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TWF - Tex Willer Forum

[506/507 ] A Sud Del Rio Grande


Voto alla storia  

43 utenti hanno votato

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La storia si lascia leggere volentieri, tanti personaggi e Raza. Non sono d'accordo con chi dice che ruba la scena a Tex. Tanti pareri negativi ma a me sembra che più che la storia, non piaccia il personaggio Raza.

Rispetto questa scelta anche se non la condivido. Quello che non reputo giusto è il titolo del secondo albo, troppo spoilerante, ci si arrivava subito anche senza quest'aiutino. 

Voto alla storia 7. Disegni di Letteri 4. Forse anche per questo la storia non è piaciuta tanto. 

Modificato da Loriano Lorenzutti
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  • 11 mesi dopo...
Il 3/2/2020 at 09:05, F80T dice:

La verità è che Boselli ci ha abituato bene.

 

E quando, tra una buona storia e un capolavoro, capita (può succedere!) una sceneggiatura mediocre, la delusione del lettore texiano è cocente.

 

Così, mi ha molto deluso quest'avventura, che ho riletto dopo lunghissimo tempo. Innanzitutto, è inutilmente lenta e verbosa; nel primo albo sembra che tutti non facciano altro se non chiacchierare e farsi reciprocamente i complimenti. Tranne poi le poche scene d'azione, che però risultano improbabili (Raza che sconfigge al chiuso i fratelli Sabato senza nemmeno un graffio).

 

Non penso che l'ex comanchero rubi la scena a Tex. Ma è un comprimario a mio giudizio non all'altezza di altre grandi figure create da Boselli (Laredo, il sergente Torrence, Mickey Finn). 

 

Piuttosto, la trama, pur ingarbugliata, ha un esito fin troppo scontato.

 

I disegni di Letteri risultano una pallida imitazione di quelli che hanno fatto amare il grande artista romano.

 

Purtroppo non posso assegnare un voto più alto di 5.

 

"E venne il giorno...", per parafrasare un titolo famoso, della prima storia che non mi è piaciuta in questa mia rilettura. Non la ricordavo positivamente, e il ripercorrerla a distanza di anni non mi ha fatto cambiare idea. Prendo in prestito le parole di F80T che, con ottima sintesi, espone le ragioni che, anche per me, rendono questa storia deludente. Ingarbugliata, pesantuccia, e nonostante questo prevedibile. Ci aggiungo che non mi piace nemmeno la motivazione di Vance, che vuole vendicarsi tramite il figlio per una colpa del padre, peraltro morto da anni. Insomma, l'esordio del secondo centinao a mio parere non è felice. Doveva succedere, prima o poi.

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Il 5/6/2020 at 19:18, Loriano Lorenzutti dice:

La storia si lascia leggere volentieri, tanti personaggi e Raza. Non sono d'accordo con chi dice che ruba la scena a Tex. Tanti pareri negativi ma a me sembra che più che la storia, non piaccia il personaggio Raza.

Condivido il giudizio. Anche secondo me questa storia non è così da buttare come appare dai giudizi degli altri forumisti. Certamente è una storia minore di Boselli, molto classica, neanche parente dei suoi capolavori, ma tutt'altro che banale e noiosa, anzi con un intreccio ben costruito, con bei dialoghi e personaggi.

 

Le critiche mi sembrano un po' tutte deboli: Juan Raza che fa fuori sette avversari in pochi secondi? E' un pistolero fenomenale, è questa la caratteristica del personaggio, che problema c'è?

Il giallo è prevedibile? Quando mai in Tex ci sono stati gialli di difficile soluzione? In quelli di GL Bonelli si capiva subito dopo poche pagine chi era il colpevole e Boselli non ha fatto altro che seguire la sua lezione (forse che ne "La lunga pista" non si capisce fin da subito chi è l'ignoto assassino dei due navajos?), perché ciò che conta è il processo che porta alla scoperta del colpevole, non tanto il mistero in sé.

Le motivazioni dell'odio di Vance verso Raza sono deboli? Oltre a quella che il padre di Juan ha ucciso il suo, Boselli aggiunge anche l'invidia ("Un mezzosangue ex fuorilegge che entra nel corpo dei rangers e subito si fa benvolere... non è giusto", dice). Direi che - oltre ai soldi - le motivazioni sono sufficienti.

 

E non è nemmeno vero, come scrive qualcuno, che nel primo albo non si fa che chiacchierare, ci sono ben tre scene d'azione, di cui una abbastanza lunga, con sparatorie, inseguimenti, fiumi in piena da guadare, ecc. ecc. Ci sono anche molti dialoghi, è vero, ma non sono affatto scontati o scritti col pilota automatico, anzi sono tutti funzionali alla narrazione e alla caratterizzazione di Juan Raza e alla sua amicizia col vecchio Jesse.

Poi ci sono, come sempre, tanti personaggi minori ben delineati (es. il piccolo Morenito), un bel finale non così scontato (il colpevole ucciso a bruciapelo da Juan che poi si toglie la stella di ranger) e un Juan Raza che potrà non piacere per il suo carattere orgoglioso, talvolta arrogante e troppo sicuro di sé, ma che - secondo me - è ben tratteggiato da Boselli. Era chiaro che non era lui il traditore, d'accordo, ma in ogni caso il suo carattere solitario, ombroso, fa pensare a volte che il suo "lato oscuro" non sia del tutto sparito e Boselli fa in modo che lo stesso Tex si ponga la domanda se Juan Raza non rimpianga a volte la sua vita passata.

 

Insomma, per concludere, indubbiamente una storia minore ma di qualità, che meriterebbe un 7 se i disegni di un Letteri purtroppo in fase discendente non ne abbassassero un po' il voto. E che forse sono il motivo principale per cui molti non hanno apprezzato questi due albi.

 

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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Poe dice:

 E' un pistolero fenomenale, è questa la caratteristica del personaggio, che problema c'è?

ok che è fenomenale,ma farne fuori sette allo scoperto,faccia a faccia,mi sembra  impossibile anche per uno bravissimo.E sinceramente,non mi piace quando in Tex ci sono altri bravissimi pistoleri( buoni) a parte i protagonisti

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12 ore fa, Poe dice:

In quelli di GL Bonelli si capiva subito dopo poche pagine chi era il colpevole e Boselli non ha fatto altro che seguire la sua lezione (forse che ne "La lunga pista" non si capisce fin da subito chi è l'ignoto assassino dei due navajos?)

 

Veramente no, in quella storia si capiva (o si svelava) solo alla fine.

Ma poi uno potrebbe anche citare 'In nome della legge / la cella della morte'... ;)

Modificato da gilas2
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, gilas2 dice:

Veramente no, in quella storia si capiva (o si svelava) solo alla fine.

Ma poi uno potrebbe anche citare 'In nome della legge / la cella della morte'... ;)

GL Bonelli non ha mai scritto storie "gialle" vere e proprie, a lui interessava l'aspetto avventuroso e in certi casi creare un alone di mistero, ma tutte le storie in cui non si sa all'inizio chi è l'assassino sono piuttosto facili da risolvere, anche perché i possibili colpevoli di solito sono uno, al massimo due!...

Forse c'è qualcuno che non ha capito subito chi si celava dietro Satania? O dietro "L'uomo dalle quattro dita", o La voce misteriosa,  o il Drago di "Chinatown", ecc. ?

L'esempio della "Cella della morte" è sbagliato perché quello non è un "giallo" in cui devi trovare un colpevole tra vari sospettati. Il fatto che non ci venga rivelato il volto di colui che ha ordito l'intrigo non la trasforma in una storia gialla. Tanto è vero che alla fine "l'uomo di Flagstaff" si rivela un signor nessuno, mai visto prima nel corso della vicenda.

 

Boselli riprende la lezione di GL Bonelli, solo complicandola un po', per cui il lettore ci mette qualche pagine in più a individuare i misteriosi assassini, ma anche qui è abbastanza semplice perché le possibilità non sono molte. Boselli prova a volte a depistare, ma anche a lui interessa soprattutto l'avventura, l'azione, non l'aspetto "giallo".

Ne "La lunga pista" era piuttosto evidente chi era l'assassino misterioso (e io non sono di certo un abile giallista), così come in questa storia chi era il ranger traditore. Ma questo non è un difetto, è solo un modo tra i tanti possibili di costruire una trama. Quindi citarlo come un difetto della storia per me è sbagliato.


Dove Boselli riesce a depistare abbastanza è ne "La grande invasione" dove all'inizio non è facile individuare di chi è il funerale che vediamo nelle prime pagine. Almeno, parlo per me, io ci ho messo un bel po' per capirlo... 

 

  • +1 2
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Mi sento quasi chiamato in causa 😁, ed in quanto tale ritengo di non potermi esimere da un telegrafico commento. Già in passato, nel commentare questa storia, espressi la mia opinione secondo cui si trattava di una storia dalla trama ben congegnata e molto piacevole da leggere, benché evidentemente non tra le migliori in assoluto della ormai ultrasettantenale saga texiana.

 

Io ne apprezzai, in particolare, il non stravolgimento della caratterizzazione di Juan Raza  rispetto alla sua prima apparizione, nella quale aveva avuto modo di redimersi dalle azioni criminali compiute sino ad allora. In questa storia, troviamo un Raza convinto della propria scelta di stare dalla parte della legge, pur mantenendo intatto il proprio innato desiderio di libertà e, soprattutto, conservando l'ombrosità che lo contraddistingueva nella precedente apparizione. Peculiarità, queste ultime due, che contribuiscono a far sì che i colleghi rangers (ivi compresi Carson e, sia pure in maniera più sottile, lo stesso Tex) conservino un velame di diffidenza nei suoi riguardi e, soprattutto, consentono a Vance Daniels di incastrarlo ed ottenere quindi la sua rivalsa.

 

Già all'epoca, dopo aver letto il primo albo mi sembrava impossibile, in quanto sin troppo scontato, che Raza potesse essere davvero colpevole delle azioni che gli venivano attribuite; al contrario, rimasi sorpreso in positivo - come lettore, intendo, di constatare successivamente che ad orchestrare tutto era stato Vance Daniels, che dapprima aveva conquistato la fiducia di Raza e poi, mosso da un'opinabile volontà di vendetta, lo aveva consegnato a Don Amargo. Ultimo ma non ultimo, il finale all'insegna dell'azione e, insieme, delle emozioni forti e contrastanti, sfociate in una profonda ma azzeccatissima amarezza: Jesse Hawks si immola per salvare Raza, i rangers presenti intendono impiccare seduta stante Daniels, Raza toglie - opinabilmente, per carità - tutti dall'imbarazzo sparando a bruciapelo su Daniels per poi riconsegnare la stella di ranger e starsene da solo, Tex e Carson contestualizzano la situazione e chiudono un occhio, lasciando andare Raza per la sua strada. Finale narrativamente più adeguato, secondo me, non poteva esserci.

 

P.S. chissà che, prima o poi, Raza venga riproposto una terza volta... 

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  • 5 mesi dopo...

Allora...Il personaggio di Juan Raza è interessante e questo ripescaggio di Boselli mi è piaciuto. Il giallo su quale ranger abbia tradito è stata una bella trovata. I disegni di Letteri, seppur in calo, hanno sempre un sapore nostalgico per me. Forse gestita un po' troppo in fretta la battaglia finale da Don Amargo comunque piacevole la trama imbastita da Boselli. Storia valida. Chissà se un giorno rivedremo Juan...

Il 11/5/2021 at 13:28, juanraza85 dice:

Mi sento quasi chiamato in causa 😁, ed in quanto tale ritengo di non potermi esimere da un telegrafico commento. Già in passato, nel commentare questa storia, espressi la mia opinione secondo cui si trattava di una storia dalla trama ben congegnata e molto piacevole da leggere, benché evidentemente non tra le migliori in assoluto della ormai ultrasettantenale saga texiana.

 

Io ne apprezzai, in particolare, il non stravolgimento della caratterizzazione di Juan Raza  rispetto alla sua prima apparizione, nella quale aveva avuto modo di redimersi dalle azioni criminali compiute sino ad allora. In questa storia, troviamo un Raza convinto della propria scelta di stare dalla parte della legge, pur mantenendo intatto il proprio innato desiderio di libertà e, soprattutto, conservando l'ombrosità che lo contraddistingueva nella precedente apparizione. Peculiarità, queste ultime due, che contribuiscono a far sì che i colleghi rangers (ivi compresi Carson e, sia pure in maniera più sottile, lo stesso Tex) conservino un velame di diffidenza nei suoi riguardi e, soprattutto, consentono a Vance Daniels di incastrarlo ed ottenere quindi la sua rivalsa.

 

Già all'epoca, dopo aver letto il primo albo mi sembrava impossibile, in quanto sin troppo scontato, che Raza potesse essere davvero colpevole delle azioni che gli venivano attribuite; al contrario, rimasi sorpreso in positivo - come lettore, intendo, di constatare successivamente che ad orchestrare tutto era stato Vance Daniels, che dapprima aveva conquistato la fiducia di Raza e poi, mosso da un'opinabile volontà di vendetta, lo aveva consegnato a Don Amargo. Ultimo ma non ultimo, il finale all'insegna dell'azione e, insieme, delle emozioni forti e contrastanti, sfociate in una profonda ma azzeccatissima amarezza: Jesse Hawks si immola per salvare Raza, i rangers presenti intendono impiccare seduta stante Daniels, Raza toglie - opinabilmente, per carità - tutti dall'imbarazzo sparando a bruciapelo su Daniels per poi riconsegnare la stella di ranger e starsene da solo, Tex e Carson contestualizzano la situazione e chiudono un occhio, lasciando andare Raza per la sua strada. Finale narrativamente più adeguato, secondo me, non poteva esserci.

 

P.S. chissà che, prima o poi, Raza venga riproposto una terza volta... 

Finale coerente con i personaggi...

Il 2/6/2020 at 16:03, valerio dice:

Storia senza grosse pretese, che ritira fuori il personaggio di Raza e strappa una sufficienza piena. Certo, un Boselli minore, ma molto classico, lineare, anche piacevole a mio avviso.

Ovviamente abbiamo, in perfetto stile Boselliano, dei personaggi che sono co-protagonisti della storia. In questo caso, però, non mettono troppo in ombra Tex e Carson, e quindi la cosa non dà alcun fastidio. La scena è equamente distribuita in modo molto sapiente e la storia resta piuttosto interessante.

Non poteva mancare il personaggio finto buono ma cattivo (di solito accade il contrario..il finto cattivo che poi è buono), espediente abusatissimo di Borden, che comunque funziona piuttosto bene. Finale piuttosto melodrammatico che coglie abbastanza il bersagio.

Non me la sento di dare un voto nè troppo alto nè troppo basso. Ordinaria amministrazione, ma sempre di qualità.

Letteri alla fine della sua carriera, non me la sento di dargli la sufficienza....disegni semplici semplici, prospettive dubbie, visi poco approfonditi, panorami spesso idem.

Boselli 6:50

Letteri 5:50

Concordo...Ordinaria amministrazione ma di qualità.

Il 18/1/2019 at 09:29, Andrea67 dice:

Questa è una storiona però, a mio parere non é molto considerata a causa dei disegni, veramente inguardabili.
Mi sono chiesto perché le ultime sette prove di Letteri se le é beccate tutte Boselli. Non poteva capitarne qualcuna a Nizzi, visto il livello delle sue storie di quel periodo? Ti fa passare la voglia di leggere l'albo. Sarei proprio curioso di rivedere le stesse storie disegnate da qualcun altro, chiunque altro.
Tornando a noi, bel ritorno di Raza, che si rivela micidiale quanto Tex (a memoria, non ricordo Tex far fuori, da solo, sette nemici, in uno spazio chiuso, senza riportare neanche un graffio). Mi piacerebbe vedere una sfida tra i due, adesso che ci sarebbe la possibilità, considerato che alla fine della storia Raza si era allontanato manifestando il dubbio da quale parte stare.
Mi é piaciuta l'introduzione di altri rangers e, soprattutto l'idea che in quella città (El Paso) si potesse andare in un saloon dove incontrarne a mucchi.
Il giallo Boselliano é facilmente risolvibile per esclusione, anche se non ho capito perché il ranger traditore abbia salvato la vita a Raza mentre quest'ultimo dormiva.
Voto alla storia: 8,2
Voto ai disegni: 6 (per rispetto e per onore alla carriera)

 

Probabilmente perché deve "pagare" sia con la vita che con la reputazione. Deve passare per traditore e poi morire.

Il 6/5/2021 at 22:38, Leo dice:

 

"E venne il giorno...", per parafrasare un titolo famoso, della prima storia che non mi è piaciuta in questa mia rilettura. Non la ricordavo positivamente, e il ripercorrerla a distanza di anni non mi ha fatto cambiare idea. Prendo in prestito le parole di F80T che, con ottima sintesi, espone le ragioni che, anche per me, rendono questa storia deludente. Ingarbugliata, pesantuccia, e nonostante questo prevedibile. Ci aggiungo che non mi piace nemmeno la motivazione di Vance, che vuole vendicarsi tramite il figlio per una colpa del padre, peraltro morto da anni. Insomma, l'esordio del secondo centinao a mio parere non è felice. Doveva succedere, prima o poi.

Io e te spesso ci troviamo su Boselli e sulla bellezza dei suoi comprimari. Stavolta no...Capita.

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  • 10 mesi dopo...

Storia che mi evoca molti ricordi. A suo tempo la lessi piuttosto volentieri. Mi sono sempre piaciuti i personaggi sfaccettati e con alcune ombre come Raza. Si notava che Letteri non era in piena forma, tuttavia è uno dei disegnatori che rimpiango molto. Qualcuno ha usato l'aggettivo "nostalgico", riferendosi ai suoi disegni, e mi trovo d'accordo con lui.

Rivedremo Juan Raza? So, che alcuni lettori non sarebbero d'accordo. Io posso dire solo: quien sabe? 

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Riletta stanotte (crisi di insonnia, andato allo scaffale e pescato a caso).

Era come la ricordavo, un Boselli così così (strano: di solito il suo livello è l'eccellenza). Giallo non poi così difficile da svelare (troppa l'insistenza su Vance nel corso della storia, mi stava sospetto sin dall'inizio); come già argomentato da alcuni di voi, motivazioni dei cattivi debolucce. Un paio di situazioni un po' difficili da mandar giù:

. la sparatoria iniziale uno contro sette è davvero un po' troppo. Anche per come messa in scena: si sparano da tre metri di distanza ed i cattivi mancano tutti i colpi... Mmmmh: anche Tex ne sarebbe uscito con almeno qualche graffio

. Tex che molla uno sganassone al tizio innocente e poi gli chiede scusa... Mmmmh: Tex non si sbaglia così

Buoni invece, per me, i ritorni di Jesse Hawks e Raza. E di solito i personaggi riproposti non mi piacciono, ma stavolta ci stavano. Purché, parere mio, Juan R. non diventi un personaggio ricorrente: il suo terzo ritorno sarebbe il troppo che stroppia.

 

Ammetto però che probabilmente buona parte del giudizio moscio è legato ai disegni: Boselli non me ne voglia, ma per buona che sia la sceneggiatura per me il disegno è due terzi del valore del fumetto (toh: l'altra sera ho ripescato dal fondo armadio gli episodi di Doc Savage editi in Italia dalla Editoriale Corno, roba anni '70. Storie di una ingenuità devastante, ma i disegni di Ross Andru... Roba da restarci incantati).

Ecco, in questo caso, da lettore di Tex che si è formato l'occhio su Galep, il primo Ticci e, soprattutto, Letteri (il mio preferito, quando sfornava storie tipo Diablero o Il Signore dell'Abisso), vedere il buon Guglielmo L. così in calo mi mette una tristezza...

Malinconie.

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...

Riletta oggi, ricollegandomi alle precedenti discussioni non trovo il limite della storia tanto in Juan Raza - un Tex decentrato e l'azione corale sono cifre stilistiche di Boselli, lo sappiamo - quanto nel traditore Vance.

Penso che non ci sia stato nessun antagonista texiano talmente odioso, insulso, fuori luogo, sconclusionato, come questo damerino biondo - che tra l'altro ti accorgi subito della sua colpevolezza dietro il sorriso finto.

Anche i banditi messicani sono personaggi senza nerbo né senso.

Di questa storia salvo l'abilità dello sceneggiatore che semina una serie di indizi nel primo albo per poi terminare con un finale sospeso, divertendosi poi nel secondo albo a depistare gli stessi indizi.

In questo senso ho preferito il primo albo rispetto al seguito, con la trama che sembra concludersi troppo precipitosamente.

La qualità del giallo e della storia in se non è esaltante, senza dubbio però il lavoro di Boselli è stato al limite di un montaggio cinematografico.

Sui disegni si è già detto tutto, un Letteri stanco e sottotono fa piangere il cuore

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