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TWF - Tex Willer Forum

[585/586] La Grande Sete


Sam Stone
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Voto alla storia  

67 utenti hanno votato

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Bella storia ben scritta, con un sacco di personaggi ben sviluppati e ben intrecciati tra loro, ci sono un po' di elemnti che stonano, possibile che il cattivone cosi' furbo abbia scelto un segretario cosi' stupidino???il fondatore della citta' e' realmente uno dei primi tossici della storia???i disegni bellissimi come sempre specie le scene notturne!!

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  • 2 settimane dopo...

Jack Swilling è stato davvero il fondatore di Phoenix, ed era altrettanto vero che assumeva regolarmente massicce dosi di alcool e morfina per lenire il dolore provocato da vecchie ferite. Passando alla storia in esame, devo ammettere di non averla apprezzata molto alla prima lettura, ma di averla parecchio rivalutata dopo averla letta di nuovo. La trama è molto ben costruita, e soprattutto chiara nello spiegare i giochi politici ed economici che facevano da ago della bilancia della questione. Lansdale non mi è sembrato, in definitiva, un avversario particolarmente pericoloso, anzi l'ho trovato abbastanza cagasotto di fronte a Tex e Carson, mentre non so se provare pietà o disprezzo nei confronti di quel mollusco del suo viscido e imbranato galoppino. Simpatica invece la traposizione di Swilling, un uomo dal carattere fragile ma moralmente integerrimo. L'unica cosa che un po' mi ha fatto storcere il naso è stata l'interruzione di quella sorta di continuity riguardante Phoenix, del resto già verificatasi nell'ultimo scontro con Mefisto, ossia l'assenza dello sceriffo Will Patterson, abituale comprimario dei pards nelle loro avventure in quella città. Visto che lo sceriffo (corrotto) presente stavolta ha fatto un'unica fuggevole comparsata nel primo numero, valeva davvero la pena cambiarlo?Comunque, 8 sia alla sceneggiatura che ai disegni di Civitelli, una piacevole conferma.

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  • 1 mese dopo...

L'unica cosa che un po' mi ha fatto storcere il naso è stata l'interruzione di quella sorta di continuity riguardante Phoenix, del resto già verificatasi nell'ultimo scontro con Mefisto, ossia l'assenza dello sceriffo Will Patterson, abituale comprimario dei pards nelle loro avventure in quella città. Visto che lo sceriffo (corrotto) presente stavolta ha fatto un'unica fuggevole comparsata nel primo numero, valeva davvero la pena cambiarlo?

Il problema è che all'epoca non c'era una vera supervisione, nessuno controllava preventivamente le sceneggiature e nessuno avvisava lo sceneggiatore di turno che lo sceriffo di Phoenix era Will Patterson piuttosto che un altro. Oggi questo inconveniente non si dovrebbe più verificare data la supervisione di Boselli.
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  • 2 settimane dopo...

COMMENTO CHE PUO CONTENERE SPOILER


Storia sia classica che con le sue caratteristiche distanti e particolari.

Qui si trova ciò che un po' ci si aspetta da una storia di Tex: i pards in aizone, il cattivo che vede tutto nell'ottica del denaro e che tiene in soggezione il paese, gli scontri a fuoco...

Ciò che un po' la distingue è l'insolita attenzione ai giochi politici con cui Tex e anche i contadini ragionano la costituzione: tutto un sistema di favoritismi e gioco di parti; se non becchi la parte conveniente sei fuori.
Non sorprende che i contadini siano così diffidenti persino verso i Rangers (sebbene sappiamo benissimo che non si può dubitare di loro). Da una parte ci sono i contadini violenti, guidati da Bold (che sembra proprio che zappare la terra non faccia per lui): in questa parte ci sono i contadini, o che desiderano sfogarsi sui Pima che possono essere colpiti, oppure quelli troppo deboli e paurosi per opporsi. Dall'altra parte ci sono i contadini che non vogliono perdere in tempo in violenze oppure preferiscono stare in disparte per vedere come finisce. Quest'ultimo atteggiamento è quello che prevale fra loro: del governatore non si fidano neanche tanto e quindi sono propensi a rivolgersi a Lansdale. Ovviamente è lui che ci guadagna più di tutti perchè attraverso le varie circostanze, e l'unico che non ci rimette perchè il suo dominio sull'acqua si ampia sempre di più, grazie anche alle dovute conoscenze.
Lansdale è il tipico potente del paese ed è anche fra quelli che se ne vogliono stare sempre ben comodi ( basta vedere la sua trippa); questo però non ne fa un individuo del tutto da sottovalutare, visto la freddezza e il cinismo che mostra nel sbarazzarsi sia del galoppino Basil che del suo killer. Se uno gli manca di rispetto deve pagare, anche a costo di farlo di persona. Si conferma così anche nella sua fine, quando tenta di far saltare tutti in aria (Rangers, contadini, Pima, governatore): una bella tentazione di sbarazzarsi di tutti i nemici in un colpo solo, anche se gli coster? una fortuna. Peccato per lui che sia caschi nella trappola dei rangers: in effetti è piuttosto cinica anche per loro la maniera con cui si sbarazzano di lui; lo stesso Tex sembra come giustificarsi quando si spiega il perchè quella soluzione fosse da adottare.

Il governatore rappresenta il tipico politico borioso e pieno di promesse: basta vedere la logica con cui ragiona, cioè conquistare la fiducia del popolo per ottenere il maggior numero di voti. Non sono neanche tanto sicuro che la distruzione di una diga basti a frenare la speculazione delle compagnie, anche se il principale capoccione (Lansdale) sparisce. Il governatore si assume l'impegno di distribuire meglio l'acqua anche se già si prepara le giustifiche ("La legge è complessa"). I moniti di Tex al governatore, sull'arginare le violenze con leggi più semplici ed efficaci, magari potranno essere ciò che ci vuole per smuovere la situazione; dato che si tratta di una storia di Tex si da per sicuro il lieto fine.

L'unico neo rimane in effetti la tossicodipendenza del fondatore della città. Interessante come idea ma visto che viene risolta con poco e diventa così inutile ai fini della trama.


Sui disegni di Civitelli, non c'è niente da dire, visto che sono sempre una garanzia. Chje il suo stile piaccia o meno è solo una questione di gusti.


VOTO: 8 e mezzo

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Bella storia ben scritta, con un sacco di personaggi ben sviluppati e ben intrecciati tra loro, ci sono un po' di elementi che stonano, possibile che il cattivone cosi' furbo abbia scelto un segretario cosi' stupidino???il fondatore della citta' e' realmente uno dei primi tossici della storia???

Beh, Lansdale aveva bisogno di un segretarucolo da strapazzo, di un galoppino (come viene appunto citato nella storia), di un tirapiedi che eseguisse i suoi ordini senza fare troppe obiezioni, segregato dalla paura di fare una brutta fine... :deserto Quanto al fondatore della città, risponde a verità che Swilling sia stato per un buon periodo tossicodipendente, forse il primo nella saga texiana, ma non nella storia... A parte questo , devo dire che la storia mi era piaciuta tantissimo (credo proprio che andr? a riguardarmela), sia perchè Manfredi ha mostrato un Tex tosto e implacabile e un Carson meno brontolone del solito, sia per la quasi ottima recitazione e il ruolo dei personaggi, sia per la trama e l'argomentazione della storia, che è per certi versi ecologista e tratta dei temi attuali (la mancanza, le crisi e le guerre per l'acqua). :trapper: Niente da dire per i disegni di Civitelli, che ha realizzato delle inquadrature e delle scene fantastiche, come l'agguato al vecchio pueblo, o l'esplosione e la distruzione della diga. Sono ansioso di avere tra le mani il suo Color Tex ... _ahsisi
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  • 6 anni dopo...

Tex fa politica?

 

La risposta è no, se per fare politica si intende appoggiare uno dei partiti che si contendevano il potere negli Stati Uniti della seconda metà del XIX secolo o che brigano per governare nell'Italia in cui viene pubblicato il fumetto. Tex, è ben noto, non sopporta i "politicanti".

Ma se si intende la politica nel suo significato più nobile, quale interesse per i bisogni della collettività, la risposta è senza dubbio positiva. Tex difende gli oppressi, non sopporta le discriminazioni, persegue la giustizia anche - e forse soprattutto - quando non coincide con la legge.

 

Non può sorprendere, dunque, che Tex affermi con forza: l'acqua è di tutti!

 

La storia, che affronta una tematica attuale nel XIX Secolo, ma che si manifesta con tutta la sua urgenza in questi primi anni del XXI Secolo, è molto coinvolgente, anche se a una rilettura evidenza alcuni buchi logici, già sottolineati: perché Lansdale scatena il putiferio proprio quando aveva il suo motto avrebbe dovuto essere Quieta non movere? Come fa Hawks a prevedere che Terx e Carson si sbarazzeranno di tutti i loro avversari e rincorreranno Lansdale sino alla Casa Grande? Non hanno pensato, Tex e Carson, che far saltare in aria la diga avrebbe potuto determinare la morte di chi - colpevole o innocente - vi si fosse trovato sopra al momento del botto? E poi, non è da Tex sottrarsi alle responsabilità e far ricadere la colpa dell'esplosione della diga su un'altra persona, per quanto si trattasse di una carogna ormai spedita a spalare carbone presso Messer Belzebù.

 

In ogni caso, non ci si annoia a leggere La Grande Sete. Merito anche dei splendidi disegni di Civitelli. L'unica pecca, è la loro eccessiva pulizia: anche quando l'artista è chiamato a raffigurare un assolato e polverso deserto, i nostri pard appaiono lindi e ordinati come due fanciulle che si recano alla festa del Paese!

 

 

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Ciao

 

Lansdale decide di far esplodere la diga perchè ormai aveva capito di avere tutti contro, quindi l'unica cosa che poteva fare per liberarsene ed evitare la galera era farli saltare tutti in aria. Era un gesto disperato.

 

Credo che Tex e Carson prima di attuare il loro piano si siano assicurati che sulla diga ci fosse solo Lansdale, infatti dice all'ingegnere "appena piazzato il detonatore raggiungeteci subito!"

 

Non credo che Kawks abbia previsto tutto questo... secondo me aveva semplicemente tenuto l'esplosione di casa grande come ultimo asso nella manica.

 

E' vero, Tex è sfuggito a questa responsabilità accollandola a una carogna... ma è vero che, per perseguire i suoi ideali di giustizia, Tex a volte fa qualche piccola eccezzione alle sue regole.

 

Piuttosto io ho un'altra domanda: ma con tutto lo spazio che hai, gli esplosivi di riserva me li custodisci proprio all'interno della diga? :D

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Dopo un buon primo albo, la storia si perde nel secondo, regalandoci uno dei finali più mosci dell'intera saga.
Se devo essere sincero, non mi é piaciuta molto neanche la caratterizzazione di Tex, se vogliamo paragonarla a quella data da GLB.
Comunque, nel complesso, ben al di sopra della sufficienza.
Voto alla storia: 6,8
Voto ai disegni: 8

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  • 11 mesi dopo...

Appena Gianfranco Manfredi approdò su Tex, fui molto contento. Già da anni apprezzavo il suo stile originale su Dylan Dog e Magico Vento. Il “battesimo del fuoco” sul maxi mi convinse parecchio e l’attesa di vederlo alle prese con la regolare era alta. Non ho mai nascosto la mia stima nei suoi confronti: artista eclettico, dalle idee chiare e mai banale. Il debutto sulla serie non tradì la sua originalità, perché è indubbio che si approcciò al personaggio senza grossi timori riverenziali e già dall’insolito ma avvincente soggetto, si scorse la sua notevole personalità artistica. L’idea di costruire la trama sulla guerra dell’acqua, preziosa più dell’oro negli aridi campi dell’Arizona, non è affatto male e pure l’intreccio è ben costruito. La prima impressione leggendo la storia è quella di un realismo insolito su Tex, con i giochi politici a muovere le fila. Il losco Lansdale è il tipico affarista spietato che non esita ad assetare i contadini della contea, pur di arricchirsi e abilissimo a scatenare una triste guerra fra poveri per allontanare da sé i sospetti. Un ladrone in guanti bianchi che sfrutta i cavilli legali per danneggiare il prossimo e imbottire il portafoglio e con un metro di pelo sullo stomaco, visto la semplicità con cui si libera dei suoi sottoposti. Il primo albo è decisamente buono, ma purtroppo la storia si sgonfia parecchio nella seconda parte, appesantita da dialoghi un tantino verbosi e da un epilogo un po’ arruffato. Già l’agguato organizzato da Lansdale al vecchio pueblo, lascia un po’ interdetti: troppo superficialità quella mostrata dai banditi che lasciano tracce visibili del loro passaggio, dando conferma ai nostri che Lansdale non è giunto solo nel luogo dell’appuntamento, per non parlare della figura di pivello che fa uno dei killer prezzolati che si fa tradire dalla sua ombra. Un po’ nebulosa pure l’idea di Hawks, che si definisce un asso in una battuta col suo principale, ma si assiepa nella casa grande minata da gran codardo e fallisce in pieno nonostante la grossa quantità di dinamite. Un asso che si rivela una vera scartina quando dà le spalle al villain dopo essere stato pagato, facendosi freddare come l’ultimo degli idioti. La scena finale con la protesta dei Pima e i contadini, che su consiglio di Tex e Swilling (personaggio storico ben tratteggiato dall’autore) finalmente seppellisco fra loro l’ascia di guerra e concentrano le loro mire contro il comune nemico e la successiva distruzione della diga è molto effervescente, ma alquanto discutibile. In effetti è vero che Lansdale sia una carogna e tale si dimostra fino alla fine, visto che vedendosi perduto non esita a voler far saltare in aria governatore e nemici, ma suona strano che Tex agisca in modo così subdolo, predisponendo con cinismo l’inevitabile fine del villain. In effetti, oltre alla forzatura degli esplosivi di scorta assiepati dentro la diga, è assurdo che il nostro rischi di creare una strage di persone innocenti con una tale scelta azzardata. Un’azione più da Diabolik che da ranger. Debutto in chiaro scuro di Manfredi che sembra presagire il suo contributo sulla saga, alquanto altalenante; come già accennato altrove, non mettendo minimamente in dubbio la sua qualità, deduco che il suo andamento sia dovuto a una scarsa affinità col personaggio. Pure la mancata continuità con lo sceriffo di Phoenix, fatta notare in precedenza forse è dovuta a una non completa conoscenza delle tappe passate, anche se un minimo di editing avrebbe permesso di colmare la lacuna. Fortunatamente al giorno d’oggi, per la gioia dei lettori esigenti, con Borden curatore questi aspetti non sono più secondari. Davvero innovativa e divertente la scena della tintura, con l’esilarante battuta di Tex che fa notare a Lansdale che “sta sudando catrame”:D. D’altronde con le parole Manfredi ci ha sempre saputo fare, sia nelle sceneggiature che nelle canzoni. Piccolo aneddoto OT che forse può interessarvi poco: appena finito di rileggere “La grande sete”, ho messo su l’album “Passpartù” della Pfm per godermi la band italica che adoro, ma anche i testi particolari di Gianfranco in quell’occasione paroliere per Di Cioccio e company. Civitelli sempre superlativo; il tipico caso di disegnatore che basta da solo a innalzare il valore di una sceneggiatura. L’agguato al vecchio pueblo, se da un lato non brilla per l’inconsistenza dei banditi, dal punto di vista grafico è un piccolo gioiello, con due tavole in particolare che, esulando dalla tradizionale gabbia bonelliana, sfoderano una pulizia di tratto e dinamismo da urlo. Poi il sottoscritto è letteralmente innamorato della tecnica del puntinato, in cui l’artista aretino è un maestro. Alzi la mano chi non rimane estasiato dinanzi a vignette come quella verticale di pagina 49 del secondo albo! Classe sopraffina! Il mio voto finale è 7

Modificato da Condor senza meta
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  • 2 settimane dopo...
On 5/8/2012 at 17:10, Leo dice:

Io ho comprato questa storia nel 2009, quando è uscita, ma non sono mai riuscito a leggerla, perchè, man mano che la leggevo, non ci vedevo assolutamente Tex: per molti di voi è una storia classica, addirittura... io invece concordo con Don Fabio, quando la definisce decadente e crepuscolare.

Oggi, complice un'indisposizione che non mi consente di andare al mare (per un salentino, con i 40 gradi odierni, questo è un sacrilegio e un sacrificio), mi sono apprestato a rileggerla (o meglio, a leggerla per la prima volta) e, nonostante sia in effetti crepuscolare e io continui a non vederci Tex (non nei dialoghi, che anzi sono molto texiani, ma nella trama), devo dire che mi è davvero piaciuta. La guerra dell'acqua, dice Jack65, non c'è. Ma non è vero che non c'è: Bold e gli altri contadini teste calde assaltano il villaggio dei Pima (e, prima ancora, tendono l'agguato al ragazzo e al vecchio) proprio per l'acqua, proprio perchè non vogliono dividere l'acqua con quei cenciosi Pima che gliela rubano con la tecnica dei pozzi. E questa non è solo l'idea di Bold e dei pecoroni che lo seguono: nella bellissima scena del fienile, quando Tex affronta i contadini che lo guardano con sospetto, anche Bruce, il capo dei contadini "pacifici", ha lo stesso punto di vista: pur non essendo passato ai fatti, anche lui è convinto che siano i Pima il problema. E' Tex che li illumina, ricordandogli che se l'acqua è razionata, non è certo per colpa dei Pima, ma per il losco affarista che canalizzandola la sottrae agli altri. Quello stesso affarista che, continuando così, ridurr? alla fame Pima e contadini insieme, accaparrandosi le loro terre sempre più assetate. E, nonostante questo discorso, che Bruce comprensibilmente non prende bene perchè Tex lo correda con accuse di vigliaccheria ("preferite prendervela con i Pima. Gente mia, vi compatisco"), ancora Bruce e gli altri non sono convinti, e ritengono Tex e Carson emissari del Governatore che vuole compiacere la chiesa metodista che porta voti lasciando al palo i contadini bianchi! Manfredi è davvero bravo nel rispecchiare la mentalit? diffidente dei contadini che, in lotta per la propria sopravvivenza, guardano a tutto con sospetto, e risulta loro più facile prendersela con altri poveracci come loro che con il potente di turno. Quasi non si rendono conto, nella loro guerra tra poveri, che è il potente colui che li minaccia realmente, non il povero contadino Pima. E Landsdale ci sguazza in questa situazione, e mette gli uni contro gli altri restando apparentemente pulito.

Già, Landsdale, cattivo freddo come il ghiaccio: Jack65 dice che non avrebbe dovuto fare nulla, e i ranger non avrebbero avuto nulla in mano. Non sono così d'accordo: Landsdale, nel ristorante, è stato umiliato, e lui, per sua stessa ammissione, le mancanze di rispetto non le tollera. Per una psicologia come la sua, l'affronto subito da Tex deve essere lavato con sangue. E a questo si aggiunge che i rangers, schierandosi con i Pima, rappresentano una gatta che prima o poi dovr? essere pelata. E poich? è convinto, nella sua freddezza glaciale, di poter eliminare agevolmente i ranger grazie al piano di Hawks, tende loro un agguato non con l'intenzione di scatenare una guerra, ma anzi di evitare guai sotterrando con i rangers tutte le grane che questi avrebbero potuto arrecargli in futuro. Certo, forse un altro cattivo avrebbe atteso, forse Landsdale non ha brillato particolarmente per pazienza, ma se si parte dall'assunto che vuole eliminare i rangers e che crede, sbagliando, di poterlo fare senza grosse difficolt?, ecco spiegata la sua fretta, come al solito cattiva consigliera. E' freddo nei modi, ma non altrettanto calcolatore, questo cattivo, ma anche questo può starci.

La scena finale, con i contadini che finalmente, aperti gli occhi anche grazie a Tex, si alleano con i Pima comprendendo che il reale nemico è la diga, e si assiepano sull'argine minato pronti a far scattare la loro protesta davanti alle autorit?, è una scena moderna e classica assieme (ricorda le occupazioni di terre dei braccianti agricoli minacciati dai soldati avvenute nei secoli XIX e XX raccontate ne Il Mulino del Po ed anche molte forme di protesta attuali, e, personalmente, mi ricorda altresè quella patetica e poetica protesta dei contadini di Fontamara di Ignazio Silone, che questa storia ovviamente mi riporta alla mente), che resta impressa nella mente per la bellezza e per l'originalità (mai si era vista in Tex una cosa del genere, credo).

Il finale è l'unica cosa che non mi convince. Troppo rischioso il piano di Tex: chi gli assicurava che il solo Landsdale ci sarebbe andato di mezzo e non altri innocenti? Qui ci vedo in effetti una grossa forzatura: ed è vero che questo è un vero e proprio omicidio calcolato, e non è modo d'agire del moderno Tex (vanno bene tutti i riferimenti fatti alle storie come L'Implacabile, Massacro, I Predatori del Grande Nord, ma adesso i tempi sono cambiati e non sono scene IMHO da digerire a cuor leggero). L'unica cosa su cui mi sento di concordare è che Tex ragiona probabilmente bene nel pensare di dover distruggere la diga, perchè morto un Lansdale se ne fa un altro e la Compagnia avrebbe continuato a perseguire i suoi propositi portando comunque alla rovina i contadini della regione. Questo però non giustifica l'omicidio, n° l'incredibile rischio (per quanto calcolato: ma in definitiva Tex non è certo un ingegnere...) che Tex si assume nel provocare l'esplosione.

A parte il finale sbrigativo e non riuscito, continuo a ritenere la storia molto bella e originale. Scene come quella già citata del fienile, con Tex che arringa i contadini, o quelle della spettacolare battaglia nel vecchio pueblo, e della protesta di contadini e Pima assieme, resteranno indelebili nella mia mente.

Cosè come memorabile è peraltro la figura bellissima e tormentata di Swilling, pioniere roso dalla droga e dal pensiero di essere uno smidollato, un uomo in grado di fare (ha fondato Phoenix) ma anche di disfare (e disfare innanzitutto sè stesso), che cerca un ultimo riscatto dalla deplorevole vita che ormai conduce dopo gli iniziali anni di avventura e di gloria: personaggio crepuscolare, decadente e romantico, che vede la propria città marcire e che alla fine, con un colpo di reni, finalmente agisce per salvare la sua creatura dalla putrefazione.

Detto tutto questo, ritengo davvero un peccato che Manfredi non voglia entrare a far parte in pianta stabile degli sceneggiatori di Tex: Verso l'Oregon, La Pista degli agguati e La Grande Sete lascerebbero presagire grandi risultati, se solo lo volesse. Non ho mai letto con continuit? Magico Vento, soprattutto per gli eventi soprannaturali che costituiscono la cifra di quella serie e che io non amo particolarmente. Non escludo, a questo punto, di dar credito a Manfredi, visti i suoi esiti in Tex, e di acquistarne la collezione...

Infine Civitelli: semplicemente immenso. I suoi disegni sono più veri del vero. Non sono disegni, sono istantanee fatte da un eccezionale fotografo.
Siamo fortunati ad avere Civitelli.

Allora...Manfredi alle prese con Tex è interessante. Basi storiche, temi attuale ieri come oggi, un cattivo Lansdale spietato, "permaloso" e traffichino. Le comunità dei Pima e dei contadini. Poi Tex deciso e pronto anche a sfruttare la situazione finale per riplulire. Un Carson  tosto e con battute in canna. Buona storia. Civitelli spettacolare (con Villa i miei disegnatori preferiti sono al completo).

@Leo Con Magico Vento ti divertiresti. Azione, magia, eventi storici. 🙂

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<span style="color:red;">8 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Allora...Manfredi alle prese con Tex è interessante. Basi storiche, temi attuale ieri come oggi, un cattivo Lansdale spietato, "permaloso" e traffichino. Le comunità dei Pima e dei contadini. Poi Tex deciso e pronto anche a sfruttare la situazione finale per riplulire. Un Carson  tosto e con battute in canna. Buona storia. Civitelli spettacolare (con Villa i miei disegnatori preferiti sono al completo).

@Leo Con Magico Vento ti divertiresti. Azione, magia, eventi storici. 🙂

 

Nel frattempo ne ho recuperati molti, e pur essendomi piaciuti, non sono mai riuscito a diventare un lettore veramente convinto. Ora ho preso il volumone uscito qualche anno fa sulle Black Hills: magari ne parliamo non appena l'avrò letto, caro pard ;)  

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<span style="color:red;">55 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Nel frattempo ne ho recuperati molti, e pur essendomi piaciuti, non sono mai riuscito a diventare un lettore veramente convinto. Ora ho preso il volumone uscito qualche anno fa sulle Black Hills: magari ne parliamo non appena l'avrò letto, caro pard ;)  

Certo:-) MV mette molta carne al fuoco. Comunque Manfredi/Civitelli promossi. Devo recuperare le altre di Manfredi.

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<span style="color:red;">10 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Certo:-) MV mette molta carne al fuoco. Comunque Manfredi/Civitelli promossi. Devo recuperare le altre di Manfredi.

 

In questa storia lo promuovo anch'io. Anche nel suo Texone Verso l'Oregon e nel suo primo Maxi. Bella è anche la "magicoventiana" La regina dei Vampiri (l'ultima usicta sulla regolare). Altre, però, sono a mio parere storie molto infelici. Insomma, da rivedere ma con speranza ;) 

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<span style="color:red;">57 minuti fa</span>, Leo dice:

 

In questa storia lo promuovo anch'io. Anche nel suo Texone Verso l'Oregon e nel suo primo Maxi. Bella è anche la "magicoventiana" La regina dei Vampiri (l'ultima usicta sulla regolare). Altre, però, sono a mio parere storie molto infelici. Insomma, da rivedere ma con speranza ;) 

Mmm...In La Regina non mi ha convinto, mi manca Verso l'Oregon, non mi dispiacque Deserto Mohave. Certo se non diamo "speranza" a Manfredi è finita. 🙂

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

mi manca Verso l'Oregon

 

Allora, se ti piace Manfredi, ti consiglio di recuperarlo: per me è il suo capolavoro, su Tex. Storia a dir poco splendida e con disegni notevolissimi.

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<span style="color:red;">40 minuti fa</span>, virgin dice:

 

Allora, se ti piace Manfredi, ti consiglio di recuperarlo: per me è il suo capolavoro, su Tex. Storia a dir poco splendida e con disegni notevolissimi.

 

Concordo. Verso l'Oregon è una storia bellissima...

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, virgin dice:

 

Allora, se ti piace Manfredi, ti consiglio di recuperarlo: per me è il suo capolavoro, su Tex. Storia a dir poco splendida e con disegni notevolissimi.

Concordo

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  • 4 settimane dopo...

Arriva Manfredi su Tex.

Faraci e Manfredi arruolati e pronti a coprire il buco che si va creando con un Nizzi in uscita. Questa prima di Manfredi è una discreta storia, legata a vicende realistiche e portata avanti con buona mano.

Certo, si nota la mancanza di esperienza col personaggio. Il primo albo è buono, mentre il secondo cala molto di intensità, con un finale a mio avviso fiacco.

Buon cattivo questo Lansdale, veramente perfido e pronto a far fuori di persona i suoi collaboratori.

Ci sono anche dei divertenti scambi di battute tra Tex e Carson, cosa nello spirito dei personaggi. Discreto esordio, insomma.

Per Civitelli io ho terminato gli elogi e gli aggettivi. Uno spettacolo ad ogni vignetta. Grande.

Manfredi 7

Civitelli 9

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  • 7 mesi dopo...

Un ottimo primo albo a cui fa seguito una seconda parte un po' meno convincente della prima. Manfredi sa sceneggiare molto bene il west con un soggetto molto valido. Potrei classificare la storia come crepuscolare il che non mi dispiace. Manfredi ci racconta come un imprenditore senza scrupoli cerca di arricchirsi ai danni degli indiani Pima e degli agricoltori bianchi, mettendo gli uni contro gli altri e sfruttando un cavillo legale per occupare terreni da cui sfruttare l'acqua e poi costruire dighe per i suoi interessi a Phoenix. Un racconto che vira più sul politico che sull'avventura vera e propria, la trama è ben delineata e scorre via bene con una seconda parte che forse si discosta un po' dal mondo "Tex". 

Mi sono divertito parecchio nel vedere all'opera la coppia Willer-Carson, ben equilibrati e molto in sintonia, molto frizzanti i loro dialoghi mentre il cattivo Lansdale lavora più di mente che di braccio.

Il tratto di Civitelli a mio avviso è indiscutibile, preciso, pulito e dettagliato come al solito.

 

Voto complessivo 8

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  • 7 mesi dopo...

Su Manfredi negli ultimi periodi mi sembra che si stia consolidando un giudizio che rischia di diventare un po' un luogo comune, e cioè che Manfredi non sarebbe mai riuscito ad entrare fino in fondo nel personaggio (o nel fumetto)Tex, troppo lontano dalle sue corde e dal suo western, e che quindi abbia per lo più scritto storie poco texiane o poco interessanti o poco memorabili.

Be', a mio avviso non è così e lo dimostra questa storia, non solo ottima, non solo originale, ma perfettamente texiana.

Rileggere i vecchi commenti di chi la lesse qui sul forum, quando uscì, è interessante:

 

Il 9/7/2009 at 18:54, ymalpas dice:
Wasted Years dice:

Ho letto questa prima parte e l'ho trovata magnifica. Un Tex ed un carson da antologia. Non vedo l'ora di leggere il resto. Sono felice di aver letto un Tex scritto e disegnato in questa maniera, mi sono sentito di nuovo un ragazzo dei primi anni del liceo. Molto classica la vicenda e fantastico il connubio testi disegni, sembrava di leggere una storia di allora. Sono felicissimo, l'ho letteralmente divorato.;)

Quoto in tutto e per tutto, ho avuto la stessa impressione!

 

Il 14/7/2009 at 13:08, Anthony Steffen dice:
sergej dice:

Concordo con chi dice che la storia ricorda le migliori del Nizzi dei bei tempi, e per me questo è il miglior complimento che si possa fare a Manfredi.

Devo dire che l'impressione di aver percepito in quest'albo le atmosfere che si leggevano nelle storie del miglior Nizzi e' stata l'impressione di tutti. Ma cio' che mi rende felice e' che questa somiglianza non ha fatto storcere il naso a nessuno (almeno in questo forum)

 

Il 14/7/2009 at 09:40, capelli d&#x27;argento dice:

Letto questo primo albo. Veramente classico. E con classico intendo un Vero albo di Tex. C'è ironia ( quel tanto che basta ) ci sono dialoghi briosi, secchi, molto texiani e poi loro, i due mitici pards, veramente in gran spolvero. Un Tex duro, deciso, che si sbarazza degli avversari senza tanti fronzoli e scrupoli perbenisti e sbatacchia a dovere gli arroganti che gli si parano davanti. Il vecchio cammello poi è proprio un gran bel vedere.

E potrei continuare con le citazioni, quasi tutte positive, quasi tutte convinte di essere di fronte a un Tex rispettoso della tradizione glbonelliana e nizziana, con dialoghi brillanti allo stesso tempo classici e originali, con in più l'aggiunta di tematiche sociali tipiche di Manfredi, che però non stonano affatto. Semplicemente lo sceneggiatore approfondisce con maggiore realismo tematiche usurate, come dice lui stesso in un intervista:

Il 18/7/2009 at 20:17, Anthony Steffen dice:

Manfredi:

"Di solito nei vecchi western, i conflitti intorno all'acqua vengono raccontati così: c'è un allevatore che porta le vacche al fiume e lo ritiene sua proprietà e qualcun altro che si incazza. Ma in Arizona la storia dei traffici sull'acqua è MOLTO più interessante e con risvolti del tutto attuali. E' stato proprio a Phoenix che sono sorte le prime grandi dighe"

 Insomma, questa prima storia di Manfredi sulla serie regolare riesce a coniugare classicità con (moderate) innovazioni, utilizzando un maggior realismo nel descrivere la città di Phoenix e i suoi abitanti (non dimenticando il suo fondatore Swilling, bel personaggio), e regalandoci scene potenti e originali, come quella del fienile, in cui Tex cerca di aprire gli occhi ai contadini mostrandogli che il vero nemico non sono i Pima, ma l'affarista Landsdale, sempre pronto ad alimentare una guerra tra poveri per il suo esclusivo interesse; o come la scena finale con la distruzione della diga, che vede i contadini finalmente uniti ai Pima nella protesta contro le speculazioni e i giochi di potere.

 

Insomma dopo il suo primo positivo Maxi, Manfredi qui parte bene anche sulla serie regolare. Ha scritto poi l'ottimo Texone "Verso l'Oregon" e "Sei divise nella polvere", apprezzato da molti (ma non da me), inoltre un discreto cartonato. Poi è andato in calando e ha diradato le sue storie (più interessato ai suoi personaggi che a Tex). Non ha scritto finora capolavori, è vero, ci si aspettava di più, senz'altro, ma il bilancio secondo me è comunque positivo.

 

Il suo pregio maggiore resta quello di non limitarsi a fare il solito compitino come hanno fatto o fanno altri sceneggiatori, ma di provare a raccontare storie diverse, oppure le solite storie ma con un taglio e un'angolazione insoliti, più vicini alla realtà del west, e con un'impronta personale che le faccia riconoscere come sue anche senza leggerne il nome nei crediti. (E questo, per inciso, era anche il pregio maggiore di Nolitta, secondo me, anche se con uno stile molto diverso). Non sempre Manfredi c'è riuscito, in questa "La grande sete" sì.

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