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TWF - Tex Willer Forum

[16/17] L'enigma Dell'ippocampo


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Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura : G. L. Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità irregolare: Luglio 1961 - Settembre 1961
Inizia nel numero 16 a pag. 141 e finisce nel numero 17 a pag. 152


Tex e Kit Willer indagano su dei vigilantes che usano come segno di riconoscimento il simbolo dell'ippocampo'
Il terrore regna a nord del Rio Bravo! La Banda dell'Ippocampo, una rete rivoluzionaria con numerosi informatori, mira a riportare la zona sotto il controllo del Messico. Donna Manuela Guzman è la bella e ricca ranchera che guida la setta con pugno di ferro: Tex sgomina l'infame cricca e Donna Manuela spira nel deserto uccisa dal piombo del bandito El Lobo.



? Sergio Bonelli Editore

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Se non erro, questa storia è importante perchè si tratta della prima di un gruppo di vicende ( fino al n. 24 ) in cui i quattro pards operano durante la Guerra di Secessione ( o, come in questo caso, alla vigilia del conflitto ) , in contraddizione con la versione successivamente sostenuta in "Tra due bandiere" e "Fuga da Anderville", secondo cui Tex allora era molto giovane e Kit Willer non ancora nato ( mentre qui non solo è attivo, ma, in conformit? col fatto che è l'unico del gruppo ad aver fatto studi più o meno regolari, spiega a Tex e Carson che ccos'è ilsegno di riconoscimento della banda contro cui stanno lottando, ovvero un ippocampo ). Degna di nota è anche la figura della "cattiva" donna Manuela Guzman.

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  • 2 mesi dopo...
  • Rangers

Storia stupenda, ricca di azione e colpi di scena. Tex e figlio partono chiamati da Carson per incontrarsi al comando dei Rangers, e cominciano subito i guai. Scene da ricordare: Kit Willer è l'unico a riconoscere cosa è raffigurato sul medaglione dei banditi, Gianluigi Bonelli descrive quindi in questa storia Kit come un sapientone e Tex - Carson come due scolaretti che imparano dal maestro, circa così: "Ippocampo e che diavolo ??, "Mai sentito parlare di cavalli che nuotano in mare". :trapper: Carson si vede per la prima volta in divisa, al comando dei rangers, e viene descritto un p? come scaldasedie, ciò dar? il via a vari battibecchi indimenticabili con Tex, che saranno poi il marchio futuro della serie. La storia viene portata avanti con maestria, abbiamo traditori, attentati, e la bella figura di Manuela Guzman (che per disegnarla Galep si ispir? alla moglie di Gianluigi, Tea Bonelli). Bellissima la battaglia all'interno della villa di Donna Manuela e la distruzione della banda. La storia avrebbe potuto finire così, ma il grande Bonelli riesce a dare il via ad un continuo, cambiando totalmente l'ambientazione; ci ritroviamo nel deserto, con nuovi cattivi al fianco di Manuela. E tra colpi di scena ed inseguimenti, nuove sorprese attendono i nostri, all'orizzonte: la guerra di seccessione sta per scoppiare. Voto 9, meritatissimo. :inch::inch:

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Bella storia, particolare per l'anacronismo bonelliano della presenza - anzi, della partecipazione attiva - di Kit Willer ad un momento della vita del padre nel quale lui, diversi albi più avanti, risulter? non essere neppure nato. Come dire: perfino prima di esistere il figlio di Tex era meno bamboccione di quanto appare ora che è adulto haha . Manuela Guzman è una cattiva "sui generis", convinta di agire come patriota a favore del suo Mexico. La sua tragica fine rattrista, forse le si poteva lasciare la possibilità di redimersi. Voto: un bell'8 con lode!

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( Cheyenne@ 25 ottobre 2008 ore 9:38 )

Manuela Guzman è una cattiva "sui generis", convinta di agire come patriota a favore del suo Mexico. La sua tragica fine rattrista, forse le si poteva lasciare la possibilità di redimersi.

Donna Manuela ha in effetti esercitato un notevole fascino sui lettori ( che comunque, in qualche caso, si sono affezionati persino a Mefisto ..... ); comunque, nelle storie bonelliane, raramente avviene che uno dei grandi "cattivi" non finisca "a spalar carbone nelle caldaie di Satanasso", e la cosa è ancor più rara se il "cattivo" è una "cattiva". A quanto mi risulta, delle cattive affrontate da Tex nelle storie di GLB, soltanto la Min Li de "Il sicario" e "Il ritorno del Drago" incontra la sorte auspicata da Cheyenne per Manuela; in quel caso, comunque, non solo si trattava di un "pesce piccolo", ma anche di una persona che aveva agito sulla base di motivi che poteva in buona fede ritenere giustificati. Anche i pesci piccoli, comunque, un po' come avveniva nei romanzi d'appendice, finiscono spesso per pagare il fio delle loro colpe e talora anche di più nelle storie di GLB ( come dimostrano, tra i tanti casi, le sorti di Tonito Palacios ne "Gli scorridori del Rio Grande" o quella di Nita in "Guerra sui pascoli" ).
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  • 1 anno dopo...

Storia tutt'altro che trascurabile, portata avanti con maestria da Gianluigi Bonelli tra attentati, tradimenti e sparatorie. Molto lunga per gli standard dell'epoca (16 albi a striscia, più un paio di strisce nel successivo "Gli sciacalli del Kansas" per oltre 171 pagine "moderne"), ha una trama molto articolata e complessa con frequenti cambi di luogo e perfino di registro narrativo, con un discreto numero di colpi scena ben orchestrati in perfetto stile da feuilleton. Su tutti i personaggi svetta Dona Manuela, bella e crudele, ma ben più di una semplice cattiva, perchè mossa non da motivi personali, ma da un sincero, per quanto malguidato, idealismo. La sua fine tragica, epilogo anche questo tipico del feuilleton, le guadagner? il rispetto e la pietà di Tex e dei suoi pards. Galep per le fattezze di Dona Manuela sembra si sia ispirato a Tea Bertasi Bonelli, moglie separata di Gianluigi e madre di Sergio. Un'anomalia rispetto a quasi tutte le storie precedenti: Tex e compagni non uccidono quasi nessuno nonostante essi abbiano a che fare con gang senza scrupoli. Anche nelle situazioni più difficili si limitano a disarmare o a colpire alle spalle o alle gambe gli avversari.

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  • 7 mesi dopo...

Una storia magnifica! Associazioni segrete, complotti da sventare, sparatorie e tranelli, i caldi territori tra Usa e Messico. Questi mi sembrano gli ingredienti con cui Bonelli e Galep insaporiscono il piatto. Ma adire il vero ne manca uno, forse il migliore, l'ingrediente prelibato che fa diventare un buon piatto qualcosa di cui ricordarsi:Manuela Guzman. Si è spesso detto che Tex sia una serie che disprezza il gentil sesso;un fumetto proprio per maschilista e non adatto ?alle femmine?. Questa storia è l'ennesima dimostrazione che, seppur rare rispetto ad altri fumetti, la saga di Tex annovera alcune splendide coprotagoniste (e a questo proposito non posso che consigliarvi la lettura dello splendido articolo di Virgin sul terzo numero della rivista che uscir? a giorni). Di più, mentre spesso altre serie risultano ?inflazionate? da una abbondante quantit? di personaggi femminili che non sempre brillano per qualità, le donne di Tex sono quasi tutte da ricordare. Manuela Guzman è un personaggio che fin dalla sua prima apparizione in scena attrae per il suo fascino:la vediamo infatti languidamente distesa su un divano intenta a fumare e a guardare i suoi simpatici animaletti che fanno colazione;? avvolta in uno stretto e conturbante vestito nero e non esita a condannare a morte un suo uomo che ha fatto solo l'errore di disturbare involontariamente la sua siesta. Una vera e propria ?femme fatale?, dunque, esaltata dalla complicità delle splendide matite di Galep. E? un nemico tostissimo,Manuela:riesce a imprigionare grazie al suo fascino femminile prima Kit e poi i più maturi Tex e Carson. Poi riesce a fuggire dalla sua fazenda attaccata dai rangers e tramite uno stratagemma ben congegnato riesce ad attirare i pards nella sua trappola, condannandoli ad una morte sicura- che tale sarebbe stata se la fortuna e il fatto di essere i protagonisti della serie non avessero aiutato i pards. E? una figura che ispira tutt?altro che sentimenti di pietà, questa Guzman:? un'assassina spietata e senza scrupoli, una che condanna a morte la gente anche per motivi futili. Ma Bonelli cala la sua carta:Manuela è una rivoluzionaria e una patriota. Non uccide per piacere, ma per compiere la sua giusta causa. Il personaggio così si evolve in maniera decisiva;secondo me Bonelli una tale evoluzione (da assassina spietata a patriota rivoluzionaria) non l'aveva prevista in anticipo;essa è giunta in maniera molto istintiva e nel concreto realizzarsi della storia. Forse sono in errore, ma penso questo perchè alla luce dell'idealismo che ammanta Manuela nella seconda parte della vicenda, la scena in cui condanna a morte il suo uomo che le aveva disturbato la siesta appare del tutto fuori luogo. In ogni caso, questa rivoluzionaria idealista comincia già a starci più simpatica. Quello che porta il lettore completamente dalla sua parte (almeno per me è stato così) è il finale tragico:una fine triste e tutto sommato immeritata. Ancora una volta Bonelli sostituisce a Tex il Destino, un Destino che applica una Giustiza atroce e senza scampo. Geniale l'apertura alla storia successiva, che ammanta questi albi di un phatos tragico imminente e irrimediabile, legato com? è alle vicende storiche della guerra civile. Voto (testi e disegni):8,5

  • +1 1
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  • 9 mesi dopo...

Ed eccoci qua a commentare un'altra pietra miliare della saga texiana.

Di poche storie si può dire che rappresentano un punto di svolta narrativo della saga. Questa è una di quelle. In più è anche una gran bella storia piena di colpi di scena, personaggi interessanti, una cattiva di prim?ordine. Che cosa si può volere di più?

1) Questa storia è la prima di una lunga serie che vedrà protagonista il terzetto Tex, Kit e Carson, Ci sarà, a dire il vero, una breve interruzione, ma dovuta esclusivamente a motivi contingenti. Ne riparleremo a tempo debito.

2) Tiger fa una breve apparizione all'inizio della storia ma poi viene lasciato alla Riserva Navajo. Con Tex assente qualcuno deve pur badare agli affari correnti. :indiano:

3) Riappare, dopo una lunga assenza, Kit Carson. L'avevamo lasciato ranger semplice e scout a Fort Dennison e lo ritroviamo maggiore dei Rangers. Una bella carriera. Tex non perder? occasione di sfottere bonariamente il vecchio Kit per essersi impigrito ed anche aver messo su un po' di pancetta da quando è diventato uno ?scaldasedie del Comando?. :lol2:

4) Una curiosità: il grado di Carson non viene più menzionato dopo l'avventura "Un vile attentato" (nn° 28). Il vecchio cammello riappare in divisa solo un'altra volta (nel n° 52) e per una sola volta, durante l'avventura "Grido di Guerra" (nn° 287/289 di Nolitta & Galep), viene chiamato colonnello. Anche questa promozione sarebbe avvenuta dietro le quinte.

5) Quanto tempo è passato dall'ultima apparizione di Carson° Difficile dirlo. Potrebbero esser stati pochi mesi, ma anche un anno o due. Dopotutto Kit potrebbe anche sembrare in p? cresciuto dai tempi de ?Il figlio di Tex["/B].

6) Per tutta la storia Carson, dopo aver dismesso la di visa da Ranger, porta una vistosa camicia a quadri.

7) Reparto incongruenze. I Rangers ci sono presentati ancora una volta come un vero corpo paramilitare con tanto di divisa praticamente identica a quella dell'Esercito americano. Inoltre hanno un Quartier Generale a Santa Fe nel Territorio del New Mexico. Mi pare chiaro che anche in quest?occasione G. L. Bonelli considerasse i ?suoi? Rangers una sorta di corpo militarizzato di Polizia Federale, che con i Texas Rangers condivideva solo il nome. Diciamocela tutta: a quell'epoca (ma siamo poi sicuri che sia solo limitato a quell'epoca?) le idee su come erano organizzati gli Stati Uniti sia nell'800 che in epoca contemporanea. I Rangers del Texas erano e sono un corpo di polizia investigativa c he non usa divise e non ha compiti militari. Esiste un Reparto dei Rangers dell'Esercito, ma sono assaltatori e non certo investigatori. Insomma poche idee ma adeguatamente confuse. :colt: :malediz...

8) A dirigere il Corpo dei Rangers non c'è più Marshall, ma tale James Hovendal, che fisicamente (almeno a me) ricorda l'attore John Alexander nel ruolo di Teddy Brewster (che pensa di essere Teddy Roosevelt) nel film ?Arsenico e vecchi merletti?. Hovendal non ha molta fortuna come personaggio: dopo la sua apparizione all'inizio de "Gli sciacalli del Kansas", infatti, non lo rivedremo più. Forse GLB era partito con l'idea di farne uno di quei classici dirigenti rigidi e ligi ai regolamenti con cui Tex avrebbe dovuto scontrarsi di tanto in tanto (stile Capitano Vance di "Nick Raider", per intenderci , ma poi la sua fantasia si è sbrigliata in altre direzioni. Risentiremo ancora parlare di lui, però, a distanza di parecchi anni, quando si sarà ormai ritirato a vita privata e chieder? a Tex di catturare gli assassini di suo nipote, ucciso all'inizio dell'avventura "L'aquila e la folgore".

9) La misteriosa setta dell'Ippocampo ha uno scopo: riportare i territori che furono perduti dal Messico con la guerra del 1846/1848 sotto la sovranit? messicana. Si tratta di un tema che non è nuovo nella saga di Tex. Già El Diablo diceva di agire per questo scopo (ma, a quanto pare, mentiva) ed il tentativo di riprendere i territori perduti è al centro degli eventi di ?Fuorilegge?.

10) Kit Willer dimostra cosa vuol dire aver studiato quando, unico tra i pards, dimostra di riconoscere il simbolo dell'ippocampo. :lol2:

11) A dirigere la Setta (che ha i suoi rituali e parole d'ordine degne della Carboneria) c'è la bella ma spietata Dona Manuela Guzman, che non esita a far frustare e dare in pasto ai coccodrilli che tiene nella piscina della sua hacienda, coloro che falliscono il loro compito.

12) Dona Manuela sarebbe ispirata fisicamente nientemeno che a Tea Bertasi Bonelli, ex moglie di G. L. e madre di Sergio e direttrice della Casa Editrice. A vedere le sue foto, la somiglianza c'è tutta. Si spera che il suo modo di trattare i dipendenti e collaboratori fosse più gentile di quello di Dona Manuela. :lol2:

13) Non è la prima volta che Galep prende spunto da qualcuno della Casa Editrice per le fattezze di un personaggio. Narra la leggenda (e mi ero dimenticato di segnalarlo a suo tempo pianto_) che Florecita, la figlia di El Diablo, fosse modellata sulle fattezze di Liliana Gentini (meglio nota come la signora Liliana) segretaria della signora Tea e poi di Sergio (e lo è tuttora).

14) Come spesso capitava all'epoca qui si respira aria da feuilleton, con intrighi colpi di scena a ripetizione, attentati, cambi di bandiera, alleanze impreviste e quant?altro. Una delle mie sequenze preferite di questa storia è la battaglia nell'hacienda di Dona Manuela con Tex e Kit costretti a forgiare un'alleanza con due ex accoliti di Dona Manuela, che lei aveva fatto imprigionare con Kit in attesa di farli uccidere per aver fallito un attentato contro i pards.

15) Kit Willer qui si dimostra degno figlio di suo padre, riuscendo tutto da solo a fuggire dalla prigione riunendosi al padre per la battaglia finale.

16) Dona Manuela fugge, ma Tex ed i suoi la inseguono implacabili e riescono anche rocambolescamente a sopravvivere ad un altro tentativo di ucciderli, per poi raggiungerla in un teso scontro nel deserto con la banda del Desperado El Lobo a cui si è unita.

17) La bella Manuela sarà anche crudele e spietata, ma è una sincera idealista e si considera una patriota (messicana, ovviamente, anche se tecnicamente è cittadina americana). El lobo, invece è solo un volgare bandito e spezza ben presto le sue illusioni. Qui Manuela dimostra che tipo è chiedendo inutilmente a El Lobo di risparmiare i suoi uomini. Il bandito non h pietà n° esitazioni. Quanto a lei, i piani di El Lobo sono chiari: intende portarla nella sua capanna sulla Sierra Blanca dove, così dice, le farà perdere quella sua aria di gran dama. E non ci vuole molto a capire come. Mal gliene incoglie, perchè prima di realizzare i suoi piani, morir? lui stesso, ma non prima di averla ferita a morte.

18) La fine tragica di Dona Manuela, epilogo anche questo tipico del feuilleton ed ancor più dello stile di G. L. Bonelli, le guadagner? il rispetto e la pietà di Tex e dei suoi pards.

19) Dona Manuela diceva la verità quando affermava di avere l'appoggio del Governo Messicano? Non c'è motivo di dubitarne, Ma resta da chiedersi cosa e avrebbe pensato Montales se fosse stato interpellato (e dubito che lo sia stato.

20) In punto di morte Dona Manuela si lascia andare a funeste profezie che porteranno ad una delle più macroscopiche incongruenze di tutta la saga texiana, ma questa è materia per un altro giorno. :malediz...

21) Come sempre, le matite sono di Aurelio Galleppini. Le chine invece sono di Pietro Gamba e Lino Ieva, il quale ha realizzato anche le matite delle pagine conclusive quest?episodio (ovvero le prime 11 pagine dell'albo a striscia ?Gli sciacalli del Kansasè) con chine di Galep stesso.

E con questo ho concluso. :colt:

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  • 3 anni dopo...

Gran bella storia!
Il ruolo della bella signora è stato molto ben curato, alla fine mi è anche un pò dispiaciuto per la sua fine... (mi sono portato un pò avanti con la storia).
I disegni sono tra i migliori fin qui realizzati, Galep continua a crescere...
Sceneggiatura: 7,5
Disegni: 7,5
Tex: 6 (si fa fregare più volte)

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  • 3 anni dopo...

Qui da noi, nel profondo Sud (la punta del Tacco d'Italia, il Salento), le storie inedite arrivano sempre con qualche giorno di ritardo. L'unico Tex a campeggiare sullo scaffale dell'edicola era il Tex Classic "La banda di El lobo". Non avevo, prima di ieri, mai guardato un Classic, l'ennesima ristampa di cui non so che farmene. Ieri, invece, quel nome, El Lobo, è servito a richiamarmi alla mente la conturbante Donna Manuela Guzman, e il perfido bandito messicano El Lobo. Tornato a casa, ho ripreso quei vecchi albi, constatandone le non perfette condizioni (sono albi di seconda o terza mano: sono originali e sono arrivati a me per vie traverse) e, soprattutto per i numeri successivi, alcuni buchi nella collezione che avranno pregiudicato la lettura delle singole storie all'epoca in cui me li procurai. Non escludo quindi, sia per avere albi in migliori condizioni fisiche che per colmare qualche buco di troppo, di darmi anche al Tex Classic, almeno fino a quando la mia collezione non tornerà ad essere abbastanza continuativa. 

 

Ma la storia di El Lobo ce l'avevo tutta, e approfittando di un'oretta di libertà l'ho riletta ieri. Come di consueto GLB scrive una storia d'azione e dai ritmi serrati, aggiungendoci però l'indimenticabile personaggio di Donna Manuela:

 

On 29/9/2010 at 13:50, paco ordonez dice:

Il personaggio così si evolve in maniera decisiva;secondo me Bonelli una tale evoluzione (da assassina spietata a patriota rivoluzionaria) non l'aveva prevista in anticipo;essa è giunta in maniera molto istintiva e nel concreto realizzarsi della storia. Forse sono in errore, ma penso questo perchè alla luce dell'idealismo che ammanta Manuela nella seconda parte della vicenda, la scena in cui condanna a morte il suo uomo che le aveva disturbato la siesta appare del tutto fuori luogo. In ogni caso, questa rivoluzionaria idealista comincia già a starci più simpatica. Quello che porta il lettore completamente dalla sua parte (almeno per me è stato così) è il finale tragico:una fine triste e tutto sommato immeritata.

 

Mi ritrovo a citare Paco, come ai vecchi tempi. Ricordo le tante volte, negli anni immediatamente successivi alla mia iscrizione, che Paco Ordonez era tra i pards che più "quotavo" per riflessioni con le quali ero assolutamente d'accordo sulle vecchie storie di Tex, di cui, all'inizio della mia avventura sul forum, scrivevo le mie "recensioni" nei topic ad esse dedicati. Anche in questo caso, la penso come Paco: Donna Manuela nasce come sadica (non si spiega altrimenti perché, per minimi errori, dia i suoi collaboratori in pasto agli alligatori); in un secondo momento, nel farsi della storia, GLB ha l'idea di trasformarla in patriottica idealista. Inoltre, la rende prigioniera di El Lobo, completandole la conversione: non solo da psicopatica assassina diventa un'idealista devota ad una causa, ma da spietata aguzzina diventa anche povera vittima, nelle grinfie di un bruto, da salvare. Conversione a 180 gradi ben poco coerente, ma il modo di scrivere istintivo e torrentizio di GLB lo portava spesso a questo tipo di soluzioni. Fossero storie scritte oggi, penso che GLB farebbe esplodere il forum per non sentire più le nostre critiche da nerd sui singoli aspetti di una storia. 

 

On 20/7/2011 at 22:45, Carlo Monni dice:

3) Riappare, dopo una lunga assenza, Kit Carson. L'avevamo lasciato ranger semplice e scout a Fort Dennison e lo ritroviamo maggiore dei Rangers. Una bella carriera. Tex non perder? occasione di sfottere bonariamente il vecchio Kit per essersi impigrito ed anche aver messo su un po' di pancetta da quando è diventato uno ?scaldasedie del Comando?. :lol2:

 

Era infatti questo il periodo in cui Carson c'era poco. Io, cresciuto col Carson di Nizzi (ricordo sempre - a costo di sembrare ripetitivo, ma mi piace sempre farlo - che il mio primo albo di Tex in assoluto è stato La Leggenda della Vecchia Missione, con Fratello Carson, sorella Colt), non ho mai amato particolarmente queste prime storie, in cui la presenza del Vecchio Cammello è sporadica, per non dire spesso inesistente. Belli i siparietti a cui Tex e Carson danno vita in questa storia, che senz'altro saranno stati di ispirazione per i gustosi intermezzi ironici delle sceneggiature di Nizzi.

 

On 20/7/2011 at 22:45, Carlo Monni dice:

7) Reparto incongruenze. I Rangers ci sono presentati ancora una volta come un vero corpo paramilitare con tanto di divisa praticamente identica a quella dell'Esercito americano. Inoltre hanno un Quartier Generale a Santa Fe nel Territorio del New Mexico. Mi pare chiaro che anche in quest?occasione G. L. Bonelli considerasse i ?suoi? Rangers una sorta di corpo militarizzato di Polizia Federale, che con i Texas Rangers condivideva solo il nome. Diciamocela tutta: a quell'epoca (ma siamo poi sicuri che sia solo limitato a quell'epoca?) le idee su come erano organizzati gli Stati Uniti sia nell'800 che in epoca contemporanea. I Rangers del Texas erano e sono un corpo di polizia investigativa c he non usa divise e non ha compiti militari. Esiste un Reparto dei Rangers dell'Esercito, ma sono assaltatori e non certo investigatori. Insomma poche idee ma adeguatamente confuse. :colt: :malediz...

 

Ma infatti è evidente che i Rangers di Tex sono un corpo sia militare che investigativo dipendente direttamente da Washington e non dal solo Texas. Un corpo inesistente nella realtà.

 

On 20/7/2011 at 22:45, Carlo Monni dice:

12) Dona Manuela sarebbe ispirata fisicamente nientemeno che a Tea Bertasi Bonelli, ex moglie di G. L. e madre di Sergio e direttrice della Casa Editrice. A vedere le sue foto, la somiglianza c'è tutta. Si spera che il suo modo di trattare i dipendenti e collaboratori fosse più gentile di quello di Dona Manuela. :lol2:

 

:lol2:

 

On 20/7/2011 at 22:45, Carlo Monni dice:

17) La bella Manuela sarà anche crudele e spietata, ma è una sincera idealista e si considera una patriota (messicana, ovviamente, anche se tecnicamente è cittadina americana).

 

Ritorno su Donna Manuela: essa è un personaggio boselliano ante litteram. Non può non ricordare Shane O Donnel, idealista e criminale: quest'ultimo però uccide  (Lord Cavendish e il sergente McDuff) per necessità politica; Donna Manuela è invece anche una sadica. Il suo ruolo di vittima alla fine della storia  (ma probabilmente anche le sue dolci fattezze) la ribaltano in personaggio sostanzialmente positivo. La sua morte, da feuilleton, non è solo commovente, ma anche cupa per lo spettro della Guerra Civile cui dà vita.

 

On 20/7/2011 at 22:45, Carlo Monni dice:

20) In punto di morte Dona Manuela si lascia andare a funeste profezie che porteranno ad una delle più macroscopiche incongruenze di tutta la saga texiana, ma questa è materia per un altro giorno. :malediz...

 

Incongruenza da accettare in santa pace. Ma non fa piacere che ci sia.

 

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Di questa storia ricordo con piacere e commozione lo splendido finale (morte di Manuela Guzman) che riabilita un'avventura di normale amministrazione. GLB non ha ancora chiaro chi sia Carson all'interno del Corpo dei Rangers, infatti lo promuove Maggiore e gli veste addosso un'improbabile divisa, ma sono inesattezze dovute ai tempi e che si fanno perdonare.

Per il resto, abbiamo un Tex un po' gonzo, che si fa fregare parecchie volte: la prima volta Manuela Guzman manda lui e Carson a spasso, e solo per un colpo fortuito riescono a tornare in tempo; ancora, Tex, penetrato nel fortino di Donna Manuela per salvare Kit, viene da questi salvato dopo essersi fatto catturare. Tutti e tre, successivamente, vengono attirati in trappola e rinchiusi nella stiva di una nave. Ed infine, gli sgherri di El Lobo (assolutamente inutile la sua entrata in
scena) gli lanciano contro una borraccia-bomba.

Voto alla storia: 6,4

Voto ai disegni: 7,5

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Inutile l'entrata in scena di El lobo? Al di là del fatto che è un bel personaggio, di fatto con El Lobo comincia la seconda parte della storia, con Manuela Guzman che si trasforma da sadica assassina ad idealista nonché fanciulla da salvare. Se la storia ha lo "splendido finale" di cui parli (la commovente morte di Manuela) lo devi a El Lobo, no? ;)

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  • 2 anni dopo...

Una delle migliori storie dell'epoca a mio parere. Indagini, intrighi, scazzottate... sembra che sia finita e invece la storia riparte con Donna Manuela che si incontra con El Lobo. GLB sembra davvero ispirato, né l'incongruenza cronologica inficia minimamente la briosità della vicenda. Ritrovo questa spensieratezza nella nuova serie del giovane Tex - dove però Boselli sta bene attento alla "filologia" texiana. Gran bella rilettura!

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  • 1 anno dopo...

Una apprezzabilissima storia, scritta bene, ricca di pathos e disegnata da un Galleppini al massimo delle sue possibilità.

 

Troviamo i tre pards (qui non quattro) muoversi bene all'unisono e separatamente. Kit continua ad essere un vero coprotagonista senza però togliere la scena al padre, come succedeva nelle avventure appena precedenti.

 

Tra gli antagonisti spiccano ovviamente Donna Manuela, ma anche il perfido e ributtante El Lobo, perfetto per il suo comportamento ignobile. La storia non finisce al termine di una striscia, ma in quella successiva. Nella precedente troviamo Donna Manuela prossima alla morte per sete, stanchezza, febbre dovuta ad una ferita inferta da El Lobo, annunciare di avere un segreto da rivelare.

 

Fine della striscia.

 

Nella successiva, in una sorta di paradosso non soltanto temporale, ma anche spaziale come sapientemente evidenziato da @Carlo Monni, Donna Manuela rivela il segreto, ovvero della prossima Guerra di Secessione fra stati del Nord e quelli del Sud che sarà da sottofondo per delle bellissime storie successive.

 

E' da rilevare che le vicende di questo periodo sono il racconto fatto da un Tex, ormai forse anziano, dei suoi anni migliori. Quindi, anzichè considerare fuori canone tutto questo periodo, con il prezioso intervento di @Diablero e le capacità di sceneggiatore di @borden, a mio avviso potrebbe uscire una storia che faccia combaciare tutto.

 

Tex anziano potrebbe ricordare di quella volta in cui Donna Manuela prossima alla morte delirasse di una prossima Guerra di Secessione... in realtà già avvenuta e mettendo insieme le sue farneticazioni da incubo (non vi ricorda per caso un certo sogno lungo 31 episodi nella serie Dallas negli anni 1985-1986?) alla reale esperienza in guerra di Tex, questi ricordi siano stati alla base di un certo numero di dime novel pubblicati successivamente e che raccontano queste belle, ma incongruenti, storie durante la Secessione con Kit Willer tra i coprotagonisti. Spero vi piaccia questa soluzione e ... non chiedo per questa trovata neppure un nickel a @borden :D

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Sono legato a queste vecchie storie per ragioni anagrafiche e affettive. Questa è una delle migliori, certamente. C arson è ancora una presenza saltuaria. Mi ha sempre meravigliato il fatto che Tex e Carson interagissero come vecchi compagni di chissà quante avventure affrontate assieme .... quando, invece, quelle effettivamente narrate, a quel momento, erano davvero poche. Certo, questo è un motivo in più per augurarsi che la serie Tex Willer colmi anche queste lacune e risolva questa apparente contraddizione. Quanto a donna Manuela, a parte il fascino e la bellezza, non mi ispira alcuna comprensione. Non basta un "ideale" - qualunque esso sia - a giustificare o attenuare un crimine (dal mio punto di vista, certo, non da quello ad esempio del nostro codice Rocco). Pertanto, per me resta una sadica criminale. El Lobo uno dei soliti bandoleros. Penso vada sottolineato un aspetto. GL Bonelli, probabilmente, non aveva ancora un'idea precisa di cosa far diventare Kit Carson: un saltuario compagno di Tex?, un comprimario legato alla gerarchia e ai regolamenti, con un lontano e ormai sbiadito, passato avventuroso? un comprimario funzionale a far risaltare il superuomo Tex? un vero e proprio co-protagonista, in gamba come o quasi Tex? Mah, mi sentirei di escludere quest'ultima ipotesi e sulle altre non mi pronuncio. Però, una cosa GL Bonelli aveva, fin dai primi albi (almeno da Satania) l'aveva già adomabrata: la galanteria di kit Carson e il suo interesse per le donne!

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A me El Lobo è sembrato molto più caratterizzato di altri bandoleros successivi, forse perché pallide copie di questo personaggio. E poi la profezia di Domna Manuela morente circa la Secessione da venire, ma in realtà già avvenuta mi ha molto stuzzicato, come ribadito nel mio precedente post con la sfida a trovare una spiegazione credibile partendo da certi indizi.

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  • 2 settimane dopo...

@james  Pur non giustificando dal punto di vista "legale" ma da quello morale ritengo che ci possa essere più comprensione per "criminali" mossi da forti ideali (anche perchè definiti criminali proprio da quella legge in cui magari non credono) saranno i posteri e la Storia a definire chi erano i criminali (soprattutto per ideali "politici" come quello di Donna Manuela). Anche pensando a coloro che aiutavano gli schiavi a fuggire o ai partigiani (ufficialmente erano criminali), se quella zona fosse stata infine conquistata dal Messico probabilmente sarebbero state definite criminali le autorità precedenti e Donna Manuela definita come una coraggiosa patriota.

Fondamentalmente ritengo che ci uccide per denaro (ad esempio) sappia di star "sbagliando", mentre chi lotta (e uccide) per un ideale crede di star facendo la cosa giusta.

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Il 27/6/2022 at 16:14, KitWiller dice:

@james  

Fondamentalmente ritengo che ci uccide per denaro (ad esempio) sappia di star "sbagliando", mentre chi lotta (e uccide) per un ideale crede di star facendo la cosa giusta.

Non riesco vedere nel fatto di "agire per un ideale" una scusante. Possiamo escludere che in molti durante il regime nazionalsocialista avessero degli ideali? e durante il regime italiano fascista? e durante tutti i passati e presenti regimi comunisti? e durante tutti i regimi islamici?

Dire "ho agito per un ideale" suona bene solo per chi immagina di poter sentire una certa condivisione con un dato ideale. Ma gli ideali possibili sono molti .... e molti hanno portato a milioni di morti.

Dunque, sì, non li metto sullo stesso piano di un ladro o di un rapinatore .... spesso sono molto peggio.

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@james  Bypassando (sbagliando secondo me) l'ideale resta comunque il fatto che un ladro o rapinatore sa di star sbagliando (se è in grado di intendere e di volere) mentre chi è mosso da un ideale crede di star facendo la cosa giusta.

Per dirla con Machiavelli: il fine giustifica i mezzi.

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  • 6 mesi dopo...

Mi son trovato a rileggere (e commentare) una delle storie più controverse dell’intera saga.

 

Avete presente l’ora notturna tra le tre e le due, quando è previsto il ritorno dell’ora solare?

Sessanta minuti che, qualsiasi cosa tu faccia (dormire, leggere, ballare, amoreggiare) ufficialmente allo scoccare delle tre, non sono esistiti. Un’ora fittizia in parole povere.

A par modo, questa lunga e avvincente avventura di Bonelli, alla fin dei fatti è stata idealmente cancellata dalla saga per via della celebre incongruenza che contiene. Lo stesso papà di Tex la spodestò, quando agli inizi degli anni settanta, decise di comporre la notevole “Tra due bandiere”, ambientandola anch’essa durante la Guerra Civile americana, ma negli anni in cui Tex era giovane e il figlio ancora doveva essere concepito, contraddicendo così del tutto il finale dell’episodio che sto commentando.

Dopo questo precedente, anche altri autori in seguito, (vedi Nizzi e Boselli), hanno tenuto per buona la seconda soluzione, così che della povera Manuela Guzman nella cronologia ufficiale della saga, non c’è più un vero posto.

 

Se la storia fosse stata mediocre, l’opera di revisione sarebbe stata quasi indolore, ma si dà il caso che “L’enigma dell’Ippocampo” sia una bella storia, strutturalmente parlando e questo mette un po’ di rammarico.

 

Inutile ribadire le eventuali ragioni di un simile “svarione”: Bonelli sceneggiava di getto e quando trovò l’idea giusta per rappresentare in maniera adeguata ed epica la triste carneficina americana, non ci pensò su due volte, e sciolse le vele alle correnti della fantasia, con gli esiti che quasi tutti conosciamo.

D’altronde è possibile che durante la realizzazione della presente storia a strisce, l’autore, non essendo sicuro della durata della vita editoriale del suo personaggio, non diede peso alla programmazione e compose a braccio, per poi rivedere la sua scelta, appena la testata stava ormai vivendo un’epoca d’oro e richiedeva la realizzazione di storie altisonanti.

 

Chiusa la doverosa premessa, tornando all’Enigma dell’Ippocampo, ribadisco che la sceneggiatura è valevole e la lettura scorre veloce e piacevole. Lo spunto di trama è interessante e il tutto è arricchito dalla presenza di una villain tanto affascinante, quanto ostica.

 

Indizi, riunioni segrete, medaglioni e inseguimenti e trappole popolano la prima parte del lungo episodio.

 

Scoperta la cospirazione, Tex, Kit e Carson passano al contrattacco, sconfiggendo la bella messicana in una avvincente battaglia tra le mura dell’hacienda.

Tex risoluto, ben spalleggiato dai pards non si crea problemi ad allearsi con i suoi attentatori pur di sconfiggere i nemici e anche il giovane Kit, sebbene si faccia imprigionare per l’ennesima volta, se la cava alla grande anche da solo durante la prigionia.

 

L’episodio poteva anche già chiudersi, ma Bonelli in preda alla verve creativa volta pagina e ci dona una seconda parte ancora interessante, con l’innesto di altre canaglie degne di rilievo come il Lobo.

 

Ho sempre pensato che GLB fosse come un autista di bus che, caricati a bordo i passeggeri (lettori), li conduceva a spasso tra le piste dell’avventura, seguendo itinerari sempre vari e lasciandosi trascinare dall’improvvisazione durante il tragitto.

 

Proprio di recente, su un altro topic, si è discusso sulla metodologia compositiva degli sceneggiatori.

C’è chi segue uno schema ben definito di soggetto, chi dalla fine compone a ritroso e chi si lascia trascinare dalla ispirazione del momento.

Di certo Bonelli rientrava nel terzo gruppo e anche stavolta ne troviamo le prove: la bella Guzman ci viene dapprima presentata come una feroce avversaria (a tratti pure sadica, visto che non si priva di lasciar divorare dagli alligatori nemici e alleati non abili), per poi col proseguo della storia, trasformarsi in una patriota, vittima dal tradimento del Lobo.

Come prassi consolidata, l’autore le dona un degno finale tragico e il lettore finisce per provare empatia, dopo averla quasi disprezzata all’inizio.

 

Tempi genuini in cui la programmazione non era di casa e le incongruenze non infastidivano i lettori, che cercavano solo lo svago per leggere belle storie. Al giorno d’oggi, con un pubblico più esigente, simili scelte sarebbero fatte a pezzi dalla platea.

 

Cosa aggiungere sulla prova di Galep? Nulla! Ormai raggiunta una buona sintesi e maturità espressiva, il compianto artista materializza con estro e rapidità le fantasie dello sceneggiatore e l’ottima intesa si vede, considerando l’esito efficace e impeccabile. Ho scoperto pure che la Guzman fu realizzata con le sembianze di Tea Bertasi, ma mi chiedo se fu solo idea di Galep o Bonelli si divertì, per ripicca, a far dipingere come una pericolosa maliarda la ex moglie:P:D. Il mio voto finale è 8

 

 

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