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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 01] Oklahoma!


bressimar
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Voto alla storia  

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stavolta concordo con Diablero. No  si può sapere, ma credo che Berardi non sia adatto per un fumetto seriale, e non sarebbe stato adatto per scrivere Tex regolarmente.

  • Confuso (0) 1
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<span style="color:red;">12 ore fa</span>, Diablero dice:

 

E fra le cose "oggettive" non ce le metti 22 ANNI di storie di Julia? E più in generale, COSA ha scritto Berardi negli ultimi 22 anni?

 

Su Julia non ha avuto "paletti", non è stato obbligato da nessuno a creare quella "catena di montaggio" per creare omogeneizzati con la faccia dei personaggi TV. un autore che ormai (magari per varie delusioni professionali e nei rapporti con altri autori) ha QUELLA visione del pubblico e di cosa dargli, tu davvero l'avresti voluto su Tex?

 

Certo, con il senno di poi, magari se dopo Oklahoma Berardi avesse proseguito su Tex, FORSE avrebbe avuto una traiettoria umana e professionale diversa, e forse oggi scriverebbe diversamente. Forse avrebbe potuto trovare lì le soddisfazioni che cercava.

 

Forse, ma ne dubito molto, e comunque andiamo nell'ambito delle "teorie su cose mai successe" che stigmatizzi.

Non avendo mai letto "Julia" non posso valutare.

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  • 3 mesi dopo...

Trent'anni dopo averlo letto per la prima volta, sono riuscito a recuperare una vecchia copia del primo Maxi e, in questi giorni, mi sono immerso nella lettura.

 

Avendo conosciuto grazie al forum le vicende di questa avventura creata da Berardi e Letteri, mi sono sforzato di capire cosa Sergio Bonelli ci vedesse di non canonico. Confesso che - sicuramente per miei limiti - non sono riuscito a cogliere elementi di atipicità.

 

Canonici, canonicissimi i disegni di Letteri, ancora in forma.

 

La figura di Tex, risoluto e duro, risulta ben centrale nello sviluppo della vicenda. Il Carson messo in scena è un po' appannato rispetto a quello a cui ci ha abituati Boselli, ma è forse più brillante del contemporaneo Carson di Nizzi e anche di quello del tardo GL Bonelli (penso, per esempio, ad A sud di Nogales).

 

La tematica è sicuramente western, seppure un po' crepuscolare; vi è una giusta venatura di antirazzismo; i dialoghi sono brillanti.

 

Probabilmente è la dimensione corale (che pur non intacca la già sottolineata centralità di Tex) ad aver reso perplesso Sergio Bonelli. Però, devo dire che a me tale dimensione è garbata parecchio. Anzi, benché non ricordassi la trama, nel rileggere l'albo ho constatato come mi fossero rimaste impresse proprio alcune vignette dedicate a figure di contorno: la bambola gettata a terra, la perdita ai dadi, i carri rovesciati.

 

Sul voto non ho dubbi. L'albo merita un bel 10. Non sapremo mai quello che Berardi avrebbe potuto dare a Tex, se avesse sceneggiato più avventure. Quella che ci ha regalato, però, è meravigliosa.

 

P.S. - In altra discussione di qualche mese addietro, se male non ricordo, si disse che i due killer che sfidano Tex potrebbero essere una coppia non solo professionale. Leggendo le scene con una certa malizia, vi sono diversi elementi per affermarlo. La tematica dell'amore omosessuale, però, mi pare che rimanga abbondantemente sotto traccia e che una lettura diversa delle scene in questione non alteri in alcun modo il significato della storia.

 

  • +1 1
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Sicuramente il migliore dei Maxi. Ottima sceneggiatura di Berardi e ottimi disegni di Letteri (qui ancora in gran forma).

Peccato che Berardi non si sia più cimentato su Tex, comunque ce lo godiamo su Julia dove riesce sempre a sorprendere

per i temi trattati e dove riesce a sfoderare tutte le sue capacità.

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  • 2 mesi dopo...

"Oklahoma", letta a distanza di tanti anni dalla sua uscita, mantiene immutata la sua carica di fascino e di bellezza a tutto tondo. Berardi tratteggia una storia che definirei epica, a partire dal fatto storico narrato, ovvero la famosa Oklahoma Land Rush, e dallo sviluppo dell'intera vicenda. E lo fa talmente bene che ti fa incollare gli occhi alle pagine per tutta l'interezza del maxi albo. I personaggi (tra comprimari e villains) sono inevitabilmente tanti e riempiono la storia senza però rubare la scena a Tex, sempre in primo piano e protagonista assoluto. E' un Tex deciso, risoluto, senza il minimo tentennamento sul da farsi, pronto a battagliare per difendere i più deboli e contrastare le angherie e i soprusi dei "presunti" forti.
Forse sin troppo "carico", tanto da scatenare pure un'inutile rissa all'interno di Fort Bent.
E' anche un Tex senza fronzoli, senza inutili patetismi, come quando si confronta con la vedova Paxton:
"Il carro fermo ha costretto quegli avvoltoi ad avvicinarsi frontalmente. Altrimenti vi avrebbero teso un agguato in qualche gola e non sarebbe rimasto nessuno a raccontarlo" [dice Tex]
"Ma perchè? Che cosa volevano da noi?"
"Denaro, oro, suppellettili preziose. Qualunque cosa abbia un valore"
"Ma noi non abbiamo niente, solo un pò di viveri..."
"Da queste parti sono un motivo sufficiente per uccidere"
"Oh Dio, perché? perché?"

 

Alcune scene sono altamente evocative (tipo la sepoltura del colono Paxton) con una raffigurazione grafica abbastanza insolita, altre crude e che mi hanno messo un pò a disagio, tipo la bimba svedese trucidata barbaramente (si vedono solo le gambine, particolare che rende il tutto ancora più raccapricciante) e i tanti coloni che non sopravvivono alla folle corsa verso l'Oklahoma, novella terra promessa.

Insomma Berardi non ci risparmia nulla, come deve giustamente essere, ma, per fortuna, non tralascia i soliti siparietti gustosi tra Tex e Carson (splendida quella del coniglio) e neppure scene comiche all'interno di un contesto drammatico, come il vecchio Dick che si dimentica di caricare il fucile (puntandoselo poi in faccia per controllare perché non avesse sparato).

 

Il dubbio che mi resta di questo "Oklahoma" è il perchè sia stato ritenuto da Sergio Bonelli come un qualcosa di "estraneo" al normale canone del Tex che eravamo abituati a conoscere.
Nel volume "Come Tex non c'è nessuno" imputa come motivazioni "la presenza di un nutrito gruppo di comprimari tutti fortemente caratterizzati e il personalissimo stile narrativo di Berardi" ma, nello stesso tempo, asserisce che "il Tex di Giancarlo è estremamente fedele al classico modello bonelliano".
Boh, ci capisco meno di prima.

 

Ma, in fondo, chi se ne importa.
Berardi e Letteri (ancora in buona forma) ci hanno regalato un albo straordinario che ha inaugurato come meglio non si potrebbe la collana dei Maxi (e ne resterà, per quello che mi riguarda, il migliore per distacco) nonché una delle storie più belle dell'intera saga texiana.

  • +1 1
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  • 2 settimane dopo...

Sto pian piano recuperando le storie del passato e questo Maxi mi intriga molto, grazie anche ai commenti letti nel topic.

Avrei quasi l'idea di regalarmi (per il compleanno) l'edizione cartonata a colori, qualcuno la possiede? Pareri?

Grazie in anticipo. 

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<span style="color:red">8 minuti fa</span>, SaWi dice:

Sto pian piano recuperando le storie del passato e questo Maxi mi intriga molto, grazie anche ai commenti letti nel topic.

Avrei quasi l'idea di regalarmi (per il compleanno) l'edizione cartonata a colori, qualcuno la possiede? Pareri?

Grazie in anticipo. 

 

Per quel che mi ricordo, Letteri a colori non 'rende' tantissimo
In questo caso starei sul bianco e nero.

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<span style="color:red">13 ore fa</span>, SaWi dice:

Sto pian piano recuperando le storie del passato e questo Maxi mi intriga molto, grazie anche ai commenti letti nel topic.

Avrei quasi l'idea di regalarmi (per il compleanno) l'edizione cartonata a colori, qualcuno la possiede? Pareri?

Grazie in anticipo. 

La colorazione è quella della collezione storica per cui valorizza poco i disegni. Però la storia è un capolavoro per cui merita averla in una edizione da libreria, durevole nel tempo anche se sottoposta a diverse letture. Non vorrei sbagliarmi, ma tieni presente che di questa storia esiste, oltre all'edizione originale facilmente reperibile sul mercato dell'usato (ma in una confezione secondo me orribile e scadente), solo la versione nella serie Gold della collezione storica, che ha sciaguratamente ristampato i MaxiTex (tutti usciti in originale in unico albo) suddivisi in più uscite. Per cui dovresti recuperare 2 volumi per avere la storia completa.

Io ti consiglio a questo punto caldamente il cartonato.

 

In aggiunta, a me che annoiano mortalmente i redazionali Bonelli nelle uscite speciali di Tex, sono risultati piacevoli e divertenti i retroscena di Berardi sulla genesi e la realizzazione della storia.  Ci sono anche alcune tavole *schizzate" da Mantero che ha aiutato Berardi per rendere più semplice e fedele all'ipotesi iniziale il lavoro di Letteri. Da questi retroscena emerge il rispetto e la cura che Berardi ha riservato a Tex, aumentando il rammarico di averlo visto all'opera in una sola occasione.

 

Per me è un sì! 😉

 

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C'è anche la versione cartonata allegata a Repubblica (se non erro...) e uscita circa un decennio fa. Di gran lunga la migliore, senza sverniciate infami, ma anche più robusta dell'originale.

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Non essendo un amante del colore, cercherei la prima edizione del Maxi se ben tenuta. 

Prima della pandemia l'ho vista  parecchie volte in giro per mercatini. 

Senno', visto che mi sembri indirizzato sul cartonato a  colori, direi di prendere questo. 

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  • pecos changed the title to [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!
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