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james

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  1. james

    [431/435] La Strage Di Red Hill

    Ma che altro avrebbero potuto fare Tex & C.? sbaragliare il nutrito reparto di cavalleggeri statunitensi? iniziare di punto in bianco la solita guerriglia, con Tex-volpe e le giacche azzurre-tonte? Comunque, la storia, nel complesso mi era molto piaciuta, nonostante i disegni di Giolitti (lo so, una bestemmia, però io non li ho mai apprezzati). Una peculiarità di questa avventura, secondo me, è che ad un certo punto, dopo il massacro del campo indiano, si assiste ad un vero e proprio scontro verbale tra Tex e Carson, che pare addirittura sul punto di trascendere. Si badi, non il solito battibecco o le battute/punzecchiature reciproche cameratesche. No, qua c'è - e, a mia memoria, non ne rammento altre nell'intera saga (salvo che in Cruzado, versione pubblicata) - una vera lite su una questione seria e drammatica.
  2. james

    [Texone N. 34] Doc!

    Piccola, insignificante incongruenza: la bambinaia negra Sophie viene dapprima qualificata (da Doc) come "più giovane", mentre in seguito vien detto (dal sadico amico di Doc) che è un po' più grande di loro.... Ad ogni buon conto: grande lavoro Boselli! magari tutte le partecipazioni di personaggi storici (e, in un modo o nell'altro, leggendari) fossero di questo tenore! Lo so che mi ripeto, ma la mia mente va inevitabilmente all'indigesta (per me) La sfida, in cui si consumò una esagerata, gratuita e - tutto sommato - ingenua umiliazione del povero William F. Cody.... Stavolta, invece, ciò non avviene, nonostante Doc Holliday non fosse un gunfighter del livello di Wild Bill. Si afferma, è vero, che non è all'altezza di Carson o di Tex, ma sotto tono, en passant.
  3. james

    [Texone N. 34] Doc!

    Magistrale fusione di storia e finzione, resa perfetta dei personaggi e ottimi i disegni! Il riferimento di pag. 42 ad un precedente incontro di Tex e Carson con Doc Holliday, ma fa pensare che, prima o poi vedremo una nuova avventura con il dentista pistolero....
  4. Assolutamente d'accordo con tutti quelli che, come Condor senza meta, stigmatizzano la rappresentazione di Carson in questa storia (che, per i disegni e l'ambientazione, avrebbe potuto essere memorabile...). Ricordo ancora la "doccia fredda" che ha rappresentato, dopo il Passato di Carson. Strano a dirsi, ma una situazione simile la si era già vista in una storia di Nizzi disegnata da Civitelli (solo leggermente meno umiliante, perché in quel caso, Carson viene sì atterrato da un robusto bullo da saloon, ma si rialza, pronto ad affrontare l'energumo).
  5. Ottima storia e bellissimi i disegni, ma soprattutto ... finalmente si inizia ad esplorare ciò che non è MAI stato raccontato, ovvero il periodo in cui Carson è stato il leader, il "maestro" di Tex (come lui stesso ammetterà ne I sette assassini). I pochi squarci su quel periodo - quello della serie originale - sono in realtà quanto di più distante ci possa essere da un rapporto del genere. Il Tex di GL Bonelli è una sorta di strano ventenne esperto, infallibile, smaliziato, nei cui confronti Carson appare subito una "spalla". esempi? basta pensare ai primi 10 albi della serie gigante (con una parziale, timida, concessione a Carson, in Due contro cento). Niente di graduale, progressivo. Finalmente si inizia a raccontare in un modo un più verosimile il rapporto tra una leggenda del West ed un "novizio". In questa storia ho visto ciò che avrei voluto vedere in quelle storie e che, comunque, mi aspetto di vedere ancora man mano che si recuperano gli "anni perduti".
  6. james

    [Texone N. 23] Patagonia

    Patagonia è una delle migliori storie di Boselli. Tra l'altro, serve anche a ricordare che gli scontri coi nativi, nell'Ottocento, non erano confinati nel Nord America. Ho trovato molto interessante il colonnello Mendoza, soprattutto per le luci e le ombre della sua condotta. Chissà se lo si rivedrà ...
  7. Lessi con piacere questa storia. Mi piacque sia per il finale amaro sia per il ruolo di Carson. Però, mi chiedo: siamo certi che sia corretto assumerla a paradigma della verità storica? Non vi è, forse, ancora l'eco del solito, falso, mito del "buon selvaggio"?
  8. james

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Condivido tutto. Massima libertà per gli autori. Ma libertà vera, cioè senza orecchiare o sentirsi in dovere di rispettare vere o presunte sensibilità settoriali. Illuminante, im particolare, "Se si utilizza l'argomento dell'omosessualità perché è richiesto da un'ottima storia, perché no? Sarei contraria solo se fosse fatto soprattutto per dimostrare di essere contro l'omofobia". E' la demolizione della correttezza politica, con le sue regole e regolette (contrarie alla libertà di espressione e che rappresentano una subdola forma di censura ancora più pervasiva di quella, se mi passata il termine, un po' ingenuotta degli anni '50). Ymalpas: naturalmente il mio "Ben vengano nudità e scene di sesso" non va inteso alla lettera. Voglio dire che se per tali si intendono le vignette apparse sulla storia breve a colori col giovane Carson e la bella locandiera, beh .... allora evviva, non mi disturbano affatto. Non volevo certo auspicare la trasformazione di Tex in un fumetto porno.
  9. james

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Ben vengano nudità e scene di sesso. Però non mi si dica che l'abbigliamento di Tesah (così come le sue fattezze, del resto) sia storicamente verosimile! Eppure, le fotografie, i disegni e i dipinti del tempo non mancano. Sia chiaro: non è una critica. E' una constatazione. Si è scelta una mise tipo Vartan... Okay, però lasciamo stare la realtà storica, per favore, che offriva ben pochi esempi di squaw avvenenti (secondo gli odierni canoni estetici) e nessun esempio di "minigonne". Visto che, comunque, è un piacere per gli occhi, bravo Boselli!
  10. james

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    A me non disturba affatto il sesso nelle storie di TEX. Tutto dipende dal come e dal quanto.... per non stravolgere il cuore, lo spirito della serie. Circa l'abbigliamento di Tesah, ho già espresso i miei dubbi (per non dire certezze), che non sia affatto storicamente verosimile. Però, occorre considerare che lo stesso adattamento ai gusti moderni, è sempre avvenuto anche per quanto riguarda i lineamenti e le caratteristiche fisiche dei pellirosse, soprattutto delle donne.
  11. Ho la netta impressione che sarà una storia superba, per trama, per il rilievo dato a Carson e anche per la collocazione temporale. Concordo con Monni nell'ipotizzare si tratti degli "anni perduti", cioè quei 7 o 8 anni che intercorrono dal piccolo Kit che colpisce con una freccia il cappello di Carson e la prima avventura di Kit quindicenne. La scena iniziale è chiaramente collocata al tempo della guerra col Messico (1846-48): a quel tempo Tex era un bambino di 8-10 anni e Carson un ragazzo di 18-20. Probabilmente nessuno dei due comparirà in questo antefatto (o forse Carson?). Il seguito si svolge circa vent'anni dopo. Sul volto di Carson, beh... certo il modello che preferirei è quello, ad esempio, di E venne il giorno, oppure di Bourbon Street o, ancora, della recente avventura a New York. Però, per me, è abbastanza secondaria la cosa. L'importante è la trama e il ruolo che vi gioca Kit Carson. Ho trovato, ad esempio, bellissima l'avventura I giustizieri di Vegas, con un Carson veramente protagonista e all'altezza di Tex, nonostante, come resa grafica, non mi abbia entusiasmato.
  12. james

    [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!

    Io, invece, sono molto felice del fatto che Berardi non sia venuto a far parte dello staff di Tex. Ricordo molto bene la saga di Ken Parker, per averla letta quasi integralmente. Anche se la lettura risultava gradevole, a volte avvincente, l'impianto, lo spirito era quello tipico del cinema western revisionista, anni '70, con un personaggio ritagliato su modello di un ideale libera del XX secolo, calato, in maniera antistorica, negli anni '70 del XIX. E aggiungo che Oklahoma non mi entusiasma affatto, non fosse che per l'infimo trattamento riservato a Kit Carson.
  13. james

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    So seguendo la nuova serie di Tex Willer, con grande soddisfazione. Ancora non mi pare vero che Boselli abbia deciso di colmare i vuoti, integrare storie, del passato più o meno lontano. Va tutto bene. Tesah è un piacere per gli occhi, anche se .... non mi pare un abbigliamento realistico per l'epoca.... Non vedo l'ora di vedere anche il Steve Dickart e sorella in azione. Ottima l'idea degli intrecci tra azioni di personaggi che però non si incontrano (per rispettare il canone e i vincoli della saga). Con lo stesso meccanismo, mi aspetto di vedere anche Kit Carson.
  14. Grande Tex, a me la tua storia piace. Va solo cambiata la militanza di Carson. Le ragioni per le quali dobbiamo ritenere che Kit Carson abbia combattuto per l'Unione non derivano tanto dal Carson storico, ovviamente, ma da due dati di fatto della saga: 1) nei primi albi, viene accennato ad un passato militare di Carson in Kansa (che sia ne Gli sciacalli del Kansas? non ricordo esattamente...) e 2) dopo le varie rievocazioni della guerra civile fatte a Tex, è credibile che non venga mai fatto cenno da nessuno, che Carson si trovava sul fonte opposto?
  15. james

    [223/226] Missione Suicida

    Concordo con il giudizio di Andrea67. Questa è una delle non numerose storie in cui Carson mostra il suo valore. Intendo dire, non molte, nel periodo anteriore a Boselli. Per trovarne altre, dovrei citare quella ambientata a San Francisco (mi pare L'artiglio ha colpito, il titolo di uno degli albi). Per assistere ad un duello in cui Carson riveste un ruolo da coprotagonista, al fianco di Tex, si dovrà attendere la conclusione de Il passato di Carson, i giustizieri di Vegas e le storie dedicate al Carson giovane: niente male come attesa.... Del resto, se si prendono i primi 200 numeri di Tex, si vedrà che sono rarissime le performance di Kit Carson.
  16. james

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Una delle migliori storie di Tex, per soggetto e per i disegni. La ricostruzione di New York è perfetta e manifesta un grande sforzo di ricerca storica e iconografica. Vedere Tex e Carson nella grande e moderna metropoli è stato emozionante. Considerata la "modernità" della New York di fine 800, è un po' come se le imprese dei nostri amati pards fossero un po' più vicine a noi, al mondo che conosciamo. Boselli può veramente andare fiero di questa storia. Anche il modo in cui Tex e Carson agiscono è perfetto: nessuno dei due prevarica l'altro. Carson ha il giusto rilievo. Anche il rapporto dei ranger con la polizia e, in particolare, con il capo della polizia, è equilibrato: nè troppo arrogante nè troppo subalterno. Delizioso il cameo di Annie Oakley e il nuovo incontro con Kit Carson. L'appetito vien mangiando, per cui .... spero che prima o poi i nostri tornino a New York!
  17. james

    [91] Vendetta Indiana

    Non reputo questa storia una delle migliori della saga. Buona, sì. Assume valore, forse, per il ruolo positivo degli indiani, il che, però, non era una novità per Tex. Non mi piace il modo caricaturale in cui viene reso il colonnello Arlington (mi pare si chiamasse così...). E' certo un dato di fatto che in questa storia si possono vedere delle anticipazioni della stucchevole "moda" filoindiana che stava per dilagare a Hollywood (dal pessimo Soldato Blu per arrivare al soporifero balla coi lupi), il che, però, non è un pregio. Originale, per l'epoca, il finale, in cui il ruolo del vendicatore/giustiziere è assunto da una vedova indiana.
  18. james

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Vorrei non terminasse mai.... Storia indimenticabile, trama e sceneggiatura magistrali. Per non parlare dei disegni, pressoché perfetti. Carson dovrebbe essere sempre così, anche dal punto di vista grafico.
  19. Apprezzo l'ironia, però ... A prescindere dal fatto che una probabile paternità, seppure non riconosciuta, basta e avanza per Carson. L'aver collocato la storia nel 1866 faciliterebbe, invece, la ricomparsa di una Abbie ancora abbastanza giovane....
  20. Trovo che sia uno dei migliori Color. Storie brevi e interessanti. Naturalmente, ho trovato entusiasmante in particolare Golden Queen, per il ruolo assegnato in essa a Carson. E' interessante la collocazione temporale: il 1866. Sono dunque passati 7 od 8 anni dalla storia a Bannock, e probabilmente Carson ha già incontrato Tex. Dovrebbe trattarsi di un Carson sui 37-39 anni.
  21. james

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Bene. mi ero ripromesso di leggerlo assieme al seguito - o addirittura ai seguiti - ma non ce l'ho fatta... Letto, gustato, apprezzato. L'inizio è veramente "alla grande". Per dimostrare acume e spirito analitico occorre trovare sempre il pelo nell'uo... pardon un difetto? Mah, se proprio occorre, direi che risulta forse confermata - in ciò, attenendosi esattamente all'imrponta glbonenniana del del personaggio - l'aria un po' troppo "saputella" di un ventenne, abile con la pistola finchè si vuole, ma pur sempre nella mischia da poco tempo. Ma la realtà è che, n fondo, è questo che Tex ventenne era ed è nella nuova serie. Pertanto, benvenuto lui e la serie! Se non sbaglio l'intento è quello di colmare le lacune della serie originale: dobbiamo, perciò, aspettarci dei salti temporali? direi proprio di sì... Spero, tornando al discorso di prima e al tema della fedeltà all'originale, che invece per Kit Carson si sia scelta una minore fedeltà alla versione originaria, visto che a me il Carson dei primo 12 albi della serie gigante è sempre apparso una figura un po' scialba, molto, molto al di sotto di Tex sotto tutti i punti di vista. Un personaggio lontanissimo dalla sacrosanta rilettura e valorizzazione che ne ha dato Boselli (Il passato di Carson e I giustizieri di Vega, per citarne alcuni, ma non sono le sole occasioni...)
  22. james

    [416/418] Cercatori Di Piste

    Condivido il giudizio espresso già da molti sulla storia. Una delle migliori di Boselli e anche dell'intera saga. Non ripeto, pertanto, gli apprezzamenti, che devono intendersi pienamente condivisi. Sottolineo, solamente, per amor di discussione e non di polemica, ciò che mi differenzia da alcune delle principali analisi prima espresse. Affermare, in modo tranchant, che con questa storia risalta una volta di più la sostanziale ingiustizia del sistema statunitense di fine ottocento (alludendo, in realtà all'intero arco della repubblica a stelle e strisce) significa attribuire a Boselli ciò che Boselli sicuramente non ha inteso affermare, oltre che dare una lettura della storia buona per pamphlet da Editori Riuniti anni '70. L'epoca e i luoghi delle gesta di Tex vedono, senza dubbio, i nativi in posizione di sconfitti (confinati in riserve), ma se da ciò si vogliono trarre giudizi sugli usa, del tempo, allora va aggiunto: - il sistema delle riserve avrebbe potuto essere (e a volte lo fu davvero), il modo meno cruento e, tutto sommato, rispettoso delle "culture" native, per risolvere il conflitto tra mondi incompatibili (piccola notazione marginale: chissà perché molti di quelli che si commuovono al pensiero della perdita delle tradizioni, delle identità etniche e culturali dei popoli indigeni, sono anche critici verso le tematiche identitarie oggi in voga in Europa. Mi ricorda il paradosso dell'anrtopologo, descritto da Lèvy.Strauss ne Tristi Tropici: gli antropologi sono sommamente rispettosi di ogni aspetto delle culture indigene che studiano, si ribellano alle tradizioni della civiltà in cui vivono «Spesso sovversivo tra i suoi e ribelle agli usi tradizionali, l’etnografo appare rispettoso fino al conservatorismo appena la società in questione si trova a essere diversa dalla sua». Tex non ne è affetto, certamente, egualmente pronto ad imbracciare le armi contro qualsiasi cosa senta come ingiusta, quale che ne sia il fondamento o l'origine...); - la conquista e il dominio, manu militari, dei più forti e/o intraprendenti sui più deboli e/o arretrati è una costante della storia e non è un'esclusiva dell'occidente e, tanto meno, di Usa od Europa (lo si dimentica troppo spesso, un po' come avviene quando ci si riferisce alla schiavitù, limitandosi ai circa tre secoli della tratta atlantica, scordando tutto il resto, più duraturo e ampio e, significativamente, molto, molto meno studiato...) - non va mai dimenticato che il mondo degli amerindi, sia precolombiano sia post scoperta-conquista, era tutt'altro che idilliaco e pacifico. Senza citare le aberrazioni azteche o maya, anche nelle epoche più recenti è evidente che l'suo della guerra tribale che poteva tradursi in scaramucce isolate ma anche in veri massacri o pulizie etniche era tutt'altro che sconosciuto nelle Americhe. Aggiungo che anche a me è dispiaciuto vedere sparire di scena Torrence, figura nobile ed eroica (direi con una modalità che, mutatis mutandis, abbiamo rivisto nella fine di Shane de Gli Invincibili). La figura del soldato si presta sempre, in modo particolare, alla rappresentazione di figure estreme, negative o positive, o problematiche.
  23. james

    [Tex Willer N. 0]

    Io ho grandi aspettative. Prendo atto di ciò che ha affermato l'avvocato Monni, circa l'assoluta fedeltà alle storie originali, considerate come "vincoli" insuperabili. A costo di scandalizzare molti, io non avrei avuto alcun problema ad assistere a vere e proprie riscritture del passato, colmando lacune, certo, ma anche cambiando l'esistente. Ma va bene lo stesso. Sono certo che saranno grandi storie! Anzi, non vorrei che la nuova serie facesse concorrenza alla serie inedita ....
  24. Grazie per la lezione - non richiesta - di storia. Però, Barbanera, noterai che non ho certo affermato che il ritiro delle truppe francesi dal Messico fosse dovuto alla SOLA ostilità - VERA - del governo federale Usa. Del resto, gli Stati Uniti, all'epoca, non erano ancora una potenza di prima grandezza, in ambito internazionale. Un blog imperniato su un fumetto - per quanto importante - disquisire di aspetti teorici in varie discipline. Però non riesco a trattenermi dal dire che non reputo affatto AGGRESSIVA la politica attuativa della dottrina Monroe. DIFENSIVA, semmai. A meno che non vi si voglia ravvisare, in nuce, le origini della politica del "cortile di casa" nei riguardi dell'America Latina, con le conseguenti spiegazioni consolatorie e vittimistiche delle ragioni per le quali le ex colonie iberiche hanno avuto uno sviluppo e un destino ben diverso da quelle anglo- sassoni. ciao
  25. Circa il primo punto, hai ragione: durante la guerra civile, l'Unione non prende parte alla guerra contro Massimiliano e i francesi, però si mostra immediatamente ostile e, a guerra di secessione appena conclusa, il governo Usa intima alla Francia di "lasciare la presa". Sicuramente, immaginare il coinvolgimento di Tex dopo la fine della guerra di secessione, agevolerebbe le cose. Però, mi chiedo - e ciò a prescindere dall'ipotizzare trasferte di Tex in Messico o altrove nel periodo 1861-1865 - è tassativo immaginare che Tex prenda parte alla guerra degli stati per tutta la sua durata? è detto o lasciato intendere in qualche modo? bada, non è una domanda polemica o retorica, me lo chiedo davvero....
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