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TWF - Tex Willer Forum

[48/49] Duello A Laredo


Pedro Galindez
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Voto alla storia  

15 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura : Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini - Francesco Gamba
Periodicità mensile: Ottobre 1964 - Novembre 1964
Inizia nel numero 48 a pag. 61 e finisce nel numero 49 a pag. 116


Tex corre in aiuto dell'amico Bill Anderson: una banda di tagliagole, agli ordini del misterioso El Moro, sta mettendo a ferro e fuoco i ranch della regione di Laredo! Quando il Ranger piomba in città, è troppo tardi per salvare la vita di Anderson, ma non per vendicarlo. Bloccando il guado che permetteva alla cricca di El Moro di spostare bestiame rubato in Messico, Tex, fiancheggiato dai Comanches di Mano Gialla, assesta il colpo di grazia ai malfattori di Laredo! El Moro tenta invano un'ultima alzata di testa: cattura Willer ma, non avendo fatto i conti con Tiger Jack, ruzzola ben presto all'Inferno. Il cappuccio che ne celava le fattezze finalmente cade!

 

Copyright Sergio Bonelli Editore

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  • 1 mese dopo...

"Duello a Laredo" è a mio parere una storia gradevole, pur se concepita da GLB come riempitivo, che mostra Tex in una fase, diciamo così, di transizione. Il ranger agisce infatti talora come nei primissimi numeri della serie compiendo imprese un po' da "spaccamonti" (

come quando i banditi di El Moro attaccano il ranch del suo defunto amico e lui li sorprende uccidendo o catturando da solo una ventina di uomini
); in altri casi però, a differenza di quanto accadeva allora, dimostra anche buone capacità strategiche, impiegando sapientemente gli alleati di cui dispone ( i Comanches di Mano Gialla e i cowboys dell'onesto ranchero Trenton ). Si deve tuttavia aggiungere che, in un momento cruciale, Tex si farà cogliere alla sprovvista ( e per giunta non da un temuto e temibile pistolero, ma dal barman di Nuevo Laredo Perez :rolleyes::rolleyes: , per quanto si possa ammettere che costui mostri molta più iniziativa e intraprendenza non solo di quella dei suoi colleghi, ma anche di quella degli sgherri di El Moro) e soltanto un colpo di fortuna
( ossia l'inopinato arrivo di Tiger con un paio di altri Navajos)
lo salver? da una brutta fine. Il principale "cattivo" della storia, nascosto da un saio e da un cappuccio di taglio monacale, si presterebbe ad essere oggetto di una trama "gialla"; come spesso accade, però, GLB non si mostra granch? interessato a questa possibilità e in brevissimo tempo Tex ( anche se non lo dice ) capisce di chi si tratta, e con lui il lettore(
il fazendero don Felipe Corrientes, interessato a comprare il ranch del defunto amico di Tex Bill Anderson e presentato dalla governante del figlio di costui come un uomo potente ed abituato a comandare
). I disegni della coppia Galep - Gamba sono IMHO di livello abbastanza ineguale, dato che lo stile troppo caricaturale del primo ( cui sono totalmente affidate le primissime battute della storia ) attenua parecchio la possibilità di prendere sul serio le figure di El Moro e dei suoi desperados ( che paiono personaggi di uno sketch umoristico ), mentre Galep, pur non facendo nulla di particolarmente eclatante, riesce infinitamente più convincente al riguardo. Oltre a Galep e Gamba, a quanto pare ha collaborato alla parte grafica anche il disegnatore della scuderia bonelliana Franco Bignotti ( 1930 - 1991 ), cui è stata attribuita la realizzazione di uno dei "cattivi" secondari, il gambler - pistolero Gunning Crane; in quasto caso, comunque, il disegnatore ( noto per la sua abilità ed il suo eclettismo ) ha svolto brillantemente il compito affidatogli. In sintesi ( e IMHO ):soggetto 7sceneggiatura 7-disegni 7--
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A mio parere, non tra le storie migliori. Di transizione, per dirla con Cobra. Tra l'altro si colloca tra alcuni degli episodi che prediligo, partendo con "Il sicario" e "Le terre dell'abisso" (lo scontro dei pards con la cricca del Drago) e poi "I figli della notte" e quei capolavori che sono "Sangue navajo" e "Guerriglia". Media del 7 di stima, anche se sarei più per un 6,5.

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  • 5 mesi dopo...
  • Rangers

In effetti, tra i moltissimi cattivi creati da Gianluigi Bonelli, forse la figura di El Moro, risulta un p? fiacca. Voglio dire, è stata sfruttata poco la sua immagine misteriosa. La storia comunque presenta vari aspetti indimenticabili, tra cui il veloce duello col pistolero Gunning Crane. Per variare un p? il tema GLB, inserisce anche la figura di Bill Anderso, l'ex ranger amico di Tex. Il figlio piccolo che verr? affidato al nostro ranger, anche se viene fatto allontanare in tutta fretta. Gli alleati Comanches, sono un'altra variabile alle altre storie su questo stampo, anche se Tex avrebbe comunque potuto cavarsela egregiamente senza di loro. Comunque una buona storia, sul 7 per me. :trapper: :soldaton: :soldatoS:

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  • 1 anno dopo...

Storia discreta, anche se tende a essere dimenticata abbastanza presto senza lasciare grandi ricordi e particolari entusiasmi. Inserita tra due bellissime storie del filone fantastico che la mettono alquanto in ombra. Indimenticabile il veloce duello col pistolero Gunning Crane.

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  • 1 anno dopo...

Storiella tutto sommato normale, di quelle senza grandi pretese. Una richiesta d'aiuto da parte di un vecchio commilitone dei Rangers porta Tex a Laredo, dove si scontrer? con la banda di un misterioso individuo che mira ad impadronirsi dell'intera regione.

1) Per la maggior parte della storia Tex agisce da solo. Stavolta è data una giustificazione per l'assenza dei due Kit. Carson sta facendo fare al suo figlioccio una sorta di giro di addestramento e Tiger viene lasciato indietro per occuparsi di certi problemi della Riserva. Tex trover? dei buoni alleati nei Comanches di Mano Gialla e poi verr? raggiunto da Tiger con un gruppetto di Navajos.

2) Tex arriva troppo tardi per salvare il suo vecchio amico Bill Anderson, ma non per salvarne il figlioletto e riesce anche a far fuori un bel numero di sgherri di El Moro. Il giovane Anderson sarà prontamente allontanato così che Tex possa agire senza preoccuparsi di lui.

3) Facciamo la conoscenza di Don Felipe Corrientes, rocco proprietario terriero sui due lati del Rio Grande. Non ci vuole molto per capire che non esattamente cristallino. Del resto G. L. Bonelli non ha mai cercato di costruire veri gialli ed il fatto che ci sia un solo possibile candidato per essere El Moro non può e non deve stupire.

4) La storia procede senza grandi scossoni. Unico episodio da ricordare è il secco duello con Gunning Crane, giocatore e pistolero? ma non abbastanza veloce per Tex. Lo vediamo presto nella polvere della main street di Laredo. Caso piuttosto raro. Di solito Tex i suoi avversari in duello non li uccide ma li disarma o li mutila alle mani per impedir loro di sparare ancora. Il duello mortale ?, di solito, riservato alla resa dei conti col cattivo di turno. Che la scelta di uccidere Crane sia stata dettata dall'irritazione di essere stato disturbato mentre si accingeva a godersi un lauto pasto dopo una giornata di fatiche? O voleva semplicemente essere un chiaro segnale perla banda di El Moro? Crane va anche ricordato perchè ostenta un'assoluta sicurezza di essere più in gamba di Tex (e come sappiamo, si sbaglia) e poi perchè affronta Tex a viso aperto, in duello davvero leale e non truccato.

5) Il covo in un monastero abbandonato, il ?costume? di El Moro, lungo saio e cappuccio a nascondergli la faccia, i passaggi segreti sono, ancora una volta, elementi da feuilleton che G. L. Bonelli si diverte spesso ad inserire nelle sue trame.

6) In effetti, Tex si fa catturare dagli uomini di El Moro e si becca pure una bella botta in testa da quest?ultimo. Niente di grave. A me, in fondo, non dispiace che Tex non sia sempre infallibile, l'importante è come reagisce e che sappia cavarsela. Certo probabilmente rischierebbe di finir male se Tiger Jack non capitasse proprio nella miniera abbandonata dove lui è tenuto prigioniero e che collega il Monastero ad un altro rifugio di El Moro., miniera scoperta casualmente.

7) Il resto si può ragionevolmente dire che sia scontato: agli uomini di El Moro iene tesa una trappola e lui stesso cade nella battaglia che ne segue. Alla fine si scoprir? che era Don Felipe Corrientes, un uomo ricco che voleva diventare ancora più ricco e potente. La cosa no stupir? nessuno, nemmeno i lettori.

8) Ancora una volta Francesco Gamba viene costretto a trovare tempo tra una storia del Piccolo Ranger e l'altra per dare una mano al sovraffaticato Galleppini. Scelta curiosa, visto che Gamba era già super impegnato con il Piccolo Ranger appunto. Forse Virgilio Muzzi aveva qualche problema. Dopo alcune pagine di Galep, Gamba disegna quasi tutta la prima parte della storia, lasciando, ad un certo punto, a Galep l'onere di disegnare il solo Tex e fa uno strano effetto vedere nella stessa vignetta un Tex disegnato da Galep e gli altri personaggi disegnati da Gamba. In seguito Galep si assume l'onere dei disegni del resto della storia.

9) Va comunque segnalato un altro intervento, quello di Franco Bignotti nella sequenza del duello con Gunning Crane. Bignotti a quel tempo (siamo tra il 1960 ed il 1961) era già da qualche anno collaboratore della Araldo (nome, all'epoca, della Casa Editrice) per cui disegnava ?Un Ragazzo nel Far West", su testi di G. L. Bonelli, le matite del giovane Giovanni Ticci e svolgeva anche il compito di revisore dei disegni, quando, per qualunque motivo, tipo l'urgenza di andare in stampa, non poteva pensarci il disegnatore effettivo. Il suo intervento è evidente, specie in un primo piano di Gunning Crane. Cosa era successo? Molto probabilmente c'era qualcosa da ritoccare nelle vignette e non c'era il tempo materiale per rispedirle a Galep e farsele rimandare indietro (i miracoli delle E-mail e degli scanner erano molto, ma molto lontani :lol2:). Personalmente ho sempre apprezzato Bignotti, disegnatore velocissimo ma sempre di una certa qualità. Due suoi ?allievi? (Ticci e Villa) sono diventati disegnatori di Te ed è un peccato che a lui non sia mai stata concessa quest?occasione.

Modificato da Carlo Monni
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  • 7 mesi dopo...

Storia splendida, dura e avvincente come nella miglior tradizione texiana. Già l'inizio è coinvolgente, drammatico: Tex arriva troppo tardi, con qualche attimo di troppo, e non riesce così a salvare il vecchio amico, ex ranger, che aveva chiesto il suo aiuto. La scena è persino commovente nel momento in cui ci viene mostrato il figlio neonato di Bill; commovente ma soprattutto portatrice di indignazione verso nemici tanto spietati. Inutile dire che Tex gliela giura, e da quel momento sarà tutto un grandinare di pallottole. Alcune scene sono infatti entusiasmanti. Una di queste si svolge senza il Nostro: l'attacco a Laredo a suon di piombo e dinamite con cui gli uomini di El Moro liberano dalle celle cittadine i loro complici: mi piace quando scene di questa portata si svolgono senza Tex perchè aumentano l'impressione di star leggendo una storia tosta e, seppur semplice, complessa, e con cattivi degni di questo nome. Altra bellissima scena: il duello tra Tex e il pistolero. La maestria di Bonelli sta nel risolvere tutto in poche pagine senza tra l'altro farci vedere niente del duello: abbiamo una serie di BANG BANG e le facce significative dei cittadini che assistono alla scena. Per la serie che a volte suggerire è meglio che mostrare!El Moro, poi, è un bel nemico: credo che la scelta di mostrarcelo come un incappucciato sia vincente, perchè questo tipo di abbigliamento è sempre un po' inquietante. Per quanto riguarda i disegni, oltre a dire che Galep ha fatto il solito ottimo lavoro, aggiungo che questa mi sembra la storia in cui maggiormente sono presenti le riprese di posture tipiche galeppiniane. Nella prima e quarta vignetta di pag. 44 de ?Lo stregone?, il modo in cui i banditi sparano l'avrà visto almeno qualche altra decina di volte; idem l'ultima vignetta di pag.46, il bandito in primo piano. E c'è ancora molto altro. Questo è un difetto? No, neanche per sogno, è solo una cosa interessante da notare; d'altronde, l'attingere a piene mani a modelli consolidati per realizzare opere diverse è un qualcosa che nella storia dell'arte si è sempre vista: basti pensare a D'rer. Per tornare alla storia, le do un 8,5. E? davvero un grande Tex bonelliano quello che qui si trova ad agire!

  • +1 1
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  • 4 mesi dopo...
  • Collaboratori

UN GIALLO MAL RIUSCITO ?


Come dice Carlo Monni, Don Felipe Corrientes è l'unico candidato a vestire i panni di El Moro.

Però il giallo non è poi così scontato.

Bonelli ha cura infatti di far incontrare Tex e l'antagonista all'inizio della storia, ma Corrientes è solo un ricco proprietario interessato all'acquisto del ranch di Anderson. Poi non lo mette più in scena se non appunto mascherato, in modo tale che i lettori si dimentichino facilmente di lui.

Scarsi sono gli indizi.

El Moro, come indica il nome, è messicano, veste messicano, si lascia sfuggire esclamazioni di stizza in spagnolo.

Altri indizi, poi, sono fuorvianti.

UN AVVERSARIO SATANICO PER TEX

Innanzitutto il nome di battaglia, El Moro, traduzione il Moro, lascerebbe propendere per un cattivo di colore, un meticcio, un nativo messicano.

L'abbigliamento, lunga tunica e cappuccio, da Ku Klux Klan, o da stregone satanico, sinistro monaco in un diroccato monastero in pieno deserto, stona con la banda mista di fuorilegge messicani e americani di cui si è circondato. Ci si aspetterebbe una setta, ci troviamo di fronte invece a una scalcinata banda di razziatori. Ma tipica di una setta è comunque l'adunata finale che raccoglie tutti gli accoliti di El Moro al monastero, dove dovrebbe celebrarsi, come in un rito satanico, il "sacrificio" umano di Tex, per mano del pazzo fanatico Calisto, nome che è l'alterazione di Callisto, nome di tre Papi e di una ninfa della mitologia greca.

UN AVVERSARIO SATANICO PER TEX E UNA SINISTRA LOCATION

La presenza del monastero non deve stupire, data la presenza di evangelizzatori domenicani nella regione, sui quali Bonelli si soffermer? anni dopo con la sua "Santa Cruz". Ma il fatto che appaia diroccato, cioè dall'aspetto funesto e inquietante, di fatto sconsacrato, ne fa indubbiamente un bel covo per la banda e ben si coniuga con l'aspetto idealmente satanico di El Moro, sinistro officiante delle scorrerie e del rito ( mancato ) sopra citato. Solo in relazione al luogo e alla missione di arricchimento di cui è il preposto, si può spiegare il mistero del cammuffamento, che altrimenti dovremmo imputare al gusto dell'autore per i travestimenti pittoreschi, derivante da una lunga tradizione avventurosa non solo fummettistica. Da notare lo stretto connubio tra il possesso dell'oro e il diavolo: Corrientes è ricco e sulla sua ricchezza nell'albo si insiste almeno in un paio di occasioni, ma come spiega Tex all'incredulo Trenton, a chi è ricco come Corrientes, le ricchezze non bastano mai.

TEX, VENDICATORE SOLITARIO

Tex agisce da solo per la maggior parte della storia. Bonelli si libera di Tiger salvo riprenderlo nella parte conclusiva con un ruolo risolutore quando trae Tex dalla brutta situazione sopra descritta che lo vedeva ormai senza speranze. Boselli ha ripreso l'espediente in qualche sua avventura.

UN' IDEA PER UN FLASHBACK

Per il resto ci si illude solo per una manciata di pagine di vederlo fianco al fianco con Bill Anderson, come la volta in cui si trovarono a fronteggiare non si sa bene chi a Santa Fe, in un flashback insignificante solo raccontato che ci riporta ad un episodio ancora da sceneggiare e che viene usato da Bonelli sono per creare una certa familiarit? tra Tex e il vecchio compagno, di cui i lettori non avevano mai inteso parlare.

I DUE CASANOVA

Cosè come da raccontare in flashback potrebbe essere anche un qualche episodio che riguarda i due Kit, a spasso per il West a cazzeggiare, con Carson nel ruolo di tutore, che non danno notizie di sè da almeno due settimane. E come fa notare il morigerato Tiger nella prima tavola, Carson non è certo il tipo da rammentare a Piccolo Falco i suoi doveri... Meglio stendere un velo di pudore sul presunto significato della frase.

DELLA CENTRALITA' DI TEX

Tex è affiancato invece da personaggi in tono minore che non rivedremo mai più. Quando si parla della centralit? dell'eroe, ci si riferisce anche a queste caratterizzazioni minori, macchiette dall'ombra piccola, come Tim che non è neanche una spalla. Un ruolo di contorno hanno tutto sommato anche i comanches. Significativa è invece la presenza dei quattro giovani guerrieri navajos, Hoonah, Mekal, Kuma e Tanato, che seguono Tiger col compito di coadiuvare Aquila della Notte. Boselli, estimatore del primo centinaio della serie, ha recentemente ripreso l'espediente, ma a differenza di Bonelli padre che non aveva dato una vera e propria anima alle sue pedine, è caduto nell'eccesso di delinearne una psicologia che in questi due albi degli anni cinquanta ricercheremo invece invano.

Modificato da ymalpas
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  • 1 anno dopo...

Dopo due belle storie, eccone un'altra senza nulla di speciale, ma che si lascia leggere con gusto, disegnata a più mani creando un pò di spaesamento nel lettore per la diversa cifra stilistica di ciascun autore. Le vignette di Galep fra l'altro sono spesso riciclate da altre storie. 

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