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TWF - Tex Willer Forum

[13/14] Dramma A Pecos City


Pedro Galindez
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19 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Gennaio 1961 - Marzo 1961
Inizia nel numero 13 a pag. 131 e finisce nel numero 14 a pag. 88

Tex giunge insieme al figlio Kit a Pecos City dove i piccoli proprietari subiscono la prepotenza degli sgherri di Sam Truscott, un ricco allevatore. Con Tex sceriffo di Pecos City, la banda di predoni ha le ore contate! Il giudice Vermont, complice dei criminali, viene smascherato e trova la morte gettandosi nel fiume in preda alle fiamme; Sam Truscott, braccato, finisce schiacciato sotto il peso del suo cavallo.


? Sergio Bonelli Editore

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  • 1 anno dopo...

Una trama non particolarmente originale che va ad arricchire il filone delle storie cittadine, con tutti gli ingredienti propri di queste storie. Non mancano perfino passaggi comici (divertente l'idea di far travestire Kit da ragazza). Moltissime le scene di violenza pura, ma Gianluigi Bonelli non si preoccupava troppo di poter turbare gli animi dei suoi lettori. O erano abbastanza tosti da poter leggere Tex o peggio per loro.

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  • 1 anno dopo...

Proseguo imperterrito coi commenti a queste prime leggendarie storie. 1) Questa storia è la prima di un gruppo di 4 n cui a Kit viene fatto fare una sorta di giro del Sud Ovest per, diciamo così, completare la sua educazione. 2) Nota cronologica: non sappiamo esattamente quanto tempo sia passato dalla storia precedente, ma stavolta lo stacco potrebbe anche essere solo di pochi giorni. In teoria Tex e Kit potrebbero essersi appena separati da Kit Carson che, per quanto ne sappiamo, è tornato a Fort Dennison. 3) La trama, non è particolarmente originale. Si inserisce perfettamente nel filone che nel gergo western è chiamato "town taming", termine che si potrebbe tradurre un p? impropriamente come "Città da domare". Ci sono tutti gli ingredienti che ritroveremo in innumerevoli storie successive. Tutti... a parte lo sceriffo impotente o corrotto... perchè questa volta lo sceriffo è Tex, che accetta l'incarico per poter vendicare la morte del precedente sceriffo barbaramente ucciso. Anzi è proprio l'aver assistito da lontano all'uccisione dello sceriffo la molla che . spinge Tex e Kit a fermarsi a Pecos City.4) Una menzione particolare va, invece, al giudice Vermont, che ha una caratterizzazione azzeccatissima ed una fine che si inserisce nel filone della giustizia poetica e che a suo tempo trovai davvero impressionante. L'immagine del giudice che, bruciando vivo, corre per il paese e si butta nel fiume, mentre l'ultima cosa che si ode di lui è la risata da pazzo, è davvero evocativa secondo me. 5)Divertente (anche se non per lui, probabilmente) l'idea di far travestire Kit da ragazza per tendere un agguato letale a Sam Truscott ed i suoi.,6) Trovandosi sotto la minaccia di una valanga d'acqua, Tex lascia coraggiosamente Dinamite a mettersi in salvo, rischiando di affogare. Questo si che è amore per gli animali.7) Una cosa si può dire con sicurezza di G. L. Bonelli non si preoccupava troppo di poter turbare gli animi dei suoi lettori. Scriveva quel che gli pareva e se c'erano scene forti, beh meglio che il lettore si adeguasse. Mi chiedo che ne avrebbe pensato del politicamente corretto oggi imperante.8) In questa storia Pietro Gamba è affiancato alle chine da Lino Ieva. Le matite sono, come sempre, di Galep. E con questo ho finito anche qui.

  • +1 1
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  • 3 anni dopo...

 Nota cronologica: non sappiamo esattamente quanto tempo sia passato dalla storia precedente, ma stavolta lo stacco potrebbe anche essere solo di pochi giorni. In teoria Tex e Kit potrebbero essersi appena separati da Kit Carson che, per quanto ne sappiamo, è tornato a Fort Dennison.

 

In effetti ho sempre letto questi albi - da "Il figlio di Tex" fino a "La montagna misteriosa" come un unico lungo viaggio di istruzione. Viaggio che non sarebbe cominciato se l'allora scavezzacollo mini Willer non si fosse aperto la strada con quella famosa cassetta di dinamite :D

Il castigo del giudice Vermont inizia prima della tragica scena descritta da Carlo, davvero indimenticabile! Tex gioca come il gatto col topo, lo vediamo quando chiede al giudice di accendergli la sigaretta, apostrafandolo inaspettatamente proprio mentre parla dell'ancora ignoto colpevole: preso alla sprovvista il giudice trema come una foglia mentre esaudisce il desiderio del suo interlocutore.

I

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  • 5 mesi dopo...

Tex e Kit continuano a collaborare insieme con ottimi risultati; la storia è gradevole, bella la scena di quando kit uccide Tom Bull e viene soccorso dalla gente del posto, alcuni dicono di chiamare suo padre mentre alcuni dicono di dargli qualcosa da bene per farlo rinvenire... ben fatta questa scena... i disegni sono come al solito ben realizzati, non c'erano dubbi su Galep...
Sceneggiatura: 7
Disegni: 7,5

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  • 7 anni dopo...

Soggetto non particolarmente originale, ovviamente per noi che ne abbiamo ormai lette parecchie di storie con tali ingredienti. Tuttavia, appare subito scritta con maestria e presenta dialoghi brillanti. Ritmo serrato, sequenze essenziali, senza lungaggini o tavole di troppo. Alcune pose nei disegni piuttosto inusuali rendono questa storia molto più interessante della precedente. In questo albo per la prima volta Kit provoca la morte di un delinquente che credeva di sparare non a lui, ma a Tex.  Peccato che durante la storia si perdano per strada alcuni personaggi, a partire dalla famiglia Flint.

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Ho trovato questa storia divertente, ben scritta, ovviamente ben disegnata.

Come già è stato fatto notare è molto classica, ma va considerato che era una delle prime storie di questo tipo, siamo noi che la fruiamo dopo molte altre che si sono (forse) ispirate anche a questa.

Voto complessivo: 7

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  • 5 mesi dopo...

Dopo il battesimo del fuoco di Kit, ebbe inizio il breve tour "Willer around the world". :D

Per l'esattezza dovrei dire, "attorno al sud-ovest" ma il senso si è capito; Bonelli infatti decise di escogitare l'idea della "gita" istruttiva di padre e figlio per conoscere il mondo e i pericoli che lo popolano.

 

La prima tappa fu in quel di Pecos City; tappa non prevista ma presentatasi dopo il rinvenimento dello sceriffo del paese, freddato vigliaccamente d aun ignoto alle spalle.

Inizia così una tipica avventura cittadina, non originalissima, ma molto effervescente.

GLB dosa bene i tempi e spiattella varie trovate narrative che arricchiscono il piatto: per la prima volta Tex accetterà una stella di sceriffo, così come ci sarà il primo travestimento di Kit per trarre in inganno la cricca di Truscott o si inscena un piano astuto per far cadere in trappola i nemici.

 

Attorno all'indagine del nostro ranger si muovono personaggi ben strutturati, vedi l'infido giudice Vermon o l'avido Sam Truscott, così come brillano pure le comparse positive come il dottore, prezioso alleato dei nostri nell'escogitare i piani, o la giovane figlioletta dello sceriffo ucciso.

 

L'azione è ben mischiata con tanta ironia (dote che Bonelli possedeva in ampie dosi come vediamo) e sequenze molto a effetto come la fine tragica del giudice in fiamme, che fugge per le vie del paese come un'anima dannata in cerca d'espiazione.

 

Divertente e un po' stereotipata la figura di Mamie, così come trovo davvero tanto spassosa la macchietta "Tim Birra" che avrà una breve parentesi di gloria sull'epilogo, dopo aver tracannato ettolitri di birra e versato litri di sudore per paura. Personaggio adatto per l'odierno San Martino, però per tizi simili offrire da bere significa dover stipulare prima un mutuo :D. A parte gli scherzi, Bonelli mostra di sapersi districare molto bene anche nei siparietti di alleggerimento, vedasi quello in cui Kit ferito, lascia in tronco (poverina!) la piccola fanciulla che gli teneva compagnia leggendogli la leggenda degli eroi di Alamo. Kit, Kit cosa mi combini? :rolleyes: Erano ancora lontani i tempi in cui qualunque ballerina di saloon si poteva sedere sulle sue gambe. :P:lol:

 

Episodio breve ma divertente, che rileggo con piacere, anche per merito dei disegni del grande Galep, efficaci e stilosi come sempre.

 

P.s. Dispiace un po' constatare che le storie leggendarie delle origini abbiano pochi commenti e discussioni. Spero che la ristampa anastatica delle strisce aiuti i lettori, soprattutto quelli più giovani, a riscoprire (o rivalutare) queste scoppiettanti avventure bonelliane.

Pochi commenti, è vero, ma quelli del pard Carlo Monni sono sempre molto interessanti e ricchi di chicche curiose.

Complimenti a Carlo, un conoscitore della saga come pochi. Il mio voto finale è 7

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  • 2 mesi dopo...

Oggi recuperando la lettura delle strisce ho scoperto che il mitico Tim Birra in realtà si chiamava Tom, solo successivamente hanno modificato il nome, il perché è un mistero. Capisco errori come Truscotto e il giudice Wermont ma questa è inspiegabile.

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21 ore fa, Claude dice:

Oggi recuperando la lettura delle strisce ho scoperto che il mitico Tim Birra in realtà si chiamava Tom, solo successivamente hanno modificato il nome, il perché è un mistero. Capisco errori come Truscotto e il giudice Wermont ma questa è inspiegabile.

Anch'io mi ricordavo che Tim Birra in realtà si chiamava Tom.. Svista o correzioni come ne "Il tranello" quando  chiamavano  Kid, Kit Willer. :old:

Modificato da Loriano Lorenzutti
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Nonostante il "dramma" che inaugura la vicenda, e che campeggia nel titolo della prima striscia, siamo al cospetto di una storia che, come e più della precedente, è pura western-comedy, nel senso nobile del termine, direi alla Howard Hawks, non fosse che "Un Dollaro d'onore" è del 1959 e-soprattutto- El Dorado del 1966, entrambi ben posteriori al 1952 ! Il soggetto è quanto di più semplice e "canonico", ma GLB impreziosisce il tutto costellando il breve racconto di trovate e personaggi che non permettono a un singolo momento di noia o disinteresse di far capolino. Su tutti, la smascellante Mamie (ancor più esilarante oggi che è inopportuna e improponibile !) e soprattutto il mitico Tom (o Tim a seconda dei casi) Birra, personaggione alla Victor McLaglen cui è cucito addosso il gran finale, e che giustamente sarà acclamato come vero eroe della vicenda dalla popolazione di Pecos City. Per il resto, da segnalare :

-Tex sceriffo per la prima volta (se la memoria non mi inganna)

-Kit colpito di striscio alla tempia...nella storia precedente era toccato a Tex. I colpi di striscio alla testa erano una vera ossessione per GLB in questo periodo ! 

- La scena clamorosa al saloon, in cui Tex, badass all'ennesima potenza esce dal tavolo dietro cui è riparato e prende a sparare in campo aperto contro gli avversari rintanati dietro al mobilio, crivellandoli di colpi per poi finire i pochi rimasti a colpi di sedia...e oggi ci si lamenta della presunta tamarraggine dei nuovi autori di Tex...ma se il Tex di GLB è stato una fiera avanguardia della tamarraggine nella cultura italiana, ma di cosa stiamo parlando !!

-La tragica fine del giudice Vermont, che come spesso in GLB assume i contorni di una punizione divina (più tardi anche a Truscott capiterà una sorte analoga spiaccicato dal suo cavallo)...ma in questo caso mi ha ricordato fortissimamente per dinamica proprio la fine di Warberg nella recentissima "Vancouver"...con il burattinaio smascherato e in preda al panico che finisce per avvamparsi da solo con la lampada a petrolio...secondo me Ruju conosce e omaggia GLB ben più di quanto si tenda a pensare...

- Ma SOPRATTUTTO il finalissimo assalto alla diligenza, con Kit Willer riluttantemente a far da esca in abiti mulierbi. Non oso immaginare gli anatemi in cui incorrerebbe uno sceneggiatore che azzardasse inserire una scena del genere al giorno d'oggi, con corollario di astiose teorie sullo scrittore che vuole deliberatamente distruggere il mito di Tex etc. etc.

Mentre invece GLB sapeva-anche- fare della grande commedia, nell'alternanza di stili e registri resa possibile dalla sua inesauribile creatività.

Galep sempre meglio...qui ha davvero raggiunto quasi la sua forma migliore su Tex...(anche se comunque poi non mancheranno alcune storie graficamente un po' sottotono)...e copertine incantevoli.

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1 hour ago, Testa di Vitello said:

- La scena clamorosa al saloon, in cui Tex, badass all'ennesima potenza esce dal tavolo dietro cui è riparato e prende a sparare in campo aperto contro gli avversari rintanati dietro al mobilio, crivellandoli di colpi per poi finire i pochi rimasti a colpi di sedia...e oggi ci si lamenta della presunta tamarraggine dei nuovi autori di Tex...ma se il Tex di GLB è stato una fiera avanguardia della tamarraggine nella cultura italiana, ma di cosa stiamo parlando !!

 

Confermi, purtroppo, una mia tesi: che oggi molti lettori non sono più in grado di percepire la differenza fra coraggio e tamarraggine...

 

In questa storia, Tex affronta i tipi che vogliono impiccare suo figlio, e li fa fuori stando riparato dietro una colonna, poi dietro una balaustra, poi dietro un pianoforte, comportandosi sì con coraggio, ma non con stupidità. Esce allo scoperto solo quando ha ammazzato o fatto fuggire quasi tutti i suoi avversari e i pochi rimasti riparati dietro ai tavoli non lo vedono e non gli sparano.

 

Non è messo come il Carson tamarro del cartonato che esce fuori nella notte sotto una lampadina, ben illuminato, a dire a gente nascosta nell'ombra "beh, quando mi sparate"? (salvandosi solo perchè quello che gli spara alle spalle lo manca da un metro).

 

Il coraggio può anche essere incoscienza, temerarietà, sprezzo del pericolo, può essere alimentato dall'odio e dal sentimento di vendetta o (come nel caso di questa storia) dalla difesa del figlio. Ma anche se può essere incosciente, non è stupido.

 

La tamarraggine è SEMPRE stupida.

 

Se non si coglie la stupidità gratuita e ottusa di un azione fatta solo per "fare lo sborone", diventa impossibile distinguere il coraggio dalla tamarraggine.

  • +1 1
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<span style="color:red">16 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Confermi, purtroppo, una mia tesi: che oggi molti lettori non sono più in grado di percepire la differenza fra coraggio e tamarraggine...

 

In questa storia, Tex affronta i tipi che vogliono impiccare suo figlio, e li fa fuori stando riparato dietro una colonna, poi dietro una balaustra, poi dietro un pianoforte, comportandosi sì con coraggio, ma non con stupidità. Esce allo scoperto solo quando ha ammazzato o fatto fuggire quasi tutti i suoi avversari e i pochi rimasti riparati dietro ai tavoli non lo vedono e non gli sparano.

 

Non è messo come il Carson tamarro del cartonato che esce fuori nella notte sotto una lampadina, ben illuminato, a dire a gente nascosta nell'ombra "beh, quando mi sparate"? (salvandosi solo perchè quello che gli spara alle spalle lo manca da un metro).

 

Il coraggio può anche essere incoscienza, temerarietà, sprezzo del pericolo, può essere alimentato dall'odio e dal sentimento di vendetta o (come nel caso di questa storia) dalla difesa del figlio. Ma anche se può essere incosciente, non è stupido.

 

La tamarraggine è SEMPRE stupida.

 

Se non si coglie la stupidità gratuita e ottusa di un azione fatta solo per "fare lo sborone", diventa impossibile distinguere il coraggio dalla tamarraggine.

Capisco quello che intendi, ma allora qui si tratta di sfumature. Se usiamo "tamarraggine" nel suo significato più preciso e originario, è ovvio che né il Carson di "Yellowbird", né il Tex di "Dramma a Pecos" sono tamarri in senso stretto. Carson in "Yellowbird" è magari (come peraltro precisi tu) spavaldo sborone con una tasso di incoscienza fuori scala. Tex in "Pecos", obiettivamente non agisce nel modo più razionale e sensato in quella situazione (e anche lui non viene colpito solo per il fatto di avere contro delle mezze-pippe diciamolo), che sarebbe stato quello di continuare la sparatoria da posizione almeno parzialmente riparata. Mentre invece, in barba al pericolo e alla superiorità (numerica, non certo effettiva) degli avversari, esce allo scoperto, galvanizzato dalla sua stessa manifesta badasseria super-cool, per fare un macello di piombo e ossa rotte. Questo a mio giudizio fa della scena un momento di tamarraggine sopraffina, che difficilmente si potrebbe riscontrare in un film western contemporaneo all'uscita della storia. E "tamarraggine" per me qui ha valenza assolutamente positiva, sia chiaro.

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Certo che c'è una enorme "zona grigia". Ad essere pignoli, anche il semplice fatto che Tex sia un ranger potrebbe essere visto, in un ottica egoista e gretta, come "stupido": Tex è il capo dei Navajos, potrebbe prendersi il loro oro e andare a vivere da nababbo in Europa, chi glielo fa fare di stare in un villaggio e comandare dei selvaggi?

 

Ma la stupidità degli eroi è tale solo se lo guardi appunto con l'occhio gretto di un egoista magari pure disonesto. Gli eroi sono altruisti, e magari incoscienti.

 

Certo che magari a volte il piano di Tex non è proprio il più prudente (come non si stanca di ricordargli Carson, anche se poi sotto sotto è altrettanto incosciente), ma è sempre incoscienza per uno scopo, non gratuita "solo per fare lo sborone". Magari qualcuno è in pericolo, magari se seguono la strada più prudente rischiano che i malfattori gli scappino. Spesso utilizzano sè stessi come esca provocando il "boss" locale per spingerlo a cercare di ammazzarli e fregarlo così: ovvio che sarebbe più prudente aspettare che tenti di ammazzare qualcun altro, ma Tex e Carson non mettono in pericolo innocenti per le cose che possono fare loro (il motivo per cui quello di Aguas Negras non è Tex)

 

Vista questa ampia zona grigia, sono molto "di manica larga" quando chiamo "Tamarri" i pards quando fanno i tamarri: se esiste anche un solo motivo al mondo, almeno qualcosa per cui sia possibile che la cosa abbia senso (fretta, rabbia, o anche un rischio calcolato), non li chiamo tamarri.

 

Quando parlo di un esplosione di insopportabile tamarraggine nelle ultime storie, quindi, parlo proprio di cose stupide fatte assurdamente senza uno straccio di motivo, per "fare lo sborone" a vuoto.

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Il 13/2/2023 at 12:24, Diablero dice:

Certo che c'è una enorme "zona grigia". Ad essere pignoli, anche il semplice fatto che Tex sia un ranger potrebbe essere visto, in un ottica egoista e gretta, come "stupido": Tex è il capo dei Navajos, potrebbe prendersi il loro oro e andare a vivere da nababbo in Europa, chi glielo fa fare di stare in un villaggio e comandare dei selvaggi?

 

Ma la stupidità degli eroi è tale solo se lo guardi appunto con l'occhio gretto di un egoista magari pure disonesto. Gli eroi sono altruisti, e magari incoscienti.

 

Certo che magari a volte il piano di Tex non è proprio il più prudente (come non si stanca di ricordargli Carson, anche se poi sotto sotto è altrettanto incosciente), ma è sempre incoscienza per uno scopo, non gratuita "solo per fare lo sborone". Magari qualcuno è in pericolo, magari se seguono la strada più prudente rischiano che i malfattori gli scappino. Spesso utilizzano sè stessi come esca provocando il "boss" locale per spingerlo a cercare di ammazzarli e fregarlo così: ovvio che sarebbe più prudente aspettare che tenti di ammazzare qualcun altro, ma Tex e Carson non mettono in pericolo innocenti per le cose che possono fare loro (il motivo per cui quello di Aguas Negras non è Tex)

 

Vista questa ampia zona grigia, sono molto "di manica larga" quando chiamo "Tamarri" i pards quando fanno i tamarri: se esiste anche un solo motivo al mondo, almeno qualcosa per cui sia possibile che la cosa abbia senso (fretta, rabbia, o anche un rischio calcolato), non li chiamo tamarri.

 

Quando parlo di un esplosione di insopportabile tamarraggine nelle ultime storie, quindi, parlo proprio di cose stupide fatte assurdamente senza uno straccio di motivo, per "fare lo sborone" a vuoto.

Si, è una zona grigia. Personalmente mi piace quando Tex e Pards ostentano sfrontatezza e sprezzo del pericolo, è connaturato ai personaggi sin dalle loro origini, ed è una delle caratteristiche che li eleva. Poi però ci deve essere un giusto compromesso, una "linea di demarcazione" oltre la quale il tutto non si tramuti inverosimile smania suicida. Personalmente la scena di Carson fuori dal trading post in Yellowbird non ha fatto impazzire neanche me, la considero forse l'unico svarione (comunque perdonabile) di una bella storia. Ma a parte questa scena, e le cose del tardo Faraci, con Tex che si buttava in campo aperto a sparare tra le pallottole che sibilavano da tutte le parti, tipo Sly in Rambo II...non ricordo molti episodi accomunabili in tempi recenti.

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