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Poe

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  1. Poe

    [08] [Almanacco 2001] Missione A Sierra Vista

    Storia piuttosto modesta, a mio parere, che spreca i bei disegni di Venturi. I difetti sono tanti, alcuni macroscopici già segnalati da chi mi ha preceduto: Tex s'infila nella tana del lupo e neanche si guarda alle spalle, pur sapendo che, oltre all'assassino, in giro c'è anche il suo killer di fiducia. E Tex se lo dice persino da solo: "Sono stato un idiota a non pensare a lui!" In effetti Tex gironzola tutto il tempo per il paese limitandosi a raccogliere qua e là le varie soffiate dei cittadini, con poco fatica e neanche un po' di suspense. Per poi alla fine farsi salvare da altri. Se si aggiungono dei dialoghi (e pensieri) a volte prolissi e ripetitivi (vedi lo spiegone finale in cui Tex riassume al colpevole ciò che lui ha commesso e che noi lettori già sappiamo), scontri a fuoco banalissimi, lettere, biglietti e informatori vari come scorciatoie narrative, il giudizio finale su questo giallo prevedibile e ben poco western non può che essere negativo. Al confronto, "Orrore" di Medda, n. 410-411, dal soggetto simile (un serial killer nascosto in una piccola cittadina) risulta, invece, molto più credibile e appassionante. Medda regala al lettore tensione, atmosfera e un finale imprevedibile, qui invece la trama procede in modo piuttosto piatto, con ben pochi sussulti, considerando che l'antagonista dovrebbe essere invece un efferato e imprendibile serial killer (raffigurato qui come un ranchero in vestaglia)! L'impressione finale è che la storia sia stata presa da un giallo qualunque e poi inserita a forza nel mondo di Tex, senza adattarla più di tanto al personaggio.
  2. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    In teoria è giusto, in pratica le cose non sono così semplici: in alcune storie certe scene sono chiaramente, obiettivamente, inequivocabilmente non-texiane (di alcune di Nolitta o dell'ultimo Nizzi, c'è poco da discutere, non è questione di gusti, sono sbagliate e basta, perché sono l'opposto del personaggio originario, e questo va detto e ribadito), altre invece sono più ambigue e soggette a diverse interpretazioni (e qui nascono i flames, perché qualcuno pensa invece che siano obiettive anche queste). Il punto è proprio che la distinzione tra "fatti" e "interpretazioni" non sempre è così chiara: per qualcuno è un "fatto" che la tal scena non sia da Tex, mentre per altri invece lo è eccome (oppure non è da Tex ma chi se ne frega). Ma il punto ancora più importante - secondo me - è che il Tex di GLB cambia col tempo e non sempre agisce coerentemente a certe regole, come invece si crede. L'ha scritto anche Boselli, ma - guarda caso - nessuno l' ha poi ripreso, preferendo ignorarlo: Si potrebbe aprire un topic (magari i più esperti potrebbero farlo), in cui si elencano certi comportamenti del Tex di GLB considerati di solito come assolutamente immodificabili, imprescindibili, che invece lo stesso GLB in certe storie ha invece disatteso: incoerenze, errori marchiani di Tex (o Carson), difetti grandi o piccoli, licenze che GLB si è preso, atteggiamenti diversi non solo a seconda dei periodi storici, ma all'interno degli stessi, ecc. Ci sarebbero un sacco di sorprese. Questo - ovviamente - non per dire "Ah... allora anche il Tex di GLB aveva dei difetti come quello di Nolitta e di Nizzi", no, ma per far capire che a volte ragionare di texianità e non-texianità è come parlare del sesso degli angeli. (A volte. In altri casi invece è giusto sottolinearla.) E che i personaggi di una serie a fumetti lunghissima non sempre sono coerenti, e si modificano - anche se di poco - nel tempo, e da storia a storia, anche all'interno della produzione di un singolo autore (magari anche il Tex di Boselli, se analizzato bene, si è modificato o si sta modificando rispetto a quello delle sue prime storie). Però facciamo degli esempi. Concretamente, in "Fuga da Anderville" sono "fatti" obiettivi che: - il Tex che strilla nel finale davanti a Howard Walcott non è il Tex di GLB - Tex che spara (anche se solo per ferirli) ai soldati sudisti è una "ret-con" perché in "Tramonto rosso" Tex ha raccontato che dopo Shiloh non ha più sparato ad alcun soldato - Tex che non torna indietro per cercare di salvare Tom non è il Tex di GLB - Tex che dubita di John non è il Tex di GLB - Tex che sbaglia spesso e capisce poco non è il Tex di GLB - Il Tex di Nizzi è quasi sempre meno intelligente di quello di GLB (si fa fregare di più) (Il problema è che sicuramente ci sarà qualcuno che penserà che questi non sono "fatti obiettivi") Sono invece interpretazioni (opinabili): - questa è una storia che esalta la guerra - Leslie è un personaggio positivo (o "grigio") - Leslie è un personaggio negativo - Tex, nonostante alcune differenze da quello di GLB, qui è comunque sempre Tex (solo un po' più "umano") - Tex qui non è Tex, ma chi se ne frega, la storia è bella lo stesso - la scena finale con Tex che vuole bersi una birra con Carson non è texiana - la scena finale è una delle più belle di Tex - la scena finale è bella ma non esageriamo - questa storia è un'offesa a GLB - questa storia è tutta sbagliata - questa storia è un capolavoro - questa storia è ottima ma non un capolavoro - è più bella di "Tra due bandiere" - sono entrambi belle - "Tra due bandiere" racconta meglio la Guerra Civile - "Fuga da Anderville" racconta meglio la Guerra Civile - se è stata pubblicata va benissimo così com'è - se sono state pubblicate "I fratelli Donegan" o "Il medaglione spagnolo" o "Alaska" vanno benissimo così come sono - a Nizzi non piaceva del tutto il personaggio Tex - Il Tex di Nizzi è un coglione - Il Tex di Nizzi è il migliore - Nizzi è il miglior sceneggiatore di fumetti italiano! (Il problema è che qualcuno magari pensa che alcuni di questi punti sono fatti obiettivi e non interpretazioni molto opinabili).
  3. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Tesi discutibile. Si può benissimo apprezzare chi viene dopo di te, o addirittura riconoscere che "l'allievo ha superato il maestro". Nei più vari settori lavorativi. E anche nei fumetti. Per me non è così ovvio. Se una persona è intelligente può benissimo accettare un modo diverso di scrivere un proprio personaggio, purché l'essenza del suo carattere venga rispettata. Per esempio, secondo me a Sergio Bonelli piaceva il Mister No di Tiziano Sclavi, diverso dal suo ma rispettoso. Apprezzava meno quello di altri sceneggiatori che invece lo avevano "tradito". E credo anche che apprezzasse lo Zagor di Boselli, seppur scritto in modo diverso dal suo.
  4. Poe

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Tex sbaglia= Tex è un borioso coglione che si fa fregare da tutti? Non è un pochino eccessivo? Non c'è scritto da nessuna parte il virgolettato "combatteremo fino alla vittoria finale", semmai "mi batterò contro i maledetti bastardi che vogliono tenere schiava la tua razza". Che è ben diverso. E che non è un messaggio guerrafondaio. E infatti Tex mica ritorna a combattere nell'esercito nordista dopo la morte di Tom. Anzi nel prosieguo della storia continuerà a evitare di uccidere qualunque soldato... Questa vignetta indica semmai un impegno ancora maggiore di Tex contro la schiavitù. Che è anche il motivo per cui il Tex di GLB di "Tra due bandiere" decide all'inizio di arruolarsi dalla parte dei nordisti: lottare per la libertà dei neri. All'inizio lo farà con le armi, dopo la morte di Rod senza più uccidere nessuno, maledicendo la guerra. Nel finale di Nizzi c'è semmai una ripresa del pensiero di GLB sulle guerre, quando di fronte alla morte di Rod Tex maledice tutti i politici che riempiono di odio la testa delle persone, e fomentano e fanno scoppiare le guerre; in Nizzi ugualmente c'è l'indicazione degli interessi economici (rappresentati da Howard Walcott) che stanno dietro alle motivazioni ufficiali delle parti in causa. Insomma, i soldati (e i cugini) si scannano tra loro, muoiono sul campo per ideali oppure senza neanche sapere bene perché, mentre nelle retrovie i politici e gli affaristi s'ingrassano.
  5. Poe

    [285/287] Un Ranger Del Texas

    Ok, sono d'accordo, allora. Il Tex di Nizzi spesso si fida ciecamente di illustri sconosciuti per cui stranamente non mostra alcun sospetto come invece dovrebbe (vedi per esempio Stingo in "Nelle paludi della Louisiana"). E che poi alla fine scopre solo per un caso fortuito, non per abilità. Nelle storie di GLB è raro.
  6. Poe

    [285/287] Un Ranger Del Texas

    Ma in realtà i pochi "gialli" scritti da GL Bonelli erano piuttosto semplici e il lettore sgamava subito il colpevole, anche prima di Tex, perché tutto sommato non era quello il punto essenziale della vicenda, l'aspetto principale era l'elemento avventuroso. Prendiamo tre storie classiche: "Satania", "L'uomo dalle quattro dita" e "Chinatown", in tutti e tre i casi il colpevole è facilmente individuabile dal lettore, molto prima che ci arrivi Tex, che inizialmente "si fa fregare". Questo sminuisce il nostro eroe? A me pare di no, e così in questa storia nizziana. Chiariamolo una volta per tutte : non sempre Tex è infallibile , anche in GLB, e non sempre capisce subito con chi ha a che fare (anche se la maggior parte delle volete sì). Ne "La voce misteriosa" - bellissima storia - il lettore, per esempio, dopo un po' intuisce chi si nasconde dietro lo scimmione tagliateste, Tex invece no, lo scopre solo alla fine, eppure questo non pregiudica la suspense dell'avventura e non rende Tex un "fesso" che si fa raggirare, semplicemente l'eroe è un essere umano che talvolta può essere ingannato dal "male" e non riconoscerlo. In questo caso da Macredy; in GL Bonelli da Cora Grey, alias Satania, oppure Janet Brent, alias il Drago.
  7. Poe

    Tex e l'Intelligenza Artificiale

    Scusate, ma non ho capito bene il senso di questo topic - limite mio sicuramente - che s'intitola "Tex e l'Intelligenza Artificiale". Si teme che in futuro Tex sia disegnato da un'AI? Lo si spera, così si accorceranno i tempi di pubblicazione delle storie? Lo si ritiene possibile ma non auspicabile? Si valuta solo in astratto se sia fattibile?... Non so per i fumetti in generale, ma sicuramente per quanto riguarda Tex mi sembra evidente che non ci sia questo rischio. Quale lettore leggerebbe mai un Tex simile? E che fine farebbero tutti i suoi validi disegnatori? E poi, visto che si dice sempre che il pubblico di Tex è fatto di tradizionalisti, figuriamoci se accetterebbero un simile obbrobrio. Ancor meno Boselli. La serie chiuderebbe immediatamente.
  8. Poe

    [629/630] L'inseguimento

    Tito Faraci fra tutti gli sceneggiatori di Tex è, secondo me, quello che meno ha convinto. Delle sue storie non ne ricordo quasi nessuna, se non molto vagamente. Questa l'avevo proprio rimossa, e in effetti un motivo c'è: è un lungo ma poco appassionante inseguimento di Tex e Tiger, senza grandi trovate e con personaggi scialbi che non ti prendono né fanno o dicono qualcosa che li caratterizzi. A tratti si ha persino l'impressione che l'autore non sappia bene cosa inventarsi per arrivare alla fine dell' albo e non veda l'ora che giunga p. 114. In generale, nelle storie di Faraci, i personaggi sembrano un po' tutti o anonimi o improbabili, artificiali, come se neanche l'autore credesse molto in loro, né in quello che sta raccontando. Almeno questa è la mia impressione, che non provo con gli altri sceneggiatori di Tex. La vicenda va di solito avanti per episodi, citazioni da altre storie, più che per un intreccio costruito. Le poche trame che imbastisce a volte sono anche poco texiane, come quella della sua prima prova, "Evasione", dove troviamo Tex che fa evadere un detenuto dal carcere perché ricattato da una banda che ha rapito Carson. Tex ricattato... Mah! Questo "L'inseguimento" , nonostante tutto, potrebbe quasi raggiungere la sufficienza (grazie soprattutto ai disegni del sempre bravo Mastantuono) se non fosse che le sparatorie nel secondo albo sono veramente troppe e inutili, compreso l'imperdonabile show finale di Tex a p. 103 e seguenti, che se ne esce spavaldo allo scoperto per far fuoco contro i nemici saltando di qua e di là come in un videogioco. Qualcuno la definirebbe una scena "tamarra", a me sembra semplicemente ridicola e piuttosto fasulla. Se Ruju e Manfredi, pur tra alti e bassi, qualcosa di personale hanno da dire, sul piano dell'invenzione, delle psicologie e delle tematiche, anche sociali, Faraci a me pare di no. Non aveva molto da dire su Tex, e non l'ha detto.
  9. Poe

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Parole d'oro! Non sapevo che Nizzi avesse dichiarato esplicitamente di preferire il Tex nolittiano (anche se lo sospettavo). Questo spiega molte cose sulla sua tendenza, sin dall'inizio, a farne un personaggio fin troppo facile da gabbare, ossia più nolittiano che glbonelliano. Anzi, sarà un caso ma già nella sua primissima avventura nizziana (la prima scritta, non pubblicata), ossia "Il ritorno del Carnicero" Tex esordisce proprio con un errore di valutazione: nelle prime pagine si fa prendere per il naso da una coppia di locandieri, due mezzecartucce, che lo indirizzano verso la trappola preparata, senza che lui abbia il minimo sospetto, nonostante sappia bene che gli inseguiti avrebbero cercato di ingannarlo in qualche modo (lo sa perché si è accorto che stanno lasciando apposta tracce ben visibili). Insomma, subito un inizio con l'eroe che viene beffato, come "un pollastro" (parole della locandiera). Molto nolittiano. In questo Maxi, alla fine Tex non riuscirebbe a spuntarla contro il colonnello Grossman e ad evitare la guerra contro i Navajos se non arrivasse il generale Braystone (non Davis perché è in Europa!) a toglierlo dai guai. Tex ha appena detto a Carson: "Quel pomposo tacchino di Grossman ci ha messo con le spalle al muro!", ammettendo così il suo fallimento. Ed ecco che compare appunto il generale che risolve tutto in quattro e quattr'otto, mette in riga il colonnello e a nome del presidente degli Stati Uniti ringrazia Tex per aver "rallentato l'avanzata" dei soldati, poi se ne va all'improvviso com'è venuto. (Scena molto nizziana.) Commento conclusivo di Tex: "Peste e corna, avresti mai detto che sarebbe finita così, vecchio cammello?" (uguale, uguale al Tex di "Sangue Navajo"! )
  10. Poe

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Meno male che c'è "Tex Willer" a rallegrare le uscite in edicola. Personalmente è la serie a fumetti che più mi diverto a leggere, e che garantisce sempre (o quasi) storie di qualità. Anche la quinta e penultima puntata, "Missione di sangue", scorre via che è un piacere, con un crescendo di tensione che porterà nel prossimo e conclusivo numero al gran finale. Particolarmente riusciti i personaggi Shawnee e il loro rapporto con Tex, ma in generale tutti gli indiani, da Delkay a Thazay e in precedenza Cochise, vengono valorizzati e descritti minuziosamente (da Boselli e da De Angelis). In quest'albo, rispetto agli altri, la Storia lascia spazio alla totale fantasia, così seguiamo le avventure di Tex dall'inizio all'ultima pagina, e lo vediamo finalmente incontrare James Kirker, l'ex cacciatore di scalpi che ora cerca di rifarsi una verginità come allevatore e aspirante uomo politico. Nell'ultimo albo James Kirker morirà o vivrà, per poi ritornare? Chissà. (Io dico di no). Di sicuro non moriranno Delkay e Tahzay che, pur essendo in grave pericolo, sappiamo avere un futuro in albi successivi della regolare e dei Maxi, e questa è forse l'unica piccola pecca nel raccontare storie del passato: che si sa già che alcuni personaggi non possono concludere qui il loro cammino. Ma questo, d'altra parte, è inevitabile.
  11. Poe

    [63/64] Dramma Nella Prateria

    Storia minore di GL Bonelli ma scritta bene, che non annoia neanche un po', nonostante il soggetto abusatissimo già all'epoca (il solito ranchero prepotente che in combutta col banchiere e lo sceriffo vuole eliminare i piccoli allevatori circostanti per i suoi loschi affari). Gli elementi che la rendono piacevole - oltre che i dialoghi e la trama solida - sono i personaggi di contorno, ben caratterizzati: la bella e giovane vedova Everett, vittima dei pregiudizi e dell'ignoranza dei suoi cittadini che non accettano il fatto che una giovane donna (per di più proveniente da una famiglia povera), possa mandare avanti un ranch quasi da sola dopo la morte del marito (e anzi malignano che forse sia stata proprio lei a provocarne la morte); il fratello della vedova, ubriacone buono a nulla ma capace di ritrovare la dignità perduta e riscattarsi nel finale; il tetro maggiordomo del banchiere, Long Jim, ben disegnato da Nicolò e poi da Galep, quasi un personaggio da film horror dell'epoca; e insomma un po' tutti i comprimari che, pur non avendo nulla di particolarmente originale, "recitano" bene dall'inizio alla fine. Buona anche la prova di Kit Carson, vero coprotagonista insieme a Tex, come lui capace di cavarsela brillantemente in ogni circostanza, tranne che nella scena del fiume sotterraneo, dove il vecchio cammello perde un po' di sangue freddo e, nel buio e nel gelo delle acque, si lascia prendere dal pessimismo e dallo sconforto (ma senza esagerare, senza che le sue lamentele lo trasformino in una macchietta). La storia è anche un bel riassunto delle caratteristiche principali del Tex di GLB: gli avversari sono i i notabili del paese, il banchiere, il grande allevatore, lo sceriffo da cui il Nostro non si fa intimorire, e contro cui si scontra senza nemmeno far sapere che lui e Carson sono dei rangers. Scena esemplare: Tex che risponde per le rime allo sceriffo corrotto e prepotente, e che alla sua richiesta di mettere via le pistole risponde (spalleggiato da Carson) con un: "solo dopo che anche voi avrete dato il buon esempio, sceriffo. Anche quando si porta una stella di latta è pericoloso puntare un'arma contro gente come noi. Stanco di vivere?" Naturalmente è lo sceriffo a rimette la pistola nella fondina, non Tex e Carson, che possono continuare a fare il bello e il cattivo tempo in città, infischiandosene della legge. Insomma, una discreta e onesta storia di passaggio, con molti cliché già collaudati e visti (l'attacco al ranch dato alle fiamme, il duello sleale nella main-street, il finale con la morte del banchiere affidata alla giustizia divina), ma che funziona, ha un buon ritmo e scorre bene senza forzature o scene improbabili. Già molto buoni i disegni realistici di un Nicolò all'esordio, che ricreano l'atmosfera dei vecchi film western in bianco e nero; meglio ancora fa Galep (proseguendo la storia) soprattutto nelle scene del fiume sotterraneo e nei visi espressivi dei personaggi.
  12. Poe

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Boselli cerca sempre di inserire elementi innovativi (innovativi per Tex, non in assoluto) nelle sue storie. Solo negli ultimi anni: la ricerca delle navi perdute Erebus e Terror, il manicomio di San Francisco gestito da Mefisto, lo sviluppo del personaggio di Padma, la figlia di Satania a Los Angeles, tutta l'avventura a New York col Maestro, il recente cartonato su Pearl, per non parlare di personaggi interessanti su Tex Willer: Kate Warne, Lincoln, l'agente federale, la recente su Cochise, ecc. ecc. Tutti personaggi tridimensionali, con un loro carattere, non stereotipati (o solo in parte). Tutte storie che mescolano situazioni classiche, cliché del passato ma con elementi originali (originali per Tex). Anche Ruju ci ha provato (con alterne fortune): storie in Guatemala e a Vancouver (luoghi mai visti prima su Tex), personaggi inediti o poco sfruttati: la gazza ladra (mai vista prima su Tex una ladra professionista), il pistolero voodoo, mezzosasangue tormentati come Makua, o indiani che hanno vissuto con i bianchi divisi tra due culture come Johnny il selvaggio, pistoleri pentiti ("Le catene della colpa"), sicari in cerca di riscatto come Bowen, vecchie fiamme di Kit Carson, antagonisti come Wolfman o Artiglio d'orso, ecc. ecc. (ripeto: con alterne fortune). Semplifichiamola così: nel fumetto seriale - non solo in Tex - si alternano storie "in parte originali" e "storie di routine". "Il figlio di Mefisto" e "Una campana per Lucero" sono storie originali, "Taglia: duemila dollari" è una storia di routine. Negli ultimi vent'anni Nizzi ha scritto solo storie di routine e - a mio parere - anche poco riuscite (si possono fare anche storie di routine interessanti). Tito Faraci, per dire, non aveva più idee e ha smesso, Nizzi invece ha continuato (perché a molti piace). Poi l'"originalità" (sempre parziale, è chiaro, perché tutto è già stato scritto, se vogliamo filosofeggiare) non è solo nel soggetto ma anche nelle singole trovate: scontri a fuoco costruiti bene, snodi narrativi che filano lisci, dialoghi tra i personaggi un po' più vari dei solito, psicologie un po' più complesse, riferimenti alla Storia del West, ecc. ecc.: tutte cose che Boselli, per esempio, cerca di curare in tutte le sue storie, anche quelle meno riuscite, mentre altri invece non ci pensano nemmeno a variare o solo a prestarvi attenzione. La verità è che Nizzi non solo non ha più idee da un pezzo, ma pensa che vada bene così, che la ripetizione del sempre uguale (con un po' di rimescolamento delle carte) vada bene e sia quello che vogliono in molti. Un po' come Chiaverotti su Dylan Dog, insomma.
  13. Poe

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Mmm.. dove sarebbero le idee in quest'ultimo Maxi? Non parlo solo del soggetto trito e ritrito, dei personaggi bidimensionali già visti centinaia di volte (il pezzo grosso complottista che fuma il sigaro, l'ufficiale guerrafondaio imbecille, l'indiano ribelle, ecc.), ma anche delle singole scene o situazioni o location... Tutto riciclato da altre storie sue o di Bonelli, senza la minima variante. Poi questo Maxi può piacere lo stesso, a volte piacciono anche storie già viste ma fatte bene (dipende dai gusti). Anche a me a volte non dispiacciono alcune storie di Dylan Dog che non aggiungono niente di nuovo al già visto ma sono gradevoli da leggere. Sta di fatto che - al di là del giudizio positivo o negativo - le idee qui non ci sono neanche un po'... E di idee nuove Nizzi non ne ha più da vent'anni, come minimo. Boselli e Ruju invece ci provano sempre a fare qualcosa di originale, magari solo un antagonista diverso dal solito, un' ambientazione mai vista prima, un personaggio storico inedito, ecc. Nizzi no, sempre la solita minestra, sempre i soliti personaggi. (Ma d'altra parte come anche GLB nell'ultimo periodo, diciamo dopo il 250. Solo che quel periodo è durato poco, quello di Nizzi più di vent'anni di storie senza un minimo di fantasia). Sul fatto che Nizzi amasse o non amasse il personaggio Tex... A volte mi viene da pensare - ma è solo una mia ipotesi da semplice lettore - che fin dall'inizio gli piacesse più la versione di Nolitta che di GLB.
  14. Poe

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Diablero, quando la finirai con questo atteggiamento da profeta inascoltato, che nessuno legge bene, nessuno comprende, nessuno capisce la Verità che tu mostri e nessuno vuole vedere... La verità è che tu vuoi vedere continuamente un Tex trattato da coglione dagli sceneggiatori che non sono GLB, anche quando non è così... In questa storia non c'è nessun Tex coglione, anzi a pagina 12 lui stesso spiega che il corpo del banchiere non fu mai ritrovato, perché finì nel punto più profondo del fiume... Succede anche in tante storie che non sono dei ritorni che i Nostri credono un avversario morto e non lo è, è solo ferito, è precipitato in una scarpata, in una cascata, è in mezzo ad altri cadaveri e i Nostri non se ne accorgono, ecc. poi quel tal nemico si riprende e riappare nel corso della storia, oppure va ad avvisare gli altri complici, ecc. Tex non è infallibile, e a volte si sbaglia e giudica morto qualcuno che non lo è. Questo non è essere coglioni. Stesso discorso per Sam Spring. Il compito di Tex è consegnare i delinquenti alla giustizia, se questi poi vengono assolti da giudici corrotti, questo non significa vanificare il suo lavoro. Anche nel West c'erano i giudici corrotti, chissà quanti delinquenti arrestati da Tex hanno fatto assolvere o ne hanno ridotto la pena in modo ingiusto, e noi non lo sappiamo. Direi che in questa storia c'è del realismo, più che coglionaggine di Tex. (E a proposito, il fatto che Tex non venga chiamato come testimone al processo, non è un errore: in un sacco di storie di GLB si dice che lui lascerà una deposizione firmata sui fatti avvenuti e poi se ne va senza partecipare al processo.) Sui ritorni in generale. E' ovvio che il ritorno di un presunto morto modifichi la storia precedente, ma questo non significa sporcarla o vanificarla o considerarla una ret-con. Ancora! GLB l'ha usato questo espediente almeno 3 volte: una con Mefisto e due con Yama. Il fatto che noi ritroviamo Mefisto insieme a Padma in gran forma che organizza piani criminali all'insapute di Tex, significa che Tex è un coglione? Che Yama spadroneggia sui Maya quando dovrebbe essere in bocca ai pesci, o addirittura che venga salvato dai pipistrelli ne "L'ombra di Mefisto" mentre nella precedente l'avevamo visto chiaramente precipitare in una cascata, significa che Tex è un coglione? Boselli poi l'ha usato spesso questo espediente, per esempio con Jack Thunder redivivo. Perché non hanno cercato bene il corpo nella miniera? Anche qui pard coglioni? El Muerto? Il Carnicero? Coffin in Tex Willer e tanti altri casi che adesso non ricordo. Non ti ho mai sentito fare obiezioni sulla coglionaggine di Tex in queste storie, anzi mi pare di ricordare che non vedi l'ora di leggere il ritorno della Tigre Nera, che dovrebbe essere morta, guarda caso, e questo comporterà inevitabilmente un finale diverso della storia precedente...
  15. Poe

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Scusate, ma non capisco perché il fatto che in questa storia torni un nemico dato per morto e fortunosamente sopravvissuto, e un altro che era stato arrestato ma che poi è riuscito a evitare il carcere per colpa di un giudice corrotto, dovrebbe minare la giustizia infallibile di Tex, annullare la storia precedente e far inorridire GLB. Un conto è Tex che lascia in libertà un delinquente sapendolo libero (come nel finale del "Mefisto" di Nizzi), un conto è Tex che arresta i delinquenti o li crede morti (facendo così giustizia) e invece loro ricompaiono per motivi che non dipendono da lui (Tex non è onnisciente e onnipotente). Ragionando così, non dovrebbero mai esistere i ritorni di personaggi creduti morti, perché questo rovinerebbe la storia precedente. Invece non è così. Mefisto, creduto morto ne "Il ponte tragico" torna bello vispo e vendicativo in "Incubi", e così Yama e Proteus. Torna il Carnicero. Tornano anche il Maestro, Jack Thunder, fra un po' anche la Tigre Nera che invece dovrebbe essere morta e sepolta, ecc. ecc. Questo non significa che ogni personaggio possa tornare. Frazer e Lucero o altri famosi, la cui morte è importante e fissata nella memoria dei lettori, è meglio non resuscitarli, questo sì che rovinerebbe le storie di GLB. Ma quando si tratta di personaggi minori come Sam Spring o Holmer, che nessuno ricordava, protagonisti di una storia tra le meno memorabili di GLB, che problema c'è? Per giudicare la storia, aspetto il secondo albo. Dico però una cosa: non se ne può più di ribelli apache, "teste calde" in cerca di gloria, messi lì solo per fare una scena d'azione, tra l'altro fiacca, e fatti fuori da Tex in quattro e quattr'otto! Li abbiamo visti di recente anche nella storia di Burattini (e lì non c'entravano proprio niente): ok è un cliché come tanti, usato da tutti, GLB in primis, ma è l'abuso che se ne fa negli ultimi anni (Ruju soprattutto, vedi per es. il Texone di Casertano) che ha un po' stufato...
  16. Poe

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Io resterei a parlare di questo Maxi, non di Nizzi in generale, e a me questo Maxi non è piaciuto. Però non penso che chi invece l'ha apprezzato sia un minus habens. Non lo penso di nessuno che abbia gusti diversi dai miei. E comunque spesso è il contrario: sono i critici di Nizzi che vengono ritenuti a priori dei lettori prevenuti o con la puzza sotto il naso... Comunque, secondo me Nizzi, in questa storia (e parlo solo di questa specifica storia, non di altre), non avendo più nulla da aggiungere al tema "congiura" e a quanto già scritto in tutta la sua lunga carriera texiana, sembra voler guardare con distacco e ironia i personaggi che mette in scena per l'ennesima volta, per cui alla fine la componente "ironica e "comica" in lui finisce per prevalere. E in un racconto comico le incongruenze, i personaggi insoliti e maldestri, le buone intenzioni che vanno a finir male, le azioni mancate, le coincidenze improbabili, ecc. non sono difetti, ma pregi che servono a divertire. E questo Maxi - come ho già scritto - è prevalentemente una storia comica. Soprattutto da metà in poi. (Può darsi anche che abbia contribuito il fatto che a disegnarla sia Alessandrini, autore poco realistico, e che Nizzi si sia adattato usando un tono un po' da "speciale Martin Mystere".) Se uno la legge così, può anche divertirsi. Se invece la legge come una storia "seria" e coerente di Tex, rimane come minimo perplesso (eufemismo) per tutte le cose che non funzionano. Io non la disprezzo, in certi casi è effettivamente divertente. E' un buon esempio di ironia post-moderna. Copio da wikipedia: "Ciò che è comune agli artisti postmoderni è la capacità di raccogliere e far rivivere i codici tradizionali più seri, evitando di prendersi sul serio, senza tuttavia screditarli cadendo in forme di derisione." Qui, insomma, Nizzi non si prende sul serio, gioca coi cliché. Mentre GL Bonelli, Boselli e Ruju anche nelle loro storie meno ispirate e meno riuscite - e con trame già viste - cercano comunque di infondere vita ai personaggi e di trasmettere al lettore pathos, coinvolgimento, drammaticità o epicità, Nizzi invece qui sembra voler trasmettere al lettore lo stesso suo atteggiamento disincantato, ironico e poco coinvolto, come se dicesse: "dai, su, caro lettore, questo in fondo è solo un fumetto, questi sono personaggi di carta, bidimensionali, tutto sa di già visto e sappiamo come finirà, inutile che io cerchi di far finta che ci sia del dramma o una tragedia, questo è solo un fumetto che deve divertire, quindi tanto vale che ci infili più scene comiche possibili (ma stando attento a non esagerare per non deridere il personaggio, che sennò diventa una parodia, e non va bene)". Basta leggere il finale, pagina 265 in poi, quando Tex chiede a Carson se hanno liberato Ely Parker e Carson gli dice: "Ma che domande mi fai? Non hai ricevuto il telegramma?" E Tex che gli risponde no, non l'ho ricevuto, ma non importa, se l'avete liberato allora il colonnello Grossman deve interrompere la guerra ai Navajo. Ma il colonnello rifiuta seccamente, vuole vedere Ely Parker in carne e ossa e Tex allora si arrende: "Quel pomposo tacchino ci ha messo con le spalle al muro". E il colonnello pensa tra sé: "Bene, l'ho spuntata alla fine!" Poi però all'improvviso, dal nulla, salta fuori un certo generale Braystone (una specie di sostituto del generale Davis, il deus ex-machina per eccellenza di Nizzi) che ferma tutto e salva la situazione impedendo la guerra. I Nostri eroi tirano un sospiro di sollievo... Se non è una scena comica questa! Anzi, secondo me ci sarebbe stato bene un finale in cui Tex si rivolge direttamente al lettore, rompendo la famosa quarta parete per dirgli: "ehilà, amigos, vi è piaciuta la mia avventura? Vi è piaciuto quando ho preso il mascalzone per un orecchio e gli ho sbattuto il muso contro la porta per aprirla? Bene, allora comprate anche un'altra copia, per avere anche la seconda minicopertina!"
  17. Poe

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Questo Maxi, secondo me, invece è l'ennesima dimostrazione di come Nizzi non abbia più niente da dire su Tex (e questo da un bel pezzo, diciamo una ventina d'anni). Se gli altri sceneggiatori, da Boselli a Ruju, a Giusfredi si sforzano di trovare idee (in parte) nuove, location inedite, personaggi originali (ispirandosi magari alla Storia del West), a volte riuscendoci, a volte no (ma comunque provandoci sempre), Nizzi invece si limita a riciclare i vecchi cliché del passato, sempre identici, sempre uguali, senza variazioni, senza nemmeno uno straccio di idea o situazione nuova. E senza nemmeno prendersi la briga di cercarla. Il risultato è una storia che a mano a mano che procede (col pilota automatico) tra luoghi comuni, frasi fatte e personaggi di cartone, si trasforma sempre più in una commedia, fino a diventare, spesso e volentieri, comica. Volutamente comica. Come se lo sceneggiatore, dopo aver raccontato per la centesima volta la stessa trama non si sforzasse nemmeno più di renderla credibile, ma strizzasse l'occhio al lettore come per dirgli: "dai, ridiamoci su!". La scena del rapitore che parla nel sonno NON è una caduta di stile o una scorciatoia narrativa (scorciatoia di cosa, visto che non ha alcuna conseguenza a fini narrativi?), è VOLUTAMENTE una gag comica che Nizzi ha inserito per ravvivare una sceneggiatura noiosa, e per divertirsi un po' lui stesso. Se ci fate caso la scena è totalmente da fumetto comico: la prostituta bussa alla porta di Carson che sta dormendo e che apre a torso nudo scusandosi se si presenta così. La prostituta risponde: "Oh, ci sono abituata!" . Poi spiega a Carson che l'uomo con cui ha dormito parla nel sonno dicendo: "Solo io so dove si trova Ely Parker. Solo io!". Naturalmente lei vuole una ricompensa per l'informazione. Carson allora va nella stanza dell'imbecille che, assonnato, lo accoglie con un: "Sei tu Lola?". Poi, vedendo invece Carson, cerca di scappare dalla finestra, ma colpito da una pallottola alla gamba cade goffamente in strada e si rompe l'osso del collo. La gag si conclude con la prostituta delusa perché non avrà i cento dollari di ricompensa... Ma le scene comiche continuano: gli assassini uccidono la moglie del notaio che li sorprende e si arrabbiano perché in casa - secondo le informazioni avute - non doveva esserci nessuno. Poi arriva il maggiordomo e fanno secco anche lui, e loro commentano scocciati: "Pure il maggiordomo!". Una scena di humour nero più da Torpedo (il personaggio di Abuli e Bernet) che da Tex. Il colonnello Grossman è poi una caricatura totale (a partire dal nome), dovrebbe essere un ammazzaindiani ma non ne becca una, e si fa prendere in giro persino dallo scout indiano che gli consiglia di non accamparsi nella vallata perché rischia un'alluvione, poi, quando il torrente d'acqua arriva e travolge comicamente i soldati, lo scout se ne sta con la sua tenda all'asciutto in un luogo rialzato, e il famigerato colonnello inzuppato pensa tra sé: "Morte e dannazione! Non avrei mai creduto di dover inghiottire questa umiliazione da un indiano pidocchioso!". Tutte scene comiche. Come il capo della congiura che a un certo punto non sa neppure lui dov'è nascosto il rapito, oppure Tex e Carson che si perdono di vista e non sanno più cosa sta facendo l'uno e cosa l'altro, oppure i terribili rapitori indiani ritrovati ubriachi da Tex in una caverna e portati via di peso ancora addormentati per usarli come prova, oppure come il finale ridicolo in cui il grande congiurato si suicida buttandosi dalla finestra solo per la paura della testimonianza di un suo sottoposto insignificante! Questo non è una storia di Tex, è una sua versione comica. Non una parodia, o una presa in giro, questo no, ma una specie di fumetto post-moderno, in cui il lettore non si deve immedesimare nei personaggi e nella vicenda, ma divertirsi a leggere situazioni già viste che, raccontate così, fanno solo sorridere. E i disegni di Alessandrini sono perfetti per una simile storia: totalmente inadatti a un albo "serio" di Tex, sono invece perfettamente funzionali a una sua versione comica. Insomma, per me negli ultimi anni Nizzi invece di Tex avrebbe dovuto scrivere storie di Leo Pulp, l'ironico investigatore hard-bolide da lui inventato. Sarebbero state storie divertentissime. E lui e noi ne saremmo stati soddisfatti e appagati. Perché invece ci si è accaniti a fargli sceneggiare Tex, un personaggio di cui chiaramente si è stufato e che non gli accende nemmeno una scintilla di fantasia?
  18. Credo che tutti qui teniamo alla Bonelli, i cui fumetti leggiamo con passione da tanti anni. Ma se la critichiamo è perché la vorremmo migliore, non certo per affossarla. Sul discorso aumenti... Sappiamo che sono inevitabili, ma fino a un certo punto... Se allarghiamo il discorso all'aumento generalizzato dei prezzi di tante altre cose, persino la Bce (la Banca centrale europea, non i sindacati!) sta criticando gli aumenti eccessivi. Riporto un trafiletto di giornale: "L’evidenza oramai parla chiaro, l’inflazione con cui siamo alle prese dipende, anche se non soprattutto, dalle aziende che hanno ritoccato i listini più di quanto siano saliti i loro costi, approfittando della situazione. L’aumento dei costi c’è stato ma è stato amplificato dal comportamento delle imprese. I profitti aziendali sono saliti, i margini, in media, anche. Il potere d’acquisto dei salari invece è crollato." Non so se questo discorso valga anche per la Bonelli, ma che qui nel forum se ne discuta mi sembra giusto. Poi ovviamente nulla cambierà, ma almeno che se ne parli... Poi io continuerò a comprare i fumetti della Bonelli che compravo prima (e non solo Tex!), ma certo è che altri lettori invece abbandoneranno alcune testate, non per ripicca verso la casa editrice, ma appunto perché "il potere d'acquisto dei salari è crollato".
  19. Hai ragione, ma la cosa è ancora più assurda: vogliono farti comprare due copie (due doppioni) persino di una ristampa che probabilmente hai già! E' chiaro che ognuno fa quello che vuole, ma la casa editrice conta sul fatto che qualche collezionista (che quindi possiede già le storie ristampate del SuperTex) acquisti anche queste 2 in edicola solo per avere due diverse minicopertine. A me non pare una grande trovata... Poi, ok, il sondaggio di questo topic era sul costante aumento degli inediti, ma certo anche questa massiccia invasione di doppioni in edicola non sembra un bel segnale: dà l'idea che stiano raschiando il fondo del barile dei lettori, invece di cercare - come si diceva più sopra - di percorrere nuove strade. E' una politica di corto respiro.
  20. Sono d'accordo. L'eccesso di albi non solo fa diminuire inevitabilmente la qualità (visto che molte storie vengono affidate a sceneggiatori non del tutto adatti a Tex), ma impedisce anche di capire quello che valga la pena prendere o no, per chi non vuole prendere tutto. Tanto è vero che ormai le storie migliori compaiono ormai fuori serie o su Tex Willer, e non più sulla regolare. Quindi chi compra solo la regolare per abitudine, per collezionismo, perché ha pochi soldi o perché crede che lì venga pubblicato il meglio, in realtà si sta perdendo la maggior parte delle storie migliori di Tex uscite ultimamente. Ma è tutta la politica della casa editrice negli ultimi anni che secondo me è sbagliata: perché, per esempio, la Bonelli ha smesso di cercare di creare una nuova serie popolare? Un nuovo personaggio che riesca a imporsi come Dylan negli anni '80, Nathan negli anni '90, Julia e Dampyr negli anni Duemila? E' chiaro che se non cerchi nuovi lettori con nuove serie che possano piacere a un vasto pubblico (non miniserie di nicchia che comprano in pochi), alla fine non puoi che ridurti a spremere i vecchi lettori, soprattutto quelli di Tex. Si dice che i nuovi personaggi venderebbero poco, meno di quelli vecchi, eppure io vedo che Samuel Stern, per fare un esempio, continua a uscire in edicola, è arrivato al numero 40 e sta proseguendo, nonostante sia un bonellide di una casa editrice minore con pochi mezzi. Possibile che alla Bonelli non ci sia nessuno con idee interessanti, innovative (e non vintage) ma popolari, per un nuovo personaggio potenzialmente di successo? Certo, per fare cassa è molto più comodo mandare in edicola un Tex bis o l'ennesimo Maxi affidato a vecchie glorie ormai spompate, o pubblicare dei doppioni con gadget diversi, piuttosto che cercare nuove strade...
  21. Poe

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Molto bello anche il quarto albo "Nel covo di Don Santiago", che prosegue nel migliore dei modi questa lunga e appassionante storia che rischia di diventare la migliore della serie "Tex Willer", finora. L'alternanza tra la Storia con la S maiuscola (l'affare Bascom) e la trama legata a Tex funziona perfettamente e non annoia, anzi è il modo migliore per mantenere come protagonista Tex e contemporaneamente dare spazio ad altri personaggi storici. Entriamo così nel mondo degli Apaches come mai prima d'ora e veniamo a conoscere un sacco di comprimari interessanti, persino una missionaria italiana realmente esistita, suor Blandina, protagonista anche di un albo di Magico Vento (n. 72 "Jericho"). La suora del West nota (si fa per dire visto che non la conosce nessuno) per aver incontrato indiani e banditi come Billy the Kid!.. E per essersi battuta contro i linciaggi. Credo che Boselli si sia presa qualche libertà come collocazione storica e geografica della sua attività, così come per James Kirker, già morto dieci anni prima di incontrare Tex (come si dice nell'introduzione), ma che importa. In più c'è una sorpresa totalmente inaspettata.... SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER La prima apparizione (cronologicamente parlando) di Lilyth a 12 anni, proprio presso le suore della Missione di Nostra Signora della Carità (e questa, a essere pignoli, è una ret-con visto che nel "Patto di sangue" si dice che Lilyth ha studiato presso le suore di Alamosa... Ma chi se ne frega...). Insomma, anche se il ritmo narrativo ogni tanto è un po' lento a me la storia sta piacendo, grazie soprattutto ai personaggi ben caratterizzati e ai disegni eccellenti di De Angelis, sempre più bravo e mai abbastanza elogiato.
  22. Da Bonelli preview: "La grande congiura" di Nizzi/Alessandrini. Un'unica storia lunga. Trama: Il senatore Wallace di Washington con altri affaristi vuole eliminare Ely Parker in occasione di un suo imminente viaggio in Arizona per occuparne la poltrona e dare il via alla speculazione sulle terre concesse agli indiani. Invece il doppione del numero 750 (prima parte di una storia doppia) con gadeget diversi è questo: Io ovviamente comprerò una copia sola, ma secondo me la Bonelli sottovaluta l'effetto saturazione. Vedendo le edicole piene di doppioni incellofanati (hanno scritto che aumenteranno appositamente le tirature), dopo un po' anche i texiani più affezionati cominceranno a provare un po' di nausea... E' come quei politici che vanno continuamente in televisione per cercare voti e consenso: dopo un po' la sovraesposizione ottiene l'effetto contrario.
  23. Dopo circa due mesi dal sondaggio il risultato è abbastanza chiaro e consolidato: l'82% dei forumisti preferirebbe un numero limitato di uscite annuali di Tex (la serie regolare e poco altro). Quando è stato fatto questo sondaggio, a Gennaio, ancora non si conosceva la "bella idea" delle Mini Copertine, ora invece sappiamo che la "proliferazione delle uscite" avverrà davvero. Oltre ad aumentare le storie (quest'anno rispetto al precedente ci saranno un doppio Magazine e forse una miniserie a strisce in più, o comunque un'altra uscita speciale), si moltiplicano anche le edizioni, una con allegato Mini Copertina X e l'altra con Mini Copertina Y (+ placchette magnetiche). Insomma lo scopo dichiarato ora non è solo farti acquistare più albi possibili bonelli (legittimo) ma di farti acquistare due copie dello stesso albo! Solo perché si inseriscono 2 gadget diversi. E poi (ammesso che ti interessi il gadget) cosa te ne fai del doppio albo uguale? Mah!... Probabilmente i negozi e le bancarelle di fumetti usati fra un po' saranno stracolmi di albi doppi che la gente tirerà via. Naturalmente dopo questa iniziativa tra un anno o due ce ne sarà un'altra simile. Puzzle di Tex con tessere diverse in tre albi uguali?... Perché no? Così il prossimo Aprile usciranno: 2 Tex n. 750 2 Maxi Tex 2 Tex Willer 54 2 SuperTex 18 Insomma dopo "La mesa della follia", il mese della follia! BUONA COLLEZIONE!
  24. Poe

    [748/749] La mesa della Follia

    Devo dire che la storia non mi ha particolarmente entusiasmato. Poco pathos, poca suspense, personaggi piuttosto opachi. Se confrontata con "L'uomo con il fucile", in edicola in questi giorni, la storia di Zagor è quasi l'opposto: un piccolo capolavoro di atmosfera, con personaggi forti, scene altamente drammatiche e un intreccio che ti tiene incollato sino alla fine, facendoti trepidare per i protagonisti. Qui, invece è tutto texianamente corretto, ma troppo lineare e non molto appassionante.
  25. Poe

    Sondaggio su Tex (3)

    Ma sì, questi sondaggi sono un gioco, che servono anche per rinfrescare la memoria sui vecchi personaggi e le grandi storie e, magari, far venire qualche idea agli sceneggiatori per il futuro, perché no... Io personalmente ho votato per: - il ritorno di Lena e Donna (le vedrei bene disegnate da Gomez) - il ritorno della gazza ladra (personaggio originale per la serie), ma mi piacerebbe rivedere anche Sarah Wyatt e Kate Warne. (Mi rendo conto adesso che ho votato tutti personaggi femminili!) No, in realtà anche per il ritorno dell'ingegnere Castleman che non mi dispiacerebbe, nonostante sia un personaggio minore. - no ai team up (meno che meno con Ken Parker, personaggio che amo ma che non c'entra con Tex) - no assolutamente a personaggi di romanzi o film - la mia situazione preferita: la sparatoria nella ghost town - un' ambientazione da riprendere: la cittadina de "Il marchio di Satana", anzi a me non dispiacerebbe una specie di seguito di quella storia (con una buona idea)... - una leggenda a cui ispirarsi: la nave della morte sul fiume Platte. Confesso che non la conoscevo, ma mi sono informato e l'ho trovata interessante: https://www.farwest.it/?p=24494 - storia che vorrei leggere subito: Barbanera - sì alle storie durante la Guerra Civile (anche perché Tex può benissimo parteciparvi, dopo Shiloh, purché senza sparare contro i soldati sudisti come voluto da GLB) - il periodo migliore di Boselli è la fascia 400, ma anche la 600 non è affatto male, anzi, siamo quasi alla pari! (da "I giustizieri di Vegas" a "L'ombra del Maestro", passando per "I sabotatori", "Luna insanguinata", "Jethro", "Giovani assassini", "El supremo", ecc.
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