra l'altro il regolamento vieterebbe), era inevitabile. Se Boselli - che non mi sembra troppo permaloso - ha definito il clima "tossico", un motivo ci sarà. Questo è il bilancio del forum 2023.
  13. Poe

    [382/384] La Tigre Nera

    Non vorrei riaprire la discussione infinita che venne fatta su "Fuga da Anderville" tempo fa, ma non mi sembra neanche giusto che in un forum di Tex si dicano cose che OBIETTIVAMENTE non sono vere, e cioè che "Fuga da Anderville" è una storia che esalta la guerra, quando in realtà è il contrario. E' un po' come se qualcuno domani si mettesse a scrivere che "Il laccio nero" è una storia razzista contro i cinesi o che "Sangue navajo" è un elogio della guerra! 1) Il fatto che i sudisti vengano rappresentati quasi tutti negativamente è vero, ma non basta questo a definirla una storia guerrafondaia, è semmai una storia ANTIRAZZISTA, e come in tantissime storie simili i razzisti vengono spesso visti tutti come biechi, rozzi, ignoranti, sadici, ecc. Sarà un modo un po' troppo manicheo e facile, ma non vuol dire che questo sia un elogio della guerra contro i sudisti. Definire guerrafondaia e propagandista "Fuga da Anderville" solo per questo è una forzatura, che non ha riscontro in nessun fatto o dialogo. Se c'è propaganda al massimo è contro il razzismo, non a favore della guerra. 2) Infatti la frase citata non esiste assolutamente da nessuna parte. E' un'invenzione, e per di più anche molto scorretta. La frase giusta è quest'altra: Che tutti di solito interpretano come: "mi batterò ancora di più contro la schiavitù dei neri e contro il razzismo". Non "adesso torno sul campo di battaglia ad ammazzare i sudisti nonostante il mio giuramento". E infatti Tex mica ritorna a combattere nell'esercito nordista dopo la morte di Tom. Anzi nel prosieguo della storia continuerà a evitare di uccidere qualunque soldato... TEX in questa storia NON ucciderà nessuno, volutamente, anzi farà di tutto per evitarlo. Questo è un fatto obiettivo. Può una storia in cui l'eroe protagonista evita di uccidere il nemico essere considerata un inno alla guerra? Direi di no. Questa vignetta tra l'altro è in linea con "Tra due bandiere" quando il Tex di GLB all'inizio, in contrasto con Rod, dichiara di essere assolutamente dalla parte dei nordisti per la libertà dei neri e contro la schiavitù. Anche nel finale di Nizzi c'è una ripresa del pensiero di GLB sulle guerre: di fronte alla morte di Rod Tex maledice tutti i politici che riempiono di odio la testa delle persone, e fomentano e fanno scoppiare le guerre; in Nizzi ugualmente c'è l'indicazione degli interessi economici (rappresentati da Howard Walcott) che stanno dietro alle motivazioni ufficiali delle parti in causa. Insomma, i soldati (e i cugini) si scannano tra loro, muoiono sul campo di battaglia per ideali oppure per la patria, mentre nelle retrovie i politici e gli affaristi s'ingrassano. Questa è la morale della storia molto chiara: i soldati si ammazzano ma a tirare le fila sono gli affaristi e i politici. Non mi sembra una morale guerrafondaia. E questo è ciò che si ricava OBIETTIVAMENTE dalla trama e dal comportamento di Tex. Fine dell'OT.
  14. Poe

    [382/384] La Tigre Nera

    Il Tex di GLBonelli è sempre stato più in gamba di tutti, non solo è il migliore con le pistole e i pugni, ma è anche quello che capisce (quasi) sempre la situazione e sa come risolvere ogni problema: è la caratteristica del personaggio essere molto intelligente, come si vede per esempio in storie fondamentali come “Sangue navajo” o ne “L’eroe del Messico”, dove mette in scacco l’esercito statunitense o quello messicano in quattro e quattr’otto. (Essere intelligente e in gamba – sia chiaro – non significa essere infallibile: il Tex di GLB sbaglia eccome, già nella prima storia si fa sorprendere ben due volte da Coffin in poche pagine.) Il Tex di Nizzi invece è fin dall’inizio meno intelligente, meno perspicace, meno attento a evitare agguati, si fa più facilmente gabbare (e questo a qualcuno piace perché così l’eroe si trova in maggiori difficoltà e la storia è più appassionante, mentre ad altri no perché è diverso dal Tex originale), però questo non vuol dire che il Tex di Nizzi sia sempre un idiota. Lo diventerà magari in molte storie dell’ultimo periodo, ma all’inizio e in questa avventura non lo è. Non lo è in “Furia rossa”, “I cospiratori”, “Messaggero di morte”, ecc. ecc. tante storie della fascia 300 in cui Nizzi imita il personaggio di GLB rendendolo abile, capace, un eroe tutto d’un pezzo, superiore agli avversari. Non è stupido neanche in “Fuga da Anderville”, anche se si fa gabbare alla fine, e - tra parentesi - non è nemmeno guerrafondaio, se vogliamo dirla tutta, questa è una fake news che gira un po’ troppo spesso nel forum (come fa a essere guerrafondaio uno che cerca di non uccidere nessuno per tutta la storia e infatti ci riesce? In una vicenda in cui i guerrafondai veri alla fine falliscono miseramente, ossia i Walcott, che muoiono o si suicidano?). E' poco accorto per esempio ne "Le paludi della Louisiana" dove crede ciecamente a tutto quello che gli dice Stingo (non si sa perché), senza mai sospettare di lui, ma alla fine comunque il nostro eroe ne esce abbastanza bene. Qui, nella “Tigre Nera”, Tex non si accorge che un cameriere cinese lo sta spiando e non sospetta nulla dell’agguato che gli tendono dopo, sono situazioni che potevano essere evitate da Nizzi, è vero, sono facilonerie, sbavature, ma mi sembrano un po’ poco per poter ritenere questo Tex un idiota di cui il lettore è spinto a ridere. Sì, in alcune circostanze non è molto brillante, ma a volte capita anche al Tex di GLB (gli esempi potrebbero essere innumerevoli), e comunque tra non essere brillantissimo ed essere un idiota c’è un bel po’ di differenza. Nizzi, più che altro, spesso dà l’impressione fin dall’inizio di non credere del tutto nel personaggio Tex, forse ritiene il Tex di GLB ormai superato, preferisce gli eroi "moderni", meno epici e più fallibili (forse era più adatto a Mister No), ma in questa sua prima fase comunque non lo maltratta, anche se non si identifica in lui come GLBonelli o come riesce a fare Boselli. Spesso è come se lo osservasse dall’alto, con un’ ironia che per ora è solo bonaria (vedi anche l’episodio dei due giganti in questa storia, un po' alla Indiana Jones), che poi diventerà distruttiva e talvolta dissacrante nel suo secondo periodo. Però non si può definire la “Tigre Nera” una storia comica solo perché c’è ironia, l’ironia qui è contenuta e i pards non commettono errori macroscopici o fanno figure barbine. (Volutamente comico, secondo me è il maxi del 2023 "La grande congiura".) Non è che se Tex sbaglia qualcosa in una storia di Nizzi allora significa invariabilmente che è un idiota e che l'autore lo vuole prendere in giro. Sbagliare= essere idioti non sono sinonimi. Ultimamente anche nelle storie di Ruju e persino di Boselli, Tex quando sbaglia viene definito da qualcuno un idiota. Si sta esagerando un po'. Sembra che, a parte il Tex di GLBonelli tutti gli altri, appena sbagliano qualcosa, siano da considerarsi degli incapaci totali.
  15. Poe

    [382/384] La Tigre Nera

    Secondo me la Tigre Nera è una buona storia ma non un capolavoro, nonostante i meravigliosi disegni di Villa. Qualche difetto ce l'ha (per es. Mac Parland che sembra un fesso), ma che non rovinano la storia nel suo insieme. Tra i difetti metterei anche il finale in cui Tex e Carson rinunciano a inseguire la Tigre nonostante non avesse molto vantaggio rispetto a loro e quindi lasciando in circolazione un pericolosissimo avversario (un po' come nel finale del "Mefisto" di Nizzi) Per il resto, sì, anche a me ha dato fastidio quando Tex e Carson spiattellano i fatti loro nel ristorante cinese facendosi sentire dal cameriere (e provocando involontariamente la morte dell'ubriaco in carcere). Ma si è visto di peggio. (A questo proposito il caso peggiore che ricordi avviene ne "La pietra di Akbar", quando su un battello Tex e Carson, che hanno ricevuto l'incarico da Nat Mac Kennet di sorvegliare i ladri di un prezioso gioiello, ne parlano ad alta voce in mezzo alla gente che passeggia sul ponte, così tutti sanno che c'è una pietra di inestimabile valore in una cabina , e infatti un tirapiedi del boss locale li sente e lo va a rubare uccidendo i ladri, tutto grazie a Tex, che addirittura si accorge dell'origlione ma lo lascia andare, scambiandolo per un banale curioso). Andate a rileggervelo, l'albo 461, e lì veramente la situazione è veramente comica e indifendibile. Qui no, nonostante qualche sbavatura, la storia è avvincente e regge bene fino alla fine. (L'ho già scritto da qualche altra parte ma anche "Chinatown" come giallo, ad analizzarlo bene, non è il massimo e ha diverse pecche, ma alla fine la storia anche lì nel complesso funziona, piace e uno l'apprezza lo stesso). Sul fatto che Boselli abbia stravolto il carattere di Sumankan non sono d'accordo. Nizzi ci fa vedere l'aspetto di rivalsa e di odio della Tigre verso gli Americani che l'hanno umiliato e sfruttato fin dai tempi in cui faceva il manovale alla ferrovia, ci fa vedere la sua sete di vendetta contro tutta la società americana, la sua voglia di distruggerla, e contemporaneamente la sua voglia di dominio. Boselli invece ci mostra lo stesso personaggio che, una volta abbandonato il suolo statunitense, ha abbandonato anche la sua megalomania, modificando il suo obiettivo che ora diventa "semplicemente" quello di riprendersi il trono del suo regno del Borneo liberandolo dagli invasori, e che ritorna alla sua terra d'origine, riprende i rapporti col figlio e riscopre anche l'amore. Mi sembrano due facce compatibili della stessa medaglia.
  16. La scena non è da Tex e non mi piace, però più che prepotente qui Tex sembra goliardico, fa un po' il buffone, come dice anche Pino1980. Una scena così è più adatta a Mister No, dongiovanni scanzonato che si diverte con gli amici del bar. Forse Nolitta si è fatto condizionare dal pilota amazzonico che scriveva in quel periodo. Comunque, a dirla tutta, ci sono scene anche peggiori nella serie...
  17. Poe

    [Speciale Tex Willer N.7] Presagi di guerra

    Sì, il grande tema delle storie di Boselli è sempre stato fin dall'inizio "il tempo che passa" (a proposito, quest'anno a settembre saranno 30 anni da "Il passato di Carson"), e lo è anche in Dampyr, se è per questo, nel rapporto continuo tra il presente e il passato di vampiri che vivono da secoli. Ma questo mostrare i cambiamenti che avvengono nel tempo vuol forse dire non essere "classici"? Direi di no. Vuol dire solo aggiungervi elementi moderni. Boselli, oltre a GLBonelli, si ispira a Ken Parker, ma ancora di più ultimamente - mi sembra - al Gino D'Antonio di "Storia del West". E le storie di Gino D'Antonio non sono forse western "classicissimi", pur raccontando il passare del tempo e l'invecchiare della famiglia Mac Donald? Boselli rimane ancora, se non l'unico, perlomeno uno dei pochissimi a saper raccontare storie western classiche, ma aggiungendovi elementi moderni (Anthony Mann + Peckinpah). Lo è stato fin dall'inizio e lo è tuttora, e su "Tex Willer" lo si vede bene. Ultimamente per esempio con Cochise e Raza il comanchero. (Poi non sempre tutte le ciambelle riescono col buco, ma questo è normale). Per la serie regolare questo è forse vero, sembra a volte che piano piano si voglia chiudere con tutte le porte rimaste aperte: Proteus è morto, il Maestro anche, Mefisto e Yama sembrano definitivamente liquidati, la Tigre Nera è molto probabile che tra un po' ci lascerà definitivamente, ecc. Anche le storie in lavorazione chiuderanno il discorso sospeso sugli extraterrestri del Monte Rainer, poi ci sarà Barbanera, poi Nick Castle, e Juan Cortina da vecchio. Sembra un po' un bilancio finale della serie... (A proposito, a me piacerebbe rivedere Jethro) Ma per Tex Willer giovane, invece, sembra prepararsi una stagione narrativa nuova e interessante... Dago è una serie straordinaria, le storie con elementi fissi e ripetitivi hanno comunque sempre qualcosa di diverso e originale che le rende interessanti (come per GLB le storie coi rancheri prepotenti del primo centinaio, simili tra loro ma con qualcosa di nuovo che le diversifica e le rende sempre piacevoli). Ma gli archi narrativi che si discostano dalla produzione seriale, le vette della saga, insomma, sono comunque parecchie: oltre al sacco di Roma, ancora migliore è la lunga avventura in Sud America al seguito di Pizarro (dal n. 60 al 72 di Dago Nuova Ristampa), un capolavoro assoluto del fumetto. Poi il ciclo in Andalusia, oppure quello di Padova, le storie attorno alla casa in cui va a vivere in riva al mare, il ciclo di Verdi, ecc. ecc. Tutti archi narrativi notevoli e memorabili. E d'altra parte anche Robin Wood, grandissimo narratore, era un appassionato di Storia (e ovviamente dei romanzi d'appendice).
  18. Poe

    [Speciale Tex Willer N.7] Presagi di guerra

    Non sono per niente un amante dei crossover e all'inizio avevo forti pregiudizi sui risultati di un incontro Tex & Zagor, per non parlare di quello tra Carson & Cico , ma alla fine devo dire che entrambe le storie mi sono piaciute (pur con qualche difetto di cui ho già detto) e Boselli a mio parere è stato abile a inserire Zagor (e persino Cico) nel mondo di Tex Willer, nel modo più naturale possibile e nel contesto giusto (le guerre coi Comanches), quindi la tua affermazione che "obiettivamente non ha ragione d'essere" è solo un tuo giudizio, scusami ma non molto oggettivo... Non credo proprio che se Boselli scriverà un terzo Speciale di Zagor & Tex lo farà perché deve riempire affannosamente in qualche modo il calendario delle uscite, ma perché gli sarà venuta un'idea e avrà un motivo valido per farli incontrare ancora. Per cui definire "non necessaria" una storia che ancora non conosciamo mi sembra solo un processo alle intenzioni... Qualcuno allora potrebbe dire allo stesso modo che non era necessario neanche il ritorno della Tigre Nera, o che non è necessaria la futura storia in lavorazione con Barbanera, ecc... Se sarà necessaria o meno lo sapremo dopo (in base alla validità dell'idea), non prima. Il ritorno di Higgins si può dire sì che non era necessario (inutile e negativo), ma questa seconda storia di Tex e Zagor - che sia piaciuta o meno - un suo senso invece ce l'ha, anzi forse, al contrario, non ha sviluppato fino in fondo tutte le potenzialità che i numerosi personaggi (non solo Tex e Zagor) e la trama avevano. Forse qualcuno ne è rimasto deluso proprio per questo, perché magari si aspettava più azione, più fuoco e fiamme e più pathos nell'incontro tra i due eroi... Una terza storia con Zagor ulteriormente invecchiato e un Tex più maturo chi può dire come sarà? Il mondo del fumetto popolare e seriale è particolare, e talvolta imprevedibile. Di recente ho letto una vecchia intervista a Robin Wood che così diceva: "Per quel che riguarda la mia carriera… scrivo, niente di più straordinario di quello. Lo faccio con piacere, lo faccio tutti i giorni; quando non lavoro per tre o quattro giorni non mi sento bene, devo fare qualche cosa. Sono fortunato, ho trovato un lavoro che mi piace ogni giorno di più, amo il mio pubblico e senza il pubblico non esisto. Il pubblico mi ha fatto, non sono io ad aver fatto il pubblico. Per questo sono dedito a loro e faccio il mio meglio per essere degno di loro. [...] Io non penso mai quando scrivo, non so cosa vado a scrivere, non ne ho idea. Incomincio e penso: “Beh cosa faccio? Boh?!?” Pianificare, non esiste; la prima riga, quella esiste. “Il sole si è alzato… bla, bla… biondo… fuoco nel cielo…” e tre ore dopo è fatto. DOMANDA: Se un giorno dovessi porre termine alle avventure di Dago come sarebbe l'epilogo? Il giannizzero nero troverà la pace solo nella morte o riuscirà a raggiungere un equilibrio in altre maniere? Non lo so, perché non l’ho scritto. Ti ripeto, io non penso mai a quello che scrivo. Dago pensa, io no. Io incomincio a scrivere ma non penso mai alla fine, la fine è un'altra cosa. Arriverà un giorno, può essere che un giorno dirò: “Qui!”. Come è successo con altri personaggi, capirò che quello è il momento giusto. Una situazione giusta, qualcosa che lasci il lettore, che per me è la cosa più importante, che lasci il lettore commosso, felice, triste, tutto… pieno di cose in un solo colpo che ricorderà per anni. Alla mia maniera io faccio musica."
  19. Poe

    [91] Vendetta Indiana

    Sempre un piacere rileggere i grandi classici come "Vendetta indiana", prima storia disegnata da Ticci. Interessante vedere come in sole 126 pagine GLBonelli costruisca una vicenda complessa e avvincente, con tanti personaggi ben delineati, una storia corale in cui Tex ha chiaramente il ruolo principale ma meno centrale del solito (chi pensa che le storie corali in Tex le abbia inventate Boselli dovrebbe rileggersela), perché qui viene lasciato molto spazio sia all'antagonista Arlington e ai suoi ufficiali, sia agli Utes di Delgado e Mano Rossa, così come ai Navajos e in particolare alla figlia di Nuvola Rossa (è lei che compie la vendetta nel finale, non Tex). Aquila della Notte non è sempre in scena, non uccide nessuno, sfoga la sua rabbia malmenando l'ottuso comandante in una delle sue solite "visitine notturne", pianifica la guerriglia da abile stratega, distrugge l'artiglieria del nemico e spara appena qualche colpo di pistola soltanto per far fuggire i cavalli dei militari. Eppure, anche quando non c'è, la sua presenza si fa sempre sentire, tutte le azioni sono progettate da lui e tutti i discorsi importanti (per convincere gli indiani a frenare la loro giusta rabbia, o per far arrendere i militari) sono da lui pronunciati. Qui Tex, oltre che stratega, è sostanzialmente un saggio, diplomatico uomo di pace (bella la scena della riunione dei capi alla Testa di Pietra): il colpevole del massacro degli Utes deve essere mandato davanti a una corte marziale, ma gli indiani non devono subire altre vittime né tantomeno deve essere sparso sangue di militari innocenti (Tex distingue sempre le colpe dei capi da quelle dei sottoposti). "Il sangue degli innocenti non dovrà ricadere su altri innocenti", dice a Nuvola Rossa che preme invece per scatenare una guerra. Tex, insomma, agisce all'opposto dell'ottuso e criminale colonnello Arlington, che ha distrutto il villaggio di Black Elk convinto che nascondesse pericolosi ribelli, senza fare la minima distinzione tra guerrieri da una parte, e donne, anziani e bambini dall'altra. Di fatto Arlington è chiaramente un ipocrita: all'inizio dice che vuole eliminare i ribelli predoni Utes che fanno scorrerie contro i ranch e i convogli, ma il suo è chiaramente un pretesto per sfogarsi contro il pacifico Black Elk e per "spazzare l'intero villaggio dalla faccia della terra". Dopo la strage, ucciderebbe persino i prigionieri di guerra se non fosse frenato dai suoi ufficiali. E' chiaramente solo un militare borioso e criminale, incapace di vedere che le sue azioni non faranno che "far divampare un incendio che richiederebbe poi torrenti di sangue per essere spento", come dice il generale Denver (che sembra anticipare il futuro generale Davis di Nizzi) deferendolo al tribunale militare.
  20. D'accordo sull'eccesso di uscite, però adesso non esageriamo in senso opposto. Se uno leggesse tutto - e io alcune cose le lascio in edicola - secondo la statistica di Dime Web sarebbero in media 76 pagine di Tex a settimana: tantissime, siamo d'accordo, però 76 pagine si leggono in meno di un'ora, diciamo 45 minuti, o anche meno. 45 minuti di lettura di Tex a settimana non mi sembra un impegno così impossibile né ossessivo... C'è tempo per leggere tanto altro. Qualche storia di Boselli potrà anche essere un po' complicata, ma non mi sembra in fondo così impegnativa. E i riferimenti storici o i rimandi ad altre storie non pregiudicano secondo me la lettura. Se uno li coglie, tanto meglio, se no la storia si gusta lo stesso. I ritorni della Tigre o di Mefisto, per dire, si possono benissimo leggere senza conoscere le precedenti. Io da bambino mi divertivo lo stesso anche con storie di cui mi mancava addirittura il primo albo (in fondo c'è il riassuntino iniziale apposta). E ho letto le storie di Yama molto prima di quelle di Mefisto, apprezzandole lo stesso. Alcune storie di Boselli più che altro richiedono maggiore concentrazione nella lettura, questo sì, ma non più di un qualsiasi film. Con la differenza che al cinema o in tv il film devi vedertelo tutto in una volta, la storia a fumetti te la puoi leggere con calma a puntate.
  21. Invece, secondo me, il paragone che hai fatto tra questa annata e il 2003 è, dal mio punto di vista, esattamente quello che volevo dire: - nel 2003 il Texone di Sommer è unanimemente considerato uno dei peggiori di sempre; nel 2023 invece quello di Dotti è eccellente - nel 2003 il Maxi di Nizzi/Diso "Figlio del vento" è da dimenticare; nel 2023 il Maxi di Ruju/Diso è senz'altro migliore (anche se a me non ha fatto impazzire) - nel 2003 - lo dici anche tu - la qualità della serie regolare è bassa; nel 2023, anche se la serie regolare certamente non ha brillato, è comunque meglio - nel 2003 l'unica storia veramente memorabile è l'Almanacco "Eroe per caso" di Boselli/Andreucci; nel 2023 abbiamo "Pearl" che la può uguagliare, in più una buona storia di Giusfredi "Fratello di sangue" e anche "La valle dell'Ombra" del Magazine, che non sarà originale come idea, ma è ben sceneggiata e piacevole da leggere. (Inoltre il ritorno della Tigre non è così terribile come dici tu, imho). Nel complesso, per me, un'annata discreta, se si considera anche "Tex Willer". Però posso capire che chi non legge "Tex Willer", o non la mette nel conto, sia poco soddisfatto. Io la metto nel conto, perché anche se non è il Tex classico, per me - e sottolineo per me - è comunque sempre Tex (Tex giovane), ed è un gran piacere leggerlo! Su questo hai ragione: le troppe uscite sono snervanti, portano via tempo e soldi e sono spesso deludenti. E alla lunga rischiano di smagare anche i lettori più accaniti: il troppo stroppia. Ma è un discorso fatto innumerevoli volte e che purtroppo non farà cambiare idea alla casa editrice. Di fatto Boselli deve sceneggiare e curare: Dampyr, Tex serie regolare, Tex "fuori serie", Tex Willer. Praticamente 4 serie a fumetti! (E con pochi collaboratori...) Non mi sembra una scelta saggia da parte della Bonelli. Temo anch'io che il Tex "classico" peggiorerà in futuro. Mentre forse "Tex Willer" invece riuscirà a migliorare la già ottima qualità delle storie.
  22. Da Dime Web: "Tex è anche stavolta il personaggio più pubblicato, per il sesto anno consecutivo, per la 53a volta nella storia della case editrice. Con le 3960 tavole inedite del 2023 supera il record assoluto di tavole pubblicate in un anno per un personaggio, stabilito solo 12 mesi or sono. Sono mediamente 76 pagine a settimana: di nessun personaggio a livello mondiale credo vengano sfornate così tante pagine ogni 7 giorni. Il risultato è stato raggiunto grazie ai festeggiamenti del 75° anno che hanno visto la pubblicazione di un Magazine extra e del volume da libreria con il Tex ritrovato di Bonelli e Tarquinio; queste due uscite speciali portano Aquila della Notte a superare i 35 albi inediti annuali, ormai assodati, arrivando fino a quota 37: più di tre albi inediti il mese!" https://dimeweb.blogspot.com/2023/12/bonelli-2023-come-tex-non-ce-nessuno.html?m=1 E - aggiungo io - nel 2024 probabilmente si supererà ancora il record di tavole perché è vero che non ci sarà il Magazine speciale dei 75 anni, ma ci saranno in più la storia di Boselli / Torricelli e le strisce di Burattini. Buone feste a tutti!
  23. Non ci sono state storie memorabili, quest'anno? E il Texone dove lo mettiamo? Secondo me è un capolavoro (che tra l'altro è piaciuto a quasi tutti), tra i migliori Texoni di sempre. Poi sì, ci sono stati diversi passi falsi come “Ritorno a Redrock”, “La cavalcata del destino”, il maxi “La grande congiura” e l’ultimo color storie brevi. Ma anche buone storie riuscite: - Il Texone “Per l’onore del Texas” - Pearl - Il passato di Cochise - Raza il comanchero - Minstrel Show - Presagi di guerra - La Valle dell’Ombra - Fratello di sangue - La Tigre colpisce ancora (finora discreta, anche se manca l'ultimo albo) Dovendo dare un giudizio globale, un'annata con 9 storie riuscite (qualcuna un po' più, qualcuna meno) non mi sembra da disprezzare. E' vero che la serie regolare è stata modesta, con storie piuttosto anonime (o sbagliate), ma è così già da un po': purtroppo far uscire una gran quantità di albi di Tex all'anno comporta inevitabilmente anche un gran numero di storie sufficienti o poco più (o poco meno), sparse tra i color, i maxi e la regolare. E la nascita della serie "Tex Willer" ha fatto dirottare molte energie lì, finendo per penalizzare la serie regolare. Io, comunque, in una serie in edicola da 75 anni, guarderei piuttosto il bicchiere mezzo pieno... Dire che questa è una delle peggiori annate significa ammettere di avere poca memoria... Andate a rileggervi la fascia 500 quando in un anno, tranne un paio di buone storie di Boselli, uscivano solo storie dimenticabilissime (eufemismo) e Texoni insignificanti (i primi anni del Duemila). Oppure periodi in cui uscivano "La città nascosta", "Il messaggero cinese", "L'assedio di Mezcali", se non peggio... Secondo me questa è un'annata tutto sommato in linea con gli ultimi periodi della fascia 700.
  24. Poe

    [Speciale Tex Willer N.7] Presagi di guerra

    A me non sembra. Anzi delle storie di Boselli si può dire tutto tranne che non succeda niente, tanto sono piene di situazioni, personaggi, spunti. Io direi il contrario, in questa storia succedono fin troppe cose per un albo di appena 126 pagine, che per raccontarle al meglio avrebbe dovuto essere perlomeno di 160 se non 220 come il Texone. La trama è chiara: sta per scoppiare una guerra indiana e i nostri eroi cercano di impedirla contrastando i politici e gli affaristi che la fomentano, e provando a fermare i Comanche dall'altra, utilizzando per questo anche Cynthia Ann Parker (trama classicissima vista tante volte anche in "Storia del West" con Bill Adams o Pat Mac Donald nel ruolo dei mediatori senza speranza). Ci sono numerosi scontri a fuoco che coinvolgono prima Cico e Carson, poi Zagor contro gli uccisori di indiani, poi Zagor e Tex contro Baylor e i suoi scagnozzi, poi ancora i Nostri contro coloro che attaccano il ranch per incolpare gli indiani. C'è una scazzotta tra Tex e un sudista testa calda, e un'altra megascazzottata a Bandera di tutti contro tutti. Ci sono dialoghi di Zagor con Quanah Parker, dialoghi che chiariscono il contesto storico, ecc. ecc. Insomma, può anche non piacere, ma sostenere che non succede niente (o niente di importante), o che la trama è debole... Semmai, come ho già detto, il difetto è che le scene d'azione, gli scontri e gli inseguimenti, così come certi personaggi, stanno un po' stretti in sole 126 pagine e avevano bisogno, secondo me, di più spazio, e in certi casi di maggiore epicità. Il tema di fondo è evidente: l'impossibilità di fermare una guerra che molti auspicano e molti altri non vorrebbero, ma considerano inevitabile (tema quanto mai attuale anche oggi.) Il tempo che passa è sempre importante per Boselli fin dal "Passato di Carson", ma qui non mi sembra predominante ed è differente per ogni personaggio. Cico è sempre uguale, anche se sposato, Tex e Carson sono ancora giovani, Burnette è invecchiato ma più saggio, l'odio della maggior parte dei texani verso i Comanche è invece sempre lo stesso. Per Zagor il tempo è passato ma la storia non insiste più di tanto su questo, se non nell'ultima pagina. Il finale con Zagor perdente per me ci sta bene. Prima però di dare un giudizio definitivo, aspetterei di vedere il terzo capitolo di questa vicenda, che potrebbe benissimo presentare delle sorprese e vedere uno Spirito con la Scure sconfitto come protettore di indiani, ma non sconfitto in generale come Zagor. Voglio dire, Magico Vento alla fine deve assistere al declino dei Sioux, ma la prima serie non conclude in modo pessimista: sconfigge Hogan, trova l'amore, decide di cambiare vita e appende le pistole al chiodo. E così Mister no, che vede la sua Amazzonia cambiare e peggiorare ma non per questo diventa un personaggio malinconico e deprimente... Più che altro, mi sembra strano dover vedere il futuro di Zagor in uno Speciale Tex Willer e non in uno Speciale di Zagor. Mah... io invece questo paragone Tex Willer e Supermike - se non è una battuta - lo trovo un bel po' azzardato: una caricatura di supereroe spaccone e vanesio, e dall'altra un abile pistolero giustiziere? Concordo. Un conto sono i team-up occasionali (che già non mi fanno impazzire, anche se questo mi è piaciuto), ma addirittura un "universo narrativo condiviso Bonelli"? No, dai, non ne vedo nemmeno l'utilità: o è un gioco autoreferenziale fine a se stesso, o una pura trovata di marketing. In ogni caso, niente di buono per i lettori, imho. E poi in questi casi si sa dove si comincia, ma non dove si finisce... In futuro Tex che incontra Draka senior??!!!... Boselli non lo farebbe mai, ma qualcuno dopo di lui magari sì... Per carità!
  25. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (SEMIFINALI)

    1971 e 1973 E' vero, è il periodo d'oro di Tex, dal 1969 al 1973, una sequenza di albi eccezionale, irripetibile in Tex. Però a me ne vengono in mente di altrettanto notevoli in altri fumetti: per esempio il periodo d'oro di Ken Parker alla fine degli anni '70 inizio anni '80. Oppure anche il meglio di Dago, che va dal sacco di Roma fino a tutto il ciclo sudamericano, una serie di avventure una migliore dell'altra.
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