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TWF - Tex Willer Forum

Augustus McCrae

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Tutto il contenuto pubblicato da Augustus McCrae

  1. Grazie @Condor senza meta! Questo mi fa davvero piacere, spero che il volume esca presto
  2. Storia che all’epoca scatenò uno spaventoso flame , soprattutto nel mese intercorso tra il primo e il secondo albo, che portò ad una “auto-sospensione” di @borden che se ne andò sbattendo la porta stanco delle critiche, invero ripetute “a disco rotto”, di alcuni forumisti (aveva ragione Vico, la storia si ripete). Sullo (scarso) merito della diatriba, che occupa la maggior parte della pagine del thread, non mi esprimo, preferisco parlare della storia, che a me è piaciuta molto a livello di sceneggiatura ed ha fatto impazzire a livello di disegni, ora proverò a spiegare perché. - Tex e Carson sono dannatamente in parte e la loro gestione del Giudice Bean l’ho personalmente trovata ottima. Non ho visto “deferenza” nel primo albo, più l’assecondare con ironia uno svitato salvo bloccarlo in maniera decisa ogni volta che le sue stramberie rischiano davvero di fare danni, ma allo stesso tempo ho visto il “rispetto affettuoso” per la sua folle cotta per l’attrice. - Il personaggio Lily Langtry, che poteva “zuccherare” la storia, è gestito dal Bos con sapienza, e il sogno finale è un tocco delicato ed ironico azzeccatissimo. - C’è un sacco di azione, e anche se gli avversari non sono forse dei pesi massimi sono davvero tanti e Moon in particolare è sgusciante come un serpente. - Frisenda. Frisenda. Frisendaaaaa! Se non sono bastati Ken Parker, Magico Vento e Patagonia questa prova è un altro motivo per amare Frisenda. Come sempre strepitoso nel gioco dei bianchi e dei neri, delle ombre e delle luci, guardi le sue tavole e senti la polvere in gola, vedi gli insetti che svolazzano intorno ai bandidos sudati, le pallottole che trapassano i corpi portandosene dietro un pezzetto. In questa occasione, il suo West non è pulito, non è quello dei film classici, ma non è nemmeno quello scanzonato e iperbolico degli spaghetti western, di Tarantino (regista che amo incondizionatamente) o Lansdale (di cui Frisenda in seguito illustrerà una storia di Deadwood Dick), quanto piuttosto quello del capolavoro “Gli spietati” o della serie TV “Deadwood”. Realistico, sporco, polveroso, violento ma non eccessivo. Mi manca Frisenda, dov’è Frisenda? (avevo letto da qualche parte che stava disegnando per la Bonelli una riduzione del “Deserto dei tartari” di Buzzati, spero sia vero). In sintesi: ottima storia, fantastici disegni, una pacchia. P.S. Ho anche la versione cartonata “costa rossa” a colori e, nonostante uno sforzo apprezzabile in fase di colorazione, a mio avviso i disegni ne risentono. Se avete perso la versione in B/N tra pochi mesi sarà possibile ritrovarla in Tutto Tex.
  3. 1971 ("Sulle piste del Nord" e "Il figlio di Mefisto" una dietro l'altra, solo a pensarci mi commuovo) 1965
  4. Come ho già scritto in occasione di "Ritorno a Red Rock" non sono affatto anti-Ruju (anzi semmai il contrario) e scrivere "ritorni" non è facile*. Questa nella mia personalissima opinione non è, sotto tutti gli aspetti, all'altezza della storia "originale" di Wolfman, ma è decisamente meglio di "Red Rock" e resta una prova oltre la sufficienza sia a livello di sceneggiatura che dal punto di vista grafico (in quest'ultimo caso forse non aiuta l'ambientazione "non invernale"). Di per sè il ritorno di Wolfman, utile a farci sapere come se la cavano alcuni personaggi (fin troppi, quando ho visto il barista a pagina 32 sono sobbalzato, dato che sembrava morto stecchito a pagina 92 de "I difensori di SilverBow"**) pare quasi un pretesto collaterale allo sviluppo di una nuova ed articolata trama gialla, il cui fulcro (e questa a me è parsa un'ottima trovata di Ruju) è lo sfruttamento da parte del classico capitalista dell'Est dei filoni auriferi presenti nei dintorni del villaggio (il collegamento è con lo sfortunato Pruett del numero 684), con conseguente trasformazione di Silver Bow in centro di attrazione per minatori, disoccupati e cercatori di fortuna. Certo, personalmente qualche "imperfezione" l'ho trovata: delle modalità con cui Wolfman sopravvive non parlo neanche (ma nessuno in Tex cerca mai i cadaveri dei cattivi?), Carson appare nuovamente in ombra, lo scontro finale nella miniera non è dei migliori ed è rivelato eccessivamente dalla copertina, ma tutto sommato anche questa storia si è fatta leggere facilmente e la valuto positivamente. Riguardo ai disegni... Del Vecchio è sempre Del Vecchio. Sta facendo ottime cose sulla "Tex Willer" e anche in questa occasione ha i suoi momenti, ma ogni tanto qualcosa mi è sembrato un po' "tirato via", pur valutando la sua prova positivamente l'ho trovata meno incisiva di altre volte. In sintesi, un discreto riempitivo per la serie regolare in attesa della Tigre Nera, ma la storia del 2017 era superiore. Questa però fornisce sicuramente altri elementi a coloro che da qualche tempo pongono il quesito "è proprio necessario far ritornare antagonisti non di primo piano?", ma questo è un altro discorso. * O forse si, vista la quantità dei medesimi ... diciamo che scrivere ritorni di buon livello non è affatto facile. ** Si, lo so, forse era solo gravemente ferito e poi quando leggo un fumetto devo sospendere l'incredulità e bla bla bla, tutte obiezioni che conosco, ma resto della mia opinione, il ritorno del barista è una cazz..., ahem, è un'errore o quantomeno una scelta evitabile.
  5. Augustus McCrae

    [684/685] Wolfman

    (lunga) premessa: Mi accorgo sempre più spesso di leggere ormai Tex, e per qualche strano motivo solo Tex (non mi accade con altri fumetti o libri), in due passaggi. Il primo passaggio è più veloce, direi da lettore “puro”, in cui mi lascio portare dalle sensazioni e dalle emozioni che la lettura mi suscita. Questo non significa affatto “farsi andare bene tutto”, perché le sensazioni ed emozioni di cui sopra includono anche il fastidio, la noia o l’irritazione a fronte di palesi buchi di sceneggiatura, incongruenze, “tamarraggini”, eccesso di stereotipi, soluzioni affrettate o “telefonate”. Solo che il tutto avviene in maniera istintiva nel corso di un'esperienza “spensierata”, che cerca solo il piacere della lettura. Il secondo passaggio, che in genere non è una rilettura completa ma si concentra su alcuni passaggi e situazioni specifiche, è fatta più razionalmente, direi quasi da “cercatore di errori” ed è molto meno soddisfacente. Devo ammettere che questo è un tratto che si sta acuendo con la frequentazione del Forum e non sono sicuro che mi faccia piacere… Ma torniamo alla storia in questione, che ho letto per prepararmi al ritorno di Wolfman pubblicato pochi mesi fa, storia che sinceramente mi è piaciuta e mi ha fatto passare un paio d’ore piacevoli. La trama “gialla” relativa all’omicidio di Justin Lang tiene quasi fino alla fine, Ruju copre bene le carte ed offre diversi potenziali candidati credibili prima di arrivare alla soluzione. La vendetta familiare come motivazione per un soggetto come Wolfman mi è parsa valida. E' vero che poco prima sembrava voler ammazzare lui stesso il fratello, ma proprio perchè è "suo" fratello lui può farlo, gli altri no. La configurazione di Silver Bow, vicinissima ai boschi e circondata da terreno più elevato, crea tensione in modo naturale, l’ambientazione innevata è sempre una delle mie preferite e i personaggi di contorno sono ben delineati. Il finale per noi lettori abituati hai ritorni è abbastanza aperto*** (in Tex quasi nessuno muore cadendo da un dirupo o nell’acqua, ormai lo sappiamo) e Carson forse è un po’ sottotono, ma tutto sommato l’unica cosa che non mi è piaciuta è che le poche brave persone di Silver Bow che decidono di aiutare Tara vengono sterminate (tranne lo sceriffo Pete), mentre la folla di vigliacchi che vogliono cedere al ricatto di Wolfman ad un certo punto sparisce dalla scena e (teoricamente) e si suppone che i codardi siano tornati a vivere felici e contenti come se niente fosse. Riguardo ai disegni, a me Font piace e qui a mio parere ha dato una buonissima prova, confermandosi perfettamente a suo agio nelle storie “nordiche”. *** Ad esempio @Il dottor Sandoral lo aveva anche scritto, con quasi 6 anni di anticipo
  6. Augustus McCrae

    [Texone N. 05] Fiamme Sull'arizona

    Senza in apparenza nessun motivo specifico ho fatto una gran fatica a finire la rilettura di questo Texone, che ha fatto da “tappo” ad altre storie Bonelli per più di due settimane. La storia è abbastanza complessa, il disegnatore mi piaceva, ma non sono mai riuscito a prendere il ritmo giusto. Sotto l’aspetto della sceneggiatura ho apprezzato la presenza di un avversario “sveglio”, sempre capace di anticipare le mosse dei Rangers, Carson e Tex ben definiti e i molteplici “twist” che hanno reso la storia tutt’altro che piatta. Allo stesso tempo sono presenti alcuni degli elementi che sono ormai considerati classici difetti nizziani: un paio di casuali origlioni (in particolare il commerciante messicano che spunta fuori all’improvviso), i nostri eroi che si fanno un sorprendere qualche volta di troppo e il fatto che sia qualcun altro a salvarli in una situazione che si è fatta ormai disperata. Ma mentre gli elementi sopra indicati tutto sommato in questa circostanza non hanno inficiato il mio piacere per la lettura, quello che mi ha lasciato perplesso sono stati i “fili pendenti” lasciati dal finale: che fine ha fatto Ojo Blanco? Come è andata a finire realmente con la cricca di Tucson? La parte grafica mi è piaciuta, per anni ho apprezzato i Texoni in particolare per la possibilità che offrivano di vedere rappresentazioni diverse da quelle classicamente bonelliane e questa non fa eccezione, il West di De La Fuente è caldo è polveroso come piace a me, i paesaggi efficaci, le scene dinamiche e in particolare le sparatorie sono ben realizzate. In sintesi una sceneggiatura molto professionale, con qualche spunto interessante, supportata da disegni di buonissimo livello, nel complesso assegnerei un 7,5.
  7. Concordo con @ymalpas 1972 (che per i miei gusti è imprescindibile) 1980 Ma la seconda annata è stata una scelta difficile.
  8. Augustus McCrae

    Sondaggio su Tex (4)

    Gran lavoro @Ymalpas, grazie!
  9. Augustus McCrae

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Ne approfitto per elevare una lode al servizio clienti, che trovo davvero molto buono e di grande disponibilità e cortesia. Recentemente per errore ho inserito in un ordine un paio di albi che già avevo (ricordatevi sempre di pulire la wishlist! ) e mi hanno permesso di sostituirli con altri due dello stesso prezzo (per motivi contabili naturalmente) con un velocissimo scambio di mail. E l'imballo generalmente è ben fatto, decisamente meglio di quelli di Amazon e affini*. * Nella mia esperienza personale la Panini protegge i volumi come se fossero nitroglicerina e la Cosmo non è molto distante, ma la Bonelli fa la sua buonissima figura.
  10. Augustus McCrae

    Il Texone Di Horacio Altuna

    Dopo Dylan Dog/Batman è ora di un crossover Tex/Lobo! P.S. O sarebbe meglio Tex/Slaine?
  11. 1969 a occhi chiusi 1999 perchè ho un debole riguardo "Sulla pista di Fort Apache"
  12. Augustus McCrae

    Sondaggio su Tex (4)

    Mi sono trovato in difficoltà con l'ultima domanda. Sono stato così tanti anni senza leggere la collana "regolare" che non me la sono sentita di scegliere la risposta numero 3, anche se ci sono molti albi di Tex che sono legati a ricordi della mia infanzia ed adolescenza (un esempio? Il Giuramento ). Certo quelli sono anni formativi ma, vista la mia "storia di lettore", affermare di essere stato "accompagnato negli anni" non mi sembrava corretto, mi è sembrato più onesto votare l'ultima opzione. Credo che un sondaggio "onesto" come quello che proponi (e non "pilotato" per avere le risposte che si vogliono, come sono ad esempio molti sondaggi politici) sia davvero difficile da costruire, probabilmente ancor più le opzioni che le domande, figuriamoci farlo periodicamente! Motivo in più per ringraziarti, mi sembra un ottimo modo per misurare la temperatura del forum.
  13. Quando è successo ho smesso di leggere la serie regolare di Tex per 37 anni, non credo che potrei letteralmente sopravvivere (per motivi anagrafici) ad un altro pipistrello parlante... Per il resto, riguardo al genere "fantastico" non ho preclusioni a priori, ne sono derivate storie memorabili e altre meno riuscite, alla fine a mio parere la valutazione va sempre data alla singola storia, senza paletti pregiudiziali.
  14. In effetti la domanda si prestava ad interpretazione, io l'ho votata perchè leggo Dampyr e questo mese Dampyr avrà la copertina "ricalcante", ma l'avrei preso lo stesso e non aggiungerò acquisti "solo per la copertina"...
  15. Augustus McCrae

    [752] Fratello di sangue

    Mi scuso per l'OT. Mi permetto di consigliarti di Iniziare a leggerlo quanto prima, la qualità media della serie è decisamente alta, con un Boselli ispiratissimo e scatenato che ha sfornato a ripetizione grandi storie, intervallate da avventure scritte da altri sceneggiatori e meno legate alla continuity ma decisamente piacevoli, il tutto supportato da un gruppo di disegnatori capaci di garantire una forte coerenza grafica alla serie, che ha una segno distintivo forte e riconoscibile.
  16. Personalmente, come scritto nell’apposito thread, non è mai stato “Boselli contro GLB” o “GLB intoccabile”*. A ruoli invertiti, se Boselli avesse scritto “Il giuramento” e 50 anni dopo GLB (mediante suggerimento di Frediani ) avesse “resuscitato” Higgins, avrei fatto le stesse critiche. Se fra 30 anni un altro sceneggiatore dovesse dirmi che Donna Parker non è figlia di Kit Carson, ma di Clemmons (o di un agente di commercio a cui Lena si è concessa una sera che si sentiva sola ed aveva bevuto troppo) e giustificasse la cosa dicendo che Boselli non ci ha fatto vedere Lena Parker e Carson a letto insieme e non ci ha mostrato l’esame del DNA, reagirei allo stesso modo, perché sull’argomento a mio parere parlano le espressioni e i comportamenti di Lena nel “Passato di Carson”. Boselli è un grande sceneggiatore e ha scritto dozzine di storie memorabili (a puro titolo di esempio “Patagonia”, “Cercatori di piste”, “Luna Insanguinata”, “Giovani assassini”, “El Supremo”, “Alla ricerca delle navi perdute” e via discorrendo, senza contare quelle su Zagor, Tex Willer, Dampyr e Le Storie), gioielli narrativi con finali emozionanti e pieni di pathos. Se qualcuno (tranne ovviamente Boselli medesimo) decidesse di alterarne il senso e/o il finale lo criticherei allo stesso modo. Ci sono storie che sono perfette così, indipendentemente dall’autore, e non dovrebbero mai essere “disturbate”. Opinione personale ovviamente e più che legittimo pensarla diversamente. * Nella mia “prima iterazione” ho smesso di leggere Tex proprio dopo una storia di GLB (il pipistrello parlante che si convoca imitando Cab Calloway in “Minnie the moocher” per me fu veramente troppo )
  17. Non ho ancora letto la storia ed è molto probabile che come “storia a sè” la commenterò positivamente (Villa! ), ma qui voglio dire la mia riguardo al "flame" che impazza da diversi giorni, ovviamente senza nessuna intenzione di far cambiare idea a qualcuno. Chi legge i miei post sa che non sono un “conservatore” o un seguace del culto di GLB e che in passato ho smesso di leggere Tex per oltre 30 anni, ma giusto per non essere accusato di essere anti-boselliano la mia opinione su Boselli, oltre che in molti threads delle sue storie, la trovate qui: https://texwiller.ch/index.php?/topic/5528-le-storie-di-mauro-boselli-meglio-di-quelle-di-glb/&do=findComment&comment=196340 Dunque, più leggo i commenti più mi convinco che il vero ragionamento da nerd sia quello di andare a ripescare un “personaggio minore” (la definizione non è mia, io non la condivido) che per tutti i lettori di Tex (tranne Frediani ) era morto e sepolto nel deserto dopo una giusta agonia e che era parte integrante di un finale unanimemente considerato iconico e marchiato a fuoco nella mitologia texiana (una storia, come ho già scritto, ristampata in cartonato esattamente 12 mesi fa) aggrappandosi al pretesto che “GLB non ci ha fatto vedere il cadavere, se non voleva che tornasse doveva farlo ammazzare da Tex”. Questa è l’epitome del comportamento nerd, quello di chi pensa di dimostrarsi più furbo o intelligente degli altri trovando il “cheat” di un videogioco per vincere le partite online contro i suoi amici. Boselli non ha bisogno di difensori, ha spiegato chiaramente le sue motivazioni, che in sostanza sono “In quanto curatore del personaggio, oltre che sceneggiatore, faccio quello che ritengo meglio per la mia azienda”, motivazioni che sono assolutamente legittime. In compenso quelli che si stanno arrampicando sugli specchi per trovargli (a Boselli) giustificazioni che vanno ben oltre la normale sospensione dell’incredulità, giustificazioni di cui lui NON ha bisogno (perché ha tutto il diritto di fare quello che vuole, essendo il curatore) si stanno invece dimostrando più realisti del re. Higgins è morto nel "Giuramento", potete negare l’assurdità del suo ritorno quanto vi pare, e se non avete capito quel finale, il suo significato simbolico, il suo struggente romanticismo, la poesia e l’arte che c’era nella soluzione che “non mostrava”, non posso che dispiacermi per voi. Trovo molto più onesto scrivere “chissenefrega del giuramento” che costruire arcane spiegazioni, quelle sì da veri nerd, a supporto del famigerato ritorno (peraltro smontate punto per punto da forumisti molto più preparati di me). Nessuno cambierà mai idea, ed è rispettabilissimo non dare importanza a "Il giuramento" e valutare la storia solo per il suo svolgimento, ma non tentate di spiegarci "come" Higgins possa essere ancora vivo, perchè Higgins è morto, lo sanno tutti i lettori di Tex (tranne Frediani ) dal giugno del 1969. Scusa @Leo se ti rubo qualche riga... Per chiudere, visto che siamo in tema, ecco i miei “giuramenti”: 1. Non acquisterò mai più un albo in cui appaia il nome di Frediani come soggettista o sceneggiatore 2. Non acquisterò, io che compro tutto doppio e amo il B/N (e Villa), il volume cartonato de “La cavalcata” che uscirà il mese prossimo (qualcuno la riterrà una soluzione tafazziana, ma l’unico modo concreto che ho per manifestare il mio dissenso è quello economico, quindi stavolta le 20 carte me le tengo in tasca, e magari le uso per comprare il brossurato di “Quartiere cinese” che sta per uscire…).
  18. La mia opinione è che il paragone non abbia alcun senso e non trovo adatto il parallelo Messi-Ronaldo. Gli ultimi due hanno giocato negli stessi anni, contro gli stessi avversari, nelle stesse “ere” tecnico-tattiche, con la stessa medicina sportiva e gli stessi metodi di preparazione. Paragonare GLB e Boselli è come paragonare Valentino Mazzola e Johan Cruijff o quest’ultimo e Zinedine Zidane, epoche diverse e troppo differenti le condizioni di contorno. GLB ha iniziato a scrivere Tex in un mondo che, solo per restare al western, non conosceva (e non avrebbe conosciuto per un bel pezzo) Blueberry, Comanche, Ken Parker, Jonah Hex, Magico Vento, Bonanza, Ai confini dell’Arizona, Alla conquista del West, Deadwood, Sergio Leone, il western all’italiana, il revisionismo pro-indiani, Quentin Tarantino, Larry McMurtry, Cormack McCarthy, Joe Lansdale. Un mondo senza Internet, Google, Wikipedia, forum e social media. Un mondo culturalmente meno “ingolfato”, un pubblico meno smaliziato, una società che dopo gli anni tremendi della guerra e le fatiche della ricostruzione voleva divertimento, passatempi per distrarsi, serenità, gioia di vivere. Boselli ha scritto e scrive in un mondo che ha letto, visto e sentito tutto, dove ci si può autopubblicare in 5 minuti (come ha dimostrato recentemente un certo gENERALE, la minuscola è voluta), che ha o crede di avere le informazioni a portata di clic, dove tutti si sentono in diritto di discettare su qualsiasi argomento (prima lo facevano solo per la nazionale di calcio ) spesso con toni arroganti e maleducati, un mondo che sovente camuffa l’ignoranza e l’analfabetismo funzionale sotto lo slogan “l’ho visto su Internet”. Il paragone è impossibile, le loro opere si possono solo contestualizzare al loro tempo. Ho iniziato a leggere con Tex, sono quindi debitore a GLB, creatore di un personaggio mitico e autore di decine di storie memorabili la cui lettura ha punteggiato la mia infanzia e parte dell’adolescenza. Da lettore “maturo” sono sempre stato contrario a metterlo su un intoccabile piedistallo, anche se non ho mai pensato che la sua scrittura fosse semplice o le trame ingenue, semplicemente credo che scrivesse molto “di getto”, a volte con grande successo, a volte meno. Certo, all’occhio del lettore “moderno” ci sono innegabili incongruenze o ingenuità nel complesso delle sue opere ma lui è stato la scintilla che ha fatto partire tutto e rilette oggi molte delle sue storie rimangono memorabili capolavori e sorprendono per freschezza, ritmo, brillantezza dei dialoghi, capacità di sorprendere, pathos, mentre altre fanno la loro solida, onesta figura e poche risultano ingenue o scontate. E' vero, se ne fregava della continuity, ma chissà, forse aveva ragione lui... Mauro Boselli è semplicemente il motivo per cui ho ripreso a leggere Tex (anche se di recente mi ha fatto arrabbiare ) ed è chiaramente un autore che sento molto affine alla mia sensibilità fumettistico-letteraria, sicuramente più di GLB. Tra lui e GLB c’è quasi mezzo secolo di differenza, mezzo secolo in più di produzione fumettistico-letteraria-cinematografica di cui nutrirsi e da cui trarre spunto, con prospettive diverse, sensibilità che cambiano, richieste dei lettori che cambiano, tecnologie a contorno che cambiano. Ovviamente lo stile è diverso, non solo (a mio parere) per la maggiore complessità delle trame o per il numero di personaggi secondari, ma proprio come è naturale per la diversa sensibilità, la diversa attitudine personale dello sceneggiatore. Boselli ha ereditato un personaggio mitico e questa eredità ha onorato ed onora con grande amore e rispetto, sia per il creatore che per il personaggio stesso (almeno fino a qualche settimana fa ). Boselli è infallibile o esente da critiche? Certamente no, chi lavora sbaglia e l’estro non è lo stesso tutti i giorni, ma ci ha regalato delle storie eccezionali e anche in questo periodo di “eccesso di ritorni” il suo lavoro resta mediamente di buonissima qualità, in particolare sulla serie Tex Willer, dove a mio parere ci ha regalato una serie di autentici gioielli. E poi diciamola proprio tutta, così come GLB ha creato moltissimi personaggi ma ha raggiunto l’apice con Tex, se uno vuole veramente scoprire cosa sa fare Boselli deve leggere Dampyr dove libero da “debiti” può dispiegare la sua erudizione e la sua fantasia senza vincolo alcuno (con risultati spesso spettacolari). Concludendo il mio sproloquio (dovevo rifarmi non potendo ancora commentare “La cavalcata” ) parliamo di due giganti, due colonne del fumetto italiano, godiamoci le loro bellissime storie senza fare classifiche, lasciandoci solo andare al piacere di leggerli. P.S. Ma… secondo voi è più forte Hulk o la Cosa?
  19. Ciao @valerio, il tuo si che è un ritorno gradito! Sto veramente soffrendo, vista la vivacità della discussione, ma come ho già scritto voglio dare un giudizio completo solo dopo aver letto la storia, quindi mi toccherà mordere il freno ancora per un pezzo (sono lontano da casa, dove l’albo mi aspetta beffardo, custodito dal mio edicolante…). Piccola nota, esattamente un anno fa è uscito il cartonato de “Il giuramento”, e nonostante fosse a colori (e non nel mio amato b/n) l’ho immediatamente acquistato, perché è una storia a cui sono molto legato per motivi personali. Sara per questo che mi prudono le dita dalla voglia di scrivere un commento?
  20. Premessa, non ho ancora letto la storia, non potrò farlo prima di un mesetto, ho già capito che avrò due valutazioni, una sulla storia (e i disegni) a sè stante ed una al "concetto". Seconda premessa, sarà una coincidenza di pubblicazione dovuta ai "tempi di chiusura" dei disegnatori, ma i ritorni e le resurrezioni o semi-resurrezioni stanno diventando inflazionate (e adesso parte la Tigre Nera!). Riguardo ad Higgins, copio e incollo da Bonelli Digital Classic la sinossi di Tex 106 "La paga di Giuda" (l'albo che chiude la storia "Il Giuramento"): "Braccati da Tex, che adesso rievoca il passato, i vili responsabili della strage dei Navajos e della morte di Lilyth, finirono tutti all'inferno; soltanto Brennan riuscì a svignarsela." Ora, si è deciso che il finale "aperto" permetteva a qualcuno di cavarsela perchè non si è visto il cadavere? Benissimo, legittimo. Tex doveva ucciderlo? Va bene, è colpa sua (io trovo che il finale di GLB fosse ancora peggiore che essere "rapidamente ucciso"). La scelta narrativa ci deve piacere per forza? No, grazie. Si, ho letto e commentato quella storia di recente, criticando proprio (in maniera perlopiù ironica) la "resurrezione", e lo stesso avevano fatto altri prima di me nello stesso thread (ma con meno ironia, qualcuno era proprio arrabbiato ). Mi sono indignato? No, perchè era una storia di Nizzi, sarebbe stato superfluo Non sono indignato nemmeno per il ritorno di Higgins, non grido certo alla lesa maestà e non mi piacciono le guerre di religione, ma anche senza aver letto la storia mi limito a trovarla una scelta discutibile, che personalmente non apprezzo. Poi, ripeto, leggerò la storia "per il suo valore in sè", cercando di rimanere obiettivo nella valutazione, ma questo è un altro discorso.
  21. Letto nel cartonato, che con il suo formato particolare e mantenendo il B/N valorizza i disegni di Civitelli. Encomiabile impresa di Boselli che, come ha dichiarato anche in questo thread, ha provato a mettere ordine negli ondivaghi poteri di Yama e lo ha fatto attraverso una buonissima storia, con un incipit davvero bello, un sapiente uso di tutti i pards, un’adeguata dose di rimandi ed omaggi alle storie precedenti (la mano scheletrica della prima tavola mi ha davvero messo in una macchina del tempo ) e un calibrato alternarsi di scene d’azione e momenti più di atmosfera, il tutto rinforzato dalla partecipazione come guest star del grande Morisco e dell’altrettanto gradito (da me) Eusebio. Comprendo il senso di alcune delle critiche espresse nel thread, non ritengo questa storia perfetta ma credo che soffra in particolare di un problema non banale, già segnalato ad esempio da @Diablero e che vale per tutte o quasi le storie “magiche”: più rendi potente l’avversario, più devi inventare una soluzione arzigogolata per evitare che gli eroi soccombano. Questo nella maggior parte dei casi comporta che anche una storia che procede in maniera entusiasmante possa arrancare un po’ nel finale, con conseguente effetto “souffle sgonfiato” sui lettori. Nell’occasione specifica Boselli se la cava bene, sia pure in un finale leggermente troppo frenetico, in cui la sorte è decisamente dalla parte dei pards, ma tutto il percorso per arrivare alla fine è avvincente, senza sbavature e ottimamente costruito. Grandissima poi la vignetta del Mefisto in camice e penna d’oca, fantastico “cliffhanger” per la storia che all’epoca era futura e su cui abbiamo scritto tanto l’anno scorso… 😊 Passando ai disegni… Civitelli strepitoso, e lo dico nonostante il mio feeling con lui sia sempre duplice. Come mi è accaduto nell’ultima avventura mefistiana anche qui trovo che, a causa del suo tratto pulitissimo, i suoi mostri se esposti “en plein air” facciano un po’ troppo cartone animato giapponese, risultando poco “paurosi”. D’altro canto il suo favoloso uso del puntinato unito alla maestria nella gestione del netto contrasto bianco-nero (che volente o nolente mi fa sempre venire in mente Frank Miller) mi manda in brodo di giuggiole. L’ingresso in scena di Yama, il tornado, la morte della sventurata Myriam (che a me era simpatica), la sparatoria al buio nel saloon, le tempeste di sabbia e sale ed anche alcune scene inquietanti più di “atmosfera” che di “svelamento” sono scene stupende e mi sono trovato più volte nei giorni posteriori alla fine della lettura a riprendere in mano il volume per lustrarmi di nuovo gli occhi con codeste meraviglie. In sintesi una gran bella storia, magnificamente disegnata, assolutamente un caposaldo nella produzione dell’ultimo decennio.
  22. Fatta salva la pretestuosità di alcune critiche all'iniziativa che si sono lette in questo forum, il punto è proprio questo, dare per scontata un reazione gioiosa ed entusiasta alla notizia e implicitamente intendere che chi non lo fa non è "un vero texiano". Alcuni di noi (oltre al sottoscritto posso citare @gilas2 e @MacParland, che lo hanno scritto in questo thread) non provano un'emozione così forte, senza per queste criticare l'evento o le motivazioni. Allora chi non legge Tex Willer, o il Color, o i cartonati alla francese, o le strisce anastatiche, non è un "vero appassionato"? Mi ricorda vecchie diatribe sul genere "Non ti piace la canzone X (oppure l'LP Y) e allora non sei un vero fan del cantante/gruppo Z". Non siamo tutti uguali.
  23. Cosa ti aspetti dai secchioni?
  24. Sono d'accordo sulla pretestuosità di alcune critiche, soprattutto considerando che il volume non è ancora uscito (ma pare sia ormai la consuetudine, basta leggere il thread riguardo il cartonato alla francese di prossima uscita per averne un altro esempio), ma allo stesso tempo non cadiamo nell'eccesso opposto, cioè quello di negare il diritto di critica oppure di rifugiarsi in una specie di "settarismo" che si occupa di rilasciare presunte patenti di texianità. Io, come qualcun altro, credo di aver manifestato il mio agnosticismo in merito al volume in maniera civile e con il massimo rispetto per coloro che lo attendono con trepidazione, emozione che posso perfettamente comprendere e che non intendo sminuire minimamente anche se questa particolare occasione "non mi scalda". Mi fido di Boselli e di conseguenza mi aspetto un volume di elevata qualità editoriale, che una volta pubblicato (e sfogliato) finirò poi magari anche per comprare, ma cosa ci posso fare se Tarquinio non mi entusiasma? Devo farmelo piacere perchè altrimenti non sono abbastanza appassionato? P.S. Opinione personalissima, ma ho sempre pensato che se "La storia del West" invece di validi professionisti come Tarquinio e Polese fosse stata affidata a Ticci ed Albertarelli, tanto per fare due nomi, il risultato sarebbe stato ancora più grande, ma siamo ovviamente nel campo dei gusti personali...
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