Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Augustus McCrae

Cittadino
  • Contatore Interventi Texiani

    172
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    6

Messaggi pubblicato da Augustus McCrae

  1. 17 minuti fa, paco ordonez dice:

    ma credo fermamente che un appassionato di questo fumetto innanzitutto provi gioia nel poter inaspettatamente leggere una nuova storia di Bonelli padre.

     

    Fatta salva la pretestuosità di alcune critiche all'iniziativa che si sono lette in questo forum, il punto è proprio questo, dare per scontata un reazione gioiosa ed entusiasta alla notizia e implicitamente intendere che chi non lo fa non è "un vero texiano".

     

    Alcuni di noi (oltre al sottoscritto posso citare @gilas2 e @MacParland, che lo hanno scritto in questo thread) non provano un'emozione così forte, senza per queste criticare l'evento o le motivazioni.

     

    Allora chi non legge Tex Willer, o il Color, o i cartonati alla francese, o le strisce anastatiche, non è un "vero appassionato"?

     

    Mi ricorda vecchie diatribe sul genere "Non ti piace la canzone X (oppure l'LP Y) e allora non sei un vero fan del cantante/gruppo Z".

     

    Non siamo tutti uguali.

     

     

    • Mi piace (+1) 1
    • Grazie (+1) 1
    • +1 1
  2. 34 minuti fa, paco ordonez dice:

    come credo qualsiasi vero appassionato di questo fumetto.

     

    Sono d'accordo sulla pretestuosità di alcune critiche, soprattutto considerando che il volume non è ancora uscito (ma pare sia ormai la consuetudine, basta leggere il thread riguardo il cartonato alla francese di prossima uscita per averne un altro esempio), ma allo stesso tempo non cadiamo nell'eccesso opposto, cioè quello di negare il diritto di critica oppure di rifugiarsi in una specie di "settarismo" che si occupa di rilasciare presunte patenti di texianità.

     

    Io, come qualcun altro, credo di aver manifestato il mio agnosticismo in merito al volume in maniera civile e con il massimo rispetto per coloro che lo attendono con trepidazione, emozione che posso perfettamente comprendere e che non intendo sminuire minimamente anche se questa particolare occasione "non mi scalda".

     

    Mi fido di Boselli e di conseguenza mi aspetto un volume di elevata qualità editoriale, che una volta pubblicato (e sfogliato) finirò poi magari anche per comprare, ma cosa ci posso fare se Tarquinio non mi entusiasma? Devo farmelo piacere perchè altrimenti non sono abbastanza appassionato? :D

     

    P.S. Opinione personalissima, ma ho sempre pensato che se "La storia del West" invece di validi professionisti come Tarquinio e Polese fosse stata affidata a Ticci ed Albertarelli, tanto per fare due nomi, il risultato sarebbe stato ancora più grande, ma siamo ovviamente nel campo dei gusti personali...

     

     

     

    • +1 2
  3. 33 minuti fa, gilas2 dice:

    Ma sono il solo a cui questa proposta (anche se recuperata dai meandri di Casa Bonelli) in questo formato non interessa?

    Non è per una questione certo di soldi, ma è che proprio non suscita nulla, nemmeno curiosità.

     

    No, la cosa lascia del tutto indifferente anche me.

     

    Intendiamoci, non ci trovo assolutamente nulla di scandaloso, non mi sogno minimamente di accusare la Bonelli di "spremere i lettori".

    Questa è una proposta per superfans, cacciatori di rarità, cultori di GLB interessati a capire la sua "arte sceneggiatoria" o magari fans di Tarquinio.

     

    Per tutti loro questa è una notizia stratosferica ed è giusto che la cosa sia proposta nella veste artistica migliore e più ricca di contenuti possibile (di conseguenza il posto giusto è la libreria/fumetteria ed il volume avrà un prezzo adeguato).

     

     

    Il 5/9/2023 at 16:51, borden dice:

    il grande pubblico, credimi, non capirebbe. Storia e disegni mostrano i loro acciacchi e i loro  anni e noi NON VOGLIAMO RIMANEGGIARE NIENTE

     

    E' una chicca PER VERI FANS, non una storia pubblicabile sulla regolare!!!

     

     

    Credo che le parole di Boselli spieghino perfettamente il significato e il target dell'operazione ed anche le motivazioni della collocazione "extra" edicola.

     

    Il paragone che mi auguro per gli acquirenti è quello musicale, con i vari "forgetten tapes", "hidden gems" e "lost sessions" (che spesso registrano performances improvvisate o particolarmente riuscite, oppure jam sessions con ospiti inattesi, quando non momenti di cazzeggio significativi) più che con la letteratura (dove in genere le opere che vengono "ri-scoperte" erano state ritenute dall'autore incomplete, non abbastanza valide o erano un campionario di spunti per altri soggetti).

  4.  

    Lettura scorrevolissima, ritmo serrato, dialoghi stringati e tanta azione, Rauch se la cava molto bene in una storia senza particolare impatto sulla “continuity”, piacevole intermezzo tra due storie molto “dense” che aggiunge ulteriori punti alla reputazione texiana dello sceneggiatore.

     

    Buoni i personaggi di contorno (ho gradito in particolare Lagrange e Ballard), chissà che loro o i caddo non finiscano per rivedersi più avanti, mentre è purtroppo uscita troppo presto dalla storia la “brava ragazza” Katy, che così bene si è comportata in una potenziale situazione imbarazzante.

     

    Diverso il discorso riguardo ai disegni, con Atzori autore di una prova decisamente discontinua.

    A fronte di una buona dinamicità e di alcune buonissime tavole, in particolare nei campi medi e lunghi, ci sono primi piani con linee decisamente “grosse”, anatomie sproporzionate e vignette che sembrano tirate via di fretta quando non decisamente sbagliate (vedere la già citata vignetta di pagina 30 del numero 48, con Tex in versione Linda Blair nell’Esorcista, oppure il fucile senza calcio).

     

    In sintesi, giudizio complessivo positivo con l’augurio che Rauch prosegua sulla buona strada e Atzori riesca ad essere più “positivamente omogeneo” nelle prossime prove.

  5. Premessa, leggevo Zagor da bambino, ho smesso di leggerlo ben prima di interrompere la lettura di Tex, e contrariamente a quanto avvenuto con Tex non ho l’ho mai ripresa, se si escludono le edizioni brossurate/cartonate di un paio di storie che ho amato profondamente (“La marcia della disperazione”, “Odissea americana” e altri)*.

     

    Da bambino ho sognato questo cross-over (parola che all’epoca non esisteva, ne deduco che forse ho avuto una visione… ;)), da adolescente e poi da adulto l’interesse in merito è scemato, ma alla fine sono davvero contento di averlo letto.

     

    Boselli è stato molto bravo a presentare i due personaggi senza cadere nei cliches tipici dei cross-over marveliani, per intenderci niente Aquila della notte contro Spirito con la scure, e già questo per me è un grande risultato.

     

    Contrariamente all’invasato youtuber secondo me la storia si legge e si comprende benissimo anche senza aver letto le due precedenti avventure zagoriane.

    Certo, chi le ha lette (io l’ho fatto grazie alle GSB) ha delle informazioni in più e incassa probabilmente un pugno nello stomaco alla notizia della morte di Lupo Grigio, ma nell’albo c’è tutto quello che serve per capire.

     

    La differenza di carattere e soprattutto di maturità (al momento dell’incontro) tra i due personaggi è ben evidenziata, personalmente mi è piaciuto lo Zagor riflessivo e dubbioso mentre ho sempre qualche problema quando Tex si comporta troppo da spaccone** (ma il ragazzo si farà), e l’assenza di Cico*** ha sicuramente aiutato a calare il tutto in un atmosfera più “texiana” (o forse ha ne ha diminuito la “zagorità”, lascio ai vari contendenti del thread la soluzione ;)), ottima infine la resa della sfortunata figura del “vero” agente indiano Bob Neighbors.

     

    Una buonissima prova di Piccinelli è il perfetto supporto a quanto raccontato.

     

    Terminata la lettura dell’albo, leggendo i commenti precedenti sono rimasto colpito da quello di @waco dolan che ha immaginato l’incontro tra i due mitici eroi come l’immagine gemella di un incontro simile tra “le anime” di GLB e Sergio.

    So che qualcuno (molti?) non saranno d’accordo, ma nonostante i due creatori avessero sempre rifiutato l’idea di un incontro tra i loro eroi, credo che ad un’ipotetica lettura di questa avventura entrambi avrebbero sorriso annuendo con approvazione.

     

     

    * Così mi sono perso tutta la "rinascita", ma per fortuna anche Altrove e Zagor “vero inviato di Manito” (ma davvero? se è così sospendo la mia sospensione dell’incredulità :lol:)

     

    ** Ogni tanto mi sembra di leggere Tex “malgrado Tex”, è l’unico personaggio “bauscia” che riesco in qualche modo riesco a reggere, nella vita reale detesto gli sbruffoni… :P

     

    *** Personalmente l’idea che nel prossimo incontro ci sia Cico, e soprattutto che canti, non mi fa per niente piacere, però mi rincuora l’assenza del Going Going :rolleyes:

    • +1 1
  6.  

    Uno speciale che ha ricevuto delle critiche, in particolare per la quasi totale assenza di Tex e per la motivazione fornita agli altalenanti poteri di Steve Dickart/Mefisto.

     

    Nessuna delle due cose mi causa particolari reazioni negative:

    è vero che Tex appare in 3 vignette, ma l’ultima per me è fantastica, lo coglie sulla soglia del saloon nel momento in cui sta per entrare a tutti gli effetti nella storia di quello che sarà il suo più mortale nemico, finora mai incontrato “di persona”*, mentre la spiegazione riguardo ai poteri può non piacere o non convincere, ma ha una sua logica, perlomeno nel senso che la parola “logica” può avere in un fumetto (o letteratura/cinema) di ambito avventuroso).

     

    A me, contrariamente ad altri “Speciali”, questa “divagazione” è piaciuta moltissimo.

     

    Dentro ci sono Barnum e i suoi freaks, la fotografia di una società in radicale cambiamento (l’Est più “civile”, le attrazioni di massa, le prime forze di polizia, il West più ruspante e pericoloso dove la ballerina Lily rischia di essere importunata sul palco), due personaggi principali che rappresentano due diverse malvagità (bello il tragico inserto sul collegio femminile e altrettanto vedere Dickart “sognante” all’idea di diventare presidente del nuovo stato, altro che magia nera ;) ) e due personaggi secondari, tra cui il “buono” della storia, che fanno una brutta fine (ma quanto era fesso Tayman?).

     

    Aggiungiamo che il lettore affezionato trova tutti i riferimenti del caso (a “Pinkerton Lady”, alla storia di Cortina, a quella di GLB…) senza che questo appesantisca la lettura o renda l’albo non fruibile ad un lettore “occasionale”…

     

    … E poi parliamo dei disegni di De Angelis, che qui è semplicemente perfetto in quella che a mio avviso è la sua prova più “compatta” degli ultimi tempi**.

    Grande espressività dei personaggi, magnifica gestione del chiaroscuro e la chicca delle pagine “riassunto” (38,89,94), davvero una prova superba.

     

    Ottimo speciale, bene bravi bis. :ok:

     

     

    * Ma quanto è stato bravo Boselli in “Pinkerton Lady” a scrivere una storia che vede sostanzialmente a confronto Tex e Mefisto senza che i due si incontrino mai di persona? Una prova di fantasia ed equilibrismo (tra novità e rispetto della tradizione) da applausi.

     

    ** Non ero rimasto così soddisfatto, e lo avevo scritto, per “Atascosa Mountains”.

     

    • +1 1
  7. Continuo l’affannato inseguimento nel tentativo di mettermi in pari con il giovane Tex, imbattendomi in questa ottima avventura, riuscita miscela di fantasia e realtà (più che “verità”) storica.

     

    Nel turbinare di personaggi reali ed inventati*** Boselli è bravissimo a dipingere con ritratti in chiaroscuro anche i protagonisti positivi, ad esempio Cortina e Faver, mettendo in evidenza non solo gli aspetti eroici ed onorevoli, ma anche le contraddizioni, le debolezze ed i pregiudizi.

     

    In compenso, mentre gli slanci di un adrenalinico Tex non sempre ottengono i risultati sperati, mettendolo anzi a volte in situazioni quasi disperate, per tutta lo storia il nostro giovane eroe non perde la bussola morale rimanendo sempre un faro di giustizia e tolleranza (probabilmente sono condizionato, ma nei dialoghi ho trovato alcuni “messaggi” particolarmente attuali).

     

    Bello rivedere Pedro e Miguel, con il primo che funge da spalla principale al protagonista (quasi un po’ Carson ed un po’ Cico), mentre il secondo conferma la sua solidità ed il suo valore, dimostrato dal suo ruolo come uno dei principali collaboratori di Cortina.

    Mi inquieta, riguardo al futuro dei nostri due amici, l’apparizione finale al momento dei saluti con Tex di una misteriosa e indefinita figura a cavallo, che ricorda fin troppo la Sinistra Mietitrice, temo che Boselli ci abbia voluto dare un antipasto di funeste vicende future.

     

    Passando alla parte grafica, egregia performance di Brindisi, a mio parere riuscitissima sintesi tra essenzialità e dettaglio, con un tratto molto western che ben sostiene scene di massa, paesaggi magistrali e bellissime sequenza notturne, il tutto sposato ad una grande leggibilità e costruzione delle inquadrature.

     

    E finalmente, con mia grande soddisfazione, le mani sanguinano quando le pallottole fanno saltare le pistole e il nostro buon Tex, suonato come un tamburo, porta i segni del “trattamento centrifuga”, senza mostrare i superpoteri wolveriniani delle ultime storie (unica parziale eccezione il volo dal lucernario, dove tra vetri acuminati e altezza della caduta se la cava decisamente a buon mercato ;) )

     

    In conclusione, gran bella storia, ottimi disegni, aspetto con ansia il cartonato… :wub:

     

    *** Pur sapendo di far arrabbiare @borden e @Diablero, io leggo le storie solo una volta che si sono concluse (e di solito in forte ritardo). In questo caso, se avessi adottato la lettura mese-per-mese mi sarei assolutamente perso nella marea di personaggi e non avrei ricordato nulla da un albo all’altro.

    Sono filosoficamente a favore della modalità “tanti personaggi”, trovo che aggiunga spessore e sapore alle storie, ma ancor di più questo mi obbliga alla lettura “tutto insieme”, l’unica che mi permette di tenere i vari personaggi sotto controllo… la memoria non è più quella di una volta :old:

    • +1 1
  8. 25 minuti fa, Carlo Monni dice:

    il multiverso è una cosa ed un universo narrativo condiviso è un'altra.

    Il primo ti parla di universi paralleli ed è stato esplorato dalla fantascienza in tutte le sue implicazioni e varianti.

    Un universo condiviso è quello in cui diversi personaggi coesistono.

     

    Carlo, sono assolutamente d'accordo con la tua definizione e in ogni caso aspetterei a fasciarmi la testa senza aver letto la storia.

     

    Devo ammettere nello specifico che la mia preoccupazione, totalmente astratta e priva al momento di qualsiasi elemento concreto, riguarda la possibilità in futuro di cross-over che prevedano, per avere a disposizione la totalità di una storia "regolare" (cioè che appare negli albi mensili), la lettura di albi di collane diverse*.

     

    Aborro ("aboVVo") questa consuetudine dei comics d'oltreoceano, una delle più squallide trovate di marketing mai viste nel mondo del fumetto (ma ormai diventata la norma in quei lidi).

     

    E' uno dei motivi, insieme alla decerebralizzazione cinematografica e alla "moltiplicazione degli universi/dimensioni" (sovente solo una scusa per "pareggiare le quote"), per cui ho smesso quasi completamente di leggere comics.

     

    Mi fido di Boselli, penso che finchè sarà lui il curatore di Tex queste cose non avverranno... e spero di avere ragione! :D

     

     

     

    * Praticamente il concetto delle "medaglie" applicato alla sceneggiatura :lol:

     

     

     

     

     

     

     

  9. Storia più breve del solito e seconda apparizione consecutiva di Pat Mac Ryan, In perfetta continuità con la conclusione della storia presente nella prima metà dell’albo (il finale di Golden Pass).

     

    Sia pure in un numero limitato di pagine Boselli tratteggia un’avventura interessante, che presenta almeno uno spunto peculiare (l’uso di Novak e Pat come “pards attivi” al posto di Kit, Tiger e dell’assente Carson), un Tex tostissimo ma al contempo fallibile e un bell’avversario crudele la cui vigliaccheria viene ben mostrata alla fine.

    Peccato per il finale affrettato e un po’ supereroistico (vedi Pat e Tex in versione Hulk), ma in ogni caso la storia si legge con piacere.

     

    Qualche nota volante:

     

    - Mi ha fatto molto piacere rivedere i sopravvissuti della bellissima “Cercatori di piste”. Ho temuto durante tutta la storia per la vita del buon Novak!

     

    - Mi è piaciuta assai tutta la sequenza iniziale, con l’apparizione degli yaqui (o meglio di quell’accozzaglia "mista" di tagliagole) durante la caccia di Kit & Friends e il loro soggiorno al villaggio yavapai.

    La tensione è palpabile, ci si aspetta da un momento all’altro il casus belli che scateni un putiferio ed i dialoghi tra Tex e Narvaez, sempre in bilico tra falsa diplomazia e provocazione, non fanno altro che alimentare questa tensione, gran pezzo di bravura di Boselli.

     

    - Kit non fa una gran figura (evviva!) e inoltre si conferma la regola: se sei amico di Kit Willer stipula una buona assicurazione sulla vita.

    Il ragazzo porta una sfortuna pazzesca a chiunque gli sia vicino, in pratica diventare suo amico equivale a suicidarsi. Sarà per quello che non lo sopporto?

     

    - La questione “donne prigioniere degli indiani” viene qui trattata in maniera edulcorata (lo so che devono venderle come schiave e quindi non trattarle troppo male, ma quando mai i predoni si fanno scrupoli a “provare la merce”?).

    Boselli affronterà il tema con ben altro realismo in seguito, in quella grande storia che è “Luna insanguinata”.

     

    - Passando ai disegni, Marcello resta una sicurezza ma questa dal mio punto di vista non è una delle sue prove migliori, pur rimanendo ben sopra la sufficienza.

    Il calo era probabilmente iniziato e a questa storia seguirà solo "La grande invasione" (dove, se ben ricordo, ci furono interventi di correzione).

     

    Concludo con una personale ossessione:

    pur comprendendo gli argomenti di chi invece li valuta positivamente (la storia deve svilupparsi secondo i suoi ritmi, lo sceneggiatore non deve essere limitato e così via) mi hanno sempre infastidito gli albi “spezzati”, e questo è ancora più vero oggi, probabilmente perché  nel recupero degli arretrati non sopporto di avere delle storie incomplete, così mi è toccato spesso comprare albi “di chiunque” a cui non ero particolarmente interessato solo per avere la storia completa… :lol:

     

  10. Continuo il recupero dei miei decenni “lontano da Tex”, con la piacevolissima lettura di questa avventura dalla genesi particolare.

     

    Sceneggiata inizialmente da un Sergio Bonelli-Nolitta per sua stessa ammissione a corto di idee (il primo albo infatti “non va da nessuna parte” e il ritmo è lento, ma in compenso alcuni dialoghi sono divertentissimi) per un Galep purtroppo ormai consumato dai problemi di salute, la storia finisce in un cassetto, per finire poi tra le mani di uno scoppiettante Boselli che praticamente riparte da zero (aggiungendo e sviluppando tutti i personaggi di contorno), e viene ridisegnata ex novo da Ticci.

     

    Dal secondo numero la storia decolla, spiccanoper me il bellissimo rapporto di complicità tra Carson e Mamie, il ritorno di un Pat Mac Ryan suonato e pasticcione più che mai (soprattutto nella parte comica dovuta a Nolitta), personaggi secondari interessanti e ben definiti (in particolare a me sono piaciuti la già citata Mamie, il sergente Buster e il banchiere “grigio” Grayson) e tanta, tantissima azione, sia pure contro avversari forse non irresistibili, ma in compenso autentici farabutti e numerosissimi!

     

    Molto buoni i disegni di un Ticci solidissimo, tanto che appena terminata la lettura della storia poi l’ho “riguardata” tutta daccapo per godermi un’altra volta la parte grafica.

     

    In conclusione, Tre albi e mezzo che, dopo una partenza lenta, prendono un gran ritmo quando le redini le afferra Boselli, ottimamente illustrati da un artista fenomenale e che senza far gridare al capolavoro lasciano veramente soddisfatti.

     

    Ecco, 4-5 storie così al mese potrebbero convincermi a non lamentarmi della iper-produzione… ;)

     

  11. 1 ora fa, Loriano Lorenzutti dice:

    Aldo Moro 

    Hai perfettamente ragione, errore mio, ricordavo di averlo sentito "personalmente" pronunciare durante un'intervista a De Mita (che ovviamente ne faceva una citazione) e ho confuso la fonte originale (sia perchè nel 1959 non ero ancora nato sia perchè non ero uso frequentare i congressi della DC, ma solo i Comitati Centrali del PCUS ;)).

  12. Procedo con la scorpacciata di Tex Willer, con l’obiettivo di mettermi in pari in tempo per la fine della attesissima (almeno da me) storia di Boselli/Gomez.

     

    Esordio nella serie di Giusfredi, che scrive un’avventura decisamente apprezzabile ma dal finale piuttosto concitato, forse anche per la difficoltà oggettiva di portare a compimento nell’ultimo albo due trame in versione “convergenze parallele” (grazie De Mita).

     

    Mi è piaciuta molto la parte di storia dedicata a Carson, ho apprezzato in particolare la figura di Lillian, mentre Hutch mi sta sulle scatole e Tex è in una versione leggermente “esagerata” per i miei gusti crepuscolari…

     

    In ogni caso una promettente prova per un autore che viene spesso criticato per le scene “tamarre” (cosa che in quota parte condivido) e per la sua scrittura “postmoderna” (cosa che condivido meno, nel senso che ognuno è figlio in gran parte dei suoi tempi culturali, e Giusfredi beato lui è abbastanza giovane da essere per forza postmoderno, anche se i riferimenti “classici” nella sua scrittura ci sono e sono ben visibili).

     

    Secondo me il fatto è semplicemente che Giusfredi è toscano ed interista, quindi “bauscia al quadrato” (lo dico da interista, non da toscano), probabilmente si sforza anche per controllarsi, ma non sempre ci riesce, per questo trovo le sue “scene tamarre” inevitabili… :laughing:

     

    Passando ai disegni, apprezzo Valdambrini anche per i suoi lavori su altre collane, ma qui pur all’interno di una esibizione complessivamente positiva (e che migliora con il passare degli albi) ho trovato troppe cose “stonate” per essere completamente soddisfatto: dalle armi che cambiano dimensione, alla rappresentazione completamente sballata di Arkansas Joe, fino al Cangrejo-Charles Bronson-Pedro Pascal che mi ha fatto proprio tenerezza e ad alcuni errorini stridenti (vedi la questione-fondina già commentata da @San Antonio Spurs).

     

    Resta comunque una prova valida, ulteriore conferma di una omogeneità stilistica all'interno della collana che ha finora mantenuto un livello medio decisamente alto.

     

    Punto dolente, e mio personale leitmotiv-lamentoso, si conferma (ahimè) la tendenza eccessiva a far saltare le armi dalle mani senza spappolare le stesse (o colpire la canna dei fucili, anche quella cosa statisticamente rara nella realtà), per non parlare di Tex in versione Wolverine: torturato e malmenato per ore dai carcerieri torna in cella senza uno strappo nella camicia, una striscia di sangue dal naso, un labbro tumefatto… e questo superpotere è condiviso, dato che Hutch si becca una pallottola nel braccio la cui ferita si rimargina tra un albo e l’altro (forse perché è passato un mese tra la pubblicazione dei due? :D)…

     

    Questa forzata sospensione dell’incredulità comincia a diventare davvero estrema, non so se “ingenua” (per scelta, rifacendosi all’atmosfera “spensierata” degli anni ‘50) o semplicemente “sbadata” (cosa che sarebbe più irritante).

     

    In ogni caso, al netto delle mie limitate critiche, Tex Willer si conferma dal mio punto di vista un'ottima serie... almeno fino all'inizio del 2022 :lol: (non vedo l'ora di affrontare Cortina e Cochise ;)).

     

  13. Buon esordio nella collana di Rauch, con una storia classica ma piena di ritmo e di azione (come tipico di questa serie dagli albetti "compressi"),

    è evidente che l'autore conosce benissimo la materia.

     

    De Angelis, che seguo dalle prime prove su Nathan Never, torna in collana dopo un paio d'anni confermandosi su un buonissimo livello (anche se personalmente, nel complesso, ho trovato questa storia leggermente inferiore rispetto alle sue due precedenti).

     

    Con il terzo albo la serie compiva 3 anni, fino a quel momento raggiunti con con un livello medio decisamente alto.

     

    Concordo con quelli che hanno fatto notare le troppe pistole saltate senza mutilazione delle mani o i poteri di rigenerazione delle ferite decisamente poco credibili, ma per ora riesco ancora a sopportarlo... :laugh:

     

  14. Procedo nelle riletture con il secondo Texone che, dopo quello di Galep, non rispettava la presunta logica del disegnatore esterno, ora divenuta rarità (garantire 224 pagine in tempi ragionevoli è probabilmente troppo impegnativo per quasi tutti gli autori “moderni” che sono esterni alla Bonelli).

     

    Il soggetto è classicissimo e rileggendo con occhi innocenti l’albo la mia sensazione era che Nizzi avesse sceneggiato con mestiere, pur senza originalità, anche inserendo alcuni tocchi brillanti (l’agente indiano che rivela le informazioni “a puntate”, la lucertola e il cappello).

     

    Ora, dopo aver letto sul thread il post di @MisterP riferito alla somiglianza sospetta con un’avventura di Blueberry, mi domando se tali “tocchi” fossero farina del sacco nizziano o vadano invece attribuiti a Charlier… :dubbioso:

     

    In ogni caso quello che sostiene il volume, e lo rende una lettura molto piacevole, è la prova di Ticci, che forse potrà non aver gradito il formato ma, all'interno di una prestazione già scintillante, lo ha usato benissimo per regalarci alcune vignette “extralarge” che lasciano a bocca aperta. :clapping:

     

    Sintetizzando, un albo di buon livello impreziosito da ottimi disegni, che non finirà nell’elenco dei capolavori ma merita assolutamente di essere (ri)letto.

     

    P.S.

    Come già accaduto rileggendo "La grande rapina", è stato molto piacevole rileggere il redazionale vergato da un giovin Boselli... :D

  15. <span style="color:red">42 minuti fa</span>, Lucero dice:

    Pero' mi sto scervellando su questa cosa delle mani. Vado avanti e indietro e non la vedo. (per onor di verita' lo sto leggendo online).


    E hai perfettamente ragione :D

    ho verificato la versione Bonelli Digital Classic e l’incongruenza è stata corretta (probabilmente già nelle ristampe).

     

    io ho riletto la storia nella sua ormai ingiallita edizione originale da edicola  :old: 

  16. Riletto dopo trent’anni, periodo sufficiente a renderla quasi una lettura ex novo.

     

    Texone favoloso, tema classico sviluppato benissimo da un Nizzi ancora in buona forma (da cinefilo ho apprezzato l’omaggio al Mucchio Selvaggio), ottimo ritmo, dialoghi secchi e taglienti conditi da una dose adeguata di ironia e supportati al meglio da una strepitosa lectio magistralis di Ortiz, che esordisce su Tex in maniera scintillante*.

     

    Nella polverosissima matrioska di tradimenti ed inseguimenti i pards sono duri ed implacabili (vedi Tex che “rimanda” la sepoltura del damerino complice) ed è di ottimo livello anche la galleria di personaggi secondari, con i pennelli di Ortiz a differenziare adeguatamente i diversi gruppi di complici, ma a fare la parte del leone è il cattivissimo Linch Weyss, vero protagonista del volume, cervello fino freddo come un cobra e sempre un passo avanti a tutti.

     

    Se mi è permessa l’ironia direi che è un peccato che la sua fine appaia così definitiva, altrimenti visti i chiari di luna ci sarebbe sicuramente scappato un ritorno… :laughing:

     

    Il finale è davvero bello, nella sua drammaticità l’ho decisamente preferito al classico duello a pistolettate, e l’ultima vignetta con i due criminali coperti di monete e le mani quasi a toccarsi, è a mio parere una delle migliori mai viste.

     

    Opinione personale, volume sicuramente da top ten della collana (e probabilmente anche qualcosa in più).

     

     

     

    *

    Unico neo che mi ha fatto alzare il sopracciglio, nell’ultima vignetta di pagina 238 la posizione delle mani della coppia criminale è “invertita” rispetto a quanto si vede poi a pagina 239 e 240. Capita anche ai migliori… :rolleyes:

    • +1 1
  17. Arrivo tardi a parlare di questa storia che sembra aver sollevato un notevole dibattito “filosofico”.

     

    Prima di tutto faccio i complimenti al buon Antonello @Barbanera (che purtroppo ha deciso di prendersi un periodo sabbatico dal forum), non è da tutti avere un soggetto pubblicato, figuriamoci due.

     

    Aggiungo come premessa che non sono un “hater” di Ruju (ho votato “Vancouver” storia dell’anno nel 2022 e mi piace molto Cassidy, solo per fare due esempi).

     

    Prima di leggere gli albi ho approfittato di Bonelli Digital per rileggermi la storia originale e sono d’accordo sul fatto che la storia può essere giudicata su due livelli, quello di “sequel” e quello di “storia indipendente”.

    Il problema in questo caso è che entrambi i livelli di lettura non sono soddisfacenti, anche se in maniera diversa.

     

    Purtroppo non ho letto il post di @Barbanera in cui spiegava i retroscena che l’hanno portato a scrivere il soggetto. Li ho in parte dedotti dai commenti del thread e credo che siano comprensibili e molto personali, qualcosa che ognuno di noi a livello “emozionale” può capire.

     

    Ciò non toglie che la storia originale non appartenesse ai capolavori di GLB, non riguardasse antagonisti memorabili e che il finale GLBonelliano fosse “compiuto”, di conseguenza per chi non è coinvolto “emozionalmente” c’erano pochi motivi per renderla meritevole di una seconda parte.

     

    E non una “normale” seconda parte, perché siamo di fronte a un ribaltamento ingiustificato, una negazione totale, quasi umiliante (per Tex), del finale di GLB.

     

    Corrompere una giuria ci può anche stare, salvarsi dalle acque ci può anche stare, corrompere una giuria E salvarsi dalle acque (nella stessa storia) è davvero troppo.***

     

    La cosa procede poi con situazioni “carta carbone” molto poco fantasiose (Mandero è il fratellastro di El Tuerto? Holmer vuole ancora impossessarsi delle concessioni minerarie? Spring è sempre il suo scagnozzo che sistema le cose con le cattive maniere? Rick Sander viene di nuovo falsamente accusato d’omicidio?) che ne fanno alla fine più un “remake” che un “sequel” e questo non mi è piaciuto.

     

    Mi spiace essere forse troppo netto ma sotto questo aspetto, non tanto nell’idea quanto nello sviluppo definitivo, il giudizio finale non può che essere decisamente negativo.

     

    Letta invece come storia indipendente, come immagino sarà capitato a molti (in fondo la storia originale è del 1979), la storia si fa leggere, è appoggiata da disegni adeguati, ma non va oltre la sufficienza a causa dei difetti già evidenziati da altri: l’assoluta casualità della presenza a Redrock dei pards, l’impalpabilità degli apaches e dei pistoleri avversari, Tex che folgorato agli occhi sulla via di Damasco capisce che Holmer è vivo, l’incredibile processo, i cambi di bandiera dei cittadini verso lo sceriffo e così via.

     

    Come accennato invece il reparto grafico è all’altezza.

    A mio parere, sia pure con una visibilissima influenza civitelliana, Rossano Rossi fa la sua parte in maniera più che onorevole (meglio nei paesaggi e nelle atmosfere che in alcune scene dinamiche) e sono curioso di vedere altre sue prove.

     

    In conclusione, sinceramente ho cercato di leggerla in modalità “storia indipendente” (più che altro per evitare che il fastidio per lo “svergognamento” del finale GLBonelliano mi portasse a mettere via gli albi senza leggerli) e alcune cose durante la lettura hanno fatto suonare il mio personale “radar delle cose stonate”.

     

    Alla fine non posso dire che sia una storia “brutta”, ma per me rappresenta il “minimo sindacale” accettabile e devo dire che mi aspettavo qualcosina in più.

     

     

     

    *** Senza contare che il numero di avversari di Tex dati per morti e che tornano poi dal presunto aldilà alla loro consueta vita di malefatte sta diventando un po’ eccessivo (vedi Wolfman a ruota di Holmer), su questo concordo con @Diablero (e altri).

     

     

     

     

     

     

    • Grazie (+1) 1
  18. Storia che a me è piaciuta molto, con una solida sceneggiatura “dark” di Ruju e personaggi interessanti, sostenuta alla grande dal tratto graffiato e dalle atmosfere oniriche di Corrado Roi.

     

    Personalmente ho sempre apprezzato il Texone come occasione per vedere cimentarsi su Tex disegnatori differenti da quelli impegnati sulla regolare.

     

    In questa occasione mi sembra di ricordare di aver letto qualcosa relativamente a tempi stretti di lavorazione, che costrinsero Roi a lavorare molto velocemente, e risalendo lungo il thread è evidente che all’epoca l’albo fece discutere.

     

    D’altra parte Roi è un disegnatore divisivo per definizione, che si basa molto più sui chiaroscuri e sulle atmosfere che sulla perfezione del dettaglio.

     

    Io però sono di parte e quindi questo albo me lo sono davvero goduto.

  19. L’ultima divagazione di Medda su Tex ci regala una storia inconsueta, con il nostro ranger in trasferta solitaria in Colorado.

    Cominciamo col dire che la storia mi è piaciuta, la trama principale è una vera e propria detective story, con la parallela e classica storia western del prepotente locale da mettere in riga utile più che altro a definire i personaggi secondari e ad aggiungere un po’ di azione all’investigazione.

    Non manca qualche piccolo difetto, ad esempio l’evoluzione del giornalista rispetto alla storia precedente è un po’ troppo repentina e la figura del capobastone locale decisamente sfumata, ma gli altri personaggi (tra cui l’ottimo Nebraska) sono ben definiti, e il mistero rimane fitto fino al colpo di scena finale, perché Medda è molto bravo a spostare di volta in volta l’attenzione sui diversi soggetti, rendendoli tutti piuttosto sospetti e credibili come potenziali serial killer.

    La vox populi riporta di scene riscritte e/o ridisegnate perchè troppo crude e/o poco in linea con il canone, mi piacerebbe molto conoscere la verità in merito. :lol:

    A questo proposito chissà se sarebbe possibile, in una storia scritta oggi, proporre la sequenza in cui La Rue colpisce la moglie durante un litigio (cosa purtroppo più che plausibile ai tempi del West), peraltro in questo caso abbondantemente bilanciata dalle istanze egualitarie della protagonista e dalle affermazioni anti-razziste di altri personaggi.

     

    Passando alla parte grafica, condivido l’affermazione che un disegnatore più “sporco” avrebbe probabilmente dato più pathos alla storia, in ogni caso Letteri se la cava con il solito mestiere, nonostante un tangibile calo rispetto alle sue vette, calo che a me ha colpito soprattutto in alcune scene dinamiche.

    Purtroppo il tempo passa (e passava) per tutti.

     

    In conclusione, come ho già avuto modo di scrivere, personalmente giudico la "bocciatura" di Medda un’occasione persa.

    Indipendentemente dai motivi, visto il risultato delle sue due prove avrei letto volentieri altre storie del ranger da lui sceneggiate, peccato.

     

    • +1 1
  20. @Tex_Willer90

     

    Mi aggungo alla lista di quelli che lasceranno l'albo in edicola, come faccio praticamente sempre con i Color, e già che sono qui rispondo alla tua domanda :D.

     

    Personalmente i problemi sono di 2 tipi: di tempo e di spazio (il vincolo di budget potrebbe essere un plus di "virtù"  ma non è vincolante, gli altri due si).

     

    Non sono un completista e, dovendo scegliere cosa leggere nel limitato tempo a disposizione, l'albo in questione finirebbe in fondo alla lista delle priorità, andando solo ad occupare del (preziosissimo) spazio in casa che preferisco destinare ad altro (ad esempio un arretrato di Tex o di Dampyr di cui mi interessa maggiormente la coppia sceneggiatore/disegnatore, oppure un fumetto non-Bonelli).

     

    Se aggiungi che sono abbonato Bonelli Digital (quindi tra qualche mese avrò la storia a disposizione) e che in ogni caso se le recensioni fossero spettacolari potrei sempre acquistare il numero attraverso l'ottimo servizio arretrati Bonelli, la scelta in questo caso mi viene facile.

     

    E' un dilemma che mi si presenta ad ogni uscita.

    A volte compro due volte storie che ho già (Gli Invincibili, Luna insanguinata, Il passato di Carson...), a volte lascio in edicola gli inediti.

    Gli elementi di valutazione sono se vuoi "banali" (chi scrive? chi disegna? è una storia di più albi? è un fill-in? raccoglie in volume unico una storia a cui tengo molto?), ma senza nessuna polemica verso la Bonelli, semplicemente fanno il loro mestiere (editore) e io faccio il mio (cliente/lettore).

     

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.