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TWF - Tex Willer Forum

PapeSatan

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Tutto il contenuto pubblicato da PapeSatan

  1. PapeSatan

    [Romanzi a fumetti 16] Pearl

    Considero il cosiddetto formato "alla francese" più una veste editoriale che non uno stile narrativo o grafico. Anni addietro ho posseduto diversi cartonati di Asterix, francesi nel formato, nell'origine narrativa e nei creatori/disegnatori, quindi più francesi di così... Ebbene, la maggior parte delle pagine avevano comunque le vignette a "gabbia", pur non mancando disegni di sfondo a tutta pagina o a mezza pagina, come peraltro non mancano nel cartonato "Pearl". E i testi erano verbosi (che non vuol dire "pallosi") quando serviva, concisi e asciutti quando serviva. Esattamente come nel cartonato "Pearl", in cui non mancano neanche intere sequenze mute. Quindi, a mio gusto personale, non vedo nessuna forzatura o snaturamento nel formato "alla francese" di questo cartonato texiano. Se il recensore youtuber linkato sopra ("Mi spiace davvero") si aspettava di trovare un "art portfolio" con disegni a tutta pagina o a due pagine affiancate, "mi spiace davvero" per lui e gli consiglio di leggere qualche cartonato di "Asterix" per ricredersi.
  2. PapeSatan

    [Romanzi a fumetti 16] Pearl

    Probabilmente il recensore faceva parte di quella giuria che collocò "Vita spericolata" di Vasco Rossi al penultimo posto nel festival di Sanremo.
  3. PapeSatan

    [Romanzi a fumetti 16] Pearl

    Albo eccezionale. Emana un'aura di leggiadra poesia dalla prima all'ultima pagina, un lirismo classico ma mai retorico o pomposo, una storia che credo piacerebbe anche a chi non si sognerebbe mai di leggere un fumetto, meno che mai Tex. Narrazione esaltata dai sapienti disegni della Zuccheri e dalla colorazione morbida, dove predominano il calore intenso del giallo e l'onirico blu (il colore della notte ma, nello specifico, è il colore del sogno, inteso come auspicio o desiderio di speranza, che caratterizza molte scene in notturna). Due colori che, oltretutto, si abbinano perfettamente tra loro. Boselli è stato certamente agevolato dall'ispirarsi a fatti veri (e si sa che la realtà spesso supera la fantasia) ma, si badi bene, questa non è affatto una limitazione o un difetto di creatività: infatti, il Bos ha saputo aggiungere alla connotazione realistica della vicenda, di cui ha interpretato e ampliato alcuni passaggi, una veste romantica e romanzata che le fonti (almeno quelle che sono riuscito a rintracciare sul web) ci hanno invece trasmesso come fredda cronaca o, all'opposto, come esagerazione del mito (Calamity Jane docet). Il risultato è un'alchimia perfetta tra le parole e le immagini, tra la Storia e il Mito, tra la realtà e la fantasia. Contrariamente a quanto sostenuto da altri, trovo che il formato "alla francese" abbia contribuito significativamente a rendere quest'albo una gemma, sia perchè "veste" il racconto con un abito degno di tanta poesia, sia perchè, con il suo numero ridotto di pagine ma con l'ampia superficie sfruttabile mediante le "gabbie" bonelliane, asseconda la narrazione fatta di tanti piccoli episodi concatenati ma densi di contenuti che perciò richiedono spazio (leggi vignette) sulla pagina. Se proprio dovessi trovare delle stonature in quest'albo, ne cito due, peraltro marginali nell'economia complessiva: - l'inverosimiglianza di notare da lontano il riflesso del calcio in madreperla di una pistola in una notte buia senza luna; - in contrasto con il lirismo di tutta la narrazione (nonchè con il lessico tradizionalista di "Tex"), quel paio di "put..." pur interrotti sul nascere in bocca al villano di turno, quando meno prosaicamente si poteva optare per "sgual..." o "donnacc...", tanto più che il meretricio di Pearl è stato rappresentato in modo perfetto: delicato, mai volgare, in fondo compassionevole. Non ho parlato di Tex e Carson, non perchè non ci siano o siano rappresentati banalmente, ma semplicemente perchè non sono i protagonisti e NON DOVEVANO esserlo: la scena non poteva essere rubata a Pearl. Giusto così! In conclusione, una storia che è il sogno divenuto realtà della protagonista, una storia che anche agli uomini dalla scorza più dura non può non smuovere sentimenti. E una storia che produce un intenso coinvolgimento emotivo e un'empatia verso la protagonista (in teoria la "cattiva" della vicenda) non può che avere un voto altissimo, disegni compresi: il mio è 9.
  4. PapeSatan

    [248/249] Il Marchio Di Satana

    "Il marchio di Satana" è stato il primo albo di Tex che ho comprato in edicola. Una folgorazione. Da lì è iniziata la cavalcata che mi ha portato a ricercare per bancarelle e annunci sui giornali inserzionistici (comoda la vita oggi, con ebay...) tutti gli arretrati, rigorosamente "costola bianca", del nostro eroe. Il grande merito di questa storia è quello di aver adescato un nuovo adepto. Quell'adepto, allora adolescente, ancora oggi mantiene immutata la passione per il personaggio e il suo mondo, anche se rispetto a 40 anni fa sono cambiati (e tanto!) i tempi. Voto alla storia: 9 Voto ai disegni di Fusco (il mio disegnatore texiano preferito, Galep classico è fuori concorso ma lo faccio rientrare nel voto per le due stupende copertine della storia): 9.
  5. PapeSatan

    [21] Avventura A Cedar Mines

    Esiste una fonte che riporta la striscia originale da cui ciascuna vignetta è stata tratta? Più in dettaglio rispetto alla già utile indicazione data da Carlo Monni.
  6. PapeSatan

    OSCAR TEXIANI 2022

    Ci tengo a precisare, qualora il mio commento fosse stato frainteso, che ho dato il suggerimento di aggiungere per il futuro l'opzione "mi astengo" per rendere più veritiere le intenzioni di voto, in ossequio alle titubanze di alcuni forumisti, ma non esprime la mia opinione sull'annata 2022. Infatti, come ho scritto, anche votando il meno peggio si vota comunque il migliore, visto che si esprime una preferenza e non un voto, ma aggiungere l'opzione "mi astengo" servirebbe effettivamente ad esprimere il non-voto di insoddisfazione di taluni e disgiungere così il voto dato con convinzione a una nomination da quello dato a quella nomination solo perchè costretti dall'obbligatorietà di esprimere comunque un voto. Personalmente ho votato con convinzione e reputo il 2022 un'annata ampiamente soddisfacente.
  7. PapeSatan

    OSCAR TEXIANI 2022

    Sono d'accordo con i due pards citati: per rendere più interessante e veritiera l'analisi di un sondaggio, tra le risposte proporrei per il futuro l'inserimento dell'opzione "mi astengo", altrimenti si corre il rischio di assegnare e dare lo stesso valore al Pallone d'Oro di Belanov o di Sammer rispetto a quelli di Messi. Purtuttavia, poichè non sono elezioni politiche ma è un simpatico gioco, voto con piacere e curiosità per i risultati: del resto, votare il meno peggio equivale a votare il migliore, visto che si chiedono preferenze e non punteggi. Però è limitativo inserire negli annali un centometrista di cui non si specifica se abbia vinto in 9"80 o in 12"25.
  8. Refuso chiaramente involontario ma che mi ha fatto ridere di gusto: dopo essermi sforzato di leggere la lunga sequenza di post cercando di incastrare tutti gli eventi citati con le rispettive cronologie, la conclusione mi ha spiazzato. 😁 Battuta a parte, la cronologia texiana mi incuriosisce sempre, perciò ringrazio qui te e gli altri pards per i contributi.
  9. Sostituisci ad "emozioni" la parola "gesti" e avrai il significato che volevo esprimere. Ben lungi da me affermare che i giovani d'oggi non provano emozioni. Ma sono i modi con cui le provano che sono, diciamo così, meno "romantici", almeno in quei gesti quotidiani che oggi, con la tecnologia, sono spariti. Vuoi mettere, da adolescente, andare con gli amici a vedere i film porno in videocassetta a casa dell'amico possessore dell'unico videoregistratore della comitiva (e soprattutto della casa vuota) rispetto ai giovani d'oggi che li hanno già pronti su Pornhub et similia, a qualunque ora, in qualunque posto, con scelta vastissima e pure classificati per genere? 😋
  10. Verissimo, era il bello: l'attesa, l'aspettativa, l'immaginare come poteva essere l'inizio o la fine della storia, l'impazienza o la speranza di poterla completare andando nei mercatini. Ma anche una necessità, non essendoci altra possibilità, e questo ci permetteva di accettare come naturale, ovvio, scontato il dover leggere un fumetto in modo "random". Ricordo sempre che tornavo a casa raggiante quando in una bancarella riuscivo a trovare una sequenza di numeri consecutivi o i numeri che mi permettevano di completare una storia che possedevo a metà. Emozioni che i ragazzi d'oggi hanno perso e che ti riempiono l'anima: come citofonare ai campanelli per convocare chi ti serviva a fare numero per una partita di pallone.
  11. PapeSatan

    [748/749] La mesa della Follia

    Ogni opinione va rispettata e io non sarò da meno. Tuttavia, nella mia scala di valutazione il voto 2 si dà a un Tex che chiede scusa in mutande a dei malviventi, a un Tex che invece di inseguire Mefisto, fuggito tre minuti prima, invita i pards a berci sopra "perchè tanto sarà lui a farsi vivo prima o poi...", allo stregone ciarlatano Ukasi che fa credere di saper uccidere a distanza con un bastone magico che in realtà nasconde una pistola silenziosissima (sic !!!!). Quindi, più che la provocazione del 6+ medio mi piace pensare che la tua provocazione stia piuttosto nell'estremizzazione dei due voti ai disegni e alla trama, per enfatizzare il tuo gradimento ai primi e la tua delusione verso la seconda.
  12. PapeSatan

    [748/749] La mesa della Follia

    Il mondo è bello perchè è vario. Quelli che per te sono difetti per me sono pregi e viceversa. Se dovessi sostenere un esame con te professore, avrei cura di vestirmi e pettinarmi molto bene e pur sparando tante cavolate durante l'interrogazione passerei comunque l'esame seppur con il minimo dei voti (o anche poco più!). Parente di Rubini e rivale in amore di Burattini? 😄
  13. @slv396 Concordo con i pards che mi hanno preceduto sul consiglio di sfruttare l'abbonamento digitale (magari inizialmente mensile, poi vedi tu) per disporre immediatamente degli albi, che a quel punto ti consiglierei di leggere in ordine rigorosamente cronologico di edizione: quindi partendo dal nr. 1 gigante. Una volta giunto intorno al numero 10, puoi eventualmente affiancare la lettura parallela della recente collana "Tex Willer" partendo anche lì dal nr. 1. Perchè consiglio di partire dal numero 1 di Tex e proseguire in ordine di uscita? Perchè è quello che avrei tanto voluto fare quando ho iniziato a leggere Tex, a inizio anni '80: a quel tempo l'unico modo per recuperare gli arretrati erano i mercatini e perciò le storie si leggevano saltando qua e là, in base a ciò che di volta in volta recuperavi nelle bancarelle. Quando finalmente completai la raccolta, cominciai a rileggere tutte le storie a partire dal nr. 1 e posso assicurarti che seguire l'evoluzione del personaggio così come la sviluppò il suo creatore aumenta il coinvolgimento e l'emozione nella lettura. Questo almeno fino ad arrivare intorno al nr. 250, con cui si chiude a mio gusto l'era "classica" di Tex. Di lì in avanti le storie si possono leggere anche in ordine sparso, salvo ovviamente gli albi basati sui ritorni dei nemici (es. Mefisto), anch'essi da leggere preferibilmente nell'ordine di uscita.
  14. PapeSatan

    [748/749] La mesa della Follia

    Albo ottimo, ha un sapore di déjà vu nelle varie sottotrame (dopo 750 albi, collane extra escluse, difficile essere originali senza sbroccare) ma l'intreccio è avvincente e ben congegnato, le atmosfere suggestive, i passaggi sono secchi e decisi, senza fronzoli e lungaggini, gran ritmo senza tempi morti. In questa mia apprezzata lettura, che è scorsa via fluida, ho accusato tuttavia alcuni piccoli fastidi: >>>>>>SPOILER 1) Morisco srotola il fagotto contenente ossa e immediatamente sentenzia che appartengono a un animale finora sconosciuto. D'accordo che ora è un luminare della scienza (conosce a memoria la classificazione tassonomica di Linneo!) mentre in passato era sempre stato presentato come uno scienziato-stregone (la versione texiana del "Molti-Occhi" zagoriano, mi verrebbe da dire a Burattini), però un paio di vignette in cui per lo meno esamina le ossa e si stupisce della loro unicità le avrei viste bene: sarebbero servite per alimentare meglio il mistero, come era d'uso nei grandi classici di GLB e del figlio (per quest'ultimo mi riferisco in particolare a Zagor, sempre per richiamare Burattini). 2) I dialoghi (e le didascalie, finalmente ci sono e funzionano!) in generale mi sono piaciuti moltissimo, serrati, diretti, senza i temuti spiegazionismi burattiniani, tuttavia sentire che pastori semianalfabeti si rivolgono al Morisco con terminologie dotte stona alquanto (dicono "prosciugate di ogni liquido" anzichè "senza sangue" o "rinsecchite" o al limite "dissanguate") 3) L'insistenza con cui Morisco ribadisce (almeno un paio di volte) che le misteriose creature si stanno diffondendo "a raggiera" a partire da un ipotizzato punto centrale: ma perchè proprio a raggiera? Cosa sono, onde sismiche? 4) Carson che chiede a Tex se abbia idea di chi siano i due giovani che si stanno avventurando nel deserto con la loro scorta e Tex che risponde che non ne ha la minima idea: vorrei ben vedere che Tex si riveli essere un paragnosta più potente di Mefisto, che per vedere a distanza ha bisogno per lo meno di un braciere o di una palla di cristallo. >>>>>FINE SPOILER Si tratta di nei che non intaccano la bontà di questo primo albo, ma che con un po' più di fiducia nelle capacità di comprensione del lettore si sarebbero potuti evitare. I miei voti: Sceneggiatura: 7,5 (si vede il mestiere, e anche la ricerca del canone texiano, talvolta esagerato come nell'enfasi data al pessimismo macchiettistico di Eusebio) Disegni: 6,5 (talvolta rigidi, talvolta spigolosi, ma in generale curati, anche se i chupacabras mi sono sembrati un po' troppo semplicistici). Una notazione sulla copertina: a colpo d'occhio mi trasmette l'atmosfera delle vecchie care copertine di Galep incentrate sul mistero, ma ad una analisi più attenta non posso non rilevare la sproporzione nel corpo di Tex (testa troppo piccola, avambraccio microscopico) nonchè la staticità della sua figura, tanto nel corpo quanto nell'espressione (da posa fotografica pur di fronte a un cadavere dissanguato). Difetti già visti in altre recenti copertine del maestro Villa: forse è un comandamento il non mostrare Tex sorpreso, sgomento o incuriosito?
  15. PapeSatan

    [745/747] Vancouver

    Il mio concetto è semplicemente che il Tex Color, che ho definito essere spesso "topolinesco" (o cartoonizzato), potrebbe benissimo uscire in b/n perchè il colore non aggiunge nulla al disegno se non il cromatismo fine a se stesso, cioè non è funzionale alle storie, non serve ad evidenziare soggetti o scenari, non è evocativo... in poche parole, non serve a nulla se non a differenziare la proposta commerciale per dare vita a una nuova collana le cui storie, rimanendo in b/n, potrebbero benissimo comparire in un Tex Magazine se non addirittura nella serie regolare. E sempre commercialmente parlando, all'editore ovviamente non interessa dare una colorazione d'artista a un comune albo seriale quale il Tex Color, costerebbe troppo in tempo e denaro. Infatti, per me l'unica serie di Tex che funziona a colori e di cui si giustifica il prezzo più alto della media è quella dei Romanzi a fumetti alla francese. In ogni caso, sono assolutamente convinto che siano in maggior numero coloro che acquisterebbero il Tex Color anche se uscisse in b/n (che si chiamerebbe "T-ex color" 😄) rispetto a coloro che lo acquisterebbero con colorazione d'artista a prezzo maggiorato. Segno che il colore "generalista" su un fumetto come Tex non ha granchè valore, e chi acquista il Tex Color lo fa principalmente per leggere storie inedite e lo farebbe anche se le storie fossero in b/n.
  16. PapeSatan

    [745/747] Vancouver

    OT interessante, ma si parla di colore nel fumetto o su un quadro, sul computer, sulla tv o sui muri (di casa o per strada)? Perchè nel fumetto è un conto, su un quadro (di Van Gogh, di Teomondo Scrofalo o di chicchessia) o alla computer graphics è un altro. Il colore nasce con l'opera, gli è parte integrante e intriseca. Aggiungere colore a qualcosa che non ne deve avere o toglierlo a qualcosa che lo ha di natura è un artificio (e questo è oggettivo), a prescindere dal fatto che il risultato piaccia o no (e questo è soggettivo). Colorare "Guernica" di Picasso sarebbe un abominio (come lo è stato colorare le comiche di Stanlio e Ollio, seppur con colori virati), togliere il colore alla "Marilyn" di Warhol sarebbe altrettanto un abominio. Se un fumetto nasce già con l'intenzione del colore: 1) questo deve essere posto dal disegnatore stesso, non da un colorista; qui si vede chi sa anche "dipingere" e non solo disegnare (Galep disegnava ma anche dipingeva, non solo metaforicamente); 2) il disegnatore può sfruttare le opportunità (grafiche, estetiche, narrative) che il colore prospetta; quindi il colore diventa funzionale al racconto; se lo si sa usare e si hanno le idee, ovviamente; 3) la resa finale può piacere o non piacere, ma è oggettivo che è esclusivo frutto dell'autore e come tale va accettato quale parte irrinunciabile dell'opera: avete mai sentito qualcuno sano di mente affermare che i colori della suddetta "Marilyn" sono troppo "sparati", sarebbe stato meglio che fossero più naturali come le ritinteggiature neutre, piatte e insignificanti delle ristampe dei texiani "Spettri" (qui addirittura illogiche), "Ai ferri corti" o "El Paso"? Concludendo, e rimanendo nel fumetto, il colore di per sè è indispensabile e artisticamente incontestabile se fa parte del "concept" dell'autore ed è frutto della sua stessa mano; è un abominevole artificio che imbratta l'opera dell'autore se apposto da altri a posteriori, peggio che mai se al computer con algoritmi e numeri da programmatore informatico che con il disegno hanno ben poco a che fare, a meno che non si parli di CAD. Quindi, per me: OK al colore di Tex Romanzi a fumetti, NO assoluto a Tex serie mensile (a meno di numeri speciali pastellati o acquarellati dal disegnatore), NI a Tex Color (che è un puro espediente commerciale per ampliare il numero di collane sul mercato: sono storie a cui il colore aggiunge differenziazione di offerta ma, salvo rarissimi casi, "cartoonizza" il disegno rendendolo topolinesco).
  17. Su questo concordo al 100%, Per non parlare della fascia di wampum inclusa in un altra scatola di latta... che neanche negli ovetti Kinder... 😪
  18. Ovviamente ero ironico, era solo lo spunto per citare la famosa "recensione" di Fantozzi. Personalmente lo considero tra i capolavori di quel periodo, insieme a "Metropolis" e "Cabiria". A mio gusto, ritengo invece una "ca**ta pazzesca" il sopravvalutatissimo e superpremiato "La grande bellezza", che in un moderno remake del film di Fantozzi userei al posto della corazzata.
  19. Per l'arte ci andrei cauto: la merda in lattina o le tele bianche tagliate hanno il loro perchè, anche se magari non lo comprendiamo. "Quello lo facevo anch'io!" è uno dei luoghi comuni più ricorrenti. Poi il critico d'arte ce lo spiega e quindi finalmente capiamo perchè Piero Manzoni o Lucio Fontana stanno al MoMA (e non solo) e noi in poltrona. Quello che dici è vero soprattutto per i critici cinematografici europei, che a Cannes o a Venezia premiano sempre e solo emerite boiate che fanno dormire (in stile "corazzata Potiomkin", per intenderci). Da questo punto di vista, gli Oscar americani sono molto più aderenti alla realtà del botteghino. Riguardo ai fumetti, un esperto è uno che ha esperienza, anche solo pratica, e non necessariamente cultura accademica, quindi fa testo comunque. Riguardo a Tex in particolare, appartengo alla tua stessa categoria. Esordisci dicendo che l'esempio del museo non è quello giusto ma concludi con la mia stessa opinione. Forse non ho compreso alcuni tuoi passaggi, ma mi pare che stiamo dicendo la stessa cosa: il numero è commercialmente importante ma, per usare le tue stesse parole, "noi valiamo come i centomila" ("se non di più", avevo aggiunto io). Idem per quanto riguarda l'importanza della qualità.
  20. Non sminuirei il valore di questa "minoranza", fatta in larghissima parte da esperti e dotti cultori della materia, comunque tutti innamorati del fumetto. Se un museo ha centomila visitatori e tra questi vi sono Sgarbi, Bonito Oliva, Argan, Zeri, Barbieri, Brandi riuniti in un forum ad esprimere opinioni e giudizi, da direttore di quel museo mi preoccuperei non solo di vendere biglietti di ingresso ma anche di allestire o migliorare i contenuti espositivi analizzando i pareri di quei pochi esperti. E in tema di qualità e critica costruttiva, i pochi esperti contano almeno quanto i centomila, se non di più. Questo forum non costituisce probabilmente un campione rappresentativo dell'intera platea di lettori, ma certamente è il campione più esigente e selettivo.
  21. == NON contiene spoiler == Quand'ero adolescente andavo dal barbiere usualmente il sabato pomeriggio, all'epoca non vigeva la prassi di prenotare ed essendo sabato il giorno di maggior picco di clientela mi rassegnavo ad attendere pazientemente il mio turno. Ma era sempre un'attesa piacevole, perchè sapevo che sul tavolino accanto alle poltrone avrei trovato, oltre all'immancabile pila di "Cronaca Vera", i fumetti di Topolino, di Diabolik e di Tex (il mensile, a quel tempo non usciva altro). Tra i vari albi disponibili, prediligevo Tex e naturalmente sceglievo sempre un albo in cui la storia si concludeva, perchè con il riassunto in testa mi mettevo comunque in pari con la vicenda. Perchè questo nostalgico preambolo? Perchè, dopo aver letto questo Magazine, mi sono domandato quanto, da 1 a 100, un lettore novizio di Tex possa avere compreso i contenuti delle due storie. Ebbene, mi sono dato la seguente risposta: assolutamente 100 per quanto riguarda "La palude del morto", non più di 30-40 per quanto riguarda "La strada del male". Infatti, la prima storia è completamente autoconsistente, nel senso che non presuppone conoscenze di albi precedenti; peraltro, si articola in un numero di pagine adeguato allo sviluppo non frettoloso della narrazione. La seconda storia, quella con protagonista Mefisto, invece, è densa di richiami al "prima" e di prodromi al "dopo", che solo un affezionato lettore di tutte le serie di Tex può cogliere, sebbene non manchino qua e là dialoghi esplicativi (sinteticamente "spiegazionistici") e l'articolo introduttivo alla storia si premuri di riassumere tutta l'evoluzione del personaggio che abbiamo letto (noi, appunto, affezionati cultori texiani) attraverso tutte le collane in cui tale evoluzione si è dispiegata ("Tex" mensile, "Tex Willer", "Speciale Tex Willer"). E da affezionato lettore di Tex, ho colto pienamente i "tappi" posti su alcuni buchi narrativi finora aperti: Come ha fatto Steve Dickart a uscire di prigione? Che ne era stato di moglie e figlio? Era confermato che i suoi poteri erano ancora instabili e altalenanti, giustificando l'apparente incongruenza tra i notevoli di "Pinkerton Lady" e i ridotti del successivo "Fuorilegge"? Queste circostanze, che non sono affatto sfumature di dettaglio ma eventi cruciali nello snodo delle vicende tra Mefisto e Tex, possono per l'appunto essere "gustati" pienamente da chi ha letto e assimilato tutte le storie nello sviluppo cronologico del personaggio. A maggior ragione considerando che il tutto è stato condensato in un numero esiguo di pagine che, come ho detto sopra, risultano così dense di rimandi e prodromi. E' stata una ovvia e inevitabile scelta, visto che si parla di un nemico storico ricorrente di cui si sono volute colmare le lacune narrative passate e incastrare alla perfezione tutte le tessere del mosaico già confezionate. Accettabilissima (e riuscita) scelta, visto che si parla del nemico di Tex per eccellenza. Fuori da questi contesti fatti di ritorni eccellenti, che impongono agganci e rimandi e che auspico avvengano col contagocce, spero che le storie di Tex siano sempre caratterizzate da quella atemporalità e indipendenza narrativa, slegata da altri albi, che possa consentire il pieno godimento di una lettura autoconsistente, senza dover far appello alla memoria: da "barbiere", appunto. I miei voti, ovviamente da affezionato lettore di Tex (da novizio avrei potuto non comprendere tutti i passaggi e quindi penalizzare il giudizio): "La palude del morto": 7 a sceneggiatura, 6,5 a disegni (che ho trovato spesso rigidi, cioè da posa, e non tesi, cioè evocanti tensione). "La strada del male": 7 sia a sceneggiatura sia a disegni (equilibrati e senza esagerazioni di drammaticità mefistofelica... senza pupille dilatate all'eccesso, per intenderci...)
  22. PapeSatan

    [Romanzi a fumetti 16] Pearl

    Ho un vuoto di memoria: in quale albo compare il telefono?
  23. Quell'eroe del fumetto IN MUTANDE lo si vedrà veramente alcuni decenni dopo... sic!
  24. Nel menu ci sono bistecche altre tre dita, montagna di patatine fritte e torta di mele?
  25. PapeSatan

    [748/749] La mesa della Follia

    In effetti Fonzie non riusciva neanche a pronunciare la parola "scusa", tantomeno in mutande di fronte a malviventi... 😂
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