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Poe

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  1. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (2010-2019 + 2020-2023)

    2010 - 2015 - 2017 2022
  2. Poe

    Chi volete sui prossimi Texoni?

    Perché è una frase priva di senso? Ci sono bravi disegnatori che sono più adatti a disegnare una serie a fumetti e che non sono altrettanto efficaci in un'altra. A me sembra persino ovvio: non tutti i disegnatori di Dylan Dog o Dampyr, per esempio, per quanto talentuosi, sarebbero adatti a Tex. Della Monica è sicuramente bravo (e mi piace anche) ma a me - parere personale - non sembra né così bravo da meritare un Texone (ce ne sono in giro di molto migliori alla Bonelli), né particolarmente adatto a Tex, nonostante sia migliorato questi anni. Magari mi sbaglio, eh. Sta di fatto che finora non gliel'hanno fatto fare, un Texone, né ci stanno pensando, mi sembra di capire. Quindi forse non ho tutti i torti...
  3. Poe

    Chi volete sui prossimi Texoni?

    Qualcuno mi sembra chiedesse qualche giorno fa qual era il topic sui disegnatori dei Texoni che vorremmo. Eccolo! Tra i disegnatori dello staff aveva vinto il sondaggio Piccinelli. (Scascitelli solo due preferenze) Esterni allo staff: Della Monica (ma secondo me non glielo assegneranno mai, è un disegnatore dal tratto più zagoriano che texiano)
  4. Poe

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Ma al di là del nostro giudizio su Kate Warne, cosa ne pensano Carson e Tex - che non sono né stupidi né sprovveduti - di lei? Entrambi ne parlano bene a Kit Willer, in particolare Carson che la elogia e dice: "era ancora più straordinaria di come la dipinge tuo padre" p. 72 E Tex, dopo che Kate gli ha raccontato di aver dovuto eliminare l'affarista del Sud, come commenta? "Nessuno ti giudica, Kate". E non la giudica - contrariamente a noi - perché Tex sa benissimo che la guerra ti costringe a comportamenti che in tempi normali non avresti. "La guerra tira fuori la parte peggiori degli esseri umani" dice nella penultima pagina, e questo vale anche per Kate. Ma non dimentichiamo che in fondo anche Tex, prima della morte di Rod e del suo giuramento, ha ucciso un sacco di soldati sudisti in "Tra due bandiere" che non avevano se non la colpa di obbedire agli ordini. E li ha uccisi senza farsi troppi problemi morali o scrupoli di sorta. Che differenza c'è tra Tex prima della morte di Rod e Kate Warne adesso? Nessuna, entrambi hanno applicato la legge cinica della guerra: o uccidi o sei ucciso, o la tua vita o la mia. Poi a un certo punto Tex cambia idea, dopo la morte di Rod, e decide di non uccidere più soldati, ma sa bene che per Kate è impossibile non farlo in certe circostanze (la impiccherebbero all'istante), non è colpa sua che è diventata cinica, fredda e spietata, ma, appunto, della guerra. Per questo Tex odia la guerra e tutte le guerre, perché ha capito che è un meccanismo che stritola tutti, buoni o cattivi non importa. Come si evolverà il personaggio nel dopoguerra? Non so, ma non credo che diventerà una fredda calcolatrice e manipolatrice, insensibile e senza scrupoli, perché altrimenti sia Tex che Carson - come ho già detto - non avrebbero OGGI, a distanza di anni, quando raccontano a Kit, un'opinione così positiva di lei. E non sappiamo forse che Tex è sempre un buon giudice di uomini e donne?... A me non pare un personaggio rovinato, semmai più realistico e sfaccettato di prima...
  5. Poe

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Be', ma lo dice Tex in modo esplicito: la conclusione che si ricava da questa storia è nella penultima pagina: "Detesto la guerra! E' solo un grande inganno... che tira fuori la parte peggiore degli esseri umani" E quando parla della guerra non si riferisce solo alla Guerra civile... Pagina che, in modo più sobrio, riprende il finale tragico e "arrabbiato" di "Tramonto rosso", quando sulla tomba di Rod Tex prima sfascia il fucile e poi maledice la guerra: Anzi, poco dopo è ancora più chiaro nel maledire tutte le guerre e i loro inganni: Poi ognuno la pensa come vuole, ma questo è quello che si ricava dalla storia.
  6. Poe

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Be' vuol dire che Kate Warne si è invaghita di Carson, ne è rimasta certamente affascinata (e in effetti Carson fa un gran figurone in questa storia), ma lo sapremo meglio nel futuro speciale di Tex Willer in cui i due si incontreranno ancora... Ma io aggiungerei di più... Anche Carson rimane colpito dall'avvenente spia, vedi p. 72 "Che tipetto! Io l'ho conosciuta bene... ed era ancora più straordinaria di come la dipinge tuo padre" e Kit Willer malizioso risponde: "Davvero? Quanto bene la conoscevi?" A me sembra chiaro che l'attrazione sia stata reciproca... Ma aggiungerei altro... Forse mi sbaglio e sto lavorando troppo di fantasia, ma mi pare che sia accennato addirittura un abbozzo di rivalità - e sarebbe una novità mai vista prima! - tra Tex e Carson, perché quando Kate gli chiede di salutargli Carson Tex rimane sorpreso (c'è un punto interrogativo sul suo capo) come se avesse capito il sentimento di Kate e si chiedesse: "ma ai tempi di Pinkerton Lady, non spasimava per me Kate e ora invece...?". Tanto è vero che quando Tex e Kit tirano a sorte dove andare e viene testa, Tex commenta: "Ritroverai Kate, ti è andata bene amigo!". Inoltre nel finale due anni dopo, è Kit Carson che si preoccupa se Kate stia bene, non Tex, e la chiama Kate, mentre Tex parla di lei come "miss Warne", come se tra loro non ci fosse più la complicità di un tempo. Anche nelle ultimissime pagine Tex e Kate neanche si parlano, mentre Kit Carson un paio di volte si rivolge a lei con fare confidenziale e la salva da Cass. Qualcosa vorrà pur dire... Che secondo me Tex si è fatto soffiare la ragazza da Carson... Nonostante questo però io non penso che questo sia un "Carsonone". Questo è vero nella prima metà, in cui il personaggio principale è indubbiamente Carson, senz'altro uno dei migliori Carson mai visti in tutta la serie (e Tex resta in secondo piano) ma nella seconda metà, diciamo dalla fuga di "Camp Verde" in poi, è Tex a salire in cattedra e a essere il protagonista nei principali avvenimenti e scontri a fuoco, mentre Carson non tocca più palla, se non un pochino nel finale appunto con Kate... Insomma, secondo me sono protagonisti entrambi 50 e 50, in momenti diversi... Sulla verbosità: ci sono molti dialoghi ma non verbosi, non ridondanti o spiegazionistici in senso negativo. E poi sono saggiamente alternati a bei momenti d'azione. Io non li ho trovati assolutamente pesanti, ma interessanti e non stereotipati come purtroppo spesso in altre storie. Verbosi sono i dialoghi del secondo albo del ritorno di Manuela Montoya, per dire, non questi... Tra i più belli, ci sono quelli tra due texani dopo la fine della guerra: "Prima della guerra, tu e io eravamo due buoni vicini di casa, poi siamo diventati avversari politici, nemici mortali... e adesso che la pace è scoppiata, siamo di nuovo seduti nel tuo hotel a berci assieme un bicchiere.." Sintesi perfetta dell'assurdità della guerra, in particolare quella civile, quando alla fine neanche si capisce più perché prima si è combattuto e ucciso. Mi ha ricordato il n. 1 di Dampyr quando Kurjak dice: "Un bel giorno i grandi capi, quelli che ci hanno mandati a uccidere e morire, si siederanno con il nemico intorno a un bel tavolo e torneranno a essere amici come prima, anzi più di prima!"
  7. Poe

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Breve commento a caldo, dopo essermelo letto tutto d'un fiato: un capolavoro! Le promesse sono state mantenute alla grande. Un soggetto originale e molto interessante su una pagina sconosciuta del West, una trama articolata ma non difficile da seguire, dove tutto s'incastra perfettamente (e incredibilmente, visto i numerosi personaggi e cambi di scena), bei dialoghi funzionali alla storia e ben calibrati, tante le sequenze da antologia (una tra le migliori la fuga da "Camp Verde"), un grande Kit Carson (oltre che un grande Tex), una storia che "tiene" fino in fondo, anzi, che migliora via via, sino al finale coinvolgente e non banale. Io mi sono divertito un sacco a leggerlo (e ho imparato molte cose che non conoscevo). Cosa si vuole di più? Senz'altro uno dei migliori Texoni, sia per i testi che per i disegni fantastici di Dotti. Credo che GLB sarebbe stato soddisfatto di questa specie di seguito di "Tra due bandiere"... Sono davvero tantissime le cose su cui varrebbe la pena soffermarsi, ma ci sarà tempo...
  8. Poe

    [575] Sul Sentiero Dei Ricordi

    Partiamo dall’unica parte emozionante di quest’albo: le ultime due pagine, che vedono un Tex malinconico, aggirarsi insonne per il bivacco notturno, dopo aver narrato una pagina del suo passato ai pards che ora dormono beati, mentre lui, ormai solo, ripensa a Lilyth, con struggente nostalgia. Due pagine veramente riuscite, sia nei testi che nei disegni. Peccato solo che le 108 precedenti non siano minimamente all’altezza, anzi sono talmente piatte e banali da far cadere le braccia. Il soggetto: Tex e Lilyth si recano a trovare frate Venancio (ex maestro di Lilyth da bambina) che ormai morente vorrebbe rivederla. Durante il tragitto vengono braccati da Cuervo Malo, apache ribelle nemico dei Navajos e anche dei frati. Cuervo Malo attacca la missione, rapisce Lilyth e Tex ovviamente la salva. Ora, a parte l’eccessiva semplicità del soggetto, sorgono spontanee subito alcune domande: 1) Come si legge nel n. 7 "Il patto di sangue", Lilyth è stata educata dalle suore della missione di Alamosa. Come mai in quest'albo le suore diventano frati? Ora, qui non è tanto un problema di mancanza di rispetto della tradizione ma piuttosto di buon senso (quando mai le bambine/ragazzine, soprattutto se indiane, venivano lasciate a studiare in una missione di frati, ossia di soli uomini?) e soprattutto per quale motivo non mettere una suora sul letto di morte e sostituirla invece con una sorta di “secondo padre” per Lilyth (lo dice lei stessa)?... Mah! 2) In ogni caso non si capisce neanche - almeno io non ho capito - perché utilizzare l’espediente del frate morente (Tex e Lilyth potevano recarsi alla missione per qualsiasi altro motivo) se poi l’incontro tra lei e padre Venancio è inesistente e totalmente privo di pathos (tre vignette mute, visto che il frate non riesce a parlare, che non dicono niente né sul piano emotivo né su quello narrativo), anzi padre Venancio morirà successivamente durante l’attacco indiano e noi neanche lo vediamo, lo veniamo a sapere solo dopo, da Lilyth: “Inutile tornare alla missione... fra’Venancio è morto durante l’attacco degli Apaches.” Amen. 3) Ancora sul soggetto: questo è un albo celebrativo, che vede il ritorno della moglie mai dimenticata di Tex, che non era mai riapparsa prima in flash-back, mai coprotagonista, l’unica donna che Tex abbia veramente amato, ecc. ecc. e Nizzi cosa fa? Tra tutte le centinaia di trame possibili la fa andare in un monastero a rivedere un frate in punto di morte? Boh... 4) Non basta: a un certo punto si viene a sapere che anche Cuervo Malo da bambino ha studiato dai frati, solo che era stato preso a nerbate da loro nella schiena per il suo comportamento irrispettoso (evvabbè, si vede che tutti i capi indiani, Navajo e Apache, all’epoca mandavano i loro figli nelle missioni...), cosicché la storia diventa quasi un confronto fra l’allieva prediletta del frate (Lilyth) e la pecora nera poco studiosa (Cuervo Malo). Sorvoliamo poi sui troppi bang bang bang della trama, sul personaggio non proprio indimenticabile dell’antagonista (che oltretutto quasi ruba la scena a Lilyth per tutto il tempo), tralasciamo anche la sequenza del salvataggio di Lilyth costruita in modo ridicolo (Tex che non si accorge dell’ovvia trappola, lei che se la dorme invece di cercare di avvertirlo, Cuervo Malo che aspetta mezz’ora prima di saltare fuori e sparare a Tex ignaro), lasciamo perdere anche i dialoghi stereotipati e totalmente artificiali dei personaggi, e veniamo al punto centrale: Lilyth e Tex. La storia è riuscita a trasmettere il loro amore? È riuscita a dirci qualcosa di più su Lilyth come personaggio? In entrambi i casi la risposta è no: non basta un bacio nel finale per trasmettere passione, così come non sono sufficienti i pochissimi dialoghi a farci conoscere meglio il carattere e la psicologia di Lilyth, che da quest’albo non viene fuori affatto. Non bastano due o tre colpi di fucile per renderla coraggiosa e intraprendente, se poi per tutto il resto della vicenda non fa che essere spaventata e dire che ha avuto paura, ripetendo ogni tanto "oh Tex”, e obbedendogli senza un minimo di autonomia. Insomma, questa non è una storia che “tutto sommato si lascia leggere”, come si dice di solito solo perché scorre bene, c’è molta azione e rivediamo vecchi personaggi del passato (Lilyth, Freccia rossa, Dinamite), questo è un albo tirato via e svogliato, con dialoghi banali, un’operazione vintage che trasmette ben poco al lettore, se non - come si diceva - nelle ultime due pagine dove finalmente compare un po’ di sentimento, in cui Tex, rimasto solo nella notte, pensa: “E' passato tanto tempo, ma il ricordo dei brevi anni trascorso insieme a lei è rimasto sempre dentro di me, dolce e malinconico... incancellabile...”
  9. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (2000-2009)

    In questo decennio (non tra i migliori) ogni annata presenta sia storie molto belle, che storie bruttissime, una dietro l'altra. Comunque: 2002 - "La grande invasione" 2005 - "Colorado Belle" 2009 - "Missouri" e "La grande sete"
  10. Poe

    [678/679] Jethro!

    I commenti su questa storia di solito si soffermano soprattutto su Glenn Corbett e dimenticano un po’ colui che invece - non a caso - dà il titolo al primo albo, ossia Jethro, uno dei personaggi migliori di Boselli e della serie tutta, secondo me. Lo si trascura un po’ perché di solito si preferiscono i “cattivi” senza un briciolo di pietà o i “grigi”, spesso più affascinanti nelle loro ambiguità e contraddizioni. Jethro invece è un buono, un giusto, un uomo di colore cosciente di sé e dei suoi diritti, insofferente alle ingiustizie, coraggioso e pronto a tutto per gli altri, per gli amici e le persone a lui care, o per chiunque subisca discriminazioni e prevaricazioni. Non un brav’uomo dall’animo semplice e un po’ ingenuo, vittima designata dei soprusi o martire che si sacrifica, come i neri di Nizzi (“Fuga da Anderville” e “La croce fiammeggiante”), né un giovane rancoroso e pieno di odio nella sua impotenza, come in GL Bonelli di “Linciaggio” - caratteri tutto sommato poco sviluppati - Jethro è invece un personaggio a tutto tondo, e di lui ci vengono presentati i vari aspetti della sua personalità: lo vediamo giovane innamorato e poi vedovo affettuoso, padre protettivo e responsabile (dopo vent’anni nella sua vecchiaia amareggiata), combattente orgoglioso che rivendica i suoi diritti ma consapevole della complessità del Sud, intelligente e capace di mantenere la calma nei momenti decisivi anche quando lo insultano, persino disposto al perdono, purché sincero (quando accetta la proposta di una pacificazione che metta fine all’odio, offerta da Landon, credendola in un primo momento autentica), ma pronto a reagire e a ribellarsi quando scopre l’inganno e l’ipocrisia dei vecchi nemici di sempre. Insomma, un coprotagonista vero e proprio, con un carattere ben delineato, con qualche somiglianza con lo stesso Tex: anche lui ormai vedovo (e legato indissolubilmente alla moglie morta), con un figlio giovane da crescere, uomo d’azione in cerca più di giustizia che di vendetta, non solo per sé ma per tutti gli sfruttati, anche andando contro la legge. Diversamente da Tex, Jethro con gli anni è ora stanco e sconsolato, talmente pessimista da preferire quasi la morte, ma soprattutto rispetto a Tex è un nero, particolare non secondario in una società in cui il problema razziale non è stato affatto risolto, anzi dove tutto sembra essere ritornato come una volta, nonostante la Guerra civile, vanificando le speranze di riscatto… (“Sono stato un pazzo a credere che gli altri avrebbero potuto pensare a me come uno di loro”). Jethro ha avuto una vita drammatica: i cavalieri del Klan hanno ucciso la sua prima moglie, è finito in una chain-gang di galeotti, ha combattuto contro orde di guerrieri comanche, ha lottato per vendicare la sua prima moglie e il fratello e riottenere la sua terra, infine disgustato dal razzismo incancellabile si è trasferito dal Mississippi all’Utah per rifarsi una vita (“un giardino che io e la mia povera Mary abbiamo fatto crescere nel deserto”), ma ancora una volta si è dovuto scontrare con la prepotenza e la sopraffazione, e la morte della seconda amatissima moglie. Una vita senza pace, costellata di lutti e amarezze. Forse per lui non c’è posto nel mondo, come sembra dire alla tomba di Mary. Eppure, nonostante tutto, resiste ancora alle prepotenze. La storia - non casualmente - è narrata in flash-back proprio da Jethro stesso (caso raro, visto che il narratore di solito è Tex, o al massimo uno dei pards), che quindi è anche il custode della memoria e della sua trasmissione al proprio figlio e al figlio dell’amico, Juanito. La sua vita, insomma, ora che è libero, deve essere raccontata da lui in prima persona, e se ormai il passato è diventato per Jethro solo un ricordo lontano, per i figli giovani non sembra così. Alla fine, lo salveranno proprio loro, tornando ad aiutarlo, e lo salverà l’antico patto d’amicizia con Tex (che lui ricorda ancora, così come Juanito, memore dei suoi racconti). Insomma nella sua vita Jethro è riuscito a seminare buoni rapporti umani, e alla fine sono quelli che, dando i loro frutti, lo sottraggono alla morte. Nonostante il lieto fine, è comunque una storia malinconica e crepuscolare. Non solo per l’addio di Glenn Corbett. Alla fine aleggia tra le pagine il senso generale di un mondo senza vera giustizia (a parte Tex e company). Due grandi albi (apprezzabili ancor di più dopo una rilettura), grazie anche ai disegni oscuri, evocativi e fenomenali di Mastantuono, qui al suo meglio (insieme a “Luna insanguinata”). Jethro potrebbe tornare? Probabilmente no, ma non c’è due senza tre. E contrariamente a Glenn Corbett, il suo ritorno, con una buona idea, non sarebbe impossibile.
  11. Poe

    [22/23] La Croce Tragica

    Bella storia di GLB e Galep che in alcuni aspetti mi ricorda un po' "Il figlio di Tex": una banda di misteriosi incappucciati (lì erano banditi mascherati contro la Ferrovia, qui i Daniti, una specie di corpo paramilitare dei Mormoni, realmente esistito) un'atmosfera abbastanza simile, ma soprattutto un Kit Willer particolarmente intraprendente, pieno di spirito d'iniziativa, pronto a lanciarsi in mezzo ai guai senza aspettare il parere di Tex, com'era appunto nella sua primissima avventura. Per il resto la storia è molto diversa e il soggetto è originale, come detto ispirato alla Storia del West: i Daniti cercarono effettivamente di difendere il territorio dei Mormoni dai "gentili" (i non Mormoni) e allo stesso tempo di punire severamente chi trasgrediva le loro leggi (la storia inizia proprio con un uomo frustato a morte e legato a una croce). Qui vengono visti come un gruppo di fanatici che finisce poi per usare la religione come paravento per loschi scopi molto terreni. La critica quindi non è contro i Mormoni, verso cui anzi Tex dimostra massimo rispetto (vedi i dialoghi col capo della comunità e le spiegazioni che dà a Kit), semmai contro certi aspetti particolari, come il maschilismo della loro società basata sulla poligamia, esemplificato dal bel personaggio di Sara, che viene prima manipolata e illusa dal mormone Sam Sharp e poi trattata come oggetto. Una delle parti più originali è infatti il suo racconto a Tex di come diventa moglie di Sharp, della sua vita sfortunata e del modo in cui si lasciò irretire dal predicatore che "ha sempre saputo mascherare il suo egoismo e la sua avidità con un mucchio di belle parole e modi gentili". I tentativi di fuga della donna dall'Utah, una volta scoperta la vera natura del marito e delle presenza di altre sue mogli, non ebbero esito, anzi venne punita con castighi sempre più duri, fino a quello più crudele: costringere la figliastra a sposarsi con un tipo losco. Insomma, la trama è piuttosto articolata, se si considera anche l'importanza che viene data all'altra comunità della vicenda, quella dei minatori che entrano in contrasto coi Mormoni, in una difficile convivenza che Tex cerca di ricomporre, cercando di capire le ragioni di entrambi ma schierandosi apertamente dalla parte dei più deboli, ossia i minatori. La storia ha dei bei dialoghi e scene d'azione avvincenti dove Kit Willer spesso la fa da padrone. Tex e Carson non sono da meno, lasciandolo però "sfogare", consapevoli che ormai Kit non è più uno sbarbatello, anzi come dice a un certo punto Carson a Tex: "Poverino lo sciagurato che si è messo a caccia del tuo rampollo!"
  12. Poe

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Questa storia è veramente piatta e banalissima, priva di idee e senza anima. Che altro dire? Soggetto e sceneggiatura elementari e inconsistenti, un inseguimento noioso e già visto, sparatorie da sbadiglio, un brodo allungato a dismisura e nulla da ricordare, con in più disegni di Bruzzo che sarebbero anche buoni se non fossero spesso copiati da Ticci (non ispirati, sia chiaro, che sarebbe normale, proprio copiati di sana pianta da Ticci anni '70, pari pari).
  13. Poe

    [752] Fratello di sangue

    Sintetizziamo così: Giusfredi è bravo ma in questa storia non ha molto da dire né da raccontare, però lo racconta bene. Il soggetto è esile e il tema "fratelli di sangue" alla fine sembra più che altro un pretesto tutto sommato poco significativo (ci si aspettava, per suggellare il patto, un evento più drammatico e particolare di quello qui proposto) ma la scrittura è scorrevole e piacevole, i dialoghi sintetici e incisivi. Un grosso limite è che tutto sa un po' di già visto, e fin troppe volte, a partire dal solito amico di Kit Willer che ci lascia le penne (quanti ne abbiamo visti da "Giungla crudele" in poi?), per proseguire con scontri a fuoco tra i carri di pionieri (un po' troppo acrobatici) e assalti al forte sbrigativi e quindi poco coinvolgenti, per non parlare dell'immancabile duello indiano, di cui se ne poteva fare a meno (compreso il possibile ritorno di Fulmine rosso, antagonista non particolarmente memorabile), con un finale che avrebbe richiesto uno sforzo in più di fantasia per non essere così scontato. Il pregio di Giusfredi è comunque quello di saper sceneggiare bene e soprattutto cercare di dare epicità e pathos alla storia, a volte riuscendoci a volte no (contrariamente all'ultimo Nizzi, che invece non ci prova neppure, preferendo navigare placidamente nelle tiepide acque del sempre uguale e finendo per scivolare subito nel comico, volontario o involontario che sia). Talvolta Giusfredi ci riesce a dare linfa vitale ai personaggi (per esempio le belle scene tra Tiger e la ragazza, che però potevano essere maggiormente sviluppate, anzi poteva essere questo il vero filo conduttore della storia, visto che il punto di partenza era il dopo -"Furia rossa"; non certo una storia sentimentale, ma concentrarsi più su Tiger e i suoi sentimenti, rendendo il salvataggio della fanciulla più drammatico, non sarebbe stato male); in altre circostanze invece è tutto un po' troppo rapido, oppure prevedibile, o fin troppo facilmente eroico per appassionare veramente. Almeno per i miei gusti. Comunque, tutto sommato una discreta prova, positiva, che lascia bene sperare per il futuro, anche se i personaggi, anche quelli secondari, andrebbero maggiormente caratterizzati per dare più spessore alla storia, come Boselli docet... Font, invecchiato, è ancora meglio di tanti altri.
  14. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1990-1999)

    Con gli anni '90 sembra di tornare (quasi) ai bei tempi d'oro di GLB, una decade piena di splendide storie in cui Tex sembra rinascere dopo anni grigi. Non mancano diversi passi falsi, ma il livello medio è comunque molto alto. Questa volta la scelta non è facile, prevedo crisi isteriche di qualche nizziano-boselliano . Per me: 1994 - "Il passato di Carson" 1997 - "Gli invincibili" e "Bufera sulle montagne rocciose" 1995 - "Cercatori di piste"
  15. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1980-1989)

    Gli anni '80 secondo me è il decennio più scarso in assoluto. Troppe storie modeste, sia di GL Bonelli che di Nizzi. Comunque: 1980 - soprattutto per "Gli eroi di Devil Pass", ma anche "Il clan dei cubani" e "Contro tutti" 1981 - "Il solitario del West" (ossia "Giungla Crudele") e "Il marchio di Satana" 1985 - "Fuga da Anderville" e "Il colonnello Watson"
  16. Poe

    [347/349] Zhenda!

    Non c'è bisogno, secondo me, di motivare l'odio feroce di Mefisto verso Tex con la morte di Lily, basta e avanza quello che Tex gli ha fatto subire ai tempi dell'"Eroe del Messico", ossia l'inseguimento notturno, travestito da cavaliere nero, che terrorizza lui e Lily urlando il suo nome, braccandolo, per poi, dopo averlo sfinito, catturarlo e legarlo come un salame, tutto stracciato, sul dorso di un mulo (neanche un cavallo). Insomma, non solo rovina i suoi piani, ne infrange i sogni, lo arresta e lo fa marcire in prigione, ma anche si diverte a terrorizzarlo per bene e a umiliarlo in tutti i modi. Direi che l'odio e il desiderio di vendetta sono il minimo... In realtà Boselli ha già dato una possibile spiegazione in "Mefisto: le origini del male", dove ha aumentato di molto le ambizioni del giovane Steve Dickart ( e di conseguenza la sua frustrazione nel veder fallire i suoi piani per colpa di Tex), non solo l'ambizione nella magia, ma anche in politica. Scusate l'autocitazione dall'altro topic: "I soldi e il sapere sono entrambi un mezzo... è il potere ciò che desidero... l'abilità di costringere gli altri al mio volere". Questa è la vera filosofia/psicologia di Steve Dickart, alias Mefisto. E anche della sorella Lily, alla fin fine. Ciò che più conta per entrambi, infatti, è la capacità di "costringere gli altri" a far ciò che loro vogliono, Steve per mezzo della magia, Lily per mezzo della seduzione. Il potere sugli altri è lo scopo di Steve Dickart, e ora il suo sogno è il potere politico e il "grande gioco segreto", che gli appaiono più eccitanti e appaganti dell'ipnotismo e di tutti i trucchetti usati finora, il modo migliore per comandare sugli altri, attraverso la carriera politica, diventando un senatore o addirittura - lo dice lui esplicitamente - il presidente della nuova nazione che nascerà dalla secessione del Sud." Così si può spiegare anche perché ne "La gola della morte" Mefisto vuole che Tex uccida il figlio: vuole costringerlo a fare quello che lui non farebbe mai, vuole dimostrare di essere più forte e abile di Tex, ipnotizzare Kit e Carson e farli uccidere da Tex senza neanche ipnotizzarlo. E ovviamente vuole arrecargli un dolore insopportabile, e infine disonorarlo, umiliarlo come lui è stato a suo tempo: insomma, desiderio di potere sugli altri e vendetta per le ambizioni fallite. Già nella breve storia dell'ultimo Magazine vediamo un Mefisto particolarmente vendicativo verso chiunque appena lo ostacoli o parli male di lui. Insomma è già un tipetto megalomane, rancoroso e pieno di livore verso tutti. Se poi ci aggiungiamo che Lily lo abbandonerà (già lo sappiamo), e che lui imputerà a Tex la rottura con l'amata sorella, il quadro è completo. E poi chissà, Boselli magari potrebbe anche accentuare nel prossimo capitolo mefistofelico le sofferenze e le violenze subite dalla sorella in carcere, e questo far aumentare ancora di più l'odio di Mefisto. Alla fine secondo me Nizzi ha fatto bene a far tornare un personaggio così interessante come Lily (è l'unica cosa buona della Mefistolata) poi giustamente ripreso da Boselli. La Lily invecchiata, cinica e malvissuta di Nizzi è un bel personaggio. Che poi abbia finito per oscurare il fratello è un altro discorso...
  17. Poe

    LE ULTIME STORIE DI GIANLUIGI BONELLI

    Se non sbaglio, non è Fusco, ma Vincenzo Monti che la disegna. Il titolo è "Luna comanche" Ricapitolando, le ultime storie di GLB, dopo il ritorno di Yama/Mefisto: n. 269 - Il segreto della Sierra Madre (Letteri) pubblicata nel 1983 - Bandoleros (Monti) - Dinamite (Fusco) - La foresta pietrificata (Letteri) - Un mondo perduto (Nicolò/ Monti) - Il carro di fuoco (Ticci) - Uno sporco imbroglio (Monti) - Luna comanche (Letteri) - Tex 300 (Galep) - La minaccia invisibile (Letteri) - Il ranch degli uomini perduti (Villa) - Gringos (Civitelli) - La città corrotta (Civitelli) - Terra violenta (Letteri) n. 364 - Il medaglione spagnolo (Letteri) pubblicata nel 1991
  18. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1970-1979)

    In realtà questa è la più facile, per me: non ho avuto esitazioni. 1971 (Sulle piste del Nord, Il figlio di Mefisto) 1972 (In nome della legge, Diablero) 1973 (Una campana per Lucero, Terra promessa, San Francisco)
  19. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1960-1969)

    Sicuramente vincerà l'anno 1969, di gran lunga il migliore, con "Massacro", "Il giuramento", "Gilas", "El Morisco", ecc. un capolavoro dietro l'altro. Chissà che spasso per i lettori dell'epoca... Nessuno invece sta votando il 1961!!!... Ma come...? L'anno di "Sangue Navajo" una delle storie più importanti, più belle e originali di tutta la serie??? Una storia cardine, che anticipa il western dalla parte degli indiani, che è stata ripresa e citata non so quante volte nelle storie successive??? (In più quell'anno c'è anche "I figli della notte". Più difficile scegliere la terza... il 1965 se la gioca col 1967, ma alla fine ho votato il 1965. Da notare che negli anni '60 aumentano notevolmente le avventure "insolite" e "magiche": in precedenza si erano visti solo Mefisto, Vindex e poco altro, ora non ci sono più freni alla fantasie di GLB che contamina il western con altri generi, per cui vediamo: un extraterrestre, dinosauri, uno scimmione tagliateste, una città perduta rimasta al passato, mummie, pietre che danno la morte, antichi templi aztechi, funghi allucinogeni, una lancia magica, un meteorite rosso, il castello nella foresta del Grande Re, il castello tra le paludi di Mefisto (che torna due volte), Proteus, Zhenda, El Morisco, ecc... Ci fosse stato il forum all'epoca chissà quante lamentele per tutte queste stranezze in un West così poco cassico... Da notare, all'opposto, la presenza di diversi personaggi presi dalla Storia, cosa fino a quel momento molto rara (la banda Dalton, Quantrill...). Invece qui abbiamo l'apparizione di: Cochise, Buffalo Bill, Il Mucchio Selvaggio, Wovoka, Plenty Horse e il tenente Casey, i russi in Alaska, Mano gialla, ecc... Personaggi realmente esistiti, ma usati come semplice spunto per avventure molto libere dalla fedeltà storica. Inoltre da ricordare due storie che cominciano a scavare nel passato di Tex, con ampio uso del flash-back: "Il passato di Tex" e "Il giuramento". Ci sono un po' meno personaggi femminili rispetto al passato (la migliore Esmeralda). In compenso arrivano tre rinforzi non da poco per Galep: Letteri, Nicolò e Ticci!
  20. Poe

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Più che lasciar fare - anch'io la ricordavo ma sono andato a vederla per rinfrescarmi la memoria - Tex capisce che di fronte alla folla infuriata non può proprio far niente, anche volendo, e che non c'è nessuna possibilità di salvare i banditi dal linciaggio. Però, potendo li avrebbe salvati. Anche in questa scena di Cochise Tex capisce che non può far niente, però in "Vigilantes" almeno abbozza un tentativo di intervento, e in più alla fine aggiunge un commento di pietà verso tutti "i furfanti" che non riusciranno a sfuggire al linciaggio. Qui Tex non dice niente e se ne va e basta, come se approvasse la vendetta di Cochise (anche se non la tortura). Secondo me si poteva aggiungere un tentativo di Tex di non far torturare Kirker, una vignetta come in "Vigilantes", con Tex che si fa avanti e dice qualcosa come: "Cochise non..." E Cochise che gli mette una mano sulla spalla, dicendogli: "No. Non puoi impedire la sua lenta morte..." o qualcosa del genere. Sul fatto che in GLB non sia mai successo... Be', però quando Tex ne "La paga di Giuda" si vendica di Brennan non lo fredda semplicemente con un colpo di pistola, ma in un certo senso lo tortura - anche se non fisicamente - facendolo morire lentamente, lasciandolo affondare col suo battello, e prima allestendo un macabro teatrino tutto per lui, terrorizzandolo e sadicamente assistendo alle sue urla di paura. Non proprio una fine pietosa ed eticamente corretta...
  21. Poe

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1948-1959)

    1951 - è l'anno della miglior storia IMHO di questo periodo, "Il tranello" (in più c'è "La banda dei Dalton) 1959 - "La gola della morte" è l'altro capolavoro di queste prime annate 1949 - "L'eroe del Messico", "Mefisto la spia", "Uno contro venti", le prime apparizioni di Montales e di Mefisto-Lily, come si fa a non votarla? In più c'è anche "Il sindacato dell'oppio", con questa indimenticabile vignetta di Tex ferito con un coltellaccio nella spalla, che cammina nella notte. Ma c'è da dire che nel 1949 Tex è più che mai un' inquietante "ombra nella notte pronta a ghermire chiunque gli attraversi la strada" , o anche "un cavaliere nero" oppure "un demonio" oppure colui di cui "la morte deve essere fedele compagna ogni giorno". in attesa di diventare nel 1950, tutto mascherato di nero, "l'aquila della notte" e negli anni successivi la personificazione stessa della "morte che aspetta nel buio" e nel 1959 "l'uomo della morte" più che mai.
  22. Non sono un fan di Nizzi ma credo sia "La montagna del mistero" Almanacco 1999, disegni di Repetto.
  23. Poe

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm Non potrei essere più in disaccordo. Primo: perché le storie migliori e memorabili, che tutti amiamo, sono quasi sempre storie lunghe e articolate, in Tex Willer "Pinkerton Lady", "Nella terra dei Seminole", in Tex "Nel nome della legge", Sulle piste del Nord, Il passato di Carson, Gli invincibili, L'ombra del Maestro, Le navi perdute, ecc. ecc. Secondo: perché comunque Boselli ha sempre l'accortezza di intervallare le storie lunghe con altre di soli due o tre albi (finora ha sempre fatto così) Terzo: io preferisco un ottimo film a un pur ottimo telefilm (e non solo per la lunghezza) Quarto: la lunghezza di una storia non si può stabilire a priori: se lo sceneggiatore ritiene che ci vogliano 5 o 6 albi per raccontare quel tipo si storia che ha in mente, quella storia va scritta in 5 o 6 albi, c'è poco da fare. Quinto: se uno non si ricorda le puntate precedenti ha due possibilità: o legge l'intera storia solo alla fine, tutta in una volta; oppure - come faccio io - prima di leggere il nuovo capitolo, ridà un'occhiata veloce a quello precedente, lo sfoglia per 2 minuti e tutto gli torna subito in mente. Semplice. Sesto: quest'idea mi ricorda un po' la mentalità dell'ultimo Nizzi (che infatti faceva solo storie di 2 albi), per cui leggere Tex dev'essere per il lettore come immergersi in un bagno tiepido (parole sue). Che io ovviamente non condivido. Lui lo diceva magari in senso diverso (si riferiva al ritorno di certi cliché sempre uguali), ma insomma l'idea è quella che si deve sempre compiacere il lettore a tutti i costi.
  24. Poe

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Letto il sesto e ultimo albo, non si può che apprezzare e ammirare nell'insieme questa splendida storia. Un sentito grazie agli autori. Davvero una vicenda coinvolgente, che riesce a ricostruire una pagina di Storia del west senza perdere il fascino e le emozioni dell'Avventura. Ultimo albo con tanti pregi e nessuna critica particolare, se non forse qualche scena e un finale un po' affrettati, e il non troppo sviluppato personaggio di Kirker che... SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER che inaspettatamente finisce qui la sua carriera criminale e politica, contrariamente a quello che avevo ipotizzato io. Una piccola osservazione: Tex a volte risulta fin troppo calmo e ragionevole anche con emeriti imbecilli, vedi per esempio il cowboy Mark, che nell'ultima vignetta di pag. 7 gli dà persino del bugiardo. Mi sarei aspettato a pag. 8 uno sganassone di Tex, visto che di solito non si lascia dare del mentitore impunemente (considerando anche che già il furbone gli aveva sparato per sbaglio), invece il Nostro mantiene una calma e una pazienza ammirevoli e insolite... Per il resto tutto scorre a meraviglia e ogni personaggio da Delkay a Thazay, agli Shawnee, ecc. ha un suo ruolo e importanza. Riuscitissime le scene di combattimento. Piuttosto crude e realistiche alcune di tortura e morte: condivisibile l'idea di non fare di Tex Willer un fumetto "ingenuo". Non resta, quindi, che aspettare il seguito disegnato da Gomez!
  25. Poe

    [42] Incendio Allo Star - O

    Una storia minore di GLBonelli, breve ma piuttosto insolita e originale. Innanzitutto il soggetto: nello scontro tra allevatori di bovini e allevatori di pecore (tema quasi mai affrontato in Tex, anzi forse solo qui) Tex decide di difendere questi ultimi comprando il loro gregge. Proprio così, Tex per qualche giorno diventa un pecoraio! Naturalmente solo per provocare gli avversari e poterli contrastare meglio, fino a farli desistere dai loro propositi criminali. E qui abbiamo il secondo elemento anomalo, il finale: il prepotente allevatore Rickett non viene punito col carcere o con la morte (nonostante i suoi propositi omicidi) ma semplicemente danneggiato nel suo patrimonio (la distruzione del ranch) e nel portafoglio (deve acquistare a caro prezzo i terreni a pascolo libero), e tutto si risolve in modo molto pragmatico, con accordi economici: Tex paga 2.000 dollari l'allevatore di pecore perché torni sui pascoli del Dakota da cui è venuto (l'Arizona purtroppo non era un posto per lui), poi compra per 5.000 dollari i terreni e alla fine li rivende per 10.000 dollari all'allevatore Rickett. Risultato: sono tutti contenti e Tex guadagna 3.000 dollari! Anzi metà della cifra, perché l'altra metà spetta al "socio" Carson, che sta al gioco del pard e, ridendosela sotto i baffi, entra anche lui nell'"affare". Un finale più unico che raro... Si potrebbe obiettare che l'allevatore Rickett, che ha cercato di far la pelle ai quattro pards, tutto sommato la fa franca, però è anche vero che non ha ucciso nessuno (gli allevatori di pecore li ha solo spaventati o feriti) e che probabilmente Tex conta sul fatto che, una volta eliminata la causa del problema (l'allevamento di pecore), tutto fili liscio e Rickett la smetta di fare il prepotente. Resta il fatto che Tex ha sempre avuto un concetto della giustizia molto personale, pratico e realista, e in questo caso sembra capire che per gli allevatori di pecore non c'è posto in Arizona, e che nonostante la ragione e la legge siano dalla loro parte, forse è meglio per loro respirare un'altra aria... La terza curiosità della storia è il tono leggero e ironico che la pervade dall'inizio alla fine (anche se questo non è affatto insolito per il Tex di GLB). Tex si diverte un sacco, più del solito, e con fare sornione e beffardo scherza con Carson che gli dice: "Guai a te se mi farai rimettere un solo dollaro!", rispondendogli: "Stai tranquillo, in questo affare al massimo ci rimetterai la pelle!"; scherza con i pecorai, facendoseli amici, scherza con la dinamite accendendo un candelotto nel saloon e pretendendo che l'avversario lo prenda in mano (facendo poi saltare per aria l'entrata del saloon), infine si prende gioco un po' di tutti, sceriffo e nemici, dando scacco matto in poche mosse, col sorriso sulle labbra, e senza ammazzare nessuno. Insomma, un bell'esempio di come si possa fare una buona storia di routine, breve e senza troppe pretese, ma allo stesso tempo piacevole, per nulla noiosa, convincente e credibile in tutti i suoi personaggi.
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