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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 23] Patagonia


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95 utenti hanno votato

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  • 1 mese dopo...

Un Texone tra i migliori di sempre, senza dubbio, nonché forse il più epico di tutti. Tex e Kit, affiatati forse come poche altre volte, si recano nell'opposto emisfero con l'intento di provare a far sì che l'avanzata della cosiddetta "civiltà" non comporti anche in Argentina gli stessi danni che ha ormai irreparabilmente causato nell'Ovest americano. Chiamati da un vecchio amico di Tex, il maggiore Mendoza, con il preciso obiettivo (insieme alla speranza) di assoggettare definitivamente le tribù ostili della Patagonia facendo le opportune distinzioni, ben presto gli eventi prendono una piega imprevista: il capo di stato maggiore, di posizioni moderate, viene a mancare sul più bello, e colui che gli subentra ordina guerra senza quartiere, e senza distinzioni tra indios ostili ed indios moderati. Tex e Mendoza, da amici quali sono sempre stati, si trovano improvvisamente uno contro l'altro: Aquila della Notte e Piccolo Falco, difatti, al momento decisivo non esitano un solo istante a disertare e mettersi dalla parte dei fieri indios della Patagonia (né più né meno, per inciso, di quanto il giovane Tex aveva fatto molti anni addietro in Florida), condividendone sofferenze e patimenti, tra una drammatica battaglia contro i militari argentini presso il Nido del Condor (citazione di derivazione dampyriana, forse?) ed un'altrettanto drammatica traversata delle Ande.

 

Da brividi, in tutto ciò, il commosso e commovente saluto dei due Willer prima della partenza della gran parte delle tribù riunite verso il Cile, dove il giovane Kit è incaricato di scortarle, mentre Tex ha la grande "opportunità" (rigorosamente tra virgolette, poiché certo ne avrebbe fatto a meno) di prendere parte attiva ad un vero e proprio scontro di civiltà, combattendo per il diritto di esistere di un popolo fiero ed irriducibile, del quale sembra far parte da sempre, uscendone vincitore non sul piano bellico ma su quello morale. Contestualmente, un'ulteriore lieta nota nel finale è data dal riavvicinamento tra lui e Mendoza, che ha l'occasione di dimostrarsi una volta per tutte un uomo d'onore e la sfrutta appieno.

 

Pazienza, dunque, se Boselli si è concesso qualche piccola licenza circa la storicità degli eventi che fanno da sfondo alla vicenda, se poi il risultato è una delle più avvincenti storie texiane di sempre, in più impreziosita dai disegni di un Maestro del fumetto come Pasquale Frisenda.

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  • 1 mese dopo...

Capolavoro, una storia magnificamente drammatica raccontata splendidamente e altrettanto ben illustrata. 

Tex esce dalla sua confort zone ed insieme a suo figlio Kit è protagonista di una storia simile, anche se più spietata, alle sue abituali ma con uno sfondo completamente nuovo, la pampa e il "desierto" argentino. 

Riccardo, maggiore dell'esercito argentino ma ex aiutante di Montales in Messico, chiama Tex in suo aiuto per risolvere le faide fra coloni e i vari indiani della Patagonia. I suoi saldi principi di onesta, amore per la patria e giustizia sono messi a dura prova durante questa storia. I suoi dubbi e le sue decisioni difficili sono molto ben descritti. Il rapporto di Kit Willer è Tex sono raccontati in modo quasi emozionante dall'ottimo Boselli. La scelta che Tex compie ad un certo punto della storia mi ha convinto appieno, dimostrando ancora una volta il suo senso di giustizia. 

Capitolo disegni decisamente all'altezza della storia, uno spettacolare uso di neri e ombreggiatura, drammaticità a massimi livelli che a volte sfiora l'horror. Proprio a voler essere pignoli non mi hanno convinto alcuni volti frontali di Tex e Kit mentre sono di un'espressivita esemplare quelli di Mendoza e degli indiani d'Argentina. Sontuosi alcune scene iniziali della fossa e dei vari fortini. 

Tirando le somme, al momento il mio Texone preferito (ne ho letti una ventina) che per mio gusto supera per media anche quelli di Magnus, Ortiz e De la Fuente. 

 

Soggetto e sceneggiatura 10

Disegni 9,5

 

 

  • +1 1
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  • 6 mesi dopo...

Allora....Riletta in questi giorni per la seconda volta. Quando la lessi per la prima volta nel 2018 mi piacque ritenendola una buona storia. Dopo tre anni mi devo ricredere...E' una grandissima storia.

I disegni di Frisenda sono spettacolari (già lo avevo apprezzato su Magico Vento), ambientazione, volti, oggetti. Veramente una gioia per gli occhi il malloppone cartonato.

Di Boselli cosa dire...Storia dal respiro epico. Mi sono emozionato in vari punti, ho "riflettuto" in vari punti e mi sono anche incazzato con Mendoza. Un vortice di emozioni mi ha colpito mentre leggevo queste pagine. Credo che in futuro rileggerò ancora una volta questa splendida pagina di letteratura con le nuvole.

Non ho letto i commenti precedenti, li leggerò dopo (come faccio sempre) ma senza dubbio questo Texone è in pole position per essere il mio preferito.

Sono un po' condizionato dal mio interesse per la cultura argentina. Uno dei miei scrittori preferiti è Osvaldo Soriano, seguo le partite di calcio dei club argentini, ho fatto per un anno tango, da cinque anni bevo il mate (è quando ho visto le vignette di Frisenda è stato sfizioso) e tifando Napoli c'è un argentino che ha scritto LA STORIA.

 

 

  • +1 1
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<span style="color:red">50 minuti fa</span>, valerio dice:

Una delle 5 storie più grandi di tutti i tempi Texiani.

Altrochè.

Eh sì... Dopo questa storia ho sul comodino una di Nizzi del centinaio 600. Non voglio essere prevenuto però credo che soffrirò...

:D

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<span style="color:red">56 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Eh sì... Dopo questa storia ho sul comodino una di Nizzi del centinaio 600. Non voglio essere prevenuto però credo che soffrirò...

:D

Come passare dai Genesis a una banda di strimpellatori che si esibisce alla sagra rionale della porchetta :P. Buona fortuna Diablo :D

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<span style="color:red">41 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Come passare dai Genesis a una banda di strimpellatori che si esibisce alla sagra rionale della porchetta :P. Buona fortuna Diablo :D

Beh, paragone non calzante.

E' come passare dai Genesis a un altro grande gruppo, purtroppo in disarmo.

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, valerio dice:

Beh, paragone non calzante.

E' come passare dai Genesis a un altro grande gruppo, purtroppo in disarmo.

Beh hai ragione Valerio, non volevo essere ingeneroso con Nizzi (credo che si conosca la mia posizione in merito) ma appena ho letto sesto centinaio mi è venuta subito in mente "Oltre il fiume" e di conseguenza il paragone "infelice". :D

 

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<span style="color:red">9 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Beh hai ragione Valerio, non volevo essere ingeneroso con Nizzi (credo che si conosca la mia posizione in merito) ma appena ho letto sesto centinaio mi è venuta subito in mente "Oltre il fiume" e di conseguenza il paragone "infelice". :D

 

Certamente.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Come passare dai Genesis a una banda di strimpellatori che si esibisce alla sagra rionale della porchetta :P. Buona fortuna Diablo :D

Scherzo...A me piace Nizzi, non sempre. Poi il paragone lo farei sempre tra formati simili (Texone Vs Texone).

Comunque ho cambiato idea e sto leggendo Ken Parker.

:D

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<span style="color:red">13 ore fa</span>, MacParland dice:

"Se non avessi letto Oltre il Fiume non avrei mai scritto La Divina Commedia" Durante Alighieri 1312 

Dante per passare "oltre il fiume" si è servito di Caronte; noi umili lettori, dello sgangherato Ukasi :D. Scusate l'umorismo da quattro soldi, anche perchè siamo palesemente OT. :P:D

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  • 1 mese dopo...

“Patagonia” è un’avventura in crescendo, fino a metà è una grande storia, poi, da quando Mendoza riceve i nuovi ordini per una resa incondizionata del capo Sayelque, diventa un capolavoro.

Da quel momento il ritmo degli avvenimenti aumenta, il tempo accelera, la situazione di Tex e degli indios è sempre più disperata, il senso di inevitabilità e di tragedia incombente si fa palpabile e salgono la suspense e la tensione, così come la rabbia del lettore di fronte alle ingiustizie e alla meschinità degli ufficiali guerrafondai.

Ogni scena è splendida, ogni dialogo sempre più preciso ed evocativo, la storia diventa epica ed eroica, e la tragedia di un popolo si mescola con la tragedia morale di un uomo: Ricardo Mendoza.

 

Se le scene madri in “Patagonia” abbondano, una delle più belle, su cui vale la pena soffermarsi, secondo me, è il dialogo tra Mendoza e Tex nella pampa sotto l’enorme, unico albero che si staglia in quella pianura sterminata. La luce del sole filtra dalle nubi scure e Frisenda riesce a conferire a tutta la sequenza un’atmosfera meravigliosa. I dialoghi non sono da meno.

“Sono in preda a una profonda angoscia, Tex”, dice Mendoza all’arrivo a cavallo dell’amico, “pensiamo di essere padroni del nostro destino e dei nostri gesti… e invece è il destino a compiere le sue scelte. Noi non possiamo far altro che prenderne atto.”

Mendoza ha lo sguardo amareggiato di chi è convinto che ormai la guerra è inevitabile e che i suoi sogni di pace sono svaniti nel nulla. Ma ancora di più ha lo sguardo triste di chi si sente costretto ad abbandonare i propri romantici ideali e deve abbracciare una più concreta realpolitik, di chi non è riuscito a rimanere fedele a se stesso.

Ma Tex lo incalza: “Nulla è inevitabile, Ricardo! Sayelque non scenderà sul sentiero di guerra se avrà la testa del responsabile.”

 

Mendoza però è sorpreso e dispiaciuto che Tex abbia preso contatti col nemico senza avvisarlo e questo sembra bruciargli più di tutto: Tex, il suo modello di vita, non si è fidato di lui, non l’ha avvertito. ”Forse temevi che non te l’avrei permesso. E’ così?”, dice a Tex con dispiacere. “Hai ragione. Non te lo avrei permesso. Sono un soldato.”

“Ma… tu sapevi come avrei agito!”, insiste Tex mettendolo di fronte alle sue contraddizioni.

“Anche su questo hai ragione. Lo sapevo!”, ammette Mendoza sconfortato, ancora una volta schiacciato dall’inevitabilità degli eventi.

Ma Tex, severo e giusto, gli viene però incontro, gli mette una mano sulla spalla: “Non è troppo tardi per sistemare le cose, amico… Dipende soltanto da te”

Mendoza controbatte: “Devo sottomettere gli indiani delle pampas… e se non lo farò io, lo farà qualcun altro…” (La tipica scusa dei militari.)

Tex è rigoroso sino in fondo: “E tu lascia che sia qualcun altro a macchiarsi di un crimine.”  Ma allo stesso tempo tende una mano all’amico in difficoltà. “E’ una decisione difficile ma io sarò al tuo fianco!”

 

Niente da fare. Mendoza ha già scelto: la patria, il dovere militare, e sotto sotto i pregiudizi culturali. “Non accetto il ricatto di un branco di selvaggi”, alla fine gli sfugge. Ormai l’uomo leale, onesto, di saldi principi morali, idealista (“che sente il bisogno di eroi da ammirare e venerare”, lo aveva descritto Tex a Kit fin dall’inizio, spiegando al figlio la differenza tra lui e Mendoza) ha lasciato il posto al patriota, al militare, all’uomo bianco.

L’idealista, di fronte alla realtà complessa e alla sfortuna, s’infrange e da ammiratore di Tex ne diventa il nemico. Perché solo Tex riesce sempre a  mantenersi fedele a se stesso.

 

Il bellissimo rapporto tra Tex e Mendoza è di fatto il filo conduttore di tutta la vicenda, fino all’epilogo in cui i due - entrambi stanchi e distrutti - si incontreranno al “Nido del Condor” e Mendoza salverò la vita a Tex chiedendogli però perdono, prima di separarsi definitivamente. “Mi dispiace, amigo! Mi dispiace di tutto!”

 

Be’, se non è un capolavoro assoluto “Patagonia” mi mangio il cappello!

Modificato da Poe
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  • Sceriffi
<span style="color:red">10 minuti fa</span>, borden dice:

Mendoza tornerà... in Tex Willer!

Visto che oggi è particolarmente generoso in quanto a notizie, chi la disegna? 

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In Tex Willer, insieme a Montales potrebbe tornare anche Nacho Gutierrez, visto in "Vendetta per Montales"  n. 579, dove si dice che avevano combattuto insieme da giovani. Chissà...

Modificato da Poe
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