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TWF - Tex Willer Forum

paco ordonez

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Tutto il contenuto pubblicato da paco ordonez

  1. paco ordonez

    [741/744] Sierra Nevada

    Letta questa terza parte, sicuramente più densa di azione delle altre due. Non ho grandi considerazioni da fare, credo che tutto dipende dal prossimo albo: se il finale sarà davvero "epocale" come ci hanno promesso, allora è probabile che saremo di fronte a una storia memorabile, in caso contrario temo la delusione. Vedremo. Se posso fare un pronostico, credo che oltre a Padma anche Yama ci lascerà la pelle (spero definitivamente).
  2. paco ordonez

    [741/744] Sierra Nevada

    Sono finalmente riuscito a mettermi in pari col Ritorno di Padma. L’impressione è quella di una storia che si mantiene di alto livello, e onestamente la pesantezza che ho visto imputare al secondo albo io non l’ho avvertita: Boselli è un maestro nel caratterizzare i personaggi e mi sembra che con Padma stia facendo un ottimo lavoro, dandogli una tridimensionalità che lo rende veramente interessante. Aggiungo che il viaggio all’inferno del monaco tibetano è certo tra le scene più orrorifiche mai viste su Tex. Il Mefisto di questa storia si conferma come una delle versioni più inquietanti viste del personaggio, soprattutto per via di poteri che sembrano davvero senza limiti – ma su questo non resta che attendere l’ultimo albo, per vedere se finalmente tutti questi poteri porteranno a qualcosa di concreto. L’unico momento di grande noia, di visto e rivisto, è stato l’approdo sull’isola, con l’ennesima tribù di “selvaggi” addomesticata dai soliti trucchi magici e destinata come al solito ad essere carne da macello per Tex e pards. Capitolo disegni: Civitelli per me è uno dei più grandi disegnatori della storia di Tex, ma credo resti il suo limite nei confronti delle storie horror; bravissimo nel rendere scene e ambientazioni inquietanti (bellissimo il viaggio all’inferno), molto meno efficace – proprio per le caratteristiche del suo stile, preciso e pulito - nel rendere i mostri: il Mefisto-drago che appare a Padma è un pupazzone piatto che non farebbe paura a nessuno, non più che una sorta di cartone animato se paragonato ai mostri davvero spaventosi disegnati dai Cestaro.
  3. Credo ci siano tre modi per dare un bilancio di questi tre albi. Il primo è considerarli “solo” come metà di una storia ancora ben lungi dal finire: e per me questo è il modo giusto, al di là del cambio di disegnatori e della parola “Fine” in chiusura dell’albo “Bedlam” (è lo stesso discorso, insomma, che si fa per “L’uomo con la frusta”). Quindi una storia a metà, per ora molto bella ma ovviamente ingiudicabile nel suo insieme. Il secondo è considerarla come una storia isolata di Tex, a prescindere dal nemico: e in questo caso siamo di fronte a una storia bellissima, una delle più cupe e horror di Tex, con un’ ambientazione da brividi (il manicomio, quasi un protagonista a sé) e un nemico, tal Mefisto, che ha messo in difficoltà i pards come forse mai si era visto. Tutta la lunga scena della cattura di Tex e Carson è magnifica, un crescendo di tensione che culmina quasi nel puro horror: Boselli, accompagnato alla grandissima dai Cestaro, ci mostra qui tutta la sua maestria di sceneggiatore. C’è poi il terzo modo, che porta a considerare questa storia per quello che è: l’ennesimo ritorno di Mefisto. E allora, ecco il solito problema – almeno mio – coi ritorni di Mefisto e Yama: alla fine della fiera tutto questo dispiegamento di orrori e allucinazioni, demoni infernali e ipnosi, a cosa ha condotto? Chiudi “Bedlam” e i pards sono salvi, Tom Devlin non è impazzito, anche Mike Tracy è sopravvissuto a una coltellata in pancia. Insomma, tutta la terribilità di Mefisto si conclude nella scontata fuga rocambolesca, a mostrare un nemico che come al solito a Tex non riesce a fare nulla; e anzi, non solo a Tex, il che è ovvio, ma anche a comprimari di secondo piano come appunto un Tracy (e qui, per me, va fatta una tirata d’orecchi a Boselli: la scena dell’accoltellamento, bella senza dubbio, si rivela solo fine a se stessa e gratuita, e anzi il fatto che Tracy si salvi sottolinea ancor di più la sostanziale inconsistenza, la non pericolosità, di Mefisto). Insomma, il problema è che quando arrivi alla fine di “Bedlam”, ripensi al terribile Mefisto e ti viene uno sbadiglio: e i reiterati ritorni di un personaggio sempre più terribile e infernale ma in realtà sempre solitamente non pericoloso, non fanno che renderlo sempre più noioso. Cosa aspettarsi dal resto della storia? In cosa consisterà questo “trionfo di Mefisto” dell’ultimo albo a cui, credo, nessun lettore un minimo scafato crede? Boselli ci stupirà e avrà il coraggio di azzardare o assisteremo all’ennesima fuga con giuramento di vendetta? In questo caso il commento giusto sarebbe un laconico “che palle”! Menzione speciale per i disegni dei Cestaro, soprattutto per il gemello autore delle pagine dispari, che secondo me mantiene un maggior equilibrio tra dettaglio e sintesi (in soldoni, mi sembra che l'altro abbia alcune volte la tendenza a tirare un po' via).
  4. paco ordonez

    [741/744] Sierra Nevada

    Guarda Borden, ormai è pubblicata su Facebook, quindi il riserbo è definitivamente bruciato (presumo peraltro che i gruppi Facebook abbiano un bacino d'utenza anche più largo di un forum). Da quel che dici è una storia spiacevole, ma ormai è fatta: non pubblicare la foto qui sarebbe del tutto inutile (io comunque non ne sono capace).
  5. paco ordonez

    [741/744] Sierra Nevada

    Segnalo che da qualche giorno è trapelata su Facebook la (splendida) copertina dell'albo di Ottobre: l'albo avrà 132 pagine e si intitola "Il trionfo di Mefisto". Non riesco a pubblicare l'immagine sul forum.
  6. Devo premettere che io non seguo “Tex Willer”, e questo, credo, può aver in qualche modo limitato il mio godimento della storia, soprattutto della seconda parte, quella in cui si fa riferimento a storie e personaggi che non conosco. Tuttavia a me questa storia di Mefisto è molto piaciuta, e soprattutto mi è piaciuto il modo in cui Boselli ha trattato una materia allo stesso tempo classica e inedita, il che non deve essere stato facile. Mefisto e Lily ne escono come personaggi molto interessanti, soprattutto Mefisto: è già cattivo e astuto, certamente, ma appare come un personaggio non ancora definito, ancora in crescita e come indeciso; per metà albo è alla ricerca delle arti magiche e non ha alcuna voglia di essere un semplice prestigiatore, per poi ritrovarsi, dopo il grande sforzo dell’allucinazione di massa, ad accontentarsi della vita da spia. Insomma, questo giovane Mefisto è un personaggio che mi sembra ha tanto da dire e da sviluppare – anche se pur sempre nei limiti di quanto già fatto da GL Bonelli. Lily invece “buca la pagina” fin dalla sua prima entrata in scena, mostrandosi, per astuzia e cattiveria, ben degna del fratello; ma lei mi pare più definita, scontata, non è un personaggio che ha i dubbi e le incertezze (e le grandi potenzialità) di Mefisto. Insomma, devo ammettere che, pur non essendo un grande fan delle storie mefistofeliche, ho molto apprezzato l’albo principalmente per la caratterizzazione dei personaggi; e aggiungo, a ulteriore merito di Boselli, che questa lettura mi ha lasciato davvero la voglia di recuperare, piano piano, la serie Tex Willer. Capitolo disegni: bellissimi. Ricordavo De Angelis per il Texone, secondo me sottotono, e qui davvero mi ha sorpreso; bellissime le ambientazioni, le caratterizzazioni dei personaggi, i chiaroscuri... veramente un gran bel disegnatore!
  7. paco ordonez

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    Torno davvero con piacere a farmi vivo sul forum per commentare questo Texone: e il piacere è dovuto, più che a una storia francamente tutt’altro che memorabile, ai bei disegni di un disegnatore che apprezzo moltissimo dai tempi di Dylan Dog. Ero curioso di vedere se Freghieri, che su Dylan Dog si è spesso distinto per le atmosfere oniriche e sospese, sarebbe riuscito a rendere il West realistico di Tex, e secondo me ci è riuscito alla grande. Vedere Freghieri su Tex è stato davvero piacevole: il suo tratto elegante e raffinato, pulito, ma anche dinamico quando la narrazione lo richiede, si è sposato perfettamente con le atmosfere di Tex, tanto che sono davvero contento che i prossimi anni li passerà a disegnare il Nostro. Belle le ambientazioni, bellissime le scene sotto la pioggia (gli scrosci d’acqua si “sentivano” davvero), e veramente ben riusciti i suoi Tex e Carson. Tex, in particolare, è reso come un eroe “giovane e bello” lontano dalle versioni invecchiate che altri disegnatori (ad esempio un Filippucci) offrono: per lo stile chiaro e pulito, per il Tex “giovane e bello”, Freghieri mi sembra – al netto delle ovvie ed enormi differenze stilistiche – un ottimo erede di Letteri. Certo, rispetto al Freghieri più giovane degli anni Novanta e Duemila, quello visto sul Texone è un disegnatore che in alcuni punti “schizza” maggiormente: ma questo, in un fumetto western, non è necessariamente un male. Vengo alla storia, o meglio alla storiella. Certo, Manfredi qui ha evitato i personaggi caricati e gli intrecci grotteschi che, per qualche suo motivo, aveva deciso di farci sorbire in diverse su storie recenti, però boh, i personaggi sono davvero insignificanti e sciapi – forse l’unico personaggio che ha una buona evoluzione è il “doc”-, i nemici sono delle mezze tacche e l’uccisione del mezzosangue da parte del cacciatore di taglie sembra buttata lì a caso. Questa storia si salva solo per una buona gestione di Tex e Carson, per il resto – tocca ripetermi – è una storiella insignificante.
  8. Molto curioso anche io di leggere questa storia - anche, lo ammetto, per vedere se Bruzzo si è finalmente riuscito ad emancipare dalle "riprese" delle vignette di Ticci, cosa che il tema canadese potrebbe non aver favorito. Comunque anche io ricordavo che questa storia ha avuto una gestazione travagliata, addirittura (ma potrei sbagliare) mi sembra di ricordare anche esternazioni sconfortate di Boselli.
  9. paco ordonez

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Texone a mio avviso bellissimo, una grande storia corale di tipica marca boselliana coi 4 pards messi in scena con la solita maestria e nemici dalle personalità complesse. Qui Boselli aggiunge un tassello ulteriore nella sua ricerca di un Kit più tridimensionale, più sfaccettato e soprattutto più centrale, meno appiattito nel semplice ruolo di "figlio di Tex" in perenne subordine rispetto al padre: il fascino che il giovane prova per il corpo speciale di Finnegan, i dubbi sulle accuse ai rangers e il fastidio con cui intraprende la sua missione di "spia", secondo me mostrano la bravura di Boselli nella caratterizzazione del personaggio. Molto bello, anche, l'uso di Carson: si vede poco ma, oltre alla memorabile scazzottata con Kit, compare nei momenti giusti. Nella seconda parte della storia, comunque, e soprattutto nel finale, mi sembra che Boselli abbia dato più centralità alla coppia Tex-Tiger, da me amatissima (mi piacerebbe vederla di più come assoluta protagonista) dai tempi della boselliana "Cercatori di piste". Finnegan, come dicevo, è un tipico nemico boselliano: ha i suoi motivi per odiare i Comanche e probabilmente in lui qualcosa di buono c'era (in ciò mi ha in parte ricordato Mikey Finn, tato per tornare a "Cercatori di piste"), ma le scene di pura violenza al ranch dei messicani (sottolineata dalla vignetta con la mamma e il bambino morti) non lasciano dubbi sulla sua vera pasta. Insomma, per me uno dei Texoni migliori degli ultimi anni, per quel che riguarda i testi. Dai disegni, invece, mi aspettavo qualcosa di più. L'inchiostratura, grossa e sintetica, mi ha dato l'impressione di disegni poco rifiniti, in alcuni punti quasi poco accurati, soprattutto nelle pagine finali. Quasi sempre, poi, la caratterizzazione di Tex non mi è sembrata particolarmente riuscita (buone, invece, quelle di Kit e Tiger). Efficaci, comunque, diversi paesaggi, di cui Majo è riuscito a rendere la grandezza sconfinata. Comunque, almeno per me, Texone non memorabile per quel che riguarda i disegni.
  10. paco ordonez

    [Texone N. 37] Old South

    Caro Diablero, da parte mia ho solo questo da dirti: tranquillizzati, beviti una camomilla e vivi sereno, che nessuno (non io almeno!) ti accusa di niente o vuole censurarti. Per quanto mi riguarda sei liberissimo di segnalare tutte le cazzate che ti sembrano degne di nota, così come sei libero di, boh, sentirti chiamato in causa personalmente quando il mio era un discorso del tutto generale (per dire: il tuo commento a questa storia non l'avevo e non l'ho nemmeno letto!) o di coltivare beatamente la tua ossessione per Nizzi. Per quanto riguarda il modo in cui Tex si libera: Ruju è stato in gamba a mostare, poco prima, quanto forte fosse il prestigio di Tex, quanto sottile la sua capacitò di far breccia nel cuore degli Apache (p. 129), e dunque quanto sia inetto e inferiore Nadeh. Quindi, tutto sommato, la scena a me va bene così.
  11. paco ordonez

    [Texone N. 37] Old South

    Grazie per la bella notizia, delle varie news e anteprime mi mancano diversi pezzi. A questo punto sarei davvero curioso di vedere la sua interpretazione di Kit e Tiger!
  12. paco ordonez

    [Texone N. 37] Old South

    Forse sono diventato di bocca troppo buona, o forse non leggere Tex per mesi porta a una tale mancanza da farti piacere un po' tutto (Color di Manfredi e Cossu a parte, quello sarebbe troppo!)... ma a me questo Texone è piaciuto molto. Casertano, innanzitutto, si conferma un grandissimo disegnatore. Nel suo esordio sul Color breve mi aveva convinto poco, ma questo Texone da un punto di vista grafico è fantastico: ottime le caratterizzazioni dei personaggi (e in questo, lo sa bene chi co lo conosce dai primi Dylan Dog, Casertano è un maestro) e bellissime le ambientazioni del West, tanto belle da mostrare un lato di questo disegnatore che non avrei sospettato, quello di grande disegnatore western! E, aggiungo, ho trovato azzeccatissime anche le caratterizzazioni di Tex e Carson. Insomma, prova superata brillantemente, non ho capito se Casertano sia passato stabilmente su Tex, ma me lo auguro davvero. Per quanto riguarda la storia, secondo me si tratta di una trama solida e recitata da personaggi credibili. Non è un capolavoro, certamente, ma personalmente credo che misurare qualsiasi storia col metro ideale del "capolavoro" sia un errore. Ci sono stati momenti a mio avviso molto belli, come quello in cui un Tex stremato arriva al villaggio indiano, e soluzioni narrative interessanti (mi riferisco al falso resoconto del giovane indiano sulla morta di Carson). Insomma, per me Ruju è un autore che su Tex non ha più bisogno da tempo di superare "prove", e questo Texone lo dimostra ulteriormente.
  13. paco ordonez

    [Color Tex N. 19] Il killer fantasma

    Il fatto che una storia possa uscire meno bene di altre è una cosa, credo, che tutti i lettori di Tex accettano: non tutte le ciambelle escono col classico buco. Ma ammetto che poche altre volte mi sono sentito preso in giro come lettore come mi è capitato durante la lettura di questo albo; o meglio, della sua seconda metà, un raro esempio di sciatteria narrativa e mancanza di rispetto nei confronti del lettore. La cosa per me più grave è questa: possibile che Manfredi non abbia pensato di dare uno straccio di spiegazione – anche la più improbabile, anche la più irrazionale – alla “resurrezione” del killer? Ed è normale imbastire una storia su un temibilissimo, terrificante killer in realtà di incapace di ammazzare una donna sparandole quasi a bruciapelo, che riesce a non ammazzare il doc, che la sua vittima designata al rodeo riesce – ma guarda un po’ – solo a ferirla? Non parliamo poi della resa dei conti finale: è vero che Tex deve vincere sempre, ma un avversario imbarazzante come questo può al limite essere un gregario, non l’antagonista principale intorno a cui far ruotare una storia! Insomma, se la prima parte della storia sembrava bella e interessante, la seconda metà si sgonfia in maniera imbarazzante, come se lo sceneggiatore non avesse avuto più voglia di raccontare. Se questo è il Manfredi nuovamente voglioso di scrivere Tex io ne faccio volentieri a meno: 8 euro per un albo del genere sono, di questi tempi, uno spreco di soldi ingiustificato. Su Cossu poco da dire, sono anni che si è capito che è un pensionato di Dylan Dog relegato di norma lontano dalla serie regolare, ma di certo non è il responsabile della mediocrità di questo albo, il suo onesto lavoro secondo me l’ha fatto anche stavolta.
  14. Ma scusate... se Boselli e Monni avessero stravolto personaggi strutturati e "di peso" come boh, un Montales o un El Morisco, io potrei ben capire le critiche e le condividerei. Ma cosa c'è di male se questo "stravolgimento" (per me una semplice "crescita") l'hanno fatto su un personaggio che, nella sua versione originale, era davvero una ragazzetta scialba? Penso che a Boselli e Monni possiamo - proprio per aver consegnato alla saga un personaggio molto più interessante - essere grati.
  15. Perché, un personaggio non si può riprendere e farlo evolvere? La storia del fumetto è piena di questi casi.
  16. Alla luce dei tanti commenti letti, quando mi sono avviato a leggere questa storia ero pronto a una cosetta mediocre, buona quasi solo per lasciare una stroncatura sul forum fatta anche con un pizzico di simpatico sadismo nei confronti del buon Monni. E invece, dopo averla letta, penso che tutte le svalutazioni e le polemiche sollevate da questi due albi non hanno molto senso, almeno per me. Certo, non siamo di fronte a un capolavoro, né tantomeno ad una storia memorabile; ma “Una colt per Manuela Montoya” è senza dubbio una buona, solida storia di Tex, e una storia, aggiungo, che restituisce a Kit Willer la centralità e la “cazzutaggine” che gli sono proprie. Per me, infatti, questa storia è una sorta di riparazione a “Una donna in ostaggio”: anche lì Kit era protagonista, ma ad agire era un bamboccio irresponsabile che si faceva prendere a botte in testa dal primo che passa, che si faceva fregare più volte salvandosi il sedere grazie al paparino. Del tutto diverso questo Kit Willer: non ha bisogno di Tex, non si fa fregare da scalzacani qualsiasi, si prende il ruolo da protagonista, malmena i cattivi e salva la donzella, tutto senza botte in testa e senza farsi fregare come un pollo! Per una volta, dunque, trovo ottima l’idea, di per sé del tutto anti texiana, di escludere totalmente Tex dal finale: bravi – e coraggiosi – Boselli e Monni. Voglio poi aggiungere una cosa: questa doppia tanto bistrattata secondo me è molto più bella della bonelliana “I due rivali”! Lì Manuela non era altro che la solita donzella indifesa, mentre invece ora ha una personalità complessa e a tutto tondo, “vera”, tanto che non mi dispiacerebbe affatto rivederla in futuro. E ne “I due rivali”, Kit venne totalmente messo in disparte da Bonelli, proprio il contrario di quanto, come detto, avviene nella storia di Boselli e Monni. Insomma, per me storia promossa; l’unico vero difetto sono i disegni, semplicemente impubblicabili, ma su questo punto non voglio insistere avendo già espresso il mio sgomento altre volte.
  17. Grazie sia Grande Tex sia a Ymalpas, anticipazioni succosissime!
  18. Forse sono off topic, ma si potrebbe avere qualche informazione in più su queste storie? È la prima volta che ne sento parlare.
  19. paco ordonez

    [729 BIS] Agente indiano

    Secondo me è una matita grassa. Però boh, sarebbe utile sapere che tipo di fogli usa Dotti.
  20. paco ordonez

    [729 BIS] Agente indiano

    Poco da dire, albo bellissimo, degno erede di "Sangue Navajo". Mi è sembrato davvero di leggere una storia classica bonelliana, con Tex che va per le spiccie provocando e malmenando i potenti di turno (anche con quell'irresistibile dose di sarcasmo che lo contraddistingue) e i soprusi dei bianchi contro gli indiani. Ottime le parti con Tiger, e anche il giovane Piccolo Falco è stato ben caratterizzato; mi ha fatto poi molto piacere rivedere, seppur brevemente, il buon Parker, a cui peraltro è stato attribuito un ruolo importante nella vita di Tex. Promossi a pieni voti e senza riserve sia Boselli sia Dotti - quest'ultimo è ormai uno dei pilastri della serie, disegnatore enorme!
  21. Non ho ancora letto questa storia, ma ho potuto vedere i disegni di entrambi gli albi. Mi spiace essere severo, ma devo confermare l'impressione avuta dalle anteprime online: disegni imbarazzanti sotto ogni aspetto (personaggi, dinamismo, realismo di cose e ambientazioni, cura generale del segno), forse i peggiori mai visti sulla serie regolare. Il Laurenti che ricordavo, quello degli anni Novanta su Zagor, era davvero un bellissimo disegnatore; quello visto in questi albi (e già il Color, come dissi a suo tempo, non lasciava presagire niente di buono) ne è un lontano parente, mi auguro di non dover più leggere sue storie texiane.
  22. "Remissiva" ha un significato preciso: una che si mette con un mezzo bianco appena trovato in riva a un fiume e che rifiuta il matrimonio col guerriero più forte della tribù mettendo peraltro in difficoltà il vecchio padre, a me sembra tutt'altro che "remissiva" (non cito l'arrabbiatura con Kit dopo la sfida a cavallo).
  23. Al di là delle disquisizioni matrimoniali, con il termine "remissiva" Boselli ha dato una descrizione sbagliata del personaggio di Fiore di Luna, basta rileggere quella storia.
  24. Finalmente ho letto anche io questa ormai famigerata storia, e devo dire che in merito nutro sensazioni contrastanti: credo sia infatti, nel complesso, una storia molto migliore del mediocre Color "Un capestro per Kit Willer", noiosissimo e prevedibilissimo insieme di BANG BANG AH AH di pura marca faraciana, e anche migliore, appunto, di almeno tre quarti della produzione texiana di Faraci. Qui le sparatorie e le scene d'azione sono perlomeno un po' variate (tipo gli indiani che lanciano dardi sott'acqua) e i dialoghi tra i pards li ho trovati generalmente divertenti, memori del vecchio Nizzi dei tempi d'oro. Ciò che mi ha guastato la lettura sono due cose. In barba a Tex in mutande (che sì, poteva farsi trovare più pronto, ma tutto sommato non mi ha dato fastidio più di tanto), ho trovato inaccettabile la figura da polli che, verso il finale, Nizzi ha riservato a Kit e Tiger, incapaci di portare a termine la missione che gli era stata affidata: evitare che tre mezze calzette facessero esplodere la roccia sopra l'imbarcazione! E, di grazia, qualcuno mi spiega per quale implausibile botta di culo l'esplosione non ha danneggiato il battello? Quasi tenero il Kit che spergiura di fargliela pagare se le rocce avessero distrutto la nave! L'altra cosa: si sono perse vignette e vignette a mostrarci (faccio giusto un esempio) il modo in cui hanno minato il costone roccioso, mostrandoci nel dettaglio il tizio che si lega alla corda eccetera eccetera, roba di cui davvero non ce ne può fregare di meno (a meno che qualche lettore non stia progettando un attentato, allora ok, un po' di istruzioni possono tornare comode), per poi dedicare pagine frettolosissime al finale, condensato e compresso in poche pagine. Insomma, quello che ha rovinato la storia, per me, sono state le ultime venti o trenta pagine, con soluzioni e tempi narrativi che potevano essere facilmente migliorati. E qui francamente mi chiedo: Boselli, sulle sceneggiature dei soggetti approvati di Nizzi, quanto realmente può intervenire? Capitolo disegni: maestosi, non dico molto perché la mia totale ammirazione per Mastantuono l'ho già espressa tante volte.
  25. Col ritardo che mi contraddistingue da qualche anno ho appena letto questa storia, e devo dire che mi ha pienamente soddisfatto. Certamente non è un capolavoro, e non è nemmeno tra le migliori di Ruju, ma a mio avviso la trama funziona bene e parte da un'idea originale (o che almeno su Tex non ricordo di aver mai visto, e questo mi basta e avanza). La cosa che probabilmente funziona maggiormente è la caratterizzazione dei cattivi, che sono cattivi e spietati per davvero, dunque pienamente credibili nel contesto di un racconto western - e anzi, il fratello cattivo è tra i più spregevoli e realmente odiosi, capace com'è di farsi scudo persino del nipotino! E, a proposito di caratterizzazione dei personaggi, mi è anche sembrato convincente lo sceriffo, certamente onesto e ligio al dovere, ma anche visibilmente impaurito all'idea di andare a caccia di un numeroso e violento branco di belve. Capitolo disegni: Font è parecchio anziano, mi sembra, e onestamente non ha più la qualità che aveva anni fa. Ciò nonostante, a me continua a piacere molto, sarà perché alle sue caratteristiche stilistiche e al suo Tex (certo, in qualche vignetta non reso al meglio) sono parecchio affezionato.
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