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TWF - Tex Willer Forum

[416/418] Cercatori Di Piste


bressimar
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61 utenti hanno votato

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

Poi negli anni 70 è diventato una moda (il lieto fine era considerato vecchio e sorpassato, i fumettisti alla moda dovevano fare solo storie tristi), negli anni 80 dopo anni di "moda" è diventato un clichè, il finale standard. E tale è rimasto.

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

quello che è rarissimo oggi è un "lieto fine" (Tex è un anacronismo in questo,

 

E' una giusta osservazione, ma non parlerei solo di clichè per i finali amari. Certo, i fumetti (e i libri, i film...) si ispirano ad altri fumetti, ad altre opere, e seguono le mode e determinate convenzioni e stilemi che vanno per la maggiore, ma vengono influenzati anche - e soprattutto - dalla realtà in cui vivono i loro scrittori.

E sinceramente la realtà di oggi - e dagli anni 70 in poi - non induce molto i narratori a raccontare storie a lieto fine.

Voglio dire, la cronaca nazionale o la politica internazionale o le ingiustizie quotidiane, a cui uno assiste tutti i giorni, non ti fanno sperare molto in un lieto fine. Oggi sembra davvero, a vedere le facce di certi capi politici, che vincano sempre i cattivi!!...

 

E anche a rileggersi la Storia dei nativi americani non ti viene molto da scrivere dei lieto fine.

La morte di Torrence ha anche questo significato: attenuare il finale troppo positivo con cui sostanzialmente la vicenda si era conclusa, cioè la vittoria della sua comunità di indiani e bianchi, e la giustizia ottenuta contro il maggiore Craig (ma quando mai nella Storia avviene, di solito - ieri come oggi - li promuovono!).

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<span style="color:red">1 minuto fa</span>, Poe dice:

 

 

E' una giusta osservazione, ma non parlerei solo di clichè per i finali amari. Certo, i fumetti (e i libri, i film...) si ispirano ad altri fumetti, ad altre opere, e seguono le mode e determinate convenzioni e stilemi che vanno per la maggiore, ma vengono influenzati anche - e soprattutto - dalla realtà in cui vivono i loro scrittori.

E sinceramente la realtà di oggi - e dagli anni 70 in poi - non induce molto i narratori a raccontare storie a lieto fine.

Voglio dire, la cronaca nazionale o la politica internazionale o le ingiustizie quotidiane, a cui uno assiste tutti i giorni, non ti fanno sperare molto in un lieto fine. Oggi sembra davvero, a vedere le facce di certi capi politici, che vincano sempre i cattivi!!...

 

E anche a rileggersi la Storia dei nativi americani non ti viene molto da scrivere dei lieto fine.

La morte di Torrence ha anche questo significato: attenuare il finale troppo positivo con cui sostanzialmente la vicenda si era conclusa, cioè la vittoria della sua comunità di indiani e bianchi, e la giustizia ottenuta contro il maggiore Craig (ma quando mai nella Storia avviene, di solito - ieri come oggi - li promuovono!).

Sicuramente. Concordo. Però questo è un discorso da prendere con le pinze. Cioè se uno si aspetta un finale e poi viene sorpreso (o no) dipende molto dal lettore,dal suo background. In questa storia io ci sono rimasto di shit, idem ne Gli invincibili. Non perché non me lo aspettassi  ( mi aspetto spesso il finale amaro) ma perché ci sono rimasto male. Emotivamente il finale amare ti colpisce. Poi dipende anche a che età leggi certe storie. 

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2 ore fa, Diablero dice:

realtà il tuo finale "originale" è quello di gran lunga più banale, scontato e frequente. Er

l'originalità non era ruferita al finale triste, ma al modo in cui questo avviene! 

2 ore fa, Diablero dice:

pallottola a tradimento in strada appena usciti è tanto stra-iper-abusata che dovrebbe essere proibita

ma non direi,di solito i personaggi principali alla fine del racconto non muiono così

2 ore fa, Diablero dice:

Quale serie Bonelli oggi ha abitualmente storie a lieto fine? Orfani? (i cattivi vincono sempre e la terra viene distrutta) Dragonero? Nathan Never (ah ah ah...), Dylan Dog? Mister No? Julia? Non li vedi più manco in Zagor e Martin Mystere ormai...

concordo in pieno

però Martin Mystere e Zagor ancira tengono botta da quel punto di vista

39 minuti fa, Poe dice:

Voglio dire, la cronaca nazionale o la politica internazionale o le ingiustizie quotidiane, a cui uno assiste tutti i giorni, non ti fanno sperare molto in un lieto fine. Oggi sembra davvero, a vedere le facce di certi capi politici, che vincano sempre i cattivi

In realtà,è proprio il contrario.Una volta succedeva ancora più spesso,solo che nessuno se ne rendeva conto.Adesso,succede relativamente di meno proprio perchè ce ne si rende conto di più.

 

 

Mi permetto comunque di dire che,dato che la realtà è così brutta,i fumettisti( come i registi e gli scrittori,secondo me) dovrebbero presentare un' altra realtà,in cui le cose vanno a finire bene.Che poi è quello che fa Tex.Che non solo le fa finire bene,le storie,ma nella maggior parte dei casi le fa finire stra-bene( TUTTI i cattivi puniti,FELICITÀ per i buoni).Che è il motivo perchè mi piace.

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

Anche da questo si vede la tua scarsa esperienza di lettura (anche comprensibile, se davvero hai l'età che dici). In r

mi permetto di chiederti di evitare certi giudizi sul sottoscritto dal momento che non mi conosci e non puoi saperlo

Modificato da Grande Tex
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, pecos dice:


Occhio Diablero, è una trappola!

Se dai la risposta sbagliata Leo non ti rivolgerà più la parola :indiano:

 

Naturalmente le circostanze sono molto diverse: ne Gli Invincibili Shane viene tradito da un amico, qui invece Torrence viene ucciso da un nemico. Però il discorso di Diablero sembrerebbe attagliarsi anche a questa storia e da qui nasce la mia domanda. Dalla risposta dipenderà anche la possibilità che io richieda un ban perpetuo per Diablero, questo sì. :D 

 

Tornando sul finale di Cercatori di Piste e sulle domande di Diablero: il finale è telefonato? sì. Non è un agguato serio? Per me questo è un aspetto irrilevante, l'importante non è come avvenga l'omicidio, ma che avvenga.

Ci sono buoni motivi per l'assenza del lieto fine? La domanda non la capisco: quale può essere un buon motivo? E' una scelta dello sceneggiatore no? In tal caso, Borden voleva alzare il livello del pathos. Voleva, come dici tu, "dare dramma": può essere (per te) scontato, ma ciò non toglie che la scena sia comunque commovente, ciò che consente a Torrence di entrare maggiormente nel cuore dei lettori che se fosse rimasto in vita.

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5 hours ago, Leo said:

quindi pensi la stessa cosa della morte di Shane?

 

Non mi pronuncio, dovrei rileggerla.  :P

 

Sulle altre domande... scusa ma non ho voglia di riscrivere il post perso. Un po' per il malumore per averlo perso, un po' perché, avendolo scritto, si è un po' esaurita la voglia di "dire la mia" (è una tecnica che uso ogni tanto con le risposte da arrabbiato, le scrivo e poi le cancello...). Ho risposto a Grande Tex sul finale "originale" perchè era un altro argomento più generale.

 

Sul suo ultimo post invece sono abbastanza d'accordo. Storicamente, credo si sia visto un rapporto inverso fra "fiction" ed "eventi belli e brutti".

 

Il boom degli eroi tutto di un pezzo e dei musical c'è stato durante la grande depressione. Le storie tristi che ti dicono che la vita è uno schifo sono arrivate al successo con il boom economico. È proprio quando la vita non va benissimo che in generale la gente cerca rifugio in narrativa rassicurante e a lieto fine (come tendenza generale, poi un grande autore può avere successo anche andando controcorrente. Ma da qui in poi parlerò solo di tendenze generali, le eccezioni ci sono sempre, e Tex è una di esse)

 

È come se, mentre nei momenti di crisi si cerca rassicurazione...  nei momenti in cui va bene si cerchi espiazione, si usi la narrativa come modo per "lavarsi la coscienza" pensando che basti partecipare, emotivamente, al dramma dei meno fortunati leggendo fumetti su di loro, per poterli poi sfruttare con la coscienza tranquilla dopo. Una ipotesi confermata dal fatto che, apparentemente, sopra una certa fascia di reddito pare vada di moda SOLO letteratura triste e "impegnata" (chi ha bisogno di evasione quando la tua vita reale è fantastica?), mentre la narrativa più "bassa" e "popolare" tende sempre ad essere più rassicurante.

 

Questo potrebbe dare una spiegazione razionale ad un fenomeno abbastanza illogico: il fatto che, dopo gli anni 80 (gli anni della "Milano da bere" che hanno dato vita a Dylan Dog e Nathan Never), nonostante i gusti del pubblico con l'aumentare delle disuguaglianze sociale siano tornati ad andare sempre più verso l'evasione (e si vede bene al cinema), il fumetto pare bloccato sulle cose che funzionavano allora (come obiettivo, ma con ben altri risultati...). Vedo articoli online che propongono la tesi che questo abbia ammazzato il fumetto "popolare" riducendo il fumetto ad un media di nicchia per privilegiati. Ma forse è una visione che vede la cosa a rovescio: forse, il fumetto è diventato sempre più un media di nicchia per privilegiati (a causa della concorrenza con altri divertimenti più economici o gratuiti) e PER QUESTO, i contenuti sono sempre più passati dall'escapismo alla auto-macerazione, al "oh come siamo cattivi oh come fa schifo il mondo" tipico di chi nella vita ha pochi problemi reali...

 

 

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6 hours ago, Poe said:

E anche a rileggersi la Storia dei nativi americani non ti viene molto da scrivere dei lieto fine.

 

Se è per questo, quale evento storico ha mai avuto un lieto fine?

 

Prendi quella che potrebbe essere considerata la più grande "vittoria del bene" del xx secolo: le truppe alleate (sovietiche) che che liberano i prigionieri dei campi di sterminio. Solo che se non fermi la storia PROPRIO LÌ come fanno di solito, la storia reale prosegue e scopri che quasi tutti gli aguzzini l'hanno fatta franca, molti aiutati dagli USA in funzione antisovietica, e hanno fatto la bella vita da ricchi mentre le loro vittime spesso non hanno nemmeno riavuto indietro i loro beni...

 

Se non puoi fare storie a lieto fine su eventi storici finiti male, non puoi fare nessuna storia a lieto fine che non sia di fantascienza. Asterix non dovrebbe esistere (I galli furono sottomessi, tutti). Robin Hood dovrebbe essere una triste storia di sconfitte (alla fine Giovanni Senza Terra diventerà re).  Il finale di tutte le storie non è "e vissero tutti felici e contenti", è "e prima o poi morirono tutti".

Insomma: se le storie che finiscono male, in tragedia, morte, distruzione, tradimenti le puoi benissimo ricalcare dalla storia, copiarle proprio pari pari, fare un lieto fine credibile è un atto creativo in cui devi rendere credibile qualcosa di inesistente in natura, sfruttando la possibilità di poter far finire una storia al momento giusto.  È per questo che tutti gli autori, anche quelli noti per storie comiche, sono capaci di scrivere una storia tragica (che ci vuole, basta che racconti un normale fatto di cronaca), mentre molti autori che non l'hanno mai fatto non sono capaci di scrivere storie a lieto fine credibili: quella è una cosa che non puoi copiare dalla cronaca nera, quella è un abilità che devi imparare e sviluppare (e molti non ne saranno mai capaci)

 

Riguardo alla storia degli indiani, già in partenza ridurre tutta la storia di tutti gli indiani alla tragtedia dei loro popoli è una semplificazione che sotto il mantello del "rispetto" ne cancella l'individualità, considerando un personaggio "indiano" non solo un individuo, ma ogni singola volta un rappresentante dell'intera cultura indiana, che passa le sue giornate ogni giorno a dolersi della futura fine causata dall'uomo bianco (notoriamente gli indiani non si divertivano e non ridevano mai, tutti concentrati sul fatto che di lì a pochi decenni la loro cultura sarebbe stata sopraffatta). Come se tutti i personaggi italiani di storie ambientate negli anni 80 dovessero parlare solo della crisi in arrivo negli anni 90...

 

Persino quando si trattano direttamente gli eventi storici, la potenza della narrativa e della fantasia viene sottovalutata.  Prendo due esempi, la storia del west e magico vento, e la guerra delle black hills.

La storia del west si propone di raccontare la storia del west, usando le vicende dei protagonisti solo come un aggancio per il lettore e non trasformare tutto in una noiosa lezione di storia. Quindi giustamente si prende poche libertà "storiche", e ti racconta come andarono le cose (o meglio, una versione di come andarono, visto che su diversi punti gli storici stanno ancora ad azzuffarsi e lo faranno per sempre)

Invece, magico vento per quanto sia una serie in cui il setting storico è molto curato, è anche una serie horror con mostri, magie, poteri esp,  etc.  E quindi Manfredi non era "legato" dai paletti della storia del west.

 

E io sono rimasto abbastanza impressionato da come Manfredi, pur mantenendo un assoluto "rigore storico" notevole (molto superiore a quello di altre serie in apparenza "realistiche", compreso Tex), sia riuscito a dare una sorta di "lieto fine" e una vittoria per Magico Vento, alla fine di una guerra che ha visto la sua parte totalmente sconfitta. Perchè un fumetto di fantasia ha la possibilità di riempire i buchi che la storia ufficiale non copre, e il fatto di poter "mentire sapendo di mentire ad un pubblico che finge momentaneamente di crederci" (la letteratura, insomma) ti dà MOLTE possibilità.

Chi non le sfrutta, dicendo "che ci posso fare, il mio è un fumetto storico, la storia è andata così, mica posso cambiarla" sta dimostrando la SUA personale impotenza (o il fatto che in realtà non è che non può, non vuole), perchè la letteratura è molto più "potente" di così, e la "storia ufficiale" se vuole se la imbarbaglia come vuole!

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6 ore fa, Diablero dice:

Se è per questo, quale evento storico ha mai avuto un lieto fine?

Be', d'accordo, la Storia è una tragedia continua, ma ci sono eventi storici più drammatici e altri meno: la guerra di liberazione americana dagli inglesi di fine '700 ispira più un lieto fine di quella fratricida del 1861, il Risorgimento italiano (con tutti i suoi lati oscuri, per carità) è meno drammatico (storicamente e narrativamente parlando) del fascismo o del nazismo, e così via... Non so, non sono uno scrittore, ma non mi verrebbe di scrivere una storia a lieto fine sulla guerra del Vietnam o sulla recente dell'Afghanistan, mentre sulla liberazione dal nazifascismo o sulla fine del colonialismo in Africa sì... Poi dipende...

Per tornare ai nativi americani, raccontare la loro storia all''inizio dell'800 è diverso che raccontarla alla fine dell'800 quando ormai sono stati sterminati e messi nelle riserve. Non è che all'inizio dell''800 fossero rose e fiori, è chiaro, ma non è paragonabile a quello che è successo dopo.

 

Infine bisogna intendersi sul concetto di lieto fine, perché per me "Cercatori di piste" è una via di mezzo tra una storia amara (la morte di Torrence) e una a lieto fine (la comunità è salva e i cattivi sono puniti). Esistono insomma anche le vie di mezzo, e quasi sempre quelli che tu chiami finali tragici nella Bonelli sono delle vie di mezzo, perché poi gli eroi alla fine vincono e quasi sempre risolvono i casi e vivono (abbastanza) felici e contenti (vedi Julia, per es., o anche Dampyr). I finali veramente amari li faceva Tiziano Sclavi e prima ancora Berardi, quando concludeva con Ken Parker ferito o in carcere e tutti gli indiani buoni e i suoi amici ammazzati! Quelli sì che erano finali tristissimi...

Manfredi su Magico Vento, è vero, era un'eccezione perché si vedeva che cercava a tutti i costi di trovare dei lieto fine e degli elementi di speranza in storie che apparentemente non ne avevano, era quasi una scelta ideologica, la sua, perché voleva valorizzare a tutti i costi gli indiani, la loro cultura e il loro modo di vivere, e dare al pubblico più giovane degli esempi morali. Insomma parlava degli indiani, ma spesso come una metafora dell'oggi...

 

9 ore fa, Diablero dice:

Il boom degli eroi tutto di un pezzo e dei musical c'è stato durante la grande depressione. Le storie tristi che ti dicono che la vita è uno schifo sono arrivate al successo con il boom economico. È proprio quando la vita non va benissimo che in generale la gente cerca rifugio in narrativa rassicurante e a lieto fine

Non sono d'accordo col discorso: - semplificando -  quando le cose vanno bene nella società l'arte si può permettere di essere deprimente, mentre quando vanno male la gente cerca l'evasione e i finali positivi.

Innanzitutto ti contraddici perché secondo te la Storia umana è sempre tutta una continua tragedia, quindi l'arte dovrebbe sempre - secondo te - compensare questo fatto cercando di rallegrare il pubblico.

 

Poi gli esempi che porti possono essere confutati con altri (durante il boom economico c'erano sì i film deprimenti tipo Antonioni ma non li guardava nessuno, il tipico genere dell'epoca era la commedia all'italiana sostanzialmente ottimista), e inoltre dipende dai media, il cinema ha avuto una storia, il fumetto un'altra, la letteratura un'altra ancora.

Un conto poi è la letteratura di alto livello (che è pessimista dall'inizio dell'800 in poi e non ha mai smesso di esserlo) e un altro la letteratura di genere, che cambia a seconda del periodo storico. La fantascienza, per es., non rientra nel tuo schema: quando la società era ottimista (il positivismo di fine '800) la fantascienza era ottimista, quando la società era sconvolta da guerre mondiali e guerre fredde era pessimista (1984 di Orwell), e lo è anche adesso in piena crisi ambientale. Quindi la fantascienza è un genere che di solito rispecchia il periodo storico in cui viene scritta.

 

9 ore fa, Diablero dice:

il fumetto è diventato sempre più un media di nicchia per privilegiati (a causa della concorrenza con altri divertimenti più economici o gratuiti) e PER QUESTO, i contenuti sono sempre più passati dall'escapismo alla auto-macerazione, al "oh come siamo cattivi oh come fa schifo il mondo" tipico di chi nella vita ha pochi problemi reali...

 

Anche questa è un'affermazione che può avere delle verità, ma è troppo generica. Il fumetto più che un media di nicchia per privilegiati è diventato un intrattenimento per lettori adulti, che di fatto richiedono storie meno ingenue e più vicine alla realtà, quindi più amare.

Più che una condizione sociale, i fumetti (e i film, i libri) riflettono una scarsa speranza nel futuro (che un po' tutti oggi - consciamente o inconsciamente - hanno), e una visione egocentrica, nel senso che gli sceneggiatori non si sforzano più di vedere il mondo attraverso gli occhi di un ragazzino o di un giovane e nemmeno pensano di rivolgersi a lui quando scrivono, per cui alla fine la mancanza di lieto fine e di speranze finiscono per prevalere.

 

Significativo è stato "Orfani". Recchioni ha provato a fare un fumetto di ragazzini per ragazzini - e all'inizio pareva funzionare - , poi un po' alla volta, uno dopo l'altro, li ha ammazzati tutti tranne Ringo! E le vendite sono crollate... I ragazzini evidentemente non hanno apprezzato questa visione cupissima e gli adulti non l'hanno considerato un fumetto abbastanza per grandi... 

Modificato da Poe
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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Diablero dice:

quasi tutti 

 

beh,insomma...:rolleyes:con cognizione di causa,essendo da sempre interessato all'argomento,ritengo ti sbagli

 

 

<span style="color:red">12 ore fa</span>, Leo dice:

Tornando sul finale di Cercatori di Piste e sulle domande di Diablero: il finale è telefonato? sì. Non è un agguato serio? Per me questo è un aspetto irrilevante, l'importante non è come avvenga l'omicidio, ma che avvenga.

Ci sono buoni motivi per l'assenza del lieto fine? La domanda non la capisco: quale può essere un buon motivo? E' una scelta dello sceneggiatore no? In tal caso, Borden voleva alzare il livello del pathos. Voleva, come dici tu, "dare dramma": può essere (per te) scontato, ma ciò non toglie che la scena sia comunque commovente, ciò che consente a Torrence di entrare maggiormente nel cuore dei lettori che se fosse rimasto in vita

quoto al 100%

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18 ore fa, Diablero dice:

Se è per questo, quale evento storico ha mai avuto un lieto fine?

 

La storia è la scienza degli uomini nel Tempo,come diceva il mio idolo Marc Bloch...

Non c'è mai un lieto fine,vige il principio di riequilibrio...

La Guerra di indipendenza americana ha favorito la nascita di un gramde Paese,gli Usa.ma al contempo ha aperto la colonizzazione di territori sterminati ad Ovest degli Appalachi, distruggendo la cultura indiana e portando ad un progresso che ha favorito lo Wasp System... però se non ci fosse stato questo,il West come lo conosciamo noi non ci sarebbe mai stato...se Polk nel 1848 non avesse dichiarato guerra al Messico,la storia del Sud Ovest sarebbe stata molto diversa dall attuale...

18 ore fa, Diablero dice:

Prendi quella che potrebbe essere considerata la più grande "vittoria del bene" del xx secolo: le truppe alleate (sovietiche) che che liberano i prigionieri dei campi di sterminio. Solo che se non fermi la storia PROPRIO LÌ come fanno di solito, la storia reale prosegue e scopri che quasi tutti gli aguzzini l'hanno fatta franca, molti aiutati dagli USA in funzione antisovietica, e hanno fatto la bella vita da ricchi mentre le loro vittime spesso non hanno nemmeno riavuto indietro i loro beni...

Verissimo... E allora si potrebbe anche dire che senza il sanguinario tributo di sangue che Stalin impose al suo popolo in 4 anni di guerra,la Germania avrebbe potuto vincere la Guerra e imporre il proprio sistema di valori... Stalin è l assassino sanguinario dei Kulaki e il fautore della carestia del 1937 in Ucraina oppure il salvatore dell'Europa che noi oggi conosciamo? qual è la storia Reale? dove inizia e dove finisce un evento storico e dove sta la verità in un fatto storico? il bene e il male non esistono,esiste il meno peggio...e lo studio rigoroso delle cause e dei fatti,Conquest e Solzenyzin non sono la verità assoluta ad esempio... la fine dell'Urss non è stato un lieto fine,basta vedere la situazione in Ucraina attuale... migliorismo  e "fine della Storia" hanno visto fallire miseramente i propri dogmi...

la Storia è grigia con tinte di nero e di bianco.

 

Detto ciò,le storie a lieto fine nei fumetti mi piacciono sempre 🤠

Modificato da Barbanera
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Ragazzi, mi sa che siamo andati troppo oltre le intenzioni dell'autore. Boselli non ha pensato ai drammi della Storia o alla fame nel mondo. Ha compiuto invece un'operazione furbetta: è un nuovo autore, ha scritto una bella storia, il protagonista buca lo schermo, ora sai che facciamo? Facciamolo morire, "facciamo dramma", come dice Diablero, così facciamo venire i lucciconi ai lettori che si commuovono e si sentono ancora più appagati dal bel pugno nello stomaco che gli assesto a fine storia. 

 

Il finale lacrimevole era un mainstream all'epoca, dice Diablero, per questo è troppo telefonato e stucchevole. 

Io invece dico che, al di là delle mode, della storia del fumetto e dell'esegesi dei finali nelle varie epoche, la scelta di Boselli è stata a mio parere azzeccata: la morte di Torrence crea pathos, commuove, in definitiva rende la storia in oggetto un po' più indimenticabile. Furbo il nuovo autore? Sì, e con questo? ;)

Modificato da Leo
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14 hours ago, Poe said:

Anche questa è un'affermazione che può avere delle verità, ma è troppo generica.

 

Ma sono perfettamente consapevole che sto generalizzando cose molto più complesse, ti garantisco che non mi stavo illudendo di aver trovato la chiave per predire la storia umana in un post in un forum!  :P

 

Sono tendenze molto generali e si combinano a molte altre (per esempio, la già citata concorrenza di altri media, o ideologie che si diffondono che impongono l'ottimismo, il boom di specifici personaggi, etc.) e stiamo comunque parlando di lettori che hanno ciascuno gusti e idiosincrasie personali. Non è una legge assoluta tipo "quando c'è una crisi tutti vogliono storie a lieto fine", ma piuttosto un effetto che si somma a tanti altri, ma che comunque è percepibile (infatti, non voglio millantare di averlo scoperto io...)

 

Tanto percepibile che un po' è entrato anche nella mentalità e in certi pregiudizi: il pregiudizio snob secondo coi il lieto fine è "ingenuo e popolare" mentre i finali tragici sono "più artistici" (tesi facilmente smentibile in assoluto semplicemente pensando al successo dei film strappalacrime con Amedeo Nazzari degli anni 50) si basa comunque sul vedere che c'è una differenza percepibile in base al ceto del lettore.

 

Può essere spiegata con il livello di alfabetizzazione, e con il fatto che un lettore "ingenuo" che ha letto poco rimanga spiazzato da un finale triste? Solo se parliamo di bambini, mi sa. E bambini abbastanza piccoli. La divisione fra "gente che legge" e "gente che non legge" è sempre stata abbastanza marcata anche in passato, ma vista la scarsa concorrenza di altri media, quelli che leggevano leggevano veramente TANTO (basta vedere il boom prima delle dime novels, poi delle riviste pulp, dei tascabili, e anche dei fumetti...). Dubito che qualunque lettore sopra i 13 anni non avesse mai letto una tragedia o una storia triste o una storia horror...

 

14 hours ago, Poe said:

Non sono d'accordo col discorso: - semplificando -  quando le cose vanno bene nella società l'arte si può permettere di essere deprimente, mentre quando vanno male la gente cerca l'evasione e i finali positivi.

Innanzitutto ti contraddici perché secondo te la Storia umana è sempre tutta una continua tragedia, quindi l'arte dovrebbe sempre - secondo te - compensare questo fatto cercando di rallegrare il pubblico.

 

Ma io non ho detto che la storia umana è una tragedia continua! Come ha detto efficacemente Barbanera, in realtà la storia umana non è a lieto fine e nemmeno con un finale triste, perchè... non ha un finale! (e non essendo una storia scritta da qualcuno non ha un tema o necessariamente un senso). Ho detto che un finale tragico è più facilmente copiabile dalla realtà, perché per ciascuno di noi purtroppo un finale ESISTE (e di solito è sempre tragico o almeno triste. Almeno per il defunto o i suoi cari) e quel tipo di finale può lasciare tranquillamente gli altri personaggi in sospeso e le altre trame non risolte, mentre un lieto fine scritto bene deve riallacciare tutto in maniera soddisfacente: e quando mai si è visto nella vita vera?

 

L'effetto di cui parlo è notabile sia nel cambiare dei periodi storici (parlo soprattutto di boom e crisi economiche, che toccano molto la vita quotidiana dei lettori, destabilizzandole o rendendole prive di rischi. Quando parliamo invece di guerre o dittature queste hanno un effetto diretto sulla fiction che va molto più in là di queste vaghe tendenze, imponendo magari un ottimismo propagandistico o causando proprio la chiusura di testate che vendevano)

 

14 hours ago, Poe said:

La fantascienza, per es., non rientra nel tuo schema: quando la società era ottimista (il positivismo di fine '800) la fantascienza era ottimista, quando la società era sconvolta da guerre mondiali e guerre fredde era pessimista (1984 di Orwell), e lo è anche adesso in piena crisi ambientale. Quindi la fantascienza è un genere che di solito rispecchia il periodo storico in cui viene scritta.

 

La fantascienza in realtà mi sa invece che è l'esempio perfetto!  :laugh:

 

Lasciamo stare Wells, Verne e pure Orwell, come dicevo sto parlando di tendenze generali nella letteratura di consumo, non di singoli autori  Parliamo quindi del tipo di storie che riempivano all'epoca "Amazing Stories" o "Astounding Science Fiction" o poi "Galaxy", e poi dopo il declino delle riviste,  delle storie che vendono di più.

 

La fantascienza ha una caratteristica che la rende una buona cartina di tornasole per valutare ottimismo e pessimismo: parla (spesso) del futuro.

 

Che tipo di futuro dipingevano le storie degli anni 30 su Amazing Stories? Un futuro in cui l'umanità, grazie alla scienza, dominava l'universo! Proprio, guarda caso, nel periodo in cui ci fu la grande depressione e c'era la paura della prevedibile guerra imminente. E le riviste che offrivano un futuro ultraottimistico a dieci centesimi si vendevano come il pane! (nello stesso periodo, "Weird Tales" pur avendo autori come lovecraft e Howard era sempre ai limiti della sopravvivenza, l'horror all'epoca vendeva molto meno della fantascienza ottimista)

 

Cosa succede nel dopoguerra? Che la fantascienza "commerciale" cambia, progressivamente, prima con la cosiddetta "fantascienza sociologica" di Galaxy, poi con futuri via via sempre più pessimisti e distopici, fino ad arrivare al plumbeo e deprimente (per più di una ragione) cyberpunk (e come per il fumetto, questo si accompagna ad un continuo calo di vendite)

 

Nel mentre, con la crisi economica degli anni 70 (che negli USA si associa al post-vietnam e al watergate), mentre la pessimista fantascienza letteraria diventa sempre più di nicchia, al cinema fa il botto "Guerre Stellari", spazzando via gran parte del cinema deprimente precedente (e dando via ad una valanga di ciarpame, purtroppo).

 

I rest my case...   :cool:

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...e mi sa che siamo finiti totalmente off-topic   :rolleyes:

 

Riassumo il mio giudizio sulla storia e chiudo (almeno per me): una buona storia che mi ha appassionato per diversi albi... ma mi ha lasciato con una forte delusione per il banale finale.

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9 ore fa, Diablero dice:

...e mi sa che siamo finiti totalmente off-topic   :rolleyes:

 

Riassumo il mio giudizio sulla storia e chiudo (almeno per me): una buona storia che mi ha appassionato per diversi albi... ma mi ha lasciato con una forte delusione per il banale finale.

 

 

Considerando che di finali così in Tex ce ne sono appena due o tre e due li  ho scritti  io, la tua mi sembra un'affermazione imprudente...:D  La statistica pura dice che per la serie è invece un finale originale, un sasso in uno stagno d'acque morticine.

 

Secondo per una volta ti sbagli. Non è un finale rassicurante ed è, come ho detto, voluto essenzialmente  per dare una lezione a Craig, che altrimenti sarebbe restato in vita. Se l'ho scritto è perché la storia per me era giusta così. Un lieto fine mi avrebbe stonato, l'avrebbe indebolita, per tacere della difficoltà nel punire adeguatamente Craig.

Ho anche rischiato, perché in quei  primi  anni molti lettori mi odiavano già  come quello che non fa mai i lieti fine (per DUE storie!).

Sappi che al contrario gli zagoriani, più abituati da Nolitta ai finali amari, trovavano invece irritante che nelle mie storie non morisse mai nessun amico di Zagor! :lol:  Li ho puniti scrivendo in Zagor SEMPRE dei finali lieti!

Modificato da borden
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34 minutes ago, borden said:

Considerando che di finali così in Tex ce ne sono appena due o tre e due li  ho scritti  io, la tua mi sembra un'affermazione imprudente...:D  La statistica pura dice che per la serie è invece un finale originale, un sasso in uno stagno d'acque morticine.

 

Sarebbe vero se Tex fosse il solo fumetto, circondato dal nulla. Ma invece quei numeri sono usciti in edicole piene di finali come quello, attorniati dalle altre testate Bonelli dove quei finali erano praticamente la regola...  e anche su Tex Nizzi ne aveva già scritti (espliciti come in fuga da Anderville o impliciti, facendoli evitare all'ultimo secondo da un paralitico di passaggio), ed erano praticamente la regola nelle storie di Nolitta.

 

Quindi dire che lì sei stato originale è come sentire dire da De Andrè che per fare l'originale e distinguersi, avrebbe cantato cover di Gigliola Cinquetti e dei Ricchi e Poveri!  :laugh:

 

Per la serie Tex, è un finale non tanto "originale", ma "non molto consueto" solo se guardiamo a tutti i suoi 73 anni di storia. Se invece guardiamo alla storie di quel periodo (con storie di un Nizzi post-crisi e di Nolitta) mi sa che la cosa più originale di tutte sarebbe stata mostrare Tex che trionfava con la sua abilità...  :rolleyes:

 

Ma anche parlare di "originale" manca il bersaglio. Io non cerco finali "originali". Cerco finali conseguenti dalle premesse (che non vuol dire prevedibili: vuol dire che alla fine, a posteriori, deve sembrare ovvio che sia finita così. Ci può stare anche il colpo di scena, ma dovrebbe essere di quelli che esclami "ma certo! Questo spiega tutto! Come ho fatto a non pensarci?". Non di quelli "eh??? e questa cosa da dove salta fuori?"

Quello che ho esclamato io invece in questa storia è "ma no! Anche qui? Ma che senso ha?" :rolleyes:

 

Ma vabbè, qui ciascuno resterà della sua opinione, non voglio "convincere", mi basta spiegare cosa intendo.

 

50 minutes ago, borden said:

Un lieto fine mi avrebbe stonato, l'avrebbe indebolita, per tacere della difficoltà nel punire adeguatamente Craig.

 

È un problema che ti sei creato tu da solo: Craig si era beccato una pallottola nella pancia poche pagine prima, bastava lasciarlo morto.  Un finale triste più conseguente poteva essere che sarebbe stato celebrato come un eroe mentre i disertori non sarebbero più stati riabilitati. Un finale triste ma più "logico", più "legato a quello che era avvenuto prima". Se proprio volevi morto il sergente, poteva fare scudo alla prigioniera e sacrificare la sua vita per salvarla. O, se ti sembrava troppo retorica come cosa, poteva semplicemente morire lì mentre fischiavano pallottole ovunque e lasciarci la pelle, normalmente, in combattimento. (non perchè non ha guardato prima di attraversare la strada, e lui e Tex e Carson cadono nel più banale degli agguati, ma per pura botta di culo sparato a Torrence e non a Tex...)

 

Finire con la condanna di Craig sarebbe stato un finale tanto "zuccheroso" da non piacerti? Ma l'avevi creato tu, fino a quel momento, se lo volevi meno "lieto fine"... bastava farlo meno "lieto fine"!  (anche per questo dico che il finale è incoerente). È come se mentre guidi sul ghiaccio, ri rendi conto di esserti spostato troppo a destra e rischi di cadere in un fosso. Allora dai una frenetica sterzata buttandoti completamente dall'altro lato, a sinistra. Non è una manovra che di solito migliora la situazione... :P

 

1 hour ago, borden said:

Sappi che al contrario gli zagoriani, più abituati da Nolitta ai finali amari, trovavano invece irritante che nelle mie storie non morisse mai nessun amico di Zagor! :lol:  Li ho puniti scrivendo in Zagor SEMPRE dei finali lieti!

 

Ah! Ahi confessato finalmente! Tu vuoi punire i lettori! (e questo spiega pure il ritorno di Nizzi... )  :angry:

 

 

 

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Personalmente reputo che il triste finale sia un valore aggiunto di questa storia e contribuisce ulteriormente ad accrescere l'alone di grandezza attorno alla riuscita figura del tenente Torrence. Come scrissi nel mio commento in passato, mi dispiacque un po' che una creatura di questo calibro uscisse di scena alla prima apparizione, ma a bocce ferme, ammetto che la scelta di Borden fu azzeccata; così facendo donò l'episodio di un epilogo commovente e plausibile (punizione per Craig che sennò l'avrebbe fatta franca) ed evitò il rischio di incappare in un eventuale ritorno non all'altezza della sua creatura letteraria. Perchè son certo che il lettore avrebbe preteso un suo ritorno, se il vigliacco Craig non gli avesse sparato a tradimento! Sulla prevedibilità della scena, credo che dipenda molto dalla soggettività di chi legge. E' ovvio che un "lettore forte" che si divora montagne di romanzi, storie a fumetti e sceneggiature cinematografiche varie, rischia il più delle volte di reputare alcune scelte narrative già viste o prevedibili; l'importante è il pathos e l'emozione che una scena ti dona durante la lettura, e indubbiamente, quella composta da Mauro, in tal senso, non scherza. Trovo fastidiose invece, le trovate ripetitive e senza mordente come l'arrivo provvidenziale della cavalleria o altre scorciatoie simili, ma quelle sono un altro paio di maniche. :D

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<span style="color:red">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

questo spiega pure il ritorno di Nizzi... )  :angry:

 

certo che non capisco cone tu possa negare che nella maggiiranza dei tuoi post trovi sempre il modo di criticare Nizzi quando non c' entra.La tua è veramente un ossessione. Posso dire che sarebbe più educato per gli altri utenti che non la pensano come te se smettessi? 

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52 minuti fa, Diablero dice:

e anche su Tex Nizzi ne aveva già scritti (espliciti come in fuga da Anderville o impliciti, facendoli evitare all'ultimo secondo da un paralitico di passaggio), ed erano praticamente la regola nelle storie di Nolitta.

 

Nizzi? Non me ne ricordo francamente. Fuga da Anderville si fonda su un finale commovente, che però è funzionale alla storia, rappresenta la premessa senza la quale la storia non sarebbe possibile. Ne L'Uomo senza passato Fiore di Luna deve morire per necessità di saga. Torrence e Shane muoiono invece a storia finita, per pura scelta narrativa. Davvero, di Nizzi non ne ricordo nemmeno uno (solo L'ultima frontiera, forse). E non ne ricordo perché NESSUN character di Nizzi è all'altezza di uno Shane o di un Torrence.

Modificato da Leo
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

Finire con la condanna di Craig sarebbe stato un finale tanto "zuccheroso" da non piacerti? Ma l'avevi creato tu, fino a quel momento, se lo volevi meno "lieto fine"... bastava farlo meno "lieto fine"! 

A me sembra - sembra - che Boselli avesse in mente anche i finali di GL Bonelli in "Sangue Navajo" e "Vendetta indiana" in cui il sanguinario comandante militare di turno viene riconosciuto incapace dai suoi superiori e degradato (per questo non fa morire Craig prima, per la ferita, perché deve subire il processo ed essere condannato).

Però Craig è troppo odioso e malvagio e deve morire, come in "Vendetta indiana" il colonnello Arlington (ucciso nel finale dall'indiana). Quindi il modo migliore è farlo morire dopo il processo e - secondo Boselli -, in seguito all'uccisione di Torrence.

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

così facendo donò l'episodio di un epilogo commovente e plausibile (punizione per Craig che sennò l'avrebbe fatta franca) ed evitò il rischio di incappare in un eventuale ritorno non all'altezza della sua creatura letteraria.

 Sul fatto che la morte di Torrence abbia reso più commovente la storia non c'è dubbio, che tra i motivi ci sia anche quello di evitare un suo possibile ritorno, non credo. Se uno sceneggiatore non vuol far tornare un personaggio... non lo fa ritornare! Non c'è bisogno di ammazzarlo...

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

e contribuisce ulteriormente ad accrescere l'alone di grandezza attorno alla riuscita figura del tenente Torrence.

Questo sì, la morte dell'eroe lo rende sempre più grande ed epico, soprattutto se è riuscito nell'impresa che si era prefissato, la salvezza della sua comunità. Muore ma è riuscito nell'impresa  eroica, un classico, da Mosè a Leonida, ecc. Farlo morire dopo che ha vinto, non durante lo scontro a fuoco precedente, ne risalta ancora di più la grandezza e la tragicità.

<span style="color:red">2 ore fa</span>, borden dice:

Un lieto fine mi avrebbe stonato, l'avrebbe indebolita,

Ecco anche a me pare che in una storia tendenzialmente realistica e "dura" com'è di fatto "Cercatori di piste", con avversari molto tosti e crudeli, un finale troppo positivo avrebbe stonato.

E poi se l'ha detto chi l'ha scritta, non c'è dubbio che abbia ragione lui! :P

 

Io avevo pensato anche che la vittoria della comunità di indiani e bianchi di Torrence in un periodo storico in cui in realtà i pellerossa erano in fase "declinante", per usare un eufemismo (Tex è ambientato negli anni '80 dell'800, Wounded Knee è del 1890), potesse aver contribuito a fare un finale meno ottimista, ma forse queste sono solo mie elucubrazioni.

 

<span style="color:red">14 ore fa</span>, Diablero dice:

Nel mentre, con la crisi economica degli anni 70 (che negli USA si associa al post-vietnam e al watergate), mentre la pessimista fantascienza letteraria diventa sempre più di nicchia, al cinema fa il botto "Guerre Stellari", spazzando via gran parte del cinema deprimente precedente (e dando via ad una valanga di ciarpame, purtroppo).

Non sono d'accordo (Guerre stellari non rappresenta la fantascienza degli ultimi decenni, che è quasi tutta ultra pessimista), ma non importa è un discorso troppo lungo e soprattutto OT! Magari un'altra volta, in un altro topic :D

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Grande Tex dice:

trovi sempre il modo di criticare Nizzi quando non c' entra.La tua è veramente un ossessione. Posso dire che sarebbe più educato per gli altri utenti che non la pensano come te se smettessi? 

 

Non sono un moderatore, ma mi pare che tra te e Diablero il più ossessionato da Nizzi sei tu (anche lui non scherza, eh).

Ok, Nizzi ti piace come sceneggiatore, non sopporti che qualcuno ne parli male, però dai, lascia perdere ogni tanto, non ne vale la pena... :D  "Non nominare il suo nome invano" è un comandamento che non è stato scritto riferendosi a Nizzi.

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29 minuti fa, Poe dice:

sono un moderatore, ma mi pare che tra te e Diablero il più ossessionato da Nizzi sei tu (anche lui non scherza, eh).

Ok, Nizzi ti piace come sceneggiatore, non sopporti che qualcuno ne parli male, però dai, lascia perdere ogni tanto, non ne vale la pena... :D  "Non nominare il suo nome invano" è un comandamento che non è stato scritto riferendosi a Nizzi.

sì però capisci che a sentirne sempre parlarne male,quamdo non a niente a che vedere col discorso,ad un certo punto uno si stufa.

A me ,per dire,non piacciono le storie di Faraci ma non per questo scrivo sempre per criticarlo quando non c' entra niente.Questo vizio di nominare Nizzi sempre Diablero l' ha ereditato da TWO:rolleyes:

 

 

 

Parlando della storia ,devo dire che non è tra le mie preferite.La coppia Tex- Tiger non mi entusiasma( ma posso capire che sia la più adatta per questo tipo di storie) ,c' è un atrmosfera troppo cupa e angosciosa,per i miei gusti,e a tratti secondo me ci si annoia un po'. Poi Boselli ,come ( quasi) sempre, è comunque abile nello sceneggiare e rende la storia piacevole,ma non eccezionale per me.

I disegni di Marcello sono invece ottimi.

P.S.: ho detto che la storia è troppo cupa per i miei gusti,ma proprio per questo un finale così CI VOLEVA!  Certo ,Torrence poteva morire in combattimento, MA SAREBBE STATO MOLTO PIÙ BANALE.

Modificato da Grande Tex
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3 minutes ago, Grande Tex said:

sì però capisci che a sentirne sempre parlarne male,quamdo non a niente a che vedere col discorso,ad un certo punto uno si stufa.

 

E perchè il fatto che "ti stufi" di sentire nominare il nome del tuo Dio invano dovrebbe essere un problema di importanza vitale per tutti gli altri, mentre DI QUANTO SONO STUFI GLI ALTRI del tuo comportamento, che continua a mandare in vacca e in flame discussione dopo discussione, non te ne frega assolutamente nulla?

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3 ore fa, Diablero dice:

Craig si era beccato una pallottola nella pancia poche pagine prima, bastava lasciarlo morto. 

Invece è stato a mio modo di vedere un valore aggiunto alla storia...Finn gli spara per poter avere "le mani libere"con Tex e regolare i conti con i disertori...se lo avesse ucciso,chi lo avrebbe mai pagato?;)...

 

3 ore fa, Condor senza meta dice:

Perchè son certo che il lettore avrebbe preteso un suo ritorno, se il vigliacco Craig non gli avesse sparato a tradimento! 

Bravo esatto!... Torrence è un eroe tragico, è giusto che sia morto...se fosse ritornato non avrebbe avuto senso.

 

41 minuti fa, Grande Tex dice:

 a tratti secondo me ci si annoia un po'.

Mi viene il dubbio di aver letto un altra storia 😜

1 ora fa, Poe dice:

Però Craig è troppo odioso e malvagio e deve morire, come in "Vendetta indiana" il colonnello Arlington (ucciso nel finale dall'indiana). Quindi il modo migliore è farlo morire dopo il processo e - secondo Boselli -, in seguito all'uccisione di Torrence.

Ehm...anche Middleton viene ucciso nella storia nizziana "Aquila della Notte" in cui Tex fa l.uomo della morte... tradizionalmente gli alto militari di carriera,in Italia soprattutto, sono sempre difficili da punire quando sbagliano... anzi,in Italia quando sparano a mitraglia su un pacifico corteo di protesta (vedi Bava Beccaria) si meritano pure una medaglia al valore è la rendita parlamentare 😒... viceversa i fantaccini e i graduati venivano puniti sempre duramente dai superiori alla minima infrazione...in Tex c è un po' il rovescio di questa ingiustizia,e ciò mi è sempre piaciuto ..

 

Ah,mi permetto l ultimo of topic a proposito di "lieto fine"storico...nel 1991 ai moti pacifici di dissoluzione della Urss in cui migliaia di sovietici scesero in piazza per chiedere di togliere loro tutto ma di dargli la libertà,L Armata Rossa non sparó mai sui manifestanti, perché "L Esercito del Popolo non spara sul popolo"... In questo caso almeno ci fu una dimostrazione di libertà in URSS...oggi non so se il Russia andrebbe così... chiudo la parentesi

 

Modificato da Barbanera
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In questo caso, Diablero ha ragione, @Grande Tex. La sua menzione, tra l'altro, faceva parte di una palese battuta (un autore che vuole punire i lettori... tipica cosa che uno dice seriamente). E lo diciamo, come staff, dopo aver richiamato Diablero quando esagerava, in altri topic: qui non è il caso.

Io (ma non sono il solo, vedo) trovo molto più offensivo il modo in cui mandi regolarmente in malora le discussioni con i tuoi interventi puerili, insignificanti e petulanti. Ti ha già richiamato @pecos per spam. Cerca di fare in modo che non ti si debba richiamare ulteriormente o prendere provvedimenti.

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3 ore fa, Diablero dice:

 

Sarebbe vero se Tex fosse il solo fumetto, circondato dal nulla. Ma invece quei numeri sono usciti in edicole piene di finali come quello, attorniati dalle altre testate Bonelli dove quei finali erano praticamente la regola...  e anche su Tex Nizzi ne aveva già scritti (espliciti come in fuga da Anderville o impliciti, facendoli evitare all'ultimo secondo da un paralitico di passaggio), ed erano praticamente la regola nelle storie di Nolitta.

 

Quindi dire che lì sei stato originale è come sentire dire da De Andrè che per fare l'originale e distinguersi, avrebbe cantato cover di Gigliola Cinquetti e dei Ricchi e Poveri!  :laugh:

 

Per la serie Tex, è un finale non tanto "originale", ma "non molto consueto" solo se guardiamo a tutti i suoi 73 anni di storia. Se invece guardiamo alla storie di quel periodo (con storie di un Nizzi post-crisi e di Nolitta) mi sa che la cosa più originale di tutte sarebbe stata mostrare Tex che trionfava con la sua abilità...  :rolleyes:

 

Ma anche parlare di "originale" manca il bersaglio. Io non cerco finali "originali". Cerco finali conseguenti dalle premesse (che non vuol dire prevedibili: vuol dire che alla fine, a posteriori, deve sembrare ovvio che sia finita così. Ci può stare anche il colpo di scena, ma dovrebbe essere di quelli che esclami "ma certo! Questo spiega tutto! Come ho fatto a non pensarci?". Non di quelli "eh??? e questa cosa da dove salta fuori?"

Quello che ho esclamato io invece in questa storia è "ma no! Anche qui? Ma che senso ha?" :rolleyes:

 

Ma vabbè, qui ciascuno resterà della sua opinione, non voglio "convincere", mi basta spiegare cosa intendo.

 

 

È un problema che ti sei creato tu da solo: Craig si era beccato una pallottola nella pancia poche pagine prima, bastava lasciarlo morto.  Un finale triste più conseguente poteva essere che sarebbe stato celebrato come un eroe mentre i disertori non sarebbero più stati riabilitati. Un finale triste ma più "logico", più "legato a quello che era avvenuto prima". Se proprio volevi morto il sergente, poteva fare scudo alla prigioniera e sacrificare la sua vita per salvarla. O, se ti sembrava troppo retorica come cosa, poteva semplicemente morire lì mentre fischiavano pallottole ovunque e lasciarci la pelle, normalmente, in combattimento. (non perchè non ha guardato prima di attraversare la strada, e lui e Tex e Carson cadono nel più banale degli agguati, ma per pura botta di culo sparato a Torrence e non a Tex...)

 

Finire con la condanna di Craig sarebbe stato un finale tanto "zuccheroso" da non piacerti? Ma l'avevi creato tu, fino a quel momento, se lo volevi meno "lieto fine"... bastava farlo meno "lieto fine"!  (anche per questo dico che il finale è incoerente). È come se mentre guidi sul ghiaccio, ri rendi conto di esserti spostato troppo a destra e rischi di cadere in un fosso. Allora dai una frenetica sterzata buttandoti completamente dall'altro lato, a sinistra. Non è una manovra che di solito migliora la situazione... :P

 

 

Ah! Ahi confessato finalmente! Tu vuoi punire i lettori! (e questo spiega pure il ritorno di Nizzi... )  :angry:

 

 

 

No, no, Craig non poteva morire prima! Doveva essere umiliato al processo, ma come fai a non capire?

 

L'altro  punto  dove la tua argomentazione è fallace è che porti a esempio altre serie! Macchissenefrega? Lo sai anche tu che una serie è contenuta in se stessa. Non si critica Marlowe con i valori e gli schemi di Maigret. Se non c'è  lieto fine in Zagor e nella fantascienza contemporanea, ma che cosa c'entra con Tex?? Tex si giudica con Tex. E in Tex quel finale è tutt'altro che banale, perché non l'avevamo mai visto. E' questo è un fatto, come a te spesso piace dire...

 

Non ti piace? Legittimo, ma per favore non teorizzare per avvalorare un semplice gusto che finisce che ti imbrodi.B)

Modificato da borden
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, virgin dice:

In questo caso, Diablero ha ragione, @Grande Tex. La sua menzione, tra l'altro, faceva parte di una palese battuta (un autore che vuole punire i lettori... tipica cosa che uno dice seriamente). E lo diciamo, come staff, dopo aver richiamato Diablero quando esagerava, in altri topic: qui non è il caso.

Io (ma non sono il solo, vedo) trovo molto più offensivo il modo in cui mandi regolarmente in malora le discussioni con i tuoi interventi puerili, insignificanti e petulanti. Ti ha già richiamato @pecos per spam. Cerca di fare in modo che non ti si debba richiamare ulteriormente o prendere provvedimenti.

ok mi scuso se ho creato problemi.Ma mi sembrava e mi sembra tuttora,un'uscita fuori luogo,per questo sono intervenuto.

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