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Don Fabio Esqueda

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Tutto il contenuto pubblicato da Don Fabio Esqueda

  1. Don Fabio Esqueda

    Tex Secondo Nizzi

    Bisogna vedere se non sono stato io la fonte del forum di Zagor. Quando hanno fornito la notizia l'?
  2. Don Fabio Esqueda

    Tex Secondo Nizzi

    Io qui devo assolutamente intervenire ed eventualmente scusarmi con l'autore. Purtroppo ho la sensazione di aver dato una notizia falsa, giacch? ho riportato io nell'intervista per TWM della ristampa di Larry Yuma. Infatti, la registrazione dell'intervista ha avuto dieci secondi di intoppo, dei quali ho cercato di ricostruire le parole. Ho trascritto e, con una certa ingenuità (non volevo approfittare ulteriormente della sua gentilezza), non ho chiesto conferme a Claudio. Nel libro di Roberto non si fa alcun accenno alla ristampa, il che mi porta a pensare di aver commesso un madornale sbaglio. Tra l'altro, oggi - con altrettanto madornale ritardo - invio a Claudio Nizzi il Magazine, chiedendo lumi e scuse...
  3. Don Fabio Esqueda

    Le domande a Tito Faraci

    Auguri anche a te, Tito, e a tutti i pard!
  4. Secondo me è una questione di tempi. Agli albori di Tex le fonti per documentarsi dovevano essere scarse e di difficile reperibilit?. Cosè, Gian Luigi Bonelli si è inventato un West tutto suo, probabilmente peraltro disinteressato all'aderenza alla realtà storica. Se però vedere negli anni '50 e '60 i Seminole nel Wyoming, i Ranger del tutto assimilati all'esercito o i Piedi Neri confinanti dei Navajo suscita la piacevole sensazione di artigianalit?, oggi, con biblioteche fornite, Internet e quant'altro, susciterebbe la sensazione di un lavoro fatto coi piedi. Non dico che sia giusto, ma è inevitabile.
  5. Don Fabio Esqueda

    7 - Tex Willer Magazine

    Non sono un esperto, Antonio, ma in questi casi scarico senza problemi. Credo che di base gli antivirus segnalino così con Mediafire. Io non ho riscontrato alcun problema, anche se non voglio assumermi responsabilità .
  6. Don Fabio Esqueda

    [Maxi Tex N. 16] La Legge Di Starker

    Sono molto incerto su alcuni punti e, dunque, aspetto di farmi un'idea più solida anche leggendo gli altri interventi. Posso però dire che su una cosa sono sicuramente in profondo disaccordo con Sandro: i disegni. Per me sono splendidi: vivi, dinamici e allo stesso tempo curati. Bellissimi alcuni dettagli della natura, che erano tipici del primo Ticci e di Fusco.
  7. Don Fabio Esqueda

    [403/404] Bande Rivali

    Incuriosito dall'intervento di Leo, sono andato a riprendere questi albi dall'armadio. Avevo letto questa storia solo in occasione della sua uscita e ne ricordavo la trama solo a grandi linee: riletta, posso dire che anche secondo me si tratta di una storia di altissimo spessore, pur se con qualche stonatura qua e l' (tra gli episodi citati da Leo, spicca in negativo soprattutto la lezione subita da O'Bannon, pur seguita da un parziale riscatto). I pregi sono veramente molti. Per prima cosa, Michele Medda mi sembra sia riuscito perfettamente a coniugare atmosfere violente e crepuscolari con molto humour (spassosissima la scena in cui Tex, dopo aver snocciolato tre proverbi indiani in cinque minuti, ammette candidamente a Carson di esserseli inventati); i due pard, duri ma guasconi, sono perfettamente individuati; ogni personaggio ha un suo spessore e un suo ruolo nel racconto (strepitosi l'improbabile reporter Orso Che Corre e il combattuto Addison Sr); molti temi sono trattati in modo profondo (l'arrivo nelle regioni sudiste dei potenti carpet-baggers dal Nord industrializzato e l'odio atavico contro gli yankee che ne consegue; il ruolo della stampa; gli intrecci tra la politica e i Pinkerton; la fine dei nativi, rappresentata da Orso Che Corre, al quale lo stesso Tex, che sembra così aver perso le speranze per un futuro di quella gente, regala una bottiglia di whiskey); i dialoghi, secchi ed essenziali, sono perfetti per "Tex". La violenza abbonda ma non è mai, come invece nelle ultime storie di Segura (e in generale in gran parte degli spaghetti-western), fine a sè stessa. Interessanti gli squarci che l'autore sardo apre inoltre su aspetti finora poco visitati dalla saga, quali la realtà dei bordelli (e qui, mi spiace per i puritani, ma la scena in questione non è affatto fine a sè stessa) e dell'immigrazione dall'Est Europa (il cognome dello sceriffo, Lypswicz, sembra chiaramente polacco). Piccola parentesi a proposito di quest'ultimo: nel n.211 lo sceriffo di Tucson è Tom Rupert, che si riprende il suo ruolo ne "Il passato di Carson". A questo punto, vien da pensare che il buon Lypswicz sia solo un supplente . Blasco, che aveva disegnato su testi di Nizzi anche "I rapinatori del Missouri", storia per molti aspetti vicina a questa, e persino (penso) citata nella scena alla fattoria degli Younger, mi sembra abbia fornito una prova eccezionale: Tex e Carson sono interpretati in modo personale e insieme convincente, mentre l'artista iberico sa ricreare alla perfezione l'atmosfera cupa da fine del West. Assolutamente memorabile la semi-soggettiva iniziale dei Chase pronti a scendere sulla ghost town di Aldrich. In sintesi, IMHO:Soggetto: 9,5Sceneggiatura: 9,5Disegni: 9,5In stelle: *****
  8. Un conto sono i pard stessi, ben altro Tom, che vive continuamente mortificato e col rischio di rimetterci persino il collo. Una soluzione come quella che proponi IMHO sarebbe stata assurda e antitetica a Tex.
  9. Sorry, Cheyenne, anch'io mi ero perso il tuo spunto. Personalmente, penso che il comportamento di Tex sia qui perfettamente in linea con le fondamenta del personaggio. Il fine giustifica il mezzo, fin quando questo non sia umiliante per Tom: lo si può spacciare per schiavo, ma non trattarlo come una bestia facendolo mangiare in una ciotola per strada o farlo pestare impunemente. Nell'impartire la lezione ai fanatici del paese, Tex peraltro può ragionevolmente pensare che questi non possano costituire un reale ostacolo alla missione. Difficile che l'esercito confederato possa interessarsi a un fatto tanto marginale, considerato che Tex, pur di fatto difendendo Tom, non ha disvelato la realtà dei fatti. No, non parlerei proprio di ingenuità.
  10. Don Fabio Esqueda

    Tex vive o sopravvive?

    I CATTIVI barano. Tex lo può fare solo per necessit? assoluta. Ma nelle storie di GL l'ha mai fatto? Non credo. Ergo... Beh, ne "L'ultimo poker" - credo la partita più famosa della saga - succede proprio questo: Tex conserva per il momento opportuno quattro donne e un asso, fregando il baro Chris Hogan con i suoi stessi mezzi. PESTE! Gianbart, fammi posto nel tuo banco! Ehehe... succede così, quando si rilegge da poco una storia!Comunque, in quel caso, Tex bara a fin di bene, per risarcire il povero Louis Cardigan dalle malefatte dei suoi avversari!
  11. Don Fabio Esqueda

    Tex vive o sopravvive?

    I CATTIVI barano. Tex lo può fare solo per necessit? assoluta. Ma nelle storie di GL l'ha mai fatto? Non credo. Ergo... Beh, ne "L'ultimo poker" - credo la partita più famosa della saga - succede proprio questo: Tex conserva per il momento opportuno quattro donne e un asso, fregando il baro Chris Hogan con i suoi stessi mezzi.
  12. Don Fabio Esqueda

    Tex vive o sopravvive?

    Stasera, con più tempo e calma, ripercorrer? tutto il corso di questa discussione, che peraltro tocca tanti punti già toccati in altre sedi. Nel frattempo, mi soffermo sulle parole di Ted, che, dal mio punto di vista, non poteva essere più chiaro. Sembra quasi che conservare un elemento cardine della scrittura di Gian Luigi Bonelli come la centralit? del personaggio Tex debba significare scarsa cura dei comprimari. Non ho mai sostenuto nulla di simile e credo non sia mai stato nelle intenzioni di chi è stato spesso vicino alle mie idee (tra cui mi pare di poter citare almeno Cheyenne, Anthony Steffen, Calvera e, ultimo arrivato, Gianbart). Ciò che rimprovero ad alcuni autori, e in particolare a Boselli, non è certo la creazione di personaggi solidi (nelle sue storie migliori, mentre di solidit? ne ho vista ben poca in storie come "Caccia infernale"), bensì di averli collocati come protagonisti. Come se Tex non abbia qualcosa da dire in proposito. Del resto, sono altrettanto critico nei confronti dell'ultimo Nizzi, che secondo me ha avuto il torto opposto: pur conservando una scrittura molto più aderente a quella di Gian Luigi Bonelli, si è purtroppo basato troppo sovente unicamente su clich?, privando le storie di linfa vitale. Ed è fondamentalmente il motivo per cui - a mio personalissimo giudizio - Tex, se non è morto, lo è quasi. O quantomeno, va svegliato. Il discorso legato alle vendite è ben diverso, e onestamente, finch? non si corre il rischio di chiusura, mi interessa poco.
  13. Don Fabio Esqueda

    [Maxi Tex N. 16] La Legge Di Starker

    Don Fabio, perchè non apri una discussione dedicata a questo argomento, sarebbe interessante andare a spulciare nella memoria (ed anche negli albi, perchè no, non è mica una gara) a ritrovare vecchi personaggi e nomi ricorrenti, magari allargando la ricerca anche ai nomi dei saloons, degli alberghi o di altre situazioni.... L'idea carina è stata tua, a te la palla! Ehehe, mi vuoi far sgobbare! Ad ogni modo, sono quasi certo che esista già un topic siffatto... il guaio è che non riesco a trovarlo...
  14. Don Fabio Esqueda

    [Maxi Tex N. 16] La Legge Di Starker

    Mi hai spolverato la memoria, pard: trattasi proprio di "Sunset Ranch". Ne approfitto per ricordare anche Janet Brent, che è sia la figlia del ranchero in "Pat l'irlandese" che la dark lady di "Chinatown".
  15. Don Fabio Esqueda

    [Maxi Tex N. 16] La Legge Di Starker

    Curiosamente, nel passato, i nomi tornavano più spesso. Benavides, ad esempio, compare sia in "El Morisco" (dove è un ufficiale dei rurales), che in "Chinatown" (un fazendero-trafficante messicano), che in "La legge del più forte" (anche qui un losco individuo): il tutto in neppure venti albi. Peraltro sempre in storie di Letteri: chissà che non vi sia una ragione pratica in ciò. Larrimer è sia un marine traditore in "Giungla crudele" che il principale vilain in "Le colline della paura". Sono certo che il nome compaia anche in almeno un'avventura di GLB: l'ho notato in una storia che ho riletto recentemente, anche se non ricordo ora quale. C'è poi un John Walcott sia in "L'aquila e la folgore" che in "Fuga da Anderville" di Nizzi. Ad ogni modo, tornando in topic, i disegni di Repetto, che pure non è in assoluto tra i miei preferiti, mi sembrano assolutamente di buon livello, dinamici ma anche precisi. Quanto alla trama, aspetto a leggere prima di commentare. Devo tuttavia notare che, onestamente, per quanto sia chiaro e legittimo che Faraci prediliga la scelta di un Tex solitario, mi sembra una soluzione ormai un po' abusata dall'autore. Dopo quasi dieci storie secondo me sarebbe ora di osare un po', inserendo Tex nel suo solito contesto (tra i pard).
  16. Andando a memoria:Attentato a Washington (prima apparizione)Una pallottola per il presidente. Me ne sfugge sicuramente un paio che non ricordo. Dunque, la prima apparizione non è in "Attentato a Washington". Se non ho clamorosi cedimenti di memoria, la prima apparizione mi sembra sia in "Tucson!" (nn.211-213), su testi di GLB. Segue, sempre su testi del "pap?" di Tex, "Il complotto" (nn.219-220). Domani, dopo una controllata (alla mia memoria, non agli albi, che non ho qui a portata di mano), apporto eventuali aggiunte e correzioni.
  17. Don Fabio Esqueda

    Adi?s, Joe Kubert!

    Penso di essere dotato di un sano realismo: prima o poi - si spera più poi che prima - tocca a tutti. L'importante è vivere bene e lasciare qualcosa agli altri: e, da texiano, posso dire che mi continuerà a godere "Il cavaliere solitario", che è un'opera magnifica!
  18. Uh, purtroppo (solo in quanto non posso attingere alla mia collezione ) sono in Toscana al mare e non ho modo di rileggere gli albi in questione. Tuttavia, ricordo bene la storia e non posso che trovarmi concorde con Paco. Lo stesso Nolitta, nelle vesti di editore, ebbe a scrivere di queste sue pagine in occasione di un editoriale dedicato a Galep, appena scomparso (se non erro, in seconda di copertina dell'albo n.402). Raccont? di aver scritto molte pagine, pressato dallo stesso disegnatore sardo (al quale, come noto, era stata originariamente affidata questa storia), in attesa di trovare idee per lo sviluppo della trama. Mancanza di idee che, purtroppo, si nota tutta: Tex e Carson paiono due comari del mio paese in Abruzzo (sono mezzo aquilano): chiacchiere e controchiacchiere. Peraltro, secondo l'attendibile fonte di Carlo Monni (ne parlammo al raduno di Milano), Nolitta aveva inserito i due ragazzotti (di cui ora non ricordo i nomi) senza pensare a un loro rientro nel finale (cui ha provveduto, giustamente, Boselli). In sintesi, a mio giudizio, il primo albo è esempio del Nolitta prolisso, senza che la lentezza del ritmo sia utile ai fini narrativi. P. S. Naturalmente non avevo letto il post di Ymalpas, che cita direttamente l'editoriale di cui parlavo.
  19. Beh, pronta guarigione anche da parte mia!
  20. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 27] La Cavalcata Del Morto

    Il paragone con Miranda Barrera IMHO non regge in alcun modo: la bionda figlia del "tagliatore di teste" ha sè il torto di non denunciare il padre, ma è vinta dall'affetto e dalla pietà verso di lui, e comunque cerca di evitarne in ogni modo gli atti criminosi. Ben altra situazione è quella di Sarita, la quale, responsabile direttamente e indirettamente di vari delitti, ha cercato di uccidere anche El Morisco e Eusebio, solo per non essere scoperta. Passi che Tex le conceda la fuga, ma è veramente assurdo che le lasci l'oro. Molto zuccheroso il dialogo con Wallace: questa è una caratteristica che trovo spesso in Boselli e proprio non mi piace. Ciò detto, è davvero un dettaglio, che non inficia il giudizio molto positivo che ho sulla storia.
  21. Non ho letto "Mezzosangue" ma ho comunque dato un'occhiata ai disegni. In ottima sostanza, concordo con Pedro: non vedo segni di decadimento come in Ortiz (che ho adorato in storie come "La grande rapina" e "Sulla pista di Fort Apache" ma che ora tuttavia non vorrei più vedere su "Tex"), bensì la conservazione di uno stile totalmente inadatto alle pagine del nostro ranger. Ciò che trovo più sgradevole è l'interpretazione dei protagonisti. L'espressione di Tex è sempre la stessa, tanto dolciastra - non saprei come meglio definirla - da essere stucchevole, mentre Carson pare il classico vecchietto degli Spaghetti Western, di quelli, per intenderci, doppiati da Lauro Gazzolo. Sul gusto, dunque, sono pienamente in sintonia con Ymalpas e i critici di Font. Tuttavia, sul discorso di "legittimit?" - non si è usata questa parola, ma la sostanza mi pare questa - di un'interpretazione di Tex rispetto ad altre, mi pare che l'unico canone sia costituito dalle scelte di redazione e direttamente di Sergio Bonelli, quando era ancora tra noi. Di sicuro non mi pare che esista quel canone fisso di cui parla Ymalpas, canone che peraltro Fusco - ora considerato uno dei disegnatori storici - avrebbe totalmente infranto, con le sue sproporzioni volute.
  22. Scusate se rompo le scatole, ma avrei bisogno di una dritta cinematografica. In quale (o quali) western compare una scena di lotta tra galli (o "cock-fight", per dirla in inglese)?Ero convinto si trovasse in "I magnifici sette", ma mi sbagliavo. Beh, mi servirebbe per una citazione: chi ha informazioni sarà ricompensato in oro (direttamente dai monti Navajo )!
  23. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Sono solito commentare le storie solo quando le ho appena rilette, e quindi non entro nel merito. Tuttavia, ho trovato molto interessante la disamina di Leo, specie a riguardo del bel personaggio di May-Ling. Da notare la fortissima analogia con il personaggio di Mayumba, la bella quanto inquietante assistente di Juan Barrera in "La voce misteriosa".
  24. Non sono molto d'accordo. In "Sangue navajo" Tex "frena" la Storia più di sconfiggerla. Adesso son pigro, ma nel dialogo con un ufficiale (uno di quelli messi a "pascolare" nella riserva), è quest'ultimo a chiedere a Tex se avesse intenzione di dichiarare guerra agli Stati Uniti. E il capo navajo, in modo secco quanto saggio, gli risponde che gli basta punire Hope e Barlow (si chiamano così gli uccisori dei giovani cavalieri, o me lo sto inventando?). "Documento d'accusa" è una storia IMHO molto nolittiana, ma del Nolitta migliore: il protagonista si trova in un ingranaggio più grande di lui. E' un antieroe, ma non direi un inetto. Un happy ending, IMHO, non sarebbe stato per nulla coerente: è una storia crepuscolare e come tale finisce malissimo.
  25. Più tardi intervengo in modo più approfondito su questa storia, che ho appena riletto. Mi limito, qui, a dissentire dall'argomentazione dell'Ammiraglio, secondo cui Nizzi, non essendo - a quanto ne so - Natay e Santos personaggi realmente esistiti, sarebbe stato libero di creare un finale in cui Tex non fosse spettatore. E' del tutto chiaro che Natay e Santos sono solo il simbolo della fine di un mondo, quello delle popolazioni native. E Tex, come sappiamo, non può battere la storia. Non può che essere spettatore. Il finale per me è stupendo: non c'è più speranza. P. S. Nizzi si è chiaramente ispirato a "L'ultimo apache", dal quale si differenzia per il finale amaro: e tuttavia l'happy ending del film di Aldrich, imposto dalla produzione (in pratica dallo stesso protagonista Burt Lancaster), appare tanto posticcio da far risaltare la tragicit? della vicenda narrata.
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