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TWF - Tex Willer Forum

CharlyD67

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  1. CharlyD67

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Buonasera a tutti. Sarò lapidario, anche perché comprendo che ci si stanchi a leggere troppe cose. Soggetto e sceneggiatura: sono di Mauro Boselli? Non ho bisogno neppure di leggerlo, mi basta annusarlo. Avete mai visto un grande regista cinematografico che peggiora con il tempo? La risposta non può che essere una: no. In ogni ultima opera si fa tesoro di intuizioni, esperienze e parallelismi, maturazione artistica. Questo vale per i grandi autori; e qui, mi pare, siamo in questo ambito. In più, l'ambientazione svela scenari per i quali non si può essere indifferenti, se si è veri seguaci dell'epopea di Tex. Disegni: Dotti è un animale da western; uno che studia armamenti e divise con una meticolosità e passione da primato. A un livello di approfondimento non paragonabile con quanto svolgono altri illustratori western oggi. E, credo che i risultati siano lì, in bella mostra. Uno dei maestri che più sono cresciuti negli ultimi dieci anni. Un saluto, Carlo.
  2. CharlyD67

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Abbiate pazienza, tutti. Ma, continuo a leggere di possibili alternative alla narrazione espressa da Mauro Boselli, di ritorni di fiamma per cose trite e ritrite. Claudio Nizzi è stato un grande protagonista su "Tex", senza alcun dubbio: non lo dico io, lo confermano la miriade di storie in archivio. Che ormai, fisiologicamente, sono però il passato. In più, credo fortemente che determinati approcci nel linguaggio, e pertanto nello stile espresso tramite sceneggiatura, appartengano davvero a un periodo che non c'è più; che non è ripetibile. Pensare che GLB e coevi, calati nell'oggi, possano scrivere progetti in linea con quelli di cinquant'anni fa è una discreta follia; per quanto irrealizzabile. Esistono le indoli autoriali, indubbiamente, ma non meno valgono i contesti: periodo storico di pubblicazione e tendenze del momento. Nizzi è stato un autore che ha espresso la sua autorevolezza percorrendo un cammino simile a molti altri colleghi. Non esiste un Nizzi prima e dopo, concretamente. Ogni scrittore fa tesoro di esperienze, confronti e maturazione artistica. Ebbene, anche per Nizzi è avvenuto tutto questo. Chi lo conosce artisticamente, bene, sa che il suo stile è sempre stato assai caratteristico e coerente. D'altronde, diversamente, non avrebbe potuto incidere così come realmente ha fatto. Mauro Boselli, invece, è attualmente "Tex". Non può esistere, in una visuale immediata, un'alternativa nemmeno pensabile: ciò, sulla base di valori consolidati e di quelli espressi quotidianamente. Mi pare di dire persino un'ovvietà, ma vorrei esser chiaro. Boselli è "Tex" anche quando sciorina avventure per Mefisto e ci fa traballare di meraviglia nell'algida sintesi espressa per i cartonati "alla francese". Anche per Boselli sono le storie scritte e sceneggiate a cantare messa: credo che non sia nemmeno difficile valutare, con un'oggettiva e distaccata presa di coscienza, l'eccelso livello raggiunto dalla sua narrazione negli ultimi periodi. Poi, certo, ci sono i nostri gusti (traballanti e, quindi, precari); le nostre episodiche voglie di nuovo, le stagionali passioni per un personaggio tra i tanti. Ma, tutto quel che passa nella testa e nel cuore di noi cultori è limitato al nostro cortile. E, in parte, abbastanza fine a se stesso. "Tex", come sempre, è solo uno: fatto di tutto quello che ci aggrada, così come di ciò che ci piace assai meno. Lo stile di un autore che, da decenni, scrive migliaia di pagine per un protagonista popolare non può essere confinato stilisticamente: per questioni di ovvia tenuta di mercato della testata, legata a doppio nodo all'offerta variegata. Ma, nondimeno, perché ogni autore che ha raggiunto certe vette apicali libera totalmente il proprio io, nello sfoderare una creatività che spinge come l'acqua sugli argini di un fiume.
  3. CharlyD67

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Una cover ben calibrata apre a solide aspettative, purtroppo in buona parte disattese, rispetto a un soggetto qualitativamente medio nella narrazione di Claudio Nizzi dell'ultimo periodo. Il montaggio, se si escludono 18/20 tavole comprese nelle sequenze post incipit e chiusura storia, non lascia un sapore in bocca di quelli memorabili. É una sceneggiatura che svolge il suo compito senza azzardi, vista anche l'eccessiva linearità di un soggetto che, indubbiamente, non si colloca tra le prime scelte dei racconti "nizziani". Le tavole sono illustrate seguendo uno stile di buona dinamica compositiva, con una resa delle obliquità che svetta sul resto. La resa globale è minata da un'atmosfera western che vacilla, rendendo decisamente vani buoni chiaroscuri e alcune trovate prospettiche di rilievo. Manca in buona misura lo "sporco" in stile avventura e quel lirismo tipico delle ambientazioni "texiane". Le espressività sono rese senza strafare, con incisività, nel recuperare - seppur in minima parte - una descrizione grafica che non convince appieno.
  4. CharlyD67

    [745/747] Vancouver

    Buonasera a tutti. Sono al mio esordio qui sul forum anche se, a dirla tutta, mi sento tutto fuorché novizio. Leggo, ormai da tempo, ciò che pensate; la passione che mettete in ogni commento. Di qualcuno dei forumisti conosco attitudini, competenza e predilezione texiana. E, proprio per questo, mi permetto di dirvi di andarci assai piano con le critiche verso uno dei protagonisti del fumetto italico e internazionale. Credetemi, ve lo dico ben sapendo che il maestro non ha bisogno di alcun supporto, siete fuori strada. Ma, proprio alla grande! Brevemente, cercherò di spiegare perché affermo questo. In sintesi, fatti salvi i gusti su lineamenti graditi e non dei nostri protagonisti, il giudizio su un maestro non può essere condizionato da profili non "belli" o da mani realizzate diversamente da come vorremmo. Se così fosse, nessuno dei maestri delle tavole sarebbe all'altezza di "Tex": passati, presenti e futuri. Quello che esprime una caratterizzazione professionale non può che essere una visione d'insieme, che non può derivare da un approccio soggettivo o sulla base di simpatie del momento. No, non può funzionare così. Altrimenti, ridurremmo l'arte a un mercato dove chi più urla meglio approccia. La maestria espressa sulle tavole, invece, richiede un apprezzamento che si fonda su requisiti oggettivi: tecnici rispetto al montaggio della composizione, all'aderenza al genere, all'efficacia di quanto delineato; di conformità alle esigenze editoriali in ordine a quanto previsto per la tipizzazione di specie. Insomma, Tex è un personaggio immaginario e, da che mondo è mondo, ognuno lo ha rappresentato come ha voluto. Poi, certo, ci sono maestri più attenti all'espressione ricavata da linee e profili più compiacenti e tendenti al bello. Ma, l'arte sulle tavole è ben altro. Mastantuono è un gigante nella resa d'ambiente, nell'espressivitá di personaggi fuor da ogni canone critico, nella stilizzazione data tramite ambientazioni coinvolgenti e dalla forza intrinseca. I suoi pards sono "suoi", non meno di quelli di altri maestri delle tavole. Ma, da una lettura articolata e tecnica di quello che il maestro romano esprime si svelano capacità di narrazione che solo pochissimi, anche su Tex, hanno saputo e tuttora sanno avvicinare. Se poi, quel che più conta nell'economia di un fumetto sono i volti che devono essere "quelli" e solo quelli (quali, poi, non è dato saperlo), beh allora il mio invito sarà stato vano. Ma, conoscendo la preparazione di molti forumisti, auspico di aver almeno dato un piccolo spunto di riflessione. Difendiamo a spada tratta i grandi maestri, finché abbiamo l'opportunità di averceli sulle nostre amate pagine. Per inciso, non occorre nemmeno spiegare il motivo di qualche disomogeneità di forme e posture: chi pratica Tex con una certa conoscenza sa cosa sa fare Mastantuono e cosa (poco) può essere paragonabile alla sua altissima capacità di emozionare e descrivere. Viva Mastantuono, grandissimo interprete. Viva Tex e la qualità autoriale. Buona serata. E, grazie per l'attenzione.
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