Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Tahzay

Allevatore
  • Contatore Interventi Texiani

    503
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    2

Tutto il contenuto pubblicato da Tahzay

  1. Tahzay

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Se posso esprimere un giudizio, una delle storie che reputo davvero impeccabili di @borden, un vero e proprio gioiello quasi mai citato, é "I demoni del nord", in relazione alla quale recrimino solo che non abbia avuto una sceneggiatura un filo più rilassata (diciamo, su due albi). Naturalmente, per merito anche dei disegni del grandissimo Ticci, senza nulla togliere a Marcello e a Mastantuono (i disegni sono sempre importantissimi nell'economia di un giudizio, ovviamente).
  2. Tahzay

    [741/744] Sierra Nevada

    Lo stesso senso di tutte le precedenti, ad esclusione della prima. Anche nel Mefisto giovanile della serie "Tex Willer" sono stati inseriti poteri eccezionali, soprattutto quelli ipnotici, che a mio parere - non tanto in quanto tali, ma proprio per la estrema facilità di utilizzo degli stessi, almeno per quel che si evince dalla sceneggiatura - implicano, a fronte di qualche passaggio "brillante" della storia, non poche contorsioni logiche per il prosieguo (della storia in sé, e non solo). Vale per tutto, è più facile che prenda carta e penna (oggi, tastiera e mouse) chi, a torto o a ragione, intende dolersi di qualcosa, che colui il quale sia rimasto del tutto soddisfatto e non abbia alcunché da eccepire sul prodotto del quale ha fruito.
  3. Tahzay

    [741/744] Sierra Nevada

    Allora, da dove partire? Direi, dalle "basi"! Mefisto NON DEVE SPARIRE, caro @borden , ma ci mancherebbe altro! E' un personaggio cardine della storia di Tex, un simbolo della saga, é come immaginare un Real Madrid senza Barcellona, un Milan senza Inter........suvvia! Basta semplicemente trovare l'idea giusta per riproporlo, e l'idea giusta era arrivata, con la prima parte della storia, splendidamente sceneggiata e disegnata, assolutamente originale e d'atmosfera. Il problema é da ricercarsi nella seconda, S P O I L E R nella quale la trama si è inaridita, stiracchiata ed è stata accompagnata da disegni non idonei a creare il tipo di atmosfera ricercata (non per imperizia del bravo Civitelli, ma sono anni che si parla della sua poca attitudine a rendere determinate atmosfere). Inoltre, il rapporto conflittuale creatosi tra Mefisto e Yama non ha avuto quello sviluppo che pareva presagirsi, e lo stesso voltafaccia fin troppo improvviso di Ruth é sembrato stonare parecchio con la sua assoluta, "fredda" fedeltà a Mefisto dimostrata in precedenza (va con Yama perché più giovane e vigoroso? E che vuol dire? Perché, il Mefisto del manicomio era giovanile?). Segnalerei anche un finale piuttosto affrettato, che rende poco chiaro sia il piano di Mefisto (fa arrivare Tex, armato, nel suo covo per contrapporgli tre pellerossa armati di archi e frecce? Va bene volergli fare assistere alla morte del figlio, ma prima andrebbe immobilizzato/ipnotizzato/messo in condizione di non nuocere), sia il drammatico passaggio dal momentaneo, illusorio trionfo, che avrebbe dovuto costituire il climax dello sconvolgente finale, alla presa di coscienza della sua nuova condizione di demone tra i demoni. Anche l'incrocio finale con Narbas, che avrebbe dovuto sconvolgere psicologicamente Mefisto e costituire uno dei momenti catartici del racconto, é reso in un paio di battute, così come lo scontro drammatico Padma/Yama é appena suggerito al lettore, e non se ne capisce l'esito (Yama impazzito di nuovo, perché? Magia, presa di consapevolezza di non essere stato all'altezza del suo compito, nuovo svuotamento di poteri?). Trovo che il bravo Boselli, in definitiva, si sia anche "incartato" sulla questione dei superpoteri di Mefisto e Yama, similmente a come accaduto nella serie "Tex Willer"; possibilità di rendersi invisibili, di ipnotizzare decine e decine di persone simultaneamente, di colpire a distanza (Yama), di vedere a distanza, di paralizzare, di evocare demoni vari, POSSONO essere introdotte, ma cum grano salis, dovendo cioè richiedere condizioni particolari (esempio: notte di luna piena, riti propiziatori, sofferenze fisiche). Diversamente, anziché esaltare la pericolosità del nemico, finiscono col sottolinearne la assoluta dabbenaggine, per l'uso incongruo, contraddittorio e schizofrenico dei poteri medesimi (vedasi Tex, nel finale, tranquillamente in grado di liberare Kit e di sparare allo stesso Mefisto). In parallelo, vi sono i già citati eccessi di spiegazioni sul funzionamento delle varie skills dei personaggi, che tolgono decisamente pathos alla lettura. En passant, Narbas riemerge dal mondo dei morti, si riappropria del suo corpo (e fin lì, passi pure...), ma Padma che muore (si suppone, da diverso tempo) e "risorge" perché Tex tocca la campanella é forse stato un po' troppo, quantomeno lo si poteva presentare come moribondo e prossimo a esalare l'ultimo respiro. Per i voti, anche se é sempre un'operazione antipatica perché non siamo a scuola, direi: - prima parte della storia, soggetto 9, sceneggiatura 8,5, disegni 9; - seconda parte della storia, soggetto 6,5, sceneggiatura 6, disegni 6.
  4. Tahzay

    [741/744] Sierra Nevada

    Chiedo scusa, ma il biondo Gaunt quando compare per la prima volta nella storia? Non ho la possibilità di consultare i vecchi albi in questo momento, e la memoria non è più quella di una volta.....
  5. Tahzay

    [741/744] Sierra Nevada

    Stesso mio timore. Si è portata l'asticella così in alto, enfatizzato così tanto i poteri paranormali di visione a distanza/previsione/possibilità di colpire da lontano/evocare demoni/evocare defunti, che - comunque andrà a finire la storia - si dirà "ma perché Mefisto non ha fatto così....ma perché Padma non ha previsto/intercettato.....ecc. ecc...."; un po' come nelle storie dei supereroi Marvel, dove le sorti delle battaglie vengono decise dai "match-up" dei superpoteri dei protagonisti..... Ed il rischio fondato é che, per prevenire questi (ovvi) inconvenienti, la sceneggiatura possa ondeggiare tra enfatizzazione di poteri assurdi demoniaci, e "spiegoni" dei limiti di tali poteri. Un esempio per tutti: uno Yama che può materializzare a distanza la propria immagine impugnando armi, lo rende sostanzialmente invincibile ed inattaccabile, ed allora ecco subito il contraltare della "debolezza".....ma il lettore si chiede, al contempo: "se può farlo Yama, perchè non potrebbe farlo il più potente - ed in salute - Mefisto, andando ad uccidere nel sonno i suoi nemici?"
  6. Mi rendo conto di essere in notevole ritardo nei commenti, ma ho recuperato il volume soltanto di recente. Ho letto anche il "batti e ribatti" tra forumisti, sostanzialmente fermi nelle rispettive posizioni (devo dire che in una ventina di anni di frequentazione di forum vari, MAI mi è capitato di assistere ad un arretramento o a un cambio di opinioni in corsa....i forumisti sono una razza particolare, peggio dei politici....). Venendo al finale della storia, è evidente che il piano di Tex faccia acqua da tutte le parti. Esso, infatti, può avere soltanto due finalità: 1) Trovare delle prove per incriminare formalmente Samargo; 2) creare un pretesto per farlo scoprire, e farlo fuori. Ebbene, ambedue le opzioni sono cervellotiche: quanto alla prima, Tex ha già un testimone oculare del misfatto (Miguel) e potrebbe teoricamente procurarsi le testimonianze dei tirapiedi di Samargo (German ed i suoi uomini). Eppure, manda l'unico testimone (che, peraltro, aveva promesso alla di lui madre di tutelare) proprio nella tana del leone, con il realistico rischio che potesse essere fatto fuori senza che egli potesse materialmente intervenire (difficile pensare che fosse appostato all'interno della Hacienda di Samargo...); circa la seconda, Tex aveva molteplici strade davanti per passare direttamente all'azione, a cominciare dal fatto che, erigendo la diga, Samargo si era già (a prescindere dall'eccidio) posto chiaramente contro la legge. A ciò si aggiunga il fatto che lo stesso Samargo si comporta in maniera anomala; in prima battuta, ammettendo di fatto le sue colpe dinanzi ai pards (avrebbe potuto dire che era stata una iniziativa del suo braccio destro, come in effetti parrebbe essere accaduto leggendo la sceneggiatura, salvo poi avallo del comportamento di quest'ultimo da parte del Boss); nel finale, prima credendo come un boccalone alla risibile panzana di Miguel (Tex non aveva più nulla da fare e - addirittura - "vi manda i suoi saluti" , laddove poche ore prima era andato a sbatacchiare i suoi uomini e ad incriminarlo? Ma che è, una barzelletta?), poi ordinando ai suoi di aprire il fuoco sui pards, anziché "congelare" la situazione facilmente (avrebbe potuto dire a Tex: "se fai una sola mossa, ordino di sparare a Miguel" (e sarebbe stata morte certa, per lui, e dunque "scacco matto" per il nostro). Al di là di quanto sopra, il problema è stato esattamente centrato da Diablero, e non riguarda soltanto questa storia di Ruju ma una tendenza generale degli ultimi anni di Tex, ossia il fatto che si scrive e si sceneggia in funzione del risultato finale che si vuole ottenere, prescindendo totalmente da quello che farebbe Tex in determinate situazioni. In altre parole, si prescinde volutamente dal fatto che si stia scrivendo Tex. Lo scopo é chiaro, ed è duplice: 1) la ricerca spasmodica dell'originalità del soggetto (dopo oltre settant'anni), che è legittima, ma non deve andare a scapito del logo che campeggia in copertina. Se Ruju ha una buona idea per una storia e, soprattutto, per un finale di storia, con il peone che si sacrifica per il bene degli altri contadini, deve costruire una trama diversa, non può arrivare a quel finale prescindendo da Tex, e facendogli compiere azioni sconclusionate, anti-texiane e contraddette dalla stessa sua sceneggiatura (v. Carson a pag. 29: "solo poche ore fa eravamo pronti a rompere le ossa a Samargo e a tutti i suoi sgherri"....e nel finale, cosa è cambiato?). Il problema, lì, è molto semplice: il fare comportare Tex "da Tex" (ossia, farlo catturare German e spingerlo ad una confessione circa il mandante dell'eccidio, fare saltare la diga con la dinamite magari camuffato, o altre robe "normali" da Tex "normale") viene considerato banale, scontato, già visto, quando invece è proprio un Tex che fa quello che da lui ci si aspetta, a confortare ed allietare il lettore; 2) la ricerca, altrettanto spasmodica, del "colpo ad effetto", della "scena madre", della sequenza "strappa applausi"; ma, Signori cari, è l'autore e sceneggiatore che, quando scrive Tex, deve mettersi al servizio del Personaggio e rispettare lo stesso...non é Tex che deve plasmarsi ad uso e consumo di esigenze narrative che, con ogni evidenza, dal ranger prescindono! Nella scena finale della storia, abbiamo un Tex che, con lo sguardo sicuro dell'Eroe che ha vinto, afferma che grazie a Felipe, "in qualche modo (???) è stata fatta giustizia", ma a fronte di un esito che è andato contro ogni sua prevedibilità, laddove egli avrebbe avuto tempi e modi per "fare giustizia" secondo il corso degli eventi che è naturalmente dominato, appunto, dal protagonista della testata. Un po' come nel famoso finale di "Giovani assassini", laddove Tex (per esigenze narrative) abdica dal suo consueto ruolo di Deus ex machina, lasciando che la sorte del bandito superstite sia determinata da una assurda (ed ugualmente anti-texiana) votazione. Ed è pur vero che, a volte, non è Tex ad essere il "risolutore" della vicenda, ma questo non accade (o non dovrebbe accadere) tutte le volte in cui egli ha il bandolo della matassa e tutte le condizioni possibili per far fluire gli eventi secondo una ragionevole, legittima (ed attesa dal lettore) "prevedibilità texiana".
  7. Forse sarebbe il caso di creare uno spin-off di questa discussione sulle strategie editoriali, se ritenuta interessante, per non inquinare lo spazio relativo alla storia in oggetto....
  8. C'eravamo arrivati tutti tranquillamente a questa conclusione, ma - con questi "numeri-bis" - si é oltrepassato un punto di non ritorno, perché per la prima volta l'operazione è divenuta smaccatamente, inequivocabilmente e senza alcun tipo di possibilità di replica commerciale, non essendo "teoricamente" giustificata da motivazioni artistiche, formato dell'albo, struttura delle storie, tipologia dei disegnatori coinvolti e così via. Prevengo la scontata replica per la quale è ovvio che l'obiettivo di una casa editrice sia quello di vendere. Lo so (lo sappiamo) benissimo. Non è questo il punto. Il punto é quello di entrare a gamba tesa anche sull'ultimo baluardo della tradizione, vale a dire i 12 Tex mensili costa bianca, in edicola dal 1958 a partire dal giorno 7 del mese.
  9. Beh, oddio....se pensi che una nota Tv in streaming ti offre un mese di visione (e centinaia di titoli), al prezzo di meno di due Tex inediti.....
  10. Mi riallaccio alle ineccepibili analisi di Diablero e posso confermare che funziona esattamente così, per esperienza diretta (una MAREA di amici e conoscenti hanno abbandonato, ed erano texiani "duri e puri"!). Il modo migliore per convincere un lettore che sta "lì lì" per mollare a compiere il passo fatidico, è quello di fargli balenare la giustificazione mentale di non essere più in grado, per motivi di costi o di spazio (...attenzione anche a questo fattore: ma avete idea di cosa comporti, in termini di stoccaggio, un anno di Tex nel 2022, rispetto a trent'anni fa?), a proseguire la collezione. Venuto meno l'automatismo del "che vuoi che sia, è un albo al mese", è un attimo (per l'appunto, il primo Tex lasciato lì) a far crollare il castello di carte: via il dente, via il dolore. Quanto ai nuovi lettori.....ma chi potrà mai, in futuro, decidersi a collezionare un personaggio che si avvia - surrettiziamente, ma sostanzialmente - a divenire un settimanale? Per come la vedo io, esauritosi lo "zoccolo duro" (per ragioni non solo anagrafiche, ma anche legate al voler "tirar troppo la corda"), nessuno potrà più anche solo pensare di ricostruire una raccolta completa di Tex, oramai dispersa tra mille rivoli di molteplici edizioni che (cosa da non sottovalutare) si intrecciano l'una con l'altra per esigenze di continuity, inibendo ancor di più i velleitari "completisti". Il tutto, tralasciando il fatto che il livello medio qualitativo delle storie non può che calare, all'aumentare della quantità. La cosa è matematica.
  11. Un aspetto per il quale non mi è mai piaciuto Boselli é quello di costruire trame con troppi personaggi, non in sé e per sé, ma in rapporto alle pagine a disposizione; con la conseguenza - al fine di dedicare a ciascuno di loro uno spazio significativo minimo, nelle fasi salienti - di comprimere troppo i finali e, soprattutto, di creare diversi storytelling e cambi di fronte che, se nel corso della narrazione possono certamente appassionare e fanno tanto "moderno", nel momento della resa dei conti spezzano però la tensione e risultano "annacquanti" (vedasi il "telefonatissimo", già dagli albi precedenti, tradimento di Duke e Lorna, in un momento in cui vi erano già il fronte di Tex e Carson contro Mefisto - e dici poco! - ed i ragazzi della "Hercules" a portare scompiglio in altra zona, aiutati dalla provvidenziale rivolta dei pazzi). Non a caso, la storia dei dannati dell'Artico, per me non migliore di questa in quanto a soggetto a sceneggiatura, semplicemente è alla fine riuscita meglio perché sviluppata su quattro albi. Ma questa è proprio una "cifra stilistica" dell'Autore, quindi amen; a mio modestissimo parere, con una sceneggiatura maggiormente rilassata staremmo parlando di suoi capolavori molto piu numerosi, a partire dai demoni del nord del n. 600 che, per me - come poi dimostrato dalla bellissima storia al Polo, che ne riprende alcune tematiche - è stata la "madre" di tutte le occasioni perse. Venendo ai "commenti sui commenti" (non si dovrebbe mai compiere un'operazione del genere, ma arrivo troppo in ritardo per sviluppare argomentazioni nuove), condivido la pecca di sceneggiatura sulla liberazione di Tex (andava fatto piantare il coltello a Mefisto in maniera equidistante tra volto e polso, anziché vicinissimo al volto di Tex; la qual cosa ha poi costretto i Cestaro ad avvicinare graficamente di parecchio coltello e polso imprigionato - vedasi ad esempio le distanze, ben diverse, tra pag. 28 e pag. 53 - al fine di far quadrare il tutto). Per quanto riguarda il rapporto Mefisto/Yama, che é potenzialmente il vero epicentro e la straordinaria novità di questo nuovo episodio (quando mai si sono visti i due concretamente, e contemporaneamente, in azione?), bisogna sospendere il giudizio sino all'esito dei prossimi quattro albi. Nell'unica, breve fase in cui i due sono stati a contatto, e pienamente coscienti di sé, si sono viste scintille; perfettamente coerenti, peraltro, con le storie passate, che Boselli dimostra di conoscere alla perfezione. E dunque, abbiamo un Mefisto legato a Yama ma...non troppo (in fondo se ne era ricordato, in passato, solo per passargli il testimone della sua vendetta), che non dimentica i continui fallimenti del figlio ma che, comunque, gli assegna un ruolo volutamente responsabilizzante (laddove Yama vorrebbe delegare a ciò Mandip) nel controllare i suoi storici nemici, sia pur resi impotenti. Dall'altro lato, abbiamo Yama che lascia intravedere tratti da presuntuoso (prontamente ripresi dal padre), che già varie volte lo avevano condotto al disastro, ed una insicurezza di fondo subito strumentalizzata da Tex (che gli fa malissimo, dandogli del perdente, "ripescato" dal padre solo per necessità), che lo conduce a mettersi alla prova per verificare lo stato attuale delle sue capacità di magia nera (a loro volta: annullate e svanite, o anche esse "convalescenti"?), con il risultato di favorire la fuga dei pards. Mi aspetto, nel prosieguo, punzecchiature e battibecchi tra i due, e forse anche colpi di scena maggiormente clamorosi (l'uno contro l'altro, gelosi reciprocamente dei loro progetti di vendetta? Chissà...), per quello che è uno spunto potenziale assolutamente esplosivo e che credo Boselli saprà gestire come si conviene.
  12. Tahzay

    [Texone N. 37] Old South

    Letto anche il "texone"! La storia non sarebbe malaccio di per sé, ma ci sono dei passaggi di soggetto e sceneggiatura francamente rivedibili: non sto nemmeno a commentare le modalità con cui Tex si libera dal palo di tortura perché lì davvero si sfiora l'inverosimile, ma: - quanto al soggetto, dei nerboruti e (si presume) incattiviti/incavolati soldati che formano una città, sostanzialmente, per rimanere a contatto con l'oro sepolto e che poi se ne dimenticano per anni, divenendo nel frattempo quasi tutti padri di famiglia....mah! - sulla sceneggiatura, basti solo andare al finale, dove negli stessi 10 metri quadrati arrivano, nell'ordine: Nadeh (1), poi dopo qualche minuto compare Dubbs (2), poi dopo un po' arriva Tex (3), qualche istante ed é la volta di Carson (4), dopo qualche minuto appaiono gli Apaches (5) di Cochise (...?!?), infine arrivano i soldati (6), e subito dopo ricompaiono Tex e Carson con Nadeh e Dubbs a traino (7).......tutti in rigida fila indiana, tutti silenziosi come fantasmi, tutti non visti né sentiti (e siamo in spazi aperti ed in pieno giorno), tutti super-tempestivi per cavare di impiccio, sbrogliare dubbi, risolvere situazioni. Troppo, su. L'età media dei lettori di Tex é piuttosto elevata, svarioni simili (come anche traiettorie di pallottole che vengono deviate a zig zag, di altre recenti storie) auspico di non vederne più, ma davvero si può pensare che siano trovate ascrivibili alla categoria dei "colpi di scena"? Nell'A.D. 2021?
  13. Urca, erano secoli che non scrivevo qui! Colpa del poco tempo libero...... la storia non é stata male da leggere, il rapporto Kit-Manuela tuttavia, a mio giudizio, si é mantenuto su livelli prettamente adolescenziali, (tira-molla-ti amo-ti odio-si litiga, poi ci si bacia).....e non venite a dirmi che si tratta di due ventenni, perché nel vecchio West avere 20/22 anni (tanto più essendo Kit Willer da un lato, ed una neo-orfana con un ranch sulle spalle dall'altro) voleva dire già essere adulti e vaccinati. Ben più "maturo" e consapevole era stato il rapporto tra i due nella scorsa storia bonelliana, allorquando si era parlato con chiarezza persino di matrimonio, naufragato poi (dal lato Kit) più per la prospettiva di una piatta vita da ranchero che per ipotetiche incompatibilità caratteriali con la messicana. Incompatibilità che sono venute fuori nella presente storia, che ha chiarito a Kit che Manuela non é il suo tipo (vedasi i dialoghi con il vicesceriffo e con Nacho, assolutamente eloquenti), in quanto "presuntuosa, arrogante, viziata ed autoritaria". A questo punto, tuttavia, il commiato dell'ultima pagina si presenta del tutto interlocutorio ed evanescente, con Kit che parla ancora una volta, velatamente, di "libertà" (senza dire a Manuela: tra noi c'é solo passione, non funzionerebbe) ed invece Manuela visibilmente innamorata e disposta ad "arrotondare" le sue spigolosità pur di avere Willer Jr. al suo fianco, e che si accontenta banalmente di un eventuale ripensamento di quest'ultimo legato all'accenno sulla distanza tra la riserva Navajo e Nogales. In pratica, i due si dichiarano "friends with benefits", mi pare un deciso passo indietro rispetto alla relazione matura (fin troppo, forse) della prima avventura, conclusasi con un addio altrettanto maturo fra due giovanissimi che, alla fine, avevano capito che i loro mondi (non i loro caratteri) erano fin troppo diversi. Sulla questione di Fiore di Luna (a parte la battuta di quest'ultima, morente, sul sogno di diventare "sposa" di Kit), a meno che non mi sia perso qualcosa, gran parte dell'avventura ruotava proprio sulla diatriba tra Naso Piatto e Falco Nero, che lo minacciava di non ripensarci sul dargli in moglie la figlia e che si mostrava infastidito ed umiliato dal fatto che vi fosse un pretendente a mettergli i bastoni tra le ruote. Nemmeno mi risulta che ci si potesse considerare marito e moglie senza alcuna "ufficializzazione" all'interno della tribù, e senza l'esplicito consenso del padre di famiglia. Vabbè, almeno abbiamo finalmente capito come dovrà essere la ragazza che farà capitolare Kit: dolce e remissiva! Quanto alla discussa scena del linciaggio, quello che stona é che sia stata, in sostanza, decisa da Kit........mentre in genere é Tex il "Giudice Supremo" di questo tipo di situazioni, al quale si riconosce la sensibilità necessaria per capire quando un criminale merita la morte, e quando invece addirittura gli si può promettere la libertà nonostante crimini efferati (vedasi i "giovani assassini"). Per Kit non ricordo, viceversa, casi così eclatanti gestiti in prima persona. In effetti ne parla anche, in questi termini, sia al giovane vicesceriffo che a Nacho, il quale si affretta a difendere Manuela Montoya parlando del suo cuore d'oro. E la stessa Manuela, nell'ultima pagina, dicendosi pronta a cambiare per Kit, ammette esplicitamente di avere un caratterino un po' "pepato". Che, poi, fossero pensieri di Kit "caricati" nel tentativo di autoconvincersi che Manuela non fosse il suo tipo.....e, quindi, lasciarsi una "scusa morale" per il secondo arrivederci......é una cosa che ho pensato, ma rientrerebbe troppo nel "non detto" (inoltre, la motivazione "ufficiale" della nuova separazione resta sempre la famosa "libertà", esattamente come alla fine della prima storia).
  14. Tahzay

    [700] L'oro dei Pawnee

    Ma come no? A parte che buona norma sarebbe “tastare il polso” a chiunque prima di servirsene come alleato, fosse anche per una guardia notturna, ma poi qualche segnale di allerta c’era stato, come ho segnalato nel mio primo messaggio. Segnali sufficienti magari per Tex, e non anche per il lettore meno attento ai dettagli o particolarmente veloce nella lettura. Ma ci può stare! Semmai, quel che è un po’ forzato (e che è servito, alla fine, solo a suggerire e sceneggiare un minimo di infatuazione anche da parte di Tesah per il “coraggioso” Jimmy) è che il giuda abbia timidamente estratto la pistola sulla diligenza, laddove avrebbe potuto benissimo aiutare i suoi complici semplicemente disarmando Tesah o, al limite, sparando ai postiglioni dall’interno del veicolo (se proprio voleva far qualcosa).
  15. Tahzay

    [700] L'oro dei Pawnee

    Semplice: il sesto senso di Tex. Che si attiva già alla fine della pag. 77, allorquando Jimmy osa avanzare un'incauta domanda che svela una eccessiva curiosità per la sorte di Tesah. Successivamente, egli si unisce inopinatamente ai pards, anziché seguire gli altri passeggeri. E fin qui, magari si poteva pensare che il cowboy potesse essersi affezionato a Tesah: in effetti, é così che sembrano pensarla i due Kit, che punzecchiano ironicamente il ragazzo. Ma Tex, come sempre, é un po' più avanti, ed in due pagine (la 85 e la 86) assistiamo ad una brillante ed impeccabile lezione di sceneggiatura da parte di Borden. Il Ranger, infatti, attira Jimmy in trappola invitandolo al tavolo; magari non é convinto fino in fondo delle sue intuizioni e vuole "testarlo". Dal fluire dei discorsi - che si alternano a sguardi sempre più arcigni e sospettosi da parte di Tex - si intuisce che Jimmy é uno che deve "saperci fare" con la pistola, e che il "biondo" neppure é indifferente al fascino del denaro. Il "quien sabe?" finale é eloquente nel mostrare un Tex immerso in pensieri e riflessioni, che poi si riveleranno esatte. Direi che, soprattutto in una storia così breve, essere ancor più eloquenti e spiegazionisti si sarebbe rivelato non soltanto un banale errore, ma sarebbe stato anche poco rispettoso verso quei lettori che, oltre a considerare attentamente testi e disegni (importantissima, e non certo casuale, la loro fusione nelle pagine citate), conoscono bene Tex e sanno che nessuna delle sue azioni o domande é banale o casuale.
  16. Tahzay

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Bella la “finezza” di Borden quando si parla, all’inizio, delle nove vite dei gatti.....in genere da noi si parla di sette vite, ma effettivamente nei paesi anglosassoni è così!
  17. In realtà non é quella l'aggiunta, hanno "stiracchiato" i dialoghi per distendere una sequenza ed aggiunto altri disegni. Se riesco a inserire le immagini (non so come si fa) rendo meglio ancor l'idea...... Quella di sopra é la pagina 80 della striscia "La lancia spezzata", serie Cobra n. 23. Sotto, la modifica che la fa diventare due strisce del numero 83 "gigante":
  18. Le storie sono mediamente carine, tenendo conto che in storie brevi bisogna spiazzare e/o sorprendere il lettore.....quindi, devono dominare le tonalità del giallo o i colpi di scena, c'é poco spazio per l'espressione "pura" della texianità (ci siamo capiti, penso). Sono del tutto stupefatto per gli elogi alla storia di Nizzi, che per me presenta vari passaggi assolutamente discutibili, a partire da un soggetto non così originale (Tex che capita in un posto per caso, e tutti che pensano che ce l'abbia con loro - v. "Un caldo pomeriggio"): SPOILER 1) il praticante giornalista che pedina Tex per ore e ore, senza che la sceneggiatura ci mostri che Tex se ne fosse accorto (magari, anche lasciando correre bonariamente); 2) la reazione quasi nevrotica di Tex (colt in mano + minaccia di arresto) di fronte a un baro da quattro soldi che il Tex VERO avrebbe sistemato con ironia e 2 cazzotti, senza neanche scomporsi; 3) il ragazzino salva la vita a Tex (Nizzi torna sul "luogo del delitto", il suo trademark, ma ci sta ); quel che non ci sta é che Tex, anziché andarlo a ringraziare, lo "dimentica" dietro al bancone a scrivere l'articolo, mentre chiacchiera con lo sceriffo....mah....! 4) Questa Molly votata come personaggio più riuscito nel sondaggio (forse per la pacca ricevuta? ), proprio non l'ho capita; dapprima sembra serenamente distaccata dagli eventi, poi diventa ansiogena per la sorte del biondino, quindi é distrutta dal dolore per la sua morte, ma due minuti dopo sta già pensando a come lucrare sulla restituzione del bottino, e altri due minuti dopo (metaforicamente, si intende) scappa velocemente dal paese (non si capisce bene perché), senza neanche attendere la ricompensa della Banca, tra dialoghi strappalacrime, manco fosse una neo-vedova....
  19. Tahzay

    [684/685] Wolfman

    S P O I L E R A mio giudizio, il fatto che l'uccisione di un parente stretto scateni la sete di sangue di un uomo ruvido che, per primo, incontra dopo molto tempo il suddetto a suon di sganassoni, ci può stare benissimo. Rientra nelle dinamiche psicologiche dei violenti, della cerchia familiare intesa come "fortino inviolabile", e proprio in Tex i casi di vendette per assassinii di parenti vari abbondano, anche laddove si tratterebbe di persone con due dita di pelo sul cuore. Quello che non ci sta tanto, e che costituisce a mio giudizio un errore "concettuale" prima che tecnico, é la storia di War Cry messo da Wolfman alle calcagna del fratello: non ci sta perché non ha senso in sé (che rischio dovrebbe correre un pistolero-killer? Al massimo ubriacarsi e farsi derubare....ma son soldi suoi, non un bottino guadagnato in comune!), non ci sta perché é troppo "teatralizzata" la scaramanzia di un ruvido uomo di montagna (comunque, avrebbe dovuto costituire un aspetto della personalità del villain che avrebbe dovuto essere coltivato in precedenza, al limite), non ci sta un fiero pellerossa che "fa la posta" a un uomo maturo (per i tempi del west) che si sollazza con una ragazza, non ci sta perché un omicidio per via di un insulto scherzoso - omicidio di chi si sarebbe dovuto proteggere! - é veramente surreale. Dicevo, errore "concettuale": tutta questa costruzione, infatti, ha evidentemente UNA sola funzione: far sapere al lettore che War Cry si trovava nei paraggi, al momento del famoso sparo. In pratica, Ruju ha deciso di "giocare lealmente" con il lettore, fornendo un indizio (ed un movente, in effetti anticipato dai primi battibecchi tra i due avvenuti sulle montagne) sul colpevole dell'omicidio. Ed infatti, i miei personali sospetti su War Cry, dopo questa scena del tutto fuori contesto, sono aumentati a dismisura, e poi sono stati del tutto consolidati dalla "gratuita" (a mio giudizio) vignetta in cui War Cry, cavalcando, ritorna con la mente al defunto fratello di Wolfman (e lì anche il lettore più distratto ha capito tutto, al 99%). Senonché, Tex non é un giallo "a la Agatha Christie", non é un "whodunit": anche se i "what if" non mi piacciono, devo dire che sarebbe stato molto più efficace e spiazzante per il lettore elidere tutta questa parte, ricongiungendosi direttamente con il bel finale (War Cry che scappa prendendo proprio QUEL cavallo) e riducendo il tutto ad una mera questione di soldi (che avrebbe però sottinteso un War Cry ormai stanco di una vita solitaria e amorfa, non certo uno "schiavetto" ridotto a balia di un uomo adulto!). Si sarebbe ottenuto un effetto sorpresa REALE, eliminando una serie di forzature che - ribadisco - non solo risultano poco credibili lungo il corso della lettura, ma hanno quale unico effetto - in definitiva - proprio quello di smorzare l'effetto finale.
  20. Tahzay

    [673/675] Il segno di Yama

    Bravissimo Borden ad impostare questi "grandi ritorni". E' la filosofia giusta, Tex deve tornare ad abbeverarsi alla fonte, a recupere fascino presso i lettori di un tempo (quanti saranno quelli che, magari, hanno letto l'ultimo Tex nella loro fanciullezza, trasaliranno dinanzi al nome di Yama in copertina ed acquisteranno l'albo? Credo tanti!).........una volta recuperati i "recuperabili", si potrà pensare a conquistare nuovi lettori......la maggior parte dei quali, però, dovrà "entrare" per cooptazione.....ossia, invogliata dagli "anziani".......se questi ultimi smettono per primi e buttano via le loro collezioni, addio......
  21. Tahzay

    Il Mercato Di Tex

    Non sottovalutate il fatto che oggi, con il mercato dell'usato on-line, é possibile recuperare centinaia di copie di fumetti in un "clic". Oltre al fatto che, su un notissimo sito, si possono "leggere" comodamente i fumetti stando al proprio pc, di cui ormai sono dotati anche i più piccoli. Quindi, i lettori di fumetti sono MOLTI di più di quelli che possa sembrare dal dato delle vendite. Semplicemente, oggi é più "premiante" il "fumetto-evento", l'one shot, che il "fumetto-rito"..........una pubblicazione speciale, elegante, come il cartonato di Tex o i libri di Zerocalcare attirerà molto di più all'acquisto (se adeguatamente sostenuta dalla pubblicità) perché evento singolo, unito ad una veste editoriale adeguata e ad un altrettanto adeguato lancio dell' "evento", che é tale perché rompe la monotonia della serialità. Viceversa, é l'appuntamento seriale mensile (o settimanale) con l'edicola ad essere preistoria morta e sepolta......ed a questo contribuiscono anche le scelte editoriali.........mi spiego, una volta, negli anni '80, c'era la corsa al 7 del mese per acquistare Tex perché lo faceva anche il compagno di banco, l'amico, e perché altrimenti si esauriva........adesso, il "7 del mese" non esiste più nella testa del lettore, tra Color, Maxi, Cartonati, Magazine e quant'altro, e la copia del Tex la trovi anche il 30, perchè si vende molto meno. E dunque? Se non ho tempo il 7, passo il 15.......sembra poco, ma fa tutta la differenza di questo mondo. E' come per il campionato di calcio: trenta anni fa, alle 3 del pomeriggio si fermavano TUTTI (ed anche alle 18.10, quando davano i goal in Tv)........pertanto, a ruota, finiva con il seguire il calcio (o per doversi adattare ai suoi ritmi) anche la mamma, la fidanzata, il prete che celebrava messa...........adesso, con il campionato ridotto a "spezzatino", tutti sanno i risultati in tempo reale e guardano i goal 30 secondi dopo la fine della partita, ma gli stadi italiani sono vuoti. In questo senso, il fumetto SERIALE ha smesso da un pezzo di essere "nazional-popolare", ma il fumetto come medium ha delle potenzialità incredibili, essendo una delle poche forme artistiche che non possono prescindere da un contenitore fisico da maneggiare, per essere fruite adeguatamente. Spero di non aver delirato troppo, e di aver aggiunto qualche spunto di riflessione in più alla discussione....
  22. S P O I L E R Diciamo che l'idea-base é geniale: un tizio é reso insospettito ed inquieto dalla cappa di tensione che ruota attorno ad un'elezione politica.......chi sta tentando di tramare contro di lui? Nessuno! E' tutta una messinscena, come messinscene sono determinati eventi della politica anche ai nostri tempi. Perfetto per una storia breve, da "freddura", da Color Tex per intenderci............anzi, da "Color Poirot", per essere più precisi: sviluppare questa idea in due albi, mettendoci dentro millemila personaggi inutili (non criticherò più Borden da questo punto di vista, dopo aver letto questa "doppia" ), ha reso l'intervento di Tex solo funzionale a smontare i deliri dello sceriffo: di fatto, la storia é andata, e si é conclusa, nella stessa direzione verso la quale sarebbe andata se Tex NON ci fosse stato, inclusa la morte dei tre scannapolli mandati al suicidio. Ma Tex non é Poirot, non deve dissipare dubbi e contribuire a svelare intrighi agli occhi del lettore: Tex deve determinare il corso degli eventi, essere colui che porta l'Ordine dove vi é il Caos. Qui tutto rimane tale e quale a prima, compreso ciò che avviene quando viene dissipato il dubbio sull'assassino di Alias. E' stata Mabel, e allora? Quattro risate e via! Mah.........
  23. S P O I L E R A me l'albo é piaciuto poco. Lo stile di Manfredi, sempre alla ricerca della trovata o della frase a effetto (umoristica o "nera" che sia) o del gioco di parole, non fa mai decollare il livello di epicità e drammaticità della storia, la cui tensione é già smorzata in partenza dalla risibile consistenza della banda dei "Serpenti", sminuita sia nella descrizione (nell'ufficio dello sceriffo) che nei fatti (tanti uomini battuti e messa in fuga - in sostanza - da un macellaio e da una donna.........a proposito, il primo fa 3/3 al lancio dei coltelli, roba che nemmeno un apache.......). Il capo, poi, é un alcoolizzato ridicolizzato da Tex in casa sua, e senza neanche subire opposizione (che so, un cazzotto...una pistola spianata.....i "cavalieri del re".....bah!!!). Tra il Tex "serioso" di Boselli e questo qui, che viaggia sempre sul filo dello scherzo e della gag con Carson, va trovato un giusto mix. Perlomeno, sul piano del linguaggio "puro", vi sono trovate e battute che denotano una certa ricerca dell'originalità, e qui scatta un doveroso applauso allo sceneggiatore, che non si culla sullo scimmiottamento dei dialoghi bonelliani.
  24. Tahzay

    [Texone N. 31] Capitan Jack

    Ringrazio Tito e confermo il giudizio positivo sulla storia (sin troppo modesto l'Autore a dare merito soltanto ai disegni di Breccia).
  25. Tahzay

    [Texone N. 31] Capitan Jack

    Contiene SPOILER Un ottimo lavoro quello del duo Faraci-Breccia, anche se il volto di Tex (capelli e profilo "taurino" stile Superman......mentre quando fumava sembrava il "Torpedo" di Bernet, con quella boccuccia ridotta a puntino) e di Carson (baffi e naso adunco) sono eccessivamente "caricati", a mio parere. Ma é un Tex Speciale, quindi ci sta. Volevo però chiedere a Tito come mai ha inteso privilegiare le scene di battaglia a scapito della complessa personalità di Capitan Jack, del quale é stato completamente obliterato lo sforzo di integrarsi negli usi e costumi dei bianchi (da cui, l'origine del "soprannome", che NON era il suo nome originale), l'ansia e lo struggimento per la sorte del suo popolo, i grandi conflitti interiori che lo hanno portato al comportamento nei confronti di Canby e degli altri ambasciatori di pace. Il parallelo con l'episodio "Sangue di guerriero" della collana "Storia del west" é d'obbligo per tutti i bonelliani.................e in quell'albo era venuto fuori maggiormente, a mio giudizio, il dramma di un popolo braccato e senza speranza e la sofferta condotta del loro capo, mista tra orgoglio, istinto di sopravvivenza e chiara consapevolezza dell'ineluttabilità dell'esito conclusivo della battaglia, al di là degli effimeri successi sui "Lava beds". E' vero che questa é una storia di Tex (e non "la Storia"), ma sospetto che, se non avessi conosciuto per mio conto la vicenda storica reale, alcuni passaggi mi sarebbero apparsi un po' strani. Personalmente, proprio in quanto storia di Tex, avrei gradito la "licenza artistica" di un Tex che, stante il comportamento di Hooker Jim, avesse provveduto da sé a fare giustizia, come promesso all'amico, magari in tempi differiti. Così, resta un po' il senso di una promessa mancata (......assist a Borden, magari, per riprendere la questione in un successivo episodio della serie regolare).
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.