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TWF - Tex Willer Forum

[26/27] Frecce Nere


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Soggetto e sceneggiatura : Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini - Francesco Gamba
Periodicità mensile: Settembre 1962 - Ottobre 1962
Inizia nel numero 26 a pag. 67 e finisce nel numero 27 a pag. 13


Sui monti Echo, la strega Na-Ho-Mah profetizza ai pards l'arrivo di un'oscura minaccia: Tahzay, figlio di Talikay, lo stregone che fu a capo dei Figli del Bisonte Bianco, vuole vendicare il padre! Presso le spettrali rovine della Tigre di Pietra, dove si celano misteriosi tesori protetti da un gigantesco anaconda che vive in fondo a un pozzo, avviene lo scontro finale tra i pards e i redivivi Figli del Bisonte Bianco capeggiati da Tahzay.

 

Copyright Sergio Bonelli Editore

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  • 1 anno dopo...

La storia, avvincente e tesa, regge benissimo i suoi 50 anni di vita. Non segue nessuno schema fisso: nel classico scontro con gli Indiani si inserisce l'elemento esotico e perfino un tocco di horror. Ci si chiede come possa esserci arrivato un anaconda in Arizona. Ma che importanza ha? L'importante è tenere alta la tenzione per un racconto riuscitissimo. Buona la prova di Gamba alle matite. Le chine di Galep contribuiscono ovviamente alla buona riuscita grafica della storia e danno al disegno la chiara impronta del suo stile, anche se l'apporto di Gamba rimane riconoscibilissimo soprattutto nelle pose dei personaggi.

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  • 1 anno dopo...

Un commento a questa storia non può mancare. L'ho letta per la prima volta quando ero un bambino e ricordo che mi piacque da morire. Rileggendola varie volte nel corso degli anni, devo dire che la mia impressione non è cambiata. La storia regge benissimo i suoi 50 anni di vita, è avvincente al punto giusto e per quanto il lettore non possa non sapere che Tex ed i suoi pards se la caveranno alla fine, la tensione rimane alta sul come questo accadr? e sul destino dei comprimari. 1) Tornano per la seconda ed ultima volta i Figli del Bisonte e stavolta sono presenze oscure che mettono in seria difficolt? i pards sino ad un finale dal respiro epico con un assedio da ricordare.2) Un punto che a mio parere gioca a favore di questa storia è che non segue nessuno schema fisso: nel classico scontro con gli Indiani si inserisce l'elemento esotico e perfino un tocco di horror. 3) L' inizio in cui la vecchia Na Ho Mah avverte i pards del pericolo incombente è fatto benissimo. Bonelli inserisce l'elemento paranormale con incredibile naturalezza così che non solo i protagonisti, ma gli stessi lettori, pur restando sorpresi all'inizio, finiscono per trovare normale che la strega abbia quei poteri particolari. Na Ho Mah, infatti, non solo traccia col fumo le figure simbolo dei nomi dei nostri eroi, ma scruta nel passato e predice il futuro dando loro un avvertimento che si riveler? esatto. Questa sorta di anti-Zhenda (come lei è vecchia, sdentata e vive sui monti) è decisamente simpatica ed è quasi un peccato che non abbia più incrociato le strade di Tex & Co. 4) Incidentalmente, questi indiani Yopi o Tlappanechi citati nella storia (e (della cui esistenza effettiva avrei qualche buon motivo di dubitare) sembrano essere una popolazione affine agli Aztechi a giudicare da quel che si può dedurre della loro architettura dai pochi resti della loro cittadella e, soprattutto dal gigantesco idolo della tigre di pietra. 5) L'idea della Tigre di Pietra è semplicemente geniale. Non so se esista veramente o se gli indiani Yopi antenati degli Hopi siano esistiti davvero o siano un'altra invenzione di GLB e, per dirla con Rhett Butler, francamente me ne infischio. 6) Le sequenze all'interno della Tigre col nemico invisibile hanno la tipica atmosfera di quello che potremmo chiamare horror archeologico. L'introduzione dell'anaconda, la cui esistenza è sconosciuta a tutti, è un piccolo colpo di genio di G. L. Bonelli, che rende più avvincente l'assedio alla tigre di pietra mettendo gli assediati contemporaneamente di fronte al pericolo noto che sta all'esterno ed al pericolo ignoto in mezzo a loro, creando un clima di tensione molto avvincente. 7) Quanto all'anaconda, c'è stato chi si è chiesto: come ci è arrivato un anaconda in Arizona? A questi io rispondo: e chi se ne importa? L'importante è che c'era e che leggendo la storia io sia rimasto incollato alle pagine chiedendomi con ansia cosa mai fosse la minaccia misteriosa. Non mi si dica: era 50 anni fa, oggi sono altri tempi, perchè se un lettore non sa lasciare spazio libero alla fantasia quando serve, tanto vale che lasci perdere. 8) Poich? le tigri non abitano il continente americano, ovviamente la Tigre di Pietra dovrebbe, più correttamente, essere chiamata : il Puma di Pietra o, meglio ancora, il Giaguaro di Pietra.9) Buona la prova di Gamba alle matite. Le chine di Galep contribuiscono ovviamente alla buona riuscita grafica della storia e danno al disegno la chiara impronta del suo stile, anche se l'apporto di Gamba rimane riconoscibilissimo soprattutto nelle pose dei personaggi.

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...

Storia splendida!Misteriosa, magica, a tratti perfino inquietante -ma sempre puramente avventurosa- presenta già un accenno di quella commistione di generi diversi che farà la gloria e la modernit? di Tex. Storia particolare, inoltre, in quanto seguito di un avventura narrata pochi numeri prima:ma mentre la prima coi Figli del Bisonte non mi era piaciuta molto (in particolare, per lo scarso peso di Tex nello svolgimento dell'avventura), questa mi ha convinto in pieno. I Figli del Bisonte qui si dimostrano dei nemici davvero degni di questo nome:riescono infatti con uno stratagemma efficace ad allontanare i guerrieri Navajos. Ma c'è di più:c'è un aria "esotica" (non so come meglio definirla) che spira su tutta la storia conferendole un gran fascino, un sapore quasi da leggenda:Le Terre di nessuno, innanzitutto, questo luogo caldo e desertico, privo di vita umana, che promette malefici solo a nominarlo, con i suoi improbabili templi-sfingi nelle cui cisterne avvengono morti misteriose e sconcertanti -ecco che l'horror, in maniera discreta eppure ben presente, sembra mostrare il suo volto inaspettato. L'idea dell'anaconda è geniale:crea phatos, tensione;ci indica quanto fosse grande la fantasia di Bonelli (l'idea di un doppio assedio -di cui uno degli assedianti è un essere misterioso e, per quanto naturale, mostruoso- è geniale). Come spiegare una tal commistione?Io mi accontento di ritornare all'inizio della storia, alla prima scena. Qui tutto è già presentato in nuce. E, oltre a questo, questa scena d'apertura con la vecchia strega è semplicemente splendida!Quindi, a questa storia voto 9. Sui disegni di Galep (e Gamba) non ho davvero nulla da ridire, senonchè riescono ad accompagnare la storia -e la diversit? di situazioni narrative ed emotive presenti- alla grandissima!

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  • 1 anno dopo...
  • 2 anni dopo...

Una gran bella storia per diversi aspetta, soprattutto il clima di suspance che regna alla fine, con i nemici fuori dalla tigre di pietra e l'anaconda sott'acqua... a mio parere siamo di fronte a una gran bella storia. :wink:
I disegni di Galep e Gamba sono favolosi, più curati dei precedenti, e questa è una costante che crescerà sempre di più nel proseguo degli albi...
Sceneggiatura: 8,5
Disegni: 7,5
Tex: 6,5

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  • 5 anni dopo...

Bella storia piuttosto movimentata. Ripescaggio dei figli del bisonte che poteva rivelarsi insulso mentre invece ha retto bene. L'elemento esotico del serpentone è ben realizzato, crea vera suspence. Mi fa sorridere il pensiero di ciò che ne avremmo detto oggi se qualche autore avesse osato scrivere una cosa del genere... Erano altri tempi, ma che tempi per Tex! 

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  • 8 mesi dopo...

Concordo su tutto, storia affascinante perché anomala per la scelta degli ingredienti utilizzati e la sequenza degli eventi. Scene di paranormale assurde a rigor di logica, ma perfettamente accettabili perché dirette e senza fronzoli. Spiace un pò per la morte, uno doppio l'altro, dei tre cercatori di tesori catturati prima dagli indigeni e poi dall'anaconda. E spiace anche per il cavallo che Tex decide di sacrificare per non morire di fame !

Bella :)

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  • 6 mesi dopo...

La grandezza di un narratore è quella di riuscire a coinvolgere il lettore e appassionarlo anche quando lo spunto di soggetto è alquanto basilare.

A mio avviso Bonelli non ha rivali su questo aspetto, visto che riusciva a elevare qualsiasi trama, con il suo stile innato e tanta fantasia.

 

Come tante prove del periodo "Frecce Nere" non brilla per complessità di intreccio, ma la sceneggiatura è brillante e la tensione narrativa molto accattivante.

 

L'autore ripesca i Figli del Sacro Bisonte e crea un seguito molto carico di azione e pathos.

L'incipit con la strega ai margini della riserva che predice il futuro ai tre pards è già un tocco di classe, una di quelle sequenze che, senza ben capire il perchè, ti rimangono impresse nelle memoria e provano la grandezza di colui che le ha concepite.

 

La storia preosegue con il lungo assedio degli indigeni che operano sotto l'effige del Bisonte e le difficoltà dei nostri, costretti ad asseraggliarsi dentro la Tigre di Pietra, in attesa dell'arrivo di Kit con i rinforzi.

 

Davvero ben escogitata la doppia minaccia, visto che, oltre agli indiani, Tex e Tiger e i tre cercatori di tesori, dovranno vedersela con una misteriosa minaccia che giace tra le acque della cisterna del tempio. Un tocco di esotico a tinte horror che aggiunge tensione alla già carica vicenda e che svelerà la presenza (improbabile ma a effetto) dell'anaconda tra i mendri della pozza. 

 

Il finale appare un po' velocizzato, ma non inficia la buona riuscita dell'episodio. Da notare, come stavaolta Tex e Tiger riescano a tirarsi fuori dai guai senza l'aiuto dei Navajos, giunti sul luogo dello scontro ad assedio finito. Storia molto godibile e che, rispetto ad altre del periodo, regge molto bene il confronto col tempo.

 

Molto ben assortito e ormai affiatato il duo Galep-Gamba ai pennelli. Come di consueto un'elevata resa e perfetta sintesi di tratto che coniuga dinamismo e buona capacità narrativa. Particolare l'effetto notturno creato nelle ultime strisce: semplice ma davvero efficace. Il mio voto finale è 8

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