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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Le hai imparate da Tex queste risposte lapidarie? Scherzi a parte, io non ho notato nessuna apprezzabile (apprezzabile da un profano come me almeno) differenza di stile tra la pagina 95 di "Eagle Pass" e le precedenti 94 che ho visto nel corso degli anni o perfino con " Mefisto". Una cosa l'ho notata, però: che non solo non hai perso la mano, ma sei sempre più bravo. ::evvai::
  2. Carlo Monni

    Cerco Info Storia

    Salve a te, benvenuta. Da quello che dici, deve trattars di "Gli eroi di Devil Pass", uscita nei numeri 233/236 Indubbiamente si Di sicuro sul n°97 e sul n° 98 ma forse l'inizio è sul n° 96. Non facendo la Collezione Storica non so essere più preciso, mi spiace.
  3. E' di Boselli! Comunque a me il soggetto di questa storia non ricorda molto quella di Nizzi:l' ci sono boscaioli e qui trappers, l' non c'erano indiani e qui ce ne sono-senza tralasciare il fatto che Boselli mette in scena il quartetto al gran completo. Inoltre qui ci dovrebbe essere quella spruzzata di Storia riguardante la creazione del parco di Yellowstone. Nemmeno io vedo alcuna somiglianza tra i due soggetti. L'unico punto in comune mi pare che sia la presenza di foreste, ma mi pare un p? poco. Ma anche se pure questa storia si svolgesse tra i boscaioli, questo ne farebbe una brutta storia solo perchè "Le foreste dell'Oregon" lo è stata? Mi pare molto ddiscutibile come approccio. P. S. Anch'io mi fido di Faraci... ma pure di Boselli, che è l'autore di questa storia.
  4. Passi per lo sbirretto (perchè in effetti qui Tex è un po' troppo poliziotto), potrei anche perdonarti di avergli dato dell'isterico, ma dove lo vedi garantista tu? Se questo Tex è garantista, allora io non sono un avvocato ma un inquisitore spagnolo. Chiaramente io e te abbiamo gusti diversissimi. perchè per me "La pista degli agguati" è solo una buona storia ma nulla di più, mentre le altre tre sè che sono ottime storie e con tutto il rispetto per le opinioni altrui, io non definirei mai una ciofeca il testo de "La guerra dell'acqua", che ad una trama intrigante unisce una perfetta caratterizzazione dei personaggi e dialoghi frizzanti. Davvero? Non potrei essere più in disaccordo. A volte, in questa storia, il Tex di Manfredi arrva troppo vicino al limite dell'arroganza, ma per il resto la sua caratterizzazione è semplicemente azzeccatissima. Fosse vero... ma non lo è. Ok sull'efficacia di Ruju, che in "La prova del fuoco" si è dimostrato davvero bravo, ma frigido manierismo per Faraciò Che Faraci indulga troppo in un certo manierismo può anche essere vero, ma (e qui ammetto che possono essere solo sensazioni personali) io non lo trovo affatto freddo, anzi trovo che sia molto bravo nell'emozionare il lettore... almeno questo lettore. Io, invece, spero di vederlo sempre più spesso non solo sulla serie regolare, ma anche sul Color Tex ed in futuro anche su qualche nuovo Texone (ma perchè farci mancare Almanacchi e Maxi? ). Confesso che campassi cent'anni non riuscir? maii a capire come funzionano i processi mentali che ti portano a sparare certi giudizi. Non condivido ma capisco le posizioni dei cosiddetti tradizionalisti e mi è facile capire certi cosiddetti progressisti anche quando sono estremi... ma tu... ti trovo completamente alieno e mi trovo del tutto incapace di capirti. Oh beh... vedrà di sopravvivere. Segura è bravo, ma in più di un'occasione si è dimostrato non molto a suo agio non tanto col personaggio Tex, che anzi mi pare abbia colto molto bene, quanto col contesto in cui Tex si muove ed agisce. Manfredi al contrario potrà essere poco ortodosso nella costruzione delle trame e nello stile di sceneggiatura, ma è estremamente attento nel rifarsi al kodello di G. L. Bonelli nella caratterizzazione. Così almeno la vedo. Libero tu di pensarla diversamente.
  5. Ma io non dubito di te amico mio, ma della tua memoria o delle tue orecchie. laughing Il punto è che io so che pur frequentando regolarmente Civitelli, non ho mai visto tavole acquarellate di quella storia n° ricordo che abbia mai persoanalmente colorato alcuna pagina della storia suddetta, men che meno ad acquarello, mentre ricordo benissimo le due pagine che ha fatto colorare a Simone Peruzzi come prova e che poi sono state effettivamente ricolorate perchè la Redazione non le ha gudicate adatte... prendendo una sonora cantonata, secondo me. _ahsisi
  6. Non so dove tu abbia letto questa notizia ma è sbagliata. Io ho assistito passo dopo passo alla realizzazione di quella storia e posso garantire che Civitelli non ne ha colorato neanche una pagina, tantomeno ad acquarello. Quello che ha fatto è stato: chiedere a Simone Peruzzi, colorista aretino che lavora molto per la Marvel di colorare per prova due tavole (ma sempre al computer) e presentarle alla Bonelli, che però non accett? la proposta. La resa dei colori era decisamente migliore di quella che è andata in stampa effettivamente, ma fu giudicata troppo moderna e la colorazione fu Affidata ad altri. Ancora prima, Civitelli, di sua iniziativa, aveva colorato ad acquarello le fotocopie di due pagine de "Il presagio" per proporsi come colorista lui stesso. Anche questa proposta fu, ovviamente (e purtroppo) respinta.
  7. Veramente è facilissimo: basta aspettare novembre, quando a pag. 81 del Tex alora in edicola comincerà un avventura in 254 pagine scritta da Boselli e disegnata proprio da Leomacs che ci terrà compagnia fino a gennaio. Sono sorpreso che con tutte le anticipazioni (tavole comprese) che girano, tra cui quelle sul sito della SBE, tu ancora non lo sapessi.
  8. Carlo Monni

    Domande Ai Cestaro

    Domanda inevitabilee: avete già ricevuto notizie su il vstro prossimo incarico?In caso di risposta affermativa...1) lavorererete ancra in coppia oppure ciacuno su una storia diversa coem da tempo auspicate?2) chi scriver? la/le storia/e in questione?3) Giusto per anticipare Ymalpas, titolo/i di lavorazione?Grazie.
  9. Sbaglio, o corre voce che il Color Tex diventer? semestrale? Faccio appello a Carlo Monni Più che voci sono alternativamente auspici o supposizioni, ma di ufficiale e perfino di ufficioso non c'è niente.. Personalmente io sono tra quelli che sperano che il successo spinga la casa editrice a varare una periodicità semestrale. Francamente non capisco perchè serie che vendono meno di Tex (anche molto meno a volte) debbano avere un numero maggiore di uscite speciali e Tex essere trattato come se fosse una Cenerentola. Quanto alla questione del colore, io non ho e nemmeno capisco la preclusione ideologica (non resco a trovare un termine migliore per definirla) verso il colore che alcuni sembrano manifestare. Sarà perchè, a parte quelli Bonelli, tutti gli altri fumetti con cui sono cresciuto (Intrepido, Monello, Topolino, Corriere dei Piccoli, DC, Marvel ecc.) erano in qualche modo a colori?Insomma a me gli albi a colori vanno benissimo e non li contesto in quanto tali. Quello che invece mi sento in dirritto di contestare è la qualità dei colori, esattamente come posso contestare la qualità della storia o dei disegni. Sembra poi esserci una sorta di aria scandalizzata dal fatto che la SBE con questa iniziativa punti al guadagno. E a cosa dovrebbe puntare scusate? Non è mica una ONLUSLa SBE è un impresa commerciale ed i suo scopo alla fine dell'anno è aver incassato più di quanto abbia speso. Se un'iniziativa editoriale funziona ed è profittevole, hanno il diritto di perseguirla, a mio parere, così come io ho il diritto di contestarla se non soddisfa i miei gusti, perchè tra i modi di raqggiungere lo scopo quello di offrire prodotti di qualità è quello che preferisco. Se il Color Tex vender? a sufficienza (e ci scommetto che lo farà, ma dovremo arrivare almeno al terzo numero per esserne davvero sicuri, perchè i dati di vendita del primo non possono essere ritenuti affidabili in qesro senso) non ho dubbi che alla fine si decider? per la semestralit?. La SBE ha deciso di investire sugli albi a colori perchè ha visto che il pubblico è recettivo e le vendite sono buone, perchè biasimarla?non l'ha certo ordinato il dottore o una legge dello Stato di comprare tutte le iniziative della SBE. Se una cosa non ci piace, si smette di comprarla, è il più grande, forse l'unico, potere che il consumatore ha davvero a disposizione. Per quanto mi riguarda, ribadisco che se le storie mi piaceranno, i disegni saranno di mio gradimento e trover? i colori soddisfacenti comprer? i prossimi Color Tex senza esitare. Se uno di questi tre elementi non mi soddisfer? pienamente ma gli altri due si, comprer? brontolando e casomai segnalando le mie lamentele alla casa editrice. Se nessuno dei requisiti sarà soddisfacente, allora dir? addio al Color Tex senza troppi rimpianti, come ho fatto a suo tempo con Dylan Dog, Nick Raider, Mister No e Julia . Ecco tutto.
  10. Bene. ora sappiamo con certezza che la storia di Faraci & Cestaro il cui titolo di lavorazione era "Diluvio di piombo" ci sarà presentata con un altro titolo.
  11. Come la vedo io invece, ai tempi della convivenza con Myriam, Mefisto rimaneva tout court un personaggio da baraccone. Quando si associa la sorella Lily, questa non è da considerarsi la semplice sostituta di Myriam è Che quindici ( dieci ) anni prima, bella fatina e non orribile megera, doveva contare più sul suo fascino che i trucchi di bassa lega del "demonio" di compagno per ammaliare il pubblico. Lily, nel frattempo cresciuta, ha semplicemente preso il posto che era stato di Myriam, con la differenza ovviamente di essere, dell'istrionico diavolaccio, la sorella e non l'amante. Nell'incipit della storia "Mefisto" , seduta nella carrozza accanto a Boris, Lily si dimostra piuttosto scettica sulle capacità del Mago Narbas. Non avrebbe dovuto esserlo se in qualche modo fosse già stata iniziata dal fratello alle arti magiche.Su Lily siamo d'accordo, ma per quanto riguarda Myriam il discordo è diverso e mi suona strano che tu sia scettico, perchè tu stesso citi queste parole di Myriam: "ricordo le orribili ore passate ad assisterti nei tuoi diabolici esperimenti...". Di quali orribili esperimenti parla, se non quelli per padroneggiare la magia nera? Di certo io non definirei "orribile" il trucco di far uscre un conglio dl cilindro o la manipolazione delle carte. Del resto la stessa Myriam non è del tutto digiuna di magia. a vedaimo fare un solitario e credere agli infausti presagi che ne scaturiscono e quando arrivano i prmi segni capisce subito cosa sta succedendo e si regola di conseguenza (oscurando i finestrini del carrozzone ad asempio). Chiaramente Myriam è stata assistrente di Mefisto nei suoi primi tentativi di padroneggiare la magia nera, tentativi che poi deve avere per forza abbandonato per qualche motivo, salvo riprenderli solo dopo l'incontro con Tex. Quoto tutto. Specie la parte in cui dici che è la seta di vendetta ad averlo portato sulla strada della Magia Nera e quindi della perdizione. P. S c'è il tanto di farne una discussione, se anche altri manifestano l'interesse di intervenire con le loro speculazioni. Ben vengano. ::evvai::
  12. Queste sono le piccole cose della gestione di Tex da parte della SBE che io giudico semplicemente ridicole, assurdamente ridicole.Beh... premesso che sono sostanzialmente d'accordo con te, la cosa segue comunque una certa logica per cui la serie regolare deve seguire una certa impostazione grafica (la cosiddetta "gabbia bonelliana"), da cui non ci si deve discostare, fatte salve alcune eccezioni ogni tanto. Personalmente non approvo questa rigidit?. La gabbia bonelliana è nata per caso, dal rimontaggio delle strisce originarie a gruppi di tre per pagina. Oggi si lavora sulla tavola non più sulla striscia, p saino erch? non sfruttarne appieno le potenzialità?Io voglio sperare che il numero di lettori che storcerebbero il naso a prescindere di fronte ad innovazioni grafiche siano una piccola minoranza. Me lo chiedo anch'io. Che decisioni prenderanno sulla sua prossima storia? Bella domanda Che ci siano dei "paletti" è inevitabile in qualunque casa editrice. l'importante è che siano logici, per così dire. Mai dubitato. ::evvai:: Quando le ho, le do. _ahsisi
  13. Curiosa genesi di due storie scritte da Mauro Boselli. Nell'estate del 2009 Gianfranco Manfredi comunica alla SBE d non essere in grado, per problemi di tempo, di scrivere la nuova storia per Carlos Gomez, che ha da poco terminato il Texone "Verso l'Oregon" ed è stato arruolato nello staff regolare. Il compito viene, quindi affidato a Mauro Boselli, che per l'artista argentino confeziona una storia in due albi (destinata, quindi, alla serie regolare) che vede la presenza di tutti e quattro i pards. Dopo un anno di attesa, ecco arrivare 20 pagine (Non è dato sapere perchè in circa 12 mesi Gomez ne abbia realizzato tanto poche. Problemi personali? Altre scadenze da rispettare? Mah!). Esaminando le tavole, i grossi calibri della SBE le giudicano strepitose, ma anche troppo particolari, troppo autoriali, per andare sulla serie regolare (io dico che sottovalutano i lettori, ma tant'?). Si decide, quindi, di dirottare Gomez sull'Almanacco del West. Piuttosto che ridurre a 110 pagine una storia concepita per 220, Boselli decide una mossa che, a quanto ne so, è senza precedenti: scrivere una nuova storia partendo dalle 20 pagine che Gomez ha già disegnato e da l' andare in una direzione del tutto nuova per 90 pagine, tagliando, peraltro, un personaggio, ovvero Kit Willer, perchè nelle 90 pagine a disposizione tutti e quattro i pards gli vanno stretti. E quella parte di sceneggiatura oltre pagina 21 che Boselli ha già scritto? Viene buttata via? Niente affatto: Boselli la ricicla affidandola al nuovo acquisto Stefano Andreucci, che si ritrova (credo per la prima volta in vita sua) a disegnare una storia partendo da pag., 21, mentre Boselli si impegna a scrivere un nuovo inizio da raccordare a quelle pagine. Intanto, a quanto si dice, già che c'è, decide di eliminare uno dei pards anche da questa storia. Stavolta sd' tratta di Tiger jack. Ed ecco che da una storia ne sono nate due. ::evvai:: Per la cronaca, Boselli ha finito di sceneggiare la storia di Gomez, il cui titolo di lavorazione è ?Il fuorilegge?, mentre sta ancora lavorando a quella di Andreucci, dal titolo di lavorazione ?Tonto Creek? , che per ora (testuali parole di Borden) è prevista in due albi.
  14. Tex incontra per la prima volta Mefisto e Lily nel 1865. O nel 1866, comunque non è un anno che fa la differenza. Mi risulta sempre difficile datare con sicurezza le attuali storie di Tex "Wild West Show" dovrebbe essere ambientato nel 1885 sulla base di un'affermazione di Annie Oakley, che dichiara di avere 25 anni, ma la cara Annie avrebbe potuto togliersi qualche annetto per pura civetteria. Come dimenticare, del resto, che "Oklahoma" è esplicitamente ambientata nel 1889 e "Terre maledette" implicitamente due anni dopo' Diciamo che sono trascorsi almeno 20 anni, ma non certo 30 o diamo ragione a chi dice che Kit viaggia verso la trentina (ed in altri forum c'è un utente che già stressa abbastanza al riguardo ) Su questo non ci piove. Ne "Il figlio di Mefisto" ci sono questi dati: Mefisto ha incontrato per la prima volta Myriam trent'anni prima; Myriam è stata la sua compagna per breve tempo; Myriam allora era una bella fatina e non l'orribile meggera che appare nello specchio a Mefisto che stenta a riconoscerne le fattezze; Beh, che il tempo abbiafatto un pessimo lavoro non ci piove, ma poi entra in gioco il nero senso dell'umorismo di Mefisto. laughing Mefisto la chiama la sua antica ( e quasi dimenticata ) fiamma. Non necessariamente. Possono essere stati insieme anche più tempo. Per me Mefisto se l'? filata poco dopo la nascita, perchè dimostra di sapere di avere un figlio maschio e Myriam non è stupita che lo sappia . Indubbiamente. Nell'albo "Una trappola per Carson" in effetti Lily dice che non sapeva della storia tra Mefisto e Myriam. E' lei che fa l'affermazione "non sapevo che ti fossi sposato". Mefisto definisce la sua unione una balordaggine, e parla di legame durato qualche tempo, senza confermare esplicitamente la tesi del matrimonio: le sue parole sono d'altronde in linea con quanto già espresso da GLB. Perchè Mefisto non aveva informato Lily del fatto di essere diventato padre ? Un padre che ha abbandonato la compagna e il figlioletto da circa quindici anni, cercando di dimenticarsi di loro ( e ricordandosene solo in punto di morte e per propria convenienza ) probabilmente non era poi così tanto disposto a parlarne con la sorellina, considerandone anche il caratterino: a Leonov Lily non assicura una discendenza. Mi convince poco. Mefisto dimostra di essere molto legato (forse pure troppo) alla sorella e forse gliene avrebbe parlato. Non credo che Lily si sarebbe scandalizzata per così pocop lei che del sesso aveva imparato a fare la sua arma migliore e sembrava anche più cinica del fratello. Certo, però, quando è nato Yama Lily doveva essere poco più di una bambina (io non le do più di 25 anni all'epoca di "Fuorilegge") sia che la relazione con Myriam risalga a 10 anni prima come credo io o 15 come sembri pensare tu. Il richiamo ai 30 anni e certe sfumature dei dialoghi mi hanno fatto pensare che Nizzi avesse preso una cantonata su quando Mefisto aveva incontrato Myriam tutto qui. Su un punto della biografia di Mefisto io e te concordiamo sicuramente, mi pare: ad un certo punto della sua vita, mentre fa il prestigiatore itinerante assieme a Myriam, che fa la chiaroveggente, Mefisto comincia ad interessarsi delle arti oscure. Decide, però di smettere, forse perchè spaventato dalle cose che ha visto (e che hanno sicuramente spaventato Myriam) o per altri motivi. Sia come sia, si limita a fare il semplice prestigiatore, non disdegnando anche qualche attività criminale di contorno. Dopo l'incontro con Tex e quello che ne segue, fuga dalla prigione compresa, spinto dalla sete di vendetta ha ripreso a studiare le arti nere acquisendo man mano i poteri che sappiamo e solo quando si è sentito pronto si è rifatto vivo con Tex.
  15. In quell'albo Nizzi commette un errore, diciamo così, temporale ed in più pecca di eccessiva pruderie, almeno secondo me. Innazitutto fa dire a Lily che lei e Mefisto non si vedono da trent'anni, mentre è evidente che gli anni sono poco più di 20 e comunqe di sicuro non più d 25 (il primo incotnro con Tex non può risalire che ad un annno e mezzo prima della nascita di Kit). Nizzi di è sicuramente confuso col fatto che ne "Il figlio di Mefisto" il buon Steve Dickart afferma di non rivedere Myram, la madre di Yama, da almeno 30 anni e Yama non è certo coetaneo di Kit Willer, ance se è certqamente più giovane di Tex. L'eccsso di pruderie l'abbiamo quando fa affermare ra Mefisto che era sposato con Myriam. Quando ho letto per la prima volta "Il figlio di Mefisto" alla "tenera" età di 13 anni, io detti per scontato che tra i due non ci fosse alcun vincolo matrimoniale e che Mefjsto se la fosse filata all'inglese quando seppe che Myriam era incinta. Io credo che i lettori di Tex allora come oggi non si scandalizzerebebro epr una nascita extramatrinoniale, specie quando il padre è un cattivo. Il che mi porta ad una considerazione. Non è esattamente un errore di Nizzi quianto una perplessit? mia: possibile che Lily non sapesse dell'esistenza di Myriam e Blacky? visto quanto era unita a suo fratello, ci sarebbe da credere che lui gliene avesse parlato, specie se lui l'avesse avvero sposata... questo sarebeb valido se Nizzi non sembrasse credere che Mefisto abbia incontrato la madre di suoi figlio solo dopo essere fuggito dal carcere... il che è impossibilie. P. S. Lily è stata fortunata che Tex abbia cominciato a bazzicare New Orleans solo quiasi 20 dopo, quando lei se ne era già andata a Parigi.
  16. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Qualche piccola, ma, pare, necessaria, precisazione. 1) Il romanzo non appartiene a quella che, con temine anglosassone viene definita, continuity, non a quella del fumetto comunque, così come non ne fa parte il romanzo "Il massacro di Goldeena", ma solo il suo adattamento fumettistico con tutte le varianti apportate dal testo del romanzo (ad esempio il finale). Gli eventi che sono descritti nel romanzo sono stati ridefiniti, adattati, cambiati perfino rispetto al fumetto ed alla sua cronologia. Quella della morte di Carson è stata nulla di più di una licenza artistica. Sostenere che Carson è destinato a morire prima del 1899 sulla base di quello che è stato detto nel romanzo equvale a sostenere, sempre sulla base dello stesso romanzo, che"Tra due bandiere" e le altre storie ambientate durante la Guerra di Secessione sono posizionate dopo "L'eroe del Messico" e prima "La banda del Rosso" (entrambe nel numero 4), cosa che palesemente non ?, per tacere poi dell'inversione tra "La gola della Morte" e "Sangue Navajo" e dei cambiamenti al finale della prima di queste due storie. 2) A meno di grandi stravolgimenti, quindi, il buon Kit Carson continuerà a restare uno dei fedeli pards di Tex e non sapremo mai se la strega Papago ci ha azzeccato nel predire che sarebbe morto a novant'anni. 3) Se poi volessimo prendere una posizione radicale, basandoci sul fatto che parte del romanzo è ambientata nel futuro rispetto al Tex attuale, allora vi dico che per tutti i personaggi Bonelli ambientati in età contemporanea (molti dei quali, ormai è praticamente certo, condividono lo stesso universo narrativo di Tex) non solo Carson, ma anche lo stesso Tex e Kit e Tiger sono ormai tutti morti, quantomeno di vecchiaia. 4) Ma perchè, invece di fare questi ragionamenti, non ci godiamo le storie? ::evvai::
  17. Carlo Monni

    [46/47] Il Sicario

    Si, in effetti ero io che nella discussione dedicata all'ultimo texone mi chiedevo se mai avessimo visto Tex nel quartier generale dei rangers a Austin... Ricordavo bene, dunque E' da notare che sia il nome Min Li che Ho-Nan, il di lei fratello, saranno ripresi pari pari nel classico "Il laccio nero": GLB così meticoloso nel curare gli ingredienti delle sue storie, non si curava affatto dei nomi dei suoi personaggi, almeno di quelli secondari. Una cosa che però non mi sembra sia stata evidenziata è il fatto che Min-li tanto minore come personaggio non lo ?: può essere infatti scelta come il vero e proprio - sicario - tra i molti della storia, il sicario che ovviamente d' il titolo alla storia Sicario che nello specifico era quello che era incaricato di eliminare i Ranges mandati in missione a Texas City. Uhm... per quanto normalmente prediliga l'uso del titolo dell'albo "gigante" di riferimento qui si potrebbe argomentare che quello prescelto sia un titolo più adeguato. In ogni cas, o questa storia l'ho sempre chiamata "Il sicario". Improponibile per un misto di "correttezza politica" della casa editrice, che teme (temeva?) di offrire ai lettori un Tex troppo disinvolto con la legge e certi lettori che se Tex non commette vere e proprie stragi non sembra soddisfatta e lo accusa di essere troppo tenero.. Quanto agli autori credo che sia Boselli che Manfredi a ceret disinvolture di Tex ci tornerebbero volentieri. Quella del supplizio è una delle scene più belle dell'intera storia e mette i brividi ancora oggi. Pienamente d'accordo. In effetti, i cattivi cinesi sono tutti debitori del Fu Manchu di Sax Rohmer, che Bonelli ha sicuramente letto. Una delle cose che adoro nelle storie cinesi sono i cunicoli, le stanze segrete, i trabocchetti, le maschere carnevalesche, in una parola.. la sorpresa dietro l'angolo In trecento albi non si può dire che GLB ce le abbia risparmiate! Piuttosto non posso fare a meno di notare che a parte Nizzi, che le ha riprese saltuariamente, nessuno degli altri autori sembra interessato a riproporci questo tipo di storie. Sarà che lo specialista Letteri è morto, ma questo non deve essere un ostacolo.: E non credo che l'ostacolo, se c'è, sia questo, quanto una (comprensibile certo, a a mio parere esagerato) paura di offendere i cinesi, che ormai hanno molte comunit? rilevanti anche in Italia. Comprensiibile, dicevo, ma decisamente esagerata come paura perchè a ben vedere G. L. Bonelli non ha quasi mai applicato l'equazione cinese = cattvio, I perso naggi cnesi positivi non sono mai mancati. Manfredi se la caverebbe benissimo direi. In questa vignetta ( sotto ) la stella appuntata al petto di tutti, compreso Tiger, si vede benissimo. Sarei curioso di sapere se nelle ristampe c'è stato il ritocco oppure no. A Manfredi è stato contestato in un certo qualmodo l'abuso della patacca... una storia come "Il sicario" dimostra come lo stesso GLB non esitasse a metterle in bella mostra! La sola differenza tra oggi e allora risulta nel fatto che Tex oggi - è - la legge, mentre prima era al servizio della giustizia e qualche volta della legge. "Il contributo volontario" e la seconda opportunità concessa al simpatico Nilsen e a Min Li vanno in questa direzione, mi sembra evidente. Evidentissimo, direi. Un Tex che no esita a violare la legge epr far trionfare la giustizia è uno degli aspetti che più mancano enlle storie più recenti. Ma GLB aveva il tempo e la possibilità di lasciare storie nel cassetto è Sei sicuro che questa sia una storia "fuori posto" è Non è possibile che sia stato semplicemente un riferimento casuale ad un avvenimento mai raccontato ( e che potrebbe quindi essere oggi ripreso da qualche autore: "la prima storia di Tex a Frisco" ) e che la storia a San Francisco sia nata dopo, forse proprio perchè GLB aveva in mente da tempo di scriverne una ? Non si può escludere nulla, ma di una cosa sono ragionevolmente sicuro: si tratta di un riferimento proprio a "La città senza legge". Basta leggere la storia per rende3rsi cotno che ?la prima volta dei tre rangers a San Francisco. Mi pare chiaro che per Kit è sicuramente la prima volta e Tip fa riferimento anche a lui. Di un'altra cosa sono sicuro: nel periodo tra il tardo 1957 ed il 1958 (chssè se ha a che farci il cambio di consegna tra la Signora Tea e Sergio alla guida della casa editrice?) GLB scrisse diverse storie il cui ordine cronologico fu stravolto. Nulla esclude che quella sceneggiatura risalga a quel periodo, sia stata accantonata e ripresa in seguito. Ancor più semplcemente: GLB doveva garantire per Tex almeno l'equivalente di 11 pagine alla settimana, ma all'epoca (siamo nel 1960), a parte le sceneggiature di "Un ragazzo nel Far West", non aveva altri incarichi ed era, non dimentichiamolo, uno scrittore a tempo pieno, uno che probabilmente, quando era ispirato scriveva non meno di 20 pagine al giorno. Questo ci porta ad un evidente surplus di pagine (e realtive storie) rispetto al fabbrisogno minimo. Nulla vieta che egli abbia scritto "La città senza legge" prima de "Il sicario", ma che la seconda sia stata affidata a Galep per prima per qualche oscuro disguido redazionale. Pu? essere un errore ritenere che GLB abbia scritto le sue storie nell'esatta sequenza di pubblicazione o che siano state disegnate nello stesso ordine.
  18. Carlo Monni

    Who Is Who

    Vista , non ricordo più dove, in bianco e nero. Ti correggo: non Antonia, ma Liliana. la foto si trova anche nel libro di Burattini & Romani: "Guido Nolitta: Sergio Bonelli sono io" e, visto che Sergio è in tenuta da militare, dovrebbe risalire al 1955 al massimo. Per la cronaca, la Signora Liliana lavora ancora con Sergio. con il quadro della nave nella tempesta appeso dietro la scrivania. ::evvai::
  19. Il sorriso diciò Mm... E che dire degli occhi? :shock: Il cavallo invece è a dir poco fantastico! -ave_ Assolutamente, il cavallo è un capolavoro. Sono d'accordo anche sugli occhi del primo piano. Per dirla tutta, è l'espressione che è "sbagliata". Sembra da... ma no, forse è solo un'impressione... Resta comunque il fatto che Sergio Tarquinio sia un disegnatore Sergio Tarquinio, che oggi ha 86 anni, è indubbiamente un grande. Confesso che quando ero un bambino non lo apprezzavo tantissimo, ma l'ho rivalutato in seguito, anchne se continuo a preferirgli altri disegnatori. Nella mia memoria rimarr? per sempre legato alla Storia del West, di cui fu di fatto il disegnatore più prolifico. Magari mi sbaglio, o mi faccio fuorviare dallo stile della narrazione, ma in più di un punto di "Missouri" e "I giustizieri di Vegas" ho avuto la sensazione di vedere i suoi disegni. Che Mastantuono lo annoveri tra le sue influenze o sono io che mi sono fatto influenzare dal clima "D'Antoniano" delle due storie? _ahsisi
  20. Kit Willer diciò A me questa sembra una rivistazione al femminile proprio di Tex. Ovvero Luigi Siniscalchi, già disegnatore di Magico Vento e prima ancora di Nick Raider e Martin Mystere, un altro a cui piacerebbe proprio disegnare Tex. _ahsisi
  21. Sono andato a riprendermi in mano l'albo perchè non ricordavo così orribili i disegni di Galep, e infatti sono nella media del periodo, persino discreti. Meritavano di essere pubblicati. Qualche sproporzione c'è, ma è passabile. Sulla serie ho visto di peggio. Sicuro? Personalmente era da diverso tempo che trovavo disegni e copertine di Galep molto sotto la sufficienza. sopportavo le copertine perchè ritenevo giusto che arrivasse al n° 400, ma per quanto riguardava le storie, mi piangeva il cuore al vedere disegni e mi chiedevo perchè non avesse il buon senso di ritirarsi invece di lasciarci con questo ricordo. Se con questo mi ritieni una sorta di eretico, mi dispiace, perchè è così che l'ho sempre pensata ed i forum non c'entrano nulla, nel 1994 neanche c'erano I disegni sono sotto gli occhi di tutti: la qualità non era più quella di una volta ma io ho parlato di standard del periodo. C'è poi chi li reputa un' - offesa - e un delitto averli pubblicati e questa mi sembra una presa di posizione piuttosto oltranzista. Inutile ripetere che non la condivido. Ma per Ortiz farei un'eccezione, ma lui non si chiama ne Galep, ne Letteri, ovvero due dei pap? del ranger. Cosè come spero che Ticci non tiri i remi in barca appena si accorger? che è tempo di farlo. Qui, con tutto il rispetto, siamo su posizioni radicalmente diverse, per non dire diametralmente opposte. Io posso dare a Galep tutte le giustificazioni di questo mondo e capisco anche la passione che poteva spingerlo a voler disegnare lo stesso, anche se la qualità stava diminuendo. Disegnare (ed anche scrivere presumo) non è o non dovrebbe essere un semplice lavoro, ma una passione appunto. ed è per questo che lo giustifico, ma resta il fatto che i suoi ultimi disegni erano tremendi e ciò per me era vero sin dal 1990 come minimo. Ho parlato di sofferenza e lo ribadisco. Guardando le copertine e le sue storie del periodo e facendo il paragone con pochi anni prima, non potevo non chiedermi: perchè non si ritira? Perchè vuol lasciarci con questo ricordo? Se la SBE fosse stata una casa editrice diversa è probabile che glielo avrebbero detto da tempo, senza contare il fatto che Galleppini (ed ora i suoi eredi) possedeva una quota di Tex ed anche per questo era difficile dirgli di no. Per Letteri credo che abbia prevalso, tra le altre cose, anche una certa riconoscenza e rispetto per un vecchio colalboratore, ma anche se la sua decadeza non era al livello di quella di Galep, era comunque evidente. Diversamente da te, io mi auguro che Ticci, una volta ritenuto di non essere all'altezza di quelli che considera standard minimi, decida di ritiarsdi e dedicarsi ad altro, come la pittura. Esattamente come ha fatto Fusco a cui va il mio plauso. Come critico sei parecchio drastico, lasciatelo dire. Non aggiungo altro a quello che hai scritto, leggi sopra. In effetti, è più drastic di me, ma non va lontano dal vero. I disegni che Gapel aveva fatto per "Golden Pass" erano davvero tremendi e solo l posizione di Gallep coem co-creatore di Tex ne avrebbe giustificato la pubblciazione se lui fosse rimasto in vita. Caposco e giustifico Sergio Bonelli per averli fatti rifare da capo. In effetti "Golden Pass" nelle poche vignette che abbiamo visto sembra segnare un ulteriore passo verso la decadenza, ma quei disegni nel cassetto ci sono e ci resteranno per sempre. Inutile tirarli in ballo. Era solo un esempio e pure azzeccato, per me. Ti giuro che non so se mi sarei goduta, come ho fatto, quella storia con quei disegni. Molti capolavori? Nizzi? Molte belle storie casomai, ma capolavori, almeno per i miei standard non ne ha mai scritti, almeno dal 1985... anche se con "Furia rossa" ci è andato dannamente molto, ma molto vicino. De gustibus... per me di capolavori ce ne sono eccome e non sono il solo a dirlo. Il che non cambia di una virgola il mio giudizio. Per i miei personali criteri (che, essendo personali valgono per me e non debbono necessariamente essere condivisi da altri), il termine capolavoro va assegnato a pochissime storie. Per me il Nizzi dei tempi d'oro ha scritto una manciata di ottime storie, diverse buone storie e diverse di ordinaria amminsitrazione (ma di un'ordinaria amministrazione per cui farei la firma senza problemi) ma nessun vero capolavoro e del resto, se ci tieni a saperlo, io classifico come ottime storie anche le ultime due di Manfredi che diversi utenti di questo ed altri forum hanno classificato come capolavoro. e questo lo trovo incredibile... a meno di non tirare in ballo un cieco pregiudizio Interessanrte domanda. Lui stesso l'ha definita una ""storiellina" a quanto ne so.. In effetti all'epoca altri non ce n'erano. Che non è William Shakespeare o Ernest Hemingway, ma nemmeno G. L. Bonelli se è per questo e criticarlo è legittimo. Non mi pacciono queste frecciate gratuite. A quel forum sono iscritto anch'io. Sono tra i colpevoli? Sul fatto che sia una storiellina non ci piove, sul fatto che Jason Ducaux possa sputarci sopra impunemente è un altro paio di maniche. Sull'altro forum ci sono anche io. Non è una frecciatina Carlo, il trattamento riservato a Nizzi è un fatto innegabile, e leggere di certi nuovi iscritti che si permettono certe parole che poi non sono neppure le loro ( che le storie di Nizzi non le hanno nemmeno lette ) Ne sei sicuro? Ultimamente sto leggendo alcune recensioni di ragazzi piuttosto giovani che quelle storie sembrano averle lette. Uhm... per quanto mi riguarda Faraci e Manfredi hanno già dimostrato di essere migliori di lui. Sicuramente migliori del Nizzi post 400 e per quanto riguarda Manfredi, migliori in assoluto. Su Ruju non mi pronuncio ancora. Per il resto... io a Nizzi ho sempre rimproverato due cose: un certo manierismo di fondo, ovvero l'aver ridotto lo scrivere Tex ad una formula od ad una ricetta pura e semplice ed una certa freddezza, la mancanza di una partecipazione emotiva con quello che scrveva e di una qualche complicità col lettore. Bravissimo a confezionare trame, bravissimo coi dialoghi, ma raramente capace di coinvolgermi fino in fondo. Facevano eccezione le storiie in cui abbandonava la formula per concedersi maggiore libertà, come: "Fuga da Anderville" e "Il ragazzo selvaggio" per citarne solo due. Dopo la sua crisi si è sorretto per un p? col mestiere, poi l'ha abbandonato pure quello. Si, se si limita alle storie pubblicate prima del 1994. un p? meno per quelle dal 1995 al 2000, ma che dire poi di tutte quelle dal 2002 ad oggià Sono capolavori anch'esse? Non per me Sono decisamente storie brutte, in qualche caso addirittura pessime ed in rari casi appena salvabili. Qui siamo d'accordo. No però ti giro la stessa domanda! Credo di aver risposto abbondantemente ormai. Comunque è sempre un piacere avere a che fare con gente che non si arrocca sulle sue posizioni ed accetta il dialogo.
  22. Sono andato a riprendermi in mano l'albo perchè non ricordavo così orribili i disegni di Galep, e infatti sono nella media del periodo, persino discreti. Meritavano di essere pubblicati. Qualche sproporzione c'è, ma è passabile. Sulla serie ho visto di peggio. Sicuro? Personalmente era da diverso tempo che trovavo disegni e copertine di Gazep molto sotto la sufficienza. sopportavo lec opertine perchè ritenevo giusto che arrivasse al n° 400, ma per quanto riguardava le storie, mi piangeva il cuore al vedere disegni e mi chiedevo perchè non avesse il buon senso di ritirars invece di lasciarci con questo ricordo. Se con questo mi ritieni una sorta di eretico, mi dispiace, perchè è così che l'ho sempre pensata ed i forum non c'entrano nulla, nel 1994 neanche c'erano Come critico sei parecchio drastico, lasciatelo dire. Non aggiungo altro a quello che hai scritto, leggi sopra. In effetti, è più drastic di me, ma non va lontano dal vero. I disegni che Gapel aveva fatto per "Golden Pass" erano davvero tremendi e solo l posizione di Gallep coem co-creatore di Tex ne avrebbe giustificato la pubblciazione se lui fosse rimasto in vita. Caposco e giustifico Sergio Bonelli per averli fatti rifare da capo. Molti capolavori? Nizzi? Molte belle storie casomai, ma capolavori, almeno per i miei standard non ne ha mai scritti, almeno dal 1985... anche se con "Furia rossa" ci è andato dannamente molto, ma molto vicino. Lui stesso l'ha definita una ""storiellina" a quanto ne so.. In effetti all'epoca altri non ce n'erano. Che non è William Shakespeare o Ernest hemingawa, ma nemmeno G. L. Bonelli se è per questo e criticarlo è legittimo. Non mi pacciono queste frecciate gratuite. A que forumo sono iscritto anch'io. Sono tra i colpevoli? Si, se si limita alle storie pubblicate prima del 1994. un p? meno per quelle dal 1995 al 2000, ma che dire poi di tutte quelle dal 2002 ad oggià Sono capolavori anch'esse? Non per me Sono decisamente storie brutte, in qualche caso addirittura pessime ed in rari casi appena salvabili. Pensi che abbia commesso un reato di lesa maesta?
  23. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Se mai decideranno di farlo (e se le mvendite saranno buone come credo, è tutt'altro che improbabile) ci vorr? aleno un anno o due. Per ora non ci sono in lavorazione abbastanza storie. Per il 2012 , quindi, è sicuramente impossibile. Forse per il 2013 potrebbero farcela.
  24. Carlo Monni

    [53/55] Il Grande Re

    Grande storia, con grandi personaggi, ottimo esempio di azione e caratterizzazione. Entra di buon diritto tra le migliori storie di G. L. Bonelli. -ave_ Ed ora un po' di dettagli. 1) Torna, dopo tanto tempo, la coppia Tex e Kit Willer. Non viene data alcuna giustificazione per l'assenza degli altri. 2) Spedito in Canada, perla precisione n a Winnipeg, ad indagare sul losco mercante Madison, Kit ne distrugge da solo l'organizzazione e ne brucia i magazzini, degno emulo del padre. Tempo dopo a Winnipeg si ricorderanno ancora di lui, come si legge in ?Sulle piste del Nord". 3) Tex invece si reca tra le tribù del Nord e riesce a calmarne i bollenti spiriti, grazie anche al brillante recupero del lor totem (termine molto improprio, ma usiamolo pure), trafugato dagli uomini del Grande Re su impulso del suo sinistro braccio destro Pierre Gaul. 4) Il misterioso meteorite spugnoso che emette note musicali quando è sfiorato e che rende le acque del lago di un bel rosso scarlatto, oltre che calde e temporaneamente mortali, forse non è sfruttato a sufficienza. Poco più di un pretesto per rafforzare il prestigio di Tex tra le tribù canadesi. 5) Louis Laplace, il Grande Re o Leopardo Nero che dir si voglia è un personaggio molto interessante, una figura tragica e molto shakespeariana, che ha molto in comune con personaggi come Riccardo III e Macbeth. Non è un semplice cattivo, il suo sogno, per quanto irrealizzabile, non può che strappare simpatia e lui stesso ala fine non può che avere la pietà e l'ammirazione dei suoi stessi avversari. 6) Poco ci viene detto di Louis Laplace prima che diventasse il Grande Re. Si può intuire che, venendo dalla Louisiana fosse stato uno schiavo ed è chiaro che la frustrazione per il modo con cui è considerato dai bianchi anche dopo essere diventato ricco ha giocato un ruolo non indifferente nel far nascere il suo delirio di onnipotenza ed il folle sogno di costruire una nazione indiana, in cui gli oppressi come lui potessero trovare posto. La sua ossessione per l'impero romano dimostra che aveva una certa cultura. Agli schiavi era proibito imparare a leggere e scrivere, ma o lui aveva un padrone progressista ed illuminato o si è rifatto dopo esser diventato ricco. 7) Pierre Gaul, al contrario è una vera anima nera, il suo solo scopo è il guadagno e quando vede la mala parata, non esita ad abbandonare la nave che affonda? o almeno a provarci, La sua stessa avidit? sarà causa della sua fine, quando cercher? di impadronirsi del tesoro di Jean Lafitte accumulato dal Grande Re. Mal gliene incoglie, perchè il Leopardo Nero è pazzo, ma non è stupido. A Pierre Gaul non rester? che morire annegato insieme al tesoro che tanto bramava. 8) Epica e tragica, proprio come quella di un eroe da tragedia, la fine del Grande Re, che piuttosto che farsi catturare preferisce saltare in aria col suo stesso castello, assiso sul suo trono. Le parole di Tex; "In ogni caso è stato un uomo di fegato" sono il suo giusto epitaffio. 9) In questa storia si parla per la prima volta del tesoro di Jean Lafitte, famoso pirata e contrabbandiere che operò in Louisiana tra il 1805 ed il 1823 e dette perfino il suo contributo alla difesa di New Orleans nel 1815. Lafitte mor? apparentemente nel 1823. Apparentemente, dico, perchè ben presto si diffusero voci sulla sua sopravvivenza e naturalmente voci sul suo favoloso tesoro nascosto da qualche parte tra le paludi della Louisiana e la baia di Galveston. Il fatto che il Grande Re sia in possesso del tesoro di Lafitte sembra in contrasto con quanto affermato successivamente nella storia ?New Orleansè in cui pare che il tesoro in questione si trovi da qualche parte nel Bayou. In realtà, col senno di poi, la contraddizione non esiste: ormai possiamo dare per assodato che Tex agisce nello stesso universo narrativo di Zagor ed in storie relativamente recenti Zagor ha incontrato proprio Jean Lafitte in persona (ovviamente sopravvissuto oltre il 1823, che ha spiegato di aver nascosto più tesori in luoghi differenti. Louis Laplace ne semplicemente trovato uno e la mappa dei Dawson ne indicava un altro. 10) Non so quanti si sono accorti di un errore di Galep, che, nella parte finale della storia, disegna i soldarti di Fort Pierre nel South Dakota con le divise della Polizia Canadese. 11) Come sempre, molto buoni i disegni di Aurelio Galleppini.
  25. Carlo Monni

    [53] Linciaggio

    Storia semplice e senza troppe pretese il cui pregio principale consiste nell'idea che il grosso allevatore e boss di turno protegga dei fuorilegge ricercati in cambio della loro assistenza. Per il resto si sviluppa come una classica storia di città turbolente.1) Divertente il modo i cui Kit, Carson e Tiger si installano al posto del maniscalco con la storiella dell'eredit? ed un po' d'incoraggiamento d'altro genere. Possono sembrare un po' prepotenti, ma alla fine il maniscalco mica ci rimette, anzi. 2) Carson è nominato sceriffo al posto del precedente ucciso in uno scontro a fuoco (riscattando, peraltro, la sua precedente vigliaccheria). Si tratta di una piacevole novità, perchè in genere è Tex ad arrogarsi questo ruolo. Non che poi come sceriffo Carson faccia effettivamente granch?.3) Da segnalare, oltre il citato sceriffo (che, se la memoria non m?inganna, veniva dal Connecticut, stato dell'Est, ed avrebbe fatto meglio a non emigrare nel west, a conti fatti) anche il comportamento del figlio di Pete Stevens, che dopo una lezione di tipica marca Willer si ficca in testa abbastanza buon senso da cambiare atteggiamento.4) Pete Stevens in fondo non è un vero cattivo: è solo uno dei tanti, tipici, signorotti convinti che l'essere ricco e padrone di mezza vallata gli dia il diritto di comandare. Quando scoprir? che Bob Handy lo sta imbrogliando, vorr? affrontarlo a viso aperto e sarà ucciso senza tanti complimenti.5) Il difetto della storia, nella sua pur giustificata, brevit? sta proprio in questo: ci sono diversi personaggi e situazioni che avrebbero meritato un maggiore approfondimento, ma risultano poco più che abbozzate. 6) Accettabili, in fondo, i disegni di Virgilio Muzzi, che qui, per l'ultima volta, realizza anche i volti di Tex.
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