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TWF - Tex Willer Forum

virgin

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  1. “L'eroe e la leggenda” fu il primo Tex inedito che non acquistai, quindi un albo per me davvero significativo, l'inizio del percorso che mi portò a diventare un ex-acquirente di Tex (ex-lettore mai). Certo, negli anni successivi arrivarono i Color con le storie brevi, i Color di Recchioni, i passi falsi di Faraci e Manfredi sulla serie regolare e dei Maxi poco riusciti di Ruju a farmi maturare la decisione di diminuire e poi troncare del tutto gli acquisti; ma “L'eroe e la leggenda” nella mia memoria rimarrà sempre il momento in cui si ruppe qualcosa, come quando guardi la ragazza con cui stai da tempo e, per la prima volta, ti chiedi: “Ma io che ci faccio con questa qui?”

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  2. 43 minuti fa, Leo dice:

    In quell'intervista gli chiesi pure cosa ne pensasse dei terroristi politici alla Shane (che in patria aveva ucciso poliziotti e uomini politici) e lui mi rispose che anche Michael Collins e Mazzini adottavano metodi terroristici, ma sono stati eroi per la libertà delle rispettive patrie. 

     

    Che è la stessa risposta, con i medesimi esempi, fornita da Craxi illo tempore quando gli si rimproveravano le sue simpatie per Arafat. Andreotti, più sobriamente, diceva: "Fossi nato in un campo profughi in Giordania, sarei diventato un terrorista anch'io"; Cossiga si limitava a dire che definire Arafat un terrorista fosse una bestialità.

    Pentapartitico e basatissimo Borden.

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  3. Concordo con @Diablero e, a proposito di copertine, aggiungo un dettaglio tangenziale: l'altro giorno confrontavo le copertine originali del Comandante Mark nella Collana Araldo a quelle con i disegni ritoccati e la grafica cambiata nella ristampa Tutto Mark. Dopo aver provato a trovarci un senso, sono giunto alla conclusione che si tratti semplicemente di genuino gusto per lo sbagliato, per l'orrendo.

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  4. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    Però rimane la "prima regola del western", che ho enunciato spesso anche qui: "un western parla SEMPRE dell'epoca in cui è stato fatto, non di quella in cui è ambientato" :P

     

    Regola santa... Che del resto si applica a tutto, non solo al West: a partire da Omero, che raccontando la guerra di Troia e il ritorno di Odisseo in realtà descrive la società aristocratica a lui contemporanea, i tragici che raccontano il mito per parlare dell'Atene del loro tempo, Virgilio che vede Antonio e Ottaviano nella filigrana di Enea, Ariosto che non ricostruisce certo l'età carolingia, ma racconta il Cinquecento, Tasso che riprende la prima Crociata per tratteggiare le urgenze e le questioni del tempo della Controriforma, Manzoni che dice: "Così va spesso il mondo... voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo"... aggiungete pure tutti gli esempi che trovate voi. :D 

     

    Cita

    O addirittura, PRECEDONO gli eventi... ogni volta che sento dire di quanto sia "ingenua e irrealistica" l'idea che Tex con pochi uomini catturi un treno pieno di armi e munizioni, e che questa vittoria porti direttamente alla vittoria in una rivoluzione, mi viene in mente il treno a Santa Clara. Verrebbe da pensare che GL Bonelli si sia ispirato a quell'episodio storico, anche pensando ai nomi "Santa Caterina" e "Santa Clara"...se non fosse che GL Bonelli ha scritto questa storia dieci anni prima! (ma forse era Che Guevara che leggeva Tex e gli copiava le idee...  :D )

     

    Mi è successa una cosa simile leggendo il proclama del Comitato di Liberazione del Messico che comincia: "Cittadini! Fratelli!", che mi ha fatto venire in mente subito il "Compagni, cittadini, fratelli, partigiani..." di "Per i morti di Reggio Emilia" (che la mia generazione conosce, piuttosto, per il titolo del disco dei CCCP). Peccato che la canzone sia del 1960. :D

     

    Cita

    Sul cambiare i fumetti del passato sai che sfondi una porta aperta, è una scelta che impoverisce quello che dai al lettore, al limite del falso in commercio...  quando compro un fumetto di una certa epoca, voglio quello, non una versione "corretta" che mi fanno perchè mi considerano un idiota che non riuscirebbe a capire il fumetto originale...

     

    La domanda che mi pongo è: "Perché farlo, in questo caso specifico?"

    Alcuni cambiamenti apparentemente frutto di idiozia, se messi in prospettiva, risultano meno assurdi. Facciamo un esempio estraneo a Tex: l'introduzione della continuity in Dylan Dog voluta da Roberto Recchioni era un abominio di rara insensatezza; tuttavia, trascurando il fatto che fosse realizzata con i piedi da gente priva del minimo discernimento, acquisisce perfettamente senso laddove si consideri che lo scopo era accattivarsi il nuovo pubblico di riferimento del fumetto, costituito da ultratrentenni pelati con la camera piena di pupazzetti che su queste cose vanno in brodo di giuggiole.

    Pensando alle modifiche apportate alle storie di Gianluigi Bonelli, invece, mi chiedo: "Cui prodest?" Non mi riferisco alle censure del linguaggio, delle gonne e delle scollature, il cui scopo, considerata l'epoca, è fin troppo comprensibile; ma a queste cancellature e revisioni a posteriori. Ed è una domanda che mi pongo non per polemica, ma per schietta curiosità, visto che al tempo o non ero ancora nato o, nel caso della Nuova Ristampa, ero impegnato a giocare con le macchinine Bburago e a cagarmi addosso. Apportando questi cambiamenti, qual era il pubblico che Sergio Bonelli aveva in mente?

     

    <span style="color:red">8 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    Premesso che la penso come te e non solo sui fumetti mi auguro che non sarai altrettanto severo co, la nuova versione che vedremo su  Tex Willer tra un annetto circa e che sarà  ambientata nel 1860 durante la Guerra della Riforma, quindi non potrà avere telefoni.

     

    Pur avendo letto solo la prima storia di Tex Willer, ti darei la stessa risposta che ti ha dato @Diablero: Tex Willer è una serie diversa e il suo fascino risiede proprio nel ricostruire un Tex diciamo così storicizzato, ciò che è bello perché viene fatto fuori dalla serie regolare (esattamente come le tue cronologie erano affascinanti perché erano il lavoro di un fan sul forum). Se però queste storie verranno citate sulla serie regolare, scavalcando quanto detto da Gianluigi Bonelli... Be', allora mi indispettirò.

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  5. Mi sembra abbastanza strano come, in più di tre lustri di forum, a proposito di questa storia nessuno abbia nominato la guerra civile italiana; quantomeno, non in questa discussione.

    Eppure, l'ispirazione mi sembra evidente: certo, ci sono dentro suggestioni che derivano da millenni di letteratura anti-tirannica, l'anti-imperialismo romantico e avventuroso dei romanzi di Salgari, la rivoluzione messicana reale; tuttavia, riesce davvero difficile non sentire assonanze con quanto accaduto in Italia fino a quattro anni prima che, per chiunque fosse vivo all'epoca, era ancora carne viva.

    Abbiamo un governo di tromboni che indossano divise ridicole, il Messico coinvolto in una guerra rovinosa, l'esercito governativo che infierisce sulla popolazione civile con violenze e requisizioni, ribelli che si organizzano spontaneamente e compiono azioni di disturbo e guerriglia a partire dai loro rifugi nelle montagne e poi vengono organizzati da figure politiche perseguitate dal regime che danno vita al Comitato di Liberazione (sic) del Messico. Le coincidenze sarebbero troppe, se solo fossero coincidenze; si tratta, invece, di testimonianze della straordinaria capacità di Gianluigi Bonelli di ispirarsi alla realtà per poi trasfigurarla in storie avventurose e votate all'evasione, che catturano il lettore proprio perché, oltre a essere costruite e orchestrate con perizia somma, sanno rivolgersi a lui con coerente potenza simbolica.

    Insomma, non credo di esagerare se affermo che questo grandioso romanzo (dall'avventura dei fedeli di Xipe attraverso quella di Mefisto e questa, fino alla successiva Banda del Rosso, abbiamo un'unica vicenda perfettamente coesa in cui i rimandi sono precisi e lo sviluppo, tanto del personaggio di Tex quanto del mondo attorno a lui, è impeccabile) è il secondo più bel fumetto che abbia mai letto sulla guerra civile italiana, dopo l'inarrivabile "Battista, l'ingenuo fascista" di Benito (ah, suprema ironia dell'arte e della vita...) Jacovitti.

     

    Venendo a questioni più volgari: leggo questa storia nella Nuova ristampa e non ho purtroppo da nessuna parte trovato la summentovata (da altri) scena del telefono, sicché ne deduco che essa sia stata censurata. Ciò fa pensare che, purtroppo, anche Sergio Bonelli fosse dell'opinione che esso costituisse un anacronismo o, quantomeno, un'incongruenza cronologica con il resto della saga. Tuttavia, sappiamo bene che per Gianluigi Bonelli le prime storie erano ambientate negli ultimissimi anni dell'Ottocento, pur avendo luogo in un West dai tratti in gran parte anteriori, per poi sforare ai primi del Novecento. Come possiamo accordare ciò con le successive storie dell'età dell'oro, ambientate in un West con ampie libertà, ma dai tratti più accurati? Semplice: comportandoci come adulti e accettando la realtà che tutti sappiamo, ovvero che Gianluigi Bonelli cambiò idea in corsa; e ciò non leva nemmeno un'oncia alla bellezza delle sue storie e nemmeno alla coerenza e all'unità della saga.

    Ovviamente, per chi, come @Carlo Monni e altri, nel corso degli anni, si è dedicato a stendere cronologie coerenti della vita del nostro Tex, tutto ciò costituiva un groviglio inestricabile che, però, era parte del fascino del gioco: queste cronologie erano divertenti, almeno per me, proprio perché lavoravano in vista di uno scopo impossibile, ovvero armonizzare dati inconciliabili; un po' come, insomma, se ci mettessimo a costruire un corpus coerente della mitologia greca, limando ed elidendo tutte le versioni contraddittorie e alternative. Un'opera affascinante e in contrasto con la realtà delle cose; rectius: affascinante in quanto in contrasto con la realtà delle cose.

    Ma se tutto ciò tracima e viene fatto proprio dall'editore, il gioco non è più divertente proprio perché smette di essere un gioco e diventa revisionismo, menzogna. Sbianchettare le date sui giornali, modificare le vignette con i telefoni (e cara grazia che almeno nella Nuova ristampa, negli episodi successivi, è rimasta la Ford T guidata da Pat MacRyan) è un insulto a Gianluigi Bonelli, nonché un grande errore: perdere la consapevolezza che i miti sono tali proprio perché grandi, complessi, molteplici e, al postutto, contraddittorii significa perdere i miti stessi. Di questo passo, finiremo per negare apertamente quanto scritto da Gianluigi Bonelli in episodi cardine della saga solo per renderlo coerente con nuove storie scadenti e senza sens... Come? ... Davvero? ... Che dire: mi amareggia, ma non mi stupisce.

     

    Concludo dicendo che questa storia è meravigliosa. Abbiamo un Gianluigi Bonelli già in pieno possesso dei propri mezzi (più passa il tempo, più lo rileggo, più mi convinco di quanto sia un abbaglio la vulgata che vuole le prime storie di Tex veloci, grezze e ingenue e lo stile di GLB perfezionarsi col passare del tempo. Già le primissime storie, già solo il primo albo della serie gigante, rivelano una gestione del ritmo e dei dialoghi, nonché una coerenza delle caratterizzazioni e delle trame definibili con un'unica parola: perfette) e un Galep che è a dir poco il disegnatore perfetto (in coppia con Uggeri: grazie, Carlo Monni) per dar vita a questo mondo. Chi la pensa diversamente sbaglia. Punto.

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  6. Il 5/2/2024 at 08:28, gilas2 dice:

    Dipende cosa guardi.

    Ad esempio tutte le serie poliziesche televisive sono basata su coppie di poliziotti che, non a caso, sono comunemente chiamati 'partners'.

     

    Talvolta scritto, per imitare la pronuncia del sud-ovest degli Stati Uniti, "pardners". Non cito per espresso l'abbreviazione più comune di questa parola, perché notissima a qualsiasi lettore di Tex.

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  7. 9 ore fa, ymalpas dice:

     

    Cito questa frase dell'amico Virgin, dii cui conosco la vena goliardica ormai da troppo tempo, l'ultimo in linea temporale, ma il fatto è che tra il serio e il faceto sta passando davvero quest'interpretazione bislacca di un'amicizia che senz'ombra di dubbio Mauro Boselli ha voluto virile.

     

    Ho visto che nel relativo sondaggio il personaggio ha raccolto pochissime preferenze, nonostante l'autore abbia speso un bel po' di righe per dargli una fisionomia diversa dal padre e una personalità chiaramente ricalcata su un eroe ottocentesco.

     

    Queste allusioni di natura sessuale negli albi non trovano riscontro, se non di intenti è una comunione di spirito più che di corpo la loro, è come se si dicesse che tra Sandokan e il suo - fratellino - Yanez ci fosse qualcosa di più del normalissimo rapporto di amicizia che unisce due uomini. Purtroppo la propaganda lgbt che sta inondando la nostra vita temo che stia facendo irrimediabili danni. Vediamo checche dappertutto.

     

    Ringrazio Sandro che mi permette di precisare meglio il mio pensiero: la mia ironia colpiva, naturalmente, non la questione dell'amicizia virile, bensì il modo in cui essa è stata resa da borden, con modalità secondo me molto poco efficaci. L'autore ha speso un bel po' di righe per tratteggiare questo personaggio e il suo rapporto con Kit e, secondo me, non le ha spese bene. Lo ammetto: il tono dei dialoghi era così equivoco che, mentre leggevo, non potevo esimermi dal sorridere. Ci sono esempi migliori di amicizie virili nelle storie di Boselli, quali ad esempio... Be', tutti: non sono per niente d'accordo con @Jim Brandon sui Lupi Rossi, in cui il rapporto tra i due protagonisti è chiarissimo. Per me è la prima volta che mi capita di pensare una cosa simile leggendo una storia di Boselli. E certo non è causa della propaganda LGBT. :D Semplicemente, secondo me la tendenza di Boselli a fare personaggi che si fanno i complimenti a vicenda, unita al superlavoro che, tra scrivere e rivedere quanto scritto e disegnato dagli altri, come detto da lui stesso, gli leva tempo per limare ciò che scrive lui, ha fatto sì che la raffigurazione di questa amicizia virile non sia, eufemisticamente, la più felice che abbia mai visto.

     

    Ciò non toglie che il tramonto dell'amicizia virile sia reale, tanto nella società reale (causa la disgregazione di rapporti umani a tutti i livelli che stiamo vedendo sempre più patentemente), quanto nella fiction (in cui ormai i maschi bianchi eterosessuali sono quasi esclusivamente dei bastardi dementi del tutto privi di profondità e realismo psicologico... come si può raffigurare un rapporto amicale profondo, maturo e giocato sulle sfumature con personaggi così schifosi e scadenti?): l'osservazione avanzata da te e da @Dix Leroy è ragionevolissima e condivisibile.

     

    Edit: cross-post con @Diablero che ha detto ciò che dico io, solo molto meglio e molto più chiaramente. :D

  8. Ringrazio @ymalpas e @Diablero per aver già detto, con i loro ottimi messaggi, tutto quanto avrei avuto da dire di serio su questa storia, così da sollevarmi da un incomodo di cui non mi sarei comunque sobbarcato. Per quanto riguarda il giudizio generale, concordo più col secondo che col secondo; cionondimeno, ritengo che questa storia sia geniale nel modo in cui prende in contropiede le attese di chi legge.

     

    Nell'ordine:

    I - sapendo che la storia sarebbe stata composta da quattro albi, tutti ci aspettavamo di leggere 440 pagine di storia; invece, ci siamo trovati davanti 420 pagine di introduzione e 20 pagine di storia;

    II - grazie alle anteprime, tutti ci attendevamo atmosfere salgariane e avventura esotica; invece, ci siamo trovati davanti una commedia romantica;

    III - in virtù delle aspettative di cui al punto precedente, tutti ci attendevamo scene d'azione mozzafiato, l’emozione del viaggio e dell’ignoto, colpi di scena emozionanti; invece, ci siamo trovati davanti 440 pagine di dialoghi senza il minimo mordente che ammorbano perfino le scene d’azione;

    IV – tutti ci aspettavamo che Lohana morisse tentando di salvare la Tigre Nera e che la Tigre Nera morisse nel vendicarla, lasciando così il trono al figlio; invece… ah, no, è successo esattamente questo, niente da dire, bro, ‘tapposto.

     

    Ma le sorprese non finiscono qui: questa storia per me è rivoluzionaria, una pietra miliare della saga dopo la quale nulla sarà più come prima. So che starete pensando alle mie solite uscite, ma sono serissimo. Abbiamo finalmente (e chi l’avrebbe mai detto che ciò sarebbe avvenuto per opera di Boselli, a opinione di molti e anche mia il più serio e valido continuatore dell’opera di Gianluigi Bonelli) il primo personaggio dichiaratamente bisessuale della saga: il principe Sumankan, che prima si sposa con Miriam e poi si accompagna con Lohana, ma è palesemente attratto da Tex Willer. Per carità, qualcuno potrebbe far notare che, non avendo mai visto vignette con lui intento a pijallo in berta, al massimo potremmo definirlo eterosessuale biromantico, ma io non sono un esperto di simili questioni, sicché lascio ad altri tali prelibatezze da connaisseur.

    In compenso, abbiamo la prima storia d’amore chiaramente omosessuale della saga: quella tra Kit Willer e il giovane erede della Tigre Nera; per carità, come primo esempio caschiamo male, perché era da anni che non mi capitava di vedere una storia d’amore così loffia, con dialoghi che suscitano imbarazzo soltanto a ricordarli. Tuttavia, il valore di questa storia risiede appunto nel suo carattere seminale: borden stesso ci ha detto che altri autori su Tex sono molto più attratti di lui dal politicamente corretto e da altre simili modernaglie; ebbene, quando costoro avranno finalmente mano libera, questa avventura sarà il punto di riferimento e grazie a essa non ci sembrerà così strano vedere Kit Willer che si slinguazza languidamente con un aitante giovanotto (in un bagno turco? Con dentro un turco? Magari, sono tipi così tosti), che poi, cioè, tirerà fuori la sua lunghissima spada de foco… Non dimentichiamo, inoltre, che Kit, al pari della Tigre Nera, oltre agli uomini notoriamente non disdegna di guardare anche alle donne, ciò che lo rende un po’ fluido; una bazza, insomma.

    Al di là di ciò, la storia era potenzialmente molto buona: il soggetto c’è, ma è il modo in cui è stato messo su carta a lasciare molto, troppo, a desiderare. Ogni tanto un po' di atmosfera emerge, un paio di scene riuscite ci sono (Kit al villaggio dei tagliatori di teste); ma per il resto si sbadiglia, con dialoghi perfino al di là della ridondanza e mai l’ombra di qualcosa che rimanga in mente, anche laddove i contenuti non mancherebbero. Quando di colpo la storia parte, verso pagina 90 del quarto albo, io ormai mi ero rotto le palle da tempo e comunque sapevo che tutto sarebbe stato concluso di fretta, senza nemmeno dar tempo a Kit Willer e al giovane tigrotto di concretizzare il loro flirt; tanto che, come giustamente notato da @Magic Wind , ci sono perfino delle strisce composte da tre vignette, che mi piacciono sempre, ma fanno capire come, dopo aver sprecato tre albi e tre quarti in chiacchiere e preliminari, si sia chiuso tutto di corsa.

    L’ultima storia di Boselli che avevo letto, il Texone di Villa, era di ben altro spessore; tanto che viene da dire che a mancare sono le storie classiche fatte come si deve, invece di storie, come ben dice Diablero, più simili a funerali in cui si rivedono i cugini di terzo grado persi di vista da un decennio (e lo dice uno che adora i funerali: sono cerimonie composte, solenni, forse una delle poche cose dignitose rimaste nel nostro tempo, in cui ci si raccoglie spiritualmente e, al contempo, si scioglie ed eterna il proprio rapporto col morto; occasioni intense ed emozionanti, a differenza dei matrimoni e dei battesimi, ormai trasformati in pacchianate in cui si fa gara a dare il proprio peggio). Questo ritorno non è nemmeno privo di interesse: il nuovo passato creato per la Tigre Nera la rende un personaggio molto più interessante, al netto delle piccole ret-con notate da Diablero, che però non costituiscono un problema. Sconfessare quanto detto da un balloon di Nizzi non costituirebbe problema mai e men che meno lo costituisce dopo che, pochi mesi fa, si è pensato bene di proporre una storia celebrativa che celebra Tex facendo strame di una delle storie più significative di Gianluigi Bonelli.

    Leggendo le anteprime del 2024 mi era venuta voglia di acquistare due o tre storie che mi attiravano, ma dopo questa mattonata mi è passata; quando mi salterà il ticchio di leggere Tex, invece di dirigermi verso l’edicola, mi dirigerò verso gli scaffali in cui conservo la mia collezione.

    Il lavoro di Venturi? Già, a causa dei dialoghi terrificanti, per leggere ogni albo ho impiegato un’ora e mezza (cosa per me insolita: di consueto, la lettura di un numero di Tex mi porta via dai cinquanta ai sessanta minuti); figurarsi se avessi guardato anche i disegni.

    Battute a parte, ottimi paesaggi e ottime anatomie. Facce a volte un po’ deformi, come la Tigre e Lohana nel primo albo, ma soprattutto dai lineamenti un po’ cangianti, ciò che comunque è una costante di Venturi. Il tratto, ad ogni modo, è molto affascinante.

     

    P.S.: stavo quasi dimenticandomene. Il punto più alto della storia si ha quando, a pp. 91-93 del terzo albo, appare lei. Proprio lei, chi l'avrebbe mai detto? L'acutezza, l'amenità, l'ἀπροσδόκητον, l'arguzia, la battuta, la beffa, la burla, il cachinno, la corbellatura, la derisione, il divertimento, la facezia, il frizzo, il fulmen in clausula, l'ironia, il lazzo, la lepidezza, la pointe, la sagacia, il sarcasmo addirittura, lo scherzo financo, la zingarata perfino... Confesso che, leggendo, ho riso di gusto. Grazie a Boselli per aver scritto quella scena, ma grazie ancor di più a Nizzi, senza il quale tale scena non sarebbe mai stata scritta. Un caso, che essa appaia proprio in una storia ispirata da Nizzi? Chissà. Ad ogni modo, la aggiungerei ai rimandi e alle assonanze già intelligentemente individuati da Sandro.

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  9. Sono perfettamente d'accordo con te, @Black Jim, ma, ahimè, a distanza di quasi due anni non posso più emendare il sottoscritto. :D

     

    A parte quel "non capirci un cazzo": un abbassamento di registro simile in coda a un messaggio serio ha, almeno agli occhi del me stesso di oggi, un certo potenziale comico.

  10. Vai tranquillo, @Mister P: storia molto divertente e ben fatta, al netto di un certo calo nella seconda parte, che però non intacca la riuscita. Non un'avventura che passa alla storia, ma una di quelle che vorresti trovare tutti i mesi in edicola e grazie alle quali noi tutti amiamo Tex.

    Un solo errore da matita blu, con la famigerata pacca sul culo che è una stonatura non da poco, ma basta chiudere gli occhi per un paio di vignette; per il resto, una storia che è al tempo stesso classica, grazie a una narrazione solida, logica e coerente, e molto post-moderna, perché intessuta di autocitazioni, spesso distorte, di altre storie di Tex, segnatamente dello stesso borden. Una delle poche storie post-2008 che abbia riletto dopo la prima lettura fatta all'acquisto (se non ricordo male, oltre a questa ho riletto solo "Deadwood" e "Furia comanche" di Ruju).

    Insomma, una lettura di grande piacevolezza e la dimostrazione, caso mai ce ne fosse bisogno, che Boselli è l'ultimo autore di Tex in grado di fare un western vero, che odora di western.

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  11. La migliore annata di Tex è una in cui sono state pubblicate solo storie di Gianluigi Bonelli: ciascuno scelga la propria.

    (@MacParland, questa te la dovevo)

     

    Seriamente: quasi impossibile scegliere da un punto di vista oggettivo. Direi il 1973, ma più per motivi sentimentali che altro. I primi anni Settanta di Tex sono come gli anni Quaranta-Cinquanta del cinema: peschi a caso e bene o male capiti sempre bene.

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  12. Il 27/10/2022 at 10:55, valerio dice:

    Un utente può essere criticato come può esserlo un autore, e non è che si debba per forza sempre sentire provocato.

    O gli si dà sempre ragione o è una provocazione.

    Non funziona esattamente così.

    Quello che volevo dire è esattamente ciò che hai detto ora tu, se poi una persona si sente provocata continuamente sono anche problemi suoi eh.

     

    Pensa che quello che ho detto io è esattamente quello che avevi scritto tu nel secondo. ;)

    Ma vedo ora che altri tre utenti hanno crosspostato con me. Non riesco più a seguire la discussione, ora devo andare.

     

    Abbiate giudizio e moderate i toni, ragazzi.

     

    Il 27/10/2022 at 11:10, Diablero dice:

     Ci sono persone così, al mondo.

     

    Io quando non mi piace una discussione perchè non mi interessa, la salto, non la leggo. C'è gente, come Valerio, che si arrabbia e arriva a dire a tutti di smetterla insultando a destra e a sinistra. (o da una parte sola se gli sta più antipatica)

     

    Io quando qualcuno, in una discussione che mi interessa, dice qualcosa con cui non sono d'accordo, controbatto con argomenti, Valerio dice che quella persona deve stare zitta altrimenti è un fanatico prepotente.

     

    Se qualcuno fa notare a Valerio che è lui che ha atteggiamenti "io so' io e voi non siete un c###o" e che che si sta comportando da borioso arrogante, inizia frignare e fare la vittima, "ma non si può dire più niente, non mi lasciate parlare"..

     

    E se qualcuno si incazza di fronte agli insulti continui e ripetuti di Valerio, thread dopo thread, ovviamente è quella persona che non sa stare al mondo.

     

    E, per esperienza personale, come potete verificare in diversi thread, se qualcuno si azzardasse a  rispondere a Valerio con il suo stesso tono, Valerio dall'alto della sua arrogante prosopopea da saccente professorino che dice agli altri che se si offendono è colpa loro che sono permalosi, inizierebbe a strillare come una gallina chiamando i moderatori perchè qualcuno ha osato offenderlo...

     

    Come non detto.

    @Diablero e @valerio, smettetela immediatamente con la vostra polemica personale. Se c'è qualcosa di fuori posto, intervengono i moderatori, come mi sembra di aver fatto, per altro.

  13. @valerio, ma davvero tu leggendo i messaggi di @Diablero vedi solo un utente che "ha il santino di GLB e sostanzialmente non sa apprezzare nessun altro autore"? Uno può essere d'accordo o meno (io non so se sono d'accordo: non ho letto questa storia), ma non si può negare che la discussione sia accessa, ma corretta (come dice appunto Diablero) e soprattutto molto ben argomentata.

    Se la trovi esasperante e non vuoi seguirla, puoi tranquillamente non leggerla. Tu almeno puoi scegliere; io invece sono moderatore e devo leggermi tutto quanto viene pubblicato qui sopra, pensa.

    Però entrare così a gamba tesa e rubricare paginate e paginate di interventi di Diablero come deliri di un fanboy di GLB non è corretto e non aiuta nemmeno a mantenere l'atmosfera del forum lontana da quelle risse che tu stesso dici di non apprezzare.

    • Grazie (+1) 1
  14. Ditemi voi su quale altro forum si possono trovare discussioni di paragonabile qualità. Forse solo sui forum di Dylan Dog quando Recchioni si iscriveva con nomi falsi per sminuire la vita sessuale degli utenti.

    Grazie @Diablero, grazie @Poe e grazie @borden: cosa rarissima trovare utenti in grado di argomentare e con la pazienza di scrivere testi così articolati; cosa ancor più rara trovare autori che si mettano in gioco e si confrontino così strettamente con i lettori.

    Grazie a tutti davvero. Leggere simili discussioni intervallate dalla Costituzione ricopertinata da @MacParland è un grandissimo piacere.

     

    10 minuti fa, Poe dice:

    Insomma questo elogio acritico del passato, con il presente che fa tutto schifo mi sembra un po' reazionario. Ma va be' oggi va di moda così (a proposito di mode). :lol:

     

    Può anche andare di moda oggi, ma esigo che sia messo a verbale che io lo ero ben prima che diventasse mainstream. :D

    • +1 2
  15. 22 minuti fa, MacParland dice:

    “Italia! Record del mondo” 

    È il topic dedicato ad una storia con più pagine di sempre. Difficilmente verrà superata, solo una storia pubblicata mentre Nizzi diventa presidente del consiglio potrebbe avere più pagine.

     

    Sogno una nuova edizione della Costituzione con in copertina Tex in mutande e l'art. 1 che recita: "L'Italia è una repubblica fondata sulle origliate. La sovranità appartiene a Tex Willer, che la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalle bistecche alte tre dita sepolte sotto una montagna di patatine fritte. YAAAK!"

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