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TWF - Tex Willer Forum

[431/435] La Strage Di Red Hill


bressimar
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, virgin dice:

 

Vengo dimesso e trovo un messaggio su una storia di Nolitta che comincia in questo modo. E allora ditemelo che era meglio rimanere in ospedale. :D

Che cattivo

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Ma no, che cattivo... Era solo una battuta autoironica sulla mia idiosincrasia per Nolitta.

È ancora lecito apprezzarlo su questo forum e (grazie a Dio) ovunque. Purtroppo la mia idea di implementare uno strumento di permaban istantaneo per chiunque scrivesse messaggi di apprezzamento a Nolitta non ha mai avuto seguito. :D

 

P.S.: ora sono cattivo: già mi sento un ritardato a chiudere ogni volta il messaggio con la faccina sorridente per far capire che sono ironico; ma se nemmeno serve, a che cosa faccio la figura del ritardato a fare? :D

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, virgin dice:

Ma no, che cattivo

Tieni in serbo la tua vera cattiveria per il mio prossimo commento a "Caccia all'uomo":D

Lo so, sfidare un moderatore non va bene, ma alla mia passione nolittiana non so resistere.

Se proprio lo dovrai fare ... bannami con delicatezza.

Grazie.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

Tieni in serbo la tua vera cattiveria per il mio prossimo commento a "Caccia all'uomo":D

Lo so, sfidare un moderatore non va bene, ma alla mia passione nolittiana non so resistere.

Se proprio lo dovrai fare ... bannami con delicatezza.

Grazie.

Attendo con ansia il tuo commento, Pard. "Caccia all'uomo", per me è un capolavoro. L'evoluzione del rapporto tra Wilson e Tex è una delle cose più belle mai viste sulla serie. Il finale, la scoparte della morte di Wilson..... Capolavoro! 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, MacParland dice:

Attendo con ansia il tuo commento, Pard. "Caccia all'uomo", per me è un capolavoro. L'evoluzione del rapporto tra Wilson e Tex è una delle cose più belle mai viste sulla serie. Il finale, la scoparte della morte di Wilson..... Capolavoro! 

Sottoscrivo

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  • 1 anno dopo...

Finalmente l’ho letta, meglio tardi che mai. :rolleyes:

 

Storia dalla gestazione decisamente particolare, sia perché è l’ultima interamente firmata da Nolitta sia per le tristi circostanze che portarono all’avvicendamento artistico tra Giolitti e Ticci.

Decisamente lunga e classicamente “nolittiana”, piena di dialoghi anche introspettivi e con un finale malinconico che non può non lasciare l’amaro in bocca.

 

Graficamente mi ha colpito, considerando l’età e le condizioni di salute, la qualità del lavoro di Giolitti che, a parte il tasto dolente riguardante i volti dei pards (tutti ma Tex in particolare), riempie le scene con una quantità di dettagli ed un grande dinamismo, dall’attacco all’accampamento alla scazzottata nel saloon.

 

Un vero peccato che le circostanze gli abbiano impedito di concludere la storia, con conseguente subentro (anche con alcuni “inserti” che testimoniano una parziale “riscrittura” della storia e che a me sinceramente hanno un po’ “stonato” per la stridente differenza stilistica) di Ticci, il quale conclude l’avventura da par suo omaggiando così nel migliore dei modi il suo vecchio maestro.

 

Mi ha colpito meno, pur all’interno di un giudizio positivo, il lavoro di scrittura.

Lo spunto è molto interessante, con i nostri sotto copertura, l’ambientazione canadese, la migrazione dei sioux, Jim Brandon in versione vigilante.

Il pathos è innegabile, il finale concitato e tragico.

 

Ma anche sospendendo l’incredulità, come d’obbligo, per la “fortuna” che arride come sempre ai pards (Tex e Tiger sono gli unici a sopravvivere al massacro, Carson se la cava con la solita pallottola di striscio, Ducaux non riconosce Tex) non mancano anche i punti dolenti.

 

Ho trovato sopra le righe la quantità di siparietti pseudo comici in una storia così drammatica, non ho gradito Carson in versione alcolista e non mi è piaciuta in toto la gestione del rapporto che Tex ha con Ska-Wom-Dee: prima sembra “usarlo”, poi si produce in quella che risulta più una fuga che un commiato di fronte all’enorme tributo di sangue (sia personale che come capo tribù)  pagato dal sioux e infine fa la figura dello sprovveduto per non aver intuito quale sarebbe stato il ringraziamento della corona britannica agli indiani.

 

I poveri sioux che pensavano di aver trovato un po’ di respiro finiscono “cornuti e mazziati” e dubito avranno molta voglia di rivedere Aquila della Notte.   

 

Tirando le somme una buona storia, che chiude sostanzialmente se non tecnicamente l’epoca di Nolitta come sceneggiatore di Tex in modo assolutamente degno.

 

Il mio voto complessivo è stato 8.

Modificato da Augustus McCrae
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  • 6 mesi dopo...

Ho riletto ora questa storia dopo anni, ed è ancor più bella di quel che ricordassi. Avrei preferito un finale ottimista, ma Nolitta ha voluto rispettare la Storia - poco male.

Leggo che qualche commentatore trova il testo troppo verboso: certamente ci sono molte parole, ma quando la qualità é questa, ben vengano! Per uno che ha iniziato a leggere Tex dai primi numeri (non in presa diretta, eh!), tanto testo é una cosa normale e gradita! Questo é in effetti l'unico appunto che mi sentirei di fare al sommo Boselli: a volte ci sono troppi disegni nudi.

 

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  • 1 mese dopo...

Storia con pregi e difetti, ma che mi ha sempre convinto poco, perché i difetti sono veramente troppi. A partire da quello grande come una casa che hanno sottolineato in tanti: Tex che coinvolge nell'assalto al forte Ska-Wom-Dee sbagliando totalmente previsione.

Il 26/1/2023 at 01:00, Augustus McCrae dice:

non mi è piaciuta in toto la gestione del rapporto che Tex ha con Ska-Wom-Dee: prima sembra “usarlo”, poi si produce in quella che risulta più una fuga che un commiato di fronte all’enorme tributo di sangue (sia personale che come capo tribù)  pagato dal Sioux e infine fa la figura dello sprovveduto per non aver intuito quale sarebbe stato il ringraziamento della corona britannica agli indiani.

I poveri Sioux che pensavano di aver trovato un po’ di respiro finiscono “cornuti e mazziati” e dubito avranno molta voglia di rivedere Aquila della Notte.   

Oltretutto è ben poco da Tex farsi cavare le castagne dal fuoco dagli indiani, quando di solito il Nostro fa il contrario, cerca di risolvere i problemi lui, senza mettere a rischio il fragile equilibrio tra pellerossa e bianchi.

 

A parte questa pecca non da poco, tutta la storia risulta dilatata in modo assurdo, dialoghi su dialoghi spesso inutili, verbosi, tirati per le lunghe anche quando si tratta di esprimere concetti semplici (Nolitta sembra non conoscere l'ellissi), continui siparietti comici tra Tex e Carson, a volte a sproposito, spesso anche "fuori dal personaggio" (Carson che fa lo sbevazzone, o sembra interessato ai soldi, Tex che quasi litiga con lui,  fa continue battutine, faccette, risatine, ecc.).

 

Un esempio per tutti. Carson che, mentre Tex tenta di convincere Ska-Wom-Dee, pensa: "Non c'è che dire. Questo mio diavolo di un pard sa raccontare le favole con una faccia di bronzo che le renderebbe credibili non solo ai bambini ma anche ai loro nonni... Roba da matti. Questo incosciente ha già concepito il solito piano suicida in cui, oltre al malcapitato sottoscritto, non esiterebbe, che il cielo lo perdoni, a coinvolgere anche suo figlio e, se fossero ancora vivi, perfino suo padre, i suoi fratelli e tutto il resto della famiglia".

Va bene l'ironia, ma in questa storia Carson è molto spesso sopra le righe, e persino al momento del drammatico e sanguinoso attacco dei Sioux si sveglia lamentandosi che stava facendo un bel sogno...:rolleyes: E infatti Tex gli risponde: "Togliti le ragnatele dal cervello".

 

Insomma, l'alternarsi di un registro a volte eccessivamente ironico, a un altro a volte eccessivamente drammatico (enfatico) secondo me non funziona a meraviglia. (A me Tex che, in mezzo alla battaglia, si mette la fascia di wampum, si denuda e si gasa urlando "Yaeee! Jason! Sto arrivando Jason!" non mi fa impazzire...)

 

Da ultimo non convince nemmeno la versione nolittiana di un Jim Brandon giustiziere mascherato. L'attacco alla distilleria di Feraud di fatto è un massacro a sangue freddo, indegno del personaggio che conosciamo.

E tra l'altro qui anche Tex e Carson non fanno una gran figura: lasciano fare guardando da lontano, non preoccupandosi minimamente che tra gli indiani accampati vicino alla distilleria ci siano anche donne e bambini (che poi non vengono uccisi, ok, ma loro non potevano saperlo a priori).

 

Poi ci sono naturalmente anche i pregi: un realismo maggiore del solito, anche nelle descrizioni dei luoghi e delle persone comuni, un antagonista memorabile (Jason), qualche scena ben riuscita, un finale amaro che ogni tanto in Tex ci può stare (ma non la sua passività rassegnata).

Ma soprattutto i disegni: Gilbert, si sa, è un grande (anche se pure lui a volte eccede in caricature), però Ticci è insuperabile, praticamente perfetto anche in questa occasione.

 

Nel complesso, tirando le somme, a me la storia - come dicevo - non ha proprio convinto. Se devo leggere un Tex diverso dal solito e poco GLBonelliano allora preferisco il Segura dei Maxi "Il cacciatore di fossili", "L'oro del Sud", "Lungo i sentieri del West". Storie più epiche, avvincenti e serrate, con un più riuscito mix di dramma e ironia.:deserto:

 

 

 

 

Modificato da Poe
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La lessi in diretta quando uscì in edicola, mese dopo mese, è una della prime storie di Tex che ho letto, avevo 8 anni... Quanti ricordi...

Dovrei rileggerla per vedere che effetto mi farebbe oggi, ammetto che certi "eccessi" di Nolitta oggi li reggo di meno... Però resta la grandezza dei personaggi da lui creati capaci di restare nella memoria, come Jason in questo caso, davvero un bel furfante... Poi ricordo che mi divertiva molto vedere Tex e Carson agire sotto falso nome, Nolitta da par suo crea molta suspense in vista del confronto a quattr'occhi con Jason stesso 🙂 ...anche se forse l'albo che preferisco è "Polizia a cavallo" con i confronti con Jim Brandon...

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