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TWF - Tex Willer Forum

[435/437 ] Wild West Show


Voto alla storia  

57 utenti hanno votato

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Ne ho uno buono, realmente accaduto... un paio di personaggi storici della storia militare della Guerra Civile (uno Yankee e l 'altro confederato) si trovavono nel West poco prima dello scoppio della guerra...amici fraterni, che poi combatterono su fronti opposti e...poi si scontrarono con le loro unità, faccia a faccia.lo devo sviluppare bene, ma potrebbe entrarci Tex.Te lo devo mandare sotto forma di bozza di poche righe?ci lavoro sopra...:D

non solo, si potrebbe pure intrecciare una storia tra Tex e il Generale Lee...:sud:

se mi dai tempo, im qualche giorno ti mando i due soggetti

tra l 'altro, nessun problema sul capitolo schiavismo, visto che Lee era contro la schiavitù e non aveva schiavi...

o meglio, li liberò prima della guerra...

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E' una storia che ho molto amato, per la sua originalità. Prima di tutto, da' molto spazio a Carson. E questo nonostante la schiacciante sconfitta del Vecchio Cammello tiro a segno con le anatre! Anche la simpatia/attrazione che c'è tra lui e Annie, è tutt'altro che fuori luogo.

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<span style="color:red;">8 ore fa</span>, Barbanera dice:

Ne ho uno buono, realmente accaduto... un paio di personaggi storici della storia militare della Guerra Civile (uno Yankee e l 'altro confederato) si trovavono nel West poco prima dello scoppio della guerra...amici fraterni, che poi combatterono su fronti opposti e...poi si scontrarono con le loro unità, faccia a faccia.

 

Già letto su Tex. "Fuga da Anderville"

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<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Barbanera dice:

In realtà il soggetto che ho.in mente è totalmente diverso 

 

Se durante la guerra civile metti due che si conoscevano da prima della guerra uno contro l'altro su fronti opposti il richiamo a Fuga da Anderville è inevitabile.

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Kit scopre una foto autografata dal Generale Lee nel hogan di Tex,in cui il Nostro è in posa con il comandante.Attonito,Kit chiede lumi a Tex.la foto risale a poco prima della Guerra,all epoca Lee era colonnello dell esercito Usa e,per le sue grandi capacità,era stato inviAto dal comandante in capo,Generale Scott,a contrastare le incursioni dei greaser ribelli nel sud del Texas,come comandante di Fort Brown.per l occasione,il governo del Texas aveva fornito rangers e molti volontari civili si erano aggregati alle forze regolari.tra questi Tex,suo fratello e Gunny Bill.in.una campagna durissima,in cui Lee aveva dimostrato le sue eccezionali abilità strategiche e il suo lato umano accattivante e gentile,Tex gli fa piu volte da guida e gli salva la vita in un agguato dei bandoleros,guadagnandosi il pubblico riconoscimento di Lee.alla fine della campagna la famosa foto.Lee si prepara a tornare in Virginia e si congeda dal nostro galoppando all orizzonte in sella al suo baio Treveller,che lo avrebbe servito per tutti gli anni della guerra.

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<span style="color:red;">26 minuti fa</span>, borden dice:

Unico problema non da poco. Nell'attuale cronologia dopo Tra due Bandiere,  Tex non è ranger prima della guerra

Infatti io intendo volontario,non ancora Ranger

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Quindi dovrebbe essere precedente addirittura alla morte del fratello...  Tex non ancora fuorilegge, Un periodo battuto solo nei due cartonati, che attualmente non saprei come infilare. A proposito, ma non si  era detto che c'era la Guerra Civile, nel tuo soggetto?. Così è un po' monco, no? I due non si ritrovano in guerra come nemici?

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  • 2 mesi dopo...

A me queste storie col "Maestro" non sono mai piaciute.
Coi disegni di Letteri, poi, perdono ancora di più.

Non c'é niente da fare, ammetto che è ben scritta (e come poteva essere altrimenti visto che è di Boselli), ha un buon soggetto e una discreta sceneggiatura, però probabilmente la colpa è mia perché non riesco a fare entrare nelle mie corde queste storie cittadine (e per cittadine non intendo, ovviamente, quelle che si svolgono nei paesini del west, che invece adoro), fatte, ovviamente, le dovute eccezioni.
Se poi a disegnarle è questo Letteri, allora la frittata è fatta.
Voto comunque leggermente positivo.
Voto alla storia: 6,6
Voto ai disegni: 6,5

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  • 4 mesi dopo...

Ho letto oggi la storia per la prima volta. Era parecchio tempo che me la rigiravo indeciso se leggerla o lasciarla ben riposta sullo scaffale, pur essendo il ritorno di un nemico eccezionale come il Maestro non mi attirava affatto ma alla fine mi sono detto "Devo leggerla!". Beh, l'ho letta... 

Secondo me non è prettamente una brutta storia, si fa leggere molto bene, è scorrevole, non si perde in troppi giri che spesso i racconti polizieschi hanno e soprattutto fino all'ultimo mantiene un'attenzione altissima. Mi è piaciuta la prima parte in cui i Nostri ancora non sanno che il misterioso bombarolo è in realta il Maestro, molto intrigante. Bello il personaggio anche se vagamente sottotono in questa storia, come sempre adoro il personaggio di Buffalo Bill e ho trovato molto gradevole anche il buon Nat. Bella la caratterizzazione di Ladykiller e del suo essere sia pazzo assassino sia ingenuo coccolone.

Ora, fatte le dovute premesse, non posso che partire con le critiche alla storia. 

Arriviamo dall'ottima La minaccia invisibile, molto ben congegnata e sotto diversi aspetti "innovativa". Qui, purtroppo non ho avuto la stessa sensazione della storia precedente, anzi, mi è sembrato di vedere lo stesso identico copione rimescolato in maniera leggermente diversa per renderlo intrigante. Ci sono tanti elementi ripresi dalla prima storia che un po' mi hanno fatto storcere il naso... Ve li riassumo in questo breve elenco:

  • l'ambientazione in una grande città con un capo della polizia che tutti noi conosciamo (Tom Devlin prima, Nat McKennet ora);
  • la presenza di comprimari già conosciuti (Lefty Potrero e Pat prima, il Wild West Show ora);
  • la fondamentale importanza dei coltelli;
  • l'immancabile viaggio nelle fogne;
  • l'immancabile rivolta a discapito dei cinesi;
  • la minaccia del Maestro di far prima cadere nel panico la città e poi di massacrarne barbaramente i cittadini;
  • la richiesta da 1 milione di dollari;
  • un grande incendio.

Certi elementi forse erano essenziali per giustificare il modus operandi del Maestro, e penso agli ultimi tre punti, ma gli altri hanno un forte sentore di già visto.

Alcuni guizzi originali inoltre mi sono risultati piuttosto forzati o irreali:

  • l'evasione dal carcere con lanciagranate;
  • Squeezy che si cala con al piede i due pesi di ferro;
  • il silenziatore inventato dal Maestro e che Squeezy usa durante il Wild West Show.

E' stranissimo come il Maestro in questa storia conosca tutti i movimenti dei pards avendo, a differenza dalla precedente apparizione, a disposizione ben pochi informatori o collaboratori.

Non riesco poi a farmi piacere il personaggio di Annie: spocchiosa all'inizio e melensa alla fine. Carson, poi, che pende dalle sue labbra come se fosse un ragazzetto alle prime armi proprio mi infastidisce. Ok, il nostro cammello è solito fare il cascamorto con le madamigelle ma con la bella Annie sembrerebbe proprio innamorato pazzo.

Anche il finale convince poco, non perchè sia brutto ma perchè risulta forzato. Il Maestro infilzato per entrambe le mani non può non che far sorridere mentre mi pare strano che il fucile di Tex funzioni ancora dopo tutto quel tempo sott'acqua. Comunque ho gradito tantissimo la battuta di Tex sulla sigaretta, questo vale molto di più rispetto ad un finale forse troppo rattoppato qui e là. Per me, una storia trascurabile e da dimenticare.

 

I disegni di Letteri sono sempre gradevoli ma con qualità inferiore rispetto alle precedenti prestazioni. Buoni comunque i chiaroscuri e le caratterizzazioni etniche. 

Per la storia è un magro 6 dato soltanto perchè la tensione è sempre alta e rappresenta il ritorno di un personaggio che gradisco molto.

P.S.

Ho bisogno di chiarimenti sulle finalità del Maestro in questa storia.

L'intento primario era vendicarsi di Tex, e fin qui tutti d'accordo. Oltre ciò, però, il Maestro aveva escogitato tutto un piano per avere nelle sue tasche un bel po' di dollari fumanti in più.

Riassumo brevemente ciò che ho capito:

  • Piano A: ricevere direttamente da Tex e compagnia il milione;
  • Piano B: sfondare la parete del caveau della banca e arrafarsi quanto più possibile;
  • Piano C: farsi saltare in aria.

Non ho capito bene le intenzioni del Bos e del Maestro... Il milione dato al Maestro viene direttamente "prelevato" dalla banca, lasciando intendere che la banca abbia un deposito maggiore rispetto alla somma pattuita precedentemente. Stando a questo ragionamento, il piano B frutterebbe di più rispetto al piano A. Spiegatemi questo passaggio perchè mi sembra troppo strano per essere corretto!

Passiamo al Piano C: dopo tutte le pippe mentali che il Maestro si fa per avere almeno un milione di dollari come ultima alternativa si farebbe esplodere? Mi sembra una cosa alquanto irreale, forse più un bluff che altro...

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  • 3 mesi dopo...

Un altro dei capolavori boselliani, ottimamente coadiuvato da un Letteri che per quanto non più bravo come una volta riesce ancora a realizzare delle ottime tavole. Secondo me il suo declino  grave è arrivato solo con A sangue freddo.

La storia, come ho già precedentemente detto, è un capolavoro: già la scena iniziale in carcere tra suspense e colpi di scena è meravigliosa.  Poi Tex e Carson ottimi, ironici, solidali come non mai       ( splendida la scena in cui Carson cotre verso l' amico temendo che sia esploso con la diligenza). E un cattivo                  d' eccezione come il Maestro,  terrorista dinamitardo!  Idea assolutamente geniale,  minacciare la citta con l' esplosivo. C' è a mio avviso un riferimento al terrorismo moderno.

 

Soggetto e sceneggiatura ottimi in tutto e per tutto. E non poteva mancare il solito personaggio controverso boselliano, Ladykiller, violento , triste e tenero allo stesso tempo. L' unica cosa che non mi é piaciuta è la scena in cui Annie e Carson sparano alle anatre, il vecchio cammello non ci fa una bella figura. Il finale, a differenza di altri utenti, l' ho trovato molto bello, non m' importa se è irrealistico.

Voto 10

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  • 1 mese dopo...

Il sodalizio tra Boselli e Letteri proseguì con questa pirotecnica storia che vide il ritorno di un nemico "particolare" del calibro del Maestro e la seconda apparizione sulla saga di Buffalo Bill e il suo celebre Wild West Show. Purtroppo è doveroso ammettere che, se da un verso la collaborazione dell'attuale curatore con Marcello portò a una simbiosi ideale per creare episodi indimenticabili in quel periodo, con Letteri, giunto mestamente sul viale del tramonto, gli esiti furono diametralmente opposti. Come già successo con la precedente "Terrore a Silver Bell", il comparto grafico non aiutò a far spiccare la sceneggiatura, anzi a mio avviso, tendette spesso a danneggiarla. Un'ambientazione cittadina simile, affidata a un Civitelli avrebbe lasciato il segno, cosa che purtroppo non riuscì all'ormai stanco e spremuto Letteri, giunto a pochi passi dal varcare il confine dell'idoneità sulla regolare. La trama fila via che è un piacere, ritmo serrato e molte originalità stilistiche di un Boselli alquanto fantasioso e innovativo. A dire il vero la figura del Maestro, scienziato folle prestato al male,  non mi fa tanto impazzire ma la spruzzata di originalità sulla saga non guasta. Non mancano alcune forzature quali i prototipi di armi create "dall'Hellingen texiano" e l'improbabile scoperta di miniere di zolfo nascoste sotto New Orleans, note solo al villain della storia. Licenze narrative al limite per la serie ma che in fondo si accettano, visto l'esito molto avvincente dell'episodio. Non brillano eccessivamente i comprimari, nessuno all'altezza del loro capo e decisivi nel fallimento del piano criminale. Ladykiller poi, che vagamente mi ricorda il gigante buono del "Miglio Verde", sarà un prezioso alleato dei nostri nel momento topico dell'azione. Molto adrenalinico il finale, rovinato un po' dall'improbabile scena dell'imboscata al fiume con tanto di lancio di coltelli e "winchester magici" e impermeabili. Tutti fattori che contribuiscono a mio avviso a rivedere un po' al ribasso la valutazione finale della prova boselliana, non di certo aiutata dal fatto di precedere un gioiello narrativo di tutt'altra caratura del medesimo autore.

Molto più plausibile rispetto alle storie di G.L.Bonelli, la figura di un Nat Mc Kenneth a capo di un corpo di Polizia in una grande città come New Orleans, anche se la metodologia troppo scientifica e moderna che arriva pure a citare il "Modus operandi" l'avrei evitata. Il Tex Boselliano è duro come il granito, ma molto più taciturno e riflessivo rispetto alla media, aspetto caratteriale che spesso lo porta a farsi rubare la scena, ma di contraltare la figura di Carson risulta molto ben rivalutata. Omettendo l'accennata e improbabile liasion con la giovane Annie, ciò che più apprezzo del vecchio cammello boselliano è la sua intraprendenza decisionale e soprattutto il coraggio con cui si mette in azione, senza tanti brontolii e reticenze divenute seriali nelle ultime prove nizziane. Il mio voto finale è 7

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È  vero quello che dici su Carson ma sinceramente in questa storia non mi sembra faccia una bella figura nella scena della sparatoria alle anatre. Certo se mi ricordo anche la scena di Oklahoma si vede proprio che Carson ha un rapporto conflittuale con le anatre:D

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  • 1 anno dopo...

Al netto di un finale non dei migliori trovo "wild wild west" un'ottima storia. Di solito reputo le storie anche per la caratura degli antagonisti e in questo caso il Maestro, Ladykiller e Squeezy li ho trovati ben centrati e caratterizzati. In più abbiamo la "guess star" Buffalo Bill proprietario del wws e la sua protagonista principale Annie, ottima tiratrice la quale si lega particolarmente a Carson in un rapporto sceneggiato ambiguamente. Un Carson comunque in forma e meno brontolone, mentre ho trovato un Tex più spiritoso del solito ma meno ottimista riguardo alla soluzione dei pericoli messi in atto dal maestro. Buona anche l'azione di Nat, più incisivo di altre volte. 

Un Letteri migliore rispetto alla storia "La lunga pista" che avevo letto recentemente, forse si è sentito più a suo agio nel descrivere l'ambiente cittadino di New Orleans.  

 

Soggetto 9

Sceneggiatura 8 (perde un voto per il finale che non mi ha convinto) 

Disegni 7,5

Copertine 9 (splendida la 436)

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  • 4 settimane dopo...
Il 28/4/2015 at 23:21, Leo dice:
 

 

Il finale infatti è il vero punto debole, inverosimile com'è, di una storia che invece tiene incollati alla sedia dall'inizio alla fine, con un'ininterrotta serie di sequenze avvincenti. L'inizio, con il sadico senso dell'umorismo del Maestro, mi ha ricordato un po' il Joker, il perfido nemico di Batman (si veda soprattutto la scena del babau nel pacco regalo destinato a Tex), poi la storia, per quanto qui e lì frammentata e non troppo fluida, continua ad avvincere con sequenze mirabolanti, fino all'infelice scena finale.

 

Mi autoquoto perché ancora una volta durante la lettura ho avuto la sensazione di leggere Batman e Joker, non Tex. Il Maestro richiama molto il cattivo che qualche anno prima era stato interpretato da Jack Nicholson nel film di Tim Burton: è un essere deforme, un terrorista, ha il gusto del grottesco (i pupazzetti e altre amenità). Questo tipo di storie inoltre richiede sempre una certa sospensione di incredulità, e questa in particolare la richiede in tutta la lunga sequenza finale, sin da quando Tex, con una chiaroveggenza improbabile, intercetta il nemico nei sotterranei presso il caveau della banca, per continuare con il Maestro che, pur non potendo immaginare a mio parere di poter essere scoperto da Tex, si imbottisce di esplosivo mettendo a repentaglio la sua stessa vita per un'eventualità (quella di essere scoperto da Tex, appunto) molto remota. Per non parlare del lanciatore di coltelli che resta due ore in acqua per poi immobilizzare in un baleno entrambe le mani di Liddel o dello stesso winchester di Tex perfettamente funzionante dopo qualche ora nel fiume.

Nel mio primo messaggio parlai di finale infelice; oggi sono invece più accomodante: è proprio questo tipo di avventure che ha in sé un taglio non del tutto verosimile, e viste in questa ottica tutte le scelte narrative possono andar bene. Non saranno mai le mie storie preferite, come ho chiosato anche nel mio commento sulla più recente storia ambientata a New York.

 

Nell'ottica della valutazione delle performance del nuovo autore (allora Boselli lo era), non si può che essere soddisfatti dell'avventura proposta. Al netto dei gusti personali, questa avventura è comunque avvincente e ha l'indubbio pregio di appassionare il lettore. C'è qualche spettacolarizzazione di troppo, alcune cose sono tirate per i capelli, ma ripeto che è proprio il tipo di storia che lo richiede: il suo fine è divertire, senza avere l'ambizione di assurgere al rango di capolavoro. E questo lo fa ottimamente: diverte, con situazioni umoristiche (molto carina la scena dell'arresto di un influente notabile della città, sospettato di essere Squeezy), con bei personaggi (sopra tutti  Ben Ladykiller, che ricorda non solo l'omone de Il Miglio Verde ma anche il protagonista di Uomini e Topi  e in questo senso chiedo a @borden se c'è qualche legame o se ci aveva mai pensato), e con la "liason" sentimentale tra Carson e Oaklehy. Al netto della brutta figura sulle anatre, che ho fatto fatica a digerire, il rapporto che si instaura tra il vecchio Cammello e la ragazza fornisce diverse occasioni a Carson per mettersi in mostra e di stare sugli scudi, ciò che ovviamente mi fa piacere. In merito al legame tra i due, @ymalpas in un suo precedente post dice che da parte della ragazza c'è per Carson molta simpatia e affetto, e non c'è dubbio che sia così. Tuttavia, nella scena del ristorante, Annie fa dei complimenti a Carson che io non derubricherei a semplice galanteria (invertita, in questo caso) di una giovane fanciulla a un attempato signore: le sue parole e i suoi sguardi tradiscono a mio parere una certa fascinazione di lei per l'anziano ranger, né è un caso che a cena inviti il solo Kit, omettendo di invitare anche Tex. Riprova di quanto dico è che Carson, che in fatto di donne non è uno stupido, si accorge di questa "attrazione", tanto che finisce per essere irretito anche lui: la scena finale, in cui decide di fuggire pur di non salutare Annie, palesa quel quid in più che è scattato nella testa di Carson, quid che è potuto scattare solo perché magari il vecchio ranger non esclude che ci sia uno spiraglio di apertura anche dall'altra parte. Certo, Annie è una fanciulla del West, non si perita di uscire col primo venuto dai capelli biondi e gli occhi azzurri, ma a me la sensazione che tra la giovane pistolera e il vecchio reprobo sia scattato o potesse scattare qualcosa rimane, e a mio parere non è solo una sensazione soggettiva, ma un messaggio più o meno esplicito che Borden ha lanciato.

 

Nella mia rilettura delle boselliane, mi aspetterebbero ora Gli Invicinbili, ma ovviamente la salto. Non ho bisogno di rileggerla né potrei scrivere qualcosa di nuovo. Dico solo che, dopo sole cinque storie, vedevo nel nuovo autore la salvezza e il futuro di Tex. È andata così.

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  • Sceriffi
<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

Mi autoquoto perché ancora una volta durante la lettura ho avuto la sensazione di leggere Batman e Joker, non Tex.

 

A mio avviso questo dimostra la grande varietà di queste prime sceneggiature di Borden, che vanno dal puro western delle prime storie con Marcello, alla fantascienza/horror de "La minaccia del deserto" o la successiva del Morisco, dal western alla John Ford di "Sulla pista di Fort Apache" ad un western sporco e cattivo come "I sette assassini". Il villain di questa storia è una sorta di Mad Doctor che strizza l'occhio a tutta una tradizione letteraria che nasce a fine '800 e che poi viene appunto ripreso soprattutto nei fumetti dei supereroi.

  • +1 1
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Adesso, pecos dice:

 

A mio avviso questo dimostra la grande varietà di queste prime sceneggiature di Borden, che vanno dal puro western delle prime storie con Marcello, alla fantascienza/horror de "La minaccia del deserto" o la successiva del Morisco, dal western alla John Ford di "Sulla pista di Fort Apache" ad un western sporco e cattivo come "I sette assassini". Il villain di questa storia è una sorta di Mad Doctor che strizza l'occhio a tutta una tradizione letteraria che nasce a fine '800 e che poi viene appunto ripreso soprattutto nei fumetti dei supereroi.

 

Concordo pienamente. Nelle sue primissime storie, Boselli ha trattato tutte le tematiche, dimostrando in tempi rapidissimi e sorprendenti la sua versatilità. E' come se avesse già preparato per tempo, prima ancora di sapere se sarebbe rimasto a scrivere su Tex, tutto un campionario di esordi, uno per ciascun genere. E per ora in ognuno ha centrato l'obiettivo.

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Nella storia c è Buffalo Bill,c è il tema dello spettacolo (topos che è presente in molte storie del Bos, finzione circense o teatrale che diventa tragica realtà per intervento "esterno"). Soprattutto,c è L ambientazione cittadina che si mischia con altri generi.

Anche l introduzione del Bello ma "str...", fasullo Daniel (un antesignano di Castle, benché molto meno tosto) è un cliché di Boselli.

Il Maestro perde per colpa dei suoi collaboratori...il piano che ha progettato è perfetto, ma al solito I collaboratori non sono all'altezza del capo e ci mettono del loro per far fallire il piano perfetto del criminale.

Tra i cattivi,una menzione speciale va a Lady Killer...uno spietato psicopatico,un gigante"bambinone", Assassino con il cervello ottenebrato dal ricordo del tradimento della moglie ma che, avendo una doppia personalità, si schiera infine a favore dei nostri salvandoli... grazie soprattutto all intervento di Annie...

Annie Oakley, personaggio realmente esistito... è palese che provi "simpatia"per il vecchio Cammello,ma ovviamente la simpatia rimane confinata ad un rapporto platonico, anzi, idealizzato.

La riproposizione di Annie nella Successiva storia del Maestro non mi ha mai del tutto convinto... personaggio che potrebbe dare ancora qualcosa in una futura storia, Comunque.

 

 

Il 17/4/2021 at 10:37, Leo dice:

Certo, Annie è una fanciulla del West, non si perita di uscire col primo venuto dai capelli biondi e gli occhi azzurri, ma a me la sensazione che tra la giovane pistolera e il vecchio reprobo sia scattato o potesse scattare qualcosa rimane, e a mio parere non è solo una sensazione soggettiva, ma un messaggio più o meno esplicito che Borden ha lanciato.

 Tutto nasce dall' emulazione del modello...e da un' ammirazione giovanile,a mio modo di vedere.Carson è una leggenda della frontiera,la giovane Annie è affascinata dall "old Timer"Carson... col passare del tempo però cresce l attrazione tra i due,la complicità... Carson è affascinato dalla ragazza,lei lo capisce...nel finale Boselli ci mette una pezza facendo ballare la giovane con il lanciatore di coltelli,e Kit dice che sono fatti l uno per l altra... Carson se ne va, togliendosi dall' imbarazzo di dimostrare di provare qualcosa per la ragazza,che sa di avere fatto breccia nel cuore del ranger...

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  • 1 anno dopo...

Una storia ben scritta e con diversi punti interessanti (la fuga dal carcere, la banda del Maestro, Carson e Annie Oakley, New Orleans, il circo di Buffalo Bill),

che purtroppo a mio parere non sfrutta tutto il suo potenziale, in parte a causa di un finale un po' troppo inverosimile e in parte perchè condizionata dal reparto grafico, con Letteri in  calo soprattutto nell'ultima parte.

 

Intendiamoci, niente di scandaloso e tutto ben sopra la sufficienza (il mio voto è stato 7),

resta una lettura piacevole e paga forse anche il fatto di essere preceduta da un'ottima storia e seguita da uno dei capolavori della saga.

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  • 4 mesi dopo...

La storia mi è piaciuta: l’ambiente cittadino, i disegni di Letteri e il ritmo serrato mi hanno ricordato le migliori storie di GLB. Ho trovato ben calibrata anche la presenza di Buffalo Bill, mentre Carson con la bella e giovane Annie, fa quello che ci si aspetta da lui, abbaia ma non morde:lol:.

 

Ho apprezzato meno il finale, o perlomeno la presunta redenzione di Ladykiller Thorson. Mi ha lasciato perplesso che Tex tratti con simile benevolenza un serial killer così feroce, fresco assassino a mani nude un giovane ragazza, e con diversi agenti morti per mano sua o dei suoi complici..

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