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TWF - Tex Willer Forum

[20/21] Un Piano Ardito


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Voto alla storia  

16 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini - Francesco Gamba
Periodicità mensile: Febbraio 1962 - Marzo 1962
Inizia nel numero 20 a pag. 13 e finisce nel numero 21 a pag. 109


I Rangers si imbattono in un infernale carosello di indiani ribelli, donne rapite, soldati disertori, complotti e tradimenti: siamo nel cosiddetto Gran Triangolo (fra Wyoming, Nebraska e Colorado), durante la Guerra di Secessione, dove il vile John Rackman e i suoi militari rinnegati terrorizzano Pine Bluff... La gang criminale capeggiata da Rackman ufficialmente collabora con i nordisti per sfiancare il Sud dall'interno, ma il vero scopo è quello di accumulare ricchezze! I sogni dei predoni è tra cui l'impresario Joe Fuller, che rende l'anima a Satana nel rogo del suo teatro è si infrangono contro il piombo di Tex.

Copyright Sergio Bonelli Editore

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  • 3 mesi dopo...
  • Rangers

Una gran bella storia, ricca di colpi di scena. L'idea di base è geniale, distruggere bande di delinquenti e ripulire la regione. Per far questo Tex e Pards, passano attraverso numerose peripezie, con cambio di scenari spettacolari. Poi a distanza di pochi numeri rivediamo ancora i Pawnees alleati dei banditi (Tex vi si imbatte precedentemente nella storia contro Sterling alias Lupo Bianco). Geniale la parte in cui

per fermare i messaggeri indiani Tex sparge la voce dell'epidemia. Quando lo sceriffo li dice: "E voi sareste la Commissione Sanitaria?, voi la gente la mandato all'altro mondo, mica la curate" e Tex risponde: "Non è quello che fanno anche molti dottori del resto?".
Una storia indimenticabile, in cui i nostri agiscono in maniera eccellente davanti ad ogni pericolo. Non mancano battibecchi storici tra Tex e Carson, poi verso il finale, le prime tavole in cui compaiono tutti i quattro pards riuniti per la primissima volta tutti assieme (anche se per poco). Un bel 9. :indianovestito::trapper:
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  • 1 anno dopo...

Grande avventura, molto lunga, apprezzabilissima, ma per certi versi strana, con un finale forse non all'altezza del resto della storia. La notevole lunghezza è quasi anomala per il periodo e vi si intrecciano diverse storie su scenari diversi che seguono un unico filo conduttore; forse manca di epica(che invece troviamo ne ?Gli sciacalli del Kansasè). I cambi di scenario sono tutti rivolti a colpire "pezzi" della numerosissima banda di Rackam, che viene infine spazzata via dai Navajos (? la prima volta i Navajos formano il personale esercito di Tex). Indimenticabile la scena del teatro e del cantante che non riesce a cantare per via della sparatoria. A pagina 106 i quattro pards sono riuniti per la prima volta nella stessa vignetta.

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  • 1 anno dopo...

Veniamo a commentare anche questa storia tutto sommato molto carina anche se non mancano le solite incongruenze sulla Guerra di Secessione. Se si riesce a passarvi sopra, comunque la storia si rivela decisamente molto piacevole, con continui cambi di ambientazione.

1) La trama in spiccioli: mentre sono diretti verso il Kansas. Tex, Kit e Carson s'imbattono in un villaggio apparentemente massacrato dai Pawnee, In realtà, si tratta di una banda mista di indiani e bianchi, che, insieme ad altre quattro, tiene a ferro e fuoco l'intera regione del Nord Colorado. I tre pards si mettono subito al lavoro per sgominarle e rischiando più volte la vita riusciranno nel loro intento in una tesa battaglia al Canyon dell'Uomo Morto, grazie all'aiuto di Tiger Jack e dei Navajos (Per i pignoli: copiato quasi alla lettera dalla scheda di UBC redatta dal sottoscritto il quale dichiara espressamente di autorizzare la riproduzione).

2) Continuano le incongruenze relative alla Guerra Civile, dicevamo: stavolta i buoni, Colby e Tassell (quest?ultimo spia dell'esercito sudista) lavorano per i Confederati ed i cattivi Vernon, Rackam ecc. sono, invece criminali al soldo dei nordisti. Il che di per se non sarebbe un'incongruenza, lo è la neutralit? di Tex e soci, come ho ampiamente spiegato in precedenza.

3) I cattivi sarebbero (il condizionale è d'obbligo) dei guerriglieri nordisti che in realtà sono volgari banditi che lavorano assieme ad indiani Pawnee. Inutile sottolineare che siamo in un contesto anche geografico completamente sballato: i guerriglieri nordisti non hanno mai operato in Colorado, dove trovare simpatizzanti sudisti peraltro sarebbe stato molto difficile.

4) Per liberare le donne prigioniere dei Pawnees, Carson adotta un'improbabile mascheratura da indiano, che funziona finch? non arriva abbastanza vicino ai banditi da far vedere barba e pizzetto.

5) Le donne del villaggio di Saint Francis appena liberate da Tex e soci, s'impadroniscono di alcuni fucili e fanno fuori senza tanti complimenti i loro ex carcerieri. Tex e Carson decidono di passarci sopra. Che altro potrebbero fare, del resto? Denunciarle per omicidio dopo quello che hanno passato non sarebbe nel loro stile? e poi? la troverebbero una giuria che le condannerebbe?

6) In quegli anni GLB era davvero fissato coi Pawnee: erano Pawnee gli alleati di Sterling in ?Gli sciacalli del Kansasè, Pawnee i due indiani che assistono Carol Horton in ?Impronte misteriose? ed ora qui sono ancora una volta in veste di avversari. :capoInguerra:

7) Primo esempio del rapporto non proprio idilliaco di Tex con il teatro: prima lui rovina l'esecuzione di un tenore in un teatro, sparandogli al cappello e poi un povero vecchietto sordo fugge a razzo dopo che una pallottola gli è fischiata vicino all'apparecchio acustico. Piccola nota comica peraltro.

8) Come hanno fato notare in tanti questa è la prima volta in cui, al termine della battaglia finale, si vedono i quattro pards tutti insieme. Per vederlo davvero agire nella stessa avventura bisogner? aspettare la storia ?Assedio al Posto n° 6?.

8) Questa è la prima avventura in cui, a partire dal Tutto Tex, viene accreditato ufficialmente l'intervento ai disegni di Francesco Gamba (ma non ancora a tutt?oggi del cugino Pietro). Probabilmente, a partire dal momento in cui viene accreditato il suo nome, Francesco ha eseguito delle matite che poi Galep ha inchiostrato. Si può ritenere altrettanto probabile che nel resto della storia le matite di Galep siano state inchiostrate dallo stesso Francesco Gamba assieme al suo cugino Pietro.

  • +1 1
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  • 9 mesi dopo...

Anche a me è piaciuta molto la scena, molto divertente, del teatro lirico e del tenore maltrattato laughing Però mi sono sempre chiesto come poteva una piccola cittadina di frontiera permettersi un teatro d'opera che, a quanto si vede, era piuttosto bello ed ampio. Forse si tratta di una delle tante licenze poetiche (tutte perdonabili) a cui ci ha abituato il grandissimo GLB. LUMENP. S. Sono un nuovo utente del forum ed approfitto di questo mio primo post per inviare un saluto a tutti gli amici appassionati di Tex.

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  • Rangers

Esatto LUMEN, quella del teatro è certamente una delle non poche licenze poetiche che usava GLB nelle sue storie!Però la scena è davvero geniale e mi ricordo una rubrica di Sergio Bonelli, in cui raccontava del perchè il padre mise scene simili!Se non ricordo male mi sembra che GLB voleva diventare cantante lirico o era stato costretto dai genitori, ma con risultati disastrosi... da l' l'idea del maltrattamento del tenore in questa storia! -ave_ A proposito: benvenuto sul forum, se vuoi puoi presentarti in questo topic: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=1149 :trapper:

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  • 2 anni dopo...

La storia è esageratamente lunga... peccato perchè la trama prometteva bene... ma c'è da impazzire a star dietro a tutta sta roba... un pò troppa confusione stavolta... una delle peggiori storie dall'inizio ad ora... i disegni sono sufficienti ma non eccezionali, si poteva fare di più.
Sceneggiatura: 6
Disegni: 6,5
Tex: 6,5

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  • 6 anni dopo...

Esempio della meravigliosa spigliatezza di Bonelli padre. Le vicende si susseguono a volte travolgendo il lettore ma non annoiandolo affatto. Personalmente apprezzo sempre l'intervento dei Navajos come spalla dei Nostri rispetto alla cavalleria. Cosa che stavolta non sarebbe stata plausibile dato il pur labile collegamento dei delinquenti con i nordisti. Questa è una delle storie dei primi tempi che mi piacciono di più. 

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  • 5 mesi dopo...

Storia non tra le più memorabili, ma comunque interessante per la miriade di situazioni tipiche che presenta, frullate in maniera ancora una volta piacevole. La parte più intensa quella delle donne liberate da Tex che, impugnati i fucili, si vendicano della morte dei padri, mariti, figli e probabilmente per altri ... soprusi facilmente intuibili.

  • +1 1
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  • 7 mesi dopo...

Il formato a striscia aveva regole e tempistiche molto diverse rispetto a quello attuale.

La cadenza settimanale, costringeva gli autori di condensare al meglio l'azione per rendere avvincente i piccoli albetti e lo sceneggiatore si ritrovava a svariare con estrema velocità da uno scenario e l'altro e le scene ritmate si ripetevano senza soluzione di continuità.

 

Bonelli era uno di quegli autori che riusciva a far pendere i lettori da un albetto e l'altro, ma storie simili, non lette con l'intervalli pubblicativi delle origini, rischiano di perdere l'appeal del passato. La trama è molto varia e frammentata e l'azione straordinariamente soddisfacente, come non mancano sequenze di livello come quella del teatro o la reazione vendicativa delle donne prigioniere dopo la loro liberazione.

 

Ma rileggendola nel formato gigante, con i vari albetti ricollegati in un'unica sequenza senza stacchi temporali, si ha l'impressione di un episodio un po' troppo stiracchiato e non molto coeso nell'idea di fondo. Poco male, in fondo, visto che si fa leggere volentieri, ma a tratti anch'io, come altri utenti che si sono espressi prima di me, ho faticato a star dietro alle tante sequenze che si intervallano nel corso del proseguo dell'avventura.

 

Sceneggiatura corposa ma più figlia dell'istinto narrativo che della programmazione di base e forse proprio questo aspetto, molto palese nell'episodio in questione, contribuisce a rendere ostiche le prime epiche avventure del nostro ranger alle giovani generazioni di lettori.

 

Comunque scene come quella del teatro, sono un condensato di azione, ironia e divertimento, come non mancano le sequenze più drammatiche o epiche. Bonelli è il prototipo di sceneggiatore completo e non è un caso se viene considerato il grande patriarca del fumetto italico.

 

La parte grafica è eseguita a quattro mani da Galep e Gamba. Il contributo del secondo diviene sempre più sostanzioso tra le vignette, in effetti il suo stile più smilzo e lineare fa capolino fra le varie sequenze. Non è malaccio l'esito dell'artista, ma Galep, a mio avviso, è sempre di tutt'altra caratura, sia in fase di chine che matite. Il mio voto finale è 6 

 

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