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TWF - Tex Willer Forum

Augustus McCrae

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Messaggi pubblicato da Augustus McCrae

  1. 47 minuti fa, Leo dice:

    Anche per questa storia Nizzi ha preso ispirazione da Pratt?

     

    Si, "L'uomo del Grande Nord" della collana "Un uomo un'avventura" e il suo incompleto "seguito" intitolato "Jesuit Joe", pubblicato in origine su Comic Art*.

     

    Jesus Zane è una specie di versione clonata dello psicopatico Jesuit Joe, protagonista della storia di Pratt (ma il vero nome è Joseph Montour Riel, ed è indicato come nipote di Louis Riel, lo storico leader delle rivolte metis**).

     

    Dopo avergli copiato "La ballata del mare salato" Nizzi ha dedicato un altro omaggio a Pratt, spero che almeno questa volta lo avesse dichiarato prima... ;)

     

     

     

    * Storia poi ripubblicata in altre edizioni prattiane, la più recente credo sia quella del volume "Trilogia delle religioni" della Rizzoli (che consiglio vivamente), integrando in alcuni casi alle tavole originali gli storyboard che Pratt aveva realizzato per l'omonimo film del regista canadese Austen.

     

    ** E colui che ispirò a Nolitta il personaggio di Roger Goudret in "I ribelli del Canada". 

    • Grazie (+1) 1
  2. Non un capolavoro ma una storia piacevole e con un twist interessante (tutto questo casino per una questione di corna? :D) che in parte compensa il fatto che l'identità del "teschio" fosse chiara fin dal primo numero.

     

    Non mancano le facilonerie, i... "colpi di fortuna" (ma almeno in questo caso ne traggono beneficio anche gli avversari e non solo i nostri), alcuni elementi lasciati un po' per aria come ad esempio il motivo per cui l'agente indiano (personaggio peraltro piuttosto sveglio e di cui ci si libera troppo frettolosamente) si presta a far parte del complotto, ma complessivamente siamo per me ben sopra la sufficienza.

     

    Ma il vero plus di questa storia sono i disegni, la prova di Ortiz è ottima e me la sono goduta proprio di gusto.

  3. Io ho usufriuto di entrambe le ristampe negli ultimi anni, sia in edicola che con il servizio arretrati,

    per recuperare le più datate delle decine e decine di storie che avevo perso.

     

    Quella del colore è sempre una questione di gusti, io probabilmente se fossero state a colori non avrei acquistato le ristampe ma avrei letto le storie sull'app.

     

    Non ho nulla di personale contro il colore in generale (ad esempio mi piace moltissimo "Blacksad") ma raramente ho trovato soddisfacente la versione a colori di Tex, indipendentemente dalla collana*.

     

    Certo, se tutti gli albi fossero acquerellati da Ticci sarebbe diverso... :wub:

     

     

    * Da questo punto di vista i cartonati fanno un po' storia a sè, anche se ad esempio a mio parere l'ultimo Civitelli è stato penalizzato dal colore, ma siamo sempre nel gusto personale.

     

     

     

     

     

     

     

  4. 2 ore fa, Carlo Monni dice:

    Meglio che ti ci abitui perché è un classico che si ripete dall'inizio della serie  e si ripeterà ancora e ancora.

     

    "Meglio che ti ci abitui" non è una risposta garbata, anche se molto attuale (mi ha ricordato i recenti "ora ci siamo noi, abituatevi" che ho sentito in diverse conferenze stampa politiche recenti).

     

    Prima che tu mi risponda per l'ennesima volta dicendo che la tua risposta non è un giudizio di merito e che io sono permaloso (come accaduto di recente) scrivo in anticipo che qui dalle mie parti "meglio che ti ci abitui" è una risposta con una connotazione negativa ben definita, esattamente come il "problema tuo" che mi hai riservato in un'altra occasione.

    Una risposta che implicitamente dice "la tua opinione non conta nulla, le cose stanno così e se non ti vanno bene devi comunque accettarle", cosa che in un forum di opinioni mi sembra perlomeno bizzarra.

     

    Per fortuna almeno nel mondo dei fumetti esiste un'alternativa, quella di lasciare gli albi in edicola, alternativa che per il momento non ho intenzione di attuare con la serie Tex Willer (almeno finchè Borden è il curatore/sceneggiatore principale).

     

    Comunque, anche se pensavo di aver spiegato la mia opinione nel commento alla storia, proverò comunque a precisare meglio...

     

    Prima di tutto non ho bisogno che mi si dica che è un "classico", non interagisco con il western da ieri (o l'avventura, il thriller, lo spy-action, i romanzi storici e/o di guerra, insomma ovunque si spari o ci siano situazioni pericolose per il protagonista).

    Sappiamo che praticamente tutto è gia visto o letto, che le situazioni tipiche del western sono una manciata (con le loro declinazioni), che gli ingredienti sono noti e quello che distingue le storie è l'abilità di "cucinarli" in maniera interessante.

     

    Prendo ad esempio la successiva storia di Cochise per indicare un caso in cui questo tipo di situazioni sono state gestite in maniera più convincente, con le conseguenze di torture, colpi, ferite rappresentate  più realisticamente sia dal punto di vista grafico che dei loro effetti nel breve periodo, aumentando l'effetto di "difficoltà" che l'eroe si trova a dover superare.

    In questa storia (come in altre), a mio sindacabilissimo parere, così non è stato.

     

    E non ho nessuna intenzione di abituarmi. :lol:

    • Grazie (+1) 1
    • +1 3
  5. 14 minuti fa, Tom Doniphon dice:

    Una domanda, il tipo di carta in Grandi Storie Bonelli è lo stesso che nei fumetti della serie regolare?

     

    Al volo, senza fare controlli di grammatura troppo precisi, la risposta per me è si :)

     

     

    4 ore fa, Tom Doniphon dice:

    se potete consigliarmi dal numero 400 in poi (perché mi sarà più facile trovarlo),

     

    Per quanto riguarda i numeri pre-400, puoi eventualmente reperire più facilmente i volumi brossurati "tematici" (quelli che io chiamo "librotti", noti anche come "balenotteri"), che puoi  trovare sul sito Bonelli sotto la voce "libri" e che sono disponibili su Amazon e gli altri venditori online (che consegnano anche all'estero).

    Alcuni sono "texianamente" imperdibili (ad esempio "Sulle piste del Nord" o "La cella della morte", la cui nuova edizione esce a febbraio, solo per citarne un paio).

  6. Agli ottimi suggerimenti precedenti mi permetto di aggiungere anche:

     

    - "Cercatori di piste", che inizia nel numero 416, continua e si conclude nel 417-418.

     

    Anche lui, come i già citati (e bellissimi) "Gli Invincibili" e "Luna Insanguinata", è stato pubblicato recentemente in volume unico nelle Grandi Storie Bonelli.

  7. <span style="color:red">3 minuti fa</span>, Leo dice:

    pensavo di essere stato chiaro ma così non è

     

    Per quel che vale a mio avviso sei stato chiarissimo, il tuo intervento andava ben oltre la valutazione della storia "Anderville" (o della famosa scena del saloon in un thread "contemporaneo" che praticamente è una fotocopia di questo).

     

    Ma temo che sia troppo tardi.

  8. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Laramie dice:

    All'invito, nella colonna dei messaggi, di alcuni forumisti (tra cui il sottoscritto) di tornare sul forum, Boselli ha risposto "non ci torno!" :(

     

    Questo è triste anche se purtroppo non sorprendente... :(

    • +1 2
  9. <span style="color:red">4 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    Altri autori celebri hanno permesso a Tex di divellere a mani nude le solide barre di una cella o stare in bilico sull'orlo di un precipizio sostenendosi sul braccio fratturato

     

    Hai assolutamente ragione e per quanto mi riguarda le scene sopra indicate sono criticabili allo stesso modo, non importa chi le abbia sceneggiate, non ho crociate contro Nizzi da portare avanti** :)

     

    Penso che tutti abbiano una soglia riguardo alla "sospensione dell'incredulità" (soglia che personalmente sta diventando sempre più bassa con l'avanzare dell'età :old:) e se posso accettare certe cose in contesti adeguati, altrimenti non leggerei Dampyr, in ambiti dove non esistono super-poteri le trovo evitabili, non necessarie e "deleterie" per la sceneggiatura.

     

    Ma si resta, come sempre, nell'ambito degli indiscutibili gusti personali.

     

     

    ** Il che non significa che Nizzi mi piaccia. Semplicemente non è un autore con cui ho sintonia, mi capita anche con altri e lo trovo normalissimo, così come non mi sorprendo che ad altri piaccia. Sarebbe il caso di smetterla con diatribe sanguinose sui gusti personali, cercando a tutti i costi di razionalizzare una cosa che per la maggior parte oggettiva non è.

     

     

     

     

    • +1 2
  10.  

    Grazie @Diablero, come ho scritto in precedenza non vedevo l'ora che arrivassi alla scena dell'ascensore :lol:

     

    P.S.

    Per quanto mi riguarda si resta sempre nell'ambito delle opinioni personali, de gustibus non disputandum est... se a qualcuno (o a molti) quella scena è piaciuta va benissimo così :)

  11. Non avevo letto la storia ai tempi, l'ho recuperata adesso nelle GSB per prepararmi al ritorno boselliano e l'ho fatto con alte aspettative visto la fama di cui gode(va).

     

    Ho già scritto in passato riguardo alla mia "doppia" modalità di lettura, al primo giro quella "spensierata" e poi per approfondire quella "forumista" (di solito meno divertente ;)).

     

    Purtroppo in questa occasione già durante la lettura "spensierata" ci sono state cose che mi hanno lasciato perplesso e mi hanno impedito di appassionarmi, tanto è vero che la seconda lettura l'ho saltata.

     

    @Diablero ha già evidenziato parecchie delle cose che non ho gradito, io ne aggiungo qualche altra, incluse un paio di cosette "grafiche":

     

    - Ho trovato carnevalesca la maschera della Tigre, che invece di incutere timore sembra sorridente.

     

    - Perchè Sumankan ha le orecchie a punta? Cosa è, vulcaniano? :lol: E quando si camuffa nessuno si accorge di tutti questi tizi "orecchiopuntuti"? (come noto le orecchie sono la cosa più difficile da camuffare :cool:)

     

    - Nella sua disamina dettagliata @Diablero non è ancora arrivato alla scena dell'ascensore, che insieme a quella dei "fucilieri incapaci" ha mandato fuori scala la mia sospensione dell'incredulità (che pure pensavo avesse un limite piuttosto alto). :dubbioso:

     

    Non dico che la storia sia brutta, la parte gialla presentava spunti interessanti che potevano essere meglio sfruttati e c'è una componente esotica che aggiunge fascino, ma personalmente non riuscirei ad andare oltre il 7 di stima (a dire il vero più un 6,5) e solo perchè ci sono i disegni di Villa a sostenerla.

     

    Non ho letto il seguito nizziano e adesso attaccherò direttamente la quadrilogia Boselli/Venturi.

     

     

  12. <span style="color:red">17 minuti fa</span>, dario63 dice:

    non mi pare neppure il caso di montare un dibattito acceso su una questione di questo tipo

     

    Ma come? Sono passati solo 46 anni dalla pubblicazione, editore, autore (e disegnatore) sono morti, non ti sembra un argomento "fresco" su cui dibattere?

    Facciamo sentire la nostra voce, che quel tale Nolitta si renda conto di cosa ha combinato! :lol:

     

    Scherzi a pare, per me la scena incriminata è brutta, fuori luogo, non in linea con il personaggio, una caduta di tono decisamente fastidiosa.

    Chi la pensa diversamente o trova delle "attenuanti" ha tutto il diritto di farlo.

     

    La storia mi è piaciuta? Si, senza farmi impazzire e con evidenti "difettucci".

     

    Mi interessa sapere perchè Nolitta l'ha scritta così, se lo faceva apposta per "rovinare" il personaggio del padre (non credo) o quali irrisolti conflitti familiari c'erano dietro?

    No, anche perchè di conflitti familiari mi bastano i miei...

     

    Proposta per il prossimo sondaggio:

     

    1. Volete il ponte sullo Stretto di Messina perchè chi è contrario non capisce una beneamata fava e c'ho ragione io?

     

    oppure

     

    2. Volete che la Calabria e la Sicilia siano collegate da una struttura fissa che passa sopra il Mediterraneo nonostante alcuni imbecilli lo ritengano una fesseria?

     

    Nota Bene: si può votare solo una delle due opzioni alternative. :laughing:

    • +1 3
  13. Bellissimo e commovente, tutto quello che si potrebbe desiderare in un albo celebrativo.

     

    Si apre con la toccante, onirica e delicatissima storia di Boselli, impreziosita ai disegni da un impressionante sfilata di talenti,

    e si chiude con il divertissement firmato Giusfredi-Ticci che è un vero atto d'amore del maestro nei confronti dell'eroe.

     

    Un magazine che è una gioia per gli occhi e una gioia per il cuore (Lilyth! Dinamite!).

     

    Sempliemente perfetto.

     

    <span style="color:red">17 minuti fa</span>, Augustus McCrae dice:

    Sempliemente perfetto.

     

    Contrariamente alla mia ortografia! :laughing:

  14. Avrei preferito un sondaggio per collana (o "macro" collane) anche se comprendo il senso del sondaggio "globale".

     

    La mia valutazione divisa per macro:

     

    - Tex Willer continua su livelli eccellenti

    - Ci sono stati collaterali di alto livello (il texone, i 2 magazine, i cartonati) e altri meno brillanti

    - La regolare, se escludiamo gennaio (ultima parte di Vancouver) e il colpo di coda finale grazie alla Tigre Nera, è stata piatta, poco interessante, con troppi ritorni inutili.

     

    Non grido allo scandalo (magari con una singola eccezione ;)) nè all'apocalisse in arrivo, trovo inevitabile che con tante uscite non tutto possa essere eccelso, diciamo che quest'anno sulla regolare ho letto diverse cose a malapena sufficienti (in alcune occasioni salvate dai disegni).

    • +1 1
  15. Mi sono preso tutto il tempo che ho potuto, stavolta votare è stato davvero faticoso, mi sono sentito quasi sacrilego a farlo. :D

     

    Ho cambiato idea più volte e probabilmente non smetterei di farlo senza l'avvicinarsi della scadenza, ma alle fine sono andato con 1971 (l'uno-due "Sulle piste del nord" - "Il figlio di Mefisto" mi mette sempre al tappeto) e 1969 ("Il giuramento", "El Morisco" e "Gilas")...

     

    Certo che all'epoca c'era davvero solo l'imbarazzo della scelta...

     

     

     

     

     

    • +1 1
  16. <span style="color:red">35 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Tarquinio a mio parere è spanne sopra Polese che tollero con difficoltà. Anche nel suo periodo migliore sfigurava nel confronto con altri disegnatori.


    Tra i due anche io preferisco Tarquinio.

     

    Quello che trovo comprensibile, da un punto di vista “umano”, sono le motivazioni alle “lamentele” di D’Antonio, almeno come descritte nel vecchio post di @Diablero.

    Lavorare con qualcuno che non segue le tue direttive e fa di testa sua è decisamente fastidioso, aldilà delle qualità tecniche. :)

  17. <span style="color:red">5 ore fa</span>, Diablero dice:

    La vecchiaia incombe implacabile: non mi ricordo più dove l'ho letto...  :(

     

    Grazie @Diablero, ti capisco perfettamente riguardo alla vecchiaia ;)

     

    Nel frattempo ho ripescato casualmente un tuo post nel thread su Gino D'Antonio che accennava all'argomento (senza ahime citare la fonte), attribuendo la cosa alla "disobbedienza" del discolo Tarquinio che non rispettava alla lettera le indicazioni dello sceneggiatore... :lol:

     

    Il 16/7/2020 at 00:00, Diablero dice:

    Ma la Storia del West è una serie molto più "personale" (e sì, molto più "D'autore" se ci ragioniamo in questi termini). richiedeva una conoscenza notevole sia della storia americana che dei meccanismi del fumetto d'avventura (e quindi praticamente la poteva scrivere solo D'Antonio), e richiedeva ai disegnatori una fedeltà assoluta riguardo alla documentazione e alle indicazioni dello sceneggiatore (da qui cose strane tipo il lamentarsi di Tarquinio, che era un disegnatore migliore di Polese per esempio, ma non di Polese...).

     

     

    Motivazione che personalmente trovo comprensibile. :cowboy:

     

    Grazie ancora :)

     

  18. Finalmente sono riuscito a leggerla e sono davvero soddisfatto, un’ottima storia "extralarge" in equilibrio tra ricostruzione storica e fantasia, piena di colpi di scena e disegnata molto bene.

    Vediamo cosa ho apprezzato particolarmente:

     

    - Le pagine in cui viene ricostruito il massacro di Galeana*, che introduce perfettamente il pugno di pellerossa “sconfitti” della banda Querquer/Kirker e senza premere troppo sul pedale dello splatter comunica benissimo la ferocia della mattanza.

     

    - Il rapporto di stima e rispetto, sempre però sottilmente attraversato da una corrente minacciosa, tra Tex ed i 3 indiani, in particolare Idquahon, nonché i suoi conflitti “morali” all’idea di tradirli (come evidenziato dal fatto che Tex giustifichi con i suoi salvatori il supplizio a cui è stato sottoposto). Tra l’altro la scena finale mi ha ricordato il bellissimo “Manituana” di Wu Ming, un libro a cui sono molto affezionato.

     

    - La visione “non buonista” e non politicamente corretta che @borden ha dato delle parti in conflitto, evidenziando l’ottusità e la pretesa di superiorità di alcuni degli uomini bianchi ma riconoscendo il tentativo di integrazione (o patto di non aggressione) messo in piedi da altri e ben descrivendo le ragioni degli indiani e i tentativi di Cochise di evitare la guerra ma senza mai nascondere la crudeltà e la ferocia di alcune loro azioni. 

     

    - I dilemmi e le difficoltà, a volte quasi insormontabili, in cui si trova Tex lungo tutta l’avventura, che secondo me raggiungono l’equilibrio perfetto nel delineare un personaggio “superiore”, che brilla per capacità e valore ma non è infallibile.

     

    - La gestione di trame parallele interessanti e movimentate, che si incrociano (a volte per poi separarsi nuovamente) in maniera molto naturale, un marchio di fabbrica boselliano.

     

    - Il finale catartico. La vendetta doveva essere affidata agli apaches e doveva essere efferata. Tex non poteva farci nulla ed è giusto così.

     

    Passando ai disegni, prova decisamente di alto livello da parte di De Angelis**, ormai sempre più a suo agio con il West, che a mio avviso va in crescendo all’interno della storia, riuscendo a caratterizzare bene i molteplici personaggi (soprattutto indiani) e facendo un ottimo lavoro sia nelle scene di battaglia corali che negli scontri più rarefatti (il duello a fucilate del secondo albo è tesissimo).

     

    Per concludere, anche senza fare classifiche l’ho trovata un'altra avventura-gioiello da aggiungere ad una collana che francamente fino qui non ha sbagliato un colpo.

    Attendo con ansia il cartonato (in B/N mi raccomando!)… anche se i cliffhangers saranno meno efficaci. ;)

     

     

     

    * Capisco perfettamente che visivamente la scena ricordi le “nozze rosse” del Trono Di Spade, il mio occhio ha fatto lo stesso paragone, ma da vecchio snob la mia testa ha pensato ad altre situazioni simili raccontate in passato (ad esempio il massacro dei capi mercenari nell’Anabasi).

     

    ** Un paio di vignette non mi hanno convinto, ma 2-3 vignette in un lavoro di oltre 370 tavole non cambiano certo il mio giudizio.

  19. Il 17/7/2020 at 21:44, Dix Leroy dice:

    In preventivo c'erano 30 volumi:

    15 a ridosso della Prima Guerra Mondiale, 5 in piena guerra e i restanti ambientati tra gli anni venti e il 1940.

    Pat Mc Donald avrebbe dovuto imparare a guidare l'aeroplano per assistere al passaggio dall'impero cinese alla repubblica,

    il Giappone in guerra con la Russia, la guerra italo-turca, la Libia e il Dodecaneso, i Dardanelli e la rivoluzione in Messico, i marines a Vera Cruz,

    gli emigranti italiani, la guerra in Bolivia e Uruguay, l'Abissinia, La guerra di Spagna, la Legione Straniera, il Riff...

     

    Arrivo in enorme ritardo a questa discussione, ma sono sicuro che esiste da qualche parte una dimensione in cui D'Antonio ha completato queste storie (magari ne ha aggiunte altre) e spero vivamente di trovare il passaggio per entrarci... :D

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