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TWF - Tex Willer Forum

[128/129] Silver Star


Voto alla storia  

24 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Erio Nicolò
Periodicità mensile: Giugno 1971 - Luglio 1971
Inizia nel numero 128 a pag. 36 e termina nel numero 129


Il losco trafficante di whisky Frank Bishop invia cinque cacciatori in territorio navajo per catturare Silver Star, uno stallone nero ritenuto sacro dagli indiani...
Per vendicarsi di Tex, che aveva incendiato il suo magazzino, il bieco trafficante Frank Bishop assolda una cricca di tagliagole. Intanto, i pards sono sulle tracce dei cinque scalzacani che stanno dando la caccia a Silver Star, lo stallone nero incarnazione dello spirito di Manito che lo stesso Bishop ha ordinato di catturare, rischiando di scatenare una rivolta navajo! Ma lo sporco gioco fallisce su tutti i fronti: Bishop, accerchiato e folle di rabbia, tenta di far fuori a revolverate il favoloso quadrupede, finendo calpestato dagli zoccoli di una mandria di cavalli imbizzarriti.


Copyright: Sergio Bonelli Editore

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  • 4 settimane dopo...
Guest Colonnello_Jim_Brandon

Storia che non mi ha mai particolarmente appassionato... Molto bella la figura dello stallone dalla stella argentata sul muso, così come brillano di luce propria Tex, carson e Tiger... Tuttavia a mio parere sono proprio gli antagonisti ( Frank Bishop in primis ) ad avere una personalit? un po' troppo monolitica e eccessivamente definita... anche il piano da lui ardito per allontanare Tex dalla riserva si rivela un fiasco clamoroso... più che giusto per un cattivo mediocre come lui... Unico cattivo che mi ha realmente appassionato in questa storia è stato l'apache ingaggiato da bishop, un vero serpente in grado di ordire un piano di fuga quasi perfetto, in grado di depistare i navajo, ma non il nostro ranger!!!!Voto complessivo : 7 su 10

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Guest Wasted Years

Storia che non mi ha mai particolarmente appassionato...

Caso più unico che raro, mi associo al cento per cento al giudizio del colonnello!In effetti la combriccola di depistatori è una mezza banda di piccioni, e la vicenda gli passa proprio sopra, compreso il Bishop, un serpente velenoso che alla fine si rileva un vermiciattolo. Il finale è emozionante ma in definitiva niente di speciale.. Di quell'epoca è una di quelle che amo di meno.
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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

A me la storia invece è sempre piaciuta. Certo paragonandola ad altre storie dell'epoca vicine, risulta un p? semplice. Ma ogni tanto non guastano (guastavano) questo tipo di storie. I cattivi sono quelli che sono, diciamo che sono degli sprovveduti che attirati dal denaro di Bishop partono per catturare lo stallone, poi come diceva il Colonnello forse il cattivo che spicca più degli altri è l'apache. L'idea realizzata da Bishop per allontanare Tex va a rotoli (forse troppo presto), ma per il resto la storia non è male. Voto 7, bellissimi i disegni di Nicol'!!Piccole curiosità:- la storia come sappiamo è stata utilizzata da Nizzi per il suo rifacimento di Figlio del Vento (Maxi 2003, con Diso ai disegni).- inizialmente la storia era stata destinata da Sergio Bonelli ai disegni di tale Enzo Magni, che abbandon° l'impresa, passando quindi di mano a Nicol' che la ridisegno dall'inizio. Quindi la storia è stata scritta qualche tempo prima. :trapper:

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  • 5 mesi dopo...

Pu? esser quasi considerata la storia gemella di ?Dugan il bandito?. Anche questa si svolge sempre nella riserva con i bianchi prepotenti a entrare in territorio indiano per impossessarsi di qualcosa di prezioso. Ogni tanto era regola proporre un'avventura ambientata tra gli indiani, serviva, anche, a mostrare la vita di tutti i giorni all'accampamento indiano. Gianluigi Bonelli prende lo spunto dalla caccia a un cavallo selvaggio per riproporci, con la solita maestria, l'atmosfera dei bivacchi, tra chiacchierate e citazioni di territori, fiumi e vallate. Insomma il vero mondo di Tex. Galeppini è sostituito in questa storia da Erio Nicol' alla sua prima prova d'autore (fantastico il suo tratto).

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  • 9 mesi dopo...

Credo che questa storia sia piuttosto sottovalutata;di certo, io in passato l'ho sottovalutata:la ritenevo una storia più o meno mediocre, un momento di rilassamento bonelliano dopo i fasti consecutivi di ?Sulle piste del Nord' e ?Il figlio di Mefisto?. Ma dopo averla riletta la mia considerazione per ?Silver Star? è notevolmente aumentata. Anche questa volta non parler? di capolavoro, ma di ottima storia certamente sè. Tra l'altro,? una storia che pur avendo alcuni punti in comune con la precedente ?Dugan il bandito?, non ne riscuote il medesimo consenso generale. Innanzitutto, la figura del cattivo di turno è molto simile da un punto di vista grafico:Nicol', disegnatore di entrambe le storie, realizza Kelly e Bishop come se fossero fratelli gemelli. E la somiglianza non è solo grafica:entrambi, infatti, sono i gestori di un esercizio commerciale ed entrambi trafficano (Kelly, a dire il vero, in maniera piuttosto saltuaria) con gli indiani; inoltre, tutti e due i personaggi, dopo una prima batosta inflittagli da Tex, proveranno verso il nostro un sentimento di rivalsa che ne guider? le azioni (Kelly nella successiva ?In nome della legge?). Le affinit? tra ?Dugan il bandito? e ?Silver Star? non finiscono qui, e coinvolgono le strutture narrative delle due storie a un livello più profondo. In entrambe abbiamo infatti due gruppi di bianchi più o meno marci intenzionati a penetrare illegalmente nella riserva Navajo per depredarne i tesori:il tesoro dei monti Navajo prima, un tesoro dal valore simbolico poi.?Tesoro simbolico?:tale è il magnifico stallone con la stella sulla fronte per il popolo navajo. Silver Star è l'incarnazione dello spirito di Manito, un animale sacro e inviolabile. Qui Bonelli ci mostra la differenza tra il mondo dei ?selvaggià e quello dei ?civili?:per i civili quel cavallo deve essere domato e usato in una corsa, nient?altro!Altro elemento in comune:la violenza. Se in ?Dugan il bandito? Tex doveva assistere alla terribile fine di un suo guerriero, in ?Silver Star? vede morire un altro guerriero sottoposto a torture. Siamo di fronte a due scene particolarmente belle, e specialmente quella del n.129 è da ricordare, per l'eroico sacrificio del navajo che trova la forza di lanciare l'urlo che salver? Tex e Carson. Ulteriore affinit?:non sarà Tex a fare giustizia dei colpevoli. Anche questa volta, infatti, il bastardo numero 1 verr? ucciso da qualcun altro, in questo caso Silver Star:come dire, la giustizia divina viene prima di quella degli uomini!Uno dei personaggi che regala una marcia in più alla vicenda è Shayan, il bastardissimo apache. E? davvero un nemico degno:conosce un sacco di trucchi (quello, quasi diabolico per quanto è crudele, degli speroni legati sul culo dei cavalli!),? temerario e non esita a lanciarsi a capofitto verso i guai (la decisione di scendere il fiume a nuoto),? molto in gamba (il modo in cui frega ben due guerrieri navajos) e crudele al punto giusto (la tortura al navajo con successiva coltellata a sangue freddo). Peccato che Bonelli gli abbia riservato una fine anonima!-ecco, questo è forse il difetto numero uno della storia:l'aver creato un personaggio pieno di potenzialità per poi ucciderlo in modo banale. Ma vi immaginate che bel duello con Tiger che si sarebbe potuto sceneggiare?Già,Tiger?Devo fare una confessione:io a Tiger, quando ero piccolo, ce lo avevo un po' sulle scatole. Ce lo avevo sulle scatole perchè lo vedevo come una sorta di rivale di Kit, uno sicuramente più in gamba di lui?e per me il figlio di Tex era sacro:nessuno, dopo il padre, poteva essere in gamba quanto Kit!Fortunatamente poi lessi ?Furia rossa?, capolavoro a cui sono legatissimo e che metto sul mio personale podio texiano, e così cominciai ad avvicinarmi al buon Tiger, e a volergli bene. Tutto questo preambolo per arrivare a cosa?... boh!In ogni caso il Tiger di questa storia mi è piaciuto moltissimo! In realtà, per ben due volte quasi si fa fregare da fesso dall'indiano prigioniero che aveva legato al cavallo, ma poi il trucco per far parlare l'altro è di una genialit?, di una crudezza, di una scaltrezza tali che non ho potuto fare a meno di inchinarmi di fronte al pard navajo di Tex!I disegni di Nicol' li ho trovati come al solito molto belli!Credo che lui non sia un virtuoso della matita. Mi spiego:non è uno che ti fa vignettone con vedute sbalorditive, come per esempio fa un Ticci, o che ti fa sobbalzare per disegni particolarmente dettagliati o dinamici. Nicol' ha altre qualità, qualità forse non spettacolari, ma che in un racconto a fumetti giudico essenziali:1)la qualità di ogni tavola. Cioè:trovatemi una tavola qualitativamente scadente in questa storia e vi do 100 euro (che non ho)!2)L'estrema naturalezza con cui racconta. Davvero, leggere un racconto illustrato dai disegni di Nicol' è quanto di più piacevole, semplice, godibile ci possa essere. E comunque date un occhiata a pag.82, prima vignetta:non vi trasmette tutta l'idea di un Tex possente e di un verme schiacciato (pura sapienza narrativa!)?Conclusione:ho dato 8 e mezzo a questa storia da rivalutare!

Modificato da paco ordonez
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Altre due considerazioni su questa vicenda. La prima non è certo il massimo della serietà:in questi giorni in cui parliamo di interrogatori "oscurati", anche in questa storia bonelliana il pestaggio a Bishop non viene mostrato interamente. Come ne "I giustizieri di Vegas", vediamo un solo cazzotto, ma la visione dell'interrogatorio ci è negata;o meglio, parzialmente negata:infatti, se non vediamo i cazzotti, ne sentiamo il suono e ne vediamo gli effetti. La seconda, un p? più seria, riguarda il carattere di Tex:il nostro questa volta sembra più moderato del solito;di fronte all'invasione della sua riserva predica il "prendiamoli vivi". E anche dopo aver trovato i suoi guerrieri uccisi, nel finale ritorna a questo buonismo. Devo dire che questa caratteristica del Tex visto in azione in questi albi, pur se del tutto giustificabile, non è che mi abbia entusiasmato. E aggiungo la solita considerazione:fortuna che "Silver Star l'ha scritta Bonelli e non un altro!

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  • 5 anni dopo...
  • Sceriffi

Ho sempre considerato "Silver star" come una storia minore, e certo la sua collocazione a ridosso dei più amati capolavori texiani la relega inevitabilmente in secondo piano. Però, riletta oggi dopo tanto tempo, devo dire che non sfigura: è certamente di più basso livello rispetto alla media del periodo, uno di quelli che siamo soliti chiamare "riempitivi", ma si fa leggere davvero con piacere. È in queste occasioni che si apprezza appieno la grande capacità di scrittura di GL Bonelli: nonostante la sceneggiatura viva di situazioni standard e non particolarmente originali (a parte l'idea di base della caccia al mustang selvaggio), sono il linguaggio, il ritmo, e le trovate che GLB inserisce nella sceneggiatura a tenere il lettore incollato all'albo e a divertirlo. Uno di questi momenti è l'interrogatorio condotto - a sorpresa - da Tiger, che convince un indiano a parlare mostrandogli il cadavere del compagno sfigurato dalle formiche rosse: una scena sorprendente per il lettore che non se la aspetta, e ravviva una sceneggiatura fatta altrimenti di situazioni ripetitive. Il finale tragico è poi una vera chicca.
Nicolò realizza delle tavole davvero splendide. A lui erano state affidate questa e un'altra storia "minore" del periodo, "Dugan il bandito" (che con questa ha molto a che fare, non soltanto per il disegnatore), ma ben presto si rifarà illustrando uno dei massimi capolavori dell'intera serie - anche per lunghezza - ovvero "In nome della legge".

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  • 2 anni dopo...

Episodio accettabile, che ha il difetto, a suo malgrado, di seguire uno dei capisaldi della serie. Bonelli imbastisce una trama classica che si basa sulla distanza incolmabile fra la cultura del popolo dei nativi e quella dei bianchi. Silver Star che rappresenta quasi una divinità per il popolo Navajo, per il losco Bishop è solo il pretesto per vendicarsi di Tex. Toccherà proprio al ranger risolvere la spinosa faccenda, sventando il piano del rivale, evitando così una rivolta indiana. Tragica pure la fine di Bishop, che paga un caro tributo al destino per le sue malefatte. Storia minore ma di piacevole lettura, illustrata dal tratto classico ed elegante di Nicolò; uno stile forse poco adatto per il genere western, ma che ho sempre reputato molto raffinato e pulito.

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Di questa avventura ricordo con positività il pestaggio di Tex a Bishop e la figura dell'Apache. Il resto é routine Bonelliana, comunque ben fatta, che però stona in quel periodo, accanto a
quelle storie.

Voto alla storia: 6,3

Voto ai disegni: 8,5

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  • 1 anno dopo...

Una buona storia, questa di Silver Star, che tuttavia ricorderò per un dialogo che ho trovato abbastanza sconcertante, sul quale mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

 

Tex, Carson e Tiger (anche qui protagonista, a riprova della grande considerazione in cui lo teneva GLB, caratteristica questa che poi si è persa con Nizzi) sono alle prese con il mercante Bishop e i cacciatori da quest'ultimo assoldati per la cattura dello stallone selvaggio Silver Star. Una bella banda di farabutti che, incuranti del fatto che il cavallo rappresenta un animale sacro per gli indiani, non si peritano di introdursi nella riserva per perseguire i propri loschi scopi. Tex e Carson sono preoccupati per le conseguenze che potrebbero derivare da questa intrusione, in particolare per i disordini che potrebbero sorgere nella riserva e che potrebbero portare a delle difficoltà politiche per i navajos: in caso di disgrazie per i bianchi lì intrufolatisi, infatti, i nativi potrebbero passare guai con la giustizia dei bianchi.

 

Per quanto queste preoccupazioni siano legittime, è dal mio punto di vista sorprendente l'idea che GLB fa balenare nel cranio di Carson:  il Vecchio Cammello infatti si lamenta con Tex per non aver liquidato Bishop senza tanti complimenti. Si poteva, continua un per me sconcertante Carson, farlo perire nell'incendio del suo magazzino così che una successiva inchiesta non avrebbe potuto appurare nulla. Cioè, Carson sta proponendo di uccidere a sangue freddo il mercante (reo di trafficare in armi e whisky e di voler tentare la cattura dello stallone sacro, quindi non un assassino), dissimulando il suo omicidio con l'incendio del magazzino dello stesso. Insomma, un'idea sproporzionata, che consiste in una pena per nulla congrua rispetto alle colpe del mercante, peraltro sostanziantesi in un omicidio a sangue freddo da parte dei nostri!  Decisamente non è questo il Carson che ho conosciuto io!  Che razza di idea era mai venuta in mente a GLB? :o:azz:

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Beh, mi sembra che hai una visione un po' idilliaca di quello che ha fatto Bishop...

 

Bishop ha appositamente mandato whisky agli indiani per scatenare "disordini" - cioè saccheggi, omicidi, razzie, per distrarre l'attenzione di Tex, e catturare Silver Stasr - un azione che a sua volta avrebbe potuto provocare rivolte e un sacco di morto. E quando Tex va a interrogarlo, la sua prima reazione è estrarre la colt e tentare di ucciderlo.  Tex poteva tranquillamente già farlo secco lì.

 

Nell'emporio, poi, Tex e Carson scoprono che Bishop non vende solo whisky agli indiani, ma anche armi.  Armi per razziare, saccheggiare, uccidere, massacrare inermi coloni (oggi avrebbero spiegato il concetto tre volte, con le figurine, ma GLBonelli aveva più fiducia nei suoi lettori).

 

Si tratta dello stesso crimine di Fraser (senza la partecipazione diretta ai massacri, che comunque erano stati compiuti dagli indiani), o di Brennan e Teller,..

 

L'idea che Tex e Carson si facciano dei problemi a mandare all'inferno un simile criminale temo sia una delle tante idee strane sul ranger che si è radicata negli anni di "Tex sbirro integerrimo e ligio ai regolamenti" di Nizzi.  Hai già confessato in passato che tu hai questo "peccato originale" (:lol: ), questo imprinting iniziale con un Tex che gira a fare contravvenzioni e consegnare criminali alla legge senza violare i loro diritti, tipo un Nick Raider del West, ma in queste riletture dovresti avere ormai capito che il Tex (e il Carson) di GLBonelli erano molto, molto diversi...   :cool:

 

(capisci perchè mi incazzo a sentire dire che quello di Nizzi è il Tex "classico" fedele alle storie di GLBonelli?)

 

Forse anche per questo "imprinting", ma sa che hai un po' equivocato la scena. Da come la descrivi, sembra che un Carson improvvisamente diventato un maniaco omicida proponga questa idea ad un Tex scandalizzato.:lol:

 

Invece, se la rileggi, è un idea che Tex ha GIÀ soppesato e considerato! Perchè per ENTRAMBI è una possibile opzione, sin dall'inizio della serie (cosa fa Tex a Coffin già nel primo albo? Non lo lascia a morire da svenuto in un ambiente in fiamme?).

 

Inoltre, hai equivocato anche COSA sta dicendo Carson: da nessuna parte nella scena si dice che Carson l'avrebbe "lasciato morire nell'incendio del suo magazzino".

La recriminazione (ed è una recriminazione, dopo aver riflettuto sul rischio che comunque Bishop ancora rappresenta per i Navajos e la possibilità che possa scatenare una guerra) iniziale viene da TIGER JACK, è lui che dice che sarebbe stato meglio eliminarlo usando "i vecchi metodi". Da dove deduci che "i vecchi metodi" sono quelli di lasciarlo legato dentro un negozio in fiamme?

Tiger probabilmente non si sarebbe fatto scrupolo a farlo secco con una fucilata. Tex probabilmente avrebbe fatto un duello tipo quello finale di "Tex L'inesorabile", o come ne ha fatti tantissimi nel corso della serie, o magari l'avrebbe fatto secco quando gli ha puntato la pistola invece di farla saltare con un calcio.

Quello che dice poi Carson è "forse Tiger ha ragione", e Tex gli risponde che sarebbe stato "troppo rischioso".

 

Cioè, alla fine, quello che hai scambiato per un errore di caratterizzazione (rispetto al Tex di Nizzi, e già questa è una bestemmia...) è invece un ottimo esempio di come GLBonelli fosse molto più bravo a caratterizzare i quattro pards con dialoghi secchi e incisivi e senza spiegoni. Si vede in questo brevissimo scambio la pragmaticità di Tiger (già vista con il cadavere fatto mangiare alle formiche rosse... poi oggi i lettori moderni si scandalizzano a vedergli tagliare una testa...  :laugh: ), il pessimismo di Carson che prevede che l'averlo lasciato vivo porterà guai (cosa poi confermata dalla storia, quindi qui Carson ha ragione), e il fatto che Tex non sia un "ottuso sbirro baciaregolamenti" capace solo di picchiare o sparare, ma che il suo "asset" migliore, da sempre, è la sua intelligenza e il fatto che prevede le possibili mosse degli avversari.

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7 ore fa, Diablero dice:

Beh, mi sembra che hai una visione un po' idilliaca di quello che ha fatto Bishop...

 

Bishop ha appositamente mandato whisky agli indiani per scatenare "disordini" - cioè saccheggi, omicidi, razzie, per distrarre l'attenzione di Tex, e catturare Silver Stasr - un azione che a sua volta avrebbe potuto provocare rivolte e un sacco di morto. E quando Tex va a interrogarlo, la sua prima reazione è estrarre la colt e tentare di ucciderlo.  Tex poteva tranquillamente già farlo secco lì.

 

Nell'emporio, poi, Tex e Carson scoprono che Bishop non vende solo whisky agli indiani, ma anche armi.  Armi per razziare, saccheggiare, uccidere, massacrare inermi coloni (oggi avrebbero spiegato il concetto tre volte, con le figurine, ma GLBonelli aveva più fiducia nei suoi lettori).

 

Si tratta dello stesso crimine di Fraser (senza la partecipazione diretta ai massacri, che comunque erano stati compiuti dagli indiani), o di Brennan e Teller,..

 

Bishop è un fior di criminale e su questo non ci sono dubbi, del tutto accostabile a Brennan, Teller e Fraser. Ma questi vengono uccisi da Tex perché i loro crimini si concretizzano poi in eventi abominevoli, mentre per Bishop ciò non è ancora accaduto, e questo fa la differenza.

 

7 ore fa, Diablero dice:

Forse anche per questo "imprinting", ma sa che hai un po' equivocato la scena. Da come la descrivi, sembra che un Carson improvvisamente diventato un maniaco omicida proponga questa idea ad un Tex scandalizzato.:lol:

 

Per brevità ho solo riportato le parole di Carson. Tex non è affatto scandalizzato, lo scandalizzato sono io :P

 

7 ore fa, Diablero dice:

Inoltre, hai equivocato anche COSA sta dicendo Carson: da nessuna parte nella scena si dice che Carson l'avrebbe "lasciato morire nell'incendio del suo magazzino".

La recriminazione (ed è una recriminazione, dopo aver riflettuto sul rischio che comunque Bishop ancora rappresenta per i Navajos e la possibilità che possa scatenare una guerra) iniziale viene da TIGER JACK, è lui che dice che sarebbe stato meglio eliminarlo usando "i vecchi metodi". Da dove deduci che "i vecchi metodi" sono quelli di lasciarlo legato dentro un negozio in fiamme?

Tiger probabilmente non si sarebbe fatto scrupolo a farlo secco con una fucilata. Tex probabilmente avrebbe fatto un duello tipo quello finale di "Tex L'inesorabile", o come ne ha fatti tantissimi nel corso della serie, o magari l'avrebbe fatto secco quando gli ha puntato la pistola invece di farla saltare con un calcio.

Quello che dice poi Carson è "forse Tiger ha ragione", e Tex gli risponde che sarebbe stato "troppo rischioso".

 

Ribadisco che è solo per brevità che ho riportato quanto dice il solo Carson. Io ho scritto che Carson avrebbe "dissimulato" l'omicidio con l'incendio, e con questo non volevo dire che Carson avrebbe lasciato perire il mercante nell'incendio. E' chiaro che Carson l'avrebbe ammazzato prima e poi dato il corpo alle fiamme. Sì, l'idea iniziale era di Tiger, ma questi è un indiano, va per le spicce, mentre Carson è un ranger, un uomo di legge. L'avesse fatto Tex, il discorso mi avrebbe comunque scandalizzato meno; invece lo fa Carson. E' vero che in "Tex l'inesorabile", Tex uccide, ma quelli sono quattro assassini che avevano fatto una strage (di amici, peraltro) a Tucson. Qui ancora Bishop non si era macchiato di reati così gravi (d'accordo, solo perché non ne aveva ancora avuto il tempo, ma tant'è).

 

7 ore fa, Diablero dice:

Cioè, alla fine, quello che hai scambiato per un errore di caratterizzazione (rispetto al Tex di Nizzi, e già questa è una bestemmia...)

 

Sono cresciuto col Tex di Nizzi e in effetti ho conosciuto prima di tutto il suo Tex. Ma poi ho letto 26 anni di storie di Boselli, e francamente non ho mai avuto la sensazione di fastidio che ho percepito ieri leggendo le parole di Carson. Anche il Tex di Boselli è diverso.

 

7 ore fa, Diablero dice:

Si vede in questo brevissimo scambio la pragmaticità di Tiger (già vista con il cadavere fatto mangiare alle formiche rosse... poi oggi i lettori moderni si scandalizzano a vedergli tagliare una testa...  :laugh: ), il pessimismo di Carson che prevede che l'averlo lasciato vivo porterà guai (cosa poi confermata dalla storia, quindi qui Carson ha ragione), e il fatto che Tex non sia un "ottuso sbirro baciaregolamenti" capace solo di picchiare o sparare, ma che il suo "asset" migliore, da sempre, è la sua intelligenza e il fatto che prevede le possibili mosse degli avversari.

 

Qui sono in parte d'accordo, ma per me le parole di Carson non sono solo pessimismo. Carson si rammaricava di non aver spedito all'inferno Bishop. All'obiezione di Tex che questo avrebbe provocato un'indagine, Carson risponde: "e con questo? Sarebbe stato un disgraziato incidente scatenato da un incendio e una eventuale inchiesta non avrebbe potuto farci gran danno". Ripeto, che la proposta iniziale sia di Tiger non lo trovo scandaloso. Anche se l'avesse fatta Tex non mi sarei sorpreso più di tanto. Ma il fatto che la faccia Carson, che è sempre stato più attento di Tex a certe cose, e qualche volta anche pompiere delle intenzioni incendiarie del suo pard, questo un po' mi sorprende. E non è solo per via della caratterizzazione di Nizzi. Neanche con Boselli mi pare di aver mai sentito ragionamenti simili. Ma anche con GLB, questa è la prima volta che parole simili mi sono parse stonate, visto che con Brennan e Teller e con Fraser, al di là di una certa goliardia macabra che ho trovato un po' barocca anche se molto d'impatto, le gesta omicide dei nostri erano una risposta condivisibile non solo alle azioni dei criminali, ma soprattutto alle loro conseguenze; conseguenze che qui non ci sono ancora state e questo credo sia un elemento da tenere in considerazione. Soprattutto se a dire quelle parole non è un fulmine scatenato come Tex ma un "vecchio saggio" come Carson.   

Modificato da Leo
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  • 8 mesi dopo...

Storia che mi lascia sensazioni alquanto contrapposte.

Da una parte c'è un soggetto validissimo, uno stallone nero che incarna lo spirito di Manitu quindi sacro per tutti i Navajos. Personalmente lo trovo molto affascinante e credo che avrebbe potuto essere lo spunto per una storia memorabile.

Dall'altra parte secondo me c'è una sceneggiatura un pò troppo confusa, con alcune situazioni risolte frettolosamente e senza il consueto pathos.

Escludendo la tragica fine di Bishop (questa sì drammatica), non c'è la solita tensione narrativa con cui GLB ci ha abituati.

Resta il fatto che la rileggo sempre con grande piacere, sicuramente anche per gli ottimi disegni di Nicolò, artista per me eccezionale.

Il suo "Silver Star" resta impresso e fa compagnia a "Dinamite" in un ipotetico olimpo texiano.

Il 1/6/2020 at 23:47, Leo dice:

Una buona storia, questa di Silver Star, che tuttavia ricorderò per un dialogo che ho trovato abbastanza sconcertante, sul quale mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

Dialogo che ha colpito anche me, lasciandomi alquanto esterrefatto.

La metà oscura del vecchio Carson:D

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  • 1 anno dopo...

Storia piuttosto scialba, almeno del mio punto di vista. GLB imbastisce la sceneggiatura intorno ad un meraviglioso e semileggendario stallone nero con una stella biancastra sulla fronte - da cui, appunto, il nome di Silver Star - che si aggira nei territori navajos, finito nelle mire di Frank Bishop, mercante ambizioso e senza scrupoli.

 

Di fatto, se si escludono la "visita di cortesia" - leggasi sonoro sbatacchiamento ed annesso incendio del locale - che Tex, Carson e Tiger riservano a Bishop (dopo che costui, in principio della vicenda, si illude di potersi impossessare di Silver Star semplicemente mandando il Ranger sulla falsa pista di un traffico di whisky) e l'epilogo, allorquando i tre pards ed i navajos affrontano ed eliminano Bishop ed i suoi, Tex e company altro non fanno che correre dietro agli avversari di turno, talmente inconsistenti e superficiali da morire in un fiume - il rinnegato apache Shayas ed i suoi compari messicani - o infilarsi in trappola da soli (Bishop e la banda di tagliato le assoldata per uccidere Tex).

 

Proprio Bishop rappresenta, a mio parere, la più grossa delusione della storia, probabilmente per effetto di una caratterizzazione non curata al meglio da GLB: non solo non impara alcunché dalla ripassata di Tex, ma si ostina ciecamente nel voler far suo Silver Star al punto da tentare di convincere i suoi uomini a catturarlo nonostante l'assedio dei navajos ed infine, convinto di non poter realizzare il suo progetto, di provare ad uccidere lo stallone poiché nessun altro possa impadronirsene in futuro. Ovviamente fallisce nel tentativo per l'intervento di Tex, ed a mo' di contrappasso dantesco perisce proprio per effetto di una zoccolata del cavallo (che poi fugge maestoso alla testa del suo branco, in quella che è l'unica scena degna di menzione dell'intera storia).

 

Di buona fattura anche i disegni di Erio Nicolò, comunque abbastanza funzionali ad una trama di tale tenore.

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