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TWF - Tex Willer Forum

Tahzay

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Tutto il contenuto pubblicato da Tahzay

  1. Tahzay

    [654/655] Inferno A Oil Springs

    Non ci siamo..........la brillantezza dei dialoghi e l'arguzia delle trovate non può, e non deve essere adoperata a scapito del registro generale, che su Tex vuole comunque un altro clima, un altro pathos che non possono prevedere un'intera storia infarcita di gag, battute, freddure e siparietti. Non é possibile passare dal Tex pacioccone e "disneyano" di Faraci, a quello serioso e granitico fino all'eccesso di Boselli, a questo stile Coccobill di Manfredi. S P O I L E R Tutto il processo, dall'andamento, al ruolo di Tex alla sua conclusione (con l'omicida lasciato libero di andarsene e, per quanto é dato comprendere, di fuggire per sempre lontano, facendo perdere le sue tracce, se non fosse per la dabbenaggine di fermarsi a cazzeggiare dal fratello) é una farsa senza capo né coda, né si comprende perché fino all'ultimo si debba cercare una prova da legulei (l'improbabile confessione sull'eccidio di San José) per far scattare il vero comportamento "a la Tex Willer", che acquista finalmente una parvenza del personaggio che conosciamo solo nelle ultime 20 pagine dell'albo. Dopo un primo albo anomalo ma accettabile, una brutta picchiata ed un notevole passo falso dopo la splendida storia boselliana edita in precedenza.
  2. Tahzay

    [651/653] Luna Insanguinata

    Beh, toglierei quel "mai tenero".........quando qualcosa non mi piace, scrivo il perché; quando mi piace, faccio lo stesso........semplice, no? Dovrebbe essere questa la funzione di un forum, non certo schierarsi "pro" o "contro" qualcuno....siamo tutti schierati per Tex, in fin dei conti.
  3. Tahzay

    [651/653] Luna Insanguinata

    Storia promossa a pieni voti anche da parte mia. Non un capolavoro perché, in alcuni tratti, un filo troppo "dialogata". S P O I L E R Un bel personaggio, Silent Foot, diviene risolutore in un finale che mostra l'unica ingenuità dell'intera sceneggiatura (Ada che si avvicina a pochi passi dai Comanches senza che nessuno se ne accorga, come fosse ella stessa un esperto guerriero pellerossa, é francamente poco credibile). E' un difetto? Certo che no, anzi! Avremmo assistito, altrimenti, al "solito", telefonatissimo duello risolutore tra i due antagonisti principali, soluzione fin troppo anticipata nell'arco dei tre albi per poi potersi, effettivamente, realizzare (bravo Borden qui a non "banalizzarsi"). Brillante, poi, la trovata non tanto di non mostrare Charvez, le sue azioni ed i suoi pensieri, ma di fare ciò con Daniel, stratagemma che consente di confondere le idee al lettore, sino praticamente alle ultime pagine, sui pensieri e le riflessioni del giovane mezzosangue. Ho molto apprezzato la crudezza della storia: sangue, morte e sofferenza, che rendono il lieto fine non la mielosa conclusione di un'avventura sonnacchiosa, ma il raggio di sole rassicurante che fuoriesce dalle cupe nubi che hanno avvolto tutto il racconto, con un'atmosfera sempre tesa come una corda di violino. Bella anche la "partita a scacchi", tutta psicologica, tra Tex e Charvez, con segni di minaccia concretizzati in simboli, feticci, quasi che la lotta divenisse trascendente, tra il Bene ed il Male incarnati nei due antagonisti. Mi é anche piaciuta la strizzatina d'occhio ai lettori "storici", con l'accenno allo stregone bianco capo degli Hualpai, sconfitto anni prima da Tex. In definitiva, credo che la storia sia certamente (ed abbondantemente) tra le 10 migliori di tutti i tempi mai sfornate da Borden su questa testata.
  4. Tahzay

    [654/655] Inferno A Oil Springs

    A memoria non ricordo un caso simile.......due storie di Tex (non singoli albi/strisce) intitolate alla stessa maniera.....
  5. Il difficile sta nel dare una valutazione unitaria ad un'operazione complessa e variegata, che può essere vista sotto molte sfaccettature. Provo a sintetizzare: 1) idea editoriale: voto ++ cartonato elegante, copertina bellissima, formato accattivante e inedito per un eroe del fumetto popolare. 2) Soggetto complessivo dell'opera: voto - Interessante l'idea-basic di un anziano Carson che rievoca un'avventura di Tex; molto meno riuscita - a mio avviso - l'operazione Carson immaginario che rievoca un Tex immaginario, in ciò ispirando un giovane Bonelli, proprio in quanto le (consapevoli) deviazioni dal canone bonelliano sono la cifra stilistica dell'opera. 3) Soggetto della storia di Tex rievocata dal Carson narrante, sceneggiatura, dialoghi: voto -- Storiella piuttosto prevedibile nel suo svolgimento ed esito, di difficile lettura grafica, con un eccesso di didascalie/balloons che smorzano la drammaticità e distruggono la leggibilità, alcuni dialoghi surreali ed improbabili (oltre che "spiegazionistici"), personaggi messi lì "tanto per fare scena" ed anche piuttosto abusati (la donna bianca rapita e cresciuta con gli indiani). 4) Disegni, voto = Altalenanti: bellissima copertina, belli alcuni primi piani, efficaci illustrazioni "western" da ammirare; al contempo, effetti pessimi e confusi nelle scene di azione (si passa dall'iperstaticità a malriuscite trovate - sdoppiature di corpo e oggetti, linee cinetiche - per conferire un artificioso senso di dinamismo), colorazione scialba, sfondi pesantemente compromessi da balloons chilometrici e dalle sinuosità improbabili. 5) Tex, voto + Pur nella sua personale interpretazione, l'Autore riesce a fornire un efficace affresco di alcune caratteristiche fondamentali di Tex, facendolo agire in modo coraggioso, granitico e sfrontato, con un pizzico di politically (s)correct molto apprezzabile in sé (se non fosse stato auto-smorzato ed iper-spiegato dai dialoghi dei personaggi di contorno).
  6. Ci sarebbero molte, moltissime cose da dire su questo volume, che personalmente considero un'occasione sprecata. Parto dalla veste grafica, indubbiamente interessante ed accattivante, e si sa che quando la confezione é ricca, affascinante e suggerisce un contenuto pregiato, la metà dell'operazione di marketing é già archiviata positivamente. Passando al contenuto fumettistico, esso si traduce in una sola parola: ILLEGGIBILE. Il soggetto dell'avventura é intricato, contorto, l'inserimento del personaggio femminile (e del di lei figlio) completamente stonato, serve solo a mostrare un personaggio "a la Serpieri" e ad inserire un po' di arido spiegazionismo. La sceneggiatura é ben calibrata, ma condita da dialoghi ridondanti, con alcune didascalie a dir poco discutibili (come quelle che sottolineano, di volta in volta, gli idiomi parlati da Tex). I disegni: l'estetica dell'effimero. Tavole (tranne quelle di azione pura, statiche e confuse) piuttosto belle e curate, che potrebbero (gli originali, intendo) far bella mostra di sé in una parete, come quadri, illustrazioni. Per un fumetto d'azione, duro e secco come Tex, completamente inadatte. Ma, considerando il carattere dell'iniziativa editoriale, molto incentrata sull'Autore, va bene anche così: più che sulla trama, l'obiettivo era concentrarsi sul Tex illustrato da Serpieri. L'idea di base, invece, sarebbe stata apprezzabile, ma ne esce una minestrina insipida: se si fosse voluto fare un VERO omaggio a G.L. Bonelli ed a Tex (ossia, all'Atto della Creazione di Tex), si sarebbe dovuto immaginare un incontro di Bonelli con un qualunque "vecchietto del West" che avrebbe dovuto raccontare una sua avventura con i VERI Tex e Carson, coerente in tutto e per tutto con cronologia, situazioni, abitudini dei personaggi. Questa qui, invece, é una specie di "what if", che CI PUO' ANCHE STARE (non mi scandalizza affatto!), ma ad una condizione. Essere convinti di ciò che si fa, e non averne paura. Anziché dirlo chiaramente, che questo volume é una rivisitazione immaginaria della giovinezza di Tex, mi é parso che la SBE (con coda di paglia chilometrica) abbia sottolineato a più riprese che questa é una storia di Tex, in cui Tex é Tex.....però non é troppo Tex....ma, in fondo é quasi Tex.....un colpo al cerchio ed uno alla botte, insomma. Con il risultato che non si é omaggiato Tex, non si é omaggiato il lettore e non si é omaggiato l'Autore (che, di certo, essendo stato lui stesso Tex, non ha avuto bisogno che qualcuno - reale o immaginario che fosse - lo ispirasse in tal senso). Per finire, capitolo Tex: quel che più pare aver terrorizzato la Casa Editrice, e attirato le critiche dei lettori, é paradossalmente quello che meglio é riuscito a Serpieri! Un Carson anzianissimo, che però resta svelto di lingua e lucido nei ricordi, capace di omaggiare con sincera commozione il più grande amico del passato, per me é un Carson credibile. Può dar fastidio per il lettore vedere il "suo" eroe invecchiare, ma se Carson invecchiasse (e perdesse qualche rotella....), io lo vedrei esattamente così. Il Tex di Serpieri agisce (non parla, ma vabbè) come il Tex bonelliano: duro, sicuro di sé, coraggioso fino alla sfrontatezza, arrabbiato, spietato con i cattivi: la scalpatura dell'avversario (davanti alla quale il "maniavantismo" sia della SBE nell'introduzione, che dello stesso Serpieri tramite i dialoghi di contorno, é salito allo Zenit) sarebbe stata perfettamente nelle corde di un Tex bonelliano ancora non "calmierato" dagli anni della maturità e della saggezza, ma guidato soltanto dall'istinto del giustiziere classico, vale a dire: difendere i deboli e punire i cattivi. E se il Tex di Bonelli cavalca lontano, lasciando a perire Coffin nell'incendio della sua casa dopo averlo minacciato, terrorizzato (il terrore prima della morte: "e non ti potrei uccidere ora? Sei nelle mie mani e l'inferno ti attende"), non può un "Tex alternativo", che però voglia rifarsi all'irruento Tex degli esordi, quello a briglie sciolte (che infilzava cinesi con gli spadoni e uccideva deliberatamente gli avversari) scalpare un crudelissimo avversario come gesto simbolico e catartico della vittoria del Bene sul Male? Viceversa, di una scalpatura "politically correct" (con tanto di giustificazionismi, fumettistici e metafumettistici), non so proprio cosa farmene. Così come non so proprio cosa farmene di un'ultima vignetta che enfatizza tutto il "braccino corto", il "vorrei ma non posso" dell'iniziativa.
  7. Tahzay

    Il Texone Di Kubert. Censurato ?

    Personalmente, mi situo in posizione mediana. 1) La scena é molto cruda, ma andava lasciata. D'altronde, quante scene di morte e/o di tortura (fisica e psicologica) si sono viste nella saga? Il fatto che vi fosse un accenno alla componente sessuale non muta la sostanza: é una scena di violenza, NON di sesso! E' Tex é sempre stato un fumetto molto violento, sin dagli esordi. 2) Per quanto concerne la nudità della ragazza, invece, sono d'accordo con la censura: la violenza, in Tex, non é stata quasi mai ostentata dal punto di vista grafico, così come l'elemento della nudità. La tavola della ragazza che fa il bagno nuda non é scandalosa, ma é inutile e fuori registro (per una pubblicazione come Tex, intendiamoci). Bastava mostrare due/tre vignette (prese alla lontana) con la ragazza immersa in acqua prima, ed in (inutile) fuga poi, senza troppo soffermarsi sulla sua figura nuda, ma lasciando chiaramente intuire al lettore la (ovvia) nudità. 3) Per i dialoghi, per motivazioni simili, li avrei "ammorbiditi" rispetto all'edizione in lingua inglese: giusto lasciar trasparire le sconce, esplicite intenzioni dei malviventi, ma senza indugiare troppo (sempre in quanto non in "stile-Tex").
  8. Tahzay

    [22] [Almanacco 2015] Scure Nera

    Della presenza assidua (o meno) di Tex non ho proprio parlato, nella mia analisi......quindi figuriamoci se questo fattore può aver "pregiudicato a priori" il resto......ho criticato il soggetto perché l'ho trovato inadatto a una storia breve come quella dell'Almanacco: doppio flash-back, alcuni snodi (per me) non chiari, eccessiva e ridondante prima parte, personaggi nient'affatto perfettamente caratterizzati, anzi piuttosto ambigui in certi loro comportamenti.........poteva essere un'ottimo spunto per una storia lunga, ma alcuni punti meritavano uno sviluppo ulteriore.
  9. Tahzay

    [22] [Almanacco 2015] Scure Nera

    Se Strong attende "solo" 20 anni per realizzare la sua vendetta, va detto che gli anni se li porta proprio maluccio: ci viene rappresentato almeno come un quarantenne, mentre dovrebbe avere, a quel punto, sulla trentina (considerato che all'epoca dell'uccisione della famiglia ci viene presentato come un ragazzo di circa 10-11 anni). Ma questo é l'ultimo dei problemi: 20 o 30 anni, c'é comunque dietro una lunga attesa. Piuttosto, se la ricostruzione fosse quella di Leo (un uomo che sente arrivare la fine dei suoi giorni e che, solo a quel punto, decide di vendicarsi), non ci sta proprio la scena iniziale della rapina: che senso ha procurarsi dei soldi (una MAREA di soldi) per poter assoldare 3/4 scagnozzi (tra cui uno che comunque, di base, lo avrebbe seguito in capo al mondo), quando si ha GIA' una banda di persone al proprio servizio, di cui si é il capo riconosciuto (banda dimezzata proprio dalla rapina sulla Silver Luck?). Se la spiegazione della tardiva vendetta é il vedere la linea del traguardo vicina (e ci sta), non si pensa a realizzare il "colpo della vita", rischiando anche la pelle nel frattempo, ma si punta diritti all'obiettivo. Tra l'altro, in una storia così breve e giocata su tutte altre tematiche, inserire un incipit oserei dire "nolittiano" (da storia ad ampio respiro, un episodio sostanzialmente slegato dai fatti narrativi portanti) ha contribuito a togliere spazio proprio alla caratterizzazione dei personaggi, tanto é vero che del "nuovo" Scure Nera é solo dato immaginare qualcosa, ma non si dice né si fa intuire se la batosta subita da Tex ne abbia fiaccato il morale a tal punto da farlo diventare, da sanguinario predone, un pacifico capo famiglia (anzi, i dialoghi lascerebbero propendere per un'invalidità fisica francamente improbabile, dietro i motivi della forzata solitudine....altrimenti perché creare il tema delle ustioni, e non farlo atterrare da Tex in maniera "tradizionale"?). In sintesi, questo almanacco mi ha ricordato "La pista dei fuorilegge" di Boselli: una bella sceneggiatura, mai noiosa e brillante, ma troppa carne messa a cuocere in un soggetto che avrebbe meritato, per come congegnato, un più ampio respiro.
  10. Tahzay

    [22] [Almanacco 2015] Scure Nera

    S P O I L E R Storia che, nel complesso, trovo ampiamente sufficiente ma che non mi ha convinto appieno. Ad una sceneggiatura brillante, con belle trovate e dialoghi azzeccati, si accompagna un soggetto alquanto discutibile e ricco di incongruenze, con uno Strong che attende apparentemente oltre 30 anni per coltivare i suoi propositi di vendetta, una prima parte (dedicata alla rapina sulla Silver Luck) inutilmente lunga e ridondante per una storia breve come questa, ed alcuni passaggi evidentemente forzati: oltre a quelli cronologici, già sopra rilevati, segnalo un Tex sin troppo "mago" nell'indovinare nel simbolo tracciato sulla sabbia il vecchio rivale Scure Nera ed un voltafaccia troppo rapido di Will, che era stato dipinto come un pard fedelissimo a Strong sino a poche pagine prima. Abbozzato appena (e sostanzialmente ininfluente e non sviluppato) il tema della malattia di Strong, del tutto incredibile poi il ritiro "a vita privata" del fiero predone Scure Nera: a prescindere dalle dubbie conseguenze delle ustioni, vediamo nel finale che é un uomo del tutto capace di lottare ed adoperare un'arma.
  11. Tahzay

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    Le didascalie servono, eccome. Il fumetto non é il cinema, né deve tendere ad esserlo. Chi pensa che il lettore moderno si annoi a leggere didascalie, e preferisca terminare in un quarto d'ora la lettura, é fuori strada. Sequenze di taglio cinematografico possono essere inserite ed apprezzate, ma non per questo tale tipo di scrittura può essere considerata un'evoluzione del fumetto rispetto al passato: se così fosse gli albi di un tempo sarebbero indigesti, invece sono gradevolissimi. E' altrettanto vero che una sequenza BEN SCENEGGIATA E DISEGNATA può sostituire degnamente le didascalie, ed essere anzi preferibile ad esse. Attenzione ai termini utilizzati: "ben sceneggiata" - "ben disegnata" - "può". Si é infatti citato - opportunamente - Ken Parker, ma si é omesso di segnalare che determinate sequenze "mute", determinati cambi di scena funzionavano alla grande perché erano state pensate e realizzate da due autentici fuoriclasse, quali erano al tempo Berardi e Milazzo. Senza i disegni di Milazzo (da un semplice volto traspariva tutto quello che pensava e/o provava un personaggio), senza il sapiente "montaggio" di Berardi, col cavolo che la mancanza di didascalie avrebbe valorizzato la scena. L'avrebbe affossata, altroché, rendendola una caotica sequenza da rompicapo, un videogame impazzito ed incontrollabile per il lettore. Non c'é infatti cosa peggiore, in un fumetto, che costringere il lettore ad interrompere una lettura fluida (senza didascalie, non vi sono neanche "pause di riflessione") e costringerlo a fermarsi per tirare il fiato, o a tornare indietro nella lettura per meglio comprendere determinati passaggi logici/cronologici. Questo (pessimo) servizio non é, purtroppo, infrequente sul nostro Tex, e diventa letale nelle storie maggiormente infarcite di situazioni e/o personaggi.
  12. Tahzay

    Ma Kit Willer È Astemio?

    Perfetto e sacrosanto. Leggere però che il figlio di Tex "al massimo si permette (e di rado) una birra" (.....come, di rado? E cosa ordina al saloon, acqua? ) stupisce alquanto. Così come leggere che la vignetta con Barbanera sarebbe chiarificatrice (?) circa i rapporti di Kit con l'alcool. Tutto qui.
  13. Tahzay

    Ma Kit Willer È Astemio?

    Si, d'accordo, ma magari la verità è più semplice, cioè che preferisca l'acqua al whisky. Condivisibile fino ad un certo punto. Se GLB non ha detto a chiare lettere che Kit Willer è astemio o che è un gran bevitore, gli autori oggi possono scrivere le loro sceneggiature con un ampio margine di libertà. Diverso però è dire che Kit Willer beve solo birra e non beve alcolici: è una questione di coerenza narrativa e di rispetto della serialità del personaggio. Il problema si pone quando tu censuri una tavola perché Kit Willer ha in mano un bicchiere. Ora credo di intuire dalle parole di Boselli che il discorso nel contesto di quel texone sia più ampio e non si limiti solo a quella tavola, per cui ci sono altri motivi (che non conosciamo) per cui quella tavola va tolta di mezzo. Il problema si presenta tutte le volte che gli autori si pongono dei limiti per stare entro i confini della political correctness, per cui un negro non si può più definire così perché è un termine offensivo (quando fino a pochi anni fa era offensivo dire "sporco negro"). Se spariscono epiteti come "muso giallo" o "limoncino", se Tex smette di fumare in copertina, se Kit si fa apostolo degli alcolisti anonimi, non stiamo leggendo più lo stesso fumetto. Oh, ragazzi............GLB, nella sua vulcanicità, ha scritto tutto ed il contrario di tutto.......ha anche fatto fuggire Tex di fronte ad un solo avversario, sia pur "particolare" ("La voce misteriosa"), lo ha fatto sparare alle spalle di nemici in fuga.......qui non stiamo neanche a parlare dell'essere Kit astemio o meno, ma della gradazione alcoolica delle bevande (é assodato che il figlio di Tex beve birra)......abbiamo capito che il Kit boselliano beve solo birra, amen, ma tirare in ballo il Kit Willer bonelliano e il solco della tradizione per una cosa simile....
  14. Tahzay

    Ma Kit Willer È Astemio?

    Su facebook ho letto alcuni commenti che tirano in ballo GLB firmati da chi sappiamo. Tanto per non cadere nella trappola. Per me l'impressione è che Kit Willer sia tendenzialmente astemio; se ci scappa l'occasione, specie se in compagnia, un bicchiere lo beve: la cosa deriva dal fatto che è per metà un navajo ? Abbiamo anche situazioni da non trascurare come quella esposta nelle tre strisce, rimontate, dal numero 155 "San Francisco", in cui GLB si diverte a caratterizzare il vecchio lupo di mare Barbanera mostrandoci un Kit adolescenziale che fa la figura di "agnello" (la scena è tuttavia di contrasto e chiaramente di contrapposizione di personaggi). E mi faresti un gran piacere, caro Ymalpas, se tu postassi QUESTA pagina su Facebook. Altrimenti continua a sembrare che tradisco e innovo mentre cerco al contrario di rispettare la tradizione. io SO che questa è la visione del vecchio Bonelli per Kit, solo che qualche volta si è distratto o i disegnatori lo hanno tradito. Puoi postare per favore questa tavola? Sì, credo anch'io che Kit beve poco perché per metà indiano. Questa tavola, in sé, non prova alcunché. Io ci vedo un Kit Willer al quale non va di condividere, in quella situazione ed in quel contesto (magari, per orgoglio) un goccio di whisky con una persona che lo tiene segregato su una nave sperduta nell'oceano. O, semplicemente, al grande G.L. serviva una risposta del genere da parte del figlio di Tex, per costruirvi un siparietto memorabile come quello che possiamo leggere. Ma il problema non é questo. E' che non si può innovare/arricchire/modificare/cambiare un giorno (vedasi questione delle origini di Eusebio), e aggrapparsi a dei (presunti) dogmi il giorno successivo. O si ammette che vi siano determinati margini di libertà nella proposizione di Tex da parte dei nuovi autori, lasciando la costruzione delle storie alla loro sensibilità e permettendo (entro certi limiti) delle licenze, o si afferma che quel che all'epoca decise Bonelli é Legge, e non é dato discostarsene.
  15. Tahzay

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    La storia mi é piaciuta, ma ancora non siamo al top dei miei desiderata per via di alcuni ricorrenti "cliché" dell'Autore, ossia dialoghi a tratti troppo artificiosi e leziosi nel contenuto e finali troppo "densi", a scapito della leggibilità. In particolare, il finale di questa storia - altrimenti, ben gestito nei ritmi - é stato reso pesante proprio dai dialoghi e/o dalle riflessioni dei personaggi, a mio parere inopportune in relazione agli accadimenti che, proprio per i continui colpi di scena susseguitisi, andavano mostrati con un montaggio più veloce ed alleggerito, con i commenti riservati alle pagine conclusive........un esempio per tutti: El Morisco che si lascia andare a considerazioni "live" su chi fossero i peggiori e i migliori, nel bel mezzo di una battaglia (rimando al superbo finale di "Diablero", per far capire meglio cosa intendo).
  16. Tahzay

    [651/653] Luna Insanguinata

    Intervengo per dire che trovo piuttosto esagerato questo polverone..........nella storia (almeno, per ora) non si dice che Kit sia appena nato o che sia piccolo, né é dato intuirlo dalla sola frase affettuosa "ho un figlio che mi aspetta"........Kit potrebbe avere benissimo sui 14/15 anni, con una storia dunque agevolmente ambientabile negli anni corrispondenti al n. 17 della serie regolare di Tex. In ogni caso, per mio gusto personale, trovo molto più "gratuito" da parte di Boselli rimarcare le origini maya (piuttosto che azteche) di Eusebio, che cadere in piccole contraddizioni all'interno di una saga già completamente squassata e compromessa dal punto di vista della cronologia.
  17. Tahzay

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Non mi è piaciuto il Tex di Bruzzo....... sembra ora rifarsi a Villa, ora a Ticci, ora a Monti.....volto troppo cangiante...... se chiudo gli occhi, non riesco a visualizzare il suo Tex nella mente (e ho appena chiuso l'albo....). La storia è invece per ora apprezzabile, ma meglio riservare il giudizio al secondo albo.
  18. Tahzay

    [645/646] Furia Comanche

    Non ho detto che la sceneggiatura lasci dei dubbi, ma che il piano architettato dal Clan dei complottisti fosse alquanto fantasioso ed "ottimista", in quanto legato al verificarsi di una serie di fortunose coincidenze. Per dire, favorire la fuga del Comanche (il quale di certo non avrebbe ammesso ai Comanches di essere stato aiutato, e avrebbe dunque compiuto un'impresa già tale da riabilitarlo agli occhi dei suoi) mi sarebbe parso molto più sicuro e lineare. Anche perchè gli indiani non leggono i giornali, tanto che (vedasi duello finale dell'albo) sono tutt'altro che assuefatti alla "famosa" storia dell'immortalit?.
  19. Tahzay

    [645/646] Furia Comanche

    S P O I L E R Sul punto 2 ?, in effetti, quello che accade: Wasape, verosimilmente solo durante il trasporto, si accorge di essere miracolosamente vivo e resta buono, "risvegliandosi" solo quando percepisce di avere pochi avversari da dover fronteggiare. Ma se fosse avvenuta prima, la ripresa di coscienza? E' questo il punto! Circa il punto 3, è semplicemente assurdo che nessuno di preoccupi di verificare l'avvenuto decesso del pellerossa prima di stendere il velo e trasportarlo via, dovrebbe essere da protocollo, e la storia dell'esecuzione improvvisata e raffazzonata non basta ad attutire questo aspetto, sul quale l'impreparazione del boia non c'entra nulla.
  20. Tahzay

    [645/646] Furia Comanche

    SPOILERPremesso che l'albo è fluido, ordinato e ben intriso di "texianit?" (per le ragioni già da voi magistralmente esposte, alle quali mi riallaccio), va però detto che il piano orchestrato da questo Johnson e dai suoi complici è molto più vicino ai trucchetti improbabili di "ukasiana" memoria di quanto appaia. Difatti, al di l' della sospensione dell'incredulità, per riuscire (come, poi, è effettivamente riuscito) occorreva sperare, nell'ordine, in:1) ovviamente, nessuna complicazione immediata (Wasape comunque soffocato dall'apnea)...... fin qui, passi;2) Wasape non solo non doveva risvegliarsi, ma neanche minimamente muoversi nell'immediatezza dell'esecuzione (e Zimmer contribuisce anche a perdere tempo prezioso, fotografandolo....);3) I barellieri (e gli astanti tutti, decine di persone) non dovevano accorgersi subito della finta morte dell'uomo (... ma un cadavere non si irrigidisce subito? E i barellieri non lo afferrano?);4) Wasape doveva avere o la fortuna di risvegliarsi in tempo per sistemare (ma a mani nude, e senza garanzia di successo) i soldati, o si sarebbe comunque ritrovato al chiuso di uno stanzino, con la necessit? di dover trovare un escamotage per evadere dal forte. In realtà, il tutto avrebbe avuto maggior credibilit? ipotizzando un Wasape a conoscenza del trucco, ma così non parrebbe essere (vista la sceneggiatura, che lo mostra palesemente convinto di essere stato miracolato)...... così, francamente è un po' troppo arzigogolato....!
  21. E' un rapporto reciproco, sè, ma un po' particolare. Quando vai a comprare un abito, lo misuri prima di acquistarlo?Quando vai a comprare un paio di scarpe, le provi? Quando acquisti una casa, un'auto o un box, li esplori palmo a palmo, prima di firmare il contratto di acquisto?Se la risposta (come credo) è "sè", pensa invece a quando vai in edicola........ ebbene, leggi l'albo prima di acquistarlo?Credo proprio di no!Però lo acquisti. A scatola chiusa. E se non ti piace, non vai certo a richiedere i soldi indietro. N°, tu lettore decennale di Tex, smetti di comprarlo, perchè l'affezione verso il personaggio è più forte..... e ti fa sperare che la storia successiva sia migliore. E' questa, in sintesi, la grande eredit? di Tex....... ed è per questo che condivido, a grandi linee, quanto affermato da Capelli d'Argento. Il "parco lettori" del Ranger, in particolare lo zoccolo duro degli appassionati, con il loro affetto smisurato che, spesso, si traduce in un'apertura di credito illimitata, è un vero e proprio "paracadute" per chi si cimenta con l'arduo compito di gestire il futuro del personaggio. P. S. a scanso di equivoci, preciso che sono convinto del fatto che il lavoro di chi scrive, disegna e supervisiona Tex valga moooolto di più di quanto il prodotto finale costi in edicola.... a prescindere dai gusti e dalla qualità delle singole storie. Pertanto, mi sento comunque assolutamente in debito, sotto questo specifico profilo: per quanto mi possa far schifo una storia di Tex, se penso a quanto la pago, ed a quanto lavoro e professionalità c'è dietro la sua creazione e confezionamento.... beh, devo solo ringraziare il cielo (o meglio, la SBE).
  22. Tahzay

    [643/644] L'indomabile

    Visto che qualunque lettore medio - di fumetti e non - conosce perfettamente le angherie perpetrate dal popolo bianco nei confronti di pellerossa (o indigeni) e neri (o afroamericani), avrei preferito una complicità più virile e naturale tra i due uomini, meno enfatizzata e didascalica. Bastava l'accenno al Ku Klux Klan. Tutto era chiaro, non occorreva altro. Oltretutto, non dimentichiamoci del fatto che il vero obiettivo della bramosia dei lestofanti era, nel caso di specie, il posto di agente indiano di Webster, e che tra i principali "congiurati" vi era proprio un altro pellerossa, Uday. Non c'entrava proprio nulla lo scontro tra razze. Lo stesso Nantan era (con soddisfazione) al servizio dell'"uomo bianco". Per questo ho trovato la digressione eccessiva e un po' forzata nei dialoghi e negli scambi di opinione.
  23. Tahzay

    [643/644] L'indomabile

    SPOILERVado controcorrente: per me, è stata la prima parte dell'albo (e della storia in generale) ad essere troppo incentrata sulla figura di Nantan, ivi compreso l'episodio con il nero, esageratamente buonista in quanto condito da dialoghi ridondanti e didascalici sulla prepotenza della razza bianca, ed in quanto culminato con la stucchevole promessa di Nantan (?!) di non uccidere gente innocente (.... che bisogno c'era, da parte di un ex soldato, assumere un impegno del genere con una persona che, in fondo, lo aveva solo rifocillato, ma che non gli aveva di certo salvato la vita?). La seconda parte si svolge sulla falsariga di "Giovani Assassini" (corsa contro il tempo tra due gruppi di inseguitori verso la comune preda), ma trovo nell'ordine naturale delle cose che il duello finale sia tra Uday e Nantan, per come si era sviluppata la narrazione. Direi bene i dialoghi, secchi e "texiani" al punto giusto. Un Tex forse ancora troppo serioso (con relativi "mmm..."), ma nulla di che..... incendi e pestaggi valgono il prezzo di acquisto dell'albo e tengono su la storia. Sul finale, mi ha fatto un po' specie vedere che Atwood se la sia cavata, in considerazione delle quattro persone disponibili quali testimoni (ma passi per Uday, facciamo dunque anche tre)..... anche se, forse, in realtà era il solo Marton a poter incastrare Atwood, in quanto suo diretto interlocutore.... quindi, in realtà, la sua impunit? ci può anche stare, anche se il mancato castigo lascia un po' l'amaro in bocca.
  24. Come soggetto, strutturazione complessiva, gestione del personaggio e dei suoi pards, direi "I demoni del Nord": quella è una storia che avrebbe potuto scrivere, esattamente in quel modo l', G. L. Bonelli. Anche "El Supremo" può entrare in questa schiera. Vi sono poi esempi di storie che richiamano le caratteristiche del vecchio Tex, pur se peculiari sotto molti aspetti, come "Patagonia" e "Sulla pista di Fort Apache": un Tex alternativo, ma sempre riconoscibile. Di certo, non sono "canoniche" le storie che presentano un Tex defilato ("Missouri"), n° quelle che non sono proprio storie di Tex, nel senso che - se lo metti o lo togli - nello svolgimento della vicenda cambia ben poco ("Gli invincibili", "I lupi Rossi", "La mano del morto", "Caccia Infernale", dove i protagonisti ed i motori/fulcri della narrazione sono palesemente altri personaggi), o quelle dove Tex pone in essere addirittura comportamenti discutibili ("Giovani assassini").
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