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TWF - Tex Willer Forum

[581/582] Lo Sceriffo Indiano


Sam Stone
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63 utenti hanno votato

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Guest Wasted Years

ContieneSPOILERSignori, nella lettura dell'albo molte cose ma hanno lasciato soddisfatto ed altre meno, per cui vedrà di renderne ragione in modo ordinato. Molto interessante il lessico proposto da Tito. Tex rispolvera alcune delle espressioni classiche, d' loro forza, l'attaccabrighe che svolazza fuori dalla finestra dopo un dialogo come quelli dei vecchi tempi mi è piaciuto molto, come ho gradito la caratterizzazione dei personaggi, molto GL Bonelliana specie nei cattivi generici, mentre quasi Nizziana (in senso buono) nel personaggio del giudice, prevedibilmente e previstamente un lupo in panni d'agnello. La trama è bella, ma... c'è un MA. Siamo d'accordo che fu la prima storia di Tex scritta da Faraci, ma non mi è piaciuto il sistema, tipicamente Nolittiano, direi, di inserire un improbabile (in tutti i sensi) vecchio amico di Tex come fulcro della vicenda, come non mi ha convinto l'assenza assoluta degli altri pard nell'albo. Sicuramente può essere considerato un sistema per andare più sul sicuro nelle prime storie che si scrivono del ranger, ma mi ricorda alcune storie di Nolitta-Nicol' che si possono tranquilamente saltare senza perdersi nulla. Non è questo il caso, ma, dato che l'individuo non esiste al di fuori di una rete di relazioni, Tex non è Tex inserito in una rete di altri pard. O almeno questa è la mia opinione. Comunque trovo lodevole il modo in cui Tito si è approcciato al grande personaggio, umilmente e cercando di evitare passi falsi. Per i disegni:ci sono diversi volti di Tex che non mi hanno convinto, in uno direi che il Nostro appare affetto da un ascesso dentario ;) , per il resto i disegni sono buoni ma direi che dai Cestaro è lecito attendersi di più. A quanto pare il "di più" sarà nel prossimo albo, aspetto con ansia di leggerlo. Un giudizio non può essere che: "complessivamente un lavoro davvero da leggere" .

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La trama è bella, ma...  c'è un MA. Siamo d'accordo che fu la prima storia di Tex scritta da Faraci, ma non mi è piaciuto il sistema, tipicamente Nolittiano, direi, di inserire un improbabile (in tutti i sensi) vecchio amico di Tex come fulcro della vicenda, come non mi ha convinto l'assenza assoluta degli altri pard nell'albo. Sicuramente può essere considerato un sistema per andare più sul sicuro nelle prime storie che si scrivono del ranger, ma mi ricorda alcune storie di Nolitta-Nicol' che si possono tranquilamente saltare senza perdersi nulla. Non è questo il caso, ma, dato che l'individuo non esiste al di fuori di una rete di relazioni,  Tex non è Tex inserito in una rete di altri pard. O almeno questa è la mia opinione.

Rispetto la tua opinione e non avendo ancora ( purtroppo ) letto l' albo non posso dare un giudizio definito. Pero', se i " mali ", come tu li definisci, sono quelli che hai elencato beh, insomma, credo che possano derubricarsi a scelte narrative dell' autore. Quello che è importante è il rispetto del personaggio Tex ( linguaggio, modo d' agire, ecc. ) e, a quanto affermi ( e non solo tu, mi sembra ) credo che Tito l' abbia fatto e lo farà. Con risultati che confido essere molto positivi. :trapper:
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Guest Wasted Years

L'albo è bello e merita di essere letto, non sono difetti quelli che io rimarco, solo che mi pare un approccio apparentemente semplice ed invece pericoloso quello del Tex preso singolarmente e non con i pard. Difficile perchè è molto facile che sembri Zagor o Brad Barron a seconda dell'autore (non necessariamente dico sia questo il caso), ed anche che il ranger diventi invece il protagonista di un racconto libero western con personaggi amici e nemici diversi dal solito (idem come sopra). Quasi tutte le storie in questo senso scritte da autori diversi da GLB (ed anche alcune anche scritte da lui) sono per me tra le meno azzeccate della serie.

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Letta, piaciuta:
finalmente, ecco Tex Willer:

Immagine postata


Un'avventura bella, intrigante fino alla fine di questa prima parte.
Un Tex vero duro, deciso, che non perde troppo tempo in chiacchiere

Era da tanto che qualcuno non usciva da un Saloon in questo modo ( pag. 29)


I personaggi sono ben caratterizzati e possiamo farci una buona idea sia dei "buoni" che dei "cattivi"...
Per una volta il lettore ha la situazione più chiara rispetto a Tex, e questo aumenta la suspance in attesa del prossimo albo...
I disegni sono belli, bellissimi i "chiaroscuro", mi ricordano sempre tanto il primo Casertano e Villa, i visi sono un tantino "lunghi", ma sono davvero validi, da "Tex".
Mi è piaciuta tantissimo

l' inquadratura dal basso di Jerry Norton di pagina 19: d' un giusto peso alla frase che dice.

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Concordo con i giudizi precedenti: un bell'inizio di storia, che spero avrà una seconda parte altrettanto bella. Una vicenda classica, ma rinnovata con dei tocchi psicologici molto azzeccati (il rapporto di Tex con lo sceriffo indiano) e con una grande attenzione agli scenari naturali, esaltata dai bei disegni dei Cestaro. Mi pare che i due gemelli stavolta si siano spostati verso uno stile che si rif? a certi maestri sudamericani (Bernet, ad esempio). Forse non tutto è ancora equilibrato, ma mi sembra un'evoluzione stilistica molto interessante. Tex è davvero molto simile a quello di GLB, con una sfumatura di ironica spacconeria che mi piace molto.

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Per una volta il lettore ha la situazione più chiara rispetto a Tex, e questo aumenta la suspance in attesa del prossimo albo...

Però secondo me Tex ha già intuito qualcosa (vedi verso la fine dell'albo, quando dice "ho un dubbio che mi ronza nella testa, qualcosa che non quadra").
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Ho letto l'albo ieri sera, e la storia mi sembra veramente molto valida. La preferisco a Evasione, anche perchè i disegni di Ortiz sinceramente non mi esaltano. La presenza di Tex in solitaria può non essere sempre gradita, ma questa avventura mi sembra ricalcare le prime di GLB, con il nostro eroe che non perde tempo in chiacchiere e complimenti. Forse, se proprio si dovesse trovare un difetto, sarebbe la scoperta improvviso che Tex ha un amico tanto insolito come un indiano, o meticcio se si preferisce ma con evidenti caratteristiche da indiano, con la stella da sceriffo, e che - per quanto ne possiamo sapere - non ne ha mai parlato con i pards, nonostante non sia un'amicizia molto antica (si sono visti l'ultima volta "la scorsa primavera"). Non so perchè - evidentemente ieri sera avevo un attacco di "sestosensite" :P - non è stata una sorpresa riscontrare che

l'amichevole e "integro" giudice Forrest è tutt'altro che amichevole e integro e sta preparando per Tex e Jerry una sporca trappola. Qualcosa non mi convinceva di quel signore, anche se sinceramente non saprei dire cosa. Forse il fatto che i mascalzoni spolverati da Tex nel saloon hanno accolto con strana mansuetudine l'ordine di pagare i danni? Boh!
Il titolo del prossimo albo, come faceva notare Pedro, è in effetti il titolo di un albo di Zagor, ma a onor del vero è un numero talmente "antico" da chiedersi se la scelta è casuale o mirata. Certo è che "La preda umana" zagoriana, preceduta da "I cacciatori di uomini" aveva, IMHO, tutte le caratteristiche della storia avvincente e ricca di colpi di scena. Speriamo che il tutto si concretizzi nel prossimo numero come è iniziato in questo.
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Storia discreta ma nulla più, buono lo stratagemma narrativo di pagina 100, interessante lo studio del linguaggio di Tex(bellissimo il dialogo tra Tex e il padrone dell'emporio a pagina 55) però non so, la storia non riesce ancora ad acchiapparmi.... forse perchè da Faraci si aspettano cose straordinarie o forse perchè il soggetto è abbastanza classico e ci si aspetta sempre qualcosa di nuovo e di diverso. Bellissimi i disegni dei Cestaro.

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Non e' mia consuetudine giuducare o commentare un "film" dopo il primo tempo, ma qualche impressione la si puo' dare. Attendevo con una certa ansia e curiosita' questa prima parte di questa storia in due albi e devo dire che ne sono rimasto molto soddisfatto ed il mio giudizio e' piu' che positivo. Ero certo che Faraci per la sua prima prova su Tex avrebbe fatto molto bene e i risultati, per me, sono stati anche al di la' delle aspettative. Mi piace il modo in cui "maneggia" Tex, fedele al Tex classico ma con quel qualcosina di diverso che lo rende molto interessante. Mi son piaciuti molto i dialoghi, freschi, essenziali e diretti, che rendono la lettura molto scorrevole. Tex e' sempre al centro dell'attenzione, come sempre dovrebbe essere, protagonista assoluto e senza che nessun comprimario gli faccia ombra, anche se la storia ruota attorno ad un "sceriffo indiano".
S
P
O
I
L
E
R


L'albo inizia nello stile piu' classico che vede il nostro ranger rilassarsi con la caccia, come e' classica e sempre apprezzabile la scazzottata nel saloon, con un Tex in forma smagliante ed e' subito conivolto in un giallo o meglio si trova ad indagare su una sporca faccenda che riguarda un suo amico indiano/sceriffo. Ho apprezzato moltissimo quei flashback che vedono il nostro eroe in momenti di assoluto relax, molto rari nella serie, e qui si vede la volonta' di Faraci nel raccontarci un Tex anche da questo lato. Interessante la caratterizzazione del giudice Forrest, un individuo con una personalita' abbastanza ambigua. Ha simpatia e ammirazione per Tex, ma le sue intenzioni nei suoi confronti non sono delle piu' cattoliche, ma malgrado questo gli salva la vita. Cosa fara' nell'albo successivo?avra' degli scrupoli(come sembra avere)nel portare a compimento il suo criminoso piano?chi e' stato ad uccidere Stanley e Rita Kent e perche'?Jerry Norton era legato a Rita Kent solo da un sentimento di amicizia o c'era qualcos'altro?Beh ci sono abbastanza piacevoli interrogativi per attendere con impazienza il secondo albo.

L'inizio di questa avventura e' veramente promettente...

Devo essere sincero, per me una storia per essere bella occorre anche essere accompagnata da disegni di qualita'. L'altra storia di Faraci("Evasione") era molto buona, ma ha perso molto, secondo i miei gusti, con i disegni di Ortiz.
Discorso inverso con "Lo sceriffo indiano", dove i Cestaro dimostrano di maturare il loro stile da storia in storia, e il loro lavoro e' veramente eccellente, dimostrando ancora una volta di essere in completa sintonia con il western e con il personaggio di Tex.

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una buona storia, che ho divorato molto velocemente, perche mi ha preso dall' inizio. Il soggetto è buono, e Faraci ha saputo strutturare su di esso una buona storia

, con un Tex in stile GLB, grintoso e carismatico. La storia è caratterizzata dall' immediatezza con cui si classificano i "buoni" e i "cattivi", classificazione che però può mutare, come nel caso del giudice Forrest, che è segretamente alleato con la famiglia Rowen(anche se su questo non possiamo essere certi, perchè potrebbe avere dei sensi di colpa che lo spingano a passare dalla parte di Tex, seriamente stavolta...). I diegni dei fratelli Cestaro mi sono piaciuti, con dei bellissimi effetti di chiaroscuro
in definitiva, per questo primo albo:soggetto:8testi:7,5disegni:8
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Ho letto oggi l'albo; anche a mio parere per il momento la storia appare piuttosto buona, ricca di azione e narrata in maniera sciolta ( i flashback si inseriscono nella narrazione in maniera naturale e non appaiono infilati a forza negli snodi della trama ). Tex è molto deciso e vigoroso, anche se pare che Faraci voglia sottolineare in modo particolare il fatto che, malgrado la statura eroica, il nostro ranger può benissimo trovarsi alle strette se le circostanze si mettono contro di lui(

sono esemplari, in questo senso lo scontro iniziale, nel quale, dopo che è intervenuto a favore dell'indiano minacciato di morte, l'ultimo dei tre gaglioffi da lui affrontati lo sta per obbligare a deporre le armi facendosi scudo del giovane pellerossa e solo una felice mossa di quest'ultimo consente a Tex di abbattere l'avversario; il secondo flashback, quando Tex e Jerry sono colti alla sprovvista da un orso, è lo "sceriffo indiano", scaricando la sua pistola contro l'animale, a consentire a Tex di raggiungere il suo fucile e sistemarlo definitivamente; e infine il fatto che, durante la cavalcata verso il rifugio di Jerry Norton, Tex finirebbe nel fondo di un crepaccio se non venisse in suo aiuto il subdolo giudice Forrest)
), cosa che conferisce alla vicenda una vaga aura nolittiana. Qualche ricordo nolittiano ( oltrech? nizziano, come già detto da Wasted ) emerge anche IMHO nel "cattivo"finora più presente nell'azione, anche se l'impostazione generale del personaggio mi pare sensibilmente diversa da entrambi i modelli:
il giudice Forrest, infatti, pur mostrando un subdolo machiavellismo che lo rende paragonabile ( anche per l'abilità dimostrata ) ai vari Winfred Macready, Lafferty, Martin Stingo e Pedro Galindez ( proprio così :indianovestito: ; che Tex poi non se ne accorga non mi pare eccessivamente censurabile, visto che si trova in un ambiente che conosce poco e che il perfido vilain mescola le sue bugie a importanti affermazioni veritiere dato che, a quanto dice lui stesso al "pezzo grosso" di cui è al servizio , si mostrava effettivamente amico di Jerry Norton), ci appare, a differenza di tali personaggi, tormentato da autentici conflitti di coscienza ( anche se probabilmente non sono questi a imporgli di salvare la vita a Tex: se vuole arrivare al rifugio di Jerry non può che regolarsi in questa maniera ), un po' come il Donovan de "I ribelli del Canada", che però è un giovane relativamente inesperto, che può illudersi di battersi per un ideale, mentre Forrest è un uomo maturo che si è messo al servizio di un affarista cinico, brutale e del tutto privo di scrupoli. Come ha già detto Anthony, sarà interessante capire se ( e in che misura ) i tormenti di coscienza di Forrest influenzeranno il suo successivo comportamento; IMHO è comunque apprezzabile la volont? dello sceneggiatore di conferire originalità e profondit? psicologica al personaggio.
. I disegni dei fratelli Cestaro mi sembrano al momento assai buoni, anche se il loro vigoroso Tex mi è talora apparso troppo "roccioso". Modificato da Pedro Galindez
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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Lo ammetto, ho divorato queso primo albo in pochi, pochissimi bocconi. Ho trovato lo sceriffo indiano un "piatto" succulento, dal sapore classicheggiante e dal retrogusto epico. Ma ora è meglio abbandonare le metafore culinarie e passare ad una analisi più "texiana" dell'albo in questione.
I pregi del lavoro ( anzi, della prima parte del lavoro di Tito ) sono innumerevoli. Un'ottima storia, una trama intrigante, uno sfondo selvaggio, uomini violenti e uomini giusti che si confrontano faccia a faccia separati solo da un effimero confine che, a quanto sembra finora, viene fin troppo facilmente varcato dagi "pseudogiusti" come il giudice Forrest o il signor Holder. Una storia dai tratti "disperati", ambientata in un mondo dove la legge è solo una traccia, dove l'onore si svende per pochi dollari, dove la solitudine regna imperversa, quasi a voler sottolineare quanto sia "disperata" la condizione della ita umana in quel frangente particolare....
Se proprio dovessi cavillare e mettermi alla ricerca di una eventuale "incrinatura" in questa ( finora ) bellissima storia, dire che è proprio questa "forzata" condizione di solitudine dei personaggi a lasciarmi vagamente perplesso. Tex è solo, solo contro tutti, circondato, come Cesare, da cospiratori che covano alle sue spalle ma privi di una faccia... Anche Jerry Norton è solo, circondato da una natura selvaggia che in parte gli è amica ( poich? gli consente di "proteggersi" ) e in parte nemica ( protegge anche i suoi nemici ), il giudice Forrest è un uomo solo, mosso alla caccia di Jerry per motivi ancora oscuri... SOLITUDINE. Qesta è l'emozione che mi ha trasferto questo albo. Personaggi soli e disperati, uomini coraggiosi e onorevoli alla disperata ricerca di un "qualcosa". Ed essedo io un grande fan di Brad Barron, non ho potuto non vedere in QUESTO Tex, moltissimi tratti e comportamenti caratteristici del brizzolato biologo Faraciano. Tex, così come Brad, si muove in un mondo selvaggio, ostile, crudele, governato da esseri potenti e violenti. Tex, esattamente come Brad, mi è apparso come un uomo SOLO. Non che questo sia un difetto, anzi, trovo questo fattore di solitudine come un'interessantissimo tratto della psicologia texiana, ma forse essendo IO cresciuto con la stolida coppia Tex-Carson, ho avuto più volte la sensazione di trovarmi davanti un personaggio nuovo, un NUOVO Tex, capace i regalarmi emozioni nuove, alle quali, ancora, non sono abituato.
Una bellissima storia comunque ( della quale aspetto con ansia il finale ) resa, se possibile, ancora più grande dai bellissimi disegni di Raoul e Gianluca Cestaro... Aspettando il prossimo colpo di scena, ci aggiorniamo al prossimo albo!!

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  • Collaboratori

Vorrei chiedere a Faraci il perchè della scelta di un titolo come "La preda umana" per il secondo albo. E' già stato sottolineato che è lo stesso di uno storico albo di Zagor. E' una regola non scritta alla SBE quella di non riutilizzare gli stessi titoli, da qui una sorta di stupore generale tra noi lettori. Tito, puoi darci una risposta ?Ritornando alla trama, c'è un particolare interessante che riguarda la figura del giudice, un cattivo che spero ci regali qualche sorpresa, anche considerando il fatto che...

... ha salvato praticamente la vita a Tex due volte nello spazio di 24 ore!
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Ho letto la storia, ma non mi è piaciuta affatto a livello narrativo. L'ambiente invernale e l'inizio in medias res, anche se diversi dal solito, non hanno catturato la mia attenzione. Inoltre l'uso secondo me eccessivo dell'analessi è confusionario. Ad ogni modo, è la mia opinione personale. Bellissimi i disegni dei fratelli Cestaro, molto curati per l'ambiente e gli animali della foresta. Amo inoltre i primi piani di Tex e i suoi nemici. SPOILERMi ha fatto molto soffrire la scena nella quale il figlio del proprietario del ranch ha colpito ripetutamente il nero. Anche se l'intenzione di Faraci fosse stata quella di mostrare la violenza del personaggio, credo che abbia oltrepassato il limite: il nero non aveva fatto alcunch?.

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Peppino, sono sicura che tu sai di cosa parli ma... ehm.... cos'è l'analessi? :blink:

p. s.:

In quanto alla violenza gratuita sul nero, dimentichi che c'erano, e purtroppo ci sono ancora, persone per le quali il solo fatto di esistere e respirare, da parte di una persona diversa da loro, è un delitto. Il mascalzone aveva voglia di sfogarsi e ha trovato il pretesto, specioso fin che si vuole, nel fatto che a suo parere il giovane di colore lo avesse guardato - forse - con ironia.


___________
Nota di Jim Davis:
Aggiunto spoiler per non svelare parti della storia a coloro che ancora non hanno letto l'albo. ;)

Modificato da jim Davis
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L'analessi o retrospezione o, impropriamente, flashback è una figura retorica che consiste nell'evocazione più o meno ampia di un evento anteriore al punto della storia in cui ci si trova. Viene rievocato l'incontro tra Tex e lo sceriffo indiano più volte. In questo modo si perde il filo della storia.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

NOTA DI MODERAZIONE : Colonnello Jim Brandon.

Ragazzi/Ragazze, vediamo di non andare troppo OT e di rimanere sui binari de "Lo sceriffo indiano" senza andare ad impelagarci eccessivamente in disquisizioni relative alle analessi e alle prolessi... Se volte disquisire di titoli et similia abbiam aperto un nuovo topic ne "La serie e i personaggi".
Salutoni

Colonnello Jim Brandon

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Mah, dire che "si perde il filo della storia" per un paio di flash-back mi sembra eccessivo, tanto più che si capisce benissimo dove cominciano e dove finiscono. Forse l'effetto che Peppino definisce "confusionario" deriva dal fatto che l'analessi è poco frequente in Tex (GLB e Nizzi tendono a scrivere storie molto lineari, mentre Boselli la usa più spesso, ad esempio negli albi di gennaio-febbraio), ma in questo caso, personalmente, non ho avuto nessuna difficolt? a seguire la trama. Quanto alla scena del pestaggio del ragazzo nero, l'effetto era proprio quello: uno scoppio di brutalit? del tutto ingiustificata, che descrive bene il carattere del personaggio, figlio di pap? viziato e violento, abituato a sfogare la propria rabbia sui più deboli senza subirne le conseguenze (tranne quando si trova davanti un osso duro come Tex, ovviamente...).

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Guest Wasted Years

ContieneSPOILERVolevo riallacciarmi al discorso del colonnello jim brandon che mi ha molto colpito, a proposito della solitudine nel'albo. Tex è a caccia da solo, e si trova a salvare un giovane indiano che girava per il bosco da solo mentre viene attaccato da diversi bruti che non danno alcun peso alla sua vita, per quanto non sia LUI il vero loro obiettivo. Tex si trova da solo nell'emporio quando viene affrontata da diversi bruti, i quali sistema con la sua destrezza. La solitudine dei protagonisti è una costante nell'albo, l'unico alleato che Tex ha è qualcuno che tiene il piede in due staffe, è un po' dei "soli" e un po' dei "raggruppati". Lo sceriffo indiano, qualcuno che è potuto esistere per l'isolamento di un mondo ma ora, dopo l'incontro di due civilt? e degli interessi della più forte, la sua esistenza è in pericolo e si trova anche lui da solo, e si deve guardare anche dagli ex amici, dopo la rottura violenta dell'equilibrio tra vecchio e nuovo mondo. Nei flashback si vedono dei bei momenti di quando questo equilibrio da isolamento ancora c'era ma stava in pericolo. Come si potr? tornare ad una situazione bilanciata? Che ruolo ha il giudice in tutto questo e quali interessi lo muovono, prescindendo da quello economico? Vuole ritrovare lo sceriffo perchè? Da quale parte salter? il fosso?Tutto ciò mi ricorda atmosfere che Tito ci ha già fatto vivere e che ho amato molto. Aspetto con ansia di sapere come e dove le figure dello sceriffo e del giudice riprenderanno stabilità.

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Ho letto la storia, ma non mi è piaciuta affatto a livello narrativo. L'ambiente invernale e l'inizio in medias res, anche se diversi dal solito, non hanno catturato la mia attenzione. Inoltre l'uso secondo me eccessivo dell'analessi è confusionario. Ad ogni modo, è la mia opinione personale.
Bellissimi i disegni dei fratelli Cestaro, molto curati per l'ambiente e gli animali della foresta. Amo inoltre i primi piani di Tex e i suoi nemici.
S
P
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I
L
E
R

Mi ha fatto molto soffrire la scena nella quale il figlio del proprietario del ranch ha colpito ripetutamente il nero. Anche se l'intenzione di Faraci fosse stata quella di mostrare la violenza del personaggio, credo che abbia oltrepassato il limite: il nero non aveva fatto alcunch?.

Non è mia intenzione polemizzare con Peppino u' circu ma, pur rispettando la sua opinione, c'è da restare di stucco sul suo commento.

Ma davvero sei convinto di cio' che scrivi dopo anni e anni di storie quelle sè' umilianti per Tex ed i suoi lettori? :bandito:
Chiusa la parentesi, passo a commentare l' albo.
Intanto un GRAZIE grande così a Tito. :trapper:
Lo sapevo che non avrebbe deluso chi, come me, aspettava questo momento da anni ( per la verità non ci speravo piu' ). E cioè nel rivedere il ( quasi ) vero Tex; e dico " quasi " solo perchè il vero Tex era quello dell' immenso GLB perchè Lui stesso era Tex. Se Faraci proseguirò su questa strada rivivremo nuovamente il periodo d' oro del nostro amato Ranger. O, perlomeno, ci avvicineremo di molto. Ne sono convinto. :trapper:

Quanto alla storia, l' inizio è subito scoppiettante con un Tex risoluto e deciso come non mai supportato il tutto da dialoghi secchi e tipiche espressioni "colorite" alla GLB. Una "goduria", mi si passi l' espressione, leggere ed ammirare come Tex sbaragli i tre pendagli da forca alle calcagna dell' indiano, per passare poi alle epiche scene nel saloon e nell' emporio per finire all' agguato dei pellerossa al capanno.


Insomma Grande Avventura e, ripeto, finalmente TEX figura centrale intorno alla quale tutto ruota. Era ora!! :indianovestito:
Sui disegni c'è poco da commentare: superbi, pur con qualche ( piccola ) sbavatura.
E ora non sto piu' nella pelle di leggere l' ultima parte.
Voto 1° parte: 7/8
Disegni: 8-
Tex: 9
Grazie ancora, Tito! Continua così :trapper:


___________
Nota di Jim Davis:
Aggiunto spoiler per non svelare parti della storia a coloro che ancora non hanno letto l'albo. ;)

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  • Rangers

Letto anch'io Lo Sceriffo Indiano, storia che aspettavo da tanto, tantissimo tempo. Buonissima prima parte, in cui ho rivissuto tanti momenti, atmosfere e tratti di storie passate che sono impresse dentro di me. Tutto ruota intorno a Tex, come ha più volte detto Tito, e il nostro ranger è il vero protagonista della storia, anche se sono presenti numerosi personaggi interessanti, dall'amico Jerry Norton al subdolo giudice, ai prepotenti Rowen. E ogni tanto è bello leggere una storia con solo Tex in solitaria, come quelle del periodo d'oro di GLB, oppure molte di Nolitta, che tanto ho amato. Ringrazio Tito, per avermi fatto riassaporare quel linguaggio colorito, quegli atteggiamenti che il nostro Ranger non usava da molto tempo, con questo non voglio dire che le storie recenti siano da buttare o dimenticare, ma ogni tanto non guastano queste cose. L'atmosfera creata da Tito, è meravigliosa: nei flashback la primavera, con il nostro che nuota nel lago (come più volte detto prima di me, rarissima scena di vita tranquilla o quasi, visto che entra in scena un pericolosissimo e feroce orso, a guastare il riposo del nostro ranger). L'arrivo dell'inverno con la caduta della neve, reso magistralmente dai disegni dei fratelli Cestaro, che sembrano veramente ispirati. Molto emozionanti per me le scene nel saloon, nell'emporio, dove Tex mostra atteggiamenti, come detto molto Bonelliani. Non manca il famoso sesto senso del nostro ranger, quando

riesce a sventare l'attacco degli indiani, al capanno, svegliandosi per un semplice scricchiolare di un ramo pestato. Ho provato tristezza, quando Jerry Norton è costretto ad uccidere un suo vecchio amico, che gli dava la caccia per la taglia. Scena toccante, ma che rafforza il tutto. E c'è anche violenza razziale contro un uomo di colore, picchiato dal giovane Rowen, classico figlio di pap?, viziato e prepotente, cui spero venga data una lezione marca Tex Willer, nella seconda parte.
Insomma una buonissima parte, ben ideata e disegnata superbamente. Attendo con gioia la conclusione, fiducioso!! :trapper::) Modificato da jim Davis
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