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TWF - Tex Willer Forum

[438/440] Gli Invincibili


bressimar
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Riletta oggi(per la terza volta) attraverso il balenottero de Le Grandi Storie Bonelli...Cosa dire ancora? Un capolavoro...Ho avuto gli occhi lucidi alla fine.

Una storia a dir poco perfetta.

Il passato di Carson è sempre stata la mia preferita ma forse sta cambiando qualcosa.

Nella mia vita sono sempre stato combattuto...Ho due squadre del cuore (Napoli e Man United), due artisti preferiti (Springstee e i Pearl Jam), due registi preferiti (Inarritu e Nolan), due scrittori preferiti (Stephen King ed Osvaldo Soriano).

Ora ho anche due storie a fumetti preferite.😀

Come duo però c'è una certezza...Boselli + Marcello!!

 

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3 ore fa, Diablorojo82 dice:

Il passato di Carson è sempre stata la mia preferita ma forse sta cambiando qualcosa.

Ad ogni rilettura gli invincibili guadagna punti anche per me. Mi sa che il sorpasso è già avvenuto...chissà se momentaneo o meno.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Il Biondo dice:

Ad ogni rilettura gli invincibili guadagna punti anche per me. Mi sa che il sorpasso è già avvenuto...chissà se momentaneo o meno.

Tocca rileggere il Passato ora...😃

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Che dire: "Gli invincibili" e "Il passato di Carson" (a cui aggiungerei pure "Morte sul fiume " e "Gli eroi del Texas") sono autentici cult della saga. Episodi maiuscoli che hanno consacrato Mauro nell'Olimpo degli sceneggiatori del fumetto italico.

 

Rileggere simili capolavori è sempre un tuffo al cuore. 

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Che dire: "Gli invincibili" e "Il passato di Carson" (a cui aggiungerei pure "Morte sul fiume " e "Gli eroi del Texas") sono autentici cult della saga. Episodi maiuscoli che hanno consacrato Mauro nell'Olimpo degli sceneggiatori del fumetto italico.

 

Rileggere simili capolavori è sempre un tuffo al cuore. 

 

Non solo sottoscrivo in pieno la riflessione, ma mi permetto anche di aggiungere che anche l'autore grafico di tali capolavori, il compianto Carlo Raffaele Marcello, tramite essi ha raggiunto la propria consacrazione ;).

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<span style="color:red">15 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

Non solo sottoscrivo in pieno la riflessione, ma mi permetto anche di aggiungere che anche l'autore grafico di tali capolavori, il compianto Carlo Raffaele Marcello, tramite essi ha raggiunto la propria consacrazione ;).

Il contributo del compianto Marcello nella riuscita di queste stupende storie fu fondamentale e l'intesa con Boselli perfetta e proficua. Anche su Zagor non dimentichiamolo.

 

Episodi che ne decretarono indubbiamente la sua consacrazione texiana e la fama fra i lettori bonelliani, ma già all'epoca il disegnatore ligure aveva alle spalle quasi quarant'anni di onorata carriera, soprattutto nel panorama fumettistico estero.

Il suo ingaggio in Bonelli fu un bel colpo di Sergio e i risultati lo ripagarono ampiamente visto la mole di storie realizzate e l'affidabilità di resa.  Per non tacere della sua velocità, che gli permise proprio di essere affidato a Borden, formando così un duo preziosissimo su Tex e non solo. 

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<span style="color:red">22 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Tocca rileggere il Passato ora...😃

Farò questo sforzo;)

Però ho prestato gli albi della regolare...mi toccherà rileggerla sul cartonato a colori:D

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  • 1 anno dopo...

Questa storia è un capolavoro, la mia preferita. Prima della sua uscita compravo Tex in modo discontinuo, da lì in poi l'ho sempre acquistato e in pochi anni ho completato la collezione grazie a ristampe e a bancarelle girate per Roma.  Una storia Epica. La avrò riletta almeno 10 volte e mi scendono le lacrime in almeno 4 o 5 scene. I volti in cielo degli irlandesi nella pagina finale sono da brividi.

Insuperabile...

Adesso, Devil Pass dice:

Questa storia è un capolavoro, la mia preferita. Prima della sua uscita compravo Tex in modo discontinuo, da lì in poi l'ho sempre acquistato e in pochi anni ho completato la collezione grazie a ristampe e a bancarelle girate per Roma.  Una storia Epica. La avrò riletta almeno 10 volte e mi scendono le lacrime in almeno 4 o 5 scene. I volti in cielo degli irlandesi nella pagina finale sono da brividi.

Insuperabile...

 

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  • 7 mesi dopo...

Con ogni probabilità, trattasi della storia di Tex più adrenalinica di sempre, sia in termini di azione che soprattutto in termini di pathos e di emozioni che è in grado di trasmettere indistintamente ogni volta che si va a rileggerla, foss'anche la centesima volta, foss'anche che la si conosce ormai a memoria. Davvero difficile, praticamente impossibile, trovare difetti in una storia così ben curata nei minimi dettagli, una storia di ampio respiro in cui Boselli mescola sapientemente avvenimenti che poggiano sulla realtà storica ed elementi frutto della sua inventiva, in cui non si contano i momenti da pelle d'oca, una storia in cui Tex è assoluto protagonista senza per questo oscurare i suoi pards, canonici ed occasionali (su tutti un fantastico Kit Carson), oltremodo valorizzata dai superlativi disegni di un Maestro del fumetto quale era il compianto Carlo Raffaele Marcello che, con ogni probabilità, con questa prova raggiunse il suo apice artistico e creativo.

 

Boselli, come detto, sviluppa una trama al contempo ben delineata ma non poco complessa, che parte dalla vivace Galveston (teatro di un'epica scazzottata con riappacificazione finale tra irlandesi ed italiani, che ovviamente coinvolge anche i Nostri) per spostarsi poi sulla selvaggia Sierra Madre messicana. Tex, coadiuvato dai pards al gran completo (più l'erculeo e simpaticissimo Pat MacRyan, oltre al patriota irlandese Danny Moran, invero abbastanza impacciato), è sulle tracce di un gruppo di bandidos irlandesi sulle tracce del fantomatico tesoro dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo, un gruppo agguerrito e quanto mai eterogeneo: Clarence " Hutch" Hutchendider, amico d'infanzia di Tex; il leader Lonnie Halloran, deciso e granitico; Will Kelly, dotato di una singolare e sagace autoironia; Grady Watts, taciturno e gran tiratore; Pagan O'Leary, ex patriota caduto in disgrazia; Tommy Gunn, malmesso e pessimista; il sudanese Karim, solo in apparenza mite; ed infine Shane O'Donnell, ultimo acquisto della banda. Se Boselli compie un ottimo lavoro nel valorizzarli tutti, rimarcandone peculiarità ed aspetti contraddittori, possiamo affermare senza esitazioni che con Shane O'Donnell rasenta il capolavoro, elevandolo di fatto ad autentico coprotagonista della storia: personaggio sotto molti aspetti ambiguo, dotato di un grande senso dell'amicizia ma al tempo stesso capace di prendere decisioni anche "forti" (che lo mettono a volte in cattiva luce), fervente patriota caduto in disgrazia e formidabile uomo d'azione, entra nella banda apparentemente per desiderio di arricchire sé stesso ed il losco socio Gutierrez, in realtà per destinare il tesoro alla causa feniana.

 

Non che i Nostri fungano da semplici comparse, tutt'altro: non è anzi un'eresia sostenere che Tex, probabilmente, riesce ad ergersi come poche altre volte a protagonista e deus ex machina della vicenda: sempre in grado di mantenere la lucidità e di prendere la decisione giusta, alternando sfacciataggine e diplomazia alla più autentica temerarietà, coordina e guida alla perfezione i suoi pards, che dal canto loro non si limitano al compitino di sparring partners, ma anzi riescono tutti a trovare il proprio momento di gloria nell'epica battaglia decisiva presso il covo di Carrasco. Note di particolare merito per Kit Carson, sempre sul pezzo e pronto ad approfittare di qualsiasi errore del nemico (vedasi quando, nel bel mezzo della lotta, riesce ad impadronirsi temporaneamente della Gatling), e per Pat MacRyan, come sempre generosissimo, al punto da rischiare la vita senza esitazione per interrompere la tortura a suon di frustate nella schiena del malcapitato Karim.

 

Ma la battaglia presso il covo del sedicente generalissimo Carrasco, ove tutti i componenti della banda oltre alla gloria trovano anche la morte (ad eccezione di Shane, Hutch e Karim), è solo una delle tante sequenze memorabili che si possono gustare lungo i tre albi della storia, e forse per assurdo neanche la più densa di pathos. Difficile, in verità, stabilire quale sia il momento più emozionante nell'arco di queste 330 pagine: per quanto mi riguarda, credo che sarò eternamente indeciso tra il prologo de facto, ovvero la morte di Shane per mano di Gutierrez e del vile traditore Danny Moran in quel di Tampico, a poche ore dalla partenza della nave con cui avrebbero dovuto ricondurre parte dell'oro di Massimiliano in Irlanda, o le ultimissime pagine, in cui un Hutch ormai sistematosi in un ranch nella valle del Pecos rievoca gli epici momenti vissuti insieme a Tex ed ai compagni della banda, i cui volti immagina di rivedere in cielo nell'ultima vignetta, da brividi lungo la schiena, capolavoro nel capolavoro di Marcello.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, juanraza85 dice:

Note di particolare merito per Kit Carson, sempre sul pezzo e pronto ad approfittare di qualsiasi errore del nemico (vedasi quando, nel bel mezzo della lotta, riesce ad impadronirsi temporaneamente della Gatling),

 

Come il vecchio William Holden nella battaglia di Bloody Porch

 

William Holden mans Browning M1917 machine gun The Wild Bunch 8x10 inch  photo - Moviemarket

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4 hours ago, Magic Wind said:

 

Come il vecchio William Holden nella battaglia di Bloody Porch

 

William Holden mans Browning M1917 machine gun The Wild Bunch 8x10 inch  photo - Moviemarket

L'ispirazione a "The Wild Bunch" è palese, basta vedere anche la copertina del primo albo...

 

Di solito apprezzo poco queste "citazioni", ma qui Boselli lo fa "alla vecchia maniera", come già avvenuto in storie come Il Tranello in passato: senza fastidiose "strizzatine d'occhio", senza piegare i personaggi alla voglia di "citare" (come ha fatto Recchioni trasformando il fratello di Tex in un pistolero per citare "Cane di Paglia"): questa è una storia di Tex che cita The Wild Bunch, ma rimane prima di tutto una storia di Tex. E che è perfettamente godibile anche se non vedi nessuna delle cuitazioni, perchè non ti lascia l'impressione che stia facendo riferimento a qualcosa che non hai visto...

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Il mucchio selvaggio non c'è solo nella  scena finale, ma anche nella sequenza, drammatica e bellissima, della processione di sangue. Sono omaggi ma al contempo sono scene perfettamente incastonate nella storia, non sterili rimandi ma momenti centrali delle vicende narrate. 

 

E' una sceneggiatura ricca di rimandi: coglie elementi dalla Storia, dalla letteratura, dal cinema e li mescola in una vicenda raccontata in maniera semplicemente entusiasmante. Pensate che gli Invincibili sono esistiti davvero, davvero hanno assaltato il cellulare e davvero hanno ucciso un poliziotto. È tratta dalla Storia anche la successiva fuga verso la ferrovia nonché l'assassinio politico, narrato poche pagine dopo, di Lord Cavendish, a seguito del quale Boselli fa fuggire Shane verso l'America.

 

Per l'assassinio del poliziotto, inoltre, furono condannati a morte - pare - alcuni uomini che forse non avevano commesso il fatto, mentre il principale colpevole riuscì a fuggire. Mi è sempre piaciuto pensare che quegli uomini fossero tanti Danny Moran, che magari avranno maledetto, in punto di morte, il loro Shane, colui che nella realtà li ha abbandonati. Mi piace pensare che Boselli abbia attinto anche da questa circostanza per tratteggiare il personaggio di Danny, traditore per un senso di rivalsa nei confronti di Shane ma in definitiva vittima della sua codardia. 

 

Per me questa resta la storia più bella della saga. Dopo Il Passato di Carson.

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Il 28/2/2024 at 21:49, Leo dice:

Il mucchio selvaggio non c'è solo nella  scena finale, ma anche nella sequenza, drammatica e bellissima, della processione di sangue. Sono omaggi ma al contempo sono scene perfettamente incastonate nella storia, non sterili rimandi ma momenti centrali delle vicende narrate. 

 

Boselli, però, non è mai stato così apertamente "citazionistico" (al limite cita i classici letterari, raramente i film) e nemmeno così iper-violento. Io all'epoca mi ero fatto l'idea che in questa storia ci fosse stato anche lo zampino di Maurizio Colombo (all'epoca Boselli e Colombo collaboravano su Zagor - ad esempio con lo speciale Anima nera, altra storia molto violenta - e ovviamente su Dampyr, che sarebbe nato di lì a poco). Anche I sette assassini è un'altra storia che mi aveva dato questa impressione, lo stile mi ricordava quello delle storie scritte in collaborazione dai due. Ovviamente si tratta solo di mie congetture ...

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Per me lo spirito di Bloody Sam gli aveva temporaneamente rubato il corpo... tipo Mefisto/Narbas!

 

Nel caso specifico però i risultati di tale operazione sono stati eccellenti...

Modificato da cuervojones
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Magic Wind dice:

 

Boselli, però, non è mai stato così apertamente "citazionistico" (al limite cita i classici letterari, raramente i film) e nemmeno così iper-violento. Io all'epoca mi ero fatto l'idea che in questa storia ci fosse stato anche lo zampino di Maurizio Colombo (all'epoca Boselli e Colombo collaboravano su Zagor - ad esempio con lo speciale Anima nera, altra storia molto violenta - e ovviamente su Dampyr, che sarebbe nato di lì a poco). Anche I sette assassini è un'altra storia che mi aveva dato questa impressione, lo stile mi ricordava quello delle storie scritte in collaborazione dai due. Ovviamente si tratta solo di mie congetture ...

 

La storia è interamente di Boselli. L'ho intervistato anni fa su questa avventura e gli ho fatto presente che lo sparo al ragazzino in processione era una scena inconsueta per la sua carica di violenza. Lui mi rispose che il ragazzino era solo stato ferito (ma in realtà dalla vignetta non si evince questo, glielo dissi anche) e che comunque la scena (che per me come ho già detto è bellissima) andava contestualizzata. In quell'intervista gli chiesi pure cosa ne pensasse dei terroristi politici alla Shane (che in patria aveva ucciso poliziotti e uomini politici) e lui mi rispose che anche Michael Collins e Mazzini adottavano metodi terroristici, ma sono stati eroi per la libertà delle rispettive patrie. 

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<span style="color:red">17 minuti fa</span>, Leo dice:

In quell'intervista gli chiesi pure cosa ne pensasse dei terroristi politici alla Shane (che in patria aveva ucciso poliziotti e uomini politici) e lui mi rispose che anche Michael Collins e Mazzini adottavano metodi terroristici, ma sono stati eroi per la libertà delle rispettive patrie. 

 

Le azioni di chiunque abbia lasciato un segno del proprio passaggio nella storia si prestano a varie chiavi interpretative. E del resto, a mio avviso, il fascino della figura di Shane O'Donnell risiede principalmente nella sua contraddittorietà, oltre che nel suo modo contorto di agire; fosse stato al contrario meglio inquadrabile e delineabile sotto il profilo psicologico e caratteriale, secondo me non avrebbe avuto altrettanta presa sui lettori di Tex.

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43 minuti fa, Leo dice:

In quell'intervista gli chiesi pure cosa ne pensasse dei terroristi politici alla Shane (che in patria aveva ucciso poliziotti e uomini politici) e lui mi rispose che anche Michael Collins e Mazzini adottavano metodi terroristici, ma sono stati eroi per la libertà delle rispettive patrie. 

 

Che è la stessa risposta, con i medesimi esempi, fornita da Craxi illo tempore quando gli si rimproveravano le sue simpatie per Arafat. Andreotti, più sobriamente, diceva: "Fossi nato in un campo profughi in Giordania, sarei diventato un terrorista anch'io"; Cossiga si limitava a dire che definire Arafat un terrorista fosse una bestialità.

Pentapartitico e basatissimo Borden.

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  • 3 settimane dopo...
Il 1/3/2024 at 14:39, virgin dice:

 

Che è la stessa risposta, con i medesimi esempi, fornita da Craxi illo tempore quando gli si rimproveravano le sue simpatie per Arafat. Andreotti, più sobriamente, diceva: "Fossi nato in un campo profughi in Giordania, sarei diventato un terrorista anch'io"; Cossiga si limitava a dire che definire Arafat un terrorista fosse una bestialità.

Pentapartitico e basatissimo Borden.

Vero.

Comunque, pur apprezzando Shane

-e non Danny, il traditore!- trovai la storia troppo violenta, bella intendiamoci, ma sopra le righe=>

 

(anche se non quanto il Kit Willer che si rassegna ad assistere a un linciaggio in Messico🤔😑☹️😭😭)

 

=>: lieto però di venir sapere da @Leo che il ragazzo sia stato "solo ferito", ne sarà lieta pure sua madre!😄.

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