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TWF - Tex Willer Forum

[287/289] Grido Di Guerra


theLord
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Storia veramente molto bella . Tiger Jack ha un ruolo molto importante nella trama e proprio questo mi ha colpito . Infatti , salvo poche storie , il pard indiano non ha un ruolo importante nella trama . Stupendo il finale . Un'avventura , a mio parere , affascinante e forse anche un po' tragica . La sceneggiatura merita un 9 e i disegno ovviamente 10 .

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  • 5 mesi dopo...

Ottima storia di Nolitta, che gestisce abilmente tutti gli elementi della storia (anche se non mi ricordo da dove salta fuori Tiger, visto che nel primo albo non si vede). L'unica pecca a mio parere è stata una forzatura nel far entrare Timothy O'Sullivan, elemento che permette di smascherare l'attentatore; un colpo fin troppo di fortuna, anche se la simpatia del personaggio non ha alcun motivo di essere intaccata. Elogio pieno alla figura di Appanoosa, il capo Cheyenne che ha creato grandi grattacapi all'esercito e che è lui, in un certo senso, a far chiedere la pace ai soldati (anche se sappiamo bene, che prima o poi la sua tribù sarebbe stata sterminata). Triste e anche fiero nel discorso che fa a Tex alla Lunga Ferita (a proposito altra grande interesse di Nolitta per la storia dei paesaggi e dei luoghi degli Indiani d'America e delle loro tradizioni, prima dell'arrivo della civiltà bianca): un uomo che affronta dolori personali (la morte del figlio ma anche la convinzione di essere stato tradito da Tex) e anche per la sua tribù, costantemente in guerra. Uno dei più nobili capi indiani che Tex abbia incontrayo, e che rende la storia memorabile. Un prezzo di lacrime e sangue piuttosto alto nella firma di un trattato che dovrebbe mettere fine a tutte le ostilità (anche qui Nolitta mette molta attenzione, facendo disegnare la tragicità della guerra e del carico di morti, dolori e stragi che porta sempre). Peccato che, come ricorda Tex, si tratta pur sempre di un pezzo di carta e che già diverse volte nella Storia non è mai servito a un granchè. Una storia in cui Nolitta diventa anche malinconico nell'eterno desiderio di pace per l'uomo contro la continua guerra. Guerra che Tex cerca con tutti i costi di evitare, ma che a volte risente di essere un uomo come gli altri e che non è comunque capace di cambiare il corso degli eventi, nonostante le sue continue lotte.

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  • 2 anni dopo...
  • Collaboratori

L'orso che figura in questa vignetta è preso da uno schizzo realizzato da Galep nel 1985 nei boschi intorno a Sardagna, presso Trento, dove era in vacanza. L'orso era addomesticato.

 

 

aoqgbb.jpg

 

 

Non solo l'orso, anche il tronco secco d'albero è ripreso da uno schizzo, realizzato questa volta l'estate successiva, quella del 1986.

 

 

21dlyfq.jpg

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All'inizio di questa storia, per me molto gradevole, Kit Carson viene chiamato colonnello dai soldati della guarnigione di Fort Smith.

Nolitta riteneva quindi che il vecchio pard fosse stato promosso dal grado di Maggiore (dei Texas rangers), che ricopriva nelle prime avventure della serie.

Ricordo tuttavia che Mauro Boselli scrisse, in merito, di ritenere Carson un Maggiore (a riposo), e non un colonnello, considerando il grado che gli ha attribuito Nolitta errato, o apocrifo.

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Potrebbe essere una soluzione. In fondo negli USA dell'epoca accadeva, ed era stato molto frequente durante la Guerra civile.

Ho letto su Custer di Albertarelli che era una procedura standard la promozione sul campo, e a fine campagna si ritornava al grado corrispondente -salvo eventuali promozioni secondo le normali procedure. Quindi i soldati potevano ad esempio conoscere un superiore come colonnello anche se questi era soltanto maggiore

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Era una procedura in uso anche in tempi più recenti, se è per questo. All'epoca dell'entrata degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale fu creato l'Esercito Nazionale formato dall'esercito regolare più la Guardia Nazionale e gli arruolarti nella leva obbligatoria istituita per l'occasione. Dwight David Eisenhower all'epoca capitano fu promosso rapidamente a tenente colonnello. Alla fine della guerra l'Esercito Nazionale fu sciolto e Eisenhower ritornò al grado di capitano per poi ricevere regolari promozioni successivamente.

Stando a Wikipedia, la pratica del brevetto, così si chiamava, è cessata nel 1922, sostituita dall'uso di assegnare ad un ufficiale o sottufficiale in lista per una promozione un incarico di comando corrispondente al grado superiore in attesa che la promozione diventi effettiva con la concessione di farsi chiamare col grado in questione.

Nel Regno Unito c'era una pratica simile. Nel 1943 Lord Mountbatten, che all'epoca era un semplice capitano della Royal Navy e comandante di una portaerei. fu nominato da Churchill Comandante Supremo delle Forze Alleate nel Sud Est Asiatico con la promozione temporanea ad Ammiraglio a 5  stelle. Alla fine della guerra ritornò al grado precedente per poi essere promosso quasi immediatamente Contrammiraglio (devo ringraziare la mia passione per la storia e wikipedia. :D).

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Tornando ai più famosi ufficiali dell'esercito americano ai tempi di Tex, Custer ottenne il grado di temporaneo di Major general durante la guerra civile, finita la quale tornò al suo grado di capitano. Nel 1966 venne promosso tenente colonnello. Rifiutò il comando di un reggimento di buffalo soldiers per ragioni razziali, altrimenti avrebbe ottenuto il grado di colonnello. Il settimo cavalleria, ai tempi del Little Big Horn, era comandato dal colonnello John Sturges, di cui Custer era Vice. Nella campagna contro i Sioux, Sturges era distaccato ad altro incarico, e Custer agì quale comandante di fatto del reggimento.

Nelson Miles, allo stesso modo, ebbe il grado temporaneo di generale di divisione durante la guerra civile. Finita la guerra, tornò al proprio grado di capitano nell'esercito regolare. Accettò, a differenza di Custer, il comando di un reggimento di buffalo soldiers, e fu quindi promosso colonnello. A fine carriera ottenne il comando dell'esercito con il grado di Tenente Generale.

Stessa cosa accadde a Ranald MacKenzie, che però, promosso generale di brigata nel 1882, si ammalò e morì giovane.

George Crook, che era più anziano degli ufficiali citati, dopo la guerra civile fu retrocesso al proprio grado di tenente colonnello dell'esercito regolare, in cui rimase sino al 1872, quando ricevette la promozione direttamente al grado di generale di brigata, sopravanzando diversi colonnelli in linea per la promozione. Divenne maggiore generale.

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All'inizio di questa storia, per me molto gradevole, Kit Carson viene chiamato colonnello dai soldati della guarnigione di Fort Smith.
Nolitta riteneva quindi che il vecchio pard fosse stato promosso dal grado di Maggiore (dei Texas rangers), che ricopriva nelle prime avventure della serie.
Ricordo tuttavia che Mauro Boselli scrisse, in merito, di ritenere Carson un Maggiore (a riposo), e non un colonnello, considerando il grado che gli ha attribuito Nolitta errato, o apocrifo.

Quindi, a seguito di queste precisazioni, possiamo dirlo: Boselli si è sbagliato nel giudizio su Nolitta!!!
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All'inizio di questa storia, per me molto gradevole, Kit Carson viene chiamato colonnello dai soldati della guarnigione di Fort Smith.
Nolitta riteneva quindi che il vecchio pard fosse stato promosso dal grado di Maggiore (dei Texas rangers), che ricopriva nelle prime avventure della serie.
Ricordo tuttavia che Mauro Boselli scrisse, in merito, di ritenere Carson un Maggiore (a riposo), e non un colonnello, considerando il grado che gli ha attribuito Nolitta errato, o apocrifo.

Quindi, a seguito di queste precisazioni, possiamo dirlo: Boselli si è sbagliato nel giudizio su Nolitta!!!

 

 

Quali che fossero le intenzioni di Nolitta, se davvero volesse promuovere il vecchio Kit o se si fosse solo sbagliato,non possiamo certo saperlo o capirlo da un solo balloon, Ai lettori attenti spetta non solo individuare eventuali errori o contraddizioni in una storia, ma quando è possibile trovare anche una spiegazione che giustifichi quell'errore secondo la logica interna della serie o quella generale.

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Stessa cosa accadde a Ranald MacKenzie, che però, promosso generale di brigata nel 1882, si ammalò e morì giovane.

George Crook, che era più anziano degli ufficiali citati, dopo la guerra civile fu retrocesso al proprio grado di tenente colonnello dell'esercito regolare, in cui rimase sino al 1872, quando ricevette la promozione direttamente al grado di generale di brigata, sopravanzando diversi colonnelli in linea per la promozione. Divenne maggiore generale.

 

Ranald McKenzie fu un caso unico. Stando a wikipedia, alla fine della Guerra Civile era capitano effettivo dell'esercito regolare, brigadiere generale effettivo della milizia volontaria, Brigadiere Generale per brevetto dell'Esercito Regolare e Maggior Generale per brevetto dei Volontari. Un record o quasi.

Come molti ufficiali che avevano ottenuto un brevetto, dopo essere ritornato al suo grado effettivo di capitano ebbe promozioni ordinarie molto rapide e terminò la sua carriera come brigadiere generale.

Fu soprannominato "Bad Hand" (Mano Cattiva) probabilmente perché nel 1861 alla battaglia di Bull Run aveva perso due dita di una mano,ù

"Bad Hand" è anche il titolo di lavorazione della storia di Tex a lui ispirata che Mauro Boselli sta scrivendo e Stefano Biglia disegnando e che non è escluso che si possa leggere già l'anno prossimo

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  • 3 anni dopo...

Anche se ogni tanto è  un po' noiosa, a causa di un' eccessiva dilatazione dei tempi( a me le dilatazioni piacciono, ma qui  a tratti sono esagerate), la storia é  molto bella, e come sempre Nolitta la fornisce di pathos fino al midollo:  a questo proposito, da ricordare soprattutto la scena iniziale , ma anche il soggetto in se e per se, tragico e con un Tex impotente e che fallisce nei suoi obbiettivi prima di averla vinta, cosa che secondo me oggi  ogni tanto su Tex bisognerebbe far di nuovo succedere. L' antagonista era piuttosto prevedibile, ma ci sta. Non si capisce da dove salti fuori Tiger, prima della sua comparsa non viene mai visto ne nominato.

I disegni di Galep anche se non sono eccezionali come un tempo, sono gradevoli.

Voto 8.5

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Bellissima storia targata Nolitta con alcune scene veramente epiche, prima fra tutte la scena del ponte.
Poi, si può discutere su un Tex che, in alcuni frangenti, sembra Zagor - e purtroppo é vero - e mi rendo conto che ai puristi Texiani, cresciuti alla scuola di GLB, la cosa può dare anche un pò fastidio. Ma avercene di storie così! E mi riferisco a quel periodo, in cui Nizzi non aveva ancora ingranato (l'avrebbe fatto con la stupenda "Fuga da Anderville") e GLB non ne faceva (e non ne avrebbe più fatto) una giusta.

Voto alla storia: 9,5

Voto ai disegni: 8

Modificato da Andrea67
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  • 2 anni dopo...

Mi ero ripromesso di non commentare più storie di Nolitta, visto che ogni volta per me, è impervio farlo; se da un lato lo apprezzo come autore, dall’altro riconosco che su Tex ci sta come l’aglio nella carbonara :D, tuttavia ogni volta ci ricasco: evidentemente sono affetto da un’acuta forma di masochismo :D. Ho di recente letto la storia in questione e anche stavolta mi ritrovo assalito da contrastanti impressioni. Il compianto Sergio compose un episodio con buone vette di drammaticità e pathos, scegliendo uno spunto di soggetto sempre molto valido sulla saga e rielaborandolo di par suo, ottenendo una trama che cattura l’attenzione, ma la texianità, anche stavolta (soprattutto stavolta mi verrebbe dire!) è ancora lontana, quasi un’irraggiungibile chimera per l’editore-sceneggiatore. Torno a ripetere che se fosse stata scritta con altri protagonisti, anche “Grido di guerra” apparirebbe una buona storia western, ma essendo composta per la saga di Tex, non si può fare a meno di evidenziare le notevoli incongruenze di caratterizzazioni. Se a posto di Tex e Tiger ci fossero stati Zagor e Tonka, la storia avrebbe funzionato ugualmente, anzi, forse sarebbe stata pure più idonea alle caratteristiche dei due eroi di Darkwood. Come non si può tacere di quanto la sceneggiatura risenta di una forte zavorra, ovvero un ritmo narrativo a volte molto lento (quasi esasperante) e alcune sezioni dilatate e verbosissime che rischiano fortemente di annoiare il lettore e fargli perdere il filo. Un altro aspetto dello stile compositivo di Nolitta, ovvero quello di spostare raramente la scena da Tex, contribuisce a uniformare le sceneggiature e ottenere un effetto torpore, al giorno d’oggi un po’ datato. Pronti, via! Pagine e pagine di dialoghi fra il generale e Carson a introdurre l’arrivo di Tex e Appanoosa. Aquila della Notte impiega poche tavole a beccarsi la prima botta in zucca, durante il concitato scontro che segue all’attentato durante la firma del fatidico trattato di pace. Anche ammettendo che era impossibile prevedere lo sparo e nel buio distinguere il misterioso artefice, Tex subito dopo non ci fa una bellissima figura, anzi tocca a Carson (sempre troppo dietro le quinte nelle storie di Sergio) a catturare il prezioso ostaggio, ovvero il figlio del capo Cheyenne ribelle. Altre pagine e pagine di dialoghi e piani per scongiurare subito l’intervento armato e provare di rattoppare lo strappo con Appanoosa, offrendogli la liberazione del caro figlio e cosa riescono a fare Tex e Tiger durante la marcia di avvicinamento al villaggio Cheyenne? Si fanno assassinare sotto gli occhi il prezioso ostaggio dal misterioso killer, così "abile" da lasciare sul corpo della vittima un compromettente indizio della sua colpevolezza. Scena che a mio avviso non pone alcuna attenuante all’errore di Tex, visto che non ha senso far allontanare il ragazzo, con la scusa dei lupi, non solo per l’imprevedibile omicidio: chi assicurava ai nostri che il giovane cheyenne non se la desse a gambe giocandoli bellamente? Seguono altre pagine e pagine di sermoni e minacce dell’addolorato (neanche troppo!) capo indiano e la bella scena del ponte, resa magistralmente da Galep. Con l’interessante colpo di scena dell’incontro con O’Sullivan, Tex ha l’incredibile botta di fortuna con la "C" maiuscola :D di individuare l’identità del misterioso cospiratore e di fatto la trama si dipana, consegnandoci il prevedibile epilogo con i nostri che scongiurano il bagno di sangue e consegnano ad Appanoosa il corpo del vero colpevole, placando troppo semplicemente il desiderio di rivalsa di quest’ultimo. La scena di Tex che sfida i Cheyenne, portando di peso il corpo dell’ufficiale ucciso è altisonante, come quasi epica appare l’azione di Tiger che si ritaglia un ricco momento di gloria uccidendo il vero villain nell’ombra, sciorinando un lunghissimo commento che sembra essere uguale a un comizio da palco elettorale; non c’è che dire, un finale altisonante che però non può bastare a placare la sensazione di aver letto una buona storia sì, ma che con Tex e la sua saga ha poco a cui spartire. Di fatto, d’ora in poi quando dovrò assegnare un voto numerico alle prove di Nolitta, opterò per un 6 politico. Chiudo il mio commento spendendo qualche meritata parola per la prova grafica fornita dall’indimenticato Galleppini. Il papà di Tex, sebbene ormai in parabola discendente, se la cava alla grandissima, eccellendo soprattutto negli sfondi paesaggistici e i campi lunghi. Splendida, come già accennato, la sequenza del ponte sospeso e il crollo nel vuoto degli indiani (vignette dall’elevatissimo grado di difficoltà esecutiva, rese da gran maestro, come Galep effettivamente è sempre stato), così come sono molto belle parecchie vignette quadruple presenti durante la narrazione. Interessante vedere la barba incolta di Tex durante il suo faticoso pellegrinaggio dopo l’incontro con i Cheyenne, però bisognava fare in modo che anche Tiger presentasse gli stessi segni di incuria, per coerenza. Più incerta la rappresentazione di alcuni primi piani, che cominciano a palesare il calo del grandissimo artista, ma sono ancora poca cosa e non inficiano più di tanto la notevole prova. Un duo quello formato da Nolitta e Galep molto affiatato a quei tempi. Il mio voto finale è 6

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  • 3 mesi dopo...

Storia davvero molto bella. Si, ci sono dubbi, incertezze, fragilità dei nostri eroi, ma chi se ne frega, c'è anche un lato umano non sempre così presente in altri autori e soprattutto soggetto e sceneggiatura sono magistrali e le scene epiche si sprecano, fino a un finale bellissimo e melodrammatico, con Tex che si presenta con il corpo del militare in braccio.

Storia, dunque, che seguendo le troppe brutte storie di GLB che la precedono, fa davvero un figurone.

Uno dei migliori Nolitta Texiani senza alcun dubbio.

I disegni di Galep sono discreti, certo, c'è ancora il segno dell'antico splendore, ma il declino si sente, soprattutto sui volti. Nelle riprese da sotto Tex (e non solo) sembra un tricheco. Tuttavia l'allure dei disegni di Galep è conservato e vederli dà sempre una sensazione di Texianità che fa un gran piacere.

Nolitta 8.50

Galep 6/7

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  • 1 mese dopo...

Allora...Ho recuperato alcune storie di Nolitta e me le sto leggendo. Devo ammettere che questa mi è piaciuta. Tiger protagonista, Tex incastrato in una situazione spinosa, parti della storia intense e melodrammatiche(alcune scene soprattutto) vero marchio di fabbrica di Nolitta. Sermoni e monologhi a iosa, personaggi intensi sia tra gli indiani che tra le giacche blu. Leggere un Tex diverso all'interno di trame ben fatte è un valore aggiunto. Poi ci sono storie più riuscite ed altre meno però la visione di Nolitta la ritengo sempre più interessante da esplorare.

Su Galep sono sempre in difficoltà. Al netto di ottime tavole su paesaggi e cavalli, oppure sul dinamismo delle sparatorie, i volti e i corpi non mi vanno spesso giù. Lo stile non mi piace(troppa "peluria"), però Galep è la Storia e sempre lo ringrazierò.

Il 1/12/2021 at 11:41, valerio dice:

Storia davvero molto bella. Si, ci sono dubbi, incertezze, fragilità dei nostri eroi, ma chi se ne frega, c'è anche un lato umano non sempre così presente in altri autori e soprattutto soggetto e sceneggiatura sono magistrali e le scene epiche si sprecano, fino a un finale bellissimo e melodrammatico, con Tex che si presenta con il corpo del militare in braccio.

Storia, dunque, che seguendo le troppe brutte storie di GLB che la precedono, fa davvero un figurone.

Uno dei migliori Nolitta Texiani senza alcun dubbio.

I disegni di Galep sono discreti, certo, c'è ancora il segno dell'antico splendore, ma il declino si sente, soprattutto sui volti. Nelle riprese da sotto Tex (e non solo) sembra un tricheco. Tuttavia l'allure dei disegni di Galep è conservato e vederli dà sempre una sensazione di Texianità che fa un gran piacere.

Nolitta 8.50

Galep 6/7

Eh sì...Certe scene orchestrate da Nolitta non le dimenticherò.

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