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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 23] Patagonia


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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Letizia dice:

Carson che non vuole andare perché non ama fare il diplomatico?

Non ci sta proprio, né che Carson non voglia andare, né che gli possa passare per la mente, neanche lontanamente che sia una missione diplomatica.

No, non ci sta proprio.

 

No, questa è una storia per padre e figlio.

 

E' una tragedia di Eschilo che non ha alcuna attinenza con Patagonia, così come non ha nulla a che fare la sensazione di ilarità per la grottesca scena con i sentimenti suscitati dalle vicende subite dagli indios che, nell'atmosfera (e qui hai ragione, Leo) crepuscolare, vivono una tragedia.

 

Ma appunto, quali sentimenti, quali tragedie? In "Patagonia" non vedo niente di tutto ciò. Sbadiglio, punto. Vedo più sentimento e più tragedia nella Lizzie de "Il villaggio assediato", per dire.

Non sono mai riuscito a capire, esattamente come @Leo, perché in "Patagonia" non vedo nulla di tutto ciò che vedono (quasi) tutti gli altri.

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<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, virgin dice:

Ma appunto, quali sentimenti, quali tragedie? In "Patagonia" non vedo niente di tutto ciò. Sbadiglio, punto. Vedo più sentimento e più tragedia nella Lizzie de "Il villaggio assediato", per dire.

Non sono mai riuscito a capire, esattamente come @Leo, perché in "Patagonia" non vedo nulla di tutto ciò che vedono (quasi) tutti gli altri.

Cosa intendi tu per tragedia?

La deportazione di Apache e Navajo a Bosque Redondo è stata una tragedia con centinaia di morti specialmente vecchi, donne e bambini.

Oppure no?

La conquista del deserto del sud, in cui gli argentini scacciarono gli indios dalla Patagonia, non fu una tragedia?

C'è stato un vero e proprio genocidio in nome della civilizzazione.

I massacri, raccontati magistralmente con parole e immagini, dei nativi sono certamente un po' romanzati ma non sono frutto della fantasia di Boselli.

Sono reali.

Se non è tragedia questa, sinceramente non ho proprio mai veramente capito il significato della parola.

Se invece volevi solo dire che gli autori non sono riusciti a descivere sufficientemente la tragedia degli indios, allora è un altro paio di maniche.

In questo caso la tua è un'opinione che io non condivido ma che rispetto profondamente.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, navajo warrior dice:

 

I problemi, e tanti, li avevano chi ha sradicato le loro culture

 

Sì, ma quelli sono diventati IL problema dei nativi purtroppo...

<span style="color:red;">14 minuti fa</span>, Letizia dice:

 

Se non è tragedia questa, sinceramente non ho proprio mai veramente capito il significato della parola.

Se invece volevi solo dire che gli autori non sono riusciti a descivere sufficientemente la tragedia degli indios, allora è un altro paio di maniche.

 

Virgin dice questo, infatti. Solo che, per essere un fumetto, io credo che Patagonia descriva fin troppo bene la tragedia di un popolo. E ripeto, non è certo lo scopo di un fumetto, questo. Patagonia è una signora storia, c'è poco da dire, e non ha niente che non va.

 

Il piacere della lettura è strano, chissà da cosa dipende, dove è la sua magia. L'uomo di Atlanta, ad esempio: la prima volta che la lessi non ne ricavai un'ottima impressione; adesso, invece, è tra le storie che rileggo con più piacere: perché è valida, divertente, certo. Ma c'è di più, qualcosa che va oltre i suoi meriti: forse la Georgia, quel Butler che ricorda il suo omonimo letterario e cinematografico, o il suo predecessore John Walcott. Forse per questo leggo con più piacere questa storia, al di là dei valori intrinseci? O forse semplicemente mi faccio troppe domande e dovrei solo accettare che il piacere, l'appagamento, non sono sempre proporzionali al valore?

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Non ho la minima idea del perchè Leo non ami Patagonia. Ma leggere questa discussione mi ha fatto riflettere sul perchè non lo ami io.

 

Prima di tutto, a scanso di equivoci, cosa vuol dire che "amo" una storia? Non è un giudizio di merito o di valore, è semplicemente una misura di quanto mi piaccia rileggerla, di quanto mi dispiacerebbe non averla più. Ci sono fumetti che riconosco essere di scarsa qualità che però ho letto da bambino che "amo" molto di più (e che ancora sfoglio quando passo davanti alla libreria) di capolavori del fumetto che però mi hanno lasciato più freddo (e che non ho mai più riletto). È una misura legata non tanto al giudizio estetico - critico, quanto ai gusti personali (e ai momenti in cui li abbiamo letti),

 

Dal punto di vista dei disegni, Patagonia è un capolavoro. Dal punto di vista dei testi, non è per me fra le migliori storie di borden (forse limitato dal fatto di lavorare su un dettagliato soggetto di Sergio Bonelli), ma è comunque più che ottima.  Qual è il problema?

 

Ce ne sono diversi, che sono sfaccettature diverse del problema alla base della storia, presente già nel soggetto: il motivo per cui è stata realizzata e la funzione che dovrebbe avere per il lettore.

 

.1) Patagonia è una storia più pedagogica che d'avventura. È stata scritta per raccontare ai lettori una tragedia della storia dei nativi sudamericani, quindi il suo scopo è informare più che intrattenere.  So questo tipo di storie con il tempo i miei gusti hanno fatto una virata di 180 gradi. Da adolescente e diciamo fino ai quaranta circa le cercavo, ne ho comprate e lette davvero tante, e le consideravo superiori a quelle di "mero intrattenimento". Poi un po' per volta ho cominciato a leggerle con sempre meno gusto, e spesso, con autori meno capaci, annoiandomi. Ho cominciato a capire quante di queste opere (non Patagonia, qui parlo del motivo dei cambiamenti dei miei gusti) avevano un tono condiscendente, e raccontavano visioni distorte o vere e proprie falsità, quante voleva "indottrinare" più che informare. E quanto si basavano sulla "forza" del fatto raccontato, per mascherare quanto poco "valore aggiunto" dessero storia e disegni. Mi sono reso sempre più conto che i grandi autori avventurosi in genere erano molto, molto più bravi di gran parte degli autori "didattici", e soprattutto avevano molto più rispetto del lettore, mettendosi al suo "servizio", non trattandolo come uno scolaretto ignorante a cui inculcare nozioni.

Certo, questo non vuol dire che non mi piacciano più i fumetti di divulgazione: semplicemente ora dò molta più importanza alle capacità di chi li realizza, voglio quel "valore aggiunto" dato dagli autori al mero fatto di cronaca, apprezzo di più i punti di vista personali con l'autore che si mette in mezzo (tipo Joe Sacco, che leggo ancora con piacere, o fra le opere del passato Maus, e per esempio ho trovato bellissima "Kobane Calling di Zerocalcare), mentre non sopporto più il tono paternalistico di chi vuole rifilarti la verità rivelata.

Insomma, per farla breve, complice anche la "moda" attuale che li ha fatti proliferare come le cavallette, i fumetti "didattici" in genere mi hanno rotto i coglioni, li sopporto solo se li fa gente davvero molto brava che ti tratta da pari a pari.

 

Beh, da questo punto di vista "Patagonia" gli autori bravi li ha, quindi non dovrebbe dare problemi, giusto? No., sbagliato. Perchè la mia antipatia attuale per le storie didattiche è solo il primo pezzo del puzzle.

 

2) Patagonia è una storia didattica che si traveste come storia di Tex. Oh, certo, lo fa BENISSIMO, Tex è lui, Kit è lui (sui personaggi in genere Boselli è una garanzia), Carson viene eliminato dalla storia in modo inelegante (bastava non mettercelo proprio, mica passa la vita attaccato a Tex, qualche momento libero ce l'avrà anche lui...), ma è un peccato per me trascurabile. Oltretutto, per quanto la Storia lo veda perdente (perchè persino Tex nulla può contro la Storia, quella con la S maiuscola, anche se comunque è riuscito a tenerla a bada abbastanza da dare ai Navajos un destino migliore e a non far morire per ora Cochise), è descritto comunque come un Tex eroico da cima a fondo.

Il problema non è Tex, è il mondo intorno. Hanno preso Tex e l'hanno spostato dal suo west da film western classico, nel mondo "reale", dove non potrebbe nemmeno esistere un personaggio simile, dove è pesce fuor d'acqua con i suoi ideali e dove non può che essere alla fine sconfitto.

È Tex, certo... ma non è una storia di Tex. È Tex usato per insegnarci un pezzo di storia, ed è questo l'obiettivo principale, il senso del soggetto di Sergio Bonelli (se siete curiosi, l'edizione Bao, che comunque ho preso per gustarmi al meglio gli splendidi disegni di Frisenda - che per me ormai da un bel po' ha largamente superato il suo maestro Milazzo - contiene il soggetto, così potete vedere cosa ha modificato Boselli). È un po' come i fumetti Marvel dove si vede il Dottor Destino piangere per i morti dell'11 settembre, metti un personaggio dei fumetti di fronte alla storia reale, e ne viene schiacciato.

Mentre Tex è, sin da quando lo leggevo da bambino, un mondo diverso da quello reale. Un mondo dove la giustizia esiste, i "buoni" vincono, i malvagi vengono puniti. un mondo quindi migliore di quello reale.

  • +1 1
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Ehm... Sarei curioso anch'io di vedere 'sto soggetto di Bonelli, dato che NON ESISTE...😁

 

Sergio aveva scritto il soggetto de I Ribelli di Cuba, mica questo!

 

Che ti sei sognato, Diablero?

 

In quanto alla diatriba su Patagonia, non è affatto una storia didascalica fatta per istruire (chissenefrega, ma ti pare? la falsa idea anche l'abbia ideata Sergio ti ha deviato pure qui), ma capisco quello che alcuni di voi "sentono", perché forse un poco poco lo sento anch'io. E una storia seria, drammatica, di quelle che alla fine vincono l'Oscar, ma in pubblico, quando mi facevano i complimenti, ho sempre risposto che era "ben prodotta", costruita attorno allo spunto e al disegnatore, un po' come Tex l'inesorabile. E questo è un punto di merito del mio lavoro di sceneggiatore ed editor, posso andarne fiero. Mi appunto la medaglia. Ma  in sé, come storia, sono persino più affezionato a storie minori che nessuno si fila come "La lunga pista", "Morte nella nebbia", "Huron", "Il grande fiume" (ho  apposta messo anche Zagor e Dampyr). Va sapere perchè. Inutile chiederselo. 

Modificato da borden
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14 minutes ago, borden said:

Ehm... Sarei curioso anch'io di vedere 'sto soggetto di Bonelli, dato che NON ESISTE...😁

 

Sergio aveva scritto il soggetto de I Ribelli di Cuba, mica questo!

 

Che ti sei sognato, Diablero?

 

Ehm, non avevo ancora preso il caffè, non ero ancora del tutto sveglio...  :ops:

 

No, Ok, a dirla tutta qui è un caso di pigrizia: ho il librone Bao in libreria, proprio qui davanti, mi sarebbe costato poco andare a controllare, e invece mi sono fidato della mia memoria (che alla mia età è una pessima abitudine). oltretutto quando sono uscite Patagonia e I Ribelli di Cuba non frequentavo forum Texiani e quindi non ho seguito all'epoca i retroscena...

 

Adesso ho controllato, e il soggetto effettivamente come ricordavo è presente, e non corrisponde al 100% con la storia, sempre come ricordavo. Solo che la didascalia indica "prima versione del soggetto di Patagonia, scritta da Mauro Boselli".   :ops:   :craniate:

 

(però, questa è la dimostrazione che per quanto abbia il cartonato a portata di mano... non lo rileggo da allora...  🙄 )

Modificato da Diablero
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"La lunga pista" per me è un vero e proprio gioiello, @borden. Lì sì che ci sono personaggi che sento vicini, con i quali riesco a soffrire ed emozionarmi (ma quanto è al tempo stesso forte e dolce Rose Clampett? Quanto è bello il rapporto che si crea fra il terzetto Tex, Rose e lo sceriffo avvocato?). Quindi, nonostante gli spettacolosi disegni di Frisenda da un punto di vista tecnico vincano a mani basse con quelli di un Letteri ormai anziano (ma io sono del parere che "La lunga pista" disegnata da altri non avrebbe avuto lo stesso impatto: chi altri sarebbe riuscito a disegnare una giovane vedova come Rose come una mezza ragazzina anziché come una donna precocemente invecchiata? Chi altri avrebbe dato a Tex la stessa grinta e la stessa credibilità nel fare da tutore al giovane avvocato?), nel mio gusto personale "La lunga pista" vince ampiamente "Patagonia". :D

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Dopo essermi adeguatamente cosparso il capo di cene (scusa ancora, borden  :inch: ) ho "indagato" per capire da dove nascesse l'errore (insomma, vorrei capire se sono solo smemorato o la permanenza in casa mi sta causando allucinazioni), e mi sono letto l'introduzione del volume Bao, questo thread e altri articoli. E mi sono un po' rinfrancato: niente allucinazioni, la mano di Sergio Bonelli c'era, come ricordavo, solo che dopo tanti anni senza riprendere in mano il volume quello spunto iniziale nella mia memoria si era trasformato in un soggetto completo (che mi ricordavo essere presente nel volume)

 

Tutto sommato, nonostante questa cantonata, rimango dell'opinione che avevo espresso, e a parte il correggere lo svarione, riscriverei di nuovo tutto. Nell'introduzione del volume racconti che il tutto nasce dai viaggi di Sergio, e dalla mappa scovata da Mario Faggella, e dici "quella mappa fu il germe della storia. Sergio mi chiamò e mi chiese di scrivere un avventura di Tex partendo da lì. E aggiunse anche che, trattando di quell'antico genocidio, Tex non avrebbe dovuto avere scrupoli nei suoi rapporti con i militari argentini"

 

Più avanti scrivi parlando di Frisenda "i suoi ispirati disegni insufflarono anima e pathos nella mia sceneggiatura, nata per caso e su commissione"  (non sto ricopiando questi passaggi che hai scritto per fare il pedante, ma perchè non tutti i forumisti probabilmente hanno il volume Bao).

 

Insomma, all'inizio almeno da parte di Sergio Bonelli che ti "commissiona" la storia, l'intento è pedagogico, raccontare ai lettori quell'antico stermino di cui non si parla mai. E la storia vede Tex infilato dentro la Storia, ed esserne sconfitto. Che sono i due motivi che citavo per cui non amo questa storia.

 

Il fatto che Tex sia una lettura "d'evasione" non lo vedo come un limite, non è "la fuga del disertore", ma è la fuga della libera fantasia dalla gabbia della realtà, ed è una delle cose che eleva la letteratura sopra il mero documentario.

 

 

  • +1 1
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io non ci trovo niente di male nel fatto che Tex perda, ne' che ogni tanto sia calato in un contesto piu realistico, appunto da, diciamo, "perdente", basta che succeda ogni tanto

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Tra l'altro, stavo pensando a una cosa: per fortuna Tex non viene tradotto in Argentina... o forse viene tradotto e non me lo ricordo?

No, perché per gli Argentini la conquista del desierto è ancora oggi una gloriosa pagina di storia nazionale, quindi non credo che sarebbero contenti di leggere un fumetto in cui questa impresa non è esattamente esaltata. Sarebbe qualcosa di paragonabile al Comandante Mark e al Grande Blek che, tradotti e pubblicati in Inghilterra, non ebbero inspiegabilmente successo. :D

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<span style="color:red;">18 minuti fa</span>, Diablero dice:

Insomma, all'inizio almeno da parte di Sergio Bonelli che ti "commissiona" la storia, l'intento è pedagogico, raccontare ai lettori quell'antico stermino di cui non si parla mai. E la storia vede Tex infilato dentro la Storia, ed esserne sconfitto. Che sono i due motivi che citavo per cui non amo questa storia.

Leggo sempre volentieri i tuoi commenti che sono sempre sensati e intelligenti e che spesso condivido, anche se sono "poco diplomatici".

Questa volta però, pur comprendendo le tue argomentazioni, non la vedo allo stesso modo.

Mi piacerebbe conoscere la tua opinione su "I protagonisti" di Albertarelli che, per la loro esatteza storica, sono considerati da molti, non solo pedagogici, ma anche noiosi.

Sinceramente non vedo alcun tentativo da parte di Boselli di inculcarci nozioni storiche e anche nessuna ostentazione di superiorità, soprattutto perché oggi è estremamente facile documentarsi e notare eventuali errori o libertà letterarie nel romanzare la Storia.

E non vedo neppure la sconfitta di Tex, tutt'altro.

Cosa deve fare un eroe per vincere?

Sconfiggere tutti i cattivi e salvare tutti i deboli e indifesi?

Andiamo, non siamo mica su Topolino!

La vittoria strepitosa (sì, sì, avete capito bene, ho detto proprio vittoria strepitosa) sta nell'aver resistito una settimana contro forze sovrastanti e meglio armate (tra l'altro, lo sapevate che le armi ai militari argentini le avevano fornite gli USA?) permettendo la fuga e la salvezza della maggior parte degli indios, donne, vecchi e bambini compresi.

Ad Alamo chi è stato lo sconfitto?

Alle Termopili chi è stato lo sconfitto?

Domande retoriche.

Santa Ana e Serse non solo persero molte più forze di quante ne avevano eliminate, ma persero soprattutto il tempo che gli avversari utilizzarono per vincere la guerra.

In Argentina non è quello che è successo, ma gli esempi rendono l'idea.

Tex qui, anche se naturalmente è una libertà letteraria, risulta vincitore.

Libertà letteraria perché tra gli indios, nella Storia, non ci fu alcun condottiero come Tex e gli indios si arresero o furono sterminati.

 

<span style="color:red;">10 minuti fa</span>, virgin dice:

Tra l'altro, stavo pensando a una cosa: per fortuna Tex non viene tradotto in Argentina... o forse viene tradotto e non me lo ricordo?

No, perché per gli Argentini la conquista del desierto è ancora oggi una gloriosa pagina di storia nazionale, quindi non credo che sarebbero contenti di leggere un fumetto in cui questa impresa non è esattamente esaltata. Sarebbe qualcosa di paragonabile al Comandante Mark e al Grande Blek che, tradotti e pubblicati in Inghilterra, non ebbero inspiegabilmente successo. :D

Vuoi dire che gli americani sono più intelligenti perché "Balla coi lupi", dove l'esercito americano ci fa la figura del pirla, ebbe un grande successo?

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Ma sì, sono convinto che, di base, c'è una "commissione" di Sergio da non tradire. Anche se il soggetto non c'è, anche se alla fine la storia è scritta nel mio stile, SO dove Sergio vuole arrivare e credo, anzi sono più che certo che di Patagonia fosse soddisfatto, perché c'è la tragedia e la sconfitta che per lui sono il massimo dell'epica romantica, come in alcune sue famose storie di Zagor e Mister No. Ho eseguito in quel modo, DOPO la morte di Sergio, anche la storia di Bad Hand Mackenzie. Perché mai avrei dovuto tradire l'input SOTTINTESO del mio amato editore? Ma niente intenti didascalici, prego, ti sbagli di grosso. lì c'è invece la tragedia, pseudorealistica più  della media texiana, ed elevata dalla diversa ambientazione che rende Tex più libero di comportarsi da ribelle, meno legato dalle sue stesse regole, più Zagor, Mister No, Blueberry e Sergente Kirk. QUESTA è l'idea forte.

 

Ma a me quelle storie PIACCIONO, quel tipo di visione mi piace e lo faccio volentieri. Sconfitta e tradimento alla Sergio di Giungla crudele sono anche in Gli Invincibili e in Cercatori di piste, create di mia sponte. Perciò non c'è affatto da cercare una mia freddezza di esecuzione. Quando Sergio (o Frediani) mi hanno regalato uno spunto minimo, la scintilla mi si è accesa come se lo spunto fosse mio, allo stesso modo. Sono davvero convinto che per col Texone Patagonia nessuno avrebbe potuto fare di meglio. In quel senso ho detto che l'ho "prodotto" bene, come Selznick per Via col vento. Solo che io l'ho  anche scritto e diretto. Ma la fierezza per perfezione tecnica in me ha prevalso, sia pur di poco, sulla passione creativa. E' come vedere una musica che tocca le corde giuste di molti e tu pensi: Bel lavoro! Ma in altri casi sai che il lavoro è anche migliore, ma non ha sortito lo stesso effetto...

Questo non toglie che io ci ho messo il medesimo entusiasmo. Si badi che per Cuba io avevo scritto un soggetto su commissione di Sergio, ma quegli elementi mancavano, lui  dunque l'ha gettato e mi ha dato il suo, scritto in una notte. Io ci  ho aggiunto la magia e l'ho sceneggiato. A me piace pure quello.

 

In ME, la freddezza non nasce dal fatto che la reputo inferiore, ma dalla (vera o falsa) modestia di chi pensa: okay, ora basta però...Troppa grazia, troppa attenzione e premi per questa...Esagerati!  E le altre storie? Quelle non se le fila nessuno?  Non c'è equilibrio.

 

Creo che la stessa lieve irritazione e per gli stessi motivi abbia colpito alcuni di voi, non perché Patagonia non sia ottima, lo è, ma perché davvero se ne è parlato troppo e troppa esposizione non fa bene a nulla.

Modificato da borden
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  • Sceriffi
<span style="color:red;">43 minuti fa</span>, borden dice:

Creo che la stessa lieve irritazione e per gli stessi motivi abbia colpito alcuni di voi, non perché Patagonia non sia ottima, lo è, ma perché davvero se ne è parlato troppo e troppa esposizione non fa bene a nulla.

 

Eh Borden, questo è quello che succede a scrivere ottime storie, poi la gente ne parla :lol:

 

A parte gli scherzi, capisco che di fronte a una produzione sterminata e di alto livello come la tua, quando il pubblico o la critica parlano sempre delle stesse due o tre storie dimenticando tutto il resto possa essere un po' irritante. Menzionavi qualche post fa "La lunga pista", che per me è una storia bellissima, ma nessuno la ricorda mai... Così come "Cercatori di piste", o tante altre che passano in secondo piano perché "Boselli è quello de Il passato di Carson, Gli invincibili e Patagonia".

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Letizia dice:

Vuoi dire che gli americani sono più intelligenti perché "Balla coi lupi", dove l'esercito americano ci fa la figura del pirla, ebbe un grande successo?

 

Quando mai avrei detto che gli Argentini sono stupidi, scusa?

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15 minuti fa, virgin dice:

 

Quando mai avrei detto che gli Argentini sono stupidi, scusa?

Quando mai ho detto che tu avresti detto (scusa il bisticcio di parole) che gli Argentini sono stupidi?

Caso mai, poiché è una mia considerazione, l'avrei detto io.

In effetti, considerare un genocidio come una gloriosa pagina di storia, non è proprio il massimo.

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Se io dico che gli Argentini fanno una cosa e tu ribatti: "Quindi secondo te chi fa il contrario è più intelligente?", sì, mi stai attribuendo un pensiero circa la supposta stupidità degli Argentini.

Gli Argentini considerano la conquista del desierto come una gloriosa pagina di storia perché è un momento fondamentale della loro storia e identità nazionale; l'elemento del genocidio nelle loro celebrazioni è, ovviamente, sottaciuto.

Non è che gli Argentini siano migliori o peggiori di chiunque; tutti fanno così. Noi, ad esempio, parliamo dei crimini nazisti nella Seconda Guerra Mondiale; poi quando parliamo di Dresda, di Tokyo, di Hiroshima e Nagasaki diciamo che furono cose terribili, ma ci guardiamo bene dal dipingere i responsabili statunitensi come criminali o da chiedere che siano processati. A seconda di quanto ti tocchino i fatti, di come tu li voglia interpretare, li guardi da una diversa prospettiva.

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3 hours ago, Letizia said:

Leggo sempre volentieri i tuoi commenti che sono sempre sensati e intelligenti e che spesso condivido, anche se sono "poco diplomatici".

Questa volta però, pur comprendendo le tue argomentazioni, non la vedo allo stesso modo.

 

Ma non è, come avevo ribadito, un giudizio sull'opera! Parlavo della mia reazione personale, ovvio che tu ne avrai una diversa, e ciascuno ne avrà una diversa ancora! 🙂

 

Anzi, è una spiegazione, o razionalizzazione, di una reazione che la precede. Cioè, non è che "non amo" Patagonia perchè mi sono imposto di non farmi piacere le storie con la Storia: è che mi accordo di "non amarla" e allora, a posteriori, mi cerco i motivi.

 

Se così è più chiaro, vado in ordine cronologico.

1) Giugno 2009, mi compro "Patagonia" e me lo leggo. Ammiro i disegni, non trovo nulla di sbagliato nella sceneggiatura, non mi ricordo ora se lo commentai all'epoca (credo di no, era il periodo in cui avevo praticamente smesso di postare) ma il commento sarebbe stato positivo, e il voto alto. Poi l'ho messo via in libreria e non l'ho più riletto.

2) Nel 2014 esce il volume Bao, lo compro e mi rileggo Patagonia. I disegni sono ancora più spettacolari. "Bello" mi dico, e poi lo metto in libreria. Questo addirittura nella libreria che ho di fronte al computer, dove tengo la roba che consulto, sfoglio o rileggo più spesso. Solo che non lo rileggo più.

 

Per mettere nel giusto contesto questi "non li rileggo più": io compro (compravo, ora ho calato molto) una quantità smodata di fumetti. Tantissimi regolarmente quando escono, più a volte blocchi interi da altri collezionisti. Non ho il tempo materiale di leggere tutto. Un buon numero di fumetti o libri che possiedo non è mai stato letto. La stragrande maggioranza è stata letta una volta e poi messa via (questa cosa che sto accumulando roba che non rileggo comunque sta iniziando a darmi fastidio, che senso ha occupare posto con cose che non rileggo? anche per questo ho ridotto molto gli acquisti, e ho iniziato a rivendere molte serie, quindi prima ancora che me lo facciate notare, sì è un problema ma lo sto risolvendo). E poca la roba che ho letto più di una volta, pochissima quella che rileggo spesso. Quindi il fatto di non essere stata riletta non mette Patagonia nella categoria "oh come lo odio", ma lo mette alla pari di gran parte dei fumetti che ho, compresi molti capolavori del fumetto mondiale. E in particolare, lo mette alla pari di gran parte degli altri Texoni, quasi tutti li ho letti una volta sola.

 

Ma, tanto per fare qualche esempio, quello di Villa l'avrò già riletto 4-5 volte, quello di Magnus non le conto più, idem i primi di Buzzelli e Zaniboni, e diversi altri. Quello della Zuccheri per fare un altro esempio recente l'ho riletto più volte. Perchè quello di Frisenda no, anche se come disegnatore è fra i migliori che la collana abbia pubblicato? Certo, di altri Texoni è chiarissimo il perchè non li abbia più letti (quelli di Kubert e Alessandrini per esempio hanno storie così irritanti che considero tempo sprecato averli letti già una volta), molti texoni non mi sono piaciuti o comunque per me non meritano una rilettura. Questo per me la merita. Ma non lo rileggo.

 

Ecco, questo è il dato di fatto. Non sento il desiderio di rileggere la storia. Anche poco fa, ho ripreso in mano il volume, ho letto l'introduzione... ma non ho sentito alcun desiderio di rileggermi parti del volume (ho solo riguardato la scena di Carson per verificare se altri utenti hanno ragione a dire che è out of character, e per me un po' lo è).

 

Il resto? Sono mie ipotesi. So che non ho mai amato molto le intrusioni della storia reale in Tex (e Zagor), e ultimamente ho perso molto interesse per le storie a scopo didattico (probabilmente anche perchè si sono moltiplicate in maniera abnorme, mentre è sempre più faticoso trovare storie d'avventura scritte bene), e mi sembrano possibili (anzi, probabili) cause di questa "mancanza d'amore" per la storia.

 

Borden ne propone un'altra, l'eccesso di lodi e il can can sulla storia. Come ho detto, stiamo parlando di reazioni personali, e quindi trovo ben comprensibile che vedere esaltata sempre la stessa storia (o le stesse 3-4) in trent'anni di carriera rompa abbastanza le scatole. E anch'io ho provato una certa reazione negativa all'eccesso di lodi su un opera (ma a me capita soprattutto sui film). Ma non credo che per me qui sia questo, dopotutto mi rileggo tranquillamente il Texone di Magnus che è ancora più esaltato...

 

3 hours ago, Letizia said:

Mi piacerebbe conoscere la tua opinione su "I protagonisti" di Albertarelli che, per la loro esatteza storica, sono considerati da molti, non solo pedagogici, ma anche noiosi.

 

Bella domanda. io all'epoca (non quando sono usciti - ero troppo piccolo - ma quando me li sono procurati, nei primi anni 80) me li sono letti con piacere, e mi è dispiaciuto che non avesse potuto farne di più. Adesso, come gran parte del materiale che ho acquistato in quegli anni, sono in una posizione difficilmente raggiungibile, dietro altre 2-3 file di libri più recenti, e quindi non li rileggo per motivi pratici. 

 

Come dicevo, il mio atteggiamento verso le storie "didattiche" è cambiato nel corso degli anni. Può darsi che oggi non mi piacerebbero più? Non lo so. Forse, ma non credo. Non credo anche perchè invece la Storia del West, dello stesso periodo, è in una posizione meglio raggiungibile e quelli me li rileggo con piacere (anche se capita di rado, sempre per questioni di tempo...). E mi ricordo che mi davano fastidio le storie con "Tex sconfitto dalla storia" di Nolitta, proprio circa nello stesso periodo in cui invece mi piacevano molto gli ultimi albi della Storia del West, o i Ken Parker, dove i protagonisti... venivano sconfitti dalla Storia.

 

Mi sta venendo in mente anche un altro caso, più recente, in cui l'intreccio fra Storia e Avventura in un fumetto Bonelli  mi è piaciuto: il ciclo della guerra delle Black Hills su Magico Vento. Lì Manfredi ha fatto una cosa abbastanza particolare, mentre dà "in fiction" i motivi per cui la storia è stata raccontata come lo è stata nei libri di storia, nel fumetto le cose avvengono a volte in maniera diversa, rendendo la trama più imprevedibile e meno legata alla mera riproposizione degli eventi storici. E ora che ci penso, è quello che ha fatto anche Boselli su Patagonia. Perchè la reazione è diversa? Non so, forse per il diverso protagonista? Quando Nizzi ha incrociato Tex e Custer, ho trovato l'effetto quasi soporifero, una storia pessima, ma era solo perchè era un Nizzi ormai in piena crisi? O anche perchè era Tex che faceva da spettatore inutile ad una storia in cui i veri protagonisti erano altri?

 

Boh, sto ragionandoci mentre scrivo, ma non è che abbia certezze assolute sui vari motivi per cui amo o no una storia (non sempre almeno, in certi casi è facile, so benissimo perchè non sopporto certe storie di Tex di Nolitta...)

 

3 hours ago, Letizia said:

Sinceramente non vedo alcun tentativo da parte di Boselli di inculcarci nozioni storiche e anche nessuna ostentazione di superiorità, soprattutto perché oggi è estremamente facile documentarsi e notare eventuali errori o libertà letterarie nel romanzare la Storia.

 

Ma non li ho visti nemmeno io, altrimenti avrei bocciato la storia! (e quando parlavo di quei difetti in molte storie didattiche, ho specificato che non parlavo di Patagonia)

 

3 hours ago, Letizia said:

E non vedo neppure la sconfitta di Tex, tutt'altro.

 

Beh, quella c'è, incontrovertibile: sono due fazioni in guerra, una perde, una vince, battaglie vinte o atti eroici individuali non cambiano il risultato finale, e la fazione per cui combatte Tex perde. Non può dire "la mia squadra ha perso ma io ho vinto"  :lol:

 

Ma ci sta, non pretendo che Tex sconfigga la Storia, non più di quanto pretenda che sconfigga la forza di gravità mettendosi a volare.  Quando mi lamento che nelle storie di Nizzi Tex viene sconfitto ogni singola fottuta volta, platealmente, come un piccione, da qualunque avversario, anche dai più mediocri, e che questo è accaduto per quasi vent'anni, sto parlando di un problema ben diverso dal "Tex non deve mai essere messo in difficoltà". Possibile che lo debba rispiegare ogni volta??? :craniate:

Davvero, mi sembra di dover spiegare sempre, ogni fottuta volta, che fra una goccia d'acqua e un alluvione c'è qualche piccola differenza, non sono la stessa cosa, con gente che mi dice seriamente con l'aria di aver trovato una fenomenale falla logica che dimostra che le alluvioni non esistono: "ma l'alluvione è fatta di gocce, anche il mio rubinetto perde, ma non fa disastri, perché non ti lamenti del mio rubinetto che perde come ti lamenti di un alluvione?"  🙄

 

 

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1 ora fa, virgin dice:

Se io dico che gli Argentini fanno una cosa e tu ribatti: "Quindi secondo te chi fa il contrario è più intelligente?", sì, mi stai attribuendo un pensiero circa la supposta stupidità degli Argentini.

Gli Argentini considerano la conquista del desierto come una gloriosa pagina di storia perché è un momento fondamentale della loro storia e identità nazionale; l'elemento del genocidio nelle loro celebrazioni è, ovviamente, sottaciuto.

Non è che gli Argentini siano migliori o peggiori di chiunque; tutti fanno così. Noi, ad esempio, parliamo dei crimini nazisti nella Seconda Guerra Mondiale; poi quando parliamo di Dresda, di Tokyo, di Hiroshima e Nagasaki diciamo che furono cose terribili, ma ci guardiamo bene dal dipingere i responsabili statunitensi come criminali o da chiedere che siano processati. A seconda di quanto ti tocchino i fatti, di come tu li voglia interpretare, li guardi da una diversa prospettiva.

Il fatto che ti ho attribuito un pensiero è una tua interpretazione dei fatti e non certo la mia.

Non voglio tirare in ballo il concetto di interpretazione autentica poiché  non è impossibile che in un'esposizione ci siano degli errori che inducano ad una interpretazione diversa da quella nelle intenzioni dell'espositore.

Detto questo, mi vergogno profondamente delle leggi razziali italiane del 1938.

Figuriamoci degli eventi da te citati, per i quali mi vergogno di appartenere alla razza umana.

Se poi fossi argentina, mi vergognerei profondamente, non solo de "La conquista de el desierto", ma anche del più recente regime che causò la "scomparsa" degli innumerevoli desaparecidos.

La fierezza nazionale sta da tutt'altra parte.

E la guerra ne è sempre estranea.

A meno che non sitratti di guerra calcistica: siamo tutti fieri delle battaglie del 1982 e del 2006 quando abbiamo vinto due "guerre" mondiali.

@Diablero, l'ho detto e lo ripeto, mi piacciono i tuoi commenti.

Stavolta, a parte il discoso della sconfitta, concordo su tutto.

Hai mai sentito parlare di una sconfitta che vale più di una vittoria?

Non voglio offendere la tua intelligenza con degli esempi pleonastici.

Ma io la considero una vittoria perché Tex si è dato un obiettivo da raggiungere e l'ha raggiunto.

E il suo obiettivo non era certo distruggere l'esercito argentino.

 

Ah, dimenticavo, un'altra cosa inesatta che hai detto.

La gravità non è una forza, ma rappresenta il modo in cui una massa curva lo spazio e lo spazio dice alla massa come curvare.

 

 

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27 minuti fa, Letizia dice:

Il fatto che ti ho attribuito un pensiero è una tua interpretazione dei fatti e non certo la mia.

 

Libera di avere interpretazioni; molto meno libera di pretendere che io ti creda. Chiudiamola qui, stiamo sporcando il topic per niente: i prossimi messaggi OT verranno cancellati.

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Just now, virgin dice:

 

Libera di avere interpretazioni stupide; molto meno libera di pretendere che io ti creda. Chiudiamola qui, stiamo sporcando il topic per niente: i prossimi messaggi OT verranno cancellati.

No che non la chiudo qui.

E questa volta non mi autosospendo di certo.

E ti meriti una lezione.

Come ti permetti di dire che le mie interpretazioni sono stupide?

Con chi ti credi di parlare?

Se non conosci l'educazione, ci sono tanti corsi, anche on line, in modo da non contravvenire alle attuali disposizioni sanitarie.

Sei liberissimo di non credermi, ma non sei certo libero di dire che mento.

Perciò chiedo l'intervento di un moderatore ed ESIGO le tue pubbliche scuse per le tue due offese perché non sono né stupida né bugiarda e, anche che lo fossi, tu non ti devi permettere di dirlo perché non sei un mio parente e neppure un mio amico.

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Letizia, tu non pretendi un bel niente, perché "stupide" se tu vedi era un lapsus (ti stavo rispondendo durante una videoriunione ed è passato dal discorso alla risposta), tanto che l'ho subito corretto e tolto.

Che tu abbia poi un atteggiamento manipolatorio e mandi in vacca le discussioni non sono certo io il primo a esperirlo qui dento: il tuo messaggio era insinuante e per giunta fuorviante e tutti lo possono vedere.

Io la chiudo qui, come ho detto (e come tu non hai capito, dato che continui). Lasceremo i messaggi visibili per qualche ora, poi li cancelleremo.

 

P.S.: il moderatore è già intervenuto. Lo ha fatto quando ti ha detto di non aver mai fatto allusioni sull'intelligenza di nessuno.

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8 minuti fa, virgin dice:

Letizia, tu non pretendi un bel niente, perché "stupide" se tu vedi era un lapsus (ti stavo rispondendo durante una videoriunione ed è passato dal discorso alla risposta), tanto che l'ho subito corretto e tolto.

Che tu abbia poi un atteggiamento manipolatorio e mandi in vacca le discussioni non sono certo io il primo a esperirlo qui dento: il tuo messaggio era insinuante e per giunta fuorviante e tutti lo possono vedere.

Io la chiudo qui, come ho detto (e come tu non hai capito, dato che continui). Lasceremo i messaggi visibili per qualche ora, poi li cancelleremo.

 

P.S.: il moderatore è già intervenuto. Lo ha fatto quando ti ha detto di non aver mai fatto allusioni sull'intelligenza di nessuno.

Cioè prima mi dai della stupida e poi cancelli l'offesa dicendo che era un lapsus?

Che vuol dire?

Che lo stavi pensando e l'hai scritto per errore?

Adesso capisco perchè dici che sono anche bugiarda.

Una persona corretta le scuse le avrebbe già fatte.

Io manipolo e mando in vacca?

Ipse dixit.

E che parlare forbito.

Modificato da Letizia
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Sì. Prova ne è che ho modificato il messaggio subito dopo averlo inviato.

E a questo punto mi viene una domanda: com'è che tu hai risposto ventitré minuti dopo a un messaggio che da almeno ventidue era stato modificato?

 

Vedi di darti una calmata, ragazza. Già abbiamo chiuso cento occhi dandoti seconde possibilità dopo mesi e decine di messaggi di puro spam autopromozionale e dopo litigate multiple. Aggredire un moderatore non è esattamente un modo per farti ben volere.

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Just now, virgin dice:

Sì. Prova ne è che ho modificato il messaggio subito dopo averlo inviato.

E a questo punto mi viene una domanda: com'è che tu hai risposto ventitré minuti dopo a un messaggio che da almeno ventidue era stato modificato?

Forse perché ho la sfera di cristallo o la macchina del tempo?

O forse magari l'ho letto e ho risposto dopo un po' perché sono lenta a scrivere?

Ma, se vai a vedere la tua citazione nel messaggio, l'aggettivo è stato immortalato.

Ti consiglio comunque di cancellare questi battibecchi: non ci fai certo una bella figura.

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