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TWF - Tex Willer Forum

[15] La Corona Dai Sette Smeraldi


Pedro Galindez
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Voto alla storia  

18 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura : G. L. Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Maggio 1961
Inizia nel numero 15 a pag. 3 e finisce nello stesso numero a pag. 56


Ray Driscoll maltratta un vecchio frate e ruba una sacra reliquia: Tex lo acciuffa, recupera il maltolto e lo rilascia, per premiare la sua resa senza colpi di testa, insegnando al figlio Kit che si può anche essere magnanimi.



? Sergio Bonelli Editore

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Storiella semplice semplice, situata nell'ambito "Pap? istruisce figliolo", ma nonostante questa sua semplicit? mi è sempre piaciuta e l'ho riletta volentieri ora che ho ricomprato il n. 15. Non che sia un capolavoro, IMHO. Leggibile e godibile, direi. Una media del 7 (darei 7,5 non ci sono voti intermedi. 8 forse è esagerato)

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  • 2 mesi dopo...
  • Rangers

Una bella storia. Certo mi sarei aspettato che Tex arrestasse oppure impartisse una lezione più dura ai banditi, che potrebbero in un futuro riunirsi e tornare a rubare ancora la corona. Ritroviamo nella storia anche delle scene comiche, come il malcapitato messaggero che porta il biglietto ai banditi nella locanda.

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( L'Ammiraglio@ 13 ottobre ore 16:04 )

Un Tex un po' troppo buono per come lo conoscevo...

Se non ricordo male, con le striscie poi riunite nell'albo n. 15 inizia il periodo in cui le storie si uniformano ai criteri censori applicati retrospettivamente alle ristampe delle storie raccolte nei primi 14 albi ; probabilmente il suo comportamento "buonista" in questa vicenda dipende da questo fattore....
  • +1 1
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  • 1 anno dopo...

Una piacevole storia senza troppe ambizioni, ravvivata da gustosi momenti comici. Scritta come riempitivo (ed è il terzo riempitivo consecutivo) sulla falsariga della precedente, vi mancano sia gli indiani che il mistero iniziale.

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  • 1 anno dopo...

Altra storia ed altro commento.

Storia appena più lunga della precedente (cinque albi a striscia, pari a circa 54 pagine di oggi), in cui Tex deve recuperare una preziosa corona lasciata tanto tempo prima come ex-voto in una missione francescana e deve farlo usando meno violenza possibile, perchè l'ha promesso ad un vecchio frate e Tex è uno che mantiene la parola data.

1) Altra storia del filone ?Lezioni di vita per Kit Willer?.

2) Tex mantiene la parola come può. Solo due dei quattro banditi sopravvivono e, recuperato tutto il bottino, Tex li lascia andare come promesso al frate.


3) Un bel po' di tempo fa su TWO ho avuto una discussione con qualcuno che non sembrava molto convinto del comportamento, per così dire, troppo buonista, di Tex in questa storia ed ipotizzava un possibile intervento di un'altra mano ai testi. Riporto quasi integralmente (a parte qualche correzione ortografica) quanto scrissi allora e lo sottoscrivo pienamente anche adesso: non è la prima volta e non sarà l'ultima che Tex lascia andare un criminale in nome del suo personale concetto di giustizia. Qualcuno si ricorda Min Li? La giovane cinese, convinta dal Drago Nero che Tex sia responsabile della morte del fratello (il che era vero, ma Wang, il Drago, aveva omesso di informarla che il giovane, assieme ad altri cinesi, era stato incaricato di uccidere Tex, che si era solo difeso), decide di uccidere Tex con un micidiale pugnale avvelenato, ma sbaglia la mira ed uccide, invece, lo sceriffo. Sotto ogni punto di vista Min-Li è un'assassina, eppure Tex non solo non la consegna alla legge, ma ne diventa pure amico. Questo è un esempio di buonismo (parola che sono giunto a detestare, tra l'altro), forse? Non per me? A leggere certi interventi verrebbe da pensare che siano in molti a ritenere che Tex sia una specie di ammazzasette che uccide senza rimorsi peggio dell'Ispettore Callaghan. La verità, invece, è che Tex uccide solo quando lo ritiene inevitabile e quando può lascia in vita l'avversario. Talvolta lo lascia nelle mani della legge, altre lo lascia semplicemente libero di andare "a farsi impiccare altrove". In questo caso, poi, aveva promesso al frate di non usare la violenza se non era necessario e di esercitare la virt? del perdono e Tex è uno che le promesse le mantiene? non bisogna esagerare volendo vedere per forza un'altra mano nei testi di una storia di G. L. Bonelli ogni volta che non ci piace un particolare o simili.

4)Gustosa scenetta in treno in cui un Tex esasperato da un commesso viaggiatore troppo chiacchierone gli butta la valigia del campionario dal finestrino. :lol2:

5) Interessante variazione sul tema dell'agguato fallito a Tex. I banditi si appostano sul tetto della casa di fronte alla locanda dove alloggiano per sorprendere Tex e Kit che sanno che cercheranno di perquisire la loro camera. Quando vedono apparire due figure nel vano della finestra, sparano ed uccidono i malcapitati. Peccato (per loro) che non fossero Tex e Kit, ma i due albergatori (moglie e marito, mi pare), i quali progettavano di impadronirsi personalmente della corona e degli smeraldi, nonchè di ucciderli. Giustizia poetica marca G. L. Bonelli. :colt:

Sempre all'altezza i disegni di Galep, qui affiancato alle chine da Pietro Gamba e Lino Ieva. ::evvai::

  • +1 2
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  • 3 anni dopo...

Meglio corta che lunga.
Alla fine una storia che si lascia leggere, forse un Tex troppo buono questo si, però neanche fesso visto che alla fine ottiene ciò che voleva...
Subito si nota la durezza di Tex rispetto alle storie odierne... quando un bandito accusa Tex dicendogli: "Voi mentite", Tex gli rifila un destro e d esclama: "Tex Willer non ha mai mentito! ficcatelo bene in testa, buffone, e stai attento a non ripetere un simile insulto!".
Simpatico lo stratagemma di Tex di volare la valigia del venditore fuori dal treno per poter andare nel vagone per il trasporto del bestiame, ci vuole anche questo ogni tanto, non sempre il Tex duro...
Sceneggiatura: 6,5
Disegni: 7
Tex: 6

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  • 7 anni dopo...
  • 3 settimane dopo...

Piacevolissima storia breve, ma perfetta nei tempi e nelle situazioni, a differenza della precedente avventura contro la banda della Donna Pantera.

 

Il tono è molto alla "Piccolo Sceriffo", ovvero dal sapore di romanzo d'appendice.

 

Troviamo un furto di un oggetto di valore ad un religioso (come i candelabri de I Miserabili), dei ladri che per quanto sacrileghi non si sbarazzano gli uni degli altri, i proprietari di una locanda (Mamma Rosa, come il titolo di un feuilleton di Richebourg fra i più noti in Italia) veri e propri lestofanti (la moglie ricorda la Civetta de I Misteri di Parigi e insieme al marito ricorda altre coppie del genere, come i diabolici albergatori di Il Monaco di Lewis, fra i primi romanzi gotici), Kit Willer molto più giudizioso e Tex che cambia riferimento religioso dal Vecchio Testamento (occhio per occhio), al Nuovo perdonando piuttosto che vendicando.

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  • 5 mesi dopo...

Tour "Willer around the west" parte terza.

 

Smantellata rapidamente la banda della Pantera, Tex e Kit riprendono il "percorso formativo" su e giù per il west.

Varcato il confine messicano, fanno ingresso in un paesino, subito dopo il colpo di una banda di malviventi, che ha sottratto dalla chiesa una preziosa corona tempestata di diamanti.

 

Inizia così la caccia ai lestofanti, per recuperare il maltolto e mantenere la promessa fatta al povero Padre Francisco.

 

L'episodio è breve ma piacevole e ha il suo fulcro proprio sull'inseguimento/punizione dei singoli elementi che si sono macchiati del furto.

 

Non manca la tradizionale "lista" che Tex usa per minacciare i banditi e costringerli a fare passi falsi.

Stavolta il nostro ranger ci mostra pure ottime doti grafiche, visto che il teschio rappresentato nel bigliettino minatorio fatto recapitare ai banditi, è davvero di ottima fattura. :D

 

L'esito è scontato (come potrebbe essere altrimenti d'altronde!), i due eroi riusciranno a recuperare la collana, riducendo al minimo sindacalo lo spargimento di sangue.

 

A mio avviso però è un'imperdonabile leggerezza quella che compiono i banditi in chiesa: comprendo che si volesse eliminare un complice per non dividere con lui, ma perchè non accopparlo? Lasciare un testimone così pericoloso è da polli e in effetti, proprio facendo cantare il "tradito", Tex fiuta subito la pista giusta.

 

Interessante invece la scena dell'agguato in albergo, dove Bonelli si diverte a mettere ansia al lettore che può immaginare che sia di Tex l'ombra impiombata dietro le scuri della persiana. Con le strisce, anche grazie ai ritmi narrativi più forsennati, l'autore poteva escogitare fra un albetto e l'altro questi espedienti per aumentare la curiosità e tensione nei lettori. Erano anche i tempi in cui le minacce scivolavano via anche grazie a "molti gesti provvidenziali" (una spronata di cavallo che portava ad abbassare il busto, una giravolta improvvisa e similari), espedienti semplici ma sempre molto efficaci, così come si mostra sempre molto effervescente l'ironia GLB che mette su l'esilarante scenetta in treno, con il volo "fortuito" della valigia campionario del seccante rappresentante di mercantizie. 

 

I disegni della coppia Galep-Gamba si mantengono su discreti livelli. Pochi dettagli e fronzoli, ma molto dinamismo e capacità narrativa.

 

Chiudo con due curiosità fatte notare da Luca Raffaelli nell'editoriale del volume CSAC: il paesino in cui i nostri giungono, visto da lontano col campanile in bella vista, sembra più un borgo mediovale italico piuttosto che un villaggio messicano, così come padre Francisco sembra omaggiare il celebre "Frate Indovino" dei calendari. Il mio voto finale è 6  

 

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  • 3 mesi dopo...

Altra storia che avevo completamente rimosso, e infatti è insipida ed evanescente pure più della precedente. Continua il "viaggio di formazione" del giovane Kit per il sud-ovest, e continua il "taglio per ragazzi" che GLB si auto(?)-impone con esiti deludenti (gli unici due morti ammazzati, en passant, sono nell'ultima striscia). Non ci sono scene o dialoghi degni di nota : ad eccezione del diverbio col venditore ambulante sul treno (momento di umorismo fuori contesto ma gradevole) e lo squarcio atmosferico notturno col fuggitivo Ray alle prese con coyotes e serpenti a sonagli. Finale con diligenza che riprende per l'ennesima volta "Ombre Rosse" (vero pallino di GLB), e un Tex particolarmente magnanimo che lascia liberi due banditi su quattro, capendo d'aver a che fare con ladri di polli. Da segnalare lo sfacciatissimo origlione del mozzo di scuderia che sente e riferisce per filo e per segno dove sono diretti i tre banditi. Evidentemente GLB non viveva disperati travagli interiori nel servirsi di questi escamotages narrativi. 

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45 minutes ago, Testa di Vitello said:

Da segnalare lo sfacciatissimo origlione del mozzo di scuderia che sente e riferisce per filo e per segno dove sono diretti i tre banditi. Evidentemente GLB non viveva disperati travagli interiori nel servirsi di questi escamotages narrativi. 

Ti pare che Nizzi abbia mai mostrato il minimo travaglio interiore nel mettere un origlione? :laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing:

 

Io cerco di affogarti in una vasca d'acqua. Tutti i giorni, per anni. Quando ti chiedono come mai lo tolleri, rispondi "ma anche mia mamma ogni tanto mi dava da bene un bicchiere d'acqua? :laugh:

 

Cosa c'è di così difficile nel concetto "non è l'uso, è l'abuso"? :rolleyes:

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<span style="color:red">18 ore fa</span>, Diablero dice:

Ti pare che Nizzi abbia mai mostrato il minimo travaglio interiore nel mettere un origlione? :laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing:

 

Io cerco di affogarti in una vasca d'acqua. Tutti i giorni, per anni. Quando ti chiedono come mai lo tolleri, rispondi "ma anche mia mamma ogni tanto mi dava da bene un bicchiere d'acqua? :laugh:

 

Cosa c'è di così difficile nel concetto "non è l'uso, è l'abuso"? :rolleyes:

Però io Nizzi non l'avevo nominato<_<

Era per dire che certi cliché, oggi additati da molti alla stregua della peggio monezza narrativa possibile immaginabile, sono in fondo, mi pare, sempre stati connaturati ad una narrativa seriale avventurosa quale quella di Tex, che fin dall'inizio ha sempre favorito di certe ripetizioni e scorciatoie.

E che lo stesso GLB non le disdegnasse affatto, soprattutto inizialmente.

Certo poi il Nizzi post-crisi ne ha abusato a livelli inverecondi, siamo tutti d'accordo.

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