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TWF - Tex Willer Forum

[336/338 ] La Miniera Del Terrore


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<span style="color:red">43 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Ti do ragione su tutto

Ma il Kit Carson Bonelliano è sempre stato timoroso del sopra naturale

Ho visto anche i i disegni dove il bandito cammufato da uomo serpente esce dalla miniera e concordo che sia sproporzionato

Tieni conto però che secondo la storia di Nizzi si tratta di un costume e dubito fortemente che nel 1880  o giù di li facessero i costumi di Carnevale alla perfezione

Letteri per me è stato l'unico che negli anni di maggior forma artistica disegnava Tex bene quanto Galep

 

Infatti nulla da ridire, il costume va benissimo così. L'unica cosa è la vignetta, ma quello è un problema di proporzioni :) Lettieri era un maestro: disegno molto pulito e volti espressivi. E sul volto di Tex, beh, sarà che ho iniziato con l'Uomo Serpente disegnato da lui, ma nel mio personale immaginario la faccia del nostro ranger resta quella di Lettieri, nonostante tutti i bravi disegnatori che si sono susseguiti :wub:

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4 ore fa, andreadelussu74@gmail.com dice:

Ma il Kit Carson Bonelliano è sempre stato timoroso del soprannaturale

E' vero che il Kit Carson di GLB ha poca simpatia per il sovrannaturale e il misterioso, ma non sempre, e non in modo così insistito come qui.

Tempo fa ho riletto la storia dell'alieno, ""La valle della luna", a cui in parte questa di Nizzi si ispira e be', lì Kit Carson non mostra alcun timore verso il sovrannaturale (e in quell'occasione i Nostri hanno a che fare con una miniera maledetta e con un tizio che spara con una pistola laser!!!), si limita a dire in tre vignette all'inizio del racconto cose del tipo: "Tex sei proprio sicuro di voler andare in quella vallata?... Sei veramente un pazzo...", ma poi, una volta arrivato sul posto si mostra coraggioso e risoluto quanto Tex, e non si lamenta neanche una volta.

Me lo ricordo perché mi è venuto subito in mente il paragone con il Carson di questa storia, che è veramente troppo fifone e petulante (sembra quasi Cico). Ma Nizzi - si sa - amava spesso calcare i toni da commedia...

 

L'altra cosa che non mi piace in questa storia è la raffigurazione del mostro (del finto-mostro). Si vede che Letteri, pur essendo ancora in gran forma, non era più quello dei tempi d'oro di "Diablero": qui l'uomo serpente, il lucertolone, quando viene mostrato a figura intera è piuttosto goffo e un po' ridicolo...

Modificato da Poe
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4 hours ago, Poe said:

Tempo fa ho riletto la storia dell'alieno, ""La valle della luna", a cui in parte questa di Nizzi si ispira e be', lì Kit Carson non mostra alcun timore verso il sovrannaturale (e in quell'occasione i Nostri hanno a che fare con una miniera maledetta e con un tizio che spara con una pistola laser!!!), si limita a dire in tre vignette all'inizio del racconto cose del tipo: "Tex sei proprio sicuro di voler andare in quella vallata?... Sei veramente un pazzo...", ma poi, una volta arrivato sul posto si mostra coraggioso e risoluto quanto Tex, e non si lamenta neanche una volta.

 

Esatto. Carson nelle storie di GL Bonelli fa scena, gli piace brontolare, ma poi quando si passa all'azione fa le stesse cose che fa Tex, senza mostrare la minima paura.

 

per fare un confronto, basta vedere la differenza con Cico, che quando non è in pericolo (cioè quando Carson fa le scenette da pessimista) è (a parole) coraggiosissimo, e poi quando invece arriva davvero il pericolo è terrorizzato (poi a volte vince il terrore per aiutare Zagor, e salta fuori anche il suo lato eroico, ma rimane terrorizzato)

 

4 hours ago, Poe said:

Me lo ricordo perché mi è venuto subito in mente il paragone con il Carson di questa storia, che è veramente troppo fifone e petulante (sembra quasi Cico). Ma Nizzi - si sa - amava spesso calcare i toni da commedia...

 

E temo non abbia mai davvero capito la differenza fra Cico e Carson (infatti con lui l'appetito diventa la caratteristica principale di Carson)

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Curiosamente, non ho mai commentato questa storia, nonostante essa sia stata la prima che ho letto per intero. Dopo La leggenda della vecchia missione (mio primo albo in assoluto), acquistai La maledizione di Escondida, un vero capolavoro. Il Carson della vecchia missione è timoroso del soprannaturale, è più superstizioso di quanto non sia Tex, e però poi assurge al rango di grande protagonista nei panni di Frate Carson: uno spettacolo. Dopo questa storia, a tema soprannaturale (in realtà poi si vedrà che di soprannaturale non c'è nulla), eccone stranamente un'altra inverosimile, anche se anch'essa si rivelerà  un bluff. Ricordo me ragazzino semplicemente entusiasta di questa avventura, con quella spaventosa miniera, i capelli di uno dei minatori che in una notte diventano bianchi come la neve, quell'orrido buco e quel tanfo infernale: sono indimenticabili per me le emozioni di quei giorni, in cui leggevo e rileggevo il primo numero di questa storia, in attesa del mese successivo. Assaporavo in quei mesi il piacere della scoperta non solo di un nuovo personaggio, ma anche di un nuovo mondo, il West, e di un diverso modo di leggere, non più il mondo fantastico di paperi e topi, ma un contesto realistico che mi faceva sentire più grande, come se stessi muovendo i miei primi passi nel mondo letterario degli adulti, perché così all'epoca percepivo il Tex. 

 

Oggi guardo a questa storia con un sorriso. L'entusiasmo del bambino che ero non può essere condiviso dal me odierno, ed anzi non posso reprimere per l'appunto un sorriso di indulgenza verso quel lettore in erba della fine degli anni '80 e verso l'ingenuità un pò naif di questa trama nizziana. Eppure, credo che essa abbia ancora una sua efficacia, sia narrata bene nonostante tutto, e rientri a pieno titolo nel periodo d'oro nizziano, quando era raro che le storie di questo autore ci deludessero.

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Carson non scherza sui fantasmi e sui cimiteri perchè a suo dire portano iella

 

Esatto, è superstizioso. 

 

<span style="color:red">8 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Qualcuno n questo forum senza fare nomi,deve capire che il Nizz di quei tempi riusci a stemperare la tensione con quei battibecchi ben riusciti anche nelle situazioni più drammatiche

 

A volte Nizzi ha ecceduto, rendendo Carson macchietta. Non come Cico, assolutamente, ma quella di Diablero è un'iperbole ovviamente. È vero che quei battibecchi stemperavano la tensione, mi mancano molto perché né Boselli né nessun altro è più riuscito ad eguagliare quei siparietti ironici. 

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Io Nizzi ho sempre detto che ha dato a Carson quell'umorismo che con Bonelli Senior latitava

Da quì a renderlo macchietta ce ne passa però

Nizzi prediligeva l'umorismo marcato e negli anni di maggior vena le battute ironiche fra i due pards erano sempre perfette a seconda della situazione i cui si trovavano

Che piaccia o meno nessuno degli sceneggiatori attuali riesce a ricreare l'alchimia di quegli anni

 

D'accordo sull'alchimia che con Nizzi era resa bene e non ha avuto successori. Ma i battibecchi ironici tra i due c'erano già con GLB. Poi Nizzi li ha accentuati, li ha resi più frequenti, ma il modello era Glb.

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<span style="color:red">14 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Oppure Carson travestito da frate in la maledizione di Escondida che recita la parte da frate in maniera impeccabile cacciando fifa ai desperados di Manuel Mendoza

Non scherza nemmeno il Carson della prima storia messicana di Nizzi "I Cospiratori", che, sempre travestito da frate, dona vita all'esilarante scenetta sul treno. 

La sua risposta alla fedele dirimpettaia: "Omnia munda mundi, sorella!" è memorabile. :D

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<span style="color:red">40 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Boselli e Diablero si possono arrabbiare fin che gli pare ma quel Kit Carson era Memorabile

 

Il tuo messaggio era condivisibile al 100 percento, fino a questa frase. Perché Boselli dovrebbe arrabbiarsi? Non credo che debba invidiare Nizzi o arrabbiarsi per chissà che cosa; ha dimostrato, oltre che di essere un grande sceneggiatore, di non avere alcuna animosita' verso il suo predecessore, addirittura richiamandolo nello staff texiano.

Su Diablero, non ci tornerei sopra. È un grande utente, un cultore, uno con una cultura fumettistica immensa; su Nizzi però non è equilibrato, per lui nulla di ciò che ha fatto Nizzi va bene: non Fuga da Anderville, non La Congiura, nemmeno Zeke Colter. Detto questo, io i suoi giudizi su Nizzi non li guardo più. 

Quindi, Andrea, esalta pure Nizzi, senza fare richiami a utenti o autori, sennò si rinfocolano solo vecchie, ma soprattutto sterili, discussioni (nessuna discussione dovrebbe essere sterile, ma quelle su Nizzi spesso lo sono).

 

<span style="color:red">30 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Non scherza nemmeno il Carson della prima storia messicana di Nizzi "I Cospiratori", che, sempre travestito da frate, dona vita all'esilarante scenetta sul treno. 

La sua risposta alla fedele dirimpettaia: "Omnia munda mundi, sorella!" è memorabile. :D

 

Superlativa, come tutta quella storia.

 

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<span style="color:red">32 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Quella per Boselli ea solo una battutsa

Lui non condivide molto il Carson Burlone

Non credo sia del tutto esatto; in fondo perchè non dovrebbe condividere una caratteristica già presente col creatore della serie?

Forse non riesce a ricreare con naturalezza quei siparietti usati dai suoi precedessori, d'altronde ogni autore ha le sue prerogative e attitudini, ma non è vero che il suo Carson sia musone, dai... :D

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Senza voler rinfocolare la solita polemica Nizzi/GLB (il cielo me ne scampi!), questi dialoghi di Nizzi erano improntati a certe storie classiche, ispirati per esempio a "La legge del più forte" n. 117-120 (quella col giudice Bean), e a scene memorabili come quella con Carson e Tex chiusi nella vasca che si riempie e, mentre sono con l'acqua alla gola, a un passo dalla morte, ancora si sfottono e scherzano. Tex: - Di' la verità, Kit, che tu in questa vasca ti stai sollazzando un mondo!

Oppure alla scena con Carson incatenato all'albero:

"Da questa parte Tex, sono sotto l'albero!"

"Mi venga un colpo!... Ma che cosa fai?"

"Non lo vedi? Mi hanno messo di guardia a questo dannato mesquite!"

"E ti hanno incatenato per paura che la pianta scappi?"

"L'hai detto... Pare che in questo paese ci tengano molto alle piante."

O al processo farsa del Giudice Bean, scena altamente comica e spassosa. Ma tutta "La legge del più forte", secondo me, è stata apprezzata da Nizzi, per i numerosi battibecchi e per il tono da commedia.

GLB aveva tante scene e personaggi con aspetti divertenti, vedi il primo Gros-Jean o Pat MacRayan, ma poi non eccedeva (tranne forse solo con Pat l'irlandese).

 

Come dice giustamente Leo, i dialoghi ironici

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

Nizzi li ha accentuati, li ha resi più frequenti, ma il modello era Glb.

Nizzi ci ha aggiunto un tono da commedia all'italiana. GLb era più ironia da western classico americano.

Ogni sceneggiatore ha il suo stile. Boselli ne ha giustamente un altro ancora.

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<span style="color:red">8 minuti fa</span>, Poe dice:
<span style="color:red">3 ore fa</span>, Leo dice:

modello era Glb.

Nizzi ci ha aggiunto un tono da commedia all'italiana. GLb era più ironia da western classico americano.

Ogni sceneggiatore ha il suo stile. Boselli ne ha giustamente un altro ancora.

 

Si, è vero. La scena della vasca che hai ricordato tu è eccezionale, e credo sia stata il modello su cui si è basato Nizzi per i suoi siparietti ironici, con un tocco da commedia all'italiana, come dici tu. 

Boselli non ha nelle corde questo tipo di dialoghi. Non che non li inserisca, ma non sono freschi e felici quanto quelli di coloro che lo hanno preceduto. In compenso, i suoi dialoghi sono più caldi, hanno più pathos, spesso sono epici. Ognuno ha le sue caratteristiche.

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Davvero ben riuscita, nel suo complesso, questa storia dell'insolito duo Nizzi & Letteri, rispettivamente capaci di imbastire una trama dai contorni piuttosto gialli in cui non mancano né azione e suspense né siparietti comici, e di saperla valorizzare ottimamente sul piano grafico. Un'avventura quanto mai insolita, per Tex e Carson, che si imbattono nel mistero di un uomo-serpente che, stando alle apparenze, a causa della sua innata malvagità si divertirebbe a fare fuori uno dopo l'altro i minatori di Bendito, sperduto villaggio tra le Sacramento Mountains.

 

La storia parte invero piuttosto blandamente, benché si tratti nei fatti di un "male necessario", in quanto tramite l'incontro con tre minatori terrorizzati ed in fuga da Bendito i due pards apprendono gli strani fatti che si stanno verificando nel villaggio e decidono di vederci chiaro (o, per meglio dire, è Tex a decidere di indagare trascinandosi dietro un Carson piuttosto recalcitrante, che come sovente accade si diverte a recitare la parte del brontolone timoroso). Una volta giunti a Bendito, i due non impiegano molto a scoprire come stanno in realtà le cose, pur non riuscendovi per merito loro, ma piuttosto attirati in trappola e letteralmente chiusi in una caverna sotterranea dai due farabutti architetti dell'ignobile imbroglio ai danni dei minatori del villaggio, Forrest alias Remick e Bulder. I due, infatti, hanno in precedenza tolto di mezzo due minatori e l'ingegner Remick (di cui l'astuto Forrest ha carpito identità e credenziali) ed hanno subdolamente indotto i membri della piccola comunità a credere che a fare sparire i tre - e tanti altri poi fuggiti per timore - sarebbe stato un mostruoso uomo-serpente, nei fatti un costume indossato da uno dei due per terrorizzare i minatori e farli fuggire via. 

 

Un piano machiavellico, che ha come fine ultimo quello di consentire ai due furfanti di mettere da soli le mani sull'oro estratto fino ad allora, che tuttavia non fa i conti con la pervicacia di Tex e Carson né, tanto meno, con l'imprevisto dato dal vero Remick, in realtà sopravvissuto per diverso tempo in fondo alla caverna sotterranea (dovendosi nutrire, per sopravvivere, di uno dei due compagni morti), che si imbatte nei due rangers e racconta loro come si sono svolti gli eventi, indirizzandoli sulla via della giustizia. Smascherare i due furfanti è, per Tex e Carson, incombenza relativamente semplice (contraddistinta dalla performance del vero Remick nei panni dell'uomo-serpente), che porta alla morte di entrambi: Bulder spara addosso a Tex ma viene a sua volta freddato dal Ranger, mentre Forrest tenta una precipitosa fuga ma, tragica ironia della sorte, trova anch'egli la morte a causa di un serpente, che quasi in forma di contrappasso dantesco spaventa il suo cavallo e lo fa cadere in un burrone. In tal modo, cala il sipario su una vicenda tutt'altro che convenzionale per i Nostri, ma comunque ben riuscita grazie ad un giusto mix di mistero, azione ed anche momenti di sottile e distensiva ilarità.  

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In una storia comunque avventurosa, ci vuole equilibrio fra scene umoristiche e persino comiche e quelle avventurose o drammatiche. È possibile alternare questi registri anche dentro la stessa opera (basta vedere "Sentieri Selvaggi" di Ford...) basta che l'umorismo non prende il sopravvento. Altrimenti diventa un altra cosa, un altro genere (vedere "I fanciulli del West" con Stanlio e Ollio)

 

Questo "equilibrio" consiste sostanzialmente nel sapere quando "è il momento di scherzare" e quando è meglio smettere (vedere Dylan Dog 74 "Il lungo addio"). Che non vuol dire che non si debba scherzare anche nel momento del pericolo (vedere l'esempio di Tex e Carson nella vasca in "La legge del più forte"), ma magari non bisogna farlo nel momento della rabbia e del dolore (quante battutine trovate nel flashback de "il giuramento"? O nel finale di "Massacro"?)

 

Insomma, sostanzialmente consiste nel "capire il contesto", la situazione, e adeguare il tono della storia e il comportamento dei personaggi. (Non far fare battutine sul cibo davanti alla tomba profanata di Lilith o una gag sul mangiarsi una torta intera mentre tre assassini se la squagliano, insomma)

 

In GL Bonelli vedo questo equilibrio, e visto che ha impostato lui la serie lo vedo PERFETTO per Tex. Variare questo equilibrio significa snaturare la serie, poco o molto.

 

Anche in Boselli vedo un equilibrio. Non gli vedo far fare battutine fuori luogo, e non è vero che non ci sono mai battute. Ma palesemente è un equilibrio più "spostato" verso il lato avventuroso, e quindi certo, il suo Tex è diverso da quello di GL Bonelli, mi pare ovvio e lo sarebbe per qualunque autore. Ma siamo in un range ancora per me accettabile.

 

Anche il primo Nizzi era, di solito, in un range accettabile (infatti all'epoca non mi faceva girare le scatole come oggi), ma anche allora, si vedeva che non c'era questo equilibrio. Abbastanza frequentemente Nizzi poteva sacrificare non solo la drammaticità della scena ma proprio il senso nel contesto pur di "fare la battuta", la scena buffa.

 

Le lodi sperticate di adreadelossu nei post precedenti in fondo dicono le stesse cose: Nizzi è prima di tutto un autore comico, più che western (la cosa che mi ha più sorpreso quando ho letto il troppo esaltato Larry Yuma, un fumetto davvero modesto, è quanto fosse BUFFO, a partire dal protagonista che è disegnato come la parodia degli spaghetti western...)

 

Quello che accade è che nel tempo (e i primi segni si vedono già dalle prima storie, segno che Nizzi non ha mai davvero "amato" il personaggio di Tex) nelle storie di Nizzi si ride sempre meno CON Tex, per le cose che fa lui ai "villain", e sempre più DI Tex, trasformando li e Carson in una coppia di "simpatici sbafatori" che sembrano occuparsi solo di cibo, bistecche e patatine fritte (e anche quello cos'è, se non un tipico "tormentone" da personaggio comico?)

 

Contesto comunque che io abbia mai sminuito le doti di umorista di Nizzi. Questa è una VOLGARE CALUNNIA.  :angry:

 

Potete rileggervi tutte le mie recensioni delle sue storie, e non vi troverete mai una contestazione delle sue doti come autore COMICO. Anzi, ho sempre riconosciuto che, mentre era sempre più incapace di sviluppare trame avventurose, mentre il livello delle sue storie precipitava, le sue capacità comiche sono sempre rimaste al top: riusciva anche in piena crisi a ridicolizzare Tex e Carson in maniera estremamente efficace in due vignette o anche meno. Come dimenticare perle tipo "Tex sei tu?" "Boing", oppure "Lo prenderò, o non mi chiamo più Tex Willer" "ooops, non lo ho preso..." oppure "osserva, là, i demoni della follia!" "Dove? Non li vedo" "Ops, mi sono sbagliato, sono DI LÀ!". Persino nelle situazioni più drammatiche, il talento del grande autore comico saltava fuori, afferrando al volo qualsiasi occasione per ridere DI Tex, dei suoi amici, dei suoi nemici, mostrando al suo lettore ideale quanto fossero buffi e stupidi quei personaggi...

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Diablero dice:

In una storia comunque avventurosa, ci vuole equilibrio fra scene umoristiche e persino comiche e quelle avventurose o drammatiche. È possibile alternare questi registri anche dentro la stessa opera (basta vedere "Sentieri Selvaggi" di Ford...) basta che l'umorismo non prende il sopravvento. Altrimenti diventa un altra cosa, un altro genere (vedere "I fanciulli del West" con Stanlio e Ollio)

 

Questo "equilibrio" consiste sostanzialmente nel sapere quando "è il momento di scherzare" e quando è meglio smettere (vedere Dylan Dog 74 "Il lungo addio"). Che non vuol dire che non si debba scherzare anche nel momento del pericolo (vedere l'esempio di Tex e Carson nella vasca in "La legge del più forte"), ma magari non bisogna farlo nel momento della rabbia e del dolore (quante battutine trovate nel flashback de "il giuramento"? O nel finale di "Massacro"?)

 

Insomma, sostanzialmente consiste nel "capire il contesto", la situazione, e adeguare il tono della storia e il comportamento dei personaggi. (Non far fare battutine sul cibo davanti alla tomba profanata di Lilith o una gag sul mangiarsi una torta intera mentre tre assassini se la squagliano, insomma)

 

In GL Bonelli vedo questo equilibrio, e visto che ha impostato lui la serie lo vedo PERFETTO per Tex. Variare questo equilibrio significa snaturare la serie, poco o molto.

 

Anche in Boselli vedo un equilibrio. Non gli vedo far fare battutine fuori luogo, e non è vero che non ci sono mai battute. Ma palesemente è un equilibrio più "spostato" verso il lato avventuroso, e quindi certo, il suo Tex è diverso da quello di GL Bonelli, mi pare ovvio e lo sarebbe per qualunque autore. Ma siamo in un range ancora per me accettabile.

 

Anche il primo Nizzi era, di solito, in un range accettabile (infatti all'epoca non mi faceva girare le scatole come oggi), ma anche allora, si vedeva che non c'era questo equilibrio. Abbastanza frequentemente Nizzi poteva sacrificare non solo la drammaticità della scena ma proprio il senso nel contesto pur di "fare la battuta", la scena buffa.

 

Le lodi sperticate di adreadelossu nei post precedenti in fondo dicono le stesse cose: Nizzi è prima di tutto un autore comico, più che western (la cosa che mi ha più sorpreso quando ho letto il troppo esaltato Larry Yuma, un fumetto davvero modesto, è quanto fosse BUFFO, a partire dal protagonista che è disegnato come la parodia degli spaghetti western...)

 

Quello che accade è che nel tempo (e i primi segni si vedono già dalle prima storie, segno che Nizzi non ha mai davvero "amato" il personaggio di Tex) nelle storie di Nizzi si ride sempre meno CON Tex, per le cose che fa lui ai "villain", e sempre più DI Tex, trasformando li e Carson in una coppia di "simpatici sbafatori" che sembrano occuparsi solo di cibo, bistecche e patatine fritte (e anche quello cos'è, se non un tipico "tormentone" da personaggio comico?)

 

Contesto comunque che io abbia mai sminuito le doti di umorista di Nizzi. Questa è una VOLGARE CALUNNIA.  :angry:

 

Potete rileggervi tutte le mie recensioni delle sue storie, e non vi troverete mai una contestazione delle sue doti come autore COMICO. Anzi, ho sempre riconosciuto che, mentre era sempre più incapace di sviluppare trame avventurose, mentre il livello delle sue storie precipitava, le sue capacità comiche sono sempre rimaste al top: riusciva anche in piena crisi a ridicolizzare Tex e Carson in maniera estremamente efficace in due vignette o anche meno. Come dimenticare perle tipo "Tex sei tu?" "Boing", oppure "Lo prenderò, o non mi chiamo più Tex Willer" "ooops, non lo ho preso..." oppure "osserva, là, i demoni della follia!" "Dove? Non li vedo" "Ops, mi sono sbagliato, sono DI LÀ!". Persino nelle situazioni più drammatiche, il talento del grande autore comico saltava fuori, afferrando al volo qualsiasi occasione per ridere DI Tex, dei suoi amici, dei suoi nemici, mostrando al suo lettore ideale quanto fossero buffi e stupidi quei personaggi...

 

Mantenendoci alla prima parte della sua produzione, Nizzi a mio parere è stato sempre equilibrato. Era Nolitta quello che ci metteva risatine fuori luogo in contesti drammatici. Se parliamo di Nizzi umorista, dobbiamo parlare dell'autore che ci fa sorridere CON Tex. Quello che invece ridicolizza Tex non è più un autore umoristico, è uno scrittore in caduta libera. Ovviamente tu questo lo sai, ma anche tu sei un umorista (ecco perché dico che su Nizzi non dovrei risponderti più, ma poi ci casco sempre...)

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L'umorismo era ben presente con GLB, solo che essendo GLB diverso da Nizzi o dagli altri, prediligeva più il lato avventuroso e direi "epico". Le sue storie erano davvero grandi affreschi epici, parlo delle storie migliori ovviamente, magari sacrificando qualcosa in tema di intricatezza della trama (ma non sempre, ovviamente, alcune sono davvero gestite magnificamente anche da questo punto di vista) per raggiungere lo scopo di mettere i nostri pards sotto una luce eroica ed epica. Ma le battute c'erano eccome. I battibecchi tra Tex e Carson li ha inventati lui, come lui ha inventato il Carson brontolone, donnaiolo, crapulone e affamato.

Nizzi, più portato verso la commedia western, ha accentuato tutti questi aspetti, IMHO senza eccedere fino almeno a tutto il centinaio 300 e anzi rendendo davvero godibile Carson, che ha delle scene davvero divertenti e difficilmente dimenticabili, come quelle già citate dei travestimenti e tante altre. Anche il rapporto tra lui e Tex diventa mai così forte come con il primo Nizzi. Davvero due amici, inseparabili, ironici, sempre pronti a scherzare anche nei  momenti difficili o drammatici e con un senso dell'umorismo strepitoso. Personalmente trovo che gli eccessi siano arrivati dopo, quando anche l'ironia si fece di maniera, e immersa in storie non sempre "giuste", finiva per stuccare.

Due cose rimpiango del Tex del miglior Nizzi, questa ironia (che oggi o è assente o è molto blanda, d'altra parte se gli autori non ce l'hanno nelle corde non ce l'hanno), e le torture/scazzottate/insulti ai gallonati che erano così presenti in epoca pre politically correct e in epoca in cui ancora il Nizzi prendeva buon esempio da GLB prima di sbragare.

Oggi, per dire, il particolare "metodo" dei nostri pard di interrgare i cattivi che tutti conosciamo, viene ridotto all'osso e addirittura non fatto vedere ma solo immaginare, mentre all'epoca avevamo pagine e pagine di gente che volava per le stanze o dalle finestre, prese a sganassoni, con Carson che si affrettava a dire cose come "sei fortunato che oggi lo trovi di buon umore". Ecco, oggi queste cose o sono assenti o compaiono per poche vignette forse per paura di una denuncia per tortura:D, non lo so.

Sull'ironia e le battute, devo dire che a volte Borden mi sorprende positivamente, infatti quando ce le mette e funzionano lo faccio sempre presente in sede di giudizio su queste pagine. E' una cosa che apprezzo e che vorrei vedere più spesso. Non vorrei che per timore di giudizi negativi da parte di chi vuole un Carson e un Tex musoni e seri, si limitasse, non è il caso. Bastascriverle bene queste scene e sono molto apprezzate.

Sulla storia in oggetto, non ricordo se l'ho già "recensita", nel caso sarà rintracciabile più su. Non è la migliore di Nizzi del periodo, anzi...però data la forma dell'autore in quel periodo, risulta sempre molto godibile.

Modificato da valerio
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