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TWF - Tex Willer Forum

Integralismo E Avanguardismo Dei Lettori Di Tex


Messaggi consigliati/raccomandati

Nel sito Baci & Spari qualche giorno fa Mauro Scremin scriveva a proposito della storia "Contrabbando" (n°44 ):

Manesco! Botte da orbi, denti che saltano, occhi neri, pestaggi memorabili, risse furibonde, confessioni estorte a forza di pugni, porte sfondate, camere d'albergo sfasciate, voli dalle finestre: la brutalit? è una costante nella saga del nostro eroe, il quale si rende protagonista di azioni istintive e violente che ogni tanto vanno anche al di l' delle intenzioni del loro autore con conseguenze a dir poco drammatiche per quei furfanti matricolati che finiscono sotto le sue grinfie.

L'articolo è da leggere tutto, soprattutto per qwuelli che pensano che GLB abbia dato versioni diverse di Tex nel tempo...http://www.baciespari.it/
Gi stessi che si indignavano per un calcio in faccia!... BordenPS Non avevo letto il post di Paco. E' vero: loro e altri si sono arrabbiati anche per il trattamento riservato al povero assassino razzista de I giustizieri di Vegas! >:azz:
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  • Rangers

Gi stessi che si indignavano per un calcio in faccia!... BordenPS Non avevo letto il post di Paco. E' vero: loro e altri si sono arrabbiati anche per il trattamento riservato al povero assassino razzista de I giustizieri di Vegas! >:azz:

Ma infatti!!Ormai non si capisce più cosa si vuole da una storia di Tex. Storia lineare e semplice: no! perchè troppo semplice, si arriva subito al cattivo e non c'è suspence. Storie intricata: no! perchè fa venire troppo mal di testa!Tiger che d' un calcio in faccia al bandito di turno, viene considerata un'eresia perchè è una scena troppo crudele e cattiva! :shock: Tex che comincia a sbattacchiare il banditello: viene criticata la scena perchè non si vede integralmente!Con questo, ci tengo a sottolineare che rispetto i pareri degli altri. Però effettivamente noi lettori non siamo mai contenti! blablabla -_nono :trapper:
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Guest Aphrodite's Child

Ultimamente mi sembra che ci sia un certo accanimento verso Borden. Mi ricorda come è stato trattato in passato anche Nizzi. Io da ex nizziano pentito non ho potuto non notarlo. Baci e spari: che la pensino pure come vogliono. Borden ha certcato di fargliela capire in un altro post del forum"Quel che sembra dar fastidio agli appassionati texofili di "Baci e spari" è che Tex esca ANCORA e non si sia fermato al n.200! generalesudista.gifAnch'io e Sergio Bonelli adoriamo la "Valle della Paura" e "Pueblo Bonito" !Però Tex dobbiamo farlo uscire ogni mese e quindi dobbiamo un poco osare, per non ripetere dopo 600 numeri le stesse storie e gli stessi compitini!Le Cube, le Patagonie, i Buffalo Soldiers, i fgrhklldtts e le lezioncine di storia sono i nostri miserabli tentativi di fare ogni tanto qualcosa di nuovo (senza uscire dai canoni, visto che anche GL Bonelli ha scritto MOLTE storie storiche). E fare qualcosa di nuovo dopo 600 numeri è dura! Tuttavia penso proprio che noi ci riusciamo!Sergio ha personalmente consigliato o ispirato al sottoscritto tutti gli spunti negativamente citati in quel velenoso articoletto. Questo per dire che sono quantomeno consapevole e fiero di avere proprio lui alle spalle in queste scelte. E Sergio è la Casa editrice! Anzi, dopo GL, Sergio è Tex!"Perchè bisogna per forza imitare lo stile di GLB? Chi l'ha detto? Oggi Tex è Sergio. Perchè non riconoscerlo una buona volta? Scusate lo sfogo

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Penso che non ci sia nessun accanimento: di sicuro non da parte mia. Sono molto critico verso la conduzione del Mondo-Tex da parte di Borden ( e ho spiegato le mie ragioni in modo analitico e circostanziato in varie occasioni ) ; tuttavia, questo non mi impedisce di leggere con grande piacere storie come "Sulla Pista Di Fort Apache" e "Il Passato Di Carson" , che non hanno IMHO nulla da invidiare ai grandi capolavori bonelliani ( stesso discorso per "Fuga da Anderville" e "Furia Rossa" di Nizzi) .

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Io invece vedo una certa involuzione di Boselli grosso modo da due anni a questa parte, nella combinazione di questi due fattori:rappresentazione di Tex e svolgimento delle storie. Dopo Bourbon Street, che mi era piaciuta molto, la storia sul Montales guerrigliero mi ha deluso, quella sui Jayhawkers mi ha fatto incazzare perchè dopo il racconto il tutto si risolve in dieci pagine o quasi, Deadwood prometteva benissimo poi mi si è dimostrata inferiore alle premesse, e qui cominciano i miei dubbi sulla rappresentazione di Tex, Vegas così e così, discreta, il texone su Cuba non esprime tutte le sue potenzialità e si perde un po' nel sentimentalismo sdolcinato, Faccia di Cuoio non ne parliamo, mi sembra la storia più brutta scritta dall'autore, l'unica insufficiente di tutto il gruppo. La storia più bella dell'anno trascorso mi sembra proprio il n. 600, un gioiellino veramente. Se rivado a due anni fa trovo Patagonia, che mi sembra non solo un capolavoro come storia ma anche l'unica vera, grandiosa, innovazione del carattere di Tex da trent?anni a questa parte.

Diciamocelo, forse i lettori di quegli anni erano meno "rompiscatole" e meno "pesi"!Storie come quella de Il Mondo Perduto con la navicella spaziale dei Ghundar caduti sulla Terra, oppure "La città d'oro" con un popolo fermo all'epoca dei conquistadores, in cui compare addirittura un mago di nome Nostradamus... se queste storie venissero scritte oggi e pubblicate (esattamente alla lettera di come le aveva scritte GLB, senza cambiare un solo dialogo), sono strasicuro che il 90% dei lettori smetterebbe di comprare Tex. Perchè?Perchè oggi ci lamentiamo per le traiettorie balistiche.

una delle storie che mi fecero smettere di leggere Tex all'epoca fu proprio quella sui Ghundar, una vera e propria cagata, insieme a quella sui dinosauri nella stiva di una nave, due delle peggiori che abbia mai letto. Ah, c'è anche Rakos, bel trio di ciofeche. Però se Nostradamus venisse scritto oggi mi piacerebbe lo stesso, del resto mi è piaciuta la storia di Silver Bell e anche quella sovrabbondante degli uomini-giaguaro. D'altra parte una tribù di indiani antropofagi coi dentini da vampiro mi sembra su questo filone fantastico, o no?, e mi è piaciuta parecchio, più della famosa storia con l'alieno, tanto per intendersi. Le lamentele di oggi per le traiettorie balistiche? Se è cambiato Tex da trent?anni a questa parte, con una maggiore aderenza alla realtà storica, tanto che non vediamo più, per esempio, i totem negli accampamenti delle tribù del sudovest, perchè non dovrei cambiare io nei metri di valutazione ed essere sempre ingenuo e di manica larga come allora? Più esigenti nella produzione di un fumetto, più esigenti nella sua fruizione. Se quando avevo dieci anni un totem fra i Navajo non mi faceva altro che piacere, oggi forse mi farebbe buttare la storia nel cestino.
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Io invece vedo una certa involuzione di Boselli grosso modo da due anni a questa parte, nella combinazione di questi due fattori:
rappresentazione di Tex e svolgimento delle storie.

Cominci col dire che non sono molto d'accordo anche se riconosco una certa validit? ad alcune tue argomentazioni. In realtà quello che io rimprovero a Boselli è l'aver quasi abbandonato una certa "complessit?" (che io comunque non ritenevo tale) in favore di storie forse troppo lineari, anche se , per fortuna, questo non avviene sempre.


Dopo Bourbon Street, che mi era piaciuta molto, la storia sul Montales guerrigliero mi ha deluso

Sarei davvero curioso di sapere il perchè. Non posso dire di ritenerla un capolavoro, ma a me è piaciuta sia per testi che per disegni. Ci sono, poi, dei momenti che potremmo definire molto G. L. Bonelliani.

Se devo essere sincero, l'unico serio punto debole sta nel modo in cui il cattivo si beve la storia della "conversione di Montales"

quella sui Jayhawkers mi ha fatto incazzare perchè dopo il racconto il tutto si risolve in dieci pagine o quasi

A dire il vero, io l'ho apprezzata soprattutto per la sua atmosfera, ma è vero che tutto si risolve rapidamente. Questo è uno dei pochi casi in converrei che qualche pagina in più non avrebbe fatto male. C'è da dire che è comunque nello stile di Borden far finire tutto molto rapidamente, a prescindere dall'effettivo numero di pagine a disposizione, "difetto", peraltro, che ritrovo anche nello stile di Manfredi, per dirla tutta.


Deadwood prometteva benissimo poi mi si è dimostrata inferiore alle premesse

Ed anche qui, sarei curioso di sapere il perchè.


e qui cominciano i miei dubbi sulla rappresentazione di Tex, Vegas così e così, discreta, il texone su Cuba non esprime tutte le sue potenzialità e si perde un po' nel sentimentalismo sdolcinato, Faccia di Cuoio non ne parliamo, mi sembra la storia più brutta scritta dall'autore, l'unica insufficiente di tutto il gruppo.
La storia più bella dell'anno trascorso mi sembra proprio il n. 600, un gioiellino veramente.

Io ho trovato azzeccate tutte le caratterizzioni nelle storie che citi e quanto al sentimentalismo sdolcinato di cui ti lamenti, se mai c'era, a me non ha dato affatto fastidio, sarà perchè io stesso sono un tipo sentimentale? :snif::lol2:


Se rivado a due anni fa trovo Patagonia, che mi sembra non solo un capolavoro come storia ma anche l'unica vera, grandiosa, innovazione del carattere di Tex da trent?anni a questa parte.

Però, interessante affermazione. Non sono sicuro di condividerla, perchè secondo me l' Tex esplica in pieno il suo caratteristico carattere (perdonate la cacofonia), tuttavia sarei curioso di sapere su cosa basi la tua affermazione.


Diciamocelo, forse i lettori di quegli anni erano meno "rompiscatole" e meno "pesi"!
Storie come quella de Il Mondo Perduto con la navicella spaziale dei Ghundar caduti sulla Terra, oppure "La città d'oro" con un popolo fermo all'epoca dei conquistadores, in cui compare addirittura un mago di nome Nostradamus... se queste storie venissero scritte oggi e pubblicate (esattamente alla lettera di come le aveva scritte GLB, senza cambiare un solo dialogo), sono strasicuro che il 90% dei lettori smetterebbe di comprare Tex.
Perchè?
Perchè oggi ci lamentiamo per le traiettorie balistiche.

una delle storie che mi fecero smettere di leggere Tex all'epoca fu proprio quella sui Ghundar, una vera e propria cagata, insieme a quella sui dinosauri nella stiva di una nave, due delle peggiori che abbia mai letto. Ah, c'è anche Rakos, bel trio di ciofeche.
Ah, ecco che qui divergiamo di brutto. Se sulla storia dei Ghundar potremmo anche essere d'accordo, anche se io non avrei usato i tuoi termini, devo dire che sia "Artigli nelle tenebre", che "La piramide misteriosa" mi sono sembrate storie molto carine e la prima più della seconda. La storia di Rakos poteva avere, in effetti uno svolgimento migliore in certi punti, ma alla fine funziona. Quanto alla storia dei dinosauri, forse ho una mente più aperta della tua su certe cose, ma dico: "Perchè no?". Dinosauri a parte, poi, Nolitta imbastiva una trama intrigante con personaggi che, perfino se tecnicamente cattivi, restavano comunque simpatici, come James Brooke, personaggio che non avrei disdegnato di rivedere ancora. Ma chissà, magari dipende da una mia certa simpatia per Guido Nolitta. _ahsisi


Però se Nostradamus venisse scritto oggi mi piacerebbe lo stesso, del resto mi è piaciuta la storia di Silver Bell e anche quella sovrabbondante degli uomini-giaguaro.
D'altra parte una tribù di indiani antropofagi coi dentini da vampiro mi sembra su questo filone fantastico, o no?, e mi è piaciuta parecchio, più della famosa storia con l'alieno, tanto per intendersi.
Le lamentele di oggi per le traiettorie balistiche? Se è cambiato Tex da trent?anni a questa parte, con una maggiore aderenza alla realtà storica, tanto che non vediamo più, per esempio, i totem negli accampamenti delle tribù del sudovest, perchè non dovrei cambiare io nei metri di valutazione ed essere sempre ingenuo e di manica larga come allora? Più esigenti nella produzione di un fumetto, più esigenti nella sua fruizione.
Se quando avevo dieci anni un totem fra i Navajo non mi faceva altro che piacere, oggi forse mi? farebbe buttare la storia nel cestino.

Non la butterei nel cestino, ma scriverei una lettera all'editore per puntualizzare lo sbaglio. ::evvai:: Modificato da Carlo Monni
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Secondo me col post di jack65 entriamo nel campo dei gusti personali e delle impressioni soggettive. Perchè quella che per Jack è involuzione di Boselli, per me, al limite,? evoluzione. Mi spiego. Boselli mi è sempre piaciuto, e molto, tanto che ho sempre considerato la coppia Boselli&Marcello (e anche quella Boselli&Font) come una delle migliori mai viste sulla serie. Ma ero molto critico (senza arrivare al criticismo di Don Fabio) su certo suo modo di usare Tex e i comprimari nelle sue storie. In questi ultimi due anni,Boselli è arrivato al punto da piacermi in toto!Perchè non vedo più traccia di quelle cose che non mi piacevano molto, come l'eccessivo superomismo dei comprimari (ancora presente, secondo me, in "Terre maledette" e parzialmente in "Omicidio in Bourbon Street"). Boselli ha sfornato negli ultimi tempi quattro tra le sue storie migliori:"La mano del morto" e "Patagonia", che sono a mio parere due autentici Caplavori (forse la prima è la mia storia boselliana preferita!), e due assoluti gioiellini,"I ribelli di Cuba" e "I giustizieri di Vegas", due tra le storie più bonelliane degli ultimi dieci e più anni. Inoltre, io non credo che Boselli si sia eccessivamente semplificato:forse oggi riesce meglio a variare, ad alternare storie semplici a storie compelsse, e questo è un ulteriore indizio che quella di Boselli è un evoluzione ("La mano del morto","Omicidio in Bourbon Street","Patagonia" nella categoria delle "complesse","Vendetta per Montales","I giustizieri di Vegas" e "I ribelli di Cuba" tra le "semplici").

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  • Collaboratori

Il mondo di Tex è sempre stato manicheo. Quello che è bianco è bianco, quello che è nero è nero: Tex di fronte al grigio resta spiazzato, non sa cosa fare. Non è psicologicamente costruito per affrontare il grigio.

Quoto questa frase di Claudio Nizzi per descrivere quella che è un'evoluzione nel modo di raccontare che impedisce per molti versi di riavere il nostro Tex "picchiatore". Non è un problema solo delle storie di Mauro Boselli, ma ci sono personaggi come per esempio il Jack Loman di Ruju verso il quale Tex non usa volutamente il metodo - duro. Rientra nella categoria anche il Ryan o il Jackson dell'ultima storia. E che dire del marcio Lansdale che Manfredi lascia artefice del suo destino nelle pagine finali de "La grande sete" è Anche ne "I giustizieri di Vegas" la sensazione che sceriffo e sindaco siano "grigi" permane fino a tre quarti della storia, anche davanti a pesanti indizi. Con GLB il diablero era il diablero.
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@ MonniMontales: la vicenda mi sembra inverosimile, in primis Montales neofuorilegge, tutta la storia dell'oro ritrovato anni e anni dopo l'inondazione, alcuni colpi a effetto, tipo la ragazza che appare come un fantasma e il gobbaccio di Notre Dame, la troppa facilit? con cui Tex risolve la situazione (ricordo male o ci sono anche i soldati di Montales pronti a intervenire? Forse dico una bischerata.)Deadwood: di fronte a un inizio scoppiettante nel primo albo, secondo me perde smalto andando avanti, gli antagonisti sono insignificanti e sono caricati anche del sospetto di aver scatenato la guerra delle Black Hills, davvero troppo, gli indiani comandati da una bianca non mi sfagiolano molto, Buffalo Bill scompare. Cuba: il compagno di Tex che piange per l'affrancamento degli schiavi dopo essere stato un tormentone per tutta la storia mi sembra troppo sdolcinato. Patagonia: detto anche nel commento, Tex che cambia bandiera schierandosi apertamente con gli indios contro l'esercito argentino, sparando e ammazzando i soldati, non mi ricordo di averglielo mai visto fare, per lo meno in maniera così aperta e diretta. Diciamo che è una risposta a una domanda che mi ponevo da una ventina di anni.@ Pacocerto che siamo nel campo dei gusti personali, ?involuzione? è un giudizio, altrimenti dovrei usare il termine ?diversit??, neutro, riguardo il modo di scrivere e di rappresentare Tex oggi rispetto a ieri.?Evoluzione vs ?involuzione?.?Eccessivo superomismo dei comprimari? vs ?valore aggiunto di personaggi antagonisti o alleati?. Sul fatto dell'alternanza storie semplici-storie complesse, a parte che per me Deadwood è semplice e Vegas complessa, m?interessa di più che siano belle storie, anche tutte semplici, ma che mi prendano e mi coinvolgano, cosa che ultimamente, a parte gli antropofagi, non è successo.

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Il mondo di Tex è sempre stato manicheo. Quello che è bianco è bianco, quello che è nero è nero: Tex di fronte al grigio resta spiazzato, non sa cosa fare. Non è psicologicamente costruito per affrontare il grigio.

Quoto questa frase di Claudio Nizzi per descrivere quella che è un'evoluzione nel modo di raccontare che impedisce per molti versi di riavere il nostro Tex "picchiatore". Non è un problema solo delle storie di Mauro Boselli, ma ci sono personaggi come per esempio il Jack Loman di Ruju verso il quale Tex non usa volutamente il metodo - duro. Rientra nella categoria anche il Ryan o il Jackson dell'ultima storia. E che dire del marcio Lansdale che Manfredi lascia artefice del suo destino nelle pagine finali de "La grande sete" è Anche ne "I giustizieri di Vegas" la sensazione che sceriffo e sindaco siano "grigi" permane fino a tre quarti della storia, anche davanti a pesanti indizi. Con GLB il diablero era il diablero.
Mi sento di condividere la riflessione di Nizzi. Tex vive in un universo di certezze , in cui il male e il bene sono nettamente separati e distinguibili. Ciò nonostante non manchino eccezioni talvolta significative. Penso al mio omonimo Don Fabio / Lucero, che ha scelto una strada di sangue con un fine nobile ( dimostrato anche dal gesto di concedere le sue terre ai peones, con l'impegno che la dividano in parti uguali ); ad Apache Kid, che è curiosamente presentato come un personaggio positivo, nonostante la sua scia di morti sia anche superiore a quella di Lucero; e penso a quella 'tragedia greca in salsa western' , come è stata perfettamente definita dal nostro Carlo Monni, de "La Sconfitta" , con personaggi davvero al limite ( Ruby Scott in primis ) . Seguendo il modello ideologico di GLB, Nizzi ha proseguito sulla 'linea dicotomica' , concedendosi tuttavia alcune eccezioni , come nel caso di Jesus Zane de "L'Ultima Frontiera" . Molto più sfumati i personaggi di Nolitta, forse in linea ( come ha raccontato in una bella intervista lo stesso Sergio Bonelli ) con il carattere più insicuro dell'autore rispetto alla focosit? del padre. Le figure nolittiane tendono peraltro a mostrare una certa contradditorietà con sè stesse ( il Maggiore Carter, lo stesso El Muerto, il sergente di "Contro Tutti" , lo 'spirito delle colline' di "La Freccia Spezzata" sono i primi esempi che mi sovvengono alla mente). In tal senso, il Tex boselliano mi sembra , nel suo Universo di riferimento, molto più nolittiano che bonelliano. Anche cattivi spietati come Mickey Finn hanno un 'retrogusto' diverso, una ragione di malvagit? che, in certo modo, li rende umani. Quel che non accade generalmente nel Tex Glbonelliano, in cui la malvagit? è un dato di fatto connesso con la stessa nascit? del personaggio. E, come dice Nizzi, di fronte al dubbio, Tex è spaesato. Forse, quindi, non è un caso che , nelle storie di Boselli, sia spesso in secondo piano, laddove in primo si paleserebbe una tale criticit? psicologica.
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Il mondo di Tex è sempre stato manicheo. Quello che è bianco è bianco, quello che è nero è nero: Tex di fronte al grigio resta spiazzato, non sa cosa fare. Non è psicologicamente costruito per affrontare il grigio.

Quoto questa frase di Claudio Nizzi per descrivere quella che è un'evoluzione nel modo di raccontare che impedisce per molti versi di riavere il nostro Tex "picchiatore". Non è un problema solo delle storie di Mauro Boselli, ma ci sono personaggi come per esempio il Jack Loman di Ruju verso il quale Tex non usa volutamente il metodo - duro. Rientra nella categoria anche il Ryan o il Jackson dell'ultima storia. E che dire del marcio Lansdale che Manfredi lascia artefice del suo destino nelle pagine finali de "La grande sete" è Anche ne "I giustizieri di Vegas" la sensazione che sceriffo e sindaco siano "grigi" permane fino a tre quarti della storia, anche davanti a pesanti indizi. Con GLB il diablero era il diablero.
Mah, non sono mica tanto d'accordo, nemmeno con Nizzi. D'accordo sulla storia di Tex, non sull'essenza. Col grigio sarà anche spiazzato, ma solo perchè non glielo si è quasi mai fatto affrontare. Non è psicologicamente costruito per il grigio? Mica sarà immutabile. Se per GLB tutto era o bianco o nero, ecco, io con vedo in questo un dogma inossidabile. Sono un estremo fautore del grigio, coi tempi moderni Tex dovr? affrontarlo sempre più spesso, così mi auguro, ma bisogna farglielo saper affrontare. Il problema è che qui non gli si fa più affrontare, da picchiatore, da re dello SBATACCHIO, nemmeno il nero. Perchè Loman come lo vogliamo considerare? Parte bianco, diventa grigio, ma finisce nero. E viene sbatacchiato? No, gli si urla solo contro. E Rucker? Chi più nero di lui? Ma niente SBATACCHIO. E il colonnello di Cuba, quello del duello finale? Non è tutto nero?Jackson° E? grigio? Andava sbatacchiato?Brown e Mather? Grigià Forse, ma nerissimi nel profondo. In questo caso lo sbatacchiamento sarebbe stato stonato, avrebbe rovinato la fiesta finale. Mica deve sempre sbatacchiare tutti, ma qualche volta, e anche di più, ci starebbe bene, come un cazzottino al barman, allo stalliere, al cameriere, al portiere, un minisbatacchiamento, tanto per non perdere le buone maniere. E quando sappiamo che uno sbatacchiamento c'è, ma non ce lo fanno vedere, è una sorta di coitus interruptus, voglio godere fino in fondo ma ?.
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Guest Aphrodite's Child

@jack65secondo me non è vero che Tex non sbatacchia più nessuno, è ancora violento, anzi. Qualcuno si è lamentato perchè prende a pedate un uomo a terra nel n. 602. e in faccia di cuoio mena cazzotti a destra e a manca e dulcis in fundo colpisce un tale col calcio del fucile (mai visto su GLB). più scorretto di così. Borden è del tutto in linea col personaggio.

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Perchè bisogna per forza imitare lo stile di GLB? Chi l'ha detto? Oggi Tex è Sergio. Perchè non riconoscerlo una buona volta? Scusate lo sfogo

Perdonami, io non sono d'accordo n° sul fatto che Tex fosse allora Gian Luigi, n° che sia oggi Sergio. Tex, detto in breve, è Tex! Chi lo segue dalle prime vignette, e che probabilmente ha cominciato nell'infanzia, non si preoccupava certo di sapere come si chiamasse l'autore, e non ne ha fatto dipendere l'apprezzamento. Ora non credo che un nostalgico voglia a tutti i costi una ripetizione di storie standard con sbatacchiamento alla vignetta cinque di pagina tre, fiammifero tra le dita dei piedi alla vignetta due di pagina sette e bistecca con patatine nella vignetta centrale. Almeno, io - che mi definisco nostalgica - non desidero questo. Ne vorrei un po' di più di queste scene, sè, ma non contesto un minimo di evoluzione in Tex, e tantomeno pretendo che un Boselli lasci il suo stile per scimmiottare un altro grande autore. Ed è vero che GLB stesso ha fatto crescere la sua creatura, che nei primissimi numeri poteva essere addirittura prepotente, uno che come si suol dire "da una parola in su" menava le mani. E' già stato comunque osservato che Tex - pur nella sua evoluzione - ha sempre visto con una certa chiarezza dove stava il marcio, dove bisognava darci dentro con il ddt e dove invece bastava aprire la finestra per permettere agli insetti nocivi di abbandonare la stanza; e Tex metteva mano al ddt senza minimamente porsi la domanda se la legge (di cui era rappresentante) ne consentiva o meno l'uso. In effetti Tex è un rappresentante della legge sui generis, usa la patacca di ranger per aggiungere autorit? a quella che gli conferisce naturalmente la sua fama (di giusto? di duro? di tiratore infallibile? o tutte le cose insieme?), ma lo fa unicamente quando la legge coincide con la giustizia. Tex si mette - prudentemente, certo, non è un idealista puro come Zagor - anche contro l'esercito del suo stesso Paese quando deve difendere gli indiani dalle prevaricazioni:ricordiamoci quel capolavoro di "Sangue navajo". Ora, nella sua maturazione anagrafica e quindi emotiva e psicologica, Tex può anche aver modificato qualche suo modo di agire. A quaranta-quarantacinque anni non si fa l'elefante in una cristalleria come si faceva magari a venti, e questo si può tenere presente anche in un fumetto. Ma ciò che fa, che dice, il modo in cui è protagonista - o dovrebbe esserlo - nella serie che porta il suo nome, tutto dovrebbe far capire che il senso della vita di Tex non è cambiato, che lui è sempre quello che vede chiaro il divario tra vero e falso, che non confonde legge e giustizia, che non indugia ad agire anche duramente per difendere quest'ultima, in qualsiasi occasione. Magari con le eccezioni che ha sempre fatto, perchè ha saputo sempre essere anche misericordioso quando aveva davanti un debole o un pesce piccolo. Il lettore di Tex non dovrebbe mai perdersi in analisi psicologiche, ma neppure (come faceva notare Sam) in perizie balistiche o dubbi storici. Perchè ne soffre la fantasia, e cos'altro permette di leggere con gioia un albo a fumetti? Nessun accanimento contro Borden, comunque. Sarebbe il colmo, nei confronti di chi ci ha regalato autentici capolavori. Eppoi un'involuzione di Tex io l'avevo percepita già da parte di Nolitta, in una storia memorabile come "El Muerto", dove il Nostro invece di giurare vendetta al cielo per il suo amico fraterno Tiger gonfiato come un canotto comincia a biascicare scuse di prudenza, di "quasi quasi lascio fare alla legge..." "magari è una trappola..." ecc. ecc.
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Il mondo di Tex è sempre stato manicheo. Quello che è bianco è bianco, quello che è nero è nero: Tex di fronte al grigio resta spiazzato, non sa cosa fare. Non è psicologicamente costruito per affrontare il grigio.

Quoto questa frase di Claudio Nizzi per descrivere quella che è un'evoluzione nel modo di raccontare che impedisce per molti versi di riavere il nostro Tex "picchiatore". Non è un problema solo delle storie di Mauro Boselli, ma ci sono personaggi come per esempio il Jack Loman di Ruju verso il quale Tex non usa volutamente il metodo - duro. Rientra nella categoria anche il Ryan o il Jackson dell'ultima storia. E che dire del marcio Lansdale che Manfredi lascia artefice del suo destino nelle pagine finali de "La grande sete" è Anche ne "I giustizieri di Vegas" la sensazione che sceriffo e sindaco siano "grigi" permane fino a tre quarti della storia, anche davanti a pesanti indizi. Con GLB il diablero era il diablero.
Mah, non sono mica tanto d'accordo, nemmeno con Nizzi. D'accordo sulla storia di Tex, non sull'essenza. Col grigio sarà anche spiazzato, ma solo perchè non glielo si è quasi mai fatto affrontare. Non è psicologicamente costruito per il grigio? Mica sarà immutabile. Se per GLB tutto era o bianco o nero, ecco, io con vedo in questo un dogma inossidabile. Sono un estremo fautore del grigio, coi tempi moderni Tex dovr? affrontarlo sempre più spesso, così mi auguro, ma bisogna farglielo saper affrontare. Il problema è che qui non gli si fa più affrontare, da picchiatore, da re dello SBATACCHIO, nemmeno il nero. Perchè Loman come lo vogliamo considerare? Parte bianco, diventa grigio, ma finisce nero. E viene sbatacchiato? No, gli si urla solo contro. E Rucker? Chi più nero di lui? Ma niente SBATACCHIO. E il colonnello di Cuba, quello del duello finale? Non è tutto nero?Jackson° E? grigio? Andava sbatacchiato?Brown e Mather? Grigià Forse, ma nerissimi nel profondo. In questo caso lo sbatacchiamento sarebbe stato stonato, avrebbe rovinato la fiesta finale. Mica deve sempre sbatacchiare tutti, ma qualche volta, e anche di più, ci starebbe bene, come un cazzottino al barman, allo stalliere, al cameriere, al portiere, un minisbatacchiamento, tanto per non perdere le buone maniere. E quando sappiamo che uno sbatacchiamento c'è, ma non ce lo fanno vedere, è una sorta di coitus interruptus, voglio godere fino in fondo ma ?.
2)Cheyenne ha colto nel segno:ricordate che fino a un mesetto fa ci lamentavamo del Tex che all'inizio de "I giustizieri di Vegas" colpiva alla mano e scazzottava un bandito? E ricordate del calcio in faccia al vicesceriffo, di cui i primi a lamentarsi furono proprio i tradizionalisti di Baci e Spari, che oggi scrivono quella sorta di articolo segnalato da Ymalpasè Ho fatto copia e incolla. Siamo stati già in tre a ricordare questo, ma nessuno ci si fila! :_sigh Borden
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Guest Aphrodite's Child

@CheyenneMa ci sarà pure una differenza tra il Tex di GLB, quello di Nolitta, quello di Nizzi ecc. O no? La mano che scrive il soggetto non è la stessa e neppure la testa. In qualche modo si sarà evoluto il personaggio. Se Borden dice che Tex oggi è Sergio vorr? pur dire qualcosa. Lui conosce Tex meglio di noi. E a me non sembra che Tex con gli anni sia diventato più gentile. E poi Tex non può invecchiare...

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Penso che non ci sia nessun accanimento: di sicuro non da parte mia. Sono molto critico verso la conduzione del Mondo-Tex da parte di Borden ( e ho spiegato le mie ragioni in modo analitico e circostanziato in varie occasioni ) ; tuttavia, questo non mi impedisce di leggere con grande piacere storie come  "Sulla Pista Di Fort Apache" e "Il Passato Di Carson" , che non hanno IMHO nulla da invidiare ai grandi capolavori bonelliani (  stesso discorso  per "Fuga da Anderville" e "Furia Rossa"  di Nizzi) .

Vale anche per me. :trapper: Avvalendomi del diritto di critica, ribadisco, comunque, che chissà perchè io devo sorbirmi diverse storie con un finale che vede Tex "spettatore"? E perchè ( di nuovo in parecchie storie ) devo essere privato del "piacere" di rivedere certi "trattamenti" texiani dovendomi accontentare della sola immaginazione è E perchè certe tipiche espressioni del nostro Ranger sono praticamente scomparse ?Se basta una sola vignetta, una mezza frase, ecc. per essere soddisfatti allora, contenti voi....... :rolleyes: Se, quanto sopra, lo facesse il Nizzi d'oggi non riuscirei piu' ad arrabbiarmi ( beh, forse, non ne sarei così sicuro _ahsisi ); pero' se ci si mettono pure altri autori ancora ben in vena, allora..... -_nono
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Guest Aphrodite's Child

@Cheyenneriguardo El Muerto io non parlerei di involuzione. L' Tex è una creatura nolittiana ed è piuttosto la naturale evoluzione del personaggio, anzi lo definirei un "salto evolutivo" (Nizzi permettendo)

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@Cheyenneriguardo El Muerto io non parlerei di involuzione. L' Tex è una creatura nolittiana ed è piuttosto la naturale evoluzione del personaggio, anzi lo definirei un "salto evolutivo" (Nizzi permettendo)

Tex è una creatura nolttiana? :shock:
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Penso che non ci sia nessun accanimento: di sicuro non da parte mia. Sono molto critico verso la conduzione del Mondo-Tex da parte di Borden ( e ho spiegato le mie ragioni in modo analitico e circostanziato in varie occasioni ) ; tuttavia, questo non mi impedisce di leggere con grande piacere storie come? "Sulla Pista Di Fort Apache" e "Il Passato Di Carson" , che non hanno IMHO nulla da invidiare ai grandi capolavori bonelliani (? stesso discorso? per "Fuga da Anderville" e "Furia Rossa"? di Nizzi) .

Vale anche per me. :trapper: Avvalendomi del diritto di critica, ribadisco, comunque, che chissà perchè io devo sorbirmi diverse storie con un finale che vede Tex "spettatore"? E perchè ( di nuovo in parecchie storie ) devo essere privato del "piacere" di rivedere certi "trattamenti" texiani dovendomi accontentare della sola immaginazione è E perchè certe tipiche espressioni del nostro Ranger sono praticamente scomparse ?Se basta una sola vignetta, una mezza frase, ecc. per essere soddisfatti allora, contenti voi....... :rolleyes: Se, quanto sopra, lo facesse il Nizzi d'oggi non riuscirei piu' ad arrabbiarmi ( beh, forse, non ne sarei così sicuro _ahsisi ); pero' se ci si mettono pure altri autori ancora ben in vena, allora..... -_nono
E' la triste verità, amigo... Ma tanto , ormai, siamo solo dei 'tradizionalisti che devono adattarsi ai tempi ' , come taluni continuano a ripetere...
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@Cheyenneriguardo El Muerto io non parlerei di involuzione. L' Tex è una creatura nolittiana ed è piuttosto la naturale evoluzione del personaggio, anzi lo definirei un "salto evolutivo" (Nizzi permettendo)

Tex è una creatura nolttiana? :shock:
Don Fabio,Cheyenne ha scritto: LI' Tex è una creatura nolittiana... LI'... e ha perfettamente ragione:per quanto un'autore possa ispirarsi a un modello, nel momento in cui scrive il personaggio diventa suo:? lui a farlo agire, a farlo parlare, a farlo vivere... Ora, questo può piacere o meno, ma se così non fosse di Tex non uscirebbe più niente!
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@CheyenneMa ci sarà pure una differenza tra il Tex di GLB, quello di Nolitta, quello di Nizzi ecc. O no? La mano che scrive il soggetto non è la stessa e neppure la testa. In qualche modo si sarà evoluto il personaggio. Se Borden dice che Tex oggi è Sergio vorr? pur dire qualcosa. Lui conosce Tex meglio di noi. E a me non sembra che Tex con gli anni sia diventato più gentile. E poi Tex non può invecchiare...

Se si facesse un discorso di autori, Tex potrebbe al massimo essere Guido Nolitta, e non Sergio Bonelli. Quest'ultimo infatti non è un autore di Tex, ne è l'editore. Lo so che si tratta della stessa persona, ma in vesti diversi. E se si dice che Tex è Sergio Bonelli si dice che Tex è il suo editore, e io lo traduco con "Tex è ciò che impone il mercato". E io questo non riesco a mandarlo già, anche se mi rendo conto che queste sono le vere necessit? e le vere leggi che portano avanti un'attività. Lontano è ormai il tempo di un Gianluigi Bonelli, artigiano del sogno. Che Tex non invecchi è evidente, ma è ben arrivato ad avere un'età matura, tra i quaranta e i quarantacinque suppongo, quindi non si pretende che agisca sempre e comunque come faceva a venti. Ma io non parlavo di essere più o meno gentile. Solo, ad esempio, negli albi iniziali (ora non ricordo esattamente in quali occasioni) capita magari che Tex ordini da bere per tutti e quando il barman si permette di chiedergli se può pagare gli molli un uppercut perchè ha messo in dubbio la sua parola. Ecco, se Bonelli padre avesse mantenuto in Tex questa vena di arroganza, penso che non sarebbe stata la stessa cosa. Invece Bonelli ha fatto sè che il suo personaggio non perdesse questo caratterino, ma lo canalizzasse in una direzione che tutti i lettori avrebbero accettato. Mi piace ripetere una frase di Tiger in "I giustizieri di Vegas": Aquila della notte agisce rapidamente... ma dopo aver pensato molto in fretta". Questa è l'essenza di Tex. Che quando pensa molto in fretta sa distinguere altrettanto in fretta il torto e la ragione, e che se è necessario, agisce rapidamente, senza fare complimenti con le nocche delle mani.@Paco: non Cheyenne, ma Aphrodite's Child ha scritto che Tex era LI' una creatura nolittiana ;) .
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Che questa discussione nasca e si sviluppi dopo un 2010 così ricco di storie belle ed intriganti, obiettivamente fa riflettere. Cosè come vedo che ci si allontana dal problema centrale, che non e' cosa Tex fa, ma piuttosto "come" fa. Linguaggio tagliente, ironia, ritmo. Il soggetto, sul quale pure giustamente gli autori di oggi investono tanto sul piano della documentazione e della ricerca dell'originalita, può a volte essere meno pretenzioso, meno cesellato. Come lettore di Tex, mi sento maggiormente appagato da una lettura in cui non vedo l'ora di voltare la pagina seguente, che da una che mi porta a dover sfogliare l'albo a ritroso.

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Questione del "coito interrotto" (Jack, sei l'utente più divertente del forum! :lol2: )...
Capisco le ragioni di Capelli d'argento e Jack 65, anche a me piace un sacco vedere Tex che sbatacchia i cattivi.
Ma c'è, per quanto mi riguarda, una cosa più importante del "vedere":? il "sapere". Il sapere che Tex li sbatacchia anche oggi i cattivi, anche se la scena non ci viene mostrata tutta (e non ci viene mostrata tutta perchè il buon sviluppo complessivo della storia è comunque più importante di una singola scena che, per quanto bella, l'abbiamo già vista e rivista).
In "Faccia di cuoio" io vedo solo un pugno, ma SO che Tex ha sbatacchiato ben TRE cattivoni!
Quindi io sono contento ugualmente. E sono contento perchè ho comunque la prova che Tex non si è rammollito affatto, e che sbatacchia anche oggi!

Comunque, come si dice a Napoli, scordiamoci il passato, per un momento.
L'avete vista la pagina in anteprima della nuova storia?
Allora guardiamoci queste due vignette. chissà che questa volta i fautori dello "sbatacchio visibile" non rimangano soddisfatti! :trapper:

Immagine postataImmagine postata

Modificato da paco ordonez
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Povero Paco, non vorrei pensassi che tu mi sia antipatico! Purtroppo, dissenso ancora una volta ( come su ogni cosa nell'ultimo mese ) sulla questione 'pestaggio' . Tu ti accontenti dell' accenno, io no: sono dettagli fondamentali . Il mito Tex è nato anche da questo. Penso peraltro che sia l'ennesimo danno causato dalla vergognosa regola del numero predeterminato di pagine per storia: bisogna tagliare di qua e di l', a tutto svantaggio della fluidità narrativa. E con tre pagine in più avremmo avuto il nostro bel pestaggio (non mi pigliate per un picchiatore fascista!). Sembra sempre di assistere a un continuo lavoro di montaggio, laddove ( bisognerebbe conoscere il metodo di lavoro di GLB ) le vecchie storie hanno davvero un'immediatezza da film neorealista. Quanto all'interessante discussione tra Cheyenne e il nostro nuovo collega Aphrodite's Child, credo che si debba trovare un compromesso. Ovvio che l'autore debba porre la propria impronta sulla storia ( sarebbe assurdo nonchè impossibile il contrario) , ma sempre tenendo in mente che il personaggio ha una sua storia pluridecennale alle spalle ed è stato creato e si è sviluppato con delle caratteristiche peculiari ( che non sono gli schemini di cui qualche buontempone è solito parlare, n° un'idea predeterminata di GLB; bensì lo 'scheletro' di Tex che si è andato naturalmente formando in tanti anni) . Quel che rimprovero a Boselli è proprio questo: non rispettare la struttura fondamentale del Mondo- Tex ; il che non significa che si debba scrivere come nel '48 , ma che, nel rinnovare, non si stravolga. Cosa che è successa puntualmente. Tengo a sottolineare che la mia è una considerazione su larga scala (l'insieme della produzione boselliana su Tex) , perchè è ovvio che molte storie hanno una forte impronta bonelliana. In particolare, mi vengono in mente "Sulla Pista Di Fort Apache" (capolavoro) , ma anche "I Colpevoli" , piccola storia , forse un po' sottovalutata dalla critica, ma IMHO molto fedele al Tex delle origini. Infine, condivido la riflessione di Nizzi sul rapporto Tex / grigio e vi invito a rileggere il mio intervento precedente: tra tante idiozie, penso che l' abbia scritto qualcosa di abbastanza interessante!

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Infine, condivido la riflessione di Nizzi sul rapporto Tex / grigio

Ok, su questo discorso possiamo trovare un compromesso?Allora... ammettiamo che Nizzi ha ragione, che Tex il grigio non lo ha mai affrontato e che non è psicologicamente attrezzato ad affrontarlo (e di questo ho mooolti dubbi). Ma Nizzi (e questo mi sembra fondamentale) parla del Tex di Gl Bonelli!Ritorno a Sherlock Holmes, munito di quell' "Elementare Watson" che il suo creatore non gli aveva mai messo in bocca, e che comunque è diventato uno dei tratti distintivi del personaggio... proviamo a fare lo stesso discorso spostandoci su Tex:non può essere che Boselli, uno dei continuatori del personaggio, ha fornito Tex di quella attitudine psicologica che Bonelli non gli aveva concesso?E se così fosse, cosa ci sarebbe di male?Ripeto:ogni cosa, se portata avanti per lungo tempo, cambia. Si può evolvere come involvere. In questo caso, la capacità di affrontare il "grigio" mi sembra un'evoluzione, un'arricchimento. Modificato da paco ordonez
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