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Carlo Monni

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  1. Carlo Monni

    [19/20] Impronte Misteriose

    Un commento, si spera, interessante anche a questa storia dei vecchi tempi. Per la seconda volta G. L. Bonelli affronta il tema dell'espansione ferroviaria, ma lo fa non solo da un'angolazione insolita, ma mescolando anche il tutto con un po' di elementi da feuilleton, come all'epoca gli piaceva spesso fare. Ma veniamo a qualche dettaglio: 1) Innanzitutto una noterella geografica: siamo in Colorado e questa non è un'incongruenza: il Territorio del Colorado fu costituito nel febbraio 1861 unendo la parte più occidentale del Territorio del Kansas (la restante sarebbe stata ammessa nell'Unione in aprile come Stato del Kansas), della zona sudoccidentale del Territorio del Nebraska, un pezzetto del Territorio del New Mexico (la restante parte oggi costituisce gli Stati di new Mexico e Arizona) ed una buona parte del settore più orientale del Territorio dello Utah (oggi gli Stati di Utah e Nevada). Il territorio fu costituito per meglio controllare zone in cui era stato scoperto l'oro. Ma a noi che interessa tutta questa pappardella, mi chiederete? Nulla in fondo, era solo per dire che una volta tanto in quel periodo G. L. Bonelli aveva un'idea azzeccata del contesto in cui faceva muovere i suoi personaggi. 2) In ogni caso, non cercate Union City e Brush sulla cartina geografica, non avreste molta fortuna. :generaleN: 3) Tex, Kit e Carson accettano di occuparsi degli attentati alla ferrovia per fare un favore ad un amico ufficiale di cavalleria. 4) Per agire meglio decidono di separarsi: Tex si farà assumere alla ferrovia col nome di Tiger Jack (ma guarda un po' ), Carson, col nome di Kansas Bill e Kit con quello di Kit Miller faranno indagini presso la vicina Union City. 5) Questa non è la prima avventura che ha per soggetto attentati ai danni di una compagnia ferroviaria, ma è la prima che mette sotto i riflettori il classico personaggio dell'eroico ingegnere. La ferrovia è vista, comunque in chiave positiva, apportatrice di progresso. 6) Il salvataggio della giovane Nita Horton da quello che sembra un tragico incidente col calesse, porta Kit e Carson a smascherare i loschi traffici dell'ambiguo Pablo Valverde e della sua bella ma infida sorella Rosita, seconda moglie del proprietario delle miniere di Union City per impadronirsi delle miniere. 7) La prima moglie di Horton, a quanto pare, è anche lei morta in un incidente circa un anno prima e Horton da vedovo inconsolabile è caduto resto preda delle arti di seduzione della bella Rosita. 8) In realtà Carol Horton non è morta, è riuscita a sopravvivere all'attentato apparentemente riuscito, ai suoi danni. Ora, in preda ad una forte amnesia, è custodita dal giovane Pawnee Volpe Rossa e dal di lui padre Corvo Grigio in una grotta dove scorre un fiume sotterraneo, lo stesso da cui Carol è stata salvata. 9) Quando lo viene a sapere, Tex si improvvisa psichiatra e riesce a restituire ragione e memoria facendole rivivere il trauma subito (Freud morditi le mani laughing). 10) Come scopriremo nel corso della storia, dietro gli attentati ci sono gli interessi congiunti di Osborne, proprietario della linea di diligenze che unisce Union City alla vicina Brush, e dei Valverde. L'avvento della ferrovia, infatti, farebbe cessare il loro traffico per impadronirsi dell'oro di Horton organizzando rapine più o meno finte alle spedizioni di oro via diligenza. 11) Da ricordare di quest?episodio: la lunga sequenza dell'incendio nel bosco realizzata in modo decisamente drammatico ed avvincente; la reazione di Kit Carson quando crede che il giovane Kit sia morto nel suddetto incendio e la sua successiva, reazione quando invece scopre che, grazie alla sua inventiva, il ragazzo è sopravvissuto. Degna di nota anche l'arrivo provvidenziale di Carson a salvare Tex assediato dagli uomini di Osborne (che Tex aveva comunque già provveduto a falcidiare abbondantemente). 12) Anche lo scontro cittadino con il prepotente Osborne si chiude con un incendio. Decisamente GLB si sentiva Nerone. 13) Alla fine, per smascherare i Valverde, Tex escogita l'apparizione di Carol Horton in veste di fantasma, uno stratagemma che sarebbe piaciuto a Edgar Wallace, che li fa crollare entrambi pressoch? immediatamente. 14) Quanto a quel brav'uomo di Horton, si rende conto di aver fatto la figura del fesso e c'è da star sicuri che d'ora innanzi Carol lo terr? d'occhio molto da vicino, giusto in caso che qualche bellezza esotica ricapiti da quelle parti. :capoInguerra: 15) Per sua esplicita ammissione Mauro Boselli ha voluto citare l'apparizione di Carol Horton nel finale di questa storia nella scena dell'apparizione di Anita De Villahermosa in ?Vendetta per Montalesè. 16) C?? chi si è lamentato della brevit? del finale. Odio farlo, ma devo rammentare ancora una volta come il formato a striscia da 32 pagine imponesse fatalmente ritmi serrati e finali bruschi. Semplicemente non c'era spazio. 17) Quest'avventura inizia con la seconda vignetta di pag. 8 dell'albo a striscia "La fine di Lupo Bianco". Si tratta dell'ultima volta in cui si passa da un'avventura all'altra senza soluzione di continuit?. D'ora innanzi, ogni episodio avrà un inizio ed una fine ben delimitati. 18) Stando ad autorevoli fonti, in questo episodio oltre all'ormai consueta (e, come di consueto, non accreditata) presenza di Pietro Gamba come inchiostratore delle matite di Galep, vi sarebbe anche il debutto di suo cugino Francesco Gamba, (anche lui non accreditato) in veste di inchiostratore. In sintesi: non un capolavoro, ma una storia gradevole. ::evvai::
  2. Ed eccoci a commentare un'altra pietra miliare del corpus narrativo Texiano (Ammazza come mi esprimo forbito ). Cosa dire di questa storia? Che si può sorvolare tranquillamente sulle vere o presunte incongruenze storiche e goderci una gran bella storia dal forte sapore epico, tanto per cominciare. Perchè è questo che ?: una storia epica, che usa in modo impareggiabile il classico canovaccio della carovana in marcia verso l'Ovest minacciata dagli Indiani. La trama è abbastanza lineare, ma, al tempo stesso, articolata e del tutto priva di tempi morti. 1) Si tratta della prima storia che affronta il tema delle carovane in viaggio verso l'Ovest. Storicamente la grande ondata migratoria cominciò intorno al 1848, quando, dopo la guerra con il Messico, furono acquisiti e quindi aperti alla colonizzazione i territori degli attuali stati di California, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah (per tacere di parti di Colorado e Wyoming) nonchè del cosiddetto Oregon Country , comprendente gli attuali stati di Oregon, Idaho e Washington. I pionieri partivano in genere da Independence, nel Missouri, e seguivano una pista chiamata Oregon Trail. Una volta arrivati a Fort Hall, in quello che oggi è l'Idaho sudorientale, la pista si biforcava: a Nord verso l'Oregon, a Sud verso la California, diventando California Trail. I pionieri di questa storia, la carovana Vernon, sono appunto diretti in California. 2) Non mancano i più tipici clichè delle storie di carovane. In particolare lo scontro con gli Indiani. Qui arricchito dal fatto che la carovana è deliberatamente portata al massacro, la guida Sterling, che gli indiani conoscono come Lupo Bianco, un tipo in gamba, visto che per breve tempo riesce ad ingannare perfino Tex e soci e Carson quasi ci rimette la buccia. 3) Davvero eccezionale tutta la sequenza dell'assedio sulla rupe ed anche se il lettore smaliziato sa che inevitabilmente Tex e Carson se la caveranno, l'autore è bravissimo a mantenere alta la tensione sino all'atteso arrivo dei "nostri". 4) Un altro punto da segnalare è che in questa storia (non è la prima volta e non sarà l'ultima) Tex (e GLB per bocca sua) esprime chiaramente qual è la sua opinione sul razzismo e dà degli Indiani un ritratto efficace, che anticipa di parecchi anni certe svolte cinematografiche americane (a dire il vero, John Ford sia ne "Il massacro di Fort Apache" che ne "I cavalieri del Nord Ovest" aveva già dimostrato una certa simpatia per le ragioni degli Indiani, ma i suoi film erano comunque centrati dalla parte dei pionieri e della Cavalleria), senza cadere, però, negli eccessi retorici di quei film. 5) Kit Willer entra ufficialmente nel corpo dei Rangers, fatto di cui gli autori tenderanno a dimenticarsi negli anni successivi. 6) A partire da questa storia, Kit Carson torna ad indossare i suoi classici abiti e tali resteranno sino ad oggi, se si eccettua qualche variazione sul tema da parte di autori come Nicolò e Giolitti. 7) Quanto a Sterling/Lupo Bianco, Tex, temendo di non poterlo rintracciare in seguito escogita un piano davvero machiavellico, facendo credere ai Pawnee che Sterling li ha traditi. Il piano ha avuto successo: Sterling è stato ucciso dai Pawnees per colpe che non aveva, ha però comunque pagato per colpe di cui si era effettivamente macchiato. Forse Tex avrebbe potuto catturarlo e, con le testimonianze dei superstiti della carovana, farlo condannare a morte, ma poco importa: il suo piano alternativo è riuscito e la giustizia in stile Tex ha colpito ancora. 8) Tex, però, dimostra essere un buon padre e manda via il figlio per impedirgli di vedere gli esiti delle torture su Sterling. 9) Ed ora il punto dolente: le incongruenze cronologiche. Riporto un mio vecchio intervento su TWO che riscriverei parola per parola: tutto questo racconto e quelli immediatamente successivi sono pieni di incongruenze storiche, praticamente impossibili da integrare con la storia di Tex. Partiamo con il racconto di James Hovendal: si cita il fatto che mentre Tex ed i pards erano assenti c'è stato l'assalto all'arsenale da parte di John Brown e della sua banda e che poi la situazione è precipitata, portando alla guerra. Peccato che l'assalto di John Brown all'arsenale sia avvenuto nel 1859 e che tra esso e lo scoppio della guerra ci siano stati nel mezzo: l'acuirsi del conflitto di frontiera tra abolizionisti del Kansas e schiavisti del Missouri, la nomina di Lincoln a candidato del Partito Repubblicano, la spaccatura del Partito Democratico tra schiavisti arrabbiati e moderati, l'elezione non proprio pacifica di Lincoln, l'interregno di 4 mesi prima che questi prendesse il posto del predecessore Buchanan, che nel frattempo si astenne dal prendere ogni iniziativa contro la secessione di ben 11 stati, ed infine l'attacco sudista a Fort Sumter che diede inizio alla Guerra. Tutto questo, secondo Bonelli, sarebbe avvenuto mentre Tex ed i pards davano la caccia a Dona Manuela, davvero impossibile, direi, a meno di ipotizzare che la caccia a Dona Manuela sia durata per più di due anni (due anni nel deserto? Cavoli). Ancora: Hovendal cita un incontro tra Lincoln e Jefferson. Evidentemente Bonelli aveva fatto confusione tra Jefferson Davis, presidente sudista, e Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti. L'idea del Corpo dei Rangers come forza di Polizia Neutrale, poi è totalmente antistorica e del tutto fuori dalla realtà per chiunque abbia una minima conoscenza di come funzionasse ai tempi uno stato. All'epoca non c'erano forze internazionali come l'ONU: gli americani dell'epoca o erano sotto la giurisdizione dell'Unione (come lo erano, ad esempio, il New Mexico e la California) o sotto quella della Confederazione (come il Texas o la Virginia). Si poteva essere neutrali, ma solo a titolo personale e non certo facendo parte di un Corpo che per forza di cosa non poteva che esser parte delle forze del Nord o di quelle del Sud in alternativa. Si potrebbe anche citare il fatto che ne "La mesa verde" Mac Parland parla del fenomeno dei fuorilegge nato "dopo la fine della guerra". Per Tex, Kit e Carson non sono certo passati 4 anni o più. Per non parlare delle contraddizioni con le storie passate, che vedono citazioni di Geronimo e Custer, tutti diventati famosi dopo la guerra. E vogliamo parlare delle contraddizioni con la storia personale di Tex? Se Kit Willer ha 15 anni nel 1861, allora è nato nel 1846 e la maggior parte delle avventure giovanili di Tex sono avvenute prima che il Texas entrasse nell'unione e molto prima che i Navajos fossero internati in una Riserva, per non parlare del fatto che Tex non avrebbe potuto avere un cavallo di nome Dinamite 20 anni prima che questa venisse inventata e nemmeno usare fucili a ripetizione, telegrafo e quant'altro. Non biasimo certo G. L. Bonelli perchè all'epoca aveva poche informazioni storiche ed ha dato una versione tutta personale della Guerra Civile, che, in fondo, ha un notevole fascino a cui non ha saputo resistere. Dopo pochi anni, però, ha lui stesso corretto il tiro a poco a poco, sino ad arrivare allo spartiacque rappresentato da "Tra due bandiere", il che dovrebbe voler dire che si era reso ben conto del pasticcio da lui fatto in precedenza (e quando parlo di pasticcio, mi riferisco, spero che sia chiaro, allo sfondo storico e non alla qualità delle storie, che rimangono comunque, specie questa, gradevoli da leggere ancor oggi). 10) Svarioni storici a parte, infatti, questa è In sostanza: una gran bella storia e non c'è altro da dire. 11)Come la precdente, anche questa storia non finisce al termine di un albetto, ma dopo poche pagine dall'inizio e prosegue nella successiva senza alcuna soluzione di continuità. 12) Una curiosità per quanto riguarda i disegni. Le matite di tutte le prime pagine sino alla sequenza dell'assedio sono di Lino Jeva con chine di Galep. Buona parte delle pagine dell'assedio sulla rupe sono interamente, matite e chine, di Jeva stesso (ma non so indicare esattamente quali ); il resto, dalla fuga dell'indiano in poi, vede il ritorno alle matite di Galep con chine presumibilmente di Pietro Gamba e qualche intervento nel finale anche di Francesco Gamba sempre alle chine. Basta così.
  3. Ed eccoci qua a commentare un'altra pietra miliare della saga texiana. Di poche storie si può dire che rappresentano un punto di svolta narrativo della saga. Questa è una di quelle. In più è anche una gran bella storia piena di colpi di scena, personaggi interessanti, una cattiva di prim?ordine. Che cosa si può volere di più? 1) Questa storia è la prima di una lunga serie che vedrà protagonista il terzetto Tex, Kit e Carson, Ci sarà, a dire il vero, una breve interruzione, ma dovuta esclusivamente a motivi contingenti. Ne riparleremo a tempo debito. 2) Tiger fa una breve apparizione all'inizio della storia ma poi viene lasciato alla Riserva Navajo. Con Tex assente qualcuno deve pur badare agli affari correnti. 3) Riappare, dopo una lunga assenza, Kit Carson. L'avevamo lasciato ranger semplice e scout a Fort Dennison e lo ritroviamo maggiore dei Rangers. Una bella carriera. Tex non perder? occasione di sfottere bonariamente il vecchio Kit per essersi impigrito ed anche aver messo su un po' di pancetta da quando è diventato uno ?scaldasedie del Comando?. 4) Una curiosità: il grado di Carson non viene più menzionato dopo l'avventura "Un vile attentato" (nn° 28). Il vecchio cammello riappare in divisa solo un'altra volta (nel n° 52) e per una sola volta, durante l'avventura "Grido di Guerra" (nn° 287/289 di Nolitta & Galep), viene chiamato colonnello. Anche questa promozione sarebbe avvenuta dietro le quinte. 5) Quanto tempo è passato dall'ultima apparizione di Carson° Difficile dirlo. Potrebbero esser stati pochi mesi, ma anche un anno o due. Dopotutto Kit potrebbe anche sembrare in p? cresciuto dai tempi de ?Il figlio di Tex["/B]. 6) Per tutta la storia Carson, dopo aver dismesso la di visa da Ranger, porta una vistosa camicia a quadri. 7) Reparto incongruenze. I Rangers ci sono presentati ancora una volta come un vero corpo paramilitare con tanto di divisa praticamente identica a quella dell'Esercito americano. Inoltre hanno un Quartier Generale a Santa Fe nel Territorio del New Mexico. Mi pare chiaro che anche in quest?occasione G. L. Bonelli considerasse i ?suoi? Rangers una sorta di corpo militarizzato di Polizia Federale, che con i Texas Rangers condivideva solo il nome. Diciamocela tutta: a quell'epoca (ma siamo poi sicuri che sia solo limitato a quell'epoca?) le idee su come erano organizzati gli Stati Uniti sia nell'800 che in epoca contemporanea. I Rangers del Texas erano e sono un corpo di polizia investigativa c he non usa divise e non ha compiti militari. Esiste un Reparto dei Rangers dell'Esercito, ma sono assaltatori e non certo investigatori. Insomma poche idee ma adeguatamente confuse. :malediz... 8) A dirigere il Corpo dei Rangers non c'è più Marshall, ma tale James Hovendal, che fisicamente (almeno a me) ricorda l'attore John Alexander nel ruolo di Teddy Brewster (che pensa di essere Teddy Roosevelt) nel film ?Arsenico e vecchi merletti?. Hovendal non ha molta fortuna come personaggio: dopo la sua apparizione all'inizio de "Gli sciacalli del Kansas", infatti, non lo rivedremo più. Forse GLB era partito con l'idea di farne uno di quei classici dirigenti rigidi e ligi ai regolamenti con cui Tex avrebbe dovuto scontrarsi di tanto in tanto (stile Capitano Vance di "Nick Raider", per intenderci , ma poi la sua fantasia si è sbrigliata in altre direzioni. Risentiremo ancora parlare di lui, però, a distanza di parecchi anni, quando si sarà ormai ritirato a vita privata e chieder? a Tex di catturare gli assassini di suo nipote, ucciso all'inizio dell'avventura "L'aquila e la folgore". 9) La misteriosa setta dell'Ippocampo ha uno scopo: riportare i territori che furono perduti dal Messico con la guerra del 1846/1848 sotto la sovranit? messicana. Si tratta di un tema che non è nuovo nella saga di Tex. Già El Diablo diceva di agire per questo scopo (ma, a quanto pare, mentiva) ed il tentativo di riprendere i territori perduti è al centro degli eventi di ?Fuorilegge?. 10) Kit Willer dimostra cosa vuol dire aver studiato quando, unico tra i pards, dimostra di riconoscere il simbolo dell'ippocampo. 11) A dirigere la Setta (che ha i suoi rituali e parole d'ordine degne della Carboneria) c'è la bella ma spietata Dona Manuela Guzman, che non esita a far frustare e dare in pasto ai coccodrilli che tiene nella piscina della sua hacienda, coloro che falliscono il loro compito. 12) Dona Manuela sarebbe ispirata fisicamente nientemeno che a Tea Bertasi Bonelli, ex moglie di G. L. e madre di Sergio e direttrice della Casa Editrice. A vedere le sue foto, la somiglianza c'è tutta. Si spera che il suo modo di trattare i dipendenti e collaboratori fosse più gentile di quello di Dona Manuela. 13) Non è la prima volta che Galep prende spunto da qualcuno della Casa Editrice per le fattezze di un personaggio. Narra la leggenda (e mi ero dimenticato di segnalarlo a suo tempo pianto_) che Florecita, la figlia di El Diablo, fosse modellata sulle fattezze di Liliana Gentini (meglio nota come la signora Liliana) segretaria della signora Tea e poi di Sergio (e lo è tuttora). 14) Come spesso capitava all'epoca qui si respira aria da feuilleton, con intrighi colpi di scena a ripetizione, attentati, cambi di bandiera, alleanze impreviste e quant?altro. Una delle mie sequenze preferite di questa storia è la battaglia nell'hacienda di Dona Manuela con Tex e Kit costretti a forgiare un'alleanza con due ex accoliti di Dona Manuela, che lei aveva fatto imprigionare con Kit in attesa di farli uccidere per aver fallito un attentato contro i pards. 15) Kit Willer qui si dimostra degno figlio di suo padre, riuscendo tutto da solo a fuggire dalla prigione riunendosi al padre per la battaglia finale. 16) Dona Manuela fugge, ma Tex ed i suoi la inseguono implacabili e riescono anche rocambolescamente a sopravvivere ad un altro tentativo di ucciderli, per poi raggiungerla in un teso scontro nel deserto con la banda del Desperado El Lobo a cui si è unita. 17) La bella Manuela sarà anche crudele e spietata, ma è una sincera idealista e si considera una patriota (messicana, ovviamente, anche se tecnicamente è cittadina americana). El lobo, invece è solo un volgare bandito e spezza ben presto le sue illusioni. Qui Manuela dimostra che tipo è chiedendo inutilmente a El Lobo di risparmiare i suoi uomini. Il bandito non h pietà n° esitazioni. Quanto a lei, i piani di El Lobo sono chiari: intende portarla nella sua capanna sulla Sierra Blanca dove, così dice, le farà perdere quella sua aria di gran dama. E non ci vuole molto a capire come. Mal gliene incoglie, perchè prima di realizzare i suoi piani, morir? lui stesso, ma non prima di averla ferita a morte. 18) La fine tragica di Dona Manuela, epilogo anche questo tipico del feuilleton ed ancor più dello stile di G. L. Bonelli, le guadagner? il rispetto e la pietà di Tex e dei suoi pards. 19) Dona Manuela diceva la verità quando affermava di avere l'appoggio del Governo Messicano? Non c'è motivo di dubitarne, Ma resta da chiedersi cosa e avrebbe pensato Montales se fosse stato interpellato (e dubito che lo sia stato. 20) In punto di morte Dona Manuela si lascia andare a funeste profezie che porteranno ad una delle più macroscopiche incongruenze di tutta la saga texiana, ma questa è materia per un altro giorno. :malediz... 21) Come sempre, le matite sono di Aurelio Galleppini. Le chine invece sono di Pietro Gamba e Lino Ieva, il quale ha realizzato anche le matite delle pagine conclusive quest?episodio (ovvero le prime 11 pagine dell'albo a striscia ?Gli sciacalli del Kansasè) con chine di Galep stesso. E con questo ho concluso.
  4. Carlo Monni

    [15/16] Il Fuoco!

    E dopo tutto questo OT sulle armi ed i vestiti, lo vogliamo fare un vero commento a questa storia? Certo che si. Storia molto importante. Non tanto per la trama, quanto perchè segna un'importante punto di svolta per la saga di Tex dopo la quale, come si dice anche nei comics americani, le cose non saranno più le stesse. Ma veniamo a qualche dettaglio: 1) La storia si inserisce piacevolmente del filone "grosso allevatore vuol papparsi quello piccolo" e non mancano i classici stereotipi del genere, come al solito usati in maniera impeccabile da Bonelli. Come accadeva a quell'epoca ogni singola puntata da 32 strisce è ricca di avvenimenti che si susseguono l'uno all'altro in una girandola di scontri, agguati e scazzottate varie. 2) Si segnala anche per la presenza di un forte comprimario di sesso femminile: Nellie Delaney. Nelle storie future accadr? sempre meno spesso c he ad una donna sia assegnato un ruolo di un certo peso? a meno che non si tratti di una cattiva. 3) L'intervento di Tex è richiesto nientemeno che da Kit Carson. La vedova di un suo vecchio compagno d'armi ha bisogno di aiuto e lui non è in grado di darglielo in questo momento e quindi si rivolge a Tex. Il quale non può che accettare. 4) Per tutta la prima metà dell'albo Tex agisce da solo. Il vecchio Freccia Rossa sta morendo e Tex vuole che almeno Kit rimanga vicino al nonno nei suoi ultimi istanti. 5) Tex si presenta al ranch di Nellie Delaney sotto il nome di Rod Nelson, compagno d'armi di Nat, defunto marito di Nellie, e Kit Carson in qualità di scout sotto Custer. Su quest?affermazione Claudio Nizzi baser? i presupposti di ?Congiura contro Custer?. 6) Appena arrivato Tex ha una disputa con uno dei cowboy che si risolve ala fine in modo amichevole ed uno scontro tutt?altro che amichevole con il soprastante del ranch, Redmond. entrambi gli episodi servono allo scopo di far capire bene al lettore chi sono i buoni ed i cattivi all'interno del ranch Ed a consolidare la reputazione di Tex (o Rod) agli occhi di tutti. 7) Tra le righe si intuisce una sorta di attrazione reciproca tra Tex e Nellie Delaney. Nulla che venga detto esplicitamente, sia chiaro, ma a mio parere il feeling esiste. In un altro tempo e probabilmente con uno scrittore diverso la cosa avrebbe potuto anche aver un seguito, ma siamo negli anni 50 e G. L. Bonelli non è interessato alle storie d'amore o simili per i suoi personaggi. Al sottoscritto non sarebbe dispiaciuto rivedere Nellie e gli atri del Ranch altre volte in futuro, visto che peraltro ora il Ranch ha, se la memoria non m?inganna, un contratto di fornitura di manzi con la Riserva. 8) Muore Freccia Rossa ed è la prima volta che accade nella saga per un comprimario ricorrente (No, non considero Lilyth, apparsa effettivamente in una sola storia). Tex viene eletto capo dei Navajos (e lasciamo perdere, per favore, la plausibilit? di un simile evento). C?? stato chi ha criticato il fatto che la cosa avvenga come episodio incidentale all'interno di una storia che parla d'altro. Credo di poter dire che G. L. Bonelli seguiva il suo estro e semplicemente decise che era il momento di una simile svolta, che sancisce la fine definitiva ed irrevocabile del Tex ?vagabondo?. 9) Da questo punto in poi e fino alla fine della storia Kit e Tiger si affiancano a Tex assieme ad un gruppetto di Navajos. La loro presenza avrà una certa importanza nella risoluzione della vicenda. 10) I cattivi sono tutti abbastanza ben caratterizzati e comunque al di sopra del semplice stereotipo. A proposito di cattivi? Che fine fa Redmond, il perfido ex soprastante? A quanto pare, nella foga del racconto e degli eventi che incalzano GLB se ne dimentica. Possiamo presumere che assieme a molti altri sia morto nello scontro finale? 11) Da notare che in questo periodo quando Tex incontra qualcuno che lo riconosce la cosa è sempre legata ad una delle storie precedenti. 12) Peccato che il limite di pagine a disposizione costringa GLB ad un finale forse troppo veloce, almeno per i miei gusti (ma a ben vedere non meno veloce di certi finali di Boselli o di Manfredi). Oggi una storia così si sarebbe probabilmente sviluppata in tre albi. La bravura dello sceneggiatore si nota, però, anche dalla capacità di usare lo spazio a sua disposizione nel modo migliore. Le avventure di quei tempi sono necessariamente brevi secondo i canoni moderni, perchè articolate in puntate da 32 pagine settimanali a striscia e non si poteva trascinarle per troppe settimane (anche se non mancano esempi di storie fiume anche a quell'epoca e lo si vedrà entro breve). Bonelli sa tagliare benissimo i passaggi superflui senza che il ritmo, l'azione e perfino la caratterizzazione ne risentano. Solo quando, con il cambio di formato, avrà più spazio a disposizione si comporter? diversamente. Molto buona la prova di Galep. Le chine di Pietro Gamba si "adagiano" sulle sue matite rispettandone al massimo il tratto senza stravolgerlo mai. ::evvai::
  5. Carlo Monni

    [15] La Montagna Misteriosa

    Continuiamo a commentare. Con questa storia G. L. Bonelli vira dal western tradizionale per entrare completamente in un sentiero che fino ad allora aveva solo sfiorato: quello del filone avventuroso delle valli nascoste e delle civilt? perdute e se permettete che lo dica, lo fa in modo decisamente gradevole ed intrigante. 1) Ad essere onesti, questa non è esattamente la prima volta che Tex si imbatte in un luogo del genere: gli era già capitato ne "Il mistero dell'idolo d'oro" (nn° 2/3) con gli Indios Blancos, asseriti discendenti di un gruppo di Aztechi in fuga dalle truppe di Cortez, ma in quell'occasione la cosa non venne esplorata a sufficienza. 2) Questa volta, invece, la fantasia di G. L. Bonelli ci presenta una vera e propria civilt? organizzata con una ben definita struttura sociale, politica e militare. Si tratta, in sostanza, di una teocrazia (ovvero di un regime in cui le autorit? religiose detengono anche il potere politico) dominata da un Gran Sacerdote del dio del sole, che esercita un potere ferreo sui suoi sudditi e sugli sventurati schiavi Pima, sostenuto dalle armi dei suoi soldati e dal potere superstizioso dei sacrifici umani. Interessante anche il fatto che la cittadella degli Aztechi sia separata dalle abitazioni dei Pima per essere stata costruita su pareti scoscese, accessibili solo tramite scale ritirate al tramonto. I dominatori non si mescolano ai dominati ed anzi si sollevano sopra di essi. Qui c'è materia per un'approfondita analisi sociologica e psicologica, alla faccia di chi dice che Bonelli non era un autore complesso . 3) Non so quanto GLB sapesse all'epoca della struttura militare degli Aztechi, ma a me personalmente l'organizzazione dell'esercito del Gran Sacerdote ha sempre ricordato l'Esercito Romano, modello che l'autore aveva di certo ben presente. 4) Interessante anche tutto il gioco di intrighi politici che GLB imbastisce in questa storia, con la divisione tra i giovani che aspirano a riforme, abbandonando tradizioni che considerano obsolete se non nefaste, e la generazione precedente che quelle tradizioni vuol conservarle ad ogni costo ed è convinta della lor bontà. Una metafora non troppo velata nemmeno per quei lontani anni 50. Come la pensasse Bonelli al riguardo, mi pare incontrovertibile. 5) Parlando del Gran Sacerdote, è evidentemente un personaggio carismatico e ben caratterizzato. Impressionante, per molti versi, la scena in cui ipnotizza Kit Willer, che anticipa analoghe e ben più impressionanti scene con Mefisto. Anch'io, fin dalla prima volta che lessi questa storia, rimasi perplesso dal look del Gran Sacerdote, che, in effetti, non ha nulla dell'Indio, a cominciare dal lungo barbone. Ciò nonostante non vi è alcun dubbio che sia uno di loro, considerata la parentela con il Capitano delle guardie. Non ci viene fornita alcuna spiegazione al riguardo. Si può sempre dar la colpa ai soliti tempi eroici, ma fino a che punto? 6) Che il look del Gran Sacerdote sia stato, poi, riciclato per il Coyote Nero non ci piove. 7) Il Gran Sacerdote decide di usare uno straniero per i suoi sacrifici umani. Grave errore: Kit Willer non è tipo da accettare supinamente il suo fato e Tex non è certo tipo da lasciar correte il rapimento del figlio. 8) Kit viene quasi sposato ad una giovane Pima. Non ci sarebbe molto da lamentarsi se il banchetto di nozze non fossero proprio gli ?sposi? e gli invitati gli avvoltoi. 9) Nella migliore delle tradizioni di questo tipo di racconto, l'arrivo degli stranieri muta irrevocabilmente lo status quo. Nel caso specifico, non solo con l'abbattimento del dispotico regime del Gran Sacerdote, ma anche con la fine della schiavit? dei Pima e la loro probabile integrazione nel nuovo regime politico. 10) Se proprio vogliamo parlare di politica in Tex l'unico dato sempre e comunque incontrovertibile è questo: Tex è sempre contro qualsiasi forma di tirannia e sta sempre dalla parte di chi ricerca la democrazia. Per quanto mi riguarda non è una cosa da poco. clap Anche qui la parte grafica è opera del duo Galep alle matite e Pietro Gamba alle chine. In sintesi, una storia davvero molto piacevole.
  6. Altra storia ed altro commento. Storia appena più lunga della precedente (cinque albi a striscia, pari a circa 54 pagine di oggi), in cui Tex deve recuperare una preziosa corona lasciata tanto tempo prima come ex-voto in una missione francescana e deve farlo usando meno violenza possibile, perchè l'ha promesso ad un vecchio frate e Tex è uno che mantiene la parola data. 1) Altra storia del filone ?Lezioni di vita per Kit Willer?. 2) Tex mantiene la parola come può. Solo due dei quattro banditi sopravvivono e, recuperato tutto il bottino, Tex li lascia andare come promesso al frate. 3) Un bel po' di tempo fa su TWO ho avuto una discussione con qualcuno che non sembrava molto convinto del comportamento, per così dire, troppo buonista, di Tex in questa storia ed ipotizzava un possibile intervento di un'altra mano ai testi. Riporto quasi integralmente (a parte qualche correzione ortografica) quanto scrissi allora e lo sottoscrivo pienamente anche adesso: non è la prima volta e non sarà l'ultima che Tex lascia andare un criminale in nome del suo personale concetto di giustizia. Qualcuno si ricorda Min Li? La giovane cinese, convinta dal Drago Nero che Tex sia responsabile della morte del fratello (il che era vero, ma Wang, il Drago, aveva omesso di informarla che il giovane, assieme ad altri cinesi, era stato incaricato di uccidere Tex, che si era solo difeso), decide di uccidere Tex con un micidiale pugnale avvelenato, ma sbaglia la mira ed uccide, invece, lo sceriffo. Sotto ogni punto di vista Min-Li è un'assassina, eppure Tex non solo non la consegna alla legge, ma ne diventa pure amico. Questo è un esempio di buonismo (parola che sono giunto a detestare, tra l'altro), forse? Non per me? A leggere certi interventi verrebbe da pensare che siano in molti a ritenere che Tex sia una specie di ammazzasette che uccide senza rimorsi peggio dell'Ispettore Callaghan. La verità, invece, è che Tex uccide solo quando lo ritiene inevitabile e quando può lascia in vita l'avversario. Talvolta lo lascia nelle mani della legge, altre lo lascia semplicemente libero di andare "a farsi impiccare altrove". In questo caso, poi, aveva promesso al frate di non usare la violenza se non era necessario e di esercitare la virt? del perdono e Tex è uno che le promesse le mantiene? non bisogna esagerare volendo vedere per forza un'altra mano nei testi di una storia di G. L. Bonelli ogni volta che non ci piace un particolare o simili. 4)Gustosa scenetta in treno in cui un Tex esasperato da un commesso viaggiatore troppo chiacchierone gli butta la valigia del campionario dal finestrino. 5) Interessante variazione sul tema dell'agguato fallito a Tex. I banditi si appostano sul tetto della casa di fronte alla locanda dove alloggiano per sorprendere Tex e Kit che sanno che cercheranno di perquisire la loro camera. Quando vedono apparire due figure nel vano della finestra, sparano ed uccidono i malcapitati. Peccato (per loro) che non fossero Tex e Kit, ma i due albergatori (moglie e marito, mi pare), i quali progettavano di impadronirsi personalmente della corona e degli smeraldi, nonchè di ucciderli. Giustizia poetica marca G. L. Bonelli. Sempre all'altezza i disegni di Galep, qui affiancato alle chine da Pietro Gamba e Lino Ieva. ::evvai::
  7. Carlo Monni

    [14] La Gola Segreta

    Un piccolo commentino anche per questa storia. Storia carina ma niente di più. Uno spunto potenzialmente interessante è compresso nell'equivalente di 64 pagine odierne e questo forse fa sè che si perdano sviluppi potenzialmente interessanti, come un approfondimento delle figure dei banditi, che risultano tutte abbastanza stereotipate, a parte il finto cercatore d'oro. Non parliamo poi della Donna Pantera che è poco più di una comparsa. Tuttavia, pur non risultando nemmeno lontanamente una delle migliori storie di GLB, bisogna ammettere che si lascia, comunque, leggere con piacere. Ma veniamo a qualche osservazione più nel dettaglio.1) Si tratta, fondamentalmente di una storia senza particolari pretese, a parte quella, sacrosanta, di divertire il lettore. Sono proprio storie di questo genere a costituire l'ossatura di un serial avventuroso. Sarebbe bello se fosse sempre così, ma, purtroppo non tutte le storie possono essere capolavori o narrare, comunque, eventi significativi per i protagonisti, l'importante è che le storie di "ordinaria amministrazione" siano comunque ben narrate, avvincenti e divertenti e qui, sia pure con qualche distinguo, ci siamo. Ho letto in giro qualche giudizio (specie dei lettori più giovani) che qualificava questa ed altre storie del periodo come ?inutili?. Confesso che questo tipo di giudizio mi lascia sempre perplesso: una storia può essere bella o brutta, disegnata bene o disegnata male (ed anche su giudizi del genere i pareri opposti si sprecano), ma su quale base la si può definire inutile? Di sicuro una storia raramente è inutile per l'editore che all'epoca doveva riempire 32 pagine a striscia alla settimana ed oggi 110 di formato triplo al mese.2) Una cosa interessante da notare è il fatto che almeno all'inizio l'atmosfera sembra quella delle tipiche storie misteriose a cui GLB ci avrebbe abituato in seguito. Un territorio dove chi si avventura non fa più ritorno, simboli inquietanti, pantere mandate ad uccidere nella notte. 3) Pantere? Dir? qualcuno. Ma non sono felini africani? In realtà no. Il giaguaro, che appartiene al genere ?Panthera? (il suo nome scientifico è Panthera Onca, per chi apprezza la tassonomia) ha il suo habitat in Centro e Sud America, ma era diffuso anche in Arizona, New Mexico, Texas e California, anche se era meno diffuso del suo ?cugino? Coguaro o Puma (Puma Concolor), paradossalmente anche lui chiamato in certe zone Pantera Quindi G. L. Bonelli non si è inventato nulla stavolta. ::evvai:: 4) Uno si aspetta chissà che da questa storia ed alla fine salta fuori che tutto era solo un semplice paravento per le losche attività di un gruppo di criminali comuni che sfruttavano i poveri Comanches come veri e propri schiavi.5) Del tutto irrilevante, poi, e questo un p? dispiace, il ruolo della cosiddetta "Sacra Pantera" che appare solo per poche vignette e non fa praticamente niente a parte preoccuparsi (e come a fatto giustamente notare qualcuno, far vedere un po' di pelle scoperta, almeno nelle edizioni non censurate ).6) Più intrigante il ruolo degli addestratori di Pantere, che vivono isolati dalla loro stessa gente. Uno spunto, però, che, complice anche il ristretto numero di pagine, non sarà adeguatamente sviluppato. 7) In effetti, si può dire che questa storia soffre decisamente del formato dell'epoca, ovvero l'albo a 32 strisce. Fosse stata scritta oggi, probabilmente personaggi e situazioni sarebbero stati sviluppati con maggiore ampiezza. Anche il finale affrettato rientra in quest'ottica: GLB aveva quel numero di pagine a disposizione ed ha concluso la vicenda sorvolando su tutti i dettagli che riteneva non indispensabili.8) Da ricordare anche il modo in cui Tex d' una lezione di vita al figlio usandolo praticamente come esca per smascherare il finto cercatore d'oro.9) Viene ribadito anche in questa storia che Tex è un ex Ranger.10) Sacra Pantera e banditi tutti, a parte un paio, vengono praticamente fatti furi in una sola vignetta.11) Bilancio speciale della presenza femminile. Se prima del matrimonio di Tex nelle storie c'era un abbondanza di presenza femminile (e solo in un paio di casi la bella ragazza è anche la cattiva della storia), dopo continuano comunque, sia pure in tono decisamente minore, belle donne, ma sempre più spesso saranno le cattive della situazione, Sacra (e un po' incolore, consentitemi ) Pantera compresa.12) Disegni più che all'altezza di Galep & Pietro Gamba. Se Galep nel disegnare le storie è costretto dai ritmi pressanti delle scadenze, il suo vero talento in quel periodo emergeva indubbiamente molto di più nelle copertine, specie quelle degli Albi d'Oro veramente spettacolari.
  8. Carlo Monni

    [13/14] Dramma A Pecos City

    Proseguo imperterrito coi commenti a queste prime leggendarie storie. 1) Questa storia è la prima di un gruppo di 4 n cui a Kit viene fatto fare una sorta di giro del Sud Ovest per, diciamo così, completare la sua educazione. 2) Nota cronologica: non sappiamo esattamente quanto tempo sia passato dalla storia precedente, ma stavolta lo stacco potrebbe anche essere solo di pochi giorni. In teoria Tex e Kit potrebbero essersi appena separati da Kit Carson che, per quanto ne sappiamo, è tornato a Fort Dennison. 3) La trama, non è particolarmente originale. Si inserisce perfettamente nel filone che nel gergo western è chiamato "town taming", termine che si potrebbe tradurre un p? impropriamente come "Città da domare". Ci sono tutti gli ingredienti che ritroveremo in innumerevoli storie successive. Tutti... a parte lo sceriffo impotente o corrotto... perchè questa volta lo sceriffo è Tex, che accetta l'incarico per poter vendicare la morte del precedente sceriffo barbaramente ucciso. Anzi è proprio l'aver assistito da lontano all'uccisione dello sceriffo la molla che . spinge Tex e Kit a fermarsi a Pecos City.4) Una menzione particolare va, invece, al giudice Vermont, che ha una caratterizzazione azzeccatissima ed una fine che si inserisce nel filone della giustizia poetica e che a suo tempo trovai davvero impressionante. L'immagine del giudice che, bruciando vivo, corre per il paese e si butta nel fiume, mentre l'ultima cosa che si ode di lui è la risata da pazzo, è davvero evocativa secondo me. 5)Divertente (anche se non per lui, probabilmente) l'idea di far travestire Kit da ragazza per tendere un agguato letale a Sam Truscott ed i suoi.,6) Trovandosi sotto la minaccia di una valanga d'acqua, Tex lascia coraggiosamente Dinamite a mettersi in salvo, rischiando di affogare. Questo si che è amore per gli animali.7) Una cosa si può dire con sicurezza di G. L. Bonelli non si preoccupava troppo di poter turbare gli animi dei suoi lettori. Scriveva quel che gli pareva e se c'erano scene forti, beh meglio che il lettore si adeguasse. Mi chiedo che ne avrebbe pensato del politicamente corretto oggi imperante.8) In questa storia Pietro Gamba è affiancato alle chine da Lino Ieva. Le matite sono, come sempre, di Galep. E con questo ho finito anche qui.
  9. Carlo Monni

    [12/13] Il Figlio Di Tex

    Storia importantissima, se non fondamentale, nella saga di Tex, perchè d'ora innanzi il giovane Kit diventa ufficialmente uno dei mitici pards e già questo basta per renderla memorabile. Piaccia o non piaccia a qualcuno, si tratta di un punto di svolta fondamentale per la saga. La storia in se non avrebbe molto altro di eccezionale. Non è certo un capolavoro, ma si fa leggere con piacere e rimane comunque una delle migliori del periodo. Ma veniamo ai dettagli: 1) L' esordio di Kit avviene, è proprio il caso di dirlo, col botto (quello della cassa di munizioni che fa esplodere prima di partire all'inseguimento di Tex ). Il ragazzo è a tutti gli effetti, il coprotagonista della storia ed è vero che in più di un'occasione mette in ombra perfino il padre. Perchè questo? La migliore spiegazione (oltre a quella, più semplice ed immediata, che GLB voleva adeguatamente presentare il nuovo arrivato) è che con l'introduzione di Kit al fianco del padre si volesse cavalcare l'onda degli eroi ragazzini che all'epoca spopolavano letteralmente tra il pubblico dei lettori di fumetti. In ogni caso il buon Kit si dimostra campione del cosiddetto pensiero laterale. Il padre gli impone di starsene alla Riserva finch? non avrà terminato una cassa di munizioni e lui se ne sbarazza facendola esplodere in un colpo solo. 2) La popolarit? di Kit tra i lettori doveva essere alta se ad un certo punto si cominciò seriamente a parlare di una serie personale di Kit Willer, anche se poi non se ne fece niente. I motivi dell'abbandono dell'idea non sono chiarissimi.? 3) C'è da dire, comunque, che, a parere del sottoscritto, pur arrivandoci pericolosamente vicino, GLB riesce ad evitare a Kit quell'aria da saputello che alla lunga mi aveva reso insopportabili certi suoi omologhi tipo Capitan Miki. 4) Anche in questa storia si può dire che sono presenti tutti e quattro i pards, ma il ruolo di Tiger, è decisamente minore e quando i due Willer partiranno per raggiungere Carson a Fort Dennison, lui rester? alla Riserva. 5) Qui abbiamo l'ultimo grande salto temporale nelle storie di Tex. Dall'avventura precedente, infatti, trascorrono non meno di 8 anni e non più di 10 anni. In questa storia, infatti, Kit ha tra i 14 ed i 15 anni a mio parere. D'ora innanzi, con alcune debite eccezioni, tutte le storie saranno narrate in "tempo reale". 6) Cosa ha fatto in questo tempo Kit? La risposta è facile: è stato presso i frati della Missione di Taos nel New Mexico a studiare, probabilmente risiedendo presso la Missione per la maggior parte del tempo. Ci viene detto che Tex avrebbe preferito che continuasse gli studi (e l'Accademia militare era, per molti versi e posto che riuscisse a farcelo entrare, la scelta più economica ) e scegliesse una vita diversa dalla sua. In questo Tex si dimostra un tipico padre, che vuole che il figlio abbia più di quello che lui ha avuto. 7) La vera domanda, però, ?: cosa ha fatto Tex in questi anni? Io non credo affatto che per quasi 10 anni se ne sia stato tranquillo alla riserva ad oziare ed a seguire i progressi del figlio negli studi. Sarà andato in cerca di guai come al solito od i guai avranno trovato lui, sempre come al solito. 8) A coprire il buco di questo periodo non ci sono, in verità, molte storie. Personalmente ci metterei gli eventi in flashback di "Congiura contro Custer" e de "I lupi rossi" e quasi certamente quelli di "El Muerto"./B] e la recente sequenza iniziale de "Il killer", situata 13 anni prima del resto della storia. . 9) Da ricordare la lezione di tiro che Tex fa a Kit, decisamente molto realistica si vede che GLB sapeva davvero usare una pistola. 10) Questa è la prima storia in cui Carson compare con i capelli bianchi (o sono grigià Non è dato di saperlo con certezza) ed è anche l'ultima in cui compare in veste di scout. Di l' a poco verremo a sapere che ha ricevuto la promozione a maggiore e si è trasferito a Santa Fe, dove lo ritroveremo nell'avventura "L'enigma dell'ippocampo". 11) Decisamente involontariamente ironico il commento di Tex , che di fronte all'ennesima bravata di Kit si chiede da chi abbia preso il figlio, visto che la madre era così dolce e gentile. Hai anche bisogno di chiederlo Tex? Ah, i padri sono tutti uguali. laughing 12) Un'altra cosa da segnalare è che questa è anche è la prima volta che su Tex viene usato il classico tema western dell'espansione della ferrovia La trama in se non ?, forse, particolarmente originale, anche se non mancano, comunque, i colpi di scena ed i momenti drammatici. Tra questi ricordo brevemente: A) l'assalto di El Dorado al cantiere ferroviario: l'attentato a base di vino drogato, da cui Kit si salva perchè, da bravo ragazzino, è l'unico astemio del gruppo; C) Ill finale, la classica giustizia poetica tanto cara a G. L. Bonelli. 13) Da questa storia in avanti, tranne pochissime eccezioni, le matite di Galep saranno inchiostrate regoalrmente da Pietro Gamba. Ed anche stavolta, ho chiuso. zzzz
  10. Quando G. L. Bonelli incontra Jack London.. Ormai è noto che Jack London è uno dei narratori preferiti di G. L. Bonelli d il viaggio di Tex in Canada era un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Ecco, quindi, che Tex, per fare un favore a Jim Brandon, rimasto ferito per proteggere Kit nella storia precedente, decide di recarsi a Dawson, nello Yukon, assieme a Gros Jean, per aiutare la Polizia a Cavallo a venire a capo dei crimini dell'efferata Banda degli Orsi. Inutile dire che ci riuscir?, ma non prima di essersi calato per bene nella più tipica atmosfera dei racconti di London. 1) Interessante il sistema con cui gli uomini della banda usino stivaloni a forma di zampa d'orso per confondere le idee, simulando anche un'aggressione da parte di quegli animali. Ovviamente nessuno può seriamente credere ad una banda di orsi rapinator, ma la cosa confonde lo stesso. 2) Nel giro di un paio di giorni o poco più Tex non solo riesce a scoprire tutto quello che c'è da scoprire sulla Banda degli Orsi ed a sfuggire alla quotidiana dose di agguati, ma riesce quasi a far venire un colpo apoplettico ad un ufficiale dei Mounties. Mica male. 3) Otterr? anche un cane, Star, che però, morir? per difenderlo. Si tratta di un chiaro omaggio ai classici quattrozampe londoniani come Buck e Zanna Bianca. 4) Abbiamo qui un altro classico Bonelliano: il trabocchetto nascosto nel pavimento di cui il cattivo della situazione si serve per far sparire i nemici od i traditori. Di solito (ma non sempre) è appannaggio dei cattivi esotici, ma stavolta lo usa Brad Burley per sbarazzarsi di una giovane indiana colpevole solo di aver scoperto casualmente che due complici di Burley, la bella Frida e Pierre Lassalle, meditano di tradirlo. Burley la elimina solo per evitare di lasciare in giro pericolosi testimoni. 5) Il già ricordato Pierre Lassalle ha il volto di Robert Mitchum. Dare a protagonisti od avversari non è una politica regolare alla Bonelli (dove al massimo si chiede ai disegnatori che certi personaggi assomiglino o ricordino certi attori o personaggi noti senza rifarli per questo pari pari). Su Tex è un'evenienza ancor più rara. 6) Pu? darsi che anche Frida sia ispirata ad un'attrice, ma se è così, io francamente non saprei identificarla. 7) Nel salutare Tex Jim Brandon dice ??L'Alaska non è poi così brutta come può esserti sembrato?. Svarione dei tempi eroici di GLB. L'azione si è svolta tutta nello Yukon, che è proprio l' di fianco all'Alaska, ma è territorio canadese, mentre l'Alaska appartiene agli Stati Uniti. :malediz... 8) Un'altra capatina nel reparto incongruenze storiche e non: A) Dawson fu fondata solo nel 1897 Lo Yukon ottenne lo status di Territorio autonomo (con Dawson come capitale) nel 1898, priaerw un distretto dei Territori di Nordovest (il nome era comunque già in uso). Per molte ragioni, però, noi non possiamo considerare questa storia ambientata nel 1897 (anche perchè, se così fosse, le odierne avventure di Tex sarebbero ambientate come minimo intorno al 1908 e non è proprio possibile). Consideriamolo come uno dei tanti anacronismi e licenze poetiche che GLB si prese in quegli anni (ed anche più tardi, a dire il vero), godiamoci la storia e non pensiamoci più. 9) G. L. Bonelli riporter? Tex da quelle parti, ma stavolta dal lato opposto del confine, a Skagway, Alaska, nella sua penultima storia ?Terra violenta? in cui lo metter? contro un leggendario capobanda realmente esistito, Soapy Smith. Anche in quell'occasione stravolgendo a suo piacimento la storia.(Soapy Smith fu ucciso nel luglio 1989 da un certo Frank Reid e non certo da Tex? non ve lo aspettavate, vero? ). 10) Dopo le nevi di Dawson la storia ha un'appendice marinara. Deciso a compere comunque la sua ultima rapina e vendi carsi, se ci riesce, Burley tenta di impadronirsi della nave su cui viaggia Tex di ritorno in Arizona. Il nostro, insieme a Tiger, gli roviner? i piani e gli salder? il conto definitivamente. 11) Ultima volta di Mario Uggeri come inchiostratore delle matite di Galep, qui affiancato da Pietro Gamba. Ritroveremo Uggeri come disegnatore de ?Il mistero delle Montagne Lucenti?, ma si tratta di una storia che lui aveva, con quasi assoluta certezza, disegnato in precedenza. La sua collaborazione, che data dalle primissime storie, termina qui, quindi. Ed io, invece, termino il mio sproloquio. zzzz laughing
  11. Carlo Monni

    [10/11] Il Tranello

    Tutti dicono che questa storia è il primo, grande, capolavoro Texiano e sapete una cosa? Hanno ragione! Prima, vera, storia di ampio respiro di Tex. Qui G. L. Bonelli da ampio spazio alla sua vena creativa e mette Tex in una serie di situazioni ed ambienti del tutto nuovi in cui l'unica costante è proprio lui: Tex con il suo coraggio e la sua insuperabile vena eroica. Cose da ricordare di questa storia: 1) Un nuovo capitolo nella vita di Tex, rappresentato editorialmente dall'inizio di una nuova serie, la terza, ed un nuovo numero 1 a simboleggiare un distacco dal passato, probabilmente. 2) All'inizio di questa storia si faceva riferimento ad un'avventura vissuta da Tex nelle Montagne Lucenti. In realtà questa storia non fu mai pubblicata nonostante G. L. Bonelli l'avesse scritta e Mario Uggeri l'avesse disegnata. La storia verr? ritritata fuori e spacciata per contemporanea un paio d'anni dopo in una situazione d'emergenza in cui Galep era rimasto indietro con le scadenze a causa di una malattia, se non ricordo male. Il riferimento è scompardso nelle edizioni più recenti. 3) Un altro, abbastanza cospicuo, salto temporale: dall'avventura precedente sono passati non meno di 4, forse anche 5 anni. Personalmente ho sempre trovato difficile credere che per tutto questo tempo Tex sia davvero sempre rimasto alla Riserva badando al figlio e cacciando: i guai, di solito, se non li cerca lui, lo trovano comunque. 4) Per la prima volta appaiono, sia pure brevemente, tutti e quattro i pards, anche se Kit, che qui vediamo anche per la prima volta, è ancora solo un bambino... ed una piccola peste, ovviamente (come sa bene il cappello di Kit Carson ). 5) Tex agisce da solo (sempre che non si considerino Gros Jean e Jim Brandon, sèintende) per la maggior parte della storia, per poi venir raggiunto da Tiger, che si è messo sulle tracce di Kit, rapito dai sicari di Husky Tull. 6) Questa è anche l'ultima apparizione "in presa diretta" di Kit Carson con i capelli neri, sia pure ormai spruzzati di grigio qua e l'. Peraltro proprio il fatto che le tempie di Kit siano grige è un chiaro indizio del tempo passato dall'episodio precedente. 7) Veramente commovente la scena in cui Kit Carson riconsegna a Tex la sua vecchia stella, la stessa che gli fu appuntata sul petto da Marshall nel n° 1 e che lui restitu? deluso nel n° 8. 8) Apprendiamo della morte di Arkansas Joe, personaggio in precedenza visto solo nel n° 1 per poche vignette. La collera di Tex ?, però, forte come se si trattasse di un vecchio amico. 9) Questa è anche l'ultima apparizione di Marshall ed un p? me ne dispiace. In seguito apprenderemo che ha lasciato l'incarico. Lo confesso: mi piacerebbe sapere che fine ha fatto e magari rivederlo ancora. Ok, era più vecchio di Carson, ma non per questo deve necessariamente essere morto. Da notare che in diversi episodi degli anni successivi, quando Tex è titubante se accettare o no un incarico, basta che il ?committente? di turno menzioni una richiesta di Marshall che Tex accetter? l'incarico senza discussioni. Ammirevole il suo senso dell'onore verso un uomo che in almeno un paio d'occasioni ha dato ordine di catturarlo vivo o morto (ma che, ammettiamolo, aveva una più che discreta anmmirazione per lui nonostante la sua avversione alla disciplina). 10) Appare qui per la prima volta la cintura di Wampum, che Freccia Rossa d' a Tex. Il vecchio capo ci informa che fu donata da un capo Dakota a suo padre (e non a lui stesso come erroneamente ricordavo ed ho scritto a commento di ?Il patto di sangue?,. Mi scuso ). Resta sempre da chiedersi che ci facesse un Navajo tra i Dakotas od un Dakota tra i Navajo. Forse, visti i tempi in cui dovrebbe essere accaduto, bisognerebbe chiederlo a Zagor. :capoInguerra: laughing 11) Per quanto riguarda la trama, è decisamente vero che GLB ha attinto a piene mani al film "Giubbe rosse" di Cecil B. De Mille, ma bisogna pur dire che non si limita affatto a riproporre puramente e semplicemente personaggi e situazioni di quel film, ma vi mette molto di suo, allontanando rapidamente ogni sospetto di plagio anche involontario. 12) In ogni caso non si può negare che il Sergente Jim Britt delle Giubbe Rosse (interpretato da Walter Hampden) sono l'indubbia base per i personaggi di Jim Brandon e Gros Jean. Anche l'abbigliamento che Tex usa dopo l'assedio al Forte Kinder è mutuato da quello di Gary Cooper nel film, ma sono licenze che si possono concedere volentieri. 13) Visto che li abbiamo nominati, come non notare che questa prima incursione di Tex nei territori del Grande Nord vede anche la prima apparizione di Jim Brandon e Gros Jean, destinati a diventare tra i comprimari storici e tra i più amati dai lettori? 14) La Compagnia delle Pellicce che sta dietro alla rivolta della Mano Rossa (o Scarlatta) adombra chiaramente la realmente esistente Hudson Bay Company, che per lungo tempo fu proprietaria e governante di fatto dei territori che oggi costituiscono la quasi totalit? del Nord Ovest Canadese, ceduti nel 1869. 15) Decisamente buona la caratterizzazione di almeno due dei banditi ricercati da Tex e che alla fine rapiscono il piccolo Kit per ricattare Il padre. Ci erano stati presentati come spietati, ma alla fine dimostrano di avere un loro codice d'onore, che li riscatta un p?, anche se sono gli assassini di Arkansas Joe. 16) Una curiosità: il fatto storico che ha ispirato questa storia e cioè la rivolta dei Metis del 1885, è anche la fonte di ispirazione di un'altra storia di Tex e cioè: "I ribelli del Canada" di Nolitta & Fusco. 17) Curiosità cronologica: il corpo della North-Western Mounted Police fu costituito nel 1873 e, di conseguenza, questa storia si svolge minimo in quell'anno. Va da se che la rivolta citata nella storia non può, quindi, essere quella dei Metis, ma una costruita ad hoc da Bonelli. Nulla di strano. In Tex accade continuamente. 18) Reparto incongruenze: non ne sono sicurissimo ma credo che i gradi della North-Western Mounted Police fossero modellati su quelli della Polizia e non con quelli militari. Temo che GLB abbia fatto confusione tra NWMP e militari (e dati i tempi eroici non cui sarebbe da stupirsene). 19) Secondo le solite fonti a cui attingo, in questa storia le matite di Galep sarebbero state inchiostrate dal solito Mario Uggeri, coadiuvato stavolta anche da Pietro Gamba, da non confondere col più noto cugino Francesco. Ipotizzo che Pietro Gamba abbia fatto la maggioranza del lavoro mentre Uggeri era impegnato a disegnare la storia precedente (Nonch? ?Il mistero delle Montagne Lucenti") e che Uggeri sia intervenuto più avanti, ma potrei sbaglairmi benissimo. E con questo, concludo anche questa fatica.> laughing
  12. El Paso non porta fortuna a Tex: ogni volta che passa da quelle parti c'è un torto da raddrizzare e qualche sceriffo corrotto da sistemare. La città stavolta è nelle mani di una cricca di loschi individui che vede nelle loro file lo sceriffo Amos Balder, il viscido Giudice Cronin e Don Cesare Ibanez, un ricco possidente di origine messicana. Tex non tarda a capire che ci sono loro a tirare le fila della banda dei cavalieri Neri e decide di ripulire El Paso dal marciume che la infesta 8° giudicare dai risultati che ottiene tutte le volte, sembrerebbe una fatica di Sisifo ). Accusato ancora una volta di omicidio (nientemeno uno sceriffo stavolta). Tex si trover? ad affrontare da solo quasi un intero paese, ma anche stavolta se la caver? grazie al provvidenziale intervento di Kit Carson e Tiger Jack arrivati all'ultimo minuto coi soldati. Storia semplice, con una trama esile, ma tutto sommato godibile, in cui prevale l'azione frenetica. Poco da dire. 1) Non si può non sottolineare ancora una volta come in sole 64 pagine (pari a sei volumetti a striscia) G. L. Bonelli in sole 66 pagine riuscisse a mettere un sacco di cose. Certo, in poco meno di tre strisce di conclude tutto, compresa la scoperta dell'identit? del misterioso Cavaliere Nero (su cui peraltro, non è che ci fossero molti dubbi ), ma così andavano le cose allora. 2) Effetto congiunto della brevit? della storia e dello stile di GLB molto istintivo, ma sta di fatto che i temibili Cavalieri Neri di cui si parla sin dall'inizio della storia, in realtà appaiono solo nella terzultima e penultima striscia dell'ultimo albo. 3) Da antologia la fuga di Tex per tutta El paso, con tanto di entrata ad effetto in un saloon con il cavallo, fuga per i tetti e lotta casa per casa coi suoi inseguitori. clap 4) Con questa storia si chiude un ciclo narrativo per Tex e la cosa è chiara sia all'autore che all'editore, perchè viene debitamente segnalata negli ?strilli? per l'episodio seguente. 5) Questa è la prima storia di Tex interamente disegnata da un disegnatore che non sia Aurelio Galleppini. Nelle storie precedenti, infatti, Galep era comunque presente od in veste di matitista od in quella di inchiostratore delle matite altrui. Qui, invece, per la prima volta, matite e chine sono del solo Mario Uggeri e di Galep nemmeno l'ombra. (anche se è possibile, se non probabile, che abbia effettuato, qualche ritocco ai visi di Tex). 6) Su Uggeri mi piacerebbe dire qualcosa. Disegnatore ingiustamente sottovaluto ed illustratore di notevole valore (giusto per farvi un'idea, guardate qui: http://www.sergiobonellieditore.it/news/co... r04/uggeri. htm). Quello per cui lo ricordo davvero è ?Yuma Kid' sulla ristampa che ne fu fatta sulla Collana Rodeo. Anche lui era vittima della catena di montaggio che lo costringeva a lavorare troppo in fretta. Incidentalmente, anche lui, come Galep era di evidente scuola raymondiana. 7) Uggeri realizzer? anche un'altra storia di Tex, ?Il mistero delle Montagne Lucenti?, che nelle intenzioni originali doveva uscire subito dopo questa, ma poi fu accantonata per essere, invece, proposta un paio d'anni più tardi, in un momento in cui Galep era in difficolt? con le scadenze. Tra l'altro, il problema delle scadenze deve essere il motivo per cui affidarono ad Uggeri la realizzazione di 9 albetti a striscia. E con questo, chiudo,
  13. Carlo Monni

    [09] Il Dio Puma

    Storia breve, ma non per questo meno carina. Analizziamo quel poco che c'è da analizzare nel dettaglio: 1) prima volta in cui viene trattato il tema degli intrighi di potere nelle tribù indiane ed a presentarci alcuni clich? che ritroveremo in futuro quando si parler? di stregoni. 2) Certo: Toba e sua madre non hanno veri poteri magici e tutto il loro potere si basa su dei trucchi e sullo sfruttamento della superstizione dei poveri Yaqui, ma per ciò che riguarda gli intrighi politici non hanno nulla da farsi insegnare dal Machiavelli. 3) Ancora una volta Tex si dimostra, per dirla con gli anglosassoni "larger than life". Costretto a lottare con un puma armato solo di un coltello datogli di nascosto da un giovane yaqui, Tex se la cava in una lotta breve, ma con il respiro dell'epica. Il suo arrivo al salvataggio di Tiger, destinato a morire divorato vivo dagli avvoltoi nel finale, ne fa una specie di forza della natura contro cui nulla si può, se non cedere. 4) Non credo di sbagliare se dico che debbono essere situazioni come queste che Boselli ha tenuto sicuramente presenti nell'elaborare le apparizioni di Tex in storie come "Terra di confine". Decisamente buono come sempre il lavoro ai disegni del duo Galep & Uggeri (quest'ultimo quasi sicuramente presente alle chine pur se non accreditato a tutt'oggi).
  14. Carlo Monni

    [08/09] La Banda Dei Dalton

    Parliamoci chiaro: siano di fronte ad un falso storico, bello quanto volete, a pur sempre tale. Come certamente saprete la Banda dei Dalton è esistita realmente e le brevi "schede", con tanto di "foto segnaletica" che G. L. Bonelli ci fornisce su di loro ad inizio storia sono sostanzialmente esatte nei punti fondamentali. Dove comincia la pura invenzione ?, ovviamente sia nell'intervento di Tex, che nella "compressione" di tutta la vicenda, che in questa storia si conclude nel giro di pochi giorni, mentre nella realtà la parabola dei Dalton dur? per ben due anni, dal 1890 al 1892. Senza alcuna remora Bonelli mescola fatti reali e fantasia più sfrenata con abile capacità e lascia del tutto perdere la realtà storica nel finale, dove muoiono tutti, mentre, giusto per la cronaca, diversi dei Dalton Boys, tra cui Emmett e Bill Doolin sopravvissero per diversi anni. Il suo ?allievo? mauro Boselli non avrà anche lui remore a fare lo stesso con la banda di Dave Mather e Hoodoo Brown ne ?I giustizieri di Vegasè. Ma passiamo a segnalare i punti più rilevanti: 1) Questa storia segna il debutto di Tiger Jack come pard di Tex. Di lui non sappiamo assolutamente nulla e dovremo aspettare ben 42 anni per conoscere le circostanze in cui lui e Tex si sono conosciuti, ma ben presto si scaver? un posto d'onore nel cuore dei texiani doc. 2) In questa storia apprendiamo anche che Lilyth è morta e che Tex ha un figlio, ma a parte che è maschio non ci è dato sapere altro. 3) C'è, quindi, un discreto divario temporale, quindi, tra questa storia e la precedente, "Il patto di sangue", ma quanto è grande questo divario? Proviamo a vedere se siamo capaci di dare una risposta. Quando Tex e Kit Carson si incontrano nel corso della storia quest'ultimo afferma che non si vedono da un anno. A quanto sembra, nelle intenzioni originali di GLB un anno era giusto il tempo passato dal finale de "Il patto di sangue" e ciò sarebbe testimoniato da un redazionale in terza di copertina dell'albo a striscia n° 56 della seconda serie. Successivamente, però, ne "Il giuramento", è lo stesso Bonelli a smentirsi, affermando che Tex ha passato due anni nella Riserva prima dello scoppio della famigerata epidemia che uccise Lilyth. Questa versione, peraltro detta nella storia, deve considerarsi ormai canonica e, del resto, non è certo incompatibile sia col fatto che Carson non veda Tex da un anno, sia con il fatto che egli non abbia mai incontrato Tiger Jack prima di allora. Oggi sappiamo che nell'intervallo tra "Il patto di sangue" e "La banda dei Dalton" si collocano cronologicamente almeno quattro altre storie uscite successivamente e precisamente: "Sul sentiero dei ricordi" (n° 575, di Nizzi & Civitelli), un'avventura di Tex e Lilith, situata poco dopo la fine de "Il patto di sangue" e comunque prima della nascita e forse del concepimento di Kit; "Furia Rossa" (nn° 384/386 di Nizzi & Ticci) con la narrazione del primo incontro con Tiger; "La grande invasione" (nn° 497/499 di Boselli & Marcello), in cui Kit è nato da poco e si vede un Kit Carson ancora con i capelli neri (nel corso della storia, in realtà, Tex e Carson non si incontrano, ma potrebbero averlo fatto subito dopo o subito prima e questo potrebbe essere proprio l'incontro a cui si allude nella storia che stiamo commentando ) ed, infine, proprio "Il giuramento" (nn° 103/106 di Bonelli & Galep) con la morte di Lilyth e la vendetta di Tex. Non è affatto escluso che altre storie ancora da scrivere si possano collocare in questi famigerati due anni, ma per ora questo non c'interessa. Per come la vedoi io, le vicende de ?La grande invasione dovrebbero essere ambientagte mengtre Tiger è in ritiro sui monti perso nel suo dolore per la perdita dell'amata Tanah. Tex e Carson dovrebbero essersi incontrati poco prima al battesimo di Kit alla missione di Taos con Carson a fare da padrino. Quanto a questa storia, si svolge non molto dopo ?Il giuramento? ed ecco che i tempi si riconciliano. 4) Ancora da segnalare è il comportamento cavalleresco di Grat Dalton nei confronti di Tex e Tiger quando effettuano il rocambolesco salvataggio di Bill Smith, Bob Dalton, invece, sarà decisamente più spietato e crudele quando, più avanti, catturati i due, li abbandoner? ad un'atroce morte nel deserto. 5) So che il salvataggio altrettanto rocambolesco effettuato da Dinamite ha fatto storcere il naso a qualcuno che ha trovato ingenua e poco plausibile la scena, ma io dico: "Al diavolo la plausibilit? ed il realismo a tutti i costi in certe circostanze. Dov?? andata a finire la sana sosppensione dell'incredulità che si deve eseercitare in questi casi? 6) In un impeto di generosit? tipica del personaggio, Tex lascia tutta la sua acqua a Tiger Jack, e si getta con tutta la sua determinazione deciso a precedere i Dalton al confine in una galoppata nel deserto che si può solo definire epica. 7) La fine di Eugenia Moore ha il sapore della tragedia greca. Anche se lei lo ha ferito, Tex non può infierire su una donna e la lascia andare incontro al suo destino. Da brivido la folle corsa della ragazza verso la morte ?inseguita? dalla voce implacabile di Tex. 8) Le date reali della parabola dei Dalton non si incastrano assolutamente con qualunque cronologia di Tex si voglia adottare, ma paradossalmente il Tex odierno potrebbe affrontare i Dalton senza problemi, visto che secondo la maggioranza dei suoi autori e critici ormai vive in un'epoca prossima a quegli eventi (ha avuto già avventure in un periodo che va dal 1889 al 1891). Da rimarcare, infine, la decisamente buona prova dell'ormai rodato duo Galep & Uggeri alle matite e chine.
  15. Carlo Monni

    [07/08] Il Patto Di Sangue

    Veniamo, finalmente al commento a questa storia che si può solo definire con un aggettivo: mitica. Anche se non la metter? di certo tra le migliori dieci di Tex o del solo GLB, ha un'importanza senza paragoni perchè è qui che Tex trova una moglie e, di fatto, una casa. Qui si forgia il suo legame con i Navajos che lo porter? addirittura a diventarne il capo. Certo, la cosa non avviene esattamente secondo i canoni di un buon corteggiamento, ma quel che importa è il risultato no?Quanto alla storia, c'è poco da dire: mitica, per l'appunto, come quasi tutte quelle di quel periodo. Innanzitutto si segnala per la sua lunghezza, ben 22 albetti settimanali a striscia, pari a 213 pagine e una striscia, ovvero quasi due albi moderni, cosa decisamente insolita per quel periodo. Praticamente la più lunga storia di Tex fino ad allora. Bonelli mette molta carne al fuoco e la cucina molto bene, direi. Abbiamo un p? di tutto: gli indiani in rivolta, la banda di fuorilegge che fomenta la rivolta stessa, la cricca che tiene in pugno la città, sceriffi e funzionari corrotti, l'innocente ingiustamente perseguitato e perfino il giustiziere mascherato. Non parliamo poi dell'estrema varietà di scenari divisi abbastanza equamente tra cittadine violente e spazi aperti. Quasi una summa del cosiddetto canone bonelliano, allora in via di formazione. Veniamo ora ad un po' di osservazioni:1) A suo tempo ci fu (sul Forum di TWO) chi storse il naso di fronte alla rapidit? con cui si svolsero le cose ed alla credibilit? del susseguente innamoramento di Tex. Ci fu anche, peraltro, chi defin°, Llilyth una sciacquetta, priva della sensualit? e del carisma di una Tesah o di una Lupe Velasco. Non dico che in critiche del genere non ci fosse un minimo di fondamento ma giusto un minimo. Per chiarire il mio pensiero non credo di aver di meglio che riportare alla lettera quello che ritengo un dialogo da non sottovalutare (Lo trovate a pag. 83 del n° 7). Tex si congeda da Lilyth dopo la cerimonia e dopo aver convinto Freccia Rossa ad una tregua e si prepara a proseguire le sue indagini a Durango. monta a cavallo e lei gli chiede: "Tornerai Tex?" E lui risponde: "Torner? Lilyth, e non solo per seppellire per sempre la scure di guerra!" Già da queste parole si capisce secondo me che Tex non prende il suo impegno alla leggera. Nessuno, nemmeno la stessa Lilyth, se la prenderebbe con lui se dimenticasse questo matrimonio forzato che chiunque considererebbe non valido a causa della costrizione, ma questo non è lo stile di Tex. Nel periodo in cui Tex si rifugia dai Navajos poi è chiarissimo che le cose si sono evolute, che il legame è divenuto reale, basta vedere come Tex reagisce al rapimento, a tutto il suo atteggiamento nei confronti di Lilyth nel resto della storia. Certo, questa evoluzione non ci viene mostrata nei dettagli, Bonelli padre non era il tipo da perdere tempo in romanticherie. Anche se avesse avuto a disposizione tutte le pagine del formato moderno, secondo me, non avrebbe agito molto diversamente. Ciò che conta è che il legame tra i due ora esiste, il matrimonio di convenienza è divenuto un vero matrimonio. Tex ha incontrato la sola donna che potrebbe fargli abbandonare una vita vagabonda ed anche dopo la sua morte Tex ha comunque trovato quello che gli è mancato da quando ha lasciato il ranch paterno: una casa. Non è una cosa da poco. 2) A dire il vero, Tex trova anche un cane. Si chiama Satan e glielo regala Lilyth durante il ?periodo Aquila della Notte?. Probabilmente è una citazione del cane dell'Uomo Mascherato, che si chiama Diavolo. Onestamente non c'era molto spazio per lui nelle storie di Tex, che non poteva certo andarsene in giro per il west con un cane al seguito. Ecco quindi Satan scomparire quasi subito. Almeno però Bonelli se lo ricorda facendolo ululare fuori dalla capanna della morente Lilyth ne "Il giuramento" (e Civitelli non dimentica di farlo vedere al villaggio Navajo in ?Sul sentiero dei ricordi?).3) Ritornando a Lilyth ed al suo rapporto con Tex ecco un altro pezzo di dialogo interessante: a Kit Carson sorpreso di trovarlo sposato, Tex risponde: "Avevo già il cerchio della morte tracciato sul petto, e ho pensato che al governo sarebbe stato più utile un ranger sposato, MA VIVO, che uno scapolo morto." . In effetti, se anche voi foste costretti a scegliere tra il morire crivellati di frecce e spesare la bellissima figlia del capo, cosa scegliereste? 4) Incongruenze? In quei tempi eroici di mancanza di documentazioni gli indiani hanno tutti le piume in testa, i villaggi sono tutti composti da tepee e c'è quasi sempre un totem. Questa storia non fa eccezione. Freccia Rossa, capo dei Navajos, popolo affine etnicamente e culturalmente agli Apaches (il nome completo dei Navajos o Navahos dato loro dai loro avversari era: ?Apachu de Navaho?, che voleva dire: ?Nemici dei o dai campi coltivati? indicando che tra una scorreria e l'altra coltivavano la terra ed allevavano le pecore. Loro stessi si chiamavano semplicemente Dineh, ovvero: il Popolo?) porta in testa un copricapo di piume più adatto al capo dei Lakota Nuvola Rossa. Volendo c'è un modo per sanare questa incongruenza: lo stesso Freccia Rossa nel n° 10 ricorda di aver ricevuto diversi anni prima la mitica fascia di Wampum da un capo dei Dakotas durante un suo viaggio al nord. In quell'occasione potrebbe aver ricevuto in dono un bel casco di piume che da allora ha portato orgogliosamente anche se non era nel costume della sua gente farlo. 5) Storia memorabile anche per la varietà di personaggi che mette in campo. Mi preme ricordare la vecchia Bessie, tanto cattiva e furba quanto grassa (ed era molto grassa laughing).6) Tex si ritrova ancora una volta incastrato per un omicidio non commesso (e siamo alla terza volta in 13 storie, se non vado errato) e torna ad essere, sia pure per poco, un fuorilegge. Per continuare le sue indagini si inventa il personaggio del Cavaliere Nero che i Navajos battezzeranno col nome di Aquila della Notte con cui da allora in poi Tex sarà conosciuto tra gli Indiani. Qui GLB si diverte a citare i classici giustizieri mascherati del romanzo d'appendice.7) Primo esempio di tentata applicazione di quella che i messicani chiamano: ?Ley de Fuga? su Tex. Lo sceriffo corrotto di Durango finge di voler far fuggire Tex, ma in realtà è solo un piano per farlo fuori. Tex non ci casca ed è lo stesso sceriffo a morire per mano dei suoi al posto di Tex. A quei tempi erano pochi gli sceriffi a cui non portava male incontrare Tex. 8) Appaiono Brennan & Teller, ma sono solo due figure di secondo piano, fornitori di armi alla banda di Bessie e Jerry Stone. Nessuno all'epoca, nemmeno lo sceneggiatore, immaginava il ruolo e l'importanza che avrebbero avuto in futuro per i lettori texiani.9) Ritorna Kit Carson, stavolta con un look un po' diverso: capelli più lunghi ed giacca anch?essa più lunga e portata fuori dai pantaloni. Non cambia però il suo atteggiamento su Tex: ancora una volta è convinto della sua innocenza. Dopo un divertente siparietto con Marshall il vecchio Kit si mette sulle tracce di Tex ed ancora una volta non esita a schierarsi al suo fianco.10) Vorrei segnalare che proprio in questa storia c'è una scena che io mi diverto a citare spesso, paragonando quel Tex allo svelto slaccia cinturoni di certe storie più recenti. Interrogato da uno sceriffo che gli chiede: "Chi siete?" Tex risponde: "Siccome ho la memoria molto labile, ho fatto incidere il mio nome nella canna della pistola... perciò se proprio volete leggerlo... ditelo chiaro e tondo. Io farà uscire il proiettile che c'è in canna e voi... " Inutile dire che lo sceriffo si ritira borbottando.11)Il finale, poi, merita una citazione a parte: Tex e Carson soli contro un intero paese o quasi e da soli riescono a tenerli in scacco tutti in una memorabile battaglia in cui l'arrivo dei nostri, rappresentati dai Navajos, non stona affatto. Siamo ben lontani dai due vecchietti timorosi di affrontare anche una dozzina di avversari visti in certe storie più recenti.12)Dopo aver sistemato Brennan e Teller (i soli che sopravvivono di tutta l'organizzazione e mal gliene incoglier? a Tex), Tex si dimette ancora una volta dal corpo dei Rangers. Non disdegner? di collaborare ancora con loro, ma dovremo aspettare il n° 17 per vederlo pienamente reintegrato.13) Parlando dei disegni, siamo nella classica media del periodo: tratto essenziale e sfondi ridotti al minimo. Del resto, le scadenze erano sempre incombenti. Galleppini riesce comunque a fare un lavoro all'altezza della sua fama, aiutato, dalle chine di Mario Uggeri . Quando poi, nella seconda parte si trova a cedere le matite a Guido Zamperoni, sono le sue chine a mantenere comunque l'unit? stilistica della storia e se certo la differenza è notata dall'occhio più o meno esperto, specialmente per le pose dei personaggi, il risultato resta piacevole. La mano di Zamperoni (che comincia il suo lavoro dall'albo a striscia n° 43, ovvero da pag. 131 del n° 7). Si distingue anche dal modo con cui sono disegnati i cappelli. E con questo ho concluso.
  16. C'è stato un golpe in Messico: il presidente Manoel Perez è stato ucciso e Montales è prigioniero nell'isola prigione di Tiburon (l'Isola dello Squalo). Tex, reduce da un breve scontro con un pistolero arrogante non perde tempo e decide di aiutarlo. Si unisce ai suoi vecchi amici contrabbandieri (visti in "Fuorilegge") per passare clandestinamente la frontiera, ma i guai riescono a trovarlo lo stesso. Con il solo aiuto di vecchio compagno di Montales e soprattutto di una giovane donna in fuga da uno spietato tutore, Tex riesce a far evadere Montales e lui stesso si dà alla fuga nottetempo per sfuggire ad una donna. Ed ora un pochino di considerazioni. 1) Innanzitutto, una breve considerazione "filologica": in realtà questa storia inizia con l'albo a striscia "Ken Logan il duellista", ma lo scontro con Logan è solo una breve parentesi sul cammino dell'avventura e non produrrà conseguenze. Usare quel titolo per tutta l'avventura ?, quindi, sbagliato e fuorviante. Io userei, invece, il titolo quello dell'albetto è Lupe, la Messicana perchè, a voler ben vedere, è lei, quasi più dello stesso Tex, la vera protagonista della vicenda. 2) E che protagonista! Giovane (se la memoria non mi inganna afferma di avere 16 anni), dotata di una sensualità spontanea e non ignorabile, ingenua ma non troppo, coraggiosa ed avventurosa al punto da rifiutare il classico clichè della donzella in pericolo perfino quando il suo creatore ci si mette d'impegno a cercare di farle recitare quel ruolo. Se questa storia fosse stata scritta solo pochi decenni dopo, indubbiamente Lupe avrebbe avuto le carte in regola per essere una vera e propria compagna d'avventure per Tex. Purtroppo le convenzioni narrative dell'epoca e le personali inclinazioni di GLB riservavano alla donna un ruolo del tutto marginale nella narrativa avventurosa, specie se diretta ai giovani. 3) Anche se mai dichiarata esplicitamente è chiarissimo, però, per chi i lettori meno ingenui che c'è una forte tensione erotica, se non sentimentale, tra Tex e Lupe. Non che Tex non avesse avuto a che fare in precedenza con donne interessate a lui in quel senso (basti pensare a Tesah, Marie Gold e Joan Baker), ma Lupe è la prima che appare davvero determinata a prenderlo al laccio, (gli chiede esplicitamente di sposarla) al punto che l'unica via d'uscita che il nostro vede alla situazione creatasi è quella di scappare nottetempo. Decisamente Tex aveva paura di cedere. 4) Incidentalmente parlando, se casomai qualcuno avesse da obiettare all'aventuale coinvolgimento di Tex con una minorenne, mi limito a ricordargli che all'epoca di Tex, ma anche all'epoca in cui fu scritta la storia, una ragazza dell'età di Lupe era già in età da marito da un pezzo e di lì a pochi anni se non ne avesse trovato ancora uno sarebbe stata definita una zitella. 5) Incidentalmente parlando, io rivedrei volentieri Lupe, che, tra l'altro, se aveva davvero 16 anni più o meno un anno prima della nascita di Kit, oggi (vale a dire nell'epoca in cui si svolgono le attuali storie di Tex ) dovrebbe avere tra i 35 ed 40 anni e non aver perso nemmeno un briciolo della sensualità di cui parlavamo sopra. Onestamente, mi piacerebbe davvero sapere che fine ha fatto e rivederla di nuovo, dopo tanti anni, alle prese con Tex. Il problema, se vogliamo chiamarlo tale, è che Tex proprio non potrebbe rimanere indifferente alla presenza di Lupe (lo stesso problema, tutto sommato, che avrebbe con presenze forti come Tesah o Marie Gold) e credo che proprio per questo motivo Sergio Bonelli difficilmente autorizzerebbe un simile ritorno, purtroppo (anche se non bisogna mai dire mai). Senza contare, comunque, che il ritorno di un personaggio come Lupe (o Tesah o Marie Gold) non potrebbe, almeno a mio parere, avvenire in una storia banale, ci vorrebbe una storia che abbia lo stesso tipo di atmosfera di storie memorabili come "Il passato di Carson" oppure "Gli Invincibili" (e così facendo, mi rendo conto di aver dato inconsciamente un suggerimento su chi, a mio parere dovrebbe essere l'autore di un'eventuale storia con il ritorno di Lupe ). 6) Il secondo amico che affianca Tex in questa storia nelle ultime edizioni (Nuova Ristampa e Tex di Repubblica) è chiamato Jorge. Nell'edizione originale era chiamato Drigo. Ovvio che nelle intenzioni di G. L. Bonelli doveva essere lo stesso che compariva in "Fuorilegge" e "L'eroe del Messico" . Peccato, però, che Il Drigo dei nn° 3 e 4 fosse: magro come un chiodo, alto e con il volto affilato e glabro. Quello che compare in questa storia è, invece, di altezza media, cicciottello, con il volto paffuto e con i baffi. Insomma sono proprio totalmente diversi. Credo che sia per questo che con la Nuova Ristampa (che è la base del Tex di Repubblica) Sergio abbia deciso per il cambio di nome. Ovviamente il fatto che si capiscano le ragioni non significa necessariamente che si debba condividerle. 7) Continua il parallelismo con la Rivoluzione Messicana del 1911: Manoel Perez viene ucciso quasi come Francisco Madero. Come sempre, inutile tentare di incastrare questi eventi con quelli della reale storia del Messico dal 1867 in avanti. 8) Spetterà a Montales mettersi a capo degli insorti. Solo dopo molti anni i lettori sapranno che la fazione di Montales ha vinto. Se è vero che i lettori dovranno aspettare quasi 22 anni per rivedere Montales (praticamente quasi lo stesso numero di anni che passano nella finzione narrativa tra questa storia e "Il ritorno di Montales"), pare ormai quasi certo che Tex abbia avuto modo di rivederlo (e Carson di conoscerlo) anche prima della storia narrata nei nn° 137/139 in storie mai narrate e che magari un giorno lo saranno. 9) Ma l'Isolal Tiburon di questa storia è la stessa Isola Tiburon dove diversi anni dopo El Rey, antagonista nell'omonima storia porrà la sua base? Probabile che sia così. In questo caso, il castello di El Rey altro non dovrebbe essere che la fortezza-prigione in cui fu rinchiuso Montales, presumibilmente ormai in disuso da anni. 10) Vogliamo parlare di sospensione dell'incredulità? Il direttore e la guarnigione di Tiburon devono averen avuta davevro tanta per poter credere che Tex potesse essere l'ambasciatore americano in Messico. 11) Questa storia dovrebbe svolgersi subito dopo gli eventi del flashback del Color Tex n° 1: "E venne il giorno". Sempre all'altezza le matite di Galep e le chine di Mario Uggeri. La storia mi è piaciuta e la ricordo sempre con molto piacere, forse anche per la presenza di Lupe. Probabilmente non la si può definire un capolavoro, ma se il compito di una storia è divertire e magari anche far riflettere un pò, direi che questa storia assolve benissimo il suo compito. ::evvai::
  17. Carlo Monni

    [05/06] Doppio Gioco

    C?? del marcio a Devil's Hole (e già il nome è tutto un programma): i fratelli Benton vogliono impadronirsi delle miniere del vecchio Linyard anche a costo di arrivare al rapimento ed al ricatto. Tex e Carson sono chiamati a riportare l'ordine e decidono (cioè è Tex a deciderlo) di agire separati: Tex agir? in prima linea e Kit si infiltrer? sotto falso nome nella banda dei Benton dopo aver sacrificato alla causa il suo pizzetto ed i baffetti. :capoInguerra: Solito giro di curiosità ed amenit?: 1) Per la prima volta abbiamo la possibilità di vedere Kit Carson senza baffi e pizzetto, ma il nostro non si farà mancare una barba di un paio di giorni, giusto per aver l'aspetto patibolare che ci si aspetta da uno scagnozzo di un capobanda come Amos Benton. 2) I Benton amano la teatralit?. Nell'ufficio dello sceriffo (sarebbe più corretto Marshall, ma non stiamo a sottilizzare) hanno lasciato una stella di latta sforacchiata ed un teschio, come avvertimento per chi volesse fare il tutore della legge. Ovviamente Tex non si lascia intimidire. 3) Diversamente dal fratello Bill, Amos Benton è una testa fina e vorrebbe risolvere le cose senza necessariamente usare la violenza. Per esempio sposando Dora Linyard (che è anche una bella figliola, c'è da capirlo ). Solo quando vede che non c'è scelta si decide a giocare il tutto per tutto per eliminare gli avversari. Solo il provvidenziale arrivo di un reparto di Rangers permetter? a Tex e Carson, che comunque si battono come leoni, di sopravvivere assieme ai Linyard. Ai Benton non rester? che mordere la polvere. 4) Per liberare Carson, che è stato scoperto, Tex si traveste da chitarrista messicano. 5) Dory, Cora, Dora. GLB non dimostrava molta fantasia nel dare il nome alle donne che all'epoca erano frequenti su Te, in compenso Galep era molto bravo nel disegnarle con le dovute curve. clap 6) Subito dopo questa storia dovrebbe svolgersi il flashback presente nella storia ?E venne il giorno? di prossima uscita nella nuova collana Color Tex. 7) Buona parte di questa storia verr? riciclata con nuovi dialoghi e qualche vignetta aggiunta per comporre la storia ?Avventura a Cedar Minesè. 8) Forse è solo una mia impressione, ma direi proprio che in questa storia l'apporto di Mario Uggeri ai disegni è più pesante del solito. Forse le matite di Galep erano più leggere, forse Uggeri ha esagerato con l'inchiostro o forse è davvero solo una mia impressione, chissà? In sintesi: storia gradevole, ma senza molte pretese.
  18. Carlo Monni

    [05] Satania

    Satania, chi è costei? Tex ha appena il tempo di riprendersi dalle ferite ricevute che Marshall spedisce sia lui che Carson in una nuova missione: nella cittadina di Yuma, in Arizona, per sgominare una banda di rapinatori il cui capo si dice sia una donna. Dopo un tumultuoso arrivo in paese, essere sopravvissuti ad un paio di agguati ed al più strano attentato mai visto in un fumetto western, i due verranno a capo della matassa scopriranno chi si cela dietro la maschera di Satania. ed ora qualche curiosità:1) Questa storia ha il primato di ospitare dal principio alla fine la coppia Tex e Carson e già si vedono in nuce tutte le future dinamiche del rapporto tra i due pards. 2) L'identit? di Satania non è certo un grande mistero, visto che Cora Gray era, di fatto, l'unica sospettata e sospettabile, ma come sempre in questi casi non è l'intreccio giallo a stare a cuore a G. L. Bonelli, ma solo l'avventura.3) Cora Gray appare un personaggio decisamente ben caratterizzato e non può rimanere indimenticabile nel cuore di ogni texiano d. o. c. Solo al pari di Dona Manuela Guzman e Janet Brent, raggiungeranno un simile carisma, a mio parere.3) Ben fatti, tra l'altro, i giochetti di seduzione reciproca tre Tex e Cora, che agisce forse con troppa leggerezza nel mettere Tex sulla pista giusta, contando probabilmente troppo ingenuamente sul fatto che sia lui che Carson non potranno mai rivelare ciò che sanno o forse c'è di più? Di certo sembra che l'attrazione tra Tex e Cora sia reale.4) Stupenda la scena in cui lo scimmione Gombo (dovrebbe essere un orango, ma sembra più un gorilla) è inviato ad uccidere Tex e Carson usando come traccia l'odore sul fazzoletto di Tex (che Cora gli aveva richiesto in pegno). Ispirazione da ?I delitti della rue Morgue? di Poe? Molto probabile. Oggi, probabilmente, ci sarebbe chi griderebbe alla non verosimiglianza della scena o si scandalizzerebbe perchè un orango nel west non ci azzecca niente, ma io dico: al diavolo le regole. GLB si è divertito ed io pure ed è questo che conta. 5) Qualcuno si è scandalizzato o comunqe risentito perchè Kit Carson ci fa la figura del vigliacco, paralizzandosi dava nti a Gombo. Onestamente non ci trovo bnulla di strano. Il Carson di oggi ne ha viste parecchie e ci sono ormai pochissime cosse che lo paralizzerebbero dal terrore, ma all'epoca quell'orango doveva sembrargli una specie di apparizione demoniaca, visto anche che un inerro caricatore della sua psitola non l'aveva fermato. 6) Peraltro, da dove viene l'orango? Perchè Satania ha un servo malese? Tutte domande a cui GLB non fornisce risposta, il passato di Cora Gray ed il perchè abbia deciso di darsi al crimine non ci vengono svelati: non interessa a Bonelli.7) Mauro Boselli aveva in mente di scrivere una specie di seguito a questa storia, chiamato ?La figlia di Satania?, ma Sergio Bonelli gliel'ha bocciato solo a sentire il titolo. Peccato, io l'avrei letta volentieri quella storia, che m?immagino con un soggetto in stile romanzo d'appendice. La figlia di Satania sarebbe stata buona o cattiva od un po' di tutte e due? Forse non lo sapremo mai. Sempre di buon livello i disegni dell'ormai abituale duo Galep & Uggeri. In sintesi: un'altra gradevole storia del periodo "pioneristico clap ".
  19. Carlo Monni

    [04/05] La Banda Del Rosso

    Appena tornato negli USA Tex si ritrova subito in mezzo ai guai. Questa volta deve aiutare una coppia di anziani allevatori a resistere alle angherie di una banda guidata da uno spietato meticcio noto solo come Il Rosso, che vuole costringere a vendere il loro ranch. Tex non perde tempo a schierarsi dalla loro parte ed ad inaugurare un cimitero privato tutto per gli sgherri del Rosso. Il primo confronto tra i due sarà decisamente duro. Il Rosso (il suo vero nome non lo sapremo mai) si rivela crudele, spietato e sleale, un avversario da cui Tex deve guardarsi bene. Se ne accorgerà a sue spese quando, catturato, sarà prima torturato ed infine gettato in pasto alle formiche. Salvatosi per puro miracolo Tex non tarderà a prendersi la giusta vendetta ed ad amministrare la giustizia nel suo personalissimo modo. Tutto semplice, tutto lineare, quindi? Si e no. A tirare le fila è l'ambiguo Giudice Bess, che timoroso che quando la nipote, figlia del suo defunto fratello, avrà raggiunto l'età per entrare in possesso del patrimonio di cui lui è amministratore scopra gli ammanchi da lui fatti per finanziare i suoi vizietti privati. Bel tipo questo giudice, che non esita a pianificare l'assassinio della nipote quando i suoi altri piani rischiano di fallire. Ma c'è ancora di più, perchè tra i vizi del Giudice c'è anche l'oppio e la sua associazione con un'organizzazione che si occupa di smerciarlo nel sud ovest degli Stati Uniti. A questo punto ecco entrare in gioco un sinistro individuo ed una setta segreta di cinesi, tanto per divertirci. Da segnalare: 1) Tex viene torturato dal Rosso, spedito in pasto alle formiche, cade in un fiume e gli basta solo un sigaro per rimettersi a nuovo. Perfino il dottore non riesce a crederci. 2)Tanto per non farsi mancare nulla Tex viene catturato e torturato anche dai cinesi del sinistro Wang. 3) Tex catturato per ben due volte? Ebbene si, e allora? Tex non è infallibile e talvolta gli capita di farsi sorprendere. L'importante è quello che accade dopo. E qui Tex si comporta magnificamente. Piccolo colpo di sceneggiatura il fatto che Tex, pur sospettoso, si lasci sorprendere da Sterns perchè ha comunque il dubbio che sia davvero un paralitico. Ogni tanto anche Tex abbassa la guardia, ma questo non vuol dire necessariamente che faccia una figura da piccione. 4) Abbiamo qui una delle migliori sequenze letterarie di G. L. Bonelli e precisamente quella in cui Tex con un coltello nella spalala, incurante della ferita e del sangue che perde, percorre la strada sino all'ufficio dello sceriffo. La didascalia d'accompagnamento è una delle cose più intense che il creatore di Tex abbia mai scritto. 5) Riappare Kit Carson e da qui in avanti diventa il compagno d'avventure per eccellenza di Tex. Non solo: qui appare in quello che, colore dei capelli a parte, diventerà il suo look definitivo, anche se non mancheranno variazioni temporanee. 6) Tex viene riammesso nei Rangers da Marshall in persona, che si scusa per aver dubitato di lui. Da ora in avanti il fatto che è un Ranger diventa di pubblico dominio e cade la sua copertura di fuorilegge. 7) Tom Weber, lo sceriffo di Maricopa, è il fratello del defunto Jeff, il ranger ucciso fuori scena dalla banda di Bud Lowett, che convinse Tex a diventare un uomo di legge. Nella storia appare anche il di lui figlio Jack (che il letterista nell'edizione originale ogni tanto scrive Yack). Il ragazzino oggi deve essere un uomo vicino ai 30 anni. Magari lui ed il padre potrebbero tornare in qualche storia. 8) In questa storia appare per la prima volta come avversario una setta segreta cinese. GLB è evidentemente influenzato dai romanzi e film sul cosiddetto pericolo giallo ed in particolare da quelli con protagonista il diabolico Dr. Fu Manchu. Le sette cinesi saranno il nemico principale o secondario in almeno altre 4 storie scritte da Bonelli. 9) Reparto incongruenze: all'epoca di Tex il commercio ed il consumo dell'oppio erano legali. In tutti gli Stati Uniti. Solo la California, Nel 1875, passè una legge per proibire le fumerie d'oppio e nel 1883 fu approvata una legge federale per tassare l'importazione di oppio da un minimo di 6 ad un massimo di 300 dollari la libbra (un modo surrettizio per scoraggiare la suddetta importazione). Non si vede quale reato avrebbero commesso, quindi, Sterns ed i suoi tranne quello di contrabbando. Ma come dico sempre non siamo troppo fiscali. 10) Nell'edizione originale di questa storia i neri parlavano con la "B" al posto della "P", e la "Z" al posto della "S" mentre i cinesi parlavano quasi tutti usando la L al posto della R. Nelle ristampe recenti la cosa è stata corretta. Devo dire che, non ponendosi come ristampe filologiche non ho avuto obiezioni di sorta. Quanto al trattamento dei personaggi di colore e cinesi in questa storia, posso solo dire che G. L. Bonelli era figlio del suo tempo, con tutti i limiti che questo comportava. Non ritengo che ci fossero intenti razzisti in lui. In seguito il suo trattamento dei pochi comprimari di colore sarebbe stato di ben altro spessore. 11) Ultima notazione: c'è chi avrebbe proposto di suddividere questa storia in due, separando la parte a Maricopa da quella con il Rosso. Per me si tratta di un'unica storia, invece. Come sempre, buona prova del duo Galep & Mario Uggeri alle matite. Giudizio sintetico: una delle migliori storie del periodo. La rileggo sempre con molto piacere.
  20. Un'altra storia del primo periodo non commentata? Non riesco a crederci. :shock: :malediz... Ok, andiamo avanti imperterriti. ::evvai:: ?L'eroe del Messico?, ovvero: "Come Tex ha vinto la Rivoluzione Messicana?. Volendo sintetizzare al massimo la trama di questa storia, infatti, si può tranquillamente dire che si tratta della personale rilettura da parte di G. L. Bonelli della rivoluzione messicana del 1910/1920, portata indietro nel tempo di una trentina d'anni e concentrata in pochi mesi. Chi conoscesse i fatti per averne letto su qualche libro od aver visto qualche film non farà fatica, ad esempio, a riconoscere in Manoel Perez lo sfortunato Francisco Madero (praticamente identica la fine del primo, avvenuta nel 1913 e del secondo, narrata a Tex nel n° 6). Volendo si può anche avanzare un parallelismo tra Montales ed Emiliano Zapata, ma forse esagero. Del tutto inutile, in ogni caso, provare a conciliare gli eventi narrati in questa storia con la realtà storica, che negli anni in cui dovrebbe essere ambientata (sempre che si accetti la mia cronologia, sèintende) vedeva il Messico impegnato nello scontro tra Massimiliano D'Asburgo, aspirante imperatore sostenuto dalle armi francesi, e Benito Ju?rez che in molti (Stati Uniti compresi) riconoscevano come il legittimo Presidente del Messico. Non facciamoci troppe domande e godiamoci la storia. Del resto, se andassimo a cercare nei libri di storia l'invasione del New Mexico da parte delle truppe messicane vista nella storia precedente, non ne troveremmo traccia. :generaleN: Praticamente in tutta la storia Tex non veste mai i suoi tradizionali abiti. Dapprima, infatti, usa il costume di "El Desperado", successivamente an tradizionale tenuta da cowboy con la camicia a quadri ed un gilet di pelle. Lo rivediamo nella tenuta abituale solo nell'ultima striscia. Oggi non so se la cosa sarebbe ritenuta accettabile non solo da Sergio Bonelli, ma anche da qualche frangia di lettori "più realisti del Re". il nome della spia che Tex smaschera con un trucco durante una riunione dei ribelli a casa di Manoel Perez è Don Juan Tenorio, che è poi il nome completo del personaggio di fantasia (a differenza di Casanova ), seduttore imperterrito di donne più o meno giovani, che noi conosciamo come Don Giovanni. Non fa onore al suo nome, però, perchè è decisamente bruttarello ed è pure stupido. laughing In questa storia vediamo brevemente apparire un telefono. A prescindere dalla sua data d'invenzione il telefono cominciò ad essere commercializzato dopo il 1876. Dobbiamo consideralo, quindi, un anacronismo. Uno dei tanti del periodo. Chi (e ce ne sono ancora in giro, purtroppo ) accusa Tex di essere fascista dovrebbe rileggersi l'appassionato discorso che Tex fa a Montales dopo essere stato costretto, per proteggere la loro fuga, ad uccidere tre soldati la cui unica colpa era di indossare una divisa. Con quel discorso Tex fa chiaramente capire che sta dalla parte degli oppressi sempre e comunque e che sa distinguere fra le colpe di chi d' gli ordini e quelle di chi, per ignoranza o costrizione, quegli ordini non può far altro che eseguirli. Inoltre Tex ha ben chiaro quali debbano essere gli scopi di una rivoluzione e non sbaglia, visto che in breve tempo è la "Revolucion" a vincere. Anche in questa storia, in aiuto a Galep, sempre secondo autorevoli fonti, ci sono le chine di Mario Uggeri. In sintesi: un'altra bella storia del periodo pioneristico. ::evvai::
  21. Carlo Monni

    [03/04] Fuorilegge

    Ed eccoci a commentare una vera e propria storia fiume: quasi 16 albi a striscia per poco più di 160 pagine odierne. Una storia significativa principalmente perchè segna la prima apparizione di quello che sembra un cattivo come tanti, ma che, quando ormai ci eravamo dimenticati di lui, tornerà per diventare la nemesi ricorrente di Tex: Mefisto. Diversi sono gli elementi significativi: 1) Tex, incastrato dalla perfida Lily Dickart, viene accusato di tradimento ed omicidio e condannato a morte. Solo l'intervento di Kit Carson gli permetterà di evadere. Ridiventerà così di nuovo un fuorilegge ricercato, con tutte le conseguenze del caso. A quanto pare, Bonelli non ce la faceva proprio a tenere il suo personaggio ingabbiato nelle pastoie della legalità. 2) Abbiamo il primo tassello della solida amicizia tra Tex e Carson. Kit non ha dubbi: Tex è innocente e va aiutato. Al diavolo le conseguenze. 3) La trama risente davvero molto di suggestioni da feuilleton ed in particolare l'influenza di Alexandre Dumas padre. Abbiamo: una coppia di cattivi sopra le righe che tessono trame nell'ombra, un innocente ingiustamente condannato, un viaggio avventuroso ed una punizione dei cattivi molto ad effetto. Per dirla tutta, secondo me, l'influenza di Dumas si vede soprattutto nella caratterizzazione del personaggio di Lily e nella sequenza finale con la cattura dei responsabili, che a me personalmente ha ricordato la punizione di Milady da parte di Athos nel finale de "I tre moschettieri". 4) Bisogna dire che se Lily emerge di prepotenza nella trama, suo fratello Steve, alias Mefisto, appare decisamente più incolore e non mostra nemmeno l'ombra del carisma che manifesterà vent'anni più tardi per Tex e nove per i lettori. 5) Una curiosità: sono io che fin dalla più tenera età devo avere un animo particolarmente malizioso o davvero GLB adombra una sorta di rapporto incestuoso tra Steve e Lily Dickart? 6) Prima apparizione anche di Montales "El Desperado" ed inizio di un'altra amicizia importante. Montales ha il privilegio di essere il primo amico ricorrente di Tex ad apparire nella serie. 7) Mentre dà la caccia a Mefisto Tex trova anche il tempo di smascherare un banchiere truffaldino ed impedire una finta rapina in banca, dare una lezione allo sceriffo corrotto di El Paso (usando il suo tipico trucco di rovinargli le mani a colpi di pistola e dare il suo contribuito ad una rivoluzione messicana. a quanto pare non riesce proprio ad occuparsi solo degli affari suoi. 8) Ancora una volta la storia non finisce a fine albo ma si salda nella successiva senza soluzione di continuità. Nella mia personale classificazione, subito dopo la partenza di Mefisto e sorella per Fort Tampico comincia la storia "L'eroe del Messico". Decisamente buona la prova del duo Galep & Uggeri ai disegni. Questa è una di quelle storie del periodo d'oro a cui sono più affezionato e rileggo volentieri se me ne capita l'occasione.
  22. Carlo Monni

    [002] La Banda Di Kid Billy

    Un solo topic per due storie differenti? Mi adeguo, ma segnalo agli amministratori perchè valutino se non sarebbe il caso di separare le due discussioni. ?La banda di Kid Billy? Storia brevissima e di ordinaria amministrazione, se non fosse per un particolare rilevante: è la prima avventura in cui Tex ?collabora? con Kit Carson e già solo questo basterebbe a farla ricordare. Altre cose degne di nota: 1) Interessante il modo con cui Kid Billy riesce a far sparire le tracce delle mandrie razziate. In seguito Tex si trover? ad aver a che fare con razziatori altrettanto creativi: nelle storie ?Sulle rive del Brazosè e ?La caccia?. 2) Da ricordare la scena in cui Tex, come biglietto di presentazione buca un asso di quadri in pieno centro. Qualcuno dir? che è inverosimile, che una carta colpita da una pallottola calibro 44 o 45 avrebbe dovuto rompersi. Io dico: e a chi importa? 3) In queste primissime storie il vestiario di Kit Carson varia parecchio. Alla sua prima apparizione indossa una camicia a quadri, qui, nella prima parte della storia, il buon Kit ha sempre la camicia a quadri, ma con un gilet; nella seconda parte indossa una prima versione del suo abito più celebre, con il giaccone lungo ed il cappello nero. Quando lo ritroveremo (in ?Fuorilegge?) avrà di nuovo camicia a quadrettoni e cappellone. 4) Il nome Kid Bill è ovviamente ispirato a quello di Billy the Kid, ma tra i due non c'è nemmeno la bench? minima somiglianza fisica, caratteriale e di modo d'agire. In questa storia Galep viene affiancato alle chine da Mario Uggeri, che d'ora in avanti inchiostrer? le sue storie per almeno un paio d'anni. ?Il mistero dell'idolo d'oro? Ed eccoci arrivati alla prima storia lunga ed articolata di Tex (ben sette albetti a striscia per poco più di 70 pagine, è vero, ma è comunque un piccolo record per l'epoca). Si parte con delle misteriose uccisioni di chiunque abbia avuto tra le mani un misterioso idolo d'oro di probabile origine azteca. Gli ingredienti sono vari: c'è una bellissima india abbigliata in maniera un po' improbabile (si veda il copricapo di penne più in sintonia con un capo delle tribù delle Grandi Praterie che con una principessa azteca o presunta tale), un tesoro sottratto alla brama dei Conquistadores, una ragazza in pericolo, una valle nascosta, un doppiogiochista che finge di voler aiutare gli Indios, ma in realtà vuole solo il tesoro ed ecco gli ingredienti di una storia forse non memorabile, ma accattivante sicuramente. La trama è molto debitrice di atmosfere da feuilleton, con qualche debito anche nei confronti di Arthur Conan Doyle. Solite osservazioni. 1) Prima apparizione di un tema che Bonelli user? in seguito molte altre volte: la comunit? di discendenti degli Aztechi, possibilmente abitanti di una valle nascosta o similare, che sognano un impossibile riscatto. 2) Una volta saputo il perchè del comportamento della bella Yogar, Tex la perdona immediatamente e dimentica non solo che lei ha tentato di ucciderlo (cosa, in fondo, comprensibilissima ), ma anche che ha fatto fuori un bel po' di gente innocente pur di recuperare l'idolo perduto. Ancora una volta Tex dimostra di avere un senso di giustizia che non coincide coi dettami delle leggi. 3) Visto che non conosce ancora El Morisco, Tex chiede aiuto a Tesah per avere notizie sulla storia del misterioso idolo. Magari non sarà sapiente come El Morisco, ma bisogna dire che Tesah si presenta sicuramente meglio. 4) Vero tripudio di donne in questa storia: oltre alle già citate Tesah e Yogar, abbiamo anche Estrella Miranda, padrona della posada Estrella del Rio (Stella del Fiume per chi ama le traduzioni), che si dimostra una vera ammiratrice di Tex (e chissà dove si spingerebbe per dimostrarglielo se non fosse interrotta). Fisicamente Estrella è presumibilmente ispirata, come dicono in tanti, a Rita Hayworth, allora stella in ascesa), ma il suo abbigliamento ed il suo nome ricordano piuttosto la cantante, ballerina e attrice Carmen Miranda. 5) Alla fine della storia Tesah, che Tex si era dato tanto da fare per salvare da un'orribile morte, semplicemente scompare senza una spiegazione. Non si rivedrà mai più, purtroppo. 6) Come altre storie di questo periodo, non ha un inizio ed una fine ben definiti. Per parte mia considero finita la storia con il commiato di Tex da Yogar ed il suo ritorno a Santa Fe. Come sempre di buon livello i disegni di Galep, qui con le chine di Mario Uggeri.
  23. Stavolta riporto qui un mio vecchio intervento sul forum di TWO debitamente modificato. La prima storia veramente epica di Tex e la dimostrazione che per realizzare una storia epica bastano anche poche pagine (secondo i criteri moderni, questa ne avrebbe appena 59). La storia parte, o almeno così sembra, un p? in sordina e potrebbe sembrare solo un tipico western cittadino... ed, in effetti, si può proprio dire che lo ?, forse il primo vero esempio di quelle storie urbane di Tex che in seguito ci sembreranno familiari. Gli elementi ci sono tutti: il signorotto di paese, lo sceriffo corrotto ecc. Quello che mancher? nelle future storie di Tex del genere e che qui è decisamente presente è l'elemento femminile e che elemento: due donne decisamente diverse l'una dall'altra quasi come il giorno e la notte. La prima è Marie Gold, la bionda tenutaria del Saloon, classica dark lady da film noir, il cui look e caratterizzazione sono chiaramente ispirati a mostri sacri del genere come Marlene Dietrich, Jean Harlow e Veronica Lake. L'altra è la bruna Joan Baker, figlia del giornalista del paese, il classico prototipo della brava ragazza, di sani principi, anche se con un caratterino di ferro. Inutile dire che le mie preferenze vanno tutte a Marie Gold, magari è davvero solo dovuto al fatto che forse ho un debole per le bionde, ma in realtà credo che sia proprio dovuto al fatto che Marie ha il tipico fascino della dark lady, della cattiva ragazza ed è un fascino che attira molti maschietti, non è vero? A quanto pare, però, anche Tex dimostra di aver fascino da vendere, perchè dopo pochi minuti da che l'ha conosciuto e ci ha scambiato solo poche parole Marie salva la vita di Tex uccidendo senza esitazione un bandito che stava per sparargli alle spalle. Fatto questo, invita Tex a seguirla in camera sua e questo è davvero un caso unico nella storia texiana. Cosa sia successo veramente in quella camera non è mai stato mostrato e chi può dire che in quella mezz'ora lei e Tex abbiano solo parlato? Dopotutto lei è così colpita da Tex dopo quel colloquio, da cambiare in seguito radicalmente bandiera. Dite quel che volete, io propendo per la "consumazione". laughing Non parliamo, poi, di Joan Baker e di come reagisce quando Tex rimane ferito. Il nostro eroe ha in questa storia il curioso primato di essere riuscito a spezzare il cuore non ad una, ma bensì a due donne in un solo colpo. Marie Gold fa parte di quel gruppetto di personaggi delle prime storie di Tex il cui ritorno saluterei con favore, purch? la storia non sia un mero pretesto e le renda giustizia. Ah si, prima che me lo dica qualcuno: Sejias ai disegni ci starebbe benissimo. Tornando alla storia, la definivamo epica ed in quale altro modo si potrebbe definire lo scontro finale se non epico? Solo contro venti avversari Tex si batte e trionfa e voi potete pensarla come volete, ma a me le ultime vignette, quando Tex spara gli ultimi colpi per poi accasciarsi al suolo, mettono ancora i brividi ogni volta le rileggo. C?? stato chi ha avanzato dubbi sulla verosimiglianza di uno scontro così impari. Tex che affronta e sconfigge da solo 20 nemici è inverosimile? Si se guardiamo la cosa razionalmente, ma nel contesto della serie non solo non è inverosimile, ma è accettabilissimo, è esattamente quello che ci aspettiamo da lui. D'altra parte, a ben vedere, in questa storia GLB non ha sacrificato più di tanto la verosimiglianza: Tex sconfigge, è vero, un numero preponderante di nemici, ma è una vittoria sudata e sofferta, tanto che lui va ad un passo dal rimetterci la buccia. In questo caso la sua può essere giustamente definita un'impresa epica e meglio di tante parole serve a definire la caratura di quel personaggio negli intenti del suo creatore. Gli anglosassoni usano la definizione di "larger than life", che mi sembra azzeccatissima. Una curiosità davvero finale: secondo quanto ho letto da qualche parte (ma non riesco a ricordare dove, ahimè), Angelo Corrias, all'epoca allievo ed assistente di Galep, avrebbe realizzato parte delle matite di questa storia. Da profano tenderei ad accreditare questa versione: i disegni della sequenza che va da quando Marie Gold ascolta non vista i piani di Bud Lowett per eliminare Tex sino al termine dell'epico scontro mi sono sempre sembrati in qualche modo diversi da quelli del resto della storia, strisce finali comprese. Purtroppo, debbo basarmi solo sulla memoria e potrei sbagliarmi. Solo Corrias stesso ormai potrebbe confermarlo o smentirlo.
  24. Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli Disegni: Aurelio Galleppini Periodicità irregolare: Ottobre 1958 Inizia nel numero 1 a pag. 87 e finisce nello stesso numero a pagina 130 Tex incappa in un massacro compiuto dalla banda di El Diablo, e giura all'uomo torturato a morte che trova, di salvare sua figlia. __________________________________________ Sul serio non c'era un topic aperto su questa storia? L'ho cercato senza trovarlo. se mi sono sbagliato, pregogli amminstratori di trasferire questo messaggio nel topic apposito. Nel frattempo, via col commento. Eccoci alla terza avventura. Qui abbiamo praticamente due storie in una. Da un lato ci ritroviamo una tipologia di avversario che ci ritroveremo più di una volta di fronte nel prosieguo della saga di Tex: il desperado messicano. Che sia interessato solo al profitto o che voglia conquistare il potere in una parte degli USA o nel Messico, bene o male Tex avrà spesso a che fare con questo tipo di avversari. El Diablo è sostanzialmente un bandito, ma vuole che sua figlia Florecita lo creda un patriota impegnato in azioni di guerriglia per vendicare la conquista delle terre a nord del Rio Grande da parte degli Stati Uniti nella guerra del 1848. Tex non avrà il cuore di rifiutare l'ultimo desiderio di un morente e manterr? il segreto con Florecita. Non molto dopo Tex apprender? che Florecita è stata rapita da un losco figuro che viene chiamato Bill Mohican. Arriver? troppo tardi, Florecita si uccisa per la vergogna di essere stata stuprata e Tex non potr? che vendicarla e tornare indietro con l'amaro in bocca. Poche osservazioni: 1) Appaiono qui per la prima volta: Marshall, capo del West Department, Kit Carson, destinato a diventare amico fraterno di Tex, ed Arkansas Joe, che, a dire il vero è alla sua unica apparizione, se si eccettua un breve flashback nella storia ?La grande invasione?. 2) Tex viene arruolato nei Rangers e cessa, quindi, almeno ufficiosamente, di essere un fuorilegge. In verità quello in cui entra Tex è una specie di Servizio Segreto Federale alle dipendenze di un fantomatico (nel senso che non è mai esistito) West Department con sede a Washington. Di questo servizio fanno parte tre agenti: Arkansas Joe, ufficialmente un pistolero, Kit Carson, ufficialmente Scout dell'Esercito e Tex, ufficialmente un fuorilegge. Sull'esatta natura di questi Rangers lo stesso Bonelli non sarà mai troppo coerente, oscillando spesso tra l'idea che siano un corpo paramilitare federale (e da qui l'esistenza di comandi a Phoenix e Santa Fe) e l'identificazione pura e semplice con i Texas Rangers (e la contraddizione di vederli agire per crimini commessi in New Mexico, Arizona, Utah, dove tecnicamente non avevano giurisdizione ed erano solo privati cittadini). 3) Compare per la prima ed unica volta il Ranger Jeff Weber (il cognome, però, lo sapremo solo più avanti), fisicamente una via di mezzo tra Errol Flynn e Clark Gable, contatto iniziale tra Tex e Marshall. 4) Giusto per parlare di contraddizioni, se Jeff Weber appartiene allo stesso servizio segreto in cui fa entrare Tex e Tex è il n° 3 dopo Arkansas Joe e Kit Carson, Jeff cosìera: il numero zero? 5) In quel periodo G. L. Bonelli non era solito dividere esattamente le storie con un inizio ed una fine ben definiti da un titolo o da un' Fine dell'episodio? Accade, quindi, che non tutti siano d'accordo su come dividere queste prime storie. C?? quindi chi considera quella di El Diablo e quella di Bill Mohican due storie separate, io ovviamente no. 6) In nessun punto della storia si dice che Florecita è stata violentata, ma il lettore smaliziato capisce subito sia perchè Bill Mohican rapisce fanciulle sia cosa è successo veramente a Florecita. Quanto al lettore meno smaliziato (per esempio un bambino), magari potr? rimanere turbato alla notizia del suicidio di Florecita (ma è dubbio che un bambino del 1948 potesse esserlo), ma non certo da riferimenti sessuali trattati davvero con molto garbo. 7) Da notare come nelle storie non manchi mai una comprimaria femminile. L'era della misoginia per Tex doveva ancora iniziare. clap Sempre all'altezza i disegni di Galep, col sempre probabile aiuto di Angelo Corrias In sintesi. Una bella storia, pur se niente di eccezionale.
  25. Carlo Monni

    [001] La Mano Rossa

    Secondo round con la seconda storia. Anche qui abbiamo un plot molto semplice. Ricercato ingiustamente per l'omicidio del corriere Joe Scott con conseguente furto dei valori che portava con se Tex deve assicurare alla giustizia i veri colpevoli: la banda della Mano Rossa. Per sua fortuna, il morente Scott ha potuto sentire i nomi di alcuni colpevoli e d', quindi, a Tex l'indizio decisivo grazie a cui rintraccer? tutta la banda e farà giustizia. La storia si segnala soprattutto perchè vi compare per la prima volta un altro trucco bonelliano: la lista dei cattivi da cui, man mano, vengono cancellati i nomi di quelli eliminati. Anche qui Tex cade in un agguato e si salva per miracolo, giusto per movimentare un pochino le cose. Segnalazione speciale per la prima comparsa dei Texas Rangers, qui illustrati, però, come un vero reparto militare con tanto di divisa. Sviste dei tempi eroici. Ulteriore segnalazione: lo scontro finale con la Mano Rossa è ispirato alla sequenza dell'inseguimento della diligenza di Ombre rosse, ma il postiglione è ispirato al caratterista Gabby Hayes (almeno sulla copertina dell'Albo d'Oro poi ripresa per il n° 2 della "Serie Gigante" ). Sempre di buon livello, visti anche i tempi di lavorazione i disegni di Galep con le chine quasi certe di Angelo Corrias. In sostanza, non una storia eccezionale, ma una buona storia si.
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