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TWF - Tex Willer Forum

[488/489] Matador!


bressimar
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Voto alla storia  

58 utenti hanno votato

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Matador la trovo straordinaria, a partire dalle copertine. I disegni di Capitanio sono da encomio solenne per l'accuratezza dei dettagli, tanto da fargli meritare quella lode che facendo media con il voto alla sceneggiatura, mi permette di attribuire il massimo a questa storia. Vero che Tex e Carson non sono i protagonisti assoluti, ma comunque non vengono relegati ad un ruolo marginale, e soprattutto Carson è ben dosato rispetto alla presenza di Tex: seguono due piste diverse, ed entrambe pericolose. Qualcosa che non va c'è, altrimenti sarebbe la storia perfetta, ed è relativamente all'epilogo:

avrei tagliato i festeggiamenti finali, non essenziali nell'economia del racconto, dando più spazio ad un regolamento di conti cruento, magari con un duello finale tra Tex (che così avrebbe riconquistato la ribalta della storia) ed il cinico Lope, con i due di fronte nell'arena obbligati dal fatto che Carson poteva tenere sotto scacco con la pistola Montoya padre evitando così che qualche vaqueros potesse fare brutti scherzi. Un bastardo come Lope non poteva cavarsela con un semplice colpo di pistola, la scena in cui tiene in ostaggio la sorella ne evidenzia tutta la squallida e folle cattiveria e riabilita il giovane Rico. No, Lope doveva essere sconfitto ed umiliato in quell'arena nella quale sarebbe dovuta essere teatro dell'ultima corrida di Guerrero, mentre invece il sipario doveva calare davanti al padre che paradossalmente voleva godere di uno spettacolo simile con protagonisti differenti
Sul legame
di sangue tra Guerrero e 'Calavera' non ci avrei giurato, nel senso che ero indeciso e più convinto che il vecchio torero fosse il reale padre di Elvira frutto di una tresca di giovent? di cui Montoya padre non poteva essere a conoscenza (altrimenti con il carattere che aveva avrebbe affogato la figlia appena nata)
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Una curiosità che ho dimenticato di scrivere nel post precedente è quella relativa alla progressiva degradazione di Carson: da Maggiore dei Ranger e Capitano dei Rurales... bisognerebbe anche partire da Colonnello dell'Esercito nella Guerra di Secessione perchè ricordo che in una storia, se non sbaglio di poco precedente ai Dominatori della Valle, veniva accennato proprio al fatto che Carson fosse ex Colonnello :generaleN:

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  • 1 anno dopo...

Io ho trovato la storia indigesta; una telenovela con un eccessivo dilungarsi sui dettagli della corrida e con un Carson in versione animalista che mi sembra un po' stonato per l'epoca nella quale è ambientato il racconto. Quanto a Capitanio lo trovo poco texiano.. non so spiegarmi diversamente. Perdonate la schiettezza :_sigh

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  • 2 settimane dopo...

Che questa sia una bella storia sono d'accordo. Ma il Boselli della fascia 400/ 500 ha fatto molto di meglio a mio avviso. La trama è convincente e lineare... I Montoya e il loro senso dell'onore che scavalca anche il legame di sangue con Elvira, la quale è sospesa tra la famiglia e l'amato Rafael, e infine la figura di Calavera. Il personaggio migliore è però Rico Montoya, sospeso tra senso dell'onore e amore verso la sorella. Peccato che io detesto le corride ( spero che vengano abolite del tutto prima o poi...) quindi di fatto non solo i Montoya, ma anche Rafael Guerrero mi diventano antipatici. Quando i coprotagonisti mi sono antipatici o comunque non mi coinvolgono più di tanto, di solito cerco Tex e Carson, che tuttavia intervengono fino ad un certo punto nella vicenda. Il vero punto di forza sono i disegni ( secondo me da 10, eccellenti), che pesano in modo determinante sulla valutazione della storia in toto. Soggetto: 6,5Sceneggiatura:7Disegni: 10Voto complessivo alla storia:8

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  • 5 anni dopo...

Uno dei più grandi rimpianti per noi lettori rimarrà la prematura morte di Aldo Capitanio: un triste destino che si è portato via troppo presto un talento innato e privato gli appassionati della saga di assicurate perle grafiche. Purtroppo “Matador” rimarrà l’unica storia illustrata dal maestro vicentino per la regolare e, ogni volta che mi appresto a rileggere i due albi, non posso che rimanere estasiato dinanzi lo stile elegante e raffinato che contraddistingue ogni singola vignetta. Una dovizia di particolari che non influisce minimamente con il dinamismo della narrazione, un’espressività dei personaggi notevole e un campionario di tratteggi così pulito e ricco che arricchisce ogni singola scena. Con un simile fuoriclasse, la sceneggiatura non può che fare un salto carpiato di qualità e credo che ogni soggettista vorrebbe poter disporre di un collega con tanto talento. Basti vedere la resa grafica magistrale della scena della vestizione di Rafael Guerrero o il piccolo capolavoro dello svolgimento della corrida nel primo albo, con scorci di arene e borghi affollati che sono una delizia per gli occhi. Ogni singolo tratto è messo al suo posto, molto ben resi gli abiti e non dispiace nemmeno la rappresentazione grafica di Tex e Carson, sebbene reputo che il risultato migliore lo si ottenga con Montales, reso davvero molto bene dal pennello dell’artista. Dopo la doverosa premessa relativa al comparto grafico, che, in maniera del tutto eccezionale, anticipa nel mio commento le considerazioni sulla trama, mi accingo a esprimere il giudizio sulla prova di Boselli. L’attuale curatore della serie, appena reduce da una trama tipicamente gbonelliana, virò il timone della sua fantasia verso la rotta opposta, sfornando un soggetto originale e fresco che indubbiamente affascina il lettore. La trama sviluppata ha il sapore di una novella mista alla Soap, con un amore contrastato dalla prepotente tirannia di una ricca famiglia di allevatori, che vagamente ricorda la celebre ostruzione di manzoniana memoria. Le sorti dei giovani Rafael ed Elvira s’intrecciano con il passato dei genitori, coinvolti in un tragico triangolo amoroso, le cui ferite non hanno mai smesso di sanguinare. In un brulicare di soprusi, violenze e agguati, spuntano i nostri rangers, che, sebbene un po’ defilati dalla centralità della trama, non lesinano il loro onesto contributo. Ottimamente resi, come consolidata tradizione del nostro Borden, protagonisti e comprimari e l’accurata caratterizzazione contribuisce a valorizzare la prova. Bello l’epilogo con la “corrida privata” all’ultimo sangue e il colpo di scena (un po’ telefonato a dire il vero) dell’identità di Santiago che confida di essere il padre di Rafael. Il lieto fine risulta inevitabile dopo tanta violenza e sangue e con il pentimento del giovane Rico, cala il sipario su una bella storia, che sebbene non eguagli il capolavoro che da lì a poco Boselli sfornerà a fine centinaio, mi colpì fin dalla prima lettura. Proprio in quel periodo Borden scavalcò Nizzi nella graduatoria delle mie preferenze; non ho mai nascosto il fatto di essere un grande estimatore dell’autore di Fiumalbo, che contribuì con le sue creazioni nei tardi anni 80 a farmi innamorare del personaggio, ma, al netto di qualche piacevole eccezione, con l’inizio del nuovo millennio il suo estro creativo ebbe un’involuzione palese e ben presto la forbice con l’ispirazione di Boselli si divaricò notevolmente. P.s. Fortunatamente la vignetta con Rafael che sostiene: “fumare mi distende i nervi” non ebbe la coda polemica e processuale della simile battuta recitata da Laredo qualche anno prima! :DOvviamente ho sempre trovato quella querelle paradossale ed esagerata, tanto è vero che il tutto si schiuse, come ovvio, in una bolla di sapone. Mi chiedo, a tal proposito, se Mauro optò per un tale testo, con l'intento sarcastico di scimmiottare tutta quell’orda di “buon pensanti”, che davvero credettero che un fumetto western potesse nel XX secolo istigare i giovani al vizio del fumo. :calumet:Beh, stendiamo un velo pietoso su simili tentativi assurdi di censura. :huh: Il mio voto finale è 8  

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  • 2 settimane dopo...
On 10/12/2019 at 22:19, Condor senza meta dice:

P.s. Fortunatamente la vignetta con Rafael che sostiene: “fumare mi distende i nervi” non ebbe la coda polemica e processuale della simile battuta recitata da Laredo qualche anno prima! :DOvviamente ho sempre trovato quella querelle paradossale ed esagerata, tanto è vero che il tutto si schiuse, come ovvio, in una bolla di sapone. Mi chiedo, a tal proposito, se Mauro optò per un tale testo, con l'intento sarcastico di scimmiottare tutta quell’orda di “buon pensanti”, che davvero credettero che un fumetto western potesse nel XX secolo istigare i giovani al vizio del fumo.

 

Se era nelle prime pagin, è stata sicuramente scritta prima. Capitanio cominciò a lavorare alla storia più o meno nella seconda metà del 1996. La sua storia precedente fu pubblicata nell'Almanacco del 1997, quindi era già terminata al massimo ai primi di settembre dell'anno precedente. La polemica di cui parli risale al gennaio del 1999.

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Dopo aver notato e letto diversi commenti a questa storia negli ultimissimi giorni, mi è venuta voglia di andare a rileggermela dopo un bel po' di tempo. Trama scorrevole e lineare, storia più che godibile, che seppur non certo destinata a diventare un caposaldo della "texianità" esalta a dovere l'innato istinto di opposizione a qualsiasi ingiustizia che da sempre contraddistingue Tex e Carson, ma anche il buon Montales. Peculiarità ancor più encomiabile se soppesatain rapporto agli antagonisti di turno, signorotti locali arroganti, razzisti e prepotenti, convinti di godere di totale impunità agli occhi di una "legge" che evidentemente, prima dell'arrivo dei Nostri in quelle contrade, con la propria pavidità li aveva indotti a sviluppare tale convinzione.

 

In altre parole, dal mio punto di vista i maschi della famiglia Montoya rappresentano l'archetipo perfetto di antagonisti da combattere e mettere inel condizione di non nuocere mai più in avvenire. Il capostipite Enrique, e come lui i figli maggiori Augusto e Lope, totalmente accecati dal loro senso del disonore, al punto da non fermarsi di fronte a nulla pur di perseguitare la povera Elvira, rea di essersi innamorata di un torero, Rafael Guerrero, la cui unica colpa è di essere per un quarto di sangue yaqui. Se ciò non fosse bastato, anche le morti e le torture inflitte o fatte infliggere a tanti innocenti, colpevoli solo di averli incontrati sulla strada della vendetta, avrebbero dovuto spalancare loro le porte della punizione. 

 

Capitolo a parte per il più giovane dei fratelli Montoya, Rico, purtroppo prigioniero di una mentalità gretta e perversamente orgogliosa, che gli impedisce di schierarsi apertamente dalla parte della sorella prima della resa dei conti. 

 

Da applausi, a mio parere, la sequenza della corrida nella tenuta dei Montoya, nella quale Rafael e Santiago non solo riescono a scampare ad un destino che sembra già segnato, ma riescono anche a guadagnarsi la stima e le ovazioni dei vaqueros, ed in tal modo contribuiscono di fatto a facilitare il compito di Tex e Carson.

 

Commovente, benché forse un po' melenso, il finale, tra la morte di Augusto e Lope, l'arresto di don Enrique, la definitiva redenzione di Rico e la riconciliazione con Elvira, la rivelazione di Santiago di essere il padre di Rafael, ed infine il matrimonio. Molto suggestivi e stilosi, e pressoché perfetti per questa storia, i disegni del compianto Capitanio: davvero un peccato che, essendo venuto a mancaretroppo presto, non abbia più potuto regalarci prove del genere.

 

Mi scuso per la prolissità e, soprattutto, rinnovazione a tutti voi pards i miei auguri di buon Natale ;)!

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  • 1 mese dopo...

Rivista questa storia a distanza di anni e non posso che riconfermare la mia ottima impressione: diversi personaggi ben caratterizzati, una famiglia aristocratica arrogante, un buon finale soddisfacente e i disegni di Capitanio.

Per me una fra le migliori storie della fascia 400-500.

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  • 2 mesi dopo...

Avevo letto Matador! un'unica volta, alla sua uscita nel 2001.

Non avevo amato particolarmente la storia, forse per la sua ambientazione, il mondo della corrida, non consueta per un lettore di Tex.

 

Riletto a distanza di quasi vent'anni, mi sono ampiamente ricreduto. L'unico neo è, paradossalmente, il formato dell'albo, che penalizza la meticolosità con cui Capitanio ha illustrato i dettagli di ogni singola scena. Splendida, in particolare, la cerimonia della vestizione.

 

Molto buona la sceneggiatura. Come in altre occasioni, a chi evidenza che il ruolo di Tex non è ben centrale nello sviluppo della storia, oppongo che Tex è l'indiscusso protagonista della saga, il che non impedisce che in alcune storie assuma un maggior rilievo il ruolo di qualcuno dei comprimari. 

 

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  • 3 settimane dopo...

Erano molti anni che non la riprendevo in mano. L'ho letta tutta d'un fiato. Che dire bella. Soggetto e sceneggiatura molto buoni, disegni stupendi, ma i volti dei due pard non mi hanno convinto. Speravo di rivedere Capitanio nuovamente su Tex, perche pensavo che avrebbe messo mano ai volti dei due pard. Il fato ha deciso in maniera diversa. Voto 8/9.

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Bella storia con una bellissima ambientazione (tutta messicana). I disegni sono strepitosi, sebbene continuo a pensare che questo formato tenda a non rendergli giustizia visti i tantissimi dettagli di cui è piena ogni singola vignetta. Se questa storia venisse ripubblicata in formato più grande (cosa che sarebbe giusta nei confronti dell'enorme lavoro fatto da Capitanio) la ricomprerei sicuramente.

Aggiungo anche che la versione grafica di Carson di Capitanio è quella che più di tutti gli altri disegnatori rappresenta il Kit come me lo immagino io.

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  • 9 mesi dopo...

Di questa ottima storia di Boselli, letta anni fa, ricordavo soprattutto le immagini delle due corride, disegnate magnificamente, in particolare la prima (quella in cui i picadores vengono incornati dal toro feroce, prima che venga ucciso dal matador, una sequenza da incorniciare!), e gli scorci della cittadina messicana animata da una folla descritta in ogni dettaglio da Capitanio, e poi i personaggi, il torero Rafael, le due donne, Elvira e ancora di più Sarita, il vecchio Montoya... Ma non mi pareva che Tex e Carson avessero un ruolo così marginale, come invece scrivono molti nei commenti qui sopra.

Rileggendola, ho avuto la conferma ai miei ricordi: la storia è molto bella, una delle migliori di Boselli, secondo me, un gradino sotto i suoi capolavori ma decisamente memorabile, non solo per i disegni raffinati, dettagliatissimi e spettacolari di Capitanio, ma anche e soprattutto per l’eccellente sceneggiatura, le situazioni interessanti e originali, i dialoghi ricchi di finezze nel descrivere i sentimenti.

 

E Tex e Carson, come ricordavo, non sono affatto in ombra, anzi a volte agiscono separatamente, raddoppiando così le azioni; solo all’inizio sono semplici spettatori (con un Carson meravigliosamente sarcastico), ma è normale visto che Boselli deve presentarci gli altri comprimari. Poi, da metà del primo albo, i due pards entrano in azione e non si fermano più fino alla fine, in una girandola di sparatorie e inseguimenti, in cui i nostri sono decisivi (e Carson non è da meno di Tex).

 

Il fatto è che tutti i personaggi sono caratterizzati così bene da Boselli (come al solito, anzi meglio del solito), che anche quelli che compaiono poco restano impressi nella mente e sembrano vivere di vita propria. Quindi, a mio parere, non sono tanto Tex e Carson che hanno una parte minore, sono gli altri personaggi che spiccano per la loro forza. Ma questo è un pregio della storia, non certo un difetto!

L’unico neo, semmai, è nel finale, un po’ sentimentale e sdolcinato, questo sì, poco glbonelliano.

La fascia di storie 400-500 forse è la mia preferita, insieme alle prime due classiche (1-200), perché le storie che rileggo più spesso ultimamente appartengono per la maggior parte a quel periodo.

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  • 1 mese dopo...
Il 31/1/2021 at 10:48, Poe dice:

Di questa ottima storia di Boselli, letta anni fa, ricordavo soprattutto le immagini delle due corride, disegnate magnificamente, in particolare la prima (quella in cui i picadores vengono incornati dal toro feroce, prima che venga ucciso dal matador, una sequenza da incorniciare!), e gli scorci della cittadina messicana animata da una folla descritta in ogni dettaglio da Capitanio, e poi i personaggi, il torero Rafael, le due donne, Elvira e ancora di più Sarita, il vecchio Montoya... Ma non mi pareva che Tex e Carson avessero un ruolo così marginale, come invece scrivono molti nei commenti qui sopra.

Rileggendola, ho avuto la conferma ai miei ricordi: la storia è molto bella, una delle migliori di Boselli, secondo me, un gradino sotto i suoi capolavori ma decisamente memorabile, non solo per i disegni raffinati, dettagliatissimi e spettacolari di Capitanio, ma anche e soprattutto per l’eccellente sceneggiatura, le situazioni interessanti e originali, i dialoghi ricchi di finezze nel descrivere i sentimenti.

 

E Tex e Carson, come ricordavo, non sono affatto in ombra, anzi a volte agiscono separatamente, raddoppiando così le azioni; solo all’inizio sono semplici spettatori (con un Carson meravigliosamente sarcastico), ma è normale visto che Boselli deve presentarci gli altri comprimari. Poi, da metà del primo albo, i due pards entrano in azione e non si fermano più fino alla fine, in una girandola di sparatorie e inseguimenti, in cui i nostri sono decisivi (e Carson non è da meno di Tex).

 

Il fatto è che tutti i personaggi sono caratterizzati così bene da Boselli (come al solito, anzi meglio del solito), che anche quelli che compaiono poco restano impressi nella mente e sembrano vivere di vita propria. Quindi, a mio parere, non sono tanto Tex e Carson che hanno una parte minore, sono gli altri personaggi che spiccano per la loro forza. Ma questo è un pregio della storia, non certo un difetto!

L’unico neo, semmai, è nel finale, un po’ sentimentale e sdolcinato, questo sì, poco glbonelliano.

La fascia di storie 400-500 forse è la mia preferita, insieme alle prime due classiche (1-200), perché le storie che rileggo più spesso ultimamente appartengono per la maggior parte a quel periodo.

Allora...Riletta anche io oggi a distanza di vent'anni. Atmosfera magnifica (il Messico, le arene, la corrida) che i disegni (i quadri) di Capitanio ti fanno respirare. Poi Boselli che costruisce il suo coro. Un coro dove tutti hanno un posto ( ricordate il prete e il postiglione ad esempio?)e tutti cantano in modo coordinato. Sparatorie fatte bene, meravigliose le sfide con i tori sia di Rafael Guerrero che di Calavera. Una famiglia di veri cattivi (tranne uno) quella dei maschi Montoya. Tex e Carson poco protagonisti? Ma dove? Anzi agiscono sia in coppia che in due. Accoppano tutti, bipedi e quadrupedi con le corna, se ne fregano di Montales (lui un pochetto in ombra) e mettono a soqquadro Sonora e Chihuahua.

Buonissima storia, ottimi disegni e solo un piccolo difetto (troppo miele).

Modificato da Diablorojo82
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Una delle storie migliori dell'intera saga. Non ci sarà il respiro epico de Il passato di Carson, ma è un piccolo grande gioiello. M eccanismo perfetto e disegni superlativi! Tex e Carson sono al massimo della forma. Aggiungo che questo è il Kit Carson che vorrei sempre vedere!

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Dire che è una delle migliori storie della saga a mio personale avviso è un po' esagerato, è comunque una storia molto piacevole che si rilegge sempre volentieri. La trama è interessante, i personaggi anche, Tex e Carson in grande spolvero, c'è anche Montales: tutti ottimi ingredienti.

 

Una cosa non ho mai capito, ossia la scelta di ambientare la storia non nel Chihuahua, di cui Montales è governatore, bensì nella Sonora, dove tra l'altro credo egli non abbia di fatto alcuna particolare autorità.

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Il 27/4/2020 at 11:55, Gunny dice:

 

Aggiungo anche che la versione grafica di Carson di Capitanio è quella che più di tutti gli altri disegnatori rappresenta il Kit come me lo immagino io.

Condivido.

Il Carson di Capitanio e quello di Marcello secondo me i migliori

Con il Ticci dei tempi di "Sulle Piste del Nord" (il modo in cui è cambiato il suo disegno nel tempo, sarò l'unico ma non mi è mai piaciuto).

E il Letteri epoca "Il Signore dell'Abisso" e "Diablero".

E Giolitti: sempre (quelle poche storie).

Insomma, il mio podio è parecchio affollato :D:D

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  • 1 mese dopo...

Leggere Boselli tutto di fila e poi commentarlo qui rischia di diventare un esercizio stucchevole. Le parole sono sempre le stesse, troppo miele. Con Matador, riesce a dare vita a un'avventura dai tratti inediti, facendo inoltrare il lettore nell'affascinante mondo della Corrida. Tutta la prima parte, dalla presentazione del Matador che fa conquiste anche quando dorme e a cui tremano le mani nel rollarsi una sigaretta, all'accurato e graficamente eccezionale rito della vestizione, dall'emozionante sfida nell'arena  ai commenti dei nostri sugli spalti, è una storia che di Tex ha poco o nulla... sembra di sentire Nizzi, quando dice: "fateci caso, nelle sue storie il protagonista è sempre qualcun altro", con intenzioni di biasimo. Ed in effetti qui il protagonista inizialmente è Rafael Guerrero, nella fase finale lo è il Calavera: ma a chi può davvero importare, di fronte ad uno spettacolo del genere? Non si tratta, caro Nizzi, di notare che il protagonista è un altro, si tratta di calare i nostri in una vicenda che giri bene, che sia originale, che sia appagante nella lettura. Quanto più sono grandi i comprimari e gli antagonisti (e qui i Montoya, soprattutto il vecchio, sono grandi davvero), tanto più il contributo risolutore di Tex risalta e ne è impreziosito, e se oltre a Tex protagonista è anche il vecchio Cammello, allora davvero non si può chiedere di più: Carson è qui protagonista in solitaria, e questa storia è l'ennesimo tassello di quello splendido lavoro di rivalutazione del pard anziano operato da Boselli sin dal suo esordio.

 

Matador è un fumetto da antologia, per la freschezza della sceneggiatura, per la straordinaria cura dei disegni: un prodotto complessivo di eccezionale qualità. Devo chiudere di nuovo con i complimenti, purtroppo... uff..

Modificato da Leo
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<span style="color:red">35 minuti fa</span>, Leo dice:

Leggere Boselli tutto di fila e poi commentarlo qui rischia di diventare un esercizio stucchevole. Le parole sono sempre le stesse, troppo miele. Con Matador, riesce a dare vita a un'avventura dai tratti inediti, facendo inoltrare il lettore nell'affascinante mondo della Corrida. Tutta la prima parte, dalla presentazione del Matador che fa conquiste anche quando dorme e a cui tremano le mani nel rollarsi una sigaretta, all'accurato e graficamente eccezionale rito della vestizione, dall'emozionante sfida nell'arena  ai commenti dei nostri sugli spalti, è una storia che di Tex ha poco o nulla... sembra di sentire Nizzi, quando dice: "fateci caso, nelle sue storie il protagonista è sempre qualcun altro", con intenzioni di biasimo. Ed in effetti qui il protagonista inizialmente è Rafael Guerrero, nella fase finale lo è il Calavera: ma a chi può davvero importare, di fronte ad uno spettacolo del genere? Non si tratta, caro Nizzi, di notare che il protagonista è un altro, si tratta di calare i nostri in una vicenda che giri bene, che sia originale, che sia appagante nella lettura. Quanto più sono grandi i comprimari e gli antagonisti (e qui i Montoya, soprattutto il vecchio, sono grandi davvero), tanto più il contributo risolutore di Tex risalta e ne è impreziosito, e se oltre a Tex protagonista è anche il vecchio Cammello, allora davvero non si può chiedere di più: Carson è qui protagonista in solitaria, e questa storia è l'ennesimo tassello di quello splendido lavoro di rivalutazione del pard anziano operato da Boselli sin dal suo esordio.

 

Matador è un fumetto da antologia, per la freschezza della sceneggiatura, per la straordinaria cura dei disegni: un prodotto complessivo di eccezionale qualità. Devo chiudere di nuovo con i complimenti, purtroppo... uff..

Concordo...Poi anche Nizzi, quando vuole, riesce a "rubare" la scena a Tex con ottimi personaggi. L'importante per me è farlo "bene" e con cognizione.

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9 ore fa, Leo dice:

Non si tratta, caro Nizzi, di notare che il protagonista è un altro,

in realtà,sarebbe grave...SE FOSSE VERO( quasi mai il protagonista è veramente un altro,e qualche eccezione ci sta) 

Modificato da Grande Tex
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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Leo dice:

Leggere Boselli tutto di fila e poi commentarlo qui rischia di diventare un esercizio stucchevole. Le parole sono sempre le stesse, troppo miele. Con Matador, riesce a dare vita a un'avventura dai tratti inediti, facendo inoltrare il lettore nell'affascinante mondo della Corrida. Tutta la prima parte, dalla presentazione del Matador che fa conquiste anche quando dorme e a cui tremano le mani nel rollarsi una sigaretta, all'accurato e graficamente eccezionale rito della vestizione, dall'emozionante sfida nell'arena  ai commenti dei nostri sugli spalti, è una storia che di Tex ha poco o nulla... sembra di sentire Nizzi, quando dice: "fateci caso, nelle sue storie il protagonista è sempre qualcun altro", con intenzioni di biasimo. Ed in effetti qui il protagonista inizialmente è Rafael Guerrero, nella fase finale lo è il Calavera: ma a chi può davvero importare, di fronte ad uno spettacolo del genere? Non si tratta, caro Nizzi, di notare che il protagonista è un altro, si tratta di calare i nostri in una vicenda che giri bene, che sia originale, che sia appagante nella lettura. Quanto più sono grandi i comprimari e gli antagonisti (e qui i Montoya, soprattutto il vecchio, sono grandi davvero), tanto più il contributo risolutore di Tex risalta e ne è impreziosito, e se oltre a Tex protagonista è anche il vecchio Cammello, allora davvero non si può chiedere di più: Carson è qui protagonista in solitaria, e questa storia è l'ennesimo tassello di quello splendido lavoro di rivalutazione del pard anziano operato da Boselli sin dal suo esordio.

 

Matador è un fumetto da antologia, per la freschezza della sceneggiatura, per la straordinaria cura dei disegni: un prodotto complessivo di eccezionale qualità. Devo chiudere di nuovo con i complimenti, purtroppo... uff..

 

 

Sto seguendo con interesse la tua rilettura. Incrocio le dita.. :D

 

Ma ho letto da qualche parte che non hai letto quella del Morisco. Come mai? Non puoi rileggere A sud del Rio Grande senza prima aver rimediato la lacuna. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

 

 

Sto seguendo con interesse la tua rilettura. Incrocio le dita.. :D

 

Ma ho letto da qualche parte che non hai letto quella del Morisco. Come mai? Non puoi rileggere A sud del Rio Grande senza prima aver rimediato la lacuna. 

@Leo a quale si riferisce il Boss? Quale del Morisco?

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

@Leo a quale si riferisce il Boss? Quale del Morisco?

"Il Ritorno del Morisco" di Boselli/Letteri. Numeri: 452/453/454. Al contrario di Boselli, non la consiglio. O meglio, è tra le mie storie preferite, però i disegni di Letteri sono bruttini, per non dire peggio. Soprattutto se si viene dalla lettura di "Matador" con i disegni  estremamente dettagliati dello sfortunato Capitanio. 

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Che coincidenza... Letta da poco. Mi è piaciuta. Molti ingredienti e tutti ben miscelati tranne un eccessivo buonismo. Letteri è molto classico e mi ricorda troppo il ragazzino che ero, 1992, quando divenni un Texiano. Sono troppo affezionato a Letteri. Poi Capitanio ha tutto un altro stile. Piacevole sicuramente. Ad esempio e sarà un sacrilegio ma ho un grosso problema con Galep.

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