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TWF - Tex Willer Forum

[581/582] Lo Sceriffo Indiano


Sam Stone
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Voto alla storia  

63 utenti hanno votato

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ho notato che tra l'utima vignetta di pag.92 e la prima di pag.93 de "lo sceriffo indiano" c'è un grosso errore:l'indiano prima ha un fucile, poi in mano ha una pistola. Qualcun altro lo ha notato?

La casa editrice Mythos nel Brasile.


Ecco il originale:

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E adesso la pagina brasiliana:

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  • 1 anno dopo...

appena letta per la prima volta (perchè mi mancava la 2a parte che ho preso da emule e mi è arrivata ben 2 mesi dopo):voto 9! ormai è ufficiale il fatto che adoro le storie di Faraci.. lo adoro perchè non è mai banale, entra nei dettagli, riesce sempre a sorprendermi e spiazzarmi e a tenere il mio picco di lettura costantemente alto, con avvenimenti che si susseguono con ritmo incalzante, grandi dialoghi e grandi sparatorie.. -ave_ le sue storie incidono e lasciano il segno.. le tavole dei Cestaro altrettanto accurate e pregiate (voto 9.5).. stupenda ed efficace l'ambientazione autunnale e i paesaggi innevati.. una storia appassionante, intensa, ricca d'azione e verità nascoste..

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  • 1 mese dopo...

Alla fine di questo albo l'indiano dice che Rowen è salito sul patibolo, ma come al solito l'impiccagione non viene mostrata percio vorrei chiedere:Ma perchè su tex le impiccagioni mostrate sono così poche?( dopotutto nel west le impiccagioni erano all'ordine del giorno; ora non dico che in ogni albo deve esserci un'impiccagione, ma che almeno come in questo caso che venga rappresentata l'esecuzione del cattivo di turno catturato da Tex).

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Molto probabilmente mostrare l'impiccagione del "cattivo" potrebbe risultare controproducente, in quanto apparirebbe quasi come una vittima ( sia pure colpevole ); sul piano narrativo, poi, si tratterebbe semplicemente di mostrare una conclusione del tutto scontata. Se la mia memoria non mi inganna, l'unica impiccagione eseguita mostrata "in diretta" nella serie si trova ne "I fratelli Donegan", a opera dei "cattivi" della vicenda ( che Tex non riesce a bloccare in tempo ).

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Molto probabilmente mostrare l'impiccagione del "cattivo" potrebbe risultare controproducente, in quanto apparirebbe quasi come una vittima ( sia pure colpevole )

A me non apparirebbe affatto come una vittima, ma come un " cattivo" che subisce la punizione ( decisa per altro da un tribunale) per i suoi crimini.
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Io sarei a favore di mostrare esecuzioni nei minimi particolari, soffermandosi in particolare sui volti, così da leggere attraverso gli occhi non solo la curiosità degli "spettatori", ma anche il terrore e l'angoscia che animano il protagonista (per poco) della scena.

Un' impiccagione in diretta la vediamo anche in "Ore Disperate". In ogni caso, dissento totalmente da quel che dice Gilbertfan: l'elemento macabro è piuttosto estraneo a Tex e IMHO tale deve restare. La violenza esibita nei particolari è tipica del western post-classico ( Peckinpah su tutti in America; ma anche gli Spaghetti ), non certo del western classico (pensiamo al pudore con cui Ford ci nasconde il massacro dei Comanche in "Sentieri Selvaggi") cui Tex si è sempre 'appoggiato'. Ecco, Tex è un fumetto pudico: lasciamolo tale.
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  • 11 mesi dopo...

Bella storia, questa di Faraci: azzeccati tutti i personaggi, in particolare ovviamente Frank, bellissime (anche grazie ai disegni, semplicemente divini) l'ambientazione e alcune scene d'azione (come quella dei lupi o quella precedente dell'orso). Godibile, scorrevole, divertente, un'ottima storia da serie, ma non un gioiello.

  • +1 1
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  • 3 mesi dopo...

Una buona storia ben raccontata e ben costruita che non annoia. I dialoghi sono scorrevoli e la narrazione semplice quanto bella soprattutto con quei flashback che aiutano a scoprire gli eventi passati e a capire gli avvenimenti attuali. Bello in particolare il personaggio del giudice Frank, al servizio di un cattivo per la gloria personale ma non cattivo fino in fondo visto il pentimento finale. Belli i disegni dei fratelli Cestaro anche se mi sembrano molto sperimentali. Mi sembrano abbastanza diversi rispetto a quelli da loro disegnati nella loro ultima avventura. Voto 7,5 alla storiaVoto 8 ai disegni

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  • 1 mese dopo...
  • 1 mese dopo...
  • 2 mesi dopo...

COMMENTO CHE PUO CONTENERE SPOILERDavvero ottima storia. La trama è abbastanza classica ma funziona alla perfezione. I personaggi sono ben tratteggiati e delineati nella loro personalit?: lo sceriffo Jerry Norton, ben integrato nella cultura bianca ma con i fondo il timore e il sospetto di essere sempre un estraneo (specie dopo che un suo amico tenta di fargli la pelle per intascare la taglia); il giudice Frank Forrest anima nera che spera di diventare molot potente, ma alla fine capisce di essere solo un burattino nelle mani di Rowen e per questo, unito al suo senso di colpa per ciò che aveva fatto (esemplare quando ricorda di avere tradito un suo amico), lo portano a riscattarsi (in effetti sarebbe stato un peccato perdere questo personaggio); padre e figlio Owens, il primo prepotente e autoritario, il secondo viziato, pieno di se, e anche impulsivo e rabbioso. L'unico che è un po' sprecato è la guida del gruppo di Rowen: appare esperto e prudente ma viene liquidato subito da Tex. Alla riuscita della storia contribuiscono di sicuro i magistrali disegni dei Cestaro. Sono davvero tra i migliori in circolazione. :w00t: VOTO: 9

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  • 3 mesi dopo...
  • Rangers

La casa editrice Mythos nel Brasile.

Ecco il originale:

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E adesso la pagina brasiliana:

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Credo che questo errore sia dovuto al fatto che le pagine pari le disegna uno e le dispari l'altro fratello.

Evidentemente una lettura sbagliata della sceneggiatura e una mancanza di comunicazione "visiva" tra i fratelli ha portato a questo errore.
Di sicuro le prossime ristampe usciranno corrette.

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  • 7 anni dopo...

Sono consapevole di non aggiungere nulla di nuovo se sostengo che le prime storie di Faraci su Tex ebbero il loro perché. “Lo sceriffo indiano” risulta pure migliore rispetto a quella del debutto, già di suo accettabile. L’autore mostrò in principio di avere tutte le carte in regola per entrare in ruolo definitivo nello staff texiano ma purtroppo, col senno di poi, il brillante esordio si rivelò solo un “fuoco di paglia”. Non volendo correre troppo avanti, tralascerò ogni considerazione sul deludente proseguo di Faraci e mi soffermerò solo sul giudizio della storia in questione. Il soggetto non è originalissimo e in alcuni punti rimarca quello scritto da Nizzi per il texone “Il soldato comanche”. Anche qui avremo un giovane indiano, accusato ingiustamente di un duplice omicidio e Tex che si muove personalmente per raggiungerlo e cercare di dimostrarne l’innocenza. Jerry Norton è inoltre un vecchio amico del ranger e con il suo coraggio è riuscito perfino a farsi affidare negli anni la stella di sceriffo nella cittadina di Greystoke. Purtroppo col progresso e l’arrivo di spietati speculatori, la vita del paese cambia in peggio e la presenza dei Rowen, nei panni degli immancabili padreterni arroganti a caccia di accaparrarsi beni e potere, rende ancor più venefica l’aria per il giovane sceriffo. Appena si rinvengono i corpi senza vita di Stanley e Rita Kent, amica di Norton e promessa forzatamente in sposa a Rick Rowen, la macchina del fango viene subito avviata dal boss cittadino e il povero sceriffo viene accusato e costretto alla fuga per sfuggire ai cacciatori di taglie, attratti dal premio di cinquemila dollari offerto in caso di cattura. Tex, per l’occasione “orfano” dei suoi pard, troverà nel giudice Frank Forrest un potenziale alleato, anche se con lo scorrere della trama il lettore scopre il doppiogioco di quest’ultimo. Una sceneggiatura discreta, che si avvale di un particolare schema di flashback e scene d’impatto come la lotta contro i lupi famelici nella foresta, arricchita da dialoghi pregevoli, rende molto piacevole la lettura. I ritmi narrativi non sono forsennati, soprattutto nel primo albo, comunque la tensione che si respira nella seconda parte, con il cerchio che si stringe attorno a Norton, assediato dagli sgherri prezzolati da Rowen, è apprezzabile. Discreta la caratterizzazione dei personaggi e spicca il ravvedimento di Foster, comprimario alquanto grigio che verrà chiuso in un penitenziario, ma avrà l’occasione di espiare le sue colpe appena uscito, grazie a una seconda opportunità offertagli da Norton. Storia non indimenticabile ma comunque ben strutturata e gradevole nel complesso. L’assenza dei pards si fa sentire, tuttavia Faraci gestisce la trama abilmente senza incappare in quelli che diverranno i limiti nel proseguo della sua opera texiana. La prova grafica dei fratelli Cestaro, giunti alla terza apparizione sulla saga, è adeguata e convincente; si nota fra le tavole la loro ricerca continua di uno stile funzionale. Il tratto dei fratelli campani è molto personale e convincente, anche se mi accodo a coloro che hanno trovato alcuni primi piani di Tex non del tutto perfetti. Comunque ogni tavola è ben bilanciata e ottimi appaiono gli scorci naturali. Una continua evoluzione stilistica che conferma la bontà della scelta redazionale di arruolarli nella squadra texiana. Il mio voto finale è 7 

Modificato da Condor senza meta
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  • 1 mese dopo...

Ottima prova di Faraci, che riscatta un debutto in regolare moscio.

La storia non annoia mai, la figura di Foster è di gran lunga quella più interessante della vicenda, soggetto quasi "Boselliano" nel suo essere a cavallo tra la bontà e la cattiveria.

Tex in ottima forma, soprattutto ha il merito di aver capito in tempo le vere intenzioni del giudice e di aver quindi salvato la situazione.

Errori marchiani non ce ne sono. Resta il rammarico che Faraci non sia riuscito a confermarsi a lungo su questi buoni livelli.

I disegni dei Cestaro sono discreti, ma hanno fatto di meglio altrove.

Faraci: 7:50

Cestaro 7

Modificato da valerio
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  • Collaboratori
<span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

Ottima prova di Faraci, che riscatta un debutto in regolare moscio.

 

L'ho riletta qualche giorno fa dato che non la ricordavo molto se non per una sensazione positiva che mi aveva lasciato la lettura nel momento dell'uscita in edicola. Mi sono riletto i miei messaggi postati allora e quello che allora giudicavo positivo in termini di originalità, con il senno di poi, ovvero la lettura delle storie di Faraci successive, mi sembra oggi quello che c'è di più biasimevole. Riletta oggi, la qualifico noiosa e imbarazzante in quelle scene di intimità tra Tex e un personaggio inventato di fresco che sul mensile non si erano mai viste. Ssceneggiatura da quattro.Intreccio narrativo piatto, certe scene poste per incrementare il contatore del numero di pagine, capovolgimenti zero, pagine e pagine in sostanza prive di dialoghi in cui l'autore eccede in un frasario glbonelliano che andrebbe usato con maggior proposito e non inserito lì tanto per strizzare l'occhio al lettore, sospensione dell'incredulità messa a dura prova sin dall'idea iniziale di una sceriffo indiano che fa breccia nel cuore di una ragazza bianca, roba che neanche nei romanzetti rosa da 50 cents, un giallo sul misterioso assassino da sbadigli, per finire con le solite sparatorie da videogioco. Se il Tex di Nizzi ti fa incazzare, questo ti fa vergognare di leggerlo.

 

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<span style="color:red;">37 minuti fa</span>, ymalpas dice:

sospensione dell'incredulità messa a dura prova sin dall'idea iniziale di una sceriffo indiano che fa breccia nel cuore di una ragazza bianca

 

Premesso che non ricordo la storia, perciò non deve essere una perla anche secondo il mio giudizio.

Ma una frase così, visto i tempi che corrono, mi fa comunque pensare male.

Forse Monni ha ragione, io non capisco proprio cos'è questa sospensione dell'incredulità. Ero giunto a pensare si trattasse di un blocco momentaneo della razionalità, tipo uno che si getta da un treno senza subire troppi danni o far comparire dinosauri nel Far West.

A quanto pare comprende anche l'idea (a quanto pare assurda) che possa instaurarsi del sentimento tra persone di 'razze' diverse.

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<span style="color:red;">53 minuti fa</span>, ymalpas dice:

 

L'ho riletta qualche giorno fa dato che non la ricordavo molto se non per una sensazione positiva che mi aveva lasciato la lettura nel momento dell'uscita in edicola. Mi sono riletto i miei messaggi postati allora e quello che allora giudicavo positivo in termini di originalità, con il senno di poi, ovvero la lettura delle storie di Faraci successive, mi sembra oggi quello che c'è di più biasimevole. Riletta oggi, la qualifico noiosa e imbarazzante in quelle scene di intimità tra Tex e un personaggio inventato di fresco che sul mensile non si erano mai viste. Ssceneggiatura da quattro.Intreccio narrativo piatto, certe scene poste per incrementare il contatore del numero di pagine, capovolgimenti zero, pagine e pagine in sostanza prive di dialoghi in cui l'autore eccede in un frasario glbonelliano che andrebbe usato con maggior proposito e non inserito lì tanto per strizzare l'occhio al lettore, sospensione dell'incredulità messa a dura prova sin dall'idea iniziale di una sceriffo indiano che fa breccia nel cuore di una ragazza bianca, roba che neanche nei romanzetti rosa da 50 cents, un giallo sul misterioso assassino da sbadigli, per finire con le solite sparatorie da videogioco. Se il Tex di Nizzi ti fa incazzare, questo ti fa vergognare di leggerlo.

 

No dai, con questa storia sei troppo severo, probabilmente perchè hai letto poi le cose dopo e pensi di vederci tutti i difetti successivi.

Questa non è assolutamente una storia brutta, secondo me. La vicenda funziona. Si, c'è troppa amicizia data da Tex al giudice sin da subito, concordo. Ma poi il resto fila.

 

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  • Collaboratori
9 minuti fa, navajo warrior dice:

A quanto pare comprende anche l'idea (a quanto pare assurda) che possa instaurarsi del sentimento tra persone di 'razze' diverse.

 

L'idea che un meticcio che non veste neppure come i bianchi possa essere accettato in un mondo di bianchi, un mondo dove anche gli arrivi di polacchi, italiani, tedeschi non era sempre visto di buon occhio, si, l'idea che a questo personaggiio si dia la stella di sceriffo anche se sembra avere tutto tranne che le qualità dello sceriffo, che questo personaggio riesca a far breccia  nel cuore di una ragazza della buona società, permetti, c'è tanto da richiamare la sospensione dell'incredulità. Vai e rileggiti "I due rivali", e li stiamo parlando di Kit Willer e non di questa mezza tacca di sceriffo indiano.

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