Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Poe

Allevatore
  • Contatore Interventi Texiani

    661
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    44

Tutto il contenuto pubblicato da Poe

  1. Poe

    Interviste Agli Autori

    Ok, ora mi è chiaro... Sei così pessimista che una sufficienza di Nizzi oggi ti pare un buon risultato... Speriamo allora nelle nuove leve: le prove di Giusfredi e Rauch anche a me non sono dispiaciute affatto. Per quanto riguarda la discussione in generale sull'intervista di Nizzi, sul manierismo, ecc... D'accordo, Nizzi è stato costretto a imitare, ecc. ma ricordo solo che il dibattito era partito da una frase, che è una critica implicita di Nizzi a GL Bonelli (oltre che una dichiarazione su come si è approcciato lui alle storie di GL), e cioè - la riscrivo -: "Oltre al dialogo studiai le trame, che avevano tutte lo stesso schema, differenziandosi solo per l’ambientazione. " Ora, a me è questo soprattutto che ha dato fastidio, e uno può interpretarla come gli pare, questa frase, e rigirarsela come vuole, ma il suo significato (negativo e non veritiero) a me pare chiarissimo. Poi mi sbaglierò... Ma non so quale altro sceneggiatore avrebbe detto una frase simile. Ve lo vedete, non so, Chiaverotti dire: "Le storie di Sclavi su Dylan Dog hanno tutte lo stesso schema, cambiano solo le ragazze di cui si innamora". O Giusfredi che dice: "Le storie di Boselli su Dampyr hanno tutte lo stesso schema, cambiano solo i luoghi e i vampiri da ammazzare". Partire così, con questa analisi del tuo predecessore, forse non è il massimo... Comunque su questo ho già detto, si è già discusso, ognuno ha le sue opinioni e non insisto oltre...
  2. Poe

    Interviste Agli Autori

    Non mi riferivo a te, ma a Diablorojo82. La tua posizione mi era chiara anche prima...
  3. Poe

    Interviste Agli Autori

    Scusa Valerio, non ci siamo capiti, ma il mio post non era riferito a te, ma a Diablorojo82 che ti citava. La critica - amichevole - era rivolta a lui e al suo post che ho trascritto, non a te (a parte il paragone che hai fatto con le tifoserie)...
  4. Poe

    Interviste Agli Autori

    Concordo. Non si tratta di tifoseria calcistica - mi pare - perché la tifoseria è una questione di "cuore", irrazionale, mentre il dibattito sui vari sceneggiatori di Tex mi sembra molto ragionato - forse anche troppo! Si cerca di capire meglio le cose, tutto qui. Poi è OVVIO che alla fine tutti noi vogliamo leggere delle belle storie, chiunque le scriva... Chi può dire il contrario? Anzi, qualcuno lo dice e - sorpresa - sei tu!! quando qualche post fa scrivi: "Credo che Nizzi non mi regalerà più delle perle (a mente ne ho una ventina) però spero in storie solide, valide, Texiane e con " rendimento costante". Sarei strafelice. Cioè se su 10 storie me ne scrive il 60% da 6,5 io sono soddisfatto". Voglio dire, chi è il tifoso qui, il fan acritico??!!... Io non direi mai di nessun autore che mi accontento di un 6,5, neanche del mio autore preferito! Da una storia mi aspetto sempre, spero almeno, dall'8 in su... Mi sa che alla fine il tifoso vero sei tu, che pur di leggere Nizzi ti accontenti di storie mediocri, di un noioso zero a zero...
  5. Poe

    Interviste Agli Autori

    Perdonami, ma che il primo Nizzi possa apparire un GLB rivitalizzato è un po' difficile da accettare. I lettori classici di Tex se ne accorsero subito fin dal ritorno del Carnicero e Fuga da Anderville che a scrivere queste storie era qualcuno diverso da GLB (un po' come qualche anno prima tutti si erano accorti che Il giudice Maddox e El Muerto erano scritti da qualcun altro anche se c'era scritto by Bonelli). Il primo Nizzi imita GLB ottenendo - secondo me - due diversi risultati: scrive storie simili (riprendendo tematiche e situazioni già viste) ma peggiori di quelle di GLB (Messaggero di morte, La congiura, Nelle paludi della Louisiana, ecc., peggiori rispetto a quelle a cui si ispira); oppure scrive storie simili, imitative, ma con elementi e con uno stile un po' più personali che le rendono migliori rispetto a quelle del primo gruppo - diciamo così -, ma alla fine diverse dallo stile di GL Bonelli (La taverna sul porto, L'uomo con la frusta, La tigre nera, ecc. che sono più personali e più interessanti, ma che un lettore esperto capiva bene non essere di GLB). In entrambi i casi - Fuga da Anderville e Furia rossa secondo me sono eccezioni e nizziane al 100% - il primo Nizzi non sembra, come dici tu, un GLB rivitalizzato, ma piuttosto o un GLB più scarso (nel primo caso) o un autore diverso da GLB (migliore o peggiore dipende dai gusti). Per questo, molti lettori classici di Tex smisero di leggerlo, perché non lo riconoscevano più, e per questo molti nizziani, al contrario, esaltano quelle storie ma non apprezzano altrettanto le "originali" di GLB, perché sono diverse, diverse nello spirito. (Spero di essermi spiegato...) Poi di Boselli e Nizzi dici: "Non sono comparabili", ma sei tu che li hai paragonati nel post precedente!!... Dicendo in sostanza - semplifico - che l'erede di GLB è Nizzi mentre Boselli è l'eretico, l'innovatore. Io, invece, come ho scritto prima, la penso all'opposto. Mi cito: Detto questo, credo che ognuno resterà delle proprie idee!...
  6. Poe

    Interviste Agli Autori

    Concordo pienamente. Aggiungo che in questo suo essere così personale, e allo stesso tempo rispettoso del personaggio, Boselli riesce a essere più vicino allo spirito del Tex di GL Bonelli più di quanto lo sia quello di Nizzi, che solo apparentemente - secondo me - è più simile a quello di GL, pur imitandolo, ma in realtà nel profondo è molto diverso dal personaggio originale (e questo al di là di ogni giudizio di valore). Insomma Boselli reinterpreta Tex, facendolo suo e rendendolo più moderno, e così facendo però ne preserva l'essenza originaria e più vera. Nizzi invece lo imita e ne fa una versione manierista - come detto sopra - che però alla lunga finisce per "tradire" il personaggio, che è simile in superficie, diverso nel profondo. (Questo - lo ripeto a scanso di equivoci - al di là del giudizio sulle singole storie che ognuno può apprezzare o meno). E' come quando un cantante deve fare la cover di una canzone non sua: deve reinterpretarla e farla sua per renderla vera, attuale, conforme all'originale, non imitarla pedissequamente, altrimenti rischia l'effetto karaoke. D'accordo anche in questo.
  7. Preciso velocemente alcune cose: 1) Io non ho mai citato la parola "nero" in questo forum, mi sono solo inserito nel dibattito tra F80T e James, il quale si appellava ai dizionari per sostenere la sua tesi. Ho guardato per curiosità in qualche sito (non per sbugiardare James, per mia curiosità) e ho trovato le definizioni che ho postato: in prevalenza i vocabolari italiani indicano la parola "negro" come termine diventato di uso spregiativo. E lo fanno non in modo astratto, ma registrando i cambiamenti effettivi della società. 2) Sono d'accordo in generale sul discorso del linguaggio che viene sempre più edulcorato e usato con ipocrisia. Per esempio l'espressione "non vedente" invece di cieco mi ha sempre fatto ridere, quasi che cieco sia un'offesa. Ed è vero che spesso è più offensivo il nuovo termine che quello vecchio (è il famoso "politically correct") 3) L'espressione "negro" in senso spregiativo io l'ho sentita diverse volte. Soprattutto da ragazzini che la usavano con coetanei volutamente come offesa, oppure scherzando, ma sapendo bene che era un'offesa, anche se usata con ironia. Oppure da stranieri (cinesi, marocchini) parlando di centroafricani, con un atteggiamento di superiorità. Poi, come tutte le parole, dipende dal contesto, dal tono, dall'intenzione di chi le usa. Personalmente le volte che l'ho trovata qui sul forum non mi ha dato fastidio, ma a qualcun altro magari sì... Del resto è innegabile che le parole e i modi di fare cambiano col tempo, e non sempre in senso negativo o ipocrita! Per esempio, certe espressioni (o certi modi di fare) che vent'anni fa si usavano rivolgendosi a una ragazza (a volte scherzosamente, a volte no) oggi non si usano più e sono considerate da tutti - da tutti - rozze e offensive... Ma non vorrei aprire un OT sul sessismo, per carità! La chiudo qui.
  8. Poe

    Interviste Agli Autori

    Be', nell'intervista Nizzi dice questa frase: "Oltre al dialogo studiai le trame, che avevano tutte lo stesso schema, differenziandosi solo per l’ambientazione. " E questa è una sciocchezza, perché se è vero che alcune storie (per esempio quelle cittadine) hanno a volte una trama simile (ma quasi sempre con variazioni decisive), è altrettanto vero che GL Bonelli nelle sue quasi 200 storie di Tex ha saputo variare notevolmente gli schemi narrativi cercando di rinnovarsi fino alla fine ("Il figlio di Mefisto" è diversa da "Diablero" che è diversa dal "Fiore della morte" che è diversa da "Le terre dell'abisso" che è diversa da "La gola della morte", che è diversa da "Il marchio di satana", per restare solo nel filone fantastico). Semmai è Nizzi che ha studiato il Tex di GL Bonelli e ne ha in gran parte replicato pedissequamente alcuni schemi (quelli che gli erano più consoni) e il linguaggio. Per quanto riguarda la visione di Tex come un "bagno tiepido in cui immergersi" e dei suoi lettori che "desiderano che quei sapori siano sempre gli stessi" a me non sembra una definizione molto lusinghiera. Certo, un lettore che legge una serie (non solo Tex) da anni e anni finisce per apprezzare anche i leitmotiv e certi cliché che inevitabilmente si ripetono, ma il motivo principale per cui un lettore continua è che vorrebbe trovarvi sempre nuove storie che lo appassionino, che lo facciano divertire, che lo stupiscano o lo emozionino. Non a caso, qui nel forum i nizziani (e non solo) citano continuamente "Furia rossa" e "Fuga da Anderville", che sono tutto tranne che "un bagno tiepido" e sono forse le storie più originali scritte da Nizzi (diverse da quelle di GL Bonelli), oltre che quelle con meno bistecche e patatine e clichè vari... Se non ci fossero state storie simili - e non ci fossero tuttora - a mio parere tantissimi lettori non avrebbero proseguito.. Interessante, semmai, quando Nizzi nell'intervista, tra i motivi del successo di Tex, cita anche "il forte senso di amicizia che lo lega ai pards, così totale da suscitare nei lettori un profondo senso d'invidia e di partecipazione". Questo penso che sia vero e tutti gli sceneggiatori ne hanno sempre tenuto conto. Inconsciamente il legame inossidabile dei 4 pards è un punto di riferimento per tutti i lettori di ogni epoca. L'altra cosa che mi ha divertito è questa: "Già nel 1981, al mio arrivo in Bonelli, Sergio commentava che con Tex si era ormai raschiato il fondo del barile, per dire che erano già stati sfruttati tutti gli spunti possibili e per non ripetersi bisognava fare i salti mortali" Sono passati 40 anni esatti e Sergio si è sbagliato clamorosamente! Altro che raschiato il fondo del barile, in questi 40 anni ci sono state alcune delle più belle storie di Tex in assoluto, tutti i Texoni, "Nueces Valley" e ancora la nuova serie "Tex Willer" che è appena all'inizio!
  9. Poe

    Interviste Agli Autori

    La frase di Nizzi nell'intervista che, però, lascia perplessi è questa: "La texianità ... [è il] ripetersi identico delle situazioni: le bevuta al saloon, la mangiata al ristorante (con un menu molto monotono), le cavalcate, il guado, la sosta notturna attorno al fuoco del bivacco, il rito del caffé, le lunghe chiacchierate, sempre con le stesse parole, con le stesse esclamazioni. La texianità è un bagno tiepido in cui il lettore si immerge ogni mese quando apre il nuovo albo, sperando di trovarci quei sapori che ben conosce e che desidera siano sempre gli stessi." Non so quanti lettori di Tex si riconosco in questa immagine. Io sinceramente no...
  10. Sarebbe un film forse un po' troppo simile ai famosissimi film di John Ford a cui Boselli si ispira. "Sulla pista di Fort Apache" è sicuramente un'ottima storia, scritta benissimo, con una cura estrema nel tratteggiare i personaggi, non solo quelli secondari, ma persino le semplici comparse, però il soggetto non ha quasi nulla di originale. Molte situazioni e scene sono già state viste in tantissime storie di Tex con gli indiani e i soldati (l'agguato tra le rocce, l'ufficiale incapace e ambizioso, il rifugio dei comancheros, il duello finale, ecc.) sia in avventure di GL Bonelli ("Gli eroi di Devil Pass", per esempio) che di Nolitta. Insomma, secondo me ha il difetto di essere un po' troppo prevedibile nello sviluppo narrativo, senza molti guizzi, e con personaggi eccessivamente classici. Boselli ha fatto storie molto più originali, sia come trama che come personaggi. Come voto gli darei un bell'8, non di più. E, comunque, averne di storie di questo livello tutti i mesi! Ci farei la firma...
  11. Poe

    [726/727] Il pistolero vudu

    Non per fare il pignolo, ma a p. 69 c'è un errore abbastanza vistoso: Bernard, che nella pagina precedente aveva le mani legate dietro la schiena, ora le ha davanti al corpo (seconda vignetta) e poco dopo addirittura slegate! A parte questo, a me è piaciuta la storia (così come i disegni). Se continua così una delle migliori di Ruju. Il rischio, però, è che la seconda parte scivoli nell'eccessivamente fantastico. Vedremo tra un mese, intanto il primo tempo per me è più che positivo... Scusa se te lo dico, ma o commenti o non commenti. I tuoi interventi sibillini su vignette nere e giudizi sospesi non sono né chiari né utili... E se vuoi entrare nei dettagli, basta che metti SPOILER. Dài, che tra chi è online sul forum mi sembra ci sia anche Ruju!...
  12. Aggiungo un altro esempio di storia di GL Bonelli con inizio improvviso, che sto leggendo proprio ora: numero 69 ("Piombo caldo"), p. 90 "Deserto tragico", le prime due vignette sono solo segnali di fumo che dicono: "La mano di ferro colpirà domani, ecc...", nella terza si vedono due indiani mai visti prima che dicono: "Affrettiamoci ecc.", subito dopo due soldati feriti nel deserto. I pard e le spiegazioni di cosa sta succedendo arrivano dopo qualche pagina.
  13. Poe

    [Maxi Tex N. 28] Il segreto della missione spagnola

    Confermo. Dalle mie parti il Maxi è arrivato in edicola già sabato scorso, con 3 giorni d'anticipo. Ma non l'ho comprato... Stavolta salto il giro anch'io. E devo dire che, sfogliandolo (l'edicolante me lo permette, visto che sono uno dei suoi migliori clienti!), non mi è venuto di cambiare idea: i disegni di entrambe le storie non mi sono parsi all'altezza. Ma aspetto i commenti dei lettori... Credo, comunque, che si possa già commentare e analizzare un albo - questo o qualsiasi altro - anche se molti non l'hanno ancora letto: come diceva Leo, basta scrivere bene in grande nelle prime righe SPOILER, magari ripetuto due o tre volte, come si è sempre fatto. Se uno non vuole avere nessuna anticipazione, neanche di giudizio, è avvisato e basta che non legga, no? Non vedo il problema. Può benissimo girare per il forum senza entrare qui dentro, mi pare.
  14. Poe

    [171/175] Il Laccio Nero

    “Il laccio nero” è uno dei vertici di GL Bonelli, una perfetta storia d’azione di 368 pagine che si leggono tutte d’un fiato, un piacere e un divertimento per il texiano doc che si rinnova a ogni sua rilettura. Un “classico” nel vero senso della parola, riconosciuto da tutti come tale, con un Tex che, in questa avventura, non è in realtà così duro come descritto da qualche commentatore, ma che anzi, rispetto ad altre storie, risulta più equilibrato e meno aggressivo del solito, quasi sempre sorridente, ironico, padrone di sé, sbrigativo (questo sì) nei metodi per ottenere il suo scopo (fino alla famosa scena della distruzione del locale notturno cinese a colpi di candelotti di dinamite) ma sempre con il sorriso sulle labbra, assennato, senza farsi prendere dalla rabbia o dallo sdegno verso l’avversario, come avviene in altre storie (anche perché qui il Nostro ha quasi sempre a che fare con “pesci piccoli” senza importanza, non “pezzi grossi” del crimine contro cui di solito sfoga la sua ira). Anche le vittime, in questa storia, a ben vedere sono pochissime, concentrate nell’ultima, veloce, sparatoria a poche pagine dalla fine. Durante il resto della vicenda sono i pugni, non le pistole i protagonisti: un gran numero di scazzottate, risse e pestaggi quasi sempre nel segno più della commedia che del dramma, con cinesi che volano di qua e di là senza neanche troppe conseguenze fisiche. L’unico momento tragico è la morte di Lao-Tan, che precipita inavvertitamente nella fogna piena di topi, per il resto della storia c’è tensione, ritmo, avventura ma non dramma, con un tono che si mantiene sempre vivace ed esuberante. Tantissime sono le battute memorabili tra i pards e Devlin o Mike Tracy, così come sempre divertenti sono le scene con i picchiatori di Lefty. Anche dopo il rapimento di Carson, quando la tensione sale, Tex mantiene comunque un atteggiamento calmo, equilibrato, razionale, e in questo la “linea chiara” di Letteri è perfetta, rappresentando sempre il Nostro con un viso aperto, accorto, sicuro di sé, sempre acuto nelle sue osservazioni, controllato, diverso per esempio dal Tex di Galep visto in azione in “Lotta sul mare”, rabbioso per il rapimento di Kit, pronto a fare davvero male agli avversari che trova sulla strada, sbatacchiati di qua e di là in malo modo, con i segni delle percosse sul viso e sul corpo. Ma lì era un’altra San Francisco, quella di Galep, una città sporca, piena di bettole e vicoli bui, di visi segnati dal tempo, piena di chiaroscuri, ben diversa dalla città solare e “limpida” di Letteri (dove persino le fogne sembrano tutte in ordine e senza odori), e dai visi dei suoi protagonisti, che paiono quasi fuori dal tempo. In Letteri anche Carson appare in gran forma, più scattante e agile del solito nel cercare di liberarsi dai suoi aguzzini, sempre arguto e simpatico nelle battute, per niente lamentoso. Lui e i quattro pards, in questa storia, sono davvero eroi “classici”, indomiti, tranquilli di fronte al pericolo e alla morte, controllati nei loro sentimenti, uomini tutto d’un pezzo che non si lasciano vincere dalle emozioni o dalle debolezze, umanamente simpatici e brillanti, mossi solo da un profondo desiderio di giustizia. Astuti e vincenti fino alla fine, quando, con poche mosse, riescono a dare scacco matto alla bella e perfida Ah-Toy e a tutta la sua organizzazione criminale.
  15. Poe

    [Maxi Tex N. 28] Il segreto della missione spagnola

    Una mia curiosità a proposito di Maxi: perché "Nueces Valley" non è stato pubblicato sulla serie regolare? C'era un motivo preciso? I disegni di Torti non sono brutti in sé, ma poco adatti a Tex (come quelli di Cossu e Diso), troppo stilizzati e diversi dalla tradizione texiana. Poi è vero che i lettori, negli anni, si son abituati a stili molto particolari (Font, Mastantuono, Filippucci...), ma molti ancora storcono il naso e sulla regolare vorrebbe solo disegnatori in linea con gli standard di un tempo... Da questo punto di vista, il parco disegnatori di "Tex Willer" finora è stato perfetto! Buona Pasqua
  16. Guarda, avevo pensato anch'io a qualcosa del genere, ipotizzando un terzo ritorno di Mefisto su Tex Willer!... (terzo dopo Pinkerton Lady e l'incontro vero e proprio con Tex). Poi Boselli immagino direbbe che sono tutte fantasie premature e che lui ha problemi più immediati... D'accordo, ma ho il sospetto che su Tex Willer ci saranno solo nemici ricorrenti (come Coffin), ma non arcinemici. E' una serie già troppo piena di personaggi. A meno che nel corso delle avventure - come diceva Boselli -, non si faccia largo e cresca di statura un avversario che nessuno ancora immagina, nemmeno il suo creatore.
  17. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Scusa, Grande Tex, ma, al di là della storia di cui state discutendo (in cui non entro nel merito), però l'espressione "allungare il brodo" ha un significato sempre negativo, vuol dire tirarla per le lunghe con cose inutili e noiose. Come fai a dire "non è un male per forza"! E' come se vai al ristorante, ti danno un brodo insipido e acquoso, anche il vino che bevi è allungato con l'acqua del rubinetto, la pasta è scotta e tu dici: "non è che è un male per forza!"
  18. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Faccio un ultimo tentativo e poi basta... Visto che ami il fantastico, potrebbe essere "La voce misteriosa" (lo scimmione a cavallo con machete), che piace anche a me. Oppure la poco nota "Il totem nel deserto" n. 34-35 (lo scienziato pazzo Vixen che faceva esperimenti sui puma giganti), che mi sembra possa essere il tuo genere. Io dico questa, ma non scommetto niente...
  19. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Beh... un altro grande classico. Anch'io nella mia personalissima classifica gli ho affibbiato un voto molto alto Ehi, io questa l'avevo beccata! Chi ama il Tex fantastico non può non apprezzare "Il figlio di Mefisto", la migliore di Bonelli da questo punto di vista, con i disegni di Galep che riescono a creare un'atmosfera gotica e malsana come non si è mai vista su Tex (Fusco c'è andato vicino ne "Il marchio di Satana"). Solo di recente Carnevale, sul Texone dell'anno scorso, secondo me è riuscito a ricreare un'atmosfera altrettanto evocativa e inquietante, anche se in una storia fantastica di tutt'altro genere.
  20. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Ho dato un'occhiata alla tua classifica personale e mi sembra che la caratteristica più evidente sia che ti piace soprattutto il filone fantastico di Tex, e come disegnatore Letteri (a proposito, c'è una svista, Diablero l'ha disegnato lui, non Galep). Quindi, per stare al gioco, provo a fare una previsione su alcuni dei tuoi primi 9 posti! Visto il tuo Nickname direi che una storia con Proteus dovrebbe comparire (disegni di Letteri), forse la prima... Poi sicuramente c'è "Sasquatch" (ti piace Nolitta). Direi anche "Il figlio di Mefisto" . Anche se non fantastiche, non possono mancare "Furia rossa" e "Fuga da Anderville" Di Boselli direi "Nei territori del Nord-Ovest" e forse forse anche il Texone "La cavalcata del morto" , ma non sono sicuro. Sicuramente invece c'è "Gli invincibili". Poi, visto che ti piace Nizzi, "L'uomo senza passato" oppure "La leggenda della vecchia missione", una delle due, più la seconda direi. E, se non ho contato male, siamo a 9. Però resta fuori "Colorado Belle" che dovrebbe piacerti... Mmm... Magari al posto de "La cavalcata del morto"? Oppure con un colpo di scena inaspettato, tra le prime potresti mettere un Nolitta che non ti aspetti, non so "Il segno di Cruzado", ma forse no... Eh, non è facile... Chissà se ci ho preso almeno un po'? Magari ho sbagliato tutto! Be' da quel che ho letto girando tra i commenti, le più gettonate di Nolitta fra i frequentatori del forum (non le mie) sono "Il colonnello Watson", "I ribelli del Canada" e "Caccia all'uomo". Qualcuno, ma non molti mi pare, apprezza anche "Sasquatch". Per quanto mi riguarda la mia preferita in assoluto è "Giungla crudele".
  21. "Gravoso" per noi che non siamo sceneggiatori fantasiosi come Boselli, che non credo abbia difficoltà a realizzare una storia simile. "Inutile" dipende dalla storia: qualunque ritorno di un personaggio può essere inutile, se non c'è dietro una buona idea che ne motiva la ricomparsa. Questo mi pare ovvio. Come dicevo in precedenza, io non ho particolare interesse per gli arcinemici che ritornano ma, visto che alcuni invece ce l'hanno - ed è il tema di questo topic -, mi chiedevo perché escludere a priori la possibilità che Boselli faccia ricomparire il giovane Mefisto più volte su Tex Willer. Forse in qualche dichiarazione l'ha già escluso? Eppure l'immagine di Mefisto è stata messa in bella vista anche sul frontespizio della serie... Poi, personalmente, la sola cosa che mi interessa - ritorni o non ritorni - è quella di leggere ottime storie!
  22. Perdonate la mia ottusità, ma non capisco bene perché Mefisto sulla serie Tex Willer potrà ricomparire solo un'altra volta e poi più, e non continuare invece ad essere lui il Nemico principale del nostro eroe. Dopo il loro incontro, che riprenderà la storia bonelliana Fuorilegge/L'eroe del Messico, perché mai Boselli non potrebbe riutilizzare l'espediente di "Pinkerton Lady", cioè far agire Tex e Mefisto in parallelo senza incontrarsi (visto che il loro secondo incontrò dovrà avvenire solo ne "La gola della morte")? Una, due... storie in cui Tex si scontra con criminali, fanatici o quant'altro, senza sapere che dietro le quinte c'è Mefisto e viceversa. Questo permetterebbe, tra l'altro, di farci conoscere come Mefisto, da semplice spia illusionista sia diventato il negromante de "La gola della morte", e che fine ha fatto la sorella, e magari farci vedere anche il giovane Yama e Myriam... Servirebbe, appunto, a completare il quadro dell'evoluzione di tutta l'allegra famiglia di pazzoidi...
  23. Ma al di là del fatto che piacciano o non piacciano gli arcinemici che ritornano periodicamente (a me non piacciono molto), nella serie Tex Willer di carne al fuoco per non annoiare ce n'è già parecchia, visto che il giovane Tex dovrà incontrare tutti i vecchi amici, da Montales ad Arkansas Joe, a Juan Cortina, ecc., dovrà rivivere la rivoluzione messicana, la Guerra Civile, toccare tutte le prime storie, da Bill Mohican a "Uno contro venti", ecc. Per non parlare di tutti i personaggi apparsi nei flashback della serie regolare. Insomma, faccio fatica a vedere lo spazio per inserire un arcinemico. E poi come nemico storico c'è sempre Mefisto, che può fare ancora danni come in "Pinkerton Lady", senza che lui e Tex si incontrino mai (un antagonista e un eroe invisibili l'uno all'altro, perché no?, è una situazione che si può ripresentare anche più volte). Oltretutto la serie mi sembra impostata al realismo (tranne appunto qualche trucchetto del giovane Mefisto) e alla fedele ricostruzione storica, senza tanto spazio per il fantastico (almeno così mi pare), quindi un nemico anche solo "sopra le righe" (tipo il Maestro), non ce lo vedrei tanto. Al massimo un avversario "realistico" che torna qualche volta (tipo Nick Castle nella serie regolare), ma non al punto da considerarlo un arcinemico. Ma se proprio proprio proprio si deve fare, be' allora io opterei per... un'arcinemica! Possibilmente molto carina! Disegnata da Rubini!
  24. Poe

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Grazie! Bradbury è un autore che conosco e che mi piace (soprattutto "Cronache marziane"). "Il popolo dell'autunno" l'ho letto parecchi anni fa e ne ho un buon ricordo, sì, potrei rileggerlo... Anche Dylan Dog ne aveva tratto un bel numero inquietante, "I raminghi dell'autunno", con gli ottimi disegni di Fabio Celoni.
  25. Poe

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Ne “La vendetta delle ombre” la prateria del Kansas è perennemente battuta dal vento, il cielo sempre nuvoloso, plumbeo, carico di pioggia. Queste erano le terre degli indiani Kansa, gli antichi abitanti ormai quasi scomparsi, ma i cui spiriti vagano ancora di notte, sulla collina, alla luce della luna. Dèi del vento, spiriti della vendetta, che sembrano tornati dopo più di vent’anni per chiedere conto di un passato di sangue e di sterminio. E le “ombre” cominciano da una grande casa isolata in mezzo alla prateria, tra le erbe alte, in una notte buia solcata da fulmini, uccidendo i primi colpevoli, due rancheri. Poi gli spiriti riappaiono al vecchio e abbandonato Trading Post di Dry Gulch. Sinistro e spettrale, tra porte che scricchiolano, scale in rovina, specchi infranti, il luogo ideale per i fantasmi... Ci giungeranno anche Tex e Carson per trovarci solo un corpo impiccato al centro della stanza, e degli indizi misteriosi che sembrano condurre verso un inquietante Dark Carnival, una fiera viaggiante di freaks indiani, di carrozzoni circensi, sulle cui tracce i nostri eroi subito si mettono. Lungo il cammino, ancora la prateria del Kansas, ancora nubi nere e pioggia. Tre alberi stenti piegati dal vento in mezzo alla pianura desolata, i tronchi secchi e curvi e un cielo da temporale in arrivo. Non un’anima viva all’orizzonte, tranne una sperduta e malandata fattoria di poveri e anziani contadini Kansa, che coltivano la poca terra cattiva che i bianchi hanno lasciato loro. “Noi siamo Kansa, - dicono a Tex e a Carson - un tempo eravamo numerosi come gli steli d’erba della prateria… siamo ormai pochi e dispersi… Anche se i bianchi ci hanno scacciato dalle nostre terre, i nostri dèi sono ancora qui… questa regione appartiene a loro… “E le ombre faranno vendetta, - aggiungerà più avanti qualcun altro. - Non soltanto per tutti i morti invendicati dei Kansa, ma anche per i Caddo, i Sioux, i Cheyennes… gli altri popoli rossi.” Così, nel corso del viaggio, strani personaggi cominciano ad apparire nella vuota prateria. Sulla collina, dove fa tappa l’Indian Carnival, si manifestano i freaks: la donna ragno, l’uomo tatuato, Skeleton, l’uomo più magro del mondo, il trickster, il lanciatore di coltelli, la chiromante. Arriva l’autunno e, in attesa del grande spettacolo, la parata guidata dall’enigmatico direttore Jack Shado attraversa le strade di Cedar Grove, la benestante e ricca cittadina che nasconde un oscuro segreto. I suoi stimabili cittadini sono infatti uniti dal loro passato, quel passato che è tornato a chiedere il conto al banchiere, allo sceriffo, al proprietario del saloon, al predicatore, al barbiere, ai proprietari terrieri e imprenditori, agli albergatori, ai negozianti, al medico, insomma a tutti i notabili del paese. Tutti responsabili, più di vent’anni prima, della strage di un gruppo di Kansa. “Non c’era stato un vero motivo per scatenare tutto ciò… tanti piccoli incidenti… la diversità tra noi e loro… la verità, alla fine è che volevamo essere padroni a casa nostra.” Incapaci, le loro menti piene di ombre, di comprendere gli altri e tantomeno conviverci. Lo sceriffo Lammer ricorda un po’ il vecchio mormone Moses Boglum della storia “La grande minaccia” (n. 276-277), simile nella sua ipocrisia e nel suo finto rimorso, ma pronto a ripetere gli stessi crimini del passato. In quella storia di Nolitta/Galep si parlava dell’eccidio di Mountain Meadow storicamente avvenuto nell’Utah, in cui i Mormoni insieme agli indiani Paiute, da loro incitati, massacrarono una carovana di innocui pionieri colpevoli solo di attraversare il loro territorio. E anche lì, come ora, c’era chi cercava di giustificarsi in modo ipocrita, fingendo di provare rimorso ma in realtà pronto ancora a uccidere come un tempo, pur di difendere la propria fiorente e ricca comunità fondata nel sangue. E anche in quella vecchia storia c’era chi voleva fare giustizia, come ora Jack Shado, un vendicatore consumato da un “odio senza fine” (per citare un titolo classico), un odio indiscriminato verso tutti gli abitanti di Cedar Grove, sia i colpevoli che gli innocenti, anzi verso tutti i bianchi. Ma ancora una volta gli stimati cittadini, per difendere se stessi, sono disposti a scendere dalla collina dell’antico eccidio, di notte, tra l’erba alta, con le armi spianate verso i tendoni dei selvaggi pagani, per ripetere il massacro di vent’anni prima. Spietati e falsi come allora, ignari però che questa volta saranno loro a rimetterci la pelle proprio nel luogo dove avevano ucciso le loro passate vittime. E’ una notte di ragni, specchi e serpenti, in cui anche i nostri eroi saranno messi in forte difficoltà dagli avversari: Tiger e Kit catturati, Tex e Carson narcotizzati. Tutto avviene in poche ore, nella lugubre cittadina, dove ancora una volta il vento soffia per le strade deserte, la main street è spettrale, gli scantinati e gli interni sono pieni di ombre, e dappertutto sbucano fuori serpenti, mentre “la morte aspetta nel buio”. Alla fine i Nostri ovviamente ce la faranno, lottando contro l’ipnosi e l’odio, grazie anche all’aiuto dei freaks non coinvolti nei deliri di Jack Shado. E così, nell’ultima pagina, la ventosa prateria del Kansas vede proprio loro, i superstiti dell’ Indian Carnival, ripartire verso chissà dove, nel loro continuo vagabondaggio, tentando la sorte lontano dal Kansas e dal suo vento incessante, provando a dimenticare le ombre del passato. Storia magnifica, gotica, autunnale, tesa e appassionante, ben costruita, senza forzature narrative, senza lungaggini, forse un po’ troppa concitata nel finale. Uno dei migliori Texoni di sempre, sia per i testi di Boselli che per i disegni di Carnevale, che ci auguriamo di rivedere prima o poi, sperando che la sua non sia stata solo una fugace apparizione.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.