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TWF - Tex Willer Forum

Claudio Nizzi


ymalpas
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Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red;">11 minuti fa</span>, laredo dice:

Carlo..  Manfredi è contento di scrivere Tex? Come ti è sembrato?

 

Di sicuro è cambiato un certo suo approccio . Qualche anno fa diceva che siccome scriveva Tex solo ogni tanto preferiva farlo quando poteva prendere i disegnatori che preferiva. Se avesse scritto Tex regolarmente avrebbe preso senz\problemi il  primo disegnatore libero perché per temperamento non gli piace lasciare qualcuno senza lavoro. Ebbene, scrivere storie per i disegnatori che si sono resi liberi in un certo momento è proprio quello che sta facendo adesso. Tu che conseguenze ne trai?

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  • Rangers
20 minuti fa, navajo warrior dice:

Giusto.

Lo so che io ho il chiodo fisso e non gliene frega niente a nessuno, ma questa sterminata cultura western perchè non include anche i Nativi, che sono sempre messi lì a caso senza tenere conto di geografie, culture o tempi storici (nel limiti della famosa sospensione della creduloneria)?

Non è OT perche in Mezcali Nizzi mette gli Yaqui armati fino ai denti, vestiti come apaches e inquadrati come comanches. Andatevi a vedere foto di Yaqui nel 1900 (quindi già molto dopo le vicende ai tempi di Tex) e rendetevi conto di come erano conciati, figuratevi nel 1880.

e nella Rupe del Diavolo si distinguono Blackfoot e Siksika che sono la stessa cosa e li si fanno vivere in canoa quando erano 150 anni che non ne usavano (di canoe, perche loro non hanno MAI usato canoe di corteccia).

Andando OT, voglio vedere e sono curioso di scoprire se quell'anarchico e innovatore antibonelliano di Boorden saprà illustrarmi adeguatamente i Seminole nel 1858. Sono fiducioso perchè sono sicuro che si è studiato qualcosa in merito, compresa la presenza importantissima dei Maroons.

 

Si ok, ma i nativi fin dagli albori di Tex son stati spesso, per non dire quasi sempre, raffigurati in modo errato.

E non parlo solo di capigliature, ma anche delle loro abitazioni o della presenza di una certa tribù in una regione che magari nella realtà non ha mai visto !

Non è un problema attuale o recente, è una cosa che è sempre stata fatta in passato, così come Dinamite che compie certe cose che nella realtà un normale cavallo ovviamente non farebbe mai.

Sicuramente in tempi più moderni, diversi scrittori e disegnatori, hanno cercato di avvicinarsi alla realtà, grazie ad una cultura più avanzata o grazie a mezzi più tecnologici.

Tex resta comunque un fumetto, Borden e altri autori sicuramente dietro ad ogni storia ci mettono uno studio pazzesco, ma in linea generale non è un trattato enciclopedico, ci stanno le licenze poetiche, altrimenti il divertimento dove va a finire?

 

Qui comunque siamo OT

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

Ma scusate, secondo voi scrivere il fumetto più venduto in Italia e forse in Europa è un compito facile da fare?per scrivere Tex bisogna avere una cultura western sterminata, mettersi al servizio di una redazione e di un curatore pretenziosi (ci mancherebbe altro che non lo fossero) saper fare una sceneggiatura perfetta ed evitare di cadere nel banale...in più almeno una volta c era l ausilio di un cinema western,ora neanche più quello.... conoscere il personaggio e tutto il suo background ed avere una cultura letteraria sterminata...vi sembra che ci sia una pletora di giovani autori che possiedono tali caratteristiche?e il bello che tanti giovani sedicenti autori,non parlo di quelli che lavorano su Tex, pensano di essere fenomeni perché hanno fatto scuola di fumetto...e magari non hanno mai letto né Salgari né Forester né altri autori di romanzo di avventura

Sono d'accordo.

E aggiungerei che tutte quelle caratteristiche che hai scritto e che dovrebbe avere uno scrittore, non bastano.

Uno scrittore secondo me deve avere oltre alla cultura e alle doti professionali (quindi saper fare una sceneggiatura perfetta, saper dosare i tempi, saper dare le giuste indicazioni al disegnatore, ecc) possedere anche un'ottima fantasia.

Tex come altri fumetti è un prodotto seriale, quindi lo scrittore deve saper garantire una buona produzione (anche in base alle richieste della redazione), non ripetersi, sapersi rinnovare mantenendo la tradizione ed essere quindi al contempo originale.

Non è facile e purtroppo oggi c'è anche il problema che molti non leggono più e spesso tra quelli che scrivono manca qualche caratteristica fondamentale.

Mauro potrà confermarlo magari: c'è chi ha cultura ma manca di fantasia, chi il contrario, chi ha tutto ma non è interessato a scrivere per Tex , eccetera

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E allora a che serve la cultura western sterminata? solo per mettere la pistola o il fucile giusto in mano a qualcuno nel periodo giusto? o roba così?

io ho fatto questi esempi di Nizzi perchè siamo sul thread di Nizzi, ma è dai Pawnee de lTotem Misterioso o dai tempi della Santa Fe nel New Mexico controllata dai rurales messicani con poi l'esercito americano che arriva in pompa magna che critico la scarsa cultura western di Tex. 

In generale, voglio dire, poi è chiaro che gli autori cercano di saperne un po' di più su quel che scrivono.

Ad esempio mi erano piaciuti i Modoc su quel Texone di Capitan Jack, invece mi facevano ridere i Modoc di quel Tex mensile del Faccia di Cuoio.

...... che poi erano a 500 chilometri da dove vivevano

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51 minuti fa, Carlo Monni dice:

 

Di sicuro è cambiato un certo suo approccio . Qualche anno fa diceva che siccome scriveva Tex solo ogni tanto preferiva farlo quando poteva prendere i disegnatori che preferiva. Se avesse scritto Tex regolarmente avrebbe preso senz\problemi il  primo disegnatore libero perché per temperamento non gli piace lasciare qualcuno senza lavoro. Ebbene, scrivere storie per i disegnatori che si sono resi liberi in un certo momento è proprio quello che sta facendo adesso. Tu che conseguenze ne trai?

Splendida notizia!

Modificato da laredo
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  • Rangers
<span style="color:red;">48 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

E allora a che serve la cultura western sterminata? solo per mettere la pistola o il fucile giusto in mano a qualcuno nel periodo giusto? o roba così?

io ho fatto questi esempi di Nizzi perchè siamo sul thread di Nizzi, ma è dai Pawnee de lTotem Misterioso o dai tempi della Santa Fe nel New Mexico controllata dai rurales messicani con poi l'esercito americano che arriva in pompa magna che critico la scarsa cultura western di Tex. 

In generale, voglio dire, poi è chiaro che gli autori cercano di saperne un po' di più su quel che scrivono.

Ad esempio mi erano piaciuti i Modoc su quel Texone di Capitan Jack, invece mi facevano ridere i Modoc di quel Tex mensile del Faccia di Cuoio.

...... che poi erano a 500 chilometri da dove vivevano

 

Allora mi chiedo: se ti dan fastidio come son rappresentati i Pawnee nel Totem Misterioso e mille altri, perchè continui a leggere Tex? :D

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<span style="color:red;">18 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

potresti chiedere la stessa cosa a tutti quanti, visto come va questo thread in particolare

 

quel che importa è accapigliarsi sulle bistecche e sulle patatine, chissenefrega di etnocidi e cazzate del genere.

Giusto, diamo Tex da leggere agli americani sperando che si vergognino di aver sterminato un intero popolo.

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  • Rangers
<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

potresti chiedere la stessa cosa a tutti quanti, visto come va questo thread in particolare

 

quel che importa è accapigliarsi sulle bistecche e sulle patatine, chissenefrega di etnocidi e cazzate del genere.

 

Ora cosa c'entrano gli etnocidi con la sbagliata rappresentazione grafica o degli usi e costumi dei nativi nelle storie di Tex?

Secondo me qui stiamo abbastanza degenerando, davvero...:blink:

Tex fin dal primo numero ha avuto un milione di incongruenze, poi in tempi moderni qualcuno si è preoccupato di portare qualche elemento reale.

Ma è una serie di fantasia, pensa solo lo stesso Carson, nella realtà era tutt'altra persona.

 

Ognuno legge Tex nell'ottica che desidera ci mancherebbe, ma se si vuole che ogni singola cosa coincida con la realtà, credo  sia un'impresa impossibile

 

 

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<span style="color:red;">5 minuti fa</span>, Sam Stone dice:

 

Ognuno legge Tex nell'ottica che desidera ci mancherebbe, ma se si vuole che ogni singola cosa coincida con la realtà, credo  sia un'impresa impossibile

 

 

...anche perché Tex non è mai stato un libro di storia o un saggio sugli indiani d'America. Quindi una cosa è pretendere la verosimiglianza e la plausibilità, un'altra è pretendere una ricostruzione storica fedele.

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4 minuti fa, paco ordonez dice:

...anche perché Tex non è mai stato un libro di storia o un saggio sugli indiani d'America. Quindi una cosa è pretendere la verosimiglianza e la plausibilità, un'altra è pretendere una ricostruzione storica fedele.

Tex è una serie a fumetti d avventura ambientata nel west.io sono molto attento alle aspetto storico della serie,ma non ne faccio un feticcio...

 

13 minuti fa, Sam Stone dice:

Ognuno legge Tex nell'ottica che desidera ci mancherebbe, ma se si vuole che ogni singola cosa coincida con la realtà, credo  sia un'impresa impossibile

 

Esattamente...un autore deve avere fantasia, come hai detto tu.inquadrare storicamente Tex è però doveroso per non prendere cantonate anacronistiche... Nizzi e Boselli sono stati sempre attenti,nella collocazione spazio tempo di Tex.Medda ad esempio no,non ho mai sopportato che abbia ambientato una bella storia come "Bande Rivali" in un Arizona che sembra il Missouri...anche qui si vede la bravura e la preparazione di un autore.

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Sam Stone dice:

Si ok, ma i nativi fin dagli albori di Tex son stati spesso, per non dire quasi sempre, raffigurati in modo errato

Appunto..mi sembra che nell' ultimo editoriale di Tex Willer Bos faccia ad esempio chiarezza sulla differenza tra Sceriffo ( termine di origine araba e arrivato in Inghilterra con le crociate, successivamente portato nelle Americhe mica solo nel West) con Marshall...il West è leggenda e realtà.e in Tex i nativi non sono mai stati rappresentati così bene come negli ultimi anni...GLb racconta in Tex un massacro del tutto uguale a quello realmente accaduto nel 1836 degli Apaches di capo San Juan che ambienta invece negli anni 80 del 1800... cose così non sono mai state più rappresentate.

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Manfredi ha scritto ottime storie con Magico Vento. Ha tutte le carte in regola per far bene.

Ho la serie  completa di MV, scritta molto bene  da Manfredi. Ma ciò non vuol dire automaticamente che puoi scrivere Tex, magari fosse così. Purtroppo le storie scritte finora non mi hanno mai soddisfatto in pieno, a parte "Sei divise nella polvere" e l'ultima "la regina dei vampiri". Spero che sia di buon auspicio per le prossime che usciranno.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

Appunto..mi sembra che nell' ultimo editoriale di Tex Willer Bos faccia ad esempio chiarezza sulla differenza tra Sceriffo ( termine di origine araba e arrivato in Inghilterra con le crociate, successivamente portato nelle Americhe mica solo nel West)

 

No, no, amico mio, fai confusione.Il termine inglese Sheriff è una  contrazione  di Shire Reeve. Il termine Reeve indicava un funzionario che affiancava l'Earl (parola anglosassone che indicava un nobile equiparato ad un Conte) nell'amministrazione di una Contea ed in particolar modo nel mantenimento dell'ordine.In Inglese antico  (detto anche Anglosassone) si diceva  scīrgerefa. Nei testi in  Latino era tradotto con Praefectus.Esisteva  in Inghilterra sin dalla conquista anglosassone ben 400 o 500 anni prima delle Crociate e successivamente è stato "esportato" on tutti i paesi di lingua e cultura inglese.

 

Altra cosa è lo Sceriffo arabo. in arabo sherif o sharif (e che in Inglese è scritto sherif con una f  sola così non fanno confusione). Il termine significa: eletto, illustre, nobile  In passato si dava anche ai funzionari incaricati di amministrare e difendere una città come lo Sceriffo della Mecca. Oggi è l'appellativo di tutti i discendenti diretti del Profeta Maometto.

 

Cose diverse, origine diversa, funzioni diverse.

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Ho la serie  completa di MV, scritta molto bene  da Manfredi. Ma ciò non vuol dire automaticamente che puoi scrivere Tex, magari fosse così. Purtroppo le storie scritte finora non mi hanno mai soddisfatto in pieno, a parte "Sei divise nella polvere" e l'ultima "la regina dei vampiri". Spero che sia di buon auspicio per le prossime che usciranno.

Certo. È da testare ma ha background per poter dare ottime risposte. In MV c'erano storie di respiro fantastico, dedicate agli indiani, molto attinenti ad eventi/personaggi veri. Vedremo...

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  • Sceriffi

Questa discussione ormai non ha più senso: ognuno parla di quello che gli pare a ruota libera, ci sono almeno 10 discussioni diverse che si sovrappongono e che non c'entrano nulla con quello che è il tema del topic. Senza contare le pagine e pagine in cui utenti si azzuffano e si lanciano accuse a vicenda, o travisano le parole altrui. Credo sia ora di darsi una calmata e di seguire alcune semplici regole:

 

1) La discussione qui è su Nizzi. Se qualcuno ha qualcosa da dire su Manfredi o sull'etnologia degli indiani d'America, lo faccia nel topic apposito. I prossimi messaggi OT verranno cancellati.

 

2) La divergenza di gusti ed opinioni è ciò che anima le discussioni, se tutti la pensassero allo stesso modo potremmo chiudere tutto, non ci sarebbe nulla da dire. Provate a discutere civilmente con chi la pensa diversamente da voi.

 

3) Dato che non si può uscire, leggete Tex.

  • +1 1
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<span style="color:red;">35 minuti fa</span>, pecos dice:

Questa discussione ormai non ha più senso: ognuno parla di quello che gli pare a ruota libera, ci sono almeno 10 discussioni diverse che si sovrappongono e che non c'entrano nulla con quello che è il tema del topic. Senza contare le pagine e pagine in cui utenti si azzuffano e si lanciano accuse a vicenda, o travisano le parole altrui. Credo sia ora di darsi una calmata e di seguire alcune semplici regole:

 

1) La discussione qui è su Nizzi. Se qualcuno ha qualcosa da dire su Manfredi o sull'etnologia degli indiani d'America, lo faccia nel topic apposito. I prossimi messaggi OT verranno cancellati.

 

2) La divergenza di gusti ed opinioni è ciò che anima le discussioni, se tutti la pensassero allo stesso modo potremmo chiudere tutto, non ci sarebbe nulla da dire. Provate a discutere civilmente con chi la pensa diversamente da voi.

 

3) Dato che non si può uscire, leggete Tex.

Non faccio altro.

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<span style="color:red;">4 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Certo. È da testare ma ha background per poter dare ottime risposte. In MV c'erano storie di respiro fantastico, dedicate agli indiani, molto attinenti ad eventi/personaggi veri. Vedremo...

 

 

Da testare? Il povero Manfredi ha già scritto diverse storie! Ma che cosa volete testare?

 

 

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26 minuti fa, borden dice:

 

 

Da testare? Il povero Manfredi ha già scritto diverse storie! Ma che cosa volete testare?

 

 

 

Perdonali, perché essi non sanno quello che dicono.:lol:

Modificato da Carlo Monni
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Ho letto con interesse tutta l’ultima decina di pagine. Da una parte dispiace vedere come i toni un po’ troppo accesi talvolta sfocino in attacchi personali, dall’altra nessun dubbio sul fatto che discussioni così sono il sale di un forum. Dall’esterno, mi sono molto divertito, forse anche perché io personalmente mi trovo in mezzo ai due grandi partiti, i pro e gli anti-Nizzi. Non credo ci sia da parlare per nessun forumista di pregiudiziali verso l’autore, perlomeno in senso spregiativo, credo però che l'approccio di Nizzi si presti ad essere di per sé divisivo. Anzi, forse è proprio per questo che Boselli lo ha fatto tornare a scrivere Tex, perché una certa fazione radicale di lettori quella chiave di lettura l'apprezza e la considera la più classica dell’epoca moderna, mentre si sente sperduta di fronte a quasi tutte le altre. Mi sembra corretto che anche questo gruppo dai gusti così conservatori venga accontentato, ogni tanto, e che la gestione di un personaggio passi dalla volontà di raccontarlo secondo approcci differenti, talvolta anche contraddittori tra loro.

Per quanto mi riguarda, io credo che di Nizzi ci siano almeno tre fasi di carriera, non due.

 

-La prima fase è quella coperta dalle copertine di Galep, diciamo, anche se credo che (generalizzando) al suo interno vi si possano distinguere altre due diverse fasi. Inizialmente, infatti, le sfumature da romanzo giallo sono tanto marcate che le storie di western hanno quasi solo la cornice: a salvarne, come storie di Tex, è il manierismo di andare a riprendere con insistenza vecchi nemici, vecchi amici, vecchie battute e vecchie trovate. E’ solo successivamente, direi dal 320 circa, che Nizzi acquista un’effettiva padronanza del genere western. Aumentano le storie con gli indiani, i nuovi nemici e si canonizza anche uno stile che guarda sì al GB dell’epoca d’oro ma insieme lo rinnova, involontariamente e probabilmente inconsapevolmente. Due differenze tra le altre, quelle che ai miei occhi più risaltano, sono la mancanza di atmosfere soprannaturali e una maggiore freschezza di sceneggiatura, che mi rende la lettura dei suoi Tex molto più leggera di quella dei Tex degli anni ’60/’70 ma ha un rovescio della medaglia nella mancanza d’epicità. Si crea, insomma, una nuova routine, uno stile neo-classico aggiornato ed efficace, con i suoi limiti ma ben nascosti. I risultati, in tutta questa fase dagli esordi al 400, sono perlopiù ottimi, in piena coerenza con i grandi risultati di Nizzi su Mister No e Nick Raider: gli anni '80 sono il culmine qualitativo dell'autore.

 

-La seconda fase va dal ritorno di Nizzi a Tex dopo la crisi del ’93 alla tanto temuta mefistolata, che a me personalmente non dispiace ma che aprì gli occhi a molti sull’involuzione dell’autore. E’ un decennio, più o meno, caratterizzato da pochi alti, pochi bassi e molte storie mediocri. Ricordo al riguardo un commento sul vecchio forum che potrei quotare parola per parola, se ancora ci fosse: il topic credo fosse quello di commento a “Al di sopra della legge” (456/7), Tommaso forse l’autore. Vi si diceva, in sostanza, che le debolezze di quegli albi, e io direi di tutto il periodo, erano gli stessi che poi avrebbero caratterizzato il centinaio successivo, ma diversa era la capacità di nasconderli perché c’era una quota di mestiere ancora indubbio. Dunque si assiste a un impoverimento fortissimo delle soluzioni narrative, ma in costruzioni dove l’impianto generale ancora regge, la verosimiglianza rimane e le sceneggiature tappano ulteriormente le pezze. Concorreva poi a nasconderle anche una benevolenza ancora molto forte tra i lettori: Nizzi, come dicevo, fino alle delusioni del 500 e di Mefisto nelle varie fanzine online era perlopiù difeso, su UBC per dire andarono avanti a oltranza a parlare di sfida ad armi pari tra lui e Boselli, e generalmente chi si mostra critico su questo periodo lo fa a posteriori. D’altra parte, comprendo anche chi lo bocciò sin da subito, perché è qui che fa la comparsa una rilettura dell’universo texiano personalissima, che mescola a uno stile di sceneggiature che rimane ancorato a GB un concetto subdolamente filo-nolittiano (Tex e Carson diventano più fallibili che con GB, ma laddove Nolitta puntava quasi a fare degli anti-eroi organici con Nizzi si hanno solo degli eroi incapaci): le cause sono la maggior autonomia accordata a Nizzi nella casa editrice e il suo scarso feeling con Tex, l’effetto uno slittamento sempre meno silenzioso dei personaggi principali verso un sovvertimento dei loro caratteri naturali.

 

-La terza fase è quella del definitivo declino. Non è vero, come diceva Diablero, che il Nizzi post-’93 va preso tutto insieme perché ad essere andata in crisi era la sua volontà di rispettare le caratteristiche di un personaggio che non ha mai amato sino in fondo. Nel periodo della svolta post-500 non affonda più solo Tex: l'albo unico a colori d'epilogo per Nick Raider, personaggio creato dallo stesso Nizzi quasi vent’anni prima, è stato uno dei punti più bassi del fumetto Bonelli del nuovo millennio, e lì non ci sono volontà di rispettare il canone, poca congenialità o pigrizia che tengano. L’involuzione di quest’autore è dunque deflagrante, ed è un’involuzione tutta tecnica. C’è sì la lettura personalissima del mondo texiano già proposta negli anni precedenti, e che già mandava in bestia i lettori più legati al Tex eroe di GB, ma si moltiplicano anche le incongruenze e le sceneggiature si fanno sempre più logore e banali. Solo alcune storie si salvano, soprattutto con il diradarsi delle pubblicazioni, anche se non abbastanza per pensare a un ritorno di Nizzi in pompa magna sulla scena.

Contemporaneamente, dal 2002 in poi, nei forum si radicalizza il conflitto tra pro-Nizzi e pro-Boselli: quest’ultimo è in grado di proporre una versione aggiornata agli anni duemila del Tex tutto-eroe GBonelliano, che ha nell’epicità e nelle mancanze storiche di Nizzi i suoi punti di forza, l’altro invece è il paladino di quei lettori che del Tex di GB vogliono sia rispettata un’unità d’azione di sapore aristotelico e una routine seriale nelle sceneggiature cui Nizzi, effettivamente, sembra venire incontro. Il confronto, tuttavia, è bacato in partenza, perché pone a confronto un autore nel pieno del suo vigore creativo a un altro ormai irrimediabilmente sul viale del tramonto. Poiché due differenti sono alla base i modi d’intendere Tex, il confronto non trova né vincitori né vinti, nonostante lo squilibrio enorme di qualità a favore dell’attuale curatore. 

 

In ultima analisi, le valutazioni sul secondo e sul terzo Nizzi sono inficiate da uno scadimento delle sue capacità tecniche che non ci permette d’avere una visione chiara del “suo” Tex, se non a spanne. E se, purtroppo, nella vulgata il “suo” Tex rimane insolubilmente legato alle poco fortunate prove dell’autore in cui questo ci viene mostrato, a scanso di equivoci io credo davvero che nel giudicarle dal punto di vista artistico non si possa prima non chiarire in quale apprezzamento si tenga l’approccio teorico di questo Nizzi al personaggio Tex.

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Si, una bella disamina.

Sul Mefisto, mah, sono d'accordo sul fatto che non sia poi così male. Anche nella recensione dedicata ho detto che a portare certi strali fu soprattutto l'enorme attesa che lo accompagnò. In realtà è una storia con un primo albo splendido e poi cala vistosamente, con alcune ingenuità notevoli, ma anche ancora con momenti ottimi. E' una storia discreta, ma che, probabilmente, con l'enorme fardello di essere attesissima dopo molti anni di attesa del personaggio (di cui si era occupato solo il suo creatore, fin li), ha portato ad aprire grossi vasi di pandora sui forum.In ogni caso è pur vero che da li in poi il lavoro di Nizzi si fece molto più fallace.

Non vi è dubbio che si parla di un autore molto alterno, al postutto. Le due o tre fasi della sua carriera sono un fatto. Poi sta ad ogni lettore decidere se rimanere più affezzionati all'autore di Sioux e l'ultima frontiera o più schifati da quello di Fort Sahara e i fratelli Donegan.

Personalmente preferisco ricordare quelle storie che mi hanno divertito ed emozionato, nello stilare un resocondo. Senza assolutamente dimenticarmi del resto, ma io sono convinto che è meglio avere 10 anni da leone che 40 da pecora.

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La parte di Bonelli riguarda il modo in cui Mefisto si reincarna, ispirato a una sua sceneggiatura cinematografica degli anni Cinquanta dal titolo CAGLIOSTRO. 

 

Fui  io stesso a passare l'idea a Nizzi (che però afferma di non ricordare questo dettaglio... ehm...)

 

 

 

 

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<span style="color:red;">11 ore fa</span>, Gulliver... dice:

Ho letto con interesse tutta l’ultima decina di pagine. Da una parte dispiace vedere come i toni un po’ troppo accesi talvolta sfocino in attacchi personali, dall’altra nessun dubbio sul fatto che discussioni così sono il sale di un forum. Dall’esterno, mi sono molto divertito, forse anche perché io personalmente mi trovo in mezzo ai due grandi partiti, i pro e gli anti-Nizzi. Non credo ci sia da parlare per nessun forumista di pregiudiziali verso l’autore, perlomeno in senso spregiativo, credo però che l'approccio di Nizzi si presti ad essere di per sé divisivo. Anzi, forse è proprio per questo che Boselli lo ha fatto tornare a scrivere Tex, perché una certa fazione radicale di lettori quella chiave di lettura l'apprezza e la considera la più classica dell’epoca moderna, mentre si sente sperduta di fronte a quasi tutte le altre. Mi sembra corretto che anche questo gruppo dai gusti così conservatori venga accontentato, ogni tanto, e che la gestione di un personaggio passi dalla volontà di raccontarlo secondo approcci differenti, talvolta anche contraddittori tra loro.

Per quanto mi riguarda, io credo che di Nizzi ci siano almeno tre fasi di carriera, non due.

 

-La prima fase è quella coperta dalle copertine di Galep, diciamo, anche se credo che (generalizzando) al suo interno vi si possano distinguere altre due diverse fasi. Inizialmente, infatti, le sfumature da romanzo giallo sono tanto marcate che le storie di western hanno quasi solo la cornice: a salvarne, come storie di Tex, è il manierismo di andare a riprendere con insistenza vecchi nemici, vecchi amici, vecchie battute e vecchie trovate. E’ solo successivamente, direi dal 320 circa, che Nizzi acquista un’effettiva padronanza del genere western. Aumentano le storie con gli indiani, i nuovi nemici e si canonizza anche uno stile che guarda sì al GB dell’epoca d’oro ma insieme lo rinnova, involontariamente e probabilmente inconsapevolmente. Due differenze tra le altre, quelle che ai miei occhi più risaltano, sono la mancanza di atmosfere soprannaturali e una maggiore freschezza di sceneggiatura, che mi rende la lettura dei suoi Tex molto più leggera di quella dei Tex degli anni ’60/’70 ma ha un rovescio della medaglia nella mancanza d’epicità. Si crea, insomma, una nuova routine, uno stile neo-classico aggiornato ed efficace, con i suoi limiti ma ben nascosti. I risultati, in tutta questa fase dagli esordi al 400, sono perlopiù ottimi, in piena coerenza con i grandi risultati di Nizzi su Mister No e Nick Raider: gli anni '80 sono il culmine qualitativo dell'autore.

 

-La seconda fase va dal ritorno di Nizzi a Tex dopo la crisi del ’93 alla tanto temuta mefistolata, che a me personalmente non dispiace ma che aprì gli occhi a molti sull’involuzione dell’autore. E’ un decennio, più o meno, caratterizzato da pochi alti, pochi bassi e molte storie mediocri. Ricordo al riguardo un commento sul vecchio forum che potrei quotare parola per parola, se ancora ci fosse: il topic credo fosse quello di commento a “Al di sopra della legge” (456/7), Tommaso forse l’autore. Vi si diceva, in sostanza, che le debolezze di quegli albi, e io direi di tutto il periodo, erano gli stessi che poi avrebbero caratterizzato il centinaio successivo, ma diversa era la capacità di nasconderli perché c’era una quota di mestiere ancora indubbio. Dunque si assiste a un impoverimento fortissimo delle soluzioni narrative, ma in costruzioni dove l’impianto generale ancora regge, la verosimiglianza rimane e le sceneggiature tappano ulteriormente le pezze. Concorreva poi a nasconderle anche una benevolenza ancora molto forte tra i lettori: Nizzi, come dicevo, fino alle delusioni del 500 e di Mefisto nelle varie fanzine online era perlopiù difeso, su UBC per dire andarono avanti a oltranza a parlare di sfida ad armi pari tra lui e Boselli, e generalmente chi si mostra critico su questo periodo lo fa a posteriori. D’altra parte, comprendo anche chi lo bocciò sin da subito, perché è qui che fa la comparsa una rilettura dell’universo texiano personalissima, che mescola a uno stile di sceneggiature che rimane ancorato a GB un concetto subdolamente filo-nolittiano (Tex e Carson diventano più fallibili che con GB, ma laddove Nolitta puntava quasi a fare degli anti-eroi organici con Nizzi si hanno solo degli eroi incapaci): le cause sono la maggior autonomia accordata a Nizzi nella casa editrice e il suo scarso feeling con Tex, l’effetto uno slittamento sempre meno silenzioso dei personaggi principali verso un sovvertimento dei loro caratteri naturali.

 

-La terza fase è quella del definitivo declino. Non è vero, come diceva Diablero, che il Nizzi post-’93 va preso tutto insieme perché ad essere andata in crisi era la sua volontà di rispettare le caratteristiche di un personaggio che non ha mai amato sino in fondo. Nel periodo della svolta post-500 non affonda più solo Tex: l'albo unico a colori d'epilogo per Nick Raider, personaggio creato dallo stesso Nizzi quasi vent’anni prima, è stato uno dei punti più bassi del fumetto Bonelli del nuovo millennio, e lì non ci sono volontà di rispettare il canone, poca congenialità o pigrizia che tengano. L’involuzione di quest’autore è dunque deflagrante, ed è un’involuzione tutta tecnica. C’è sì la lettura personalissima del mondo texiano già proposta negli anni precedenti, e che già mandava in bestia i lettori più legati al Tex eroe di GB, ma si moltiplicano anche le incongruenze e le sceneggiature si fanno sempre più logore e banali. Solo alcune storie si salvano, soprattutto con il diradarsi delle pubblicazioni, anche se non abbastanza per pensare a un ritorno di Nizzi in pompa magna sulla scena.

Contemporaneamente, dal 2002 in poi, nei forum si radicalizza il conflitto tra pro-Nizzi e pro-Boselli: quest’ultimo è in grado di proporre una versione aggiornata agli anni duemila del Tex tutto-eroe GBonelliano, che ha nell’epicità e nelle mancanze storiche di Nizzi i suoi punti di forza, l’altro invece è il paladino di quei lettori che del Tex di GB vogliono sia rispettata un’unità d’azione di sapore aristotelico e una routine seriale nelle sceneggiature cui Nizzi, effettivamente, sembra venire incontro. Il confronto, tuttavia, è bacato in partenza, perché pone a confronto un autore nel pieno del suo vigore creativo a un altro ormai irrimediabilmente sul viale del tramonto. Poiché due differenti sono alla base i modi d’intendere Tex, il confronto non trova né vincitori né vinti, nonostante lo squilibrio enorme di qualità a favore dell’attuale curatore. 

 

In ultima analisi, le valutazioni sul secondo e sul terzo Nizzi sono inficiate da uno scadimento delle sue capacità tecniche che non ci permette d’avere una visione chiara del “suo” Tex, se non a spanne. E se, purtroppo, nella vulgata il “suo” Tex rimane insolubilmente legato alle poco fortunate prove dell’autore in cui questo ci viene mostrato, a scanso di equivoci io credo davvero che nel giudicarle dal punto di vista artistico non si possa prima non chiarire in quale apprezzamento si tenga l’approccio teorico di questo Nizzi al personaggio Tex.

@GULLIVER - QUOTO IN TOTO QUANTO DA TE ESPLICATO, UN'ANALISI CHE CONDIVIDO IN TOTO E DAVVERO DETTAGLIATA SECONDO ME.

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19 ore fa, Carlo Monni dice:

 

No, no, amico mio, fai confusione.Il termine inglese Sheriff è una  contrazione  di Shire Reeve. Il termine Reeve indicava un funzionario che affiancava l'Earl (parola anglosassone che indicava un nobile equiparato ad un Conte) nell'amministrazione di una Contea ed in particolar modo nel mantenimento dell'ordine.In Inglese antico  (detto anche Anglosassone) si diceva  scīrgerefa. Nei testi in  Latino era tradotto con Praefectus.Esisteva  in Inghilterra sin dalla conquista anglosassone ben 400 o 500 anni prima delle Crociate e successivamente è stato "esportato" on tutti i paesi di lingua e cultura inglese.

 

Altra cosa è lo Sceriffo arabo. in arabo sherif o sharif (e che in Inglese è scritto sherif con una f  sola così non fanno confusione). Il termine significa: eletto, illustre, nobile  In passato si dava anche ai funzionari incaricati di amministrare e difendere una città come lo Sceriffo della Mecca. Oggi è l'appellativo di tutti i discendenti diretti del Profeta Maometto.

 

Cose diverse, origine diversa, funzioni diverse.

Si certo...Sharif è un titolo onorifico che esiste ancora oggi in tutto il Mondo Arabo Sunnita...

Grazie della precisazione sul fatto che non sia stato portato in Inghilterra dai Crociati...non lo sapevo.

3 ore fa, borden dice:

La parte di Bonelli riguarda il modo in cui Mefisto si reincarna, ispirato a una sua sceneggiatura cinematografica degli anni Cinquanta dal titolo CAGLIOSTRO. 

 

Figo...si dice che Cagliostro sia riuscito ad evocare gli spiriti degli Illuministi morti durante una seduta spiritica...leggenda chiaro

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">16 ore fa</span>, borden dice:

 

 

Da testare? Il povero Manfredi ha già scritto diverse storie! Ma che cosa volete testare?

 

 

Mi sono espresso male. Diciamo che spero che Manfredi su Tex raggiunga le vette di Nizzi, Boselli, GLB e Nolitta. Cioè scriva storie che superino la prova del tempo. 

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