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TWF - Tex Willer Forum

[585/586] La Grande Sete


Sam Stone
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67 utenti hanno votato

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Insomma una sceneggiatura condotta magistralmente da un autore che conosce bene il suo mestiere. Un albo che sprigiona una texianit? che solo i lettori più vecchi forse saranno in grado di percepire nella sua pienezza, ed è il migliore complimento che posso esprimere a Manfredi, certo non un capolavoro epico, ma il 90% delle storie di Tex è fatto di questi ingredienti.

Ecco un commento di Manfredi, in escusiva per questo forum, inerente alla classicita' e alla tradizionalita' del "suo" Tex:


Scrivendo Tex ho proprio voluto ricondurlo sul binario classico. Perchè Tex è Tex e non un altro. Volevo cercare di restituirlo ai lettori e a me stesso come lettore, un lettore molto particolare perchè ho la stessa età di Tex: siamo nati entrambi nel 1948 , e avendolo collezionato per anni e anni, rimpiangevo le migliori avventure narrate da GLB. Di "nuovo" credo d'averci messo una maggiore stringatezza nei dialoghi, e più scene d'azione(pur nel rispetto di tempi rilassati), perchè secondo me Tex non deve mai diventare una specie di "vigile della prateria" , è al nocciolo uno che le cose le risolve praticamente, in azione, non sta tanto a discettarci sopra.

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Attendo il finale per un giudizio più completo. Sui disegni non c'è da dire molto, Civitelli è sempre un Grande e dimostra in ogni singola vignetta il suo amore per il mondo di Tex. Tutto è accurato e studiato nei minimi dettagli.

Ecco cio' che pensa lo stesso Manfredi sul lavoro di Civitelli, in esclusiva per questo forum:


"Con Fabio ho lavorato molto bene. Tutti sanno che su MV avevo scelto insieme a Queirolo, disegnatori dal tratto più sporco e contrastato. Sono sempre portato nel western a dare molta importanza al clima, cioè al "Fango, sudore e polvere da sparo". Sono consapevole che Tex ha altri criteri. Si nota per esempio nei numeri recentemente colorati, che la sua camicia resta d'un giallo squillante e pulito persino di notte. Tex è un tipo di personaggio nato in un'epoca in cui chi cadeva pistolettato non aveva mai la camicia sporca di sangue e in cui l'eroe anche quando affondava in una palude, pochi istanti dopo era miracolosamente asciutto e pulito. Dunque lo stile di Tex, ricorda le regole estetiche di quei film. Civitelli in questo è perfetto. A mio gusto, una storia sotto il sole, acquisterebbe più peso drammatico, se i personaggi fossero sudati fradici, però capisco che una scelta del genere forzerebbe la mano al gusto Bonelliano nei confronti di Tex. D'altro canto ho notato con grande soddisfazione che i disegni così chiari e minuziosi negli effetti di Fabio, quando vengono rimpiccioliti per la pubblicazione ci guadagnano, perchè non si perde nessun particolare e la storia risulta piacevole alla vista, scorrevole ed equilibrata. Questo, con un segno più sporco, è molto più difficile da realizzare. Magari le tavole viste in grande sembrano fenomenali, poi però rimpicciolite, molte cose si perdono e si rischia che qualche vignetta appaia pasticciata. Sul Texone ci si può consentire, grazie al formato, una maggiore crudezza e spettacolarit?, ma sul Tex normale bisogna starci molto attenti: un eccesso di fioriture, di contrasti bianco/nero, di secondi piani, di caratterizzazioni, possono risultare pesanti. E' chiaro anche il segno di Magnus, nel suo Texone, ma se il formato fosse stato piccolo, credo che un albero disegnato foglia per foglia sarebbe apparso lezioso e inutilmente decorativo. Da questo punto di vista Fabio sa indubbiamente equilibrare molto bene il "decoro" e la sintes"i.

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Dopo questo debutto nella serie regolare come sceneggiatore, ho chiesto a Manfredi, in esclusiva per il forum, l'emozione che ha provato quando ha scritto una storia di Tex, dato che lui stesso e' stato un lettore del nostro amato ranger.

Manfredi:"Avverto naturalmente un senso di responsabilità, che mi porta a una scrittura misurata e ad evitare le tentazioni a "strafare", perchè non c'è cosa peggiore che possa fare uno sceneggiatore chiamato a raccontare avventure di un personaggio creato da un altro autore e di grande tradizione, che pensare di poterlo stravolgere a proprio uso e consumo, o reinventare liberamente, magari per "aggiornarlo" al giusto di moda in quel momento. Tex è un classico e come tale va trattato. D'altro canto, ma ci pensate? Uno segue un personaggio dei fumetti fin da ragazzino, e da grande ti ritrovi a scriverne qualche avventura. L'importante è affrontarlo con assoluta normalit?, non farsene intimidire."

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In effetti non e' la prima volta che accade. Molto spesso in queste vignette/trailer in quarta di copertina, cambiano il contenuto dei balloon con quello originale presente nell'albo successivo, con frasi di richiamo con lo scopo di rendere la storia del mese dopo piu' avvincente. Fa parte del "meccanismo" di pubblicita'.

Modificato da Anthony Steffen
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Ecco un altra domanda e risposta di Manfredi in esclusiva per il forum:

Il flashback che vede un Kit Willer in eta' molto adolescenziale, funge per farci conoscere Penna di Corvo, che, come abbiamo visto, sara' uno dei coprotagonisti dell'albo. Il suddetto flashback e' stato inserito solo esclusivamente per questo o anche per il "gusto" di farci fare un piccolo tuffo nel passato di Tex, sempre molto apprezzato dai lettori?

R:"Il richiamo al passato era utile alla storia, punto e basta. In generale bisogna starci molto attenti. Quando di un personaggio glorioso ci si mette a raccontare il passato, può sembrare un'operazione tipo James Bond o Batman the Beginning. Cioè, magari si può fare un gran ben lavoro, ma si lascia il dubbio di una certa difficolt? a raccontare qualcosa di nuovo. Dunque, per me, ogni richiamo al passato dovrebbe sempre scaturire da un'avventura al presente. Un eroe è vivo per ciò che fa oggi, un eroe celebrato al passato è troppo melanconico, soprattutto se è un uomo d'azione".

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:S: Manfredi:"Avverto naturalmente un senso di responsabilità, che mi porta a una scrittura misurata e ad evitare le tentazioni a "strafare", perchè non c'è cosa peggiore che possa fare uno sceneggiatore chiamato a raccontare avventure di un personaggio creato da un altro autore e di grande tradizione, che pensare di poterlo stravolgere a proprio uso e consumo, o reinventare liberamente, magari per "aggiornarlo" al giusto di moda in quel momento. Tex è un classico e come tale va trattato. D'altro canto, ma ci pensate? Uno segue un personaggio dei fumetti fin da ragazzino, e da grande ti ritrovi a scriverne qualche avventura. L'importante è affrontarlo con assoluta normalit?, non farsene intimidire." :S: Ciò che ha dichiarato Manfredi sembra esattamente ciò che critico a Boselli, la mancanza di rispetto verso il personaggio... Al di l' di questo, ho letto solo oggi la storia: ben scritta, molto classica, con alcuni must western come il bagno nella tinozza... Non una sceneggiatura troppo coinvolgente, ma molto bonelliana, eccezion fatta per alcune atmosfere che sembrano rimandare a Peckinpah, estraneo all'universo di Gianluigi Magno (il citato bagno nella tinozza o la riunione, qu? sopra rappresentata, nel granaio)... e Carson è finalmente Carson! La scena al ristorante è veramente divertente, di quel divertimento di cui, grazie a Boselli, che pure è un artista, mi ero dimenticato... Peccato per una cosa: i disegni. Non capisco come Civitelli sia amato da così tanti texofili : per me è uno dei peggiori disegnatori texiani, e mi spiego. Tecnicamente, è uno dei più preparati, uno dei migliori: ma cos'è questo West lindo come un bicchiere fresco di lavastoviglie, bianco come una saletta d'attesa del dentista? Che roba ?? Manfredi dice di preferire disegnatori più 'sporchi', ma di rispettare la scelta della casa editrice per cui 'Tex è un tipo di personaggio nato in un'epoca in cui chi cadeva pistolettato non aveva mai la camicia sporca di sangue e in cui l'eroe anche quando affondava in una palude, pochi istanti dopo era miracolosamente asciutto e pulito'. Bene, non mi pare che Tex sia questo: si sporca eccome!Andatelo a chiedere a Ticci, forse il più grande disegnatore della storia del nostro ranger, a mio giudizio!Inoltre, lo trovo davvero un disegnatore inespressivo: il volto di Tex, in particolare, non ha un briciolo di umanit?, è sempre la stessa cosa, che mi è pure antipatica. Vogliamo mettere con la complessit? del viso texiano di Artisti come Galleppini, Ticci, Ortiz, Nicol'? Altri ancora hanno rappresentato il nostro ranger puntando meno sulla complessit? psicologica, ma con che ironia (Letteri, Villa, Monti, Fusco)... Paradossalmente, l'unico Civitelli che non mi dispiace è quello che dispiace, in genere, agli altri: il primo, quello di 'Fuoco Incrociato' o de 'I Cospiratori'. Qu? è proprio la minor padronanza tecnica a rendere più vero il disegno: acquisita fiducia nel proprio tratto, il buon Fabio si è messo a disegnare il mulino bianco. Non me ne voglia il buon Fabio, ma le opinioni è giusto che siano sincere. Un plauso speciale, infine, alla splendida copertina di Villa, il che è detto da uno che all'addio di Galep si mise a piangere... :S:

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Tecnicamente, è uno dei più preparati, uno dei migliori: ma cos'è questo West lindo come un bicchiere fresco di lavastoviglie, bianco come una saletta d'attesa del dentista? Che roba ??

Non sono d'accordo con te, Giacomo: lo so che lo stile di Civitelli è più particolare rispetto a quello di altri disegnatori, però a me sembra perfetto per il tipo di storie tipo 'La Grande Sete'! Personalmente mi piacciono un p? tutti i disegnatori di Tex (ad eccezione di Font e di Fusco, che faccio quasi fatica a guardare), però tu ce l'avresti visto Ortiz a disegnare una storia come questa con tutti questi paesaggi cittadini??Me ne viene in mente un'altra di Civitelli: 'La Città Corrotta', secondo te sarebbe stato più adatto uno come Fusco per disegnare New Orleansè Secondo me, bene o male, ognuno ha uno scenario particolare in cui rende meglio, e Civitelli rende alla perfezione nelle storie 'cittadine'! Comunque rispetto la tua opinione, se la pensassero tutti allo stesso modo non si discuterebbe di niente! :trapper:
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Guest Wasted Years

Naturalmente i gusti sono gusti, ognuno gradisce cose diverse. Che il tratto western debba essere sporco non sta scritto da nessuna parte, è una delle possibili interpretazioni grafiche e cinematografiche, di cui esistono molti exempla in contrarium. Civitelli è molto amato perchè è un signor disegnatore che ha disegnato storie mitiche, ed a me come ad altri piace tanto. L'apripista, intendo dire come disegnatore molto pulito ed ordinato nella serie, fu Letteri; anche Ticci esord' con un tratto molto nitido e neanche dopo divent? mai davvero sporco. Io trovo che il disegnatore abbia fatto finora un ottimo lavoro.

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Ciò che ha dichiarato Manfredi sembra esattamente ciò che critico a Boselli, la mancanza di rispetto verso il  personaggio...

Beh, proprio mancanza di rispetto non direi, pero' quello di stravolgere certi canoni texiani si'. Per questo ho gradito moltissimo "La grande sete" proprio perche' ho potuto riassaporare certi "gusti" texiani che avevo perso da tempo.


Peccato per una cosa: i disegni. Non capisco come Civitelli sia amato da così tanti texofili : per me è uno dei peggiori disegnatori texiani

Mi sembra che sia qualcosa che stai sottolineando in ogni post che riguarda Civitelli. Ormai tutti hanno capito che il maestro aretino non ti piace, e non credo che sia il caso che lo sottolinei ogni volta. I gusti sono gusti ok, anche se faccio fatica a capire come possa tu preferire un Ortiz a Civitelli solamente perche' ha un tratto sporco.

Come ha detto Wasted, non e' scritto da nessuna parte che un fumetto western debba avere necessariamente un tratto sporco. Galleppini non lo aveva e se non sbaglio non ti faceva cosi' schifo. Detto questo, e poi chiudo con questa faccenda, altrimenti si rischia di andare OFF Topic, per me attualmente il miglior disegnator della serie e' senza dubbio Civitelli. Anzi ringrazio il maestro per gli splendidi disegni che ci regala in ogni sua storia.

Modificato da Anthony Steffen
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Certo ragazzi!I gusti sono personali, ed è bene che siano diversi, altrimenti non sarebbe possibile il confrontarsi, come dice saggiamente AtTheRocks. E' interessante il parallelo proposto da Wasted tra Civitelli e Letteri: in effetti il disegnatore romano è il capostipite di quel 'disegno pulito', che è l'oggetto della discordia. Tuttavia, nel suo tratto emerge quell'ironia che sento mancare nel tratto del disegnatore aretino, che , a mio giudizio, è eccelso tecnicamente, ma incapace di trasmettermi quel 'tocco d'artista' dei grandi. Vedo bei disegni completamenti inespressivi: Ortiz, magari meno bravo tecnicamente, sa creare un pathos che Civitelli non potr? mai trasmettermi. Scusatemi il parziale Off Topic, da cui esco immediatamente. Rileggendo l'albo, è proprio vero quel che dice Anthony: quanto sentivamo la mancanza di una bella scazzottata, o di una bella scena con bistecca e patatine!

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Rileggendo l'albo, è proprio vero quel che dice Anthony: quanto sentivamo la mancanza di una bella scazzottata, o di una bella scena con bistecca e patatine!

Almeno su questo ci troviamo d'accordo. C'e' da dire pero' che tutti questi cliche'(scazzottate, ristoranti, bistecche, battute umoristiche e non) che troviamo in quest'albo, hanno la bella peculiarita' di essere state proposte da Manfredi in un maniera diversa ma allo stesso tempo tradizionale. Le frasi, le battute, i dialoghi sono originalissime, ma allo stesso tempo ricordano quelle di Nizzi. Naturamente non basta giudicare una storia in base a questi elementi, ma fino adesso l'albo, oltre a far respirare un aria molto "texiana", presenta un soggetto con molti aspetti interessanti che ne fanno, secondo me, uno dei piu' riusciti di quest'anno.
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Letta anche questa seconda parte. A mio giudizio ( sindacabilissimo ) il primo albo è stato piu' " frizzante " che non questo. Comunque, grandiosa la caratterizzazione dei due pards, da parte di Manfredi. Dialoghi eccellenti, ironici e duri a seconda delle situazioni. Imprescindibile, o quasi, la presenza del " vecchio cammello ". Ad ogni buon conto, anche in questo secondo albo, l' incontro di Tex con i contadini e lo scontro con i brutti ceffi di Lansdale valgono l' albo. Tex e Carson sempre al centro dell' azione. Disegni del Maestro Civitelli, ottimi. Soprattutto nelle scene notturne e nella rappresentazione dello scontro a fuoco a Casa grande. Nel complesso:Soggetto: 6/7Sceneggiatura: 7/8Disegni: 8Applausi e.... Manfredi forever ! :inch::trapper:

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

ATTENZIONE!!! ALTISSIMO CONTENUTO DI SPOILER. LO SPOILER NUOCE GRAVEMENTE ALLA LETTURA!!!

Letta, anzi divorata la seconda parte della storia ieri sera... Nulla da dire, una sceneggiatura più che pregevole. Ben definita la figura del bastardissimo Lansdale, pronto ad uccidere i suoi più stretti collaboratori ( come ad esempio basil ) pur di perseguire i suoi loschi scopi, un vero bastardo d'annata che, nell'"esplosivo finale" fa davvero la fine che si merita.
Discretamente definito il personaggio del governatore, un personaggio che nelle menti dei nostri ranger, e di conseguenza nelle nostre, rimane un vero e proprio punto di domanda... Fortunatamente questi si dimostra, nel finale uno dei pochi politicanti onesti presenti su piazza.
Sinceramente, lo ammetto, mi ha un po' deluso la figura di Jack Swilling, anzi a dire la verità non mi è piaciuto non tanto il personaggio, ma la velocit? con cui è scomparsa la sua mostruosa dipendenza da morfina... Dopo la "sparatoria" al campo dei Pima infatti, e dopo la richiesta dell'intervento dell'uomo della medicina, questa sembra essere scomparsa... Peccato. Avrebbe potuto essere usata da Manfredi per rendere più accattivante la storia ( cosa che credo SIA BOSELLI CHE NIZZI AVREBBERO FATTO!! ).
Ma il vero pregio di questa storia lo si può riassumere in DUE SOLI NOMI : TEX WILLER E KIT CARSON!!! E' la caratterizzazione di questa esplosiva coppia di tizzoni d'inferno ad alzare il livello della storia!! I loro battibecchi, l'emozionante sparatoria a casa grande, la predisposizione per l'esplosione della diga... FANTASTICA!!!! Era dai tempi delle prime storie nizziane che non vedevo una coppia di satanassi così affiatata!!!!
Disegni spettacolari... Ma perchè stupirsi? E' Civitelli, conosciamo tutti l'impeccabile perfezione della sua arte... E in questa storia è stato, come sempre, all'altezza di sè stesso!!! Grazie di esistere Fabio!!!

Insomma, per concludere, direi che "la grande sete-giochi di potere", è nel complesso una storia apprezzabile, dal ritmo discreto ma non certo un capolavoro della saga texiana... Ma con tutti gli elementi giusti che sembrano indirizzare l'autore nella giusta direzione. Diciamo che, a mio parere, Manfredi ha cominciato ad intraprendere la strada giusta per essere un valido supporto a Boselli e Faraci, che ha colto appieno lo spirito dell'accoppiata Tex-Carson ( per come la intendo io ) ma che deve "rodarsi" ancora un pochino per poter raggiungere il livello dei suoi colleghi "texiani"!!!

Voto complessivo : 7,5

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ATTENZIONE!!! ALTISSIMO CONTENUTO DI SPOILER. LO SPOILER NUOCE GRAVEMENTE ALLA LETTURA!!!


Appena letta la seconda parte, e sono totalmente d'accordo con quanto detto dal Colonnello, soprattutto sul perfetto affiatamento tra Tex e Carson!
Storia davvero bella, con una perfetta caratterizzazione di Lansdale, cattivissimo e senza scrupoli, tanto che dopo aver ucciso il suo galoppino Basil fa tranquillamente colazione davanti al suo cadavere, e dopo aver ucciso anche Hawks chiede di poter fare un bagno rilassante!
Riusciti anche i dialoghi, la morale finale sull'acqua, e anche alcuni episodi come per esempio Tex che aspetta il sole per entrare nel pueblo per l'incontro con Lansdale e naturalmente l'esplosione finale della diga!

mi ha un po' deluso la figura di Jack Swilling, anzi a dire la verità non mi è piaciuto non tanto il personaggio, ma la velocit? con cui è scomparsa la sua mostruosa dipendenza da morfina... Avrebbe potuto essere usata da Manfredi per rendere più accattivante la storia

Qui la penso diversamente: secondo me il suo personaggio gioca un ruolo molto importante nel procurare un testimone in grado di fornire prove contro Lansdale, e francamente non so come avrebbe potuto catturare quel 'pentito' se fosse rimasto delirante e in crisi d'astinenza! E poi la sua dipendenza non è detto che fosse scomparsa di punto in bianco, forse l'Uomo della Medicina gli ha dato qualcosa per attenuarla e per cominciare contemporaneamente a disintossicarlo o qualcosa del genere!


Comunque, penso che questa storia meriti un bell'8, l'ho letta divertendomi dall'inizio alla fine!

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Letto e divorato l'albo finale di questa storia. Il mio giudizio rimane invariato:una buona storia. La classicita' che si respirava nella prima parte la si puo' trovare anche in "Giochi di potere", dove il buon Manfredi ci restituisce un Tex & Carson degni della loro fama. Al di la' dell'ottimo soggetto e dell'ottima trama, cio' che ho apprezzato molto e' la personalita' ritrovata che l'autore conferisce ai due pards. Ci si imbatte in un Tex che' e' una meraviglia sentirlo parlare. Frasi secche, dure e dirette che ci fanno capire di che pasta sia fatto. Un Kit Carson che fa' il ruolo di Kit Carson, spalla pefetta di Tex pur avendo il suo ruolo d'azione in questa storia. Spettacolare la coreografia della sparatoria avvenuta nel vecchio pueblo, con i due tizzoni inferno in forma smagliante, grazie anche agli splendidi disegni di un Civitelli sempre piu' grande. E poi vederli, per tutto l'arco di questa avventura, con quelle stelle dei rangers sul petto, come se Manferdi volesse ricordarci che fanno ancora parte di quel corpo, e' una gioia per gli occhi. Insomma l'autore ci rida' due monumenti del fumetto italiano cosi' come li abbiamo sempre visti e amati.
Ritengo molto buona la caratterizzazione dei comprimari, dal pistolero professionista Hawks al disgustoso trippone Lansdale fino al governatore, dove e' uno di pochi politicanti onesti, ma con le bende agli occhi. Mi e' piaciuto molto anche Jack Swilling con la sua dipendenza dalla morfina e il suo repentino riscatto a chi lo accusava di essere uno smidollato. E ripeto, tutti comprimari che non fanno nessuna ombra a Tex, e questo e' gia' molto importante.
Molto belle e suggestive le vignette finali con un Tex che da anche una lezione morale al governatore su come gestire il problema dell'acqua:

"L'acqua e' di tutti!Non e' un bene che possa essere acquistato e venduto da nessuno!"

Non c'e' frase piu' attuale e piu' giusta!

Grande Tex e grande Manfredi!

Soggetto e sceneggiatura:8

Disegni:9,5

Modificato da Anthony Steffen
  • +1 1
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Guest Wasted Years

CONTIENESPOILERLettta e gustata la seconda parte. Un sollievo leggere una storia siffatta, davvero. Ci sono i classici elementi Texiani della classicit?. un bastardissimo ed avidissimo padrone della citta, un tirapiedi untuoso e vigliacco, un killer duro e spietato, una banda di contadini onesti ma cocciuti, il tutto però con un gusto Nizziano, nei dialoghi come nella struttura stessa della storia e dei personaggi. Stupenda l'azione al vecchio Pueblo, i due satanassi menano le danze da dio, dopodich? arriva lo stellone e li salva dalla terribile trappola. Ma la fortuna finisce in quel momento. Da quel momento in poi saranno il coraggio dei deboli e l'astuzia degli eroi a fare il capolavoro, mentre il governatore pare giunto da Marte sulla terra. In cerca di consensi per il congresso marziano. ;)Storia classica e lineare ma sceneggiata con maestria, priva di elementi barocchi e salti avanti, indietro, di lato e particolarmente di salti logici, con i due ranger che sono davvero ESSI in persona. Che, al di l' dell'ottimo intreccio, dei dialoghi azzeccati e dei bei colpi di scena e momenti di azione, ?, o dovrebbe essere, un piacere ineffabile per i texiani storici. Molto molto molto interessante.

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Anch'io ho letto l'albo 586. Come praticamente tutti i precedenti interventi hanno sottolineato ( e come si era anche visto nel precedente albo ), Tex e Carson ci propongono di nuovo la loro immagine "tipica", tanto sul piano dell'azione , in cui, come ha notato Wasted, hanno bisogno di un solo colpo di fortuna

sebbene io non sia tanto sicuro che per uscire dal dedalo di Casa Grande siano sufficienti i pochi secondi che Hawk concede ai rangers prima di far detonare la carica; in ogni caso la sequenza dell'agguato nel pueblo ( pp. 49 - 80 ) acquista interesse agli occhi del lettore proprio perchè tutti i personaggi ( tranne Hawk ) hanno una visione incompleta della realtà: tanto Lansdale che gli uomini di Hawk che Tex e Carson si aspettano un comune agguato a base di piombo. Si tratta invece di una trappola molto più astuta ( Hawk sa benissimo che i suoi avanzi di saloon non possono reggere il confronto con i pards; che costoro facciano un bel po' di errori non è IMHO una "nizzata", come qualche "estimatore" dell'autore modenese ha scritto in alcune sedi informatiche, ma una logica conseguenza della loro inettitudine, prevista e sfruttata dal loro capo ) e usa loro e più ancora Lansdale come specchietto per le allodole per una vera trappola mortale; ma questo il lettore lo capisce solo quando, così parrebbe, è troppo tardi e ciò aumenta la suspence
che in quello dell'interazione reciproca. Anche in questo albo, come nel primo si vede comunque che Manfredi ha messo molta cura nel delineare un ambiente "tardo - western" che rispecchia molto alcuni aspetti della realtà contemporanea, come la scarsit? d'acqua, la lotta per il suo controllo e le "guerre tra poveri" ( la cosa non è del resto una novità per la serie: anche GLB trasferiva nel West tematiche d'attualit? come la diffusione del consumo di droga ne "Gli scorridori del Rio Grande" o le sette sataniche ne "Il marchio di Satana" ). Tutto questo si riflette anche nella maniera in cui Tex interagisce con gli agricoltori bianchi e i Pima da una parte, e con il "cattivo" Lansdale dall'altra. Sul primo fronte, infatti deve impedire che i due contendenti si sbranino lasciando campo libero al loro comune nemico
e perciò interviene a "catechizzare" i farmers, a difendere gli indiani dalle "pecore nere" messicane e bianche ( come si è visto nel precedente albo ) e a difendere i bianchi dalle "teste calde" indiane,
ricorrendo a tutto il suo carisma e alle sue capacità strategiche. Per quanto invece riguarda Lansdale, invece, Tex ( e i lettori ) hanno di fronte non il classico "pezzo grosso di città", certo avido e privo di scrupoli, ma in definitiva reso miope dalla stessa consapevolezza della propria potenza, bensì un vero e proprio "mostro", che coniuga brutalit? e cinismo alla massima potenza
(basta ricordare come si comporta con il barbiere e con il suo segretario Basil nel primo albo, oltre a notare in che modo uccide Basil e Hawk nel secondo e con quale freddezza vorrebbe buttare già l'argine con tutta la gente che vi sta sopra)
con una grande attenzione a non violare apertamente la legge. Il ranger , come ha notato Wasted, ricorre all'astuzia ( e, possiamo aggiungere, al machiavellismo ), liquidandolo con le sue stesse armi ( anche questo, se vogliamo, un elemento che ci riconduce a certe storie di Nizzi, come "L'uomo con la frusta", e più ancora, "I predatori del Grande Nord"
in cui Tex elimina il "cattivo" Caudill facendo esplodere il suo deposito d'armi, come qui liquida Lansdale collegando il detonatore non alle cariche della diga, ma a quelle che lui stesso ha piazzato nella diga
)e dimostrandosi un perfetto commediante con l'ingegnere della diga e col governatore ( che a me non pare così marziano come a Wasted: la sua finta ingenuità mi sembra nasconda il timore di essersi messo nelle mani di Lansdale e il desiderio di non restarne prigioniero, proprio come alla fine non vuole legarsi le mani con promesse troppo vincolanti ), cosa che alla fine d' un certo sapore amarognolo e ambiguo alla sua vittoria. Insomma, una storia che forse non si potr? definire un capolavoro assoluto, ma che mi pare ricca di spunti interessanti e ben narrata, oltrech? non priva di comprimari incisivamente tratteggiati ( Basil, Hawk e Swilling sono i primi che mi vengono in mente ). I disegni di Civitelli mi paiono anche in quest'albo ottimiIn sintesi, a mio parere:soggetto 8,5sceneggiatura 8,5disegni 9,5. Modificato da Pedro Galindez
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  • Rangers

Ho letto la storia per intero. Condivido i pareri positivi che mi hanno preceduto. Manfredi è riuscito a scrivere una storia semplice, ma allo stesso tempo abbastanza originale, sia nella trama che nei vari personaggi così ben inseriti. Ho notato nella storia qualche frecciatina che porta all'attualit?; in varie parti infatti sembra di vivere molte situazioni attuali, anche se Manfredi ha lavorato molto sugli aspetti storici della vicenda. Tex e Carson spiccano in tutta la loro grandezza, sia nei discorsi sia nelle loro abilità che gli hanno resi Grandi tutti questi anni. Nella seconda parte ci sono numerose situazioni stupende, tra cui Tex che porta il carro carico di cadaveri, oppure la battaglia a Casa Grande e il finale spettacolare in cui i nostri mostrano tutta la loro più grande faccia tosta. :inch: :DI personaggi sono perfetti, anche se Swilling (come già detto prima di me), mi sarebbe piaciuto caratterizzato o coinvolto di più. In particolare la sua dipendenza da morfina (aspetto molto interessante e originale su Tex), poteva essere ampliata leggermente, anche se non so come in appena due albi già strapieni di scene perfette. Il cattivo per una volta non è granch? circondato da orde di pistoleri, ma è soprattutto il classico potente di città, pieno di soldi e con alla sua parte lo sceriffo corrotto, di cui alla fine non se ne sa più niente. La storia secondo me lascia molte porte aperte, nel senso che non sembra finita, i problemi rimangono, anche se il governatore ha fatto delle promesse. Ma saranno mantenute?Forse per i suoi elettori si, ma per quanto riguarda i Pima..... Lansdale comunque ha avuto ciò che si meritava :D :DPer concludere, direi che la storia è buonissima e lascia ben sperare negli altri lavori di Manfredi, che spero non lasci Tex tanto presto. Civitelli ha fatto ancora una volta un ottimo lavoro, dimostrando che la sua passione per la serie è ancora altissima, nonostante siano passati diversi anni. Voto: 8 :inch:

Modificato da Sam Stone
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Ho finito di leggere la storia due giorni fa, ma solo ora trovo il tempo per scrivere qualcosa. Si tratta di una prova ottima, una storia costruita essenzialmente sulle situazioni più che sui personaggi: scene come l'assalto ai due Pima, nonno e nipote, il l'assalto notturno al villaggio, il drammatico rendez-vous tra il bieco affarista e il suo segretario/galoppino rimangono impresse nella memoria, mentre i protagonisti di per sè non lasciano un'impronta di spiccata individualit?, rimanendo invece degli archetipi (ben diverso da stereotipi) che svolgono adeguatamente la loro azione. Questo spiegherebbe lo spazio ridotto dato alla dipendenza dalla morfina di Swilling (e il fatto che la dipendenza sia dovuta al degenerare di un uso terapeutico della sostanza serve a mantenerlo in luce positiva agli occhi del lettore: ci si sarebbe fidati allo stesso modo di un ubriacone o un uomo pieno di debiti di gioco?) oppure all'amicizia tra Tex e il capo Pima. Ripeto, in una storia costruita sulle situazioni più che sui personaggi, la cosa va più che bene, anche perchè un eccessivo soffermarsi sui comprimari rischia sempre di provocare quella "bulimia di caratterizzazioni" di cui spesso peccano altre storie. Una cosa molto bonelliana è la ripresa di un linguaggio informale, in alcuni punti molto localizzato dal punto di vista della lingua italiana, senza eccessive preoccupazioni per la correttezza storico-filologica. La novità nell'approccio di Manfredi sta nel "peso sociale" di questa storia: una tematica attuale, come rilevato da molti, che offre lo spunto all'autore per lanciare, nel corso della narrazione, una serie di messaggi (sfruttamento delle risorse a livello corporativo, creazione di una competizione aggressiva tra le classi più povere) che, almeno secondo me, finisce in alcuni punti per diventare troppo didattica e soffocare quello che dovrebbe essere lo scopo principale della storia: l'intrattenimento. Intendiamoci: neanche a me piacciono le storie sviluppate in un clima da Paperopoli, dove tutti si vogiono un gran bene e tutto è bene quel che finisce bene, ma l'enfatizzazione del messaggio sociale in storie del genere non mi sembra giovi alla narrazione. La formulazione dell'intento didattico dovrebbe essere lasciata al singolo lettore e non buttata in modo ingombrante come nel finale di "Giochi di potere": la frase "L'acqua e' di tutti! Non e' un bene che possa essere acquistato e venduto da nessuno!" (scusa Anthony, la pensiamo diversamente :D ) mi è parsa decisamente pesante. In ogni caso, per me resta una prova positiva e spero di poter leggere altri "Tex" di Manfredi. Civitelli fa delle tavole bellissime come al solito: il suo stile non è il mio preferito (io preferisco il tratto sporco e incisivo alla Fusco) ma è adatto ai personaggi del tipo bieco-perbene come Lansdale. Invece per gli scenari naturali, almeno per me, ci vorrebbe qualcosa di diverso ma sarebbe un delitto dire che i disegni di Civitelli sono brutti o inadeguati.

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Un piccolo anacronismo in cui è incorso Manfredi ( ma era inevitabile, data l'impostazione della trama ): il governatore Garrick fa spesso riferimento ai suoi elettori e agli obblighi che ha nei loro confronti. Senonchè negli Usa il governatore è eletto dalla popolazione soltanto se il territorio in questione è stato eretto a stato: ciò avvenne per l'Arizona soltanto nel 1912, mentre in precedenza il governatore era nominato dal presidente Usa. La vicenda di conseguenza dovrebbe svolgersi dopo il 1912, una collocazione temporale del tutto inconciliabile con qualunque cronologia texiana. D'altra parte, i Pima avevano cominciato ad essere defraudati della loro acqua tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta ( nel 1895 il governo Usa si vide costretto a iniziare a fornire loro razioni, mentre le loro attività agricole erano fiorite fino al 1870 ) e questa, forse, potrebbe essere la collocazione cronologica più opportuna.

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Essendo un patito dei western di Leone, non ho potuto fare a meno di vedere, in una vignetta, un chiaro riferimento di Civitelli ad una scena del film "Per qualche dollaro in piu'":

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Se notate bene, il carro e' molto simile a quello usato nel film, e cosa piu' impressionante, anche la disposizione dei defunti sistemati durante il trasporto.

Un chiaro omaggio del maestro al film?

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  • Rangers

Grande Anthony, ci stavo pensando anch'io. A parte la scena che è stupenda, mi sembra chiaro il riferimento. Civitelli si dimostra sempre più un Grande Artista!!! :D

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